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Tovazzi diario 5 1801-1809 - Provincia Tridentina

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VOLUME V<br />

CONTINUAZIONE DEL DIARIO TRENTINO<br />

SECOLARESCO, E MONASTICO<br />

(2 agosto <strong>1801</strong>-12 ottobre <strong>1809</strong>) 1<br />

2 agosto <strong>1801</strong><br />

Li due d'Agosto, giorno di domenica, correndo il Perdono detto d'Assisi, e della Porziuncola,<br />

fuvvi al solito molto concorso di fedeli cristiani per confessarsi e comunicarsi, e per acquistare<br />

la santa Indulgenza. Io in Santa Maddalena di Trento ho sentito quel vice piovano raccomandar<br />

dall'altare dopo l'Evangelio della Messa cantata li poveri tempestati 2 del Banale, ed esibirsi<br />

d'andare anche alle case de' parrocchiani a pigliare delle limosine. Ieridì fu proclamato capitano<br />

della prima Compagnia della Guardia urbana di Trento il sig. Niccola Battistoni botteghiero in<br />

Trento, per l'ostinata rinuncia del sig. Conte Girolamo Malfatti, che non volle più tenerla. Anche<br />

il Foresti rinunciò la sua Compagnia.<br />

21 agosto <strong>1801</strong><br />

Li 21 d'agosto leggo, che l'arcivescovo, ed elettore di Colonia e vescovo principe di Münster,<br />

Gran Maestro dell'ordine Teutonico in Mergentheim nella Franconia, Duca di Westfalia, e<br />

d'Angaria, Massimiliano Francesco Saverio Arciduca d'Austria, figlio della defunta Maria<br />

Teresa, e Zio di Francesco secondo, nato gli 8 dicembre 1756, eletto arcivescovo per impegno, è<br />

morto in Vienna improvvisamente li 27 luglio <strong>1801</strong>, fu seppellito nella tomba solita de' PP.<br />

Cappuccini, ed ha lasciata la facoltà di circa 18 milioni di fiorini. Basta. Fu eletto arcivescovo<br />

nel 1784. Morì perché troppo grasso.<br />

23 agosto <strong>1801</strong><br />

Li 23 d'agosto, domenica siamo stati in quindici alla solita processione del Duomo per il voto<br />

della città, dopo la quale cantò la s. Messa il sig. piovano. Fu accompagnata dalla Guardia<br />

urbana, che sbarò più volte.<br />

Ieridì fuvvi bisbiglio in Trento, perché un prete andò dicendo, che sovrastava un gran flagello<br />

alla città, ed era per cadere molto presto. Non dico altro, perché le relazioni sono assai varianti.<br />

25 agosto <strong>1801</strong><br />

Li 25 leggo, che nel giorno duodecimo del corrente agosto ha fatto il suo primo ingresso in<br />

Firenze il primo re d'Etruria Lodovico figlio di Ferdinando Duca di Parma, nato li cinque di<br />

luglio 1773, dopo, che in di lui nome ne pigliò il possesso ai due dello stesso agosto il sig.<br />

marchese Conte Cesare Ventura ministro plenipotenziario del medesimo re, cui dovranno darsi<br />

questi titoli: Sua Maestà Lodovico I, infante di Spagna, re dell'Etruria, e principe ereditario di<br />

Parma, Piacenza, Guastalla ecc. ecc. felicemente dominante.<br />

9 settembre <strong>1801</strong><br />

Li nove di settembre, giorno di mercoledì siamo stati in 15 alla solita processione votiva del<br />

Duomo per la liberazione dai francesi del 1703. Fummo di ritorno alle undici, ed un quarto, e<br />

mezzo. Cantò la Messa in s. Maria il piovano del Duomo.<br />

1 *<strong>Tovazzi</strong>, Continuazione del <strong>diario</strong> trentino secolaresco, e monastico, Trento BSB, MS 69, pp.<br />

2068-2433. Dal 16 marzo 1806, alla fine, il Diario fu continuato dal P. Vincenzo Maria Keller di Cles,<br />

compito affidatogli dal P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio Dusini di Cles.<br />

2 *Colpiti dalla grandine.


12 settembre <strong>1801</strong><br />

Li dodici di settembre, giorno di sabato al mezzodì fu terminata la palizzata, fatta nel gran vaso<br />

della Fersina dai possessori del Bolgaro 3 , dopo molte contraddizioni del Magistrato civico.<br />

In queste Tempore autunnali molti chierici trentini sono andati a Bressanone per farsi ordinare<br />

da quel buon vescovo, perché in Trento non c'è alcun vescovo. Uno di essi fu Simone Roner<br />

suddiacono andato a prendere il diaconato, ed il presbiterato.<br />

20 settembre <strong>1801</strong><br />

Li 20 ho veduto una lettera venuta a Trento dall'Italia bolognese con questa soprascritta: Al<br />

cittadino Fra Domenico Jelico Minore Conventuale. Questi però è sacerdote non giovine, né<br />

dotto a sufficienza.<br />

In Roveredo si processa contro i falsificatori delle cedole monetarie; in Trento poi contro le<br />

donne impudiche.<br />

In Negrano di Povo da signori, e signore si tengono commedie in tempo di notte; cui fansi<br />

presenti molti di Trento utriusque sexus, ed anche sacerdoti venerabili, malgrado la lontananza,<br />

la strada ripida, e l'ora notturna. L'ultima fu tenuta li 29 settembre.<br />

5 ottobre <strong>1801</strong><br />

Ai cinque, lunedì, d'ottobre li trentini hanno cominciato le vendemmie, che furono abbondanti.<br />

Nella sera è capitato a questo nostro convento un Religioso sacerdote della nostra <strong>Provincia</strong> de'<br />

Recolletti, o sia Riformati di Colonia, nato nel 1768, inviato verso Roma, perché dal nuovo<br />

Governo francese furono soppressi tutti quei conventi situati sulla sinistra del Reno.<br />

21 ottobre <strong>1801</strong><br />

Li 21 ottobre li PP. Filippo, e Sisinnio furono dichiarati lettori teologi.<br />

28 ottobre <strong>1801</strong><br />

Li 28 ottobre ho letto a stampa un avviso, che per festeggiare l'ingresso degli austriaci nel Tirolo<br />

meridionale, alcune Compagnie di signori, e signore di Telve produrranno in scena quattro<br />

rappresentazioni teatrali. Così la stampa. Io per altro avrei scritto il Ritorno piuttosto che<br />

l'Ingresso; ed in vece di commedie avrei proposto delle orazioni.<br />

10 novembre <strong>1801</strong><br />

Li dieci di novembre, martedì, pervenne a Trento, e smontò appresso i Padri Agostiniani di san<br />

