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“Nei confronti della fotografia ero colto da un ... - Lettere e Filosofia

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mi trasformo anticipatamente in immagine.” 13 L’esperienza <strong>della</strong> posa<br />

è <strong>un</strong>’esperienza di dissociazione, in cui l’“io” 14 avverte <strong>un</strong>a frattura tra<br />

sé e l’immagine che di sé troverà dopo lo scatto. L’“io”, così<br />

mutevole, sempre in movimento, sempre diverso, viene reso immobile<br />

e statico, fissato nell’immagine di <strong>un</strong> corpo, di <strong>un</strong> volto, di<br />

<strong>un</strong>’espressione: il ritratto fotografico coglierà al massimo <strong>un</strong> aspetto,<br />

ma difficilmente la totalità <strong>della</strong> persona (“ahimè sono con<strong>da</strong>nnato<br />

<strong>da</strong>lla <strong>fotografia</strong> ad avere <strong>un</strong>’espressione” 15 ). L’“io” fotografato, e reso<br />

immagine, fa esperienza dell’alterità osservandosi nel ritratto che di<br />

lui fa il fotografo. Da qui, app<strong>un</strong>to, l’esperienza di dissociazione. Così<br />

facendo “la <strong>fotografia</strong> trasformava il soggetto in oggetto, e anzi, se mi<br />

è <strong>da</strong>to di dire, in oggetto <strong>da</strong> museo.” 16 La posa ingenera <strong>un</strong> senso di<br />

inautenticità, di impostura, di artefatto: è come se mi vedessi in quel<br />

rettangolo e tuttavia non mi riconoscessi. Questo avviene perché,<br />

posando, non faccio altro se non tentare di imitarmi, di mimare me<br />

stesso, alla ricerca continua di quell’espressione, di<br />

quell’atteggiamento che riassuma la polivocità del mio “io”. Ma ciò è<br />

quasi sempre in vano. L’essere fotografato mi consegna al momento<br />

stesso in cui divengo <strong>da</strong> soggetto oggetto e, in questo modo, faccio<br />

<strong>un</strong>a micro-esperienza <strong>della</strong> morte: “io divento veramente spettro” 17<br />

(ecco lo Spectrum). Le parole di Barthes a questo proposito sono<br />

molto significative e suggestive: “ciò che vedo è che io sono diventato<br />

13 R. Barthes, op. cit., p. 12.<br />

14 Il termine “io” è usato direttamente <strong>da</strong> Barthes.<br />

15 R. Barthes, op. cit., p. 13.<br />

16 Ivi, p. 15.<br />

17 Ibidem.<br />

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