Pubblicazione delle opere 2004 - Parrocchia di San Martino a Vado
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Prima e<strong>di</strong>zione Novembre <strong>2004</strong> pag. 43<br />
Massimiliano SANTI Orvieto (TR)<br />
Ho letto <strong>di</strong> questo concorso <strong>di</strong> poesie e racconti sulla fede e, anche se la mia non è<br />
un'esperienza eclatante e sensazionale ma un semplice cammino, che narro<br />
brevemente, approfitto per parlare <strong>di</strong> alcune mie vicende <strong>di</strong> natura religiosa, <strong>di</strong> una<br />
ricerca <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> conforto.<br />
Nel 1998 iniziai ad avere una malattia, una sclerosi multipla <strong>di</strong> tipo benigno, in<br />
più si andavano rafforzando alcune mie chiusure psicologiche. Ovviamente la mia<br />
persona era minata da questo e la mia sensibilità sollecitata, ed iniziò un'affannosa<br />
ricerca <strong>di</strong> un senso alla mia vita, <strong>di</strong> qualcosa in cui credere, <strong>di</strong> una soluzione ai<br />
miei problemi. Una sera, a casa <strong>di</strong> un amico, suo padre mi parlò <strong>di</strong> una comunità<br />
religiosa a Taizzano, vicino Narni, in provincia <strong>di</strong> Temi, la "Comunità Famiglia<br />
Padre Pio", dove a capo c'era un prete che aveva conosciuto Padre Pio e che era<br />
una persona molto profonda, infatti parecchia gente si recava da lui per parlarci.<br />
Così presi un appuntamento; mi sembra per un giorno <strong>di</strong> ottobre o novembre del<br />
1999. Don Giuseppe, il sacerdote in questione, mi ricevette. In genere accoglieva<br />
in uno stanzino, dove c'era una finestra. Era un uomo piccolo, aveva sui<br />
settant'anni, folte sopracciglia e uno sguardo acuto. Ci parlai e dopo averci<br />
pensato mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> ritornare. Mi sembrò una persona semplice; avere un colloquio<br />
con lui mi <strong>di</strong>ede un po' <strong>di</strong> sollievo.<br />
Insomma, tornai <strong>di</strong>verse volte in quella comunità e in quattro o cinque occasioni<br />
andai con loro a <strong>San</strong> Giovanni Rotondo, alla chiesa <strong>di</strong> Padre Pio, dove, ora, c'è la<br />
tomba del <strong>San</strong>to. Ma an<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne. Conoscevo sempre più Don Giuseppe,<br />
ascoltai anche qualche messa celebrata da lui, mi appariva come una persona<br />
profonda e simpatica, forse in alcuni casi ermetica, ma quest'ultima impressione<br />
potrebbe essere solo una mia suggestione, poiché avevo sentito <strong>di</strong>re che era un<br />
sant'uomo. All'interno della comunità tutti gli portavano un certo rispetto e si<br />
fidavano <strong>di</strong> lui.<br />
Dire <strong>di</strong> quel periodo non è affatto facile per me, poiché passavo una fase <strong>di</strong><br />
chiusura, inoltre negli ultimi anni ne ho parlato pochissimo.<br />
Mi ricordo quando un giorno <strong>di</strong>ssi a Don Giuseppe che aveva ragione riguardo una<br />
cosa che aveva sostenuto e lui mi <strong>di</strong>sse che la ragione è dei fessi; oppure quando<br />
mi consigliò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re una preghiera per sera; o quando, nel primo pomeriggio, dalla<br />
sala da pranzo si recava alla sua stanza per andare a riposare e tutti erano<br />
impazienti <strong>di</strong> scambiarci un saluto o qualche parola. In una circostanza mi in<strong>di</strong>cò<br />
<strong>di</strong> leggere un libro su Padre Pio; io ne comprai uno, scritto da Renzo Allegri, che<br />
trovai molto bello.<br />
Quando andai alla chiesa dove sta la tomba del <strong>San</strong>to <strong>di</strong> Pietrelcina, la prima volta,<br />
non provai nessuna particolare sensazione; certo, c'era un po' d'emozione,<br />
tantissima gente e quell'atmosfera <strong>di</strong> raccoglimento, ma nient'altro. Nelle<br />
circostanze successive, invece, provai un senso <strong>di</strong> maestosità, <strong>di</strong> potenza, che mi<br />
dava anche timore. Adesso mi riviene in mente il quadro grande in fondo, che si<br />
vede appena si entra, che rappresenta "La Madonna <strong>delle</strong> Grazie"; mi rivengono in<br />
mente le varie stanze e cappelle all'interno, e la tomba <strong>di</strong> Padre Pio, protetta da un<br />
recinto metallico, vicino alla quale ho pregato parecchio, o la statua <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
Michele Arcangelo a lato dell'entrata principale; e avverto ancora una certa<br />
gran<strong>di</strong>osità. Tante volte mi sono detto che se Padre Pio fosse stato ancora vivo<br />
avrei cercato <strong>di</strong> parlarci; chissà cosa mi avrebbe suggerito. Quando vedevo <strong>delle</strong><br />
sue foto mi colpiva lo sguardo ra<strong>di</strong>oso, ma anche pieno <strong>di</strong> sofferenza; in alcuni<br />
casi sembrava avere dei cerchi intorno agli occhi, come dei solchi.<br />
In quel periodo. frequentavo, ad Orvieto, dove abito tuttora, una comunità<br />
Rassegna <strong>di</strong> Testimonianza Letteraria "In cammino… con Gesù