Marco il Paccanaro di Trento ristauratore e Generale de' nuovi Gesuiti, lodato sopra al 29<br />

novembre 1800. Venne dall'Ausugio 4 , dove celebrò la santa Messa nella chiesa nostra di Borgo.<br />

Partì di nuovo per Padova li 13 novembre. Ma vedi sotto.<br />

Nello stesso ottobre circa li 18 fu in Trento ritornando dall'Ungheria, dove fu circa due anni, il<br />

Padre maestro Niccola Maria Ciani di Trento Agostiniano, professore primario dell'università di<br />

Pisa, per dove s'è istradato. Mi ha favorito d'una sua visita.<br />

Nel foglio 91 della Gazzetta trentina de' 17 novembre, martedì, fu inserita questa data in fine.<br />

Trento 17 novembre. Ai 9 5 del corrente ebbimo la buona sorte di veder qui capitato da Padova il<br />

reverendissimo Padre Niccolò Paccanari nativo di questa città, superiore generale della nuova<br />

Compagnia della Fede di Gesù, che riscosse dappertutto distinti contrassegni di stima ed<br />

ossequio, come non meno l'ammirazione di questi RR. PP. Agostiniani a s. Marco, dove<br />

alloggiò. In seguito riprese egli dopo sue soli giorni di dimora la strada d'Italia per incamminarsi<br />

alla volta di Roma. Tanto e non più la detta Gazzetta. Il lodato Generale ha fatto fare un officio<br />

solenne per li suoi morti nella chiesa parrocchiale di san Pietro li 17 di novembre, nel qual<br />

giorno sono stato a celebrarvi anch'io la santa Messa. Io per altro non ho inteso da chi abbia<br />

3 *Bolghera.<br />

4 *Valsugana.<br />

5 Falla certamente dovendo dire ai 10.<br />

2


icevuto distinti contrassegni di stima, ed ossequio, e nella sera soltanto dei dieci ho inteso, che<br />

giunto è a Trento da un nostro Religioso, che lo ha veduto smontare a s. Marco nella stessa sera.<br />

Nel venire andò a celebrare nella nostra chiesa di Borgo dopo le undici, essendo a tavola li<br />

Religiosi. Nel ritorno poi celebrò a s. Anna. In una disputa col nostro P. Vicario Geremia di<br />

Borgo commise al suo segretario di rispondere. Disputò eziandio in s. Marco col canonico<br />

francese, che sta là da parecchi anni. Un cherico borghigiano, che aveva stabilito di farsi di lui<br />

seguace, ora è di sentimento affatto contrario. Nel giugno del 1802 si ha fatto di lui discepolo il<br />

sig. Benedetto Lenzi da Strigno giovine garzone del droghiero sig. Antonio Pedrotti di Trento.<br />

18, 20, 21 novembre <strong>1801</strong><br />

Ne' giorni dicidotto, 20, e 21 sono stato nella Casa di correzione a visitare Martino Spessata 6 ,<br />

uomo celibe di circa 35 anni, e di professione parolaro, incatenato perché furioso, ed impazzito.<br />

Egli ha detto più volte, ch'è invasato da uno spirito maligno, da cui fu sopraffatto con un colpo<br />

nel petto ritornando dal Duomo alla sua casa. Nel terzo giorno solamente ho conseguito di farlo<br />

dire Gesù mio misericordia molto stentatamente; negli altri non avendo detta veruna parola. Nel<br />

giorno quarto disse due parole, cioè a tutti, a tutti molto chiaramente, e non altro. Nel giorno 4<br />

dicembre non ho potuto farlo fare alcun segno...<br />

24 novembre <strong>1801</strong><br />

Nella sera de' 24 novembre cominciammo a scaldare il nostro refettorio. Cessammo li 12 marzo<br />

di mattina.<br />

30 novembre <strong>1801</strong><br />

Nel giorno 30 ed ultimo di novembre venne in convento la prima neve, ma poca, e di poca<br />

durata.<br />

In questo sacro Avvento predicano:<br />

Trento nel Duomo, il P. Pietro Paolo annualista.<br />

Aldeno, il P. segretario Vitantonio, che diede gli esercizi ai preti ed al popolo.<br />

Povo, il P. <strong>Provincia</strong>le Giovanni Evangelista.<br />

Cognola, il P. lettore Sisinnio Maria, 4 domeniche.<br />

Gardolo, il P. lettore Filippo, anche le tre feste natalizie.<br />

Civezzano, il P. Guardiano Gioseffantonio, 4 domeniche.<br />

Roncegno, il P. Massimo.<br />

Rovereto, annualista il P. Giangiuseppe.<br />

Trento, s. Maria, don Vincenzo Angeli<br />

Altrove altri.<br />

Lomaso, il P. Guardiano Gio. Damasceno.<br />

Bleggio, il P. Francesco Maria.<br />

Stenico, il P. Giannantonio<br />

Terlago, il P. Regalato, Missione ed esercizi dai 12 ai 27 dicembre.<br />

6 dicembre <strong>1801</strong><br />

Li sei, domenica di sera venne la seconda neve.<br />

15-16 dicembre <strong>1801</strong><br />

Li 15 e 16 martedì, e mercoledì nel castello di Trento vi fu concorso alle pievi di Cavalese, e<br />

Coredo.<br />

Leggo in data di Roma 2 maggio <strong>1801</strong>, che allora quel nostro converto di s. Francesco a Ripa fu<br />

detto spiantatissimo, e che non dava altro cibo ad ogni Religioso per ciaschedun giorno, fuorché<br />

6 Spessata di nazione torinese. È guarito in questo mese di agosto 1802 per intercessione di Maria<br />

Santissima apparsagli, dopo che fu pregata dalle sorelle.<br />

3


sette oncie scarse di pane, una piccola e malcondita minestra, e circa tre oncie di carne, e pura<br />

acqua per bevanda.<br />

17-18 dicembre <strong>1801</strong><br />

Nelle notte dai 17 ai 18 cadde la terza neve, ma poca.<br />

Nella domenica quarta d'Avvento furono fuori di convento tutti ad una stessa ora 17 frati nostri<br />

per necessità, cioè in:<br />

Aldeno, due.<br />

Povo, due.<br />

Civezzano, due<br />

Gardolo, due.<br />

Duomo, due.<br />

S. Chiara, due.<br />

Cognola uno, per mancanza di compagno.<br />

Terlago, uno.<br />

Suffragio, due.<br />

In casa Schrechia assistendo ad un moribondo, uno.<br />

Nell'infermeria un chierico infermo.<br />

In convento furonvi quattro sole Messe.<br />

25 dicembre <strong>1801</strong><br />

Nella sera oscura de' 25, festa del ss. Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, alcuni dilettanti di<br />

Trento furono in procinto di fare la sacra rappresentazione dell'adorazione dei tre Santi Re<br />

