“Nei confronti della fotografia ero colto da un ... - Lettere e Filosofia
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non è merito suo. Egli, semplicemente, si trova nel posto giusto al<br />
momento giusto.<br />
3. Il realismo di Barthes<br />
3.1 Il noema <strong>della</strong> <strong>fotografia</strong><br />
La tematica del rapporto tra immagine e referente, che in <strong>fotografia</strong><br />
pare essere <strong>da</strong>vv<strong>ero</strong> sui generis, si pone chiaramente nel discorso di<br />
Barthes all’inizio <strong>della</strong> secon<strong>da</strong> parte de La camera chiara. Ora viene<br />
esplicitato quanto precedentemente rimaneva solo sottointeso.<br />
Innanzitutto viene fornita <strong>un</strong>a definizione di referente: “non già la<br />
cosa facoltativamente reale a cui riman<strong>da</strong> <strong>un</strong>’immagine o <strong>un</strong> segno,<br />
bensì la cosa necessariamente reale che è stata posta dinanzi<br />
all’obbiettivo, senza cui non vi sarebbe <strong>fotografia</strong> alc<strong>un</strong>a.” 36 Queste<br />
parole sono molto interessanti perché confermano la necessità del<br />
referente affinché vi sia <strong>un</strong>a <strong>fotografia</strong>. La pittura, ad esempio, non lo<br />
esige come strettamente necessario. Nel caso di <strong>un</strong> quadro, infatti, ciò<br />
che l’immagine raffigura si riferisce a qualcosa – nella misura in cui<br />
l’immagine è immagine-di-qualcosa – ma ciò che viene raffigurato<br />
può essere frutto dell’immaginazione del pittore, oppure può non<br />
essere fisicamente di fronte a chi la sta dipingendo.<br />
La <strong>fotografia</strong> non ammette questo tipo di rapporto con l’oggetto:<br />
essa è vincolata alla realtà di quest’ultimo. Può riprodurre qualcosa se<br />
e solo se questo esiste, se e solo se il referente è stato di fronte<br />
all’obbiettivo. Questo è il fondo del realismo di Barthes. Non solo la<br />
36 R. Barthes, op. cit., pp. 77-78.<br />
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