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Scarica il romanzo pdf - SG Associati

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sarebbe stato perdono, solo una razionale condanna.<br />

O forse era così diffidente perché aveva paura, erano stati <strong>il</strong> dolore e la<br />

paura a renderlo duro, io non me lo ricordavo così. Mi sentii stanca,<br />

lontana, persino irreale.<br />

Presi anch’io un taxi, raggiunsi la stazione ma non riuscivo a trovare <strong>il</strong><br />

binario, ero come instupidita. Non capivo i tabelloni, non capivo i messaggi<br />

agli altoparlanti, era un disastro; finalmente trovai un impiegato<br />

che parlava un po’ di inglese, e che mi indicò un binario laterale.<br />

Appena in tempo.<br />

Si era fatto giorno, e nello scompartimento di prima classe non c’era<br />

nessuno.<br />

Tappai con le tendine rosse la porta-finestra sul corridoio, e pensai con<br />

sollievo che avrei riposato in quel rifugio, mentre la Francia mi scivolava<br />

accanto, e <strong>il</strong> nord piano piano ridiventava sud. Al mio finestrino <strong>il</strong><br />

treno sembrò essersi immerso in un bicchiere di latte pallido, le palpebre<br />

si fecero pesanti e scivolai nel sonno.<br />

Mi svegliai al confine, venne qualcuno a controllare i documenti, con<br />

una lentezza esasperante, ma tutto era regolare, si poteva ripartire. Sul<br />

versante italiano andai a prendere un caffè: <strong>il</strong> treno percorreva la valle<br />

di Susa, erano i posti dove ero cresciuta e li salutai passando.<br />

Scesi a Porta Nuova che era di nuovo buio. Avevo otto minuti per raggiungere<br />

la stazione delle corriere per acchiappare l’ultima della giornata,<br />

e corsi fino allo spasimo, la raggiunsi che aveva già fatto <strong>il</strong> giro<br />

della piazza e sostava davanti al semaforo che da rosso stava diventando<br />

verde. L’autista mi vide e si fermò ad aspettarmi, aprì la porta<br />

automatica, e io salii che mi scoppiavano i polmoni, mi doleva la<br />

bocca. La mattina dopo alle cinque dovevo alzarmi per andare a<br />

lavorare.<br />

In Italia c’erano allora due m<strong>il</strong>ioni e mezzo di disoccupati. Ma<br />

l’America di Reagan prometteva ricchezza e progresso, guerre stellari<br />

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