Magi, nel Duomo di Trento; ma non la fecero, perché il Duomo si trovò troppo pieno di gente<br />

d'ogni sesso, e condizione, e tutto scomposto, bisbigliato, e profanato, malgrado l'esservi su le<br />

porte dei soldati di guardia. La gente montò fino su gli altari. Andarono dunque a farla nella<br />

casa di monsignor decano Conte Manci, e fu ripreso il campanaro del Duomo Giovanni<br />

Chemelli interessato per tal funzione. Per altro già parecchi anni, cioè nel 1783, fu proibito il<br />

cantare la Messa nella notte del ss. Natale alle parrocchie di Trento, col pretesto de' disordini,<br />

che nascevano in tal tempo. In vece però fu conceduto l'andare di notte alle commedie profane.<br />

Oh tempora. oh mores!<br />

26 dicembre <strong>1801</strong><br />

Nella sera di santo Stefano hanno cominciato le commedie profane in Trento alcuni comici<br />

italiani colla licenza del Magistrato consolare. Gli accennati comici sacri sono stati in seguito<br />

anche in altre case, in differenti sere; anche dai PP. Cappuccini, e dalle Clarisse; e da noi nella<br />

sera dell'Epifania.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO 1802.<br />

1 gennaio 1802<br />

Nel primo giorno alle Fradaglie non fuvvi la solita solennità, perché ora sono nel monastero<br />

delle Orsoline, per causa della passata guerra. Fuvvi bensì a s. Maddalena una solennità con<br />

predica del nostro Padre Guardiano.<br />

2 gennaio <strong>1801</strong><br />

Nella sera dei due cominciò a nevicare, e nella mattina seguita fuvvi molta neve.<br />

4 gennaio 1802<br />

Nella mattina dei quattro, un poco avanti le sei nevicando fu veduto un gran lampo, cui seguì un<br />

gran tuono, cosa insolita in questa stagione.<br />

4


6 gennaio 1802<br />

Nel giorno sesto ha nevicato, ma poco; poi ha piovuto.<br />

11 gennaio 1802<br />

Nel giorno undecimo ha nevicato dalla mattina sino alla sera, ed è rimasta la neve alta, tanto che<br />

fu d'uopo il fare le rotte 7 per le strade.<br />

15 gennaio 1802<br />

Circa li quindici l'Adige menò ghiaccioni, li molini restarono fermi per il ghiaccio, ed il freddo<br />

fu intensissimo.<br />

19 gennaio 1802<br />

Nel giorno19 ripigliarono il loro moto i molini; ma poco.<br />

7 febbraio 1802<br />

Nel giorno settimo di febbraio nevicò tutto il giorno.<br />

11 febbraio 1802<br />

Nel giorno undecimo ha piovuto, e nevicato.<br />

13 febbraio 1802<br />

Nel giorno tredicesimo ha nevicato.<br />

15, 16, 25 febbraio<br />

Ha pur nevicato li 15, assai li 16, assai li 25.<br />

Predicatori vescovili della Quaresima 1802<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Gelmini Giambattista Primissario di Ravina.<br />

Avio, don Valle Matteo curato di Pannone.<br />

Banale, il proprio parroco Antonio Fontana. Vedi Ferrar. voce Praedicator, num. 29.<br />

Besenello, e Mattarello, don Girardi Dominico cappellano della Casa di Dio. Rinunziò.<br />

Blegio, o s. Croce, don Valdagni Antonio di Pergine.<br />

Brentonico, don Ballisti Francesco di Brentonico.<br />

Calavino, don Valle Tommaso cappellano di Calavino.<br />

Cavedine, don Speranza Stefano curato di Brione.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, Zambaiti Padre D. Luigi della Congregazione Somasca.<br />

Condino, don Boninsegna Giovanni, curato di Becceca.<br />

Corredo, e Smarano, don Armanini Giovanni cappellano in Sarca.<br />

Denno, e Vigo, don Cattoni Salvadore curato di Termone<br />

Livo, don Bertagnoli Giacomo di Fondo.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, Macchioni P. Luigi Minore Conventuale, Guardiano di Riva.<br />

Malé, don Leonardi Leonardo dal Vò. Rinunziò.<br />

Mori, don Zanchetta Francesco di Verona.<br />

Ossana, don Visintainer Filippo curato di Celadizzo.<br />

Pergine, don Cattoni Bernardino di Cavedine.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Gasperi Gio. Maria curato di Aldeno.<br />

Rendena, don Bonomi Gio. Battista di Caldes.<br />

Revò, e Clotz 8 , don Conci Romedio di Malé.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Benvenuti Pietro da Cusiano, curato di Celentino.<br />

7 *Cammini fra la neve.<br />

8 *Cloz.<br />

5


Taio, e Torri 9 , don Chizzola Luigi di Mori, Fu Filippino in Mantova l'anno 1793 d'anni 29.<br />

Tassullo, don Ebli Antonio cappellano di Revò, nipote del parroco Ebli.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Somalvigo Primo di Trento.<br />

Tione, don Boni Domenico curato dei Ragoli.<br />

Val di Bono, don Colombarola Carlo di Avio.<br />

Val di Ledro, don Marani Pietro curato di Biacesa.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Nella Vincenzo curato di Dimaro.<br />

Villa Lagarina, don Scrinzi Bartolommeo di Lizzana.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Giuseppe Brutti di Rendena già parroco di Marcaria sul Mantovano.<br />

Così ho scritto li 19 gennaio<br />

25 gennaio 1802<br />

Li 25 di gennaio dopo l'Avemmaria ho veduto un editto di monsignor Vicario generale<br />

capitolare Simone Albano Zambaiti canonico, dato in Trento li 18 gennaio 1802, con cui ordina,<br />

che tutti gli ecclesiastici sacerdoti, e chierici, tanto secolari che Regolari, con tutta la diligenza<br />

intervengano avanti e dopo il mezzodì agli esercizi spirituali, che verranno dati nella chiesa de'<br />

PP. della Congregazione di s. Filippo Neri di Trento, dai sei ai 13 inclusive di febbraio, da un<br />

sabato all'altro, nelle ore che verranno indicate, e ciò per comando dell'ill.mo, e rev.mo<br />

Capitolo. Aggiungo a questo che tal comando è stato suggerito dal sig. canonico arcidiacono<br />

Gianfrancesco Conte di Spaur, e che l'esercitante sarà il sig. arciprete di Revò don Romedio Ebli<br />

di Ambio 10 settuagenario. Noi non potremo andarvi tutti, né a tutte le ore. Furono infatti tenuti<br />

dalla sera dei sei sino alla mattina dei tredici termini inclusivi, dalle 10 e mezza di mattina, e<br />

dalle 4 e mezza di sera. Li nostri Religiosi sonovi stati diligentemente mattina, e sera, ora due,<br />

ora quattro, ed ora sei, con grande incomodo, perché in tutti i giorni o che piovette, o che<br />

nevicò, e quindi le strade furono tristissime. Il ritorno al convento fu sempre tardivo.<br />

