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agis contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti ... - Cnel

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Agis impaginato 11-09-2008 8:04 Pagina 32<br />

Art. 23 – CONGEDO MATRIMONIALE<br />

Al lavoratore sarà concesso, in occasione del matrimonio, un <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> congedo <strong>di</strong> 15 giorni<br />

<strong>di</strong> calendario con decorrenza della retribuzione.<br />

Tale trattamento è comprensivo, <strong>per</strong> gli aventi <strong>di</strong>ritto, <strong>di</strong> quanto erogato allo stesso titolo dall’INPS,<br />

fermo restando il <strong>di</strong>ritto dell’azienda <strong>di</strong> detrarre l’importo corrisposto dal predetto Istituto.<br />

Il congedo non potrà essere computato nel <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> ferie annuali.<br />

La richiesta del congedo dovrà essere avanzata dal lavoratore con un preavviso <strong>di</strong> almeno 6<br />

giorni dal suo inizio, salvo casi eccezionali. La celebrazione del matrimonio dovrà essere documentata<br />

entro i 30 giorni successivi all’inizio del <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> congedo.<br />

Art. 24 – TUTELA DELLA MATERNITÀ E PATERNITÀ<br />

Ai sensi del D.Lgs. 26/3/2001 n.151, le lavoratrici non possono essere a<strong>di</strong>bite al <strong>lavoro</strong>:<br />

a) durante due mesi precedenti la data presunta del parto;<br />

b) ove il parto avvenga oltre tale data, <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo intercorrente tra la data presunta e la data<br />

effettiva del parto;<br />

c) durante tre mesi dopo il parto;<br />

d) durante gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata<br />

rispetto a quella presunta. Tali giorni sono aggiunti al <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> congedo <strong>per</strong> maternità<br />

dopo il parto.<br />

Ferma restando la durata complessiva del congedo <strong>di</strong> maternità <strong>di</strong> cui al comma 1, le lavoratrici<br />

hanno la facoltà <strong>di</strong> astenersi dal <strong>lavoro</strong> a partire dal mese precedente la data presunta<br />

del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a con<strong>di</strong>zione che il me<strong>di</strong>co specialista del Servizio<br />

Sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il me<strong>di</strong>co competente ai fini della prevenzione<br />

e tutela della salute nei luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> attestino che tale opzione non arrechi pregiu<strong>di</strong>zio<br />

alla salute della gestante e del nascituro.<br />

Per il trattamento economico dovuto alle lavoratrici durante il <strong>per</strong>iodo in<strong>di</strong>cato al comma 1 si<br />

applica quanto previsto dall’art.22 del D.Lgs n.151/2001.<br />

I <strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong> congedo obbligatorio <strong>di</strong> maternità sono computati ai fini dell’anzianità <strong>di</strong> servizio<br />

a tutti gli effetti compresi quelli relativi alla gratifica natalizia o tre<strong>di</strong>cesima mensilità e alle ferie.<br />

Ai fini dell’esercizio del <strong>di</strong>ritto al congedo parentale, <strong>per</strong> ogni bambino nei primi suoi otto anni <strong>di</strong><br />

vita, ciascun genitore è tenuto a dare al datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> un preavviso scritto <strong>di</strong> almeno 15 giorni, salvo<br />

casi <strong>di</strong> oggettiva impossibilità. I relativi conge<strong>di</strong> parentali dei genitori non possono complessivamente<br />

eccedere il limite <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci mesi, fatto salvo il <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> cui al comma 2 dell’art. 32 e dell’art.33<br />

del D.lgs n.151/2001. Nell’ambito del predetto limite, il <strong>di</strong>ritto ad astenersi dal <strong>lavoro</strong> compete:<br />

a) alla madre lavoratrice, trascorso il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> congedo <strong>di</strong> maternità <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo continuativo<br />

o frazionato non su<strong>per</strong>iore a sei mesi;<br />

b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo continuativo o frazionato non<br />

su<strong>per</strong>iore a sei mesi elevabile a sette nel caso <strong>di</strong> cui al comma 2 dell’art.32 del Dlgs<br />

151/2001;<br />

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