Pubblicazione delle opere 2004 - Parrocchia di San Martino a Vado

Prima edizione Novembre 2004 pag. 28
Ma mentre Ti chiamo e Ti rinnego, io Ti inseguo…
Quante volte mi sono trovata a dire: "Dio fa che...", ogni volta seguito da una
preghiera diversa, ogni volta intensa, credevo in quello che volevo, credevo a chi mi
rivolgevo, ma ben poche, per non dire nessuna, delle mie preghiere è stata esaudita.
Ora continuo a invocare: "Dio fa che…", ma non con la stessa convinzione, non
con la stessa forza di volontà, non con la stessa fiducia.
Dicono che dobbiamo crederci, senza compromessi, senza voler avere niente in
cambio, senza egoismo, ma sinceramente è molto difficile, estremamente
complicato, credere in un Dio che priva, e mai dona, o ciò che ci fa avere è
talmente insignificante rispetto a ciò che ci toglie. Un Dio per il quale dovremmo
essere tutti uguali, ma che sottrae a chi niente ha e che avvantaggia chi già
possiede (non solo a livello materiale).
Un Dio che permette le guerre, e non dà a tutti lo stesso diritto sulla morte.
Un Dio che permette alle madri di vedere i propri figli morire, e di vivere il resto
della loro vita nell'angoscia, nel tormento, nell'afflizione e nei sensi di colpa.
Penso a tutto ciò e mi chiedo: che senso ha vivere se poi c'è l'inevitabile morte; che
motivo c'è alla vita se questa è sofferenza, malinconia, menzogna, dolore, un
dolore straziante, un dolore che è sempre presente, soprattutto se non sai più a chi
rivolgerti, per porre fine a queste pene. . .
Sembra un mare eterno, una continua insoddisfazione, che paragonata alla breve
felicità è infinito.
Pur pregando tanto, non sono ancora riuscita ad allontanare, da me, l'idea che la
vita non sia felicità, che la gioia sia solo un'illusione che nessuno ti aiuterà a
realizzare, ma la speranza di raggiungerla è presente in ogni giorno della propria
esistenza. Pino a pochi anni fa speravo che Dio mi aiutasse ad ottenerla, ora spero
di avere sempre la forza di andare avanti e di superare i problemi come meglio
posso, contando solo sulle mie possibilità.
Ho 17 anni e vorrei essere più fiduciosa nella religione: a sentirne parlare sembra
qualcosa di chiaro e bello, ma guardandomi intorno faccio molta fatica a credere
che sia così, perché ciò che vedo è odio e cattiveria, quando invece vorrei vedere
amore.
Ed ancora mi chiedo come questo Dio può far sì che il male prevalga sue bene, e
che il buono venga schernito solo perché tale: non voglio pensare che siamo stati
creati da un Dio che permette tutto ciò, per questo preferisco pensare che non
esista. . .
Ma, anche, questo pensiero mi terrorizza, forse ancora di più: mi piace pensare che
esiste perché è come avere la certezza che le persone, a me care, che ho perso,
siano da qualche parte, che siano vicine a me, oltre che nel mio cuore, che, magari,
prima o poi potrò ritrovarle, e che almeno loro mi ascoltino.
Quando ero più piccola tutto era morto più semplice: non sentivo il bisogno di
dimostrazioni, e non mi ponevo domande alle quali non sapevo rispondere, era
come mi spiegavano, e basta... crescendo ho sentito il bisogno di chiedere aiuto, e
come mi avevano insegnato, pensavo di poter fare affidamento su di Lui.
Rassegna di Testimonianza Letteraria "In cammino… con Gesù