In Trento nel corso de' due mesi precedenti, ed anche nel secondo giorno di questo, furonvi<br />

commedie, veglioni, e festoni.<br />

3 marzo 1802<br />

Li tre di marzo, mercoledì delle Ceneri, il P. Serafino da Lodi Cappuccino predicando nel<br />

Duomo di Trento ha pubblicato l'indulto di poter mangiar carne in tutta la corrente Quaresima,<br />

eccettuati soltanto li venerdì, e sabati, il mercordì delle Ceneri, il mercordì delle Tempore, ed il<br />

giovedì Santo. Oh tempora! oh mores!<br />

9 marzo 1802<br />

Li nove di sera fu da me il signor Conte Girolamo Salvetti, e mi pregò di voler fare l'inventario<br />

dell'archivio dell'Orfanotrofio di Trento. Ciò mi chiese a nome anche del sig. Leopoldo<br />

Ciurletti, e del signor barone Sigismondo Trentini ministro del detto Luogo pio. Dovetti contra<br />

mia voglia condiscendere, acne per ubbidire al nostro Padre <strong>Provincia</strong>le sopravvenuto e<br />

preventivamente officiato 11 . Nella sera poi de' tredici, giorno di sabato dal detto sig. Ciurletti mi<br />

fu mandato il detto archivio in quattro casse su di un carro, accompagnato dal gastaldo Giovanni<br />

Betti 12 .<br />

14-15 marzo 1802<br />

Li 14 2 15 soffiò un vento così gagliardo, e freddo, che dovemmo riscaldare il refettorio li 15 e<br />

16.<br />

9 *Torra.<br />

10 *Dambel.<br />

11 *Pregato di insistere.<br />

12 *Vedi <strong>Tovazzi</strong> Giangrisostomo OFM, Monumenta orphanotrophii tridentini sive hospitalis et<br />

fraternitatis sanctae Mariae de Misericordia descripta, 1802, 2 voll. pp. 1-812; 813-1220. Continuazione<br />

del P. Vincenzo Maria Keller OFM (1783-1814), pp. 1200-1302: Trento, BSB MS 12-14.<br />

6


19 marzo 1802<br />

Li 19 venerdì li Padri Carmelitani Scalzi delle Laste hanno solennizzata in quest'anno la festa di<br />

san Giuseppe loro protettore principale. Cantò la Messa il sig. Provicario generale<br />

Giuseffantonio de Menghin, e fece il panegirico il nostro P. Vitantonio da Cles segretario<br />

provinciale.<br />

29 marzo 1802<br />

Li 29 marzo, lunedì, ho letto, e pubblicato alla mensa comune la circolare del nostro P. Ilario da<br />

Monte Magno Commissario generale data in Araceli di Roma li 17 febbraio 1802, colla quale<br />

ingiunge, che per il defunto Papa Pio sesto, nella benemerenza presso la nostra Religione nemini<br />

secundo, ciaschedun fratello laico dica cento Pater Ave, e Requiem, ogni coro dica l'officio de'<br />

morti, e canti una Messa de Requiem coll'assoluzione, ed esorta a far ancora di più. Mise tal<br />

circolare così tardo, perché soltanto in tal tempo anche in Roma furono fatte l'esequie<br />

solennissime alla venuta delle ceneri portate dalla Francia. Noi cantammo la Messa li 30 marzo,<br />

nel qual giorno cantolla per lo stesso Papa eziandio la chiesa cattedrale di Trento.<br />

2 aprile 1802<br />

Li due fu in Trento monsignor Carlo Rodolfo barone de Buol di Scharfenstein vescovo di Coira<br />

residente in Merano, nato in Insprugg li 30 giugno 1760, e fatto vescovo li 12 settembre 1794.<br />

Volgarmente si dice Puel. Venne qua con sua sorella per veder Trento. Pregato non ha voluto<br />

tener Ordinazioni, scusandosi, che posdomani vuol essere in Merano. I chierici trentini sono<br />

andati altrove per essere ordinati, giacché qui non c'è alcun vescovo. Fu pregato dai chierici, da<br />

monsignor decano, e dal signor Provicario. Le di lui scuse furono pretesti.<br />

4 aprile 1802<br />

Li quattro domenica di Passione dopo il vespro siamo stati alla solenne processione della santa<br />

Spina. Uscì dal Duomo alle quattro in punto, e noi fummo di ristorno al convento alle cinque ed<br />

un quarto. Uffiziò monsignor decano Manci. Le strade furono suttissime, il cielo sereno, ed il<br />

tempo ottimo.<br />

13 aprile 1802<br />

Li tredici, martedì Santo dalle 2 sino alle tre siamo stati nel Duomo ad adorare Gesù Cristo<br />

Signor nostro sacramentato in numero 19.<br />

Il signor Provicario Menghin fu a pigliare gli Oli santi a Bressanone; e con essi fu di ritorno in<br />

Trento nella notte venendo il venerdì Santo, nel quale furono distribuiti in Trento.<br />

19 aprile 1802<br />

Li 19, lunedì, festa seconda di Pasqua, giunse a Trento il cardinale Luigi Ruffo Scilla<br />

napolitano, che fu nuncio apostolico in Vienna. Egli nacque li 25 agosto 1750, fu creato<br />

arcivescovo di Apamea in partibus infidelium gli undici d'aprile 1785, e cardinale prete li 23<br />

febbraio <strong>1801</strong>. Fu più giorni nella canonica di Mezzo Todesco 13 invitatovi da monsig.<br />

Giangiacomo barone Piccini arciprete, prelato domestico, e referendario Papale, canonico, e<br />

Preposito di Trento. Qui a Trento si fermò soltanto al pranzo nella locanda dell'Europa, dove fu<br />

complimentato d'ordine del Capitolo da monsig. decano Manci, e dal canonico barone Buffa,<br />

che gli regalarono de' commestibili. Partì dopo il vespro per Roveredo. Ebbe due carrozze.<br />

Moltissimi trentini furono in Bressanone a farsi ordinare chierici, e sacerdoti. Là furonvi<br />

Ordinazioni nel sabato Sitientes, nel lunedì pasquale, e nella domenica in Albis. Tale distanza da<br />

un Ordine all'altro costò molto agli ordinati.<br />

13 *Mezzocorona.<br />

7


Predicatori nostri quaresimali 1802<br />

Arco nella collegiata, il P. Guardiano Amando di Covalo<br />

Albiano, li PP. Ferdinando e Prosdocimo.<br />

Borgo, il P. Guardiano Gioseffantonio di Cles.<br />

Cavalese, il P. lettore Filippo da Metztodesco 14 .<br />

Cles, il P. Guardiano Pietro Paolo da Roncegno.<br />

Castelnuovo, il P. Attanasio da Sardagna.<br />

Drone, il P. Vicario Gasparo da Campo.<br />

Gardolo, il P. <strong>Provincia</strong>le Gio. Evangelista da Stenico<br />

Garduno, il P. Vicario Patrizio da Vigol Baselga.<br />

Levico, il P. lettore Illuminato da Cles.<br />

Lomaso, il P. Regalato da Cares.<br />

Mechel, il P. Mariano da Bordiana.<br />

Mezzo Lombardo, il P. Guardiano Ilario dai Bampi 15 .<br />

Mezzo Tedesco, il P. Giuseppe Maria da Pradazzo.<br />

Moena, e Pradazzo, il P. Eusebio da Pinedo 16 .<br />

S. Michele adigino, il P. Guardiano Romedio da Cles.<br />

Noriglio, il P. Giangiacomo da Tiarno.<br />

Pinedo, il P. Anacleto da Casezzo.<br />

Pressano, e Verla, il P. Francesco Maria da Panchiato 17 .<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Ciriaco da Lazzise.<br />

Meano, il P. segretario Vito Antonio di Cles.<br />

Roncegno, il P. Giacomantonio di Borgo.<br />

Roveredo a s. Marco, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Strigno, il P. Guardiano Pietro Damiano di Borgo.<br />

Tenno, il P. Accursio da Preghena.<br />

Telve, il P. Vicario Geremia di Borgo.<br />

Tesaro, il P. Daniele da Enno 18 .<br />

Torcegno, il P. Massimo da Volano.<br />

Zambana, il P. Vicario Giorgio da Cles.<br />

Trento a s. Maria predicò il P. Stanislao Galvagni di Trento Vicario de'n Cappuccini, benché tal<br />

pulpito sia stato dato al prete Vincenzo Angeli con doppiezza.<br />

9 aprile 1802<br />

Nel venerdì dopo la domenica di Passione in Bronzolo sotto Bolgiano è accaduto un accidente,<br />

che parmi notabile. Un uomo per altro dimorante in Leuffers 19 trovò in Bronzolo il suo padre<br />

povero, da cui pregato di qualche sussidio, gli fece dar da bere da un oste come fosse stato un<br />

estraneo con una maniera dispregevole. Poi andò alla stalla a trovare li suoi giumenti, da uno de'<br />

quali fu gravemente ferito nella faccia, restò subito impazzito, e così pochi giorni dopo spirò.<br />

Quel Religioso, che me lo ha raccontato, lo ha sentito in Bolgiano dal chirurgo, che trattò col<br />

ferito.<br />

28 aprile 1802<br />

Li 28 mercoledì alle dieci di mattina il signor don Giuseppe Fontanari di Trento, figlio del fu<br />

maestro Giorgio sartore, ha celebrato in questa nostra chiesa, e congiunta in matrimonio con un<br />

villazzanese una figlia di Domenico Fontanari suo zio, abitante sul maso della mensa vescovile<br />

14<br />

*Mezzocorona.<br />

15<br />

*Frazione di Civezzano.<br />

16<br />

*Piné.<br />

17<br />

*Panchià.<br />

18<br />

*Denno.<br />

19<br />

*Laivez.<br />

8


in Mesiano, parrocchia del Duomo. Chiese la licenza non solamente dal piovano del Duomo, ma<br />

eziandio da quello di s. Maria Maddalena; ed è notabile, che questo secondo, Padre Vincenzio<br />

Maccani da Cles francescano Conventuale gliela concesse a patto, che il sacerdote congiungente<br />

non sia un frate.<br />

2 maggio 1802<br />

Li due di maggio, domenica seconda dopo Pasqua nel Duomo di Trento ha fatto il panegirico<br />

della Dolorata il P. Stefano Bellesini di Trento, Agostiniano. Dopo il vespro poi fu fatta la solita<br />

solenne processione. Noi partimmo dal convento alle quattro, e fummovi di ritorno alle sei, ed<br />

un quarto. Uffiziò monsig. decano Manci. La musica fu accompagnata dai suonatori della<br />

Guardia urbana.<br />

4 maggio 1802<br />

Li 4 di maggio, martedì, in questo nostro convento di s. Bernardino fu finalmente rimesso il<br />

lodevole costume di difendere pubbliche tesi stampate. Li difendenti furono li chierici F. Luigi<br />

da Cles, e F. Benedetto da san Lugano. Presidente il P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno.<br />

Argomentanti il canonico Gio. Battista barone Trentini; il Provicario professore dogmatico<br />

Giuseppe Antonio di Menghin, il P. Domenico Battisti preposito de' Filippini e pubblico<br />

repetitore. Il sig. don Giuseppe Donati prof. di morale e rettore del seminario. Tutti bravi.<br />

10 maggio 1802<br />

Nella sera dei dieci ha tuoneggiato fortemente, tempestato, e piovuto.<br />

12 maggio 1802<br />

Nel giorno 12 circa le undici di mattina fu sentito un gagliardo tremoto 20 in Trento, ed in<br />

Pergine, Arco. Vedi sotto.<br />

15 maggio 1802<br />

Nel giorno 15 ha piovuto, nevicato sino in Sardagna, e vicino a Povo, e Margone, con freddo<br />

straordinario.<br />

18 maggio 1802<br />

Nel giorno 18, martedì nel castello di Trento vi fu concorso alle parrocchie austriache vacanti.<br />

Li concorrenti furono pochi.<br />

19 maggio 1802<br />

Nel giorno 19 fuvvi pure concorso alle parrocchie trentine vacanti. Li concorrenti furono molti.<br />

12 maggio 1802 [sic]<br />

Nel detto giorno 12 alle dieci e mezza di mattina fu sentita una forte scossa di terremoto<br />

ondulatorio anche in Milano, che durò due minuti secondi. Viene scritto, che fece dei guasti a<br />

Crema, Caravaggio, Chiari, ed altri luoghi vicini.<br />

23 maggio 1802<br />

Li 23 da una lettera di Roma imparo, che là ora vi è carestia de' vittuali più grande di quella, che<br />

fuvvi in tempo de' francesi, ed anche della recente Repubblica romana.<br />

16-23 magio 1802 [sic]<br />

Dai sedici sino ai 23 di questo in Trento la Guardia urbana celebrò l'anniversario della sua<br />

instituzione colla licenza del Capitolo reggente del principato. Fece cantare una Messa solenne,<br />

20 *Terremoto.<br />

9


tirò al bersaglio, ballò in maschera, fece illuminare le contrade ecc. Venne perciò a Trento molta<br />

gente italiana, e tedesca. La pioggia disturbò qualche giorno li idee formate.<br />

17 giugno 1802<br />

Li diciassette, festa del Corpus Domini, siamo stati alla solita processione solennissima del<br />

Duomo, in numero 19. Partimmo dal convento alle sei, e mezza, e fummovi di ritorno alle nove,<br />

e tre quarti. Dissimo basso l'officio tutto, e di seguito sino a Terza inclusive. Poi fatta la sacra<br />

Comunione fu celebrata la Messa conventuale. Furonvi anche gli altri Regolari, cioè li PP.<br />

Cappuccini, PP. Conventuali, e PP. Agostiniani. Fuvvi pure la Guardia urbana con isfarzo. Ella<br />

suonò parecchi stromenti, e fece più sparate. Vi furono due agnelli fattucchiati 21 . Cantò la Messa<br />

ed uffiziò monsignor decano Conte Manci. Il tempo fu bellissimo.<br />

26 giugno 1802<br />

Li 26 sabato festa di san Vigilio siamo stati alla processione, e Messa solenne di san Vigilio nel<br />

Duomo. Partimmo dal convento alle otto e quasi tre quarti, e vi fummo di ritorno alle undici, e<br />

quasi tre quarti. Uffiziò monsignor decano Manci, ed intervennero tutti li Regolari, ed anche la<br />

Guardia urbana. Il Duomo fu pienissimo; ed il tempo bellissimo. Nella sera furono fatti li soliti<br />

fuochi artificiali.<br />

3 luglio 1802<br />

Nella sera de' 3 di luglio ho ricevuto dall'imprial regio Officio Circolare di Roveredo con data<br />

de' 24 giugno 1802 quest'ordine diretto al rev.do Padre <strong>Provincia</strong>le de' Francescani. Trento.<br />

Siccome ne' conventi de' Cappuccini non si trova niun sacerdote, che parli la lingua tedesca, e<br />

sia quindi capace di assistere gl'infermi nello spedale militare di Roveredo, perciò l'ecc.<br />

Governo ordina con suo decreto de' 2 corrente di eccitare il M. R. P. <strong>Provincia</strong>le de' Francescani<br />

a destinare uno del suo Ordine, che vaglia a prestare questa spirituale assistenza. S'attende<br />

dunque sollecitamente dal Padre <strong>Provincia</strong>le una dichiarazione in proposito. Bar. Pizzini.<br />

Rosmini Num. 3270 militare 275, senza socrizione del segretario.<br />

9 luglio 1802<br />

Nel giorno di venerdì li nove di luglio, intorno alle quattro di sera, si appiccò il fuoco ad un<br />

luogo posto appresso alla casa molinara di Andrea Bommassaro detto Barbazza, tra san<br />

Francesco, e san Bernardino fuori di Trento, dove stava della paglia e della carrezza 22 , e si fece<br />

un grande incendio. Essendo però tostamente accorsa la Guardia urbana a suono di tamburo, e la<br />

cittadinanza colla campana a martello, fu estinto presto. Bruciò soltanto quel luogo, contiguo ad<br />

un fenile pieno da una parte, e dall'altra ad un luogo, dove stava molta materia combustibile,<br />

cioè vallania 23 ecc.<br />

Li nove di luglio, venerdì, dal seminario di Trento, ch'è ancora nel palazzo Wolchenstein furono<br />

distribuiti li premi.<br />

Tavole del 1802 pubblicate in Trento 15 maggio.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioseffantonio<br />

Vicario<br />

P. Gaudenzio<br />

P. Agostino<br />

P. Filippo lettore<br />

21 *Adobbati...<br />

22 *Carice per fare il letto al bestiame.<br />

23 *Vallonea, specie di quercia usata per estrarre coloranti.<br />

10<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Amando<br />

Vicario P. Gasparo<br />

P. Crescenzio, morì entro l'anno 1802<br />

P. Ciriaco<br />

P. Tommaso


P. Sisinnio lettore<br />

P. Ignazio<br />

P. Crisostomo<br />

P. Cesario confess.<br />

P. Regalato<br />

P. Giovanni Antonio<br />

Studenti<br />

P. Benedetto<br />

F. Luigi<br />

F. Arcangelo<br />

F. Giovanni Pio<br />

F. Vincenzo Maria<br />

F. Feliciano<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Gervasio<br />

F. Vincenzo<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

Fratelli<br />

Curia<br />

Evangelista Ministro<br />

Vito Antonio segretario<br />

Infermeria<br />

P. Pietro Antonio 17 maii<br />

P. Bernardo cieco<br />

F. Salvadore<br />

F. Placido<br />

Domestici<br />

Domenico servo invalido<br />

Giacomo servo<br />

ragazzo di sagrestia<br />

Convento di Borgo<br />

Guardiano P. Pietro Damiano<br />

Vicario P. Geremia<br />

P. Attanasio<br />

P. Gerardo<br />

P. Massimo<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Giuseppe primierino<br />

Fratelli<br />

F. Mattia dai 25 agosto<br />

F. Constantino<br />

11<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Bonaventura<br />

P. Emmanuele<br />

Fratelli<br />

F. Umile<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Modesto<br />

F. Marcello Terziario<br />

Guardiano P. Daniele<br />

Vicario P. Prosdocimo<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Cipriano<br />

P. Raffaele<br />

P. Illuminato lettore<br />

P. Wenceslao<br />

P. Gregorio<br />

F. Clemente<br />

Convento di Pergine<br />

Chierici


F. Prospero<br />

F. Biasio<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Pietro Paolo<br />

Vicario P. Michelangelo<br />

P. Isidoro<br />

P. Carlo Felice<br />

P. Celestino<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Accursio<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

Fratelli<br />

F. Angelo, morì a Trento li 26 dic. 1802<br />

F. Donato<br />

F. Raimondo<br />

F. Gio. Battista Terziario , morì a Trento li<br />

14 giugno 1802<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Romedio<br />

Vicario P. Giorgio<br />

P. Ubaldo<br />

P. Fortunato<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Pietro Antonio dal 5 settembre<br />

P. Francesco Maria<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

Fratelli<br />

12<br />

F. Maurizio<br />

F. Basilio<br />

F. Abbondio<br />

F. Masseo<br />

F. Ruffino<br />

F. Luca<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Pacifico<br />

Cappelletto servo<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario P. Stefano, maestro<br />

P. Paolo<br />

P. Mariano<br />

P. Niccolao<br />

P. Anacleto<br />

P. Vigilio lettore<br />

F. Candido<br />

F. Lodovico<br />

F. Antonio<br />

F. Casimiro<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Santo<br />

F. Valentino<br />

F. Pasquale<br />

F. Gioachino<br />

F. Domenico Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Damasceno<br />

Vicario P. Patrizio<br />

P. Davide lettore<br />

P. Giuseppe Maria<br />

Studenti<br />

F. Cirillo<br />

F. Bernardino<br />

F. Pietro Alcantara<br />

Fratelli


F. Mattia sino ai 24 agosto<br />

F. Felice<br />

F. Leonardo Terziario<br />

Guardiano P. Ilario<br />

Vicario P. Lattanzio<br />

P. Giacinto<br />

P. Ippolito<br />

P. Eusebio<br />

P. Leonardo<br />

P. Giambattista<br />

F. Saverio<br />

F. Alberto<br />

Convento di Cavalese<br />

Studenti<br />

Fratelli<br />

F. Vitale<br />

F. Silverio<br />

F. Marco<br />

F. Cosmo<br />

F. Gio. Maria Terziario<br />

13<br />

F. Egidio<br />

F. Giuseppe<br />

F. Mauro<br />

F. Michele Terziario<br />

10 luglio 1802<br />

Li dieci, sabato, fu portato a questa nostra sagrestia il cartello stampato della Curia ecclesiastica<br />

sede vacante, che dicasi nella santa Messa l'orazione ad petendam pluviam, essendo un caldo<br />

eccessivo, e lungo, e secca la terra<br />

12 luglio 1802<br />

Nella notte de' dodici ai tredici ha piovuto bene. Così pure ne' giorni 13 e 14 e successe del<br />

fresco non picciolo.<br />

Negli ultimi giorni di luglio le Fradaglie sono ritornate dalle madri Orsoline al loro<br />

conservatorio.<br />

7 agosto 1802<br />

Li 7 d'agosto cominciammo a dire nella santa Messa la colletta ad petendam pluviam.<br />

8 agosto 1802<br />

Gli otto domenica, correndo il Perdono d'Assisi fuvvi gran concorso a questa nostra chiesa di<br />

san Bernardino, ed anche a quella di s. Maddalena, officiata anche dai nostri Terziari.<br />

10 agosto 1802<br />

Li 10 agosto la parrocchia di Melombardo 24 venne al ss. Crocifisso di Trento processionalmente<br />

per implorare la necessarissima pioggia. Il caldo è propriamente eccessivo.<br />

24 *Mezzolombardo.


12 agosto 1802<br />

Li dodici furono in Trento più processioni forestiere per la pioggia.<br />

15 agosto 1802<br />

Li 15, domenica, e festa dell'Assunzione di Maria Santissima il Duomo di Trento con tutta la<br />

città fu processionalmente alla chiesa di s. Maria Maggiore portandovi la sacra Immagine della<br />

ss. Vergine detta del coro, e di s. Luca. V'intervennero anche i Regolari. Cantò la santa Messa<br />

monsignor Vicario Zambaiti. Fu fatta per ottenere dal Cielo la necessarissima pioggia. Per lo<br />

stesso fine la valle di Cavedine ai dieci fu processionalmente alla nostra Madonna delle Grazie<br />

nella campagna di Arco. Ma fu composta da soli preti, e circa 800 uomini, senza veruna donna.<br />

I preti pranzarono nella canonica di Arco pregata dai sindaci di Cavedine.<br />

16 agosto 1802<br />

Li 16, festa di san Rocco, e giorno di lunedì, li trentini hanno fatto la solita processione al<br />

romitorio di san Rocco nel dosso di Castelliero.<br />

Per impetrare la pioggia furono fatte delle pubbliche orazioni nelle quattro chiese parrocchiali di<br />

Trento, e poi li 16 agosto lunedì nella chiesa de' PP. Agostiniani, li 17 nella chiesa della ss.<br />

Trinità dai PP. dell'Oratorio, li 18 ivi dai PP. di s. Francesco, li 19 nella chiesa della<br />

Confraternita della Morte, li 29 in quella della Confraternita dell'Annunziata, li 21 nella chiesa<br />

di s. Pietro dai Divoti di s. Pietro, li 22 domenica nella chiesa delle Madri Orsoline. A voce fu<br />

insinuato a noi Riformati, ai PP. Cappuccini, ed alle Clarisse di fare lo stesso in questa<br />

settimana.<br />

19 agosto 1802<br />

Li 19, giovedì noi bernardinisti abbiamo fatta la detta funzione mattina, e sera, senza concorso.<br />

21 agosto 1802<br />

Li 21, sabato, una processione di fanciulle tutte vestite di bianco, e con un fazzoletto bianco<br />

sulla testa, vennero da s. Maria Maggiore, fece la Via Crucis, ed ascoltò la santa Messa in<br />

questa nostra chiesa che pregati cantammo noi gratis all'altare della Madonna di san Luca. La<br />

cantammo dell'Assunta con Gloria, e Credo e colla giunta dell'orazione ad petendam pluviam<br />

soltanto.<br />

22 agosto 1802<br />

Li 22, domenica in Trento fu fatta la solita processione del voto della città per la liberazione dal<br />

contagio del 1630, ed ho inteso, che fu stabilito allora il giorno 19 d'agosto da festarsi, perché in<br />

tal giorno non morì veruno.<br />

Oggidì inter Missarum solemnia ho sentito pubblicare dal piovano di s. Maddalena un proclama<br />

rapporto al corso de' tronetti, che cesserà nell'ultimo giorno del corrente. Il proclama è della<br />

Reggenza capitolare. Vuolsi, che sieno accettati sino al detto giorno per li pagamenti delle cose<br />

commestibili, e si vieta il serrare le botteghe, ed osterie. Sono nati dei disturbi per questo bando<br />

de' tronetti.<br />

La cancelleria vescovile con data de' 21 ha ordinato un altro rotolo per impetrare la pioggia<br />

durante sino alla domenica de' 29 agosto. Sarà dunque li 23 al Suffragio, li 24 alla<br />

Congregazione Mariana presso le Madri Orsoline, li 25 le Madri di s. Chiara, li 26 li PP.<br />

Cappuccini, li 27 noi Riformati, li 28 la Congregazione Mariana nella chiesa delle Madri<br />

Orsoline, li 29 la Compagnia de' Cinturati in s. Marco.<br />

Sono parecchi giorni, che la terra vedesi coperta di una densa caligine cagionata dalla siccità, e<br />

dal calore del sole. L'aria è infuocata.<br />

14


26 agosto 1802<br />

Li 26, giovedì mattina è venuta a questa nostra chiesa di s. Bernardino una processione di<br />

fanciulli, e fanciulle della parrocchia di s. Maria Maggiore, la quale fece celebrare una Messa, e<br />

l'ascoltò. Innanzi d'entrare in chiesa fece la Via Crucis, facendo ogni stazione i fanciulli, e poi le<br />

fanciulle separatamente.<br />

Sul mezzogiorno cominciò a piovere, e piovette circa tre ore pacificamente. Dopo alcuni tuoni<br />

cessò la pioggia, e la caligine, e successe del fresco.<br />

27 agosto 1802<br />

Li 27 in Trento fuvvi del bisbiglio per il bando de' tronetti, oggidì ridotti a sette carentani per<br />

alcuni mesi, cioè fino ai 31 marzo Non vedesi ora altra moneta. Li mercanti obbligati a prendere<br />

gli accennati tronetti non vogliono dare ai compratori quel di più, che non esige la merce in<br />

moneta, e crescono il prezzo della merce. Per questo il Magistrato consolare ha fatto stampare<br />

alcune cedole picciole con questa inscrizione:<br />

Soldi uno<br />

I.<br />

Magistrato consolare di Trento<br />

Un'altra di soldi 5.<br />

Fuvvi pericolo di tumulti contra il Magistrato e quindi furono accresciute le guardie.<br />

27-28 agosto 1802<br />

Li 27 e 28, venerdì e sabato in Trento furono aperte le beccarie, e tanti hanno mangiato carne<br />

colla scusa, che pel bando de' tronetti non potevano aver altro dai botteghieri. La beccaria<br />

dovette stare aperta tutto il giorno ultimo di agosto e ricevere i tronetti pieni. La Guardia civica<br />

impedì li disturbi, che potevano nascere. Dispiacque molto ai cittadini, che dal Magistrato fu<br />

assai impicciolito il pane; ma tale diminuzione durò poco. I viglietti del Magistrato cessarono ai<br />

tre di settembre.<br />

9 settembre 1802<br />

Li nove, giovedì mattina di settembre, in Trento fu fatta la solita processione a s. Maria. Li<br />

nostri frati partirono dal convento alle nove e ritornaronvi alle undici e mezza in punto.<br />

Anche in questa settimana furono ordinate delle preci per ottenere la pioggia in più chiese della<br />

città sino ai dodici.<br />

Nella sera dei nove il Signor Iddio finalmente ci ha dato una buona pioggia con molti lampi, e<br />

con tuoni spaventosi.<br />

12 settembre 1802<br />

Nella notte, e nel giorno dodicesimo ha nuovamente piovuto.<br />

Ho sentito pubblicare dall'altare, che sono state perdute parecchie cedole monetarie da diversi.<br />

Così ho inteso più altre volte anche negli anni scorsi. Il pubblico lagnasi molto di così fatta<br />

15


moneta e perché viene ricevuta malvolentieri, e perché riesce assai malcomoda, specialmente<br />

per li poveri.<br />

Nella notte precedente al giorno ventesimo ha piovuto bene.<br />

22-23 settembre 1802<br />

Ne' giorni 22 e 23 fu il concorso di 40 preti per la parrocchia di Lomaso nella Giudicaria<br />

minore; la quale toccò a don Filippo Visintainer di Cles.<br />

Il vescovo di Verona nelle sue lettere patenti scrive Veronae C. M., forse per accennare la parte<br />

soggetta alla Cesarea Maestà dell'imperatore de' Romani, oppure Veronae Cisalpinae Maioris.<br />

1 ottobre 1802<br />

Nel giorno primo di ottobre, venerdì sera, li Padri Minori Conventuali da s. Trinità di Trento<br />

finalmente sono ritornati al loro convento di san Francesco fuori delle mura di Trento,<br />

restaurato, e quasi rinnovato. Presentemente sono pochi, cioè il P. Guardiano Bernardino<br />

Borghese da Mechel, il P. Domenico Gelici da Cavalese, Fra Francesco Bernardi da Cognola,<br />

ed il Padre Vincenzio Maccani da Cles Vicario parrocchiale de' Padri Somaschi a s. Maddalena.<br />

Vedi sotto al 25 luglio 1803.<br />

2 ottobre 1802<br />

Li due di mattina il signor barone Ignazio Trentini è partito da Trento infermo per Pavia col suo<br />

fratello canonico Giambattista, col prete Tommaso Spregner, col chirurgo Giangirolamo<br />

Concini, e con un servidore. Tornarono li 16 ottobre.<br />

3 ottobre 1802<br />

Li tre domenica del ss. Rosario li nostri Religiosi hanno predicato in Aldeno, Cognola, e Villa<br />

Montana 25 .<br />

In questi giorni, ed in altri dello scaduto settembre li molinari della Busa di san Bernardino,<br />

colla licenza del Magistrato consolare hanno resa men erta la strada, che porta alla detta Busa<br />

levando il selciato, e con mine cavando del cengio sotto la nostra Via Crucis.<br />

5 ottobre 1802<br />

Li cinque i trentini hanno dato principio alla vendemmia generale, avendo già vindemiati gli<br />

orti, e le Giare ai due e tre, secondo il solito. Il tempo fu suttissimo sino agli ultimi giorni, ne'<br />

quali piovette alquanto. L'uva fu buona e sana e copiosa.<br />

Tavole nostre pubblicate li 4 ottobre 1802<br />

Guardiano P. Davide<br />

Vicario P. Gaudenzio<br />

P. Agostino<br />

P. Grisostomo<br />

P. Filippo lettore<br />

P. Ignazio<br />

P. Cesario confessore<br />

P. Gasparo<br />

P. Gio. Antonio<br />

P. Cirillo<br />

Convento di Trento<br />

25 *Villamontagna.<br />

Studenti<br />

16<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario P. Regalato<br />

P. Damiano<br />

P. Paolo<br />

P. Cipriano<br />

P. Tommaso<br />

P. Bonaventura<br />

P. Vigilio lettore di logica<br />

Fra Saverio<br />

F. Candido<br />

Chierici


P. Benedetto<br />

P. Arcangelo Maria<br />

Fra Aloisio<br />

Fra Vincenzio Maria<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Santo<br />

F. Vincenzio<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

F. Ladislao Terziario novizio<br />

P. Bernardo<br />

F. Salvadore<br />

F. Placido<br />

F. Mattia<br />

Infermeria<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Massimo<br />

Vicario P. Attanasio<br />

P. Pietro Paolo<br />

P. Fortunato<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzio<br />

P. Illuminato lettore di filosofia<br />

P. Giuseppe<br />

F. Clemente<br />

F. Maurizio<br />

F. Basilio<br />

F. Alberto<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Mattia usque ad 10 nov.<br />

F. Biasio<br />

F. Prospero<br />

F. Modesto<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Giangiuseppe<br />

Vicario P. Michelangelo<br />

P. Giuseppe Antonio<br />

17<br />

F. Lodovico<br />

F. Antonio<br />

F. Casimiro<br />

Fratelli<br />

F. Umile<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Gaetano novizio<br />

F. Marcello Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Daniele<br />

Vicario P. Amando<br />

P. Sisinnio lettore teologia<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Raffaele<br />

P. Gerardo<br />

P. Gregorio<br />

Studenti<br />

P. Bernardino<br />

F. Pietro Alcantara<br />

P. Gio. Pio sacerdote<br />

F. Abbondio<br />

F. Masseo<br />

F. Ruffino<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Pacifico<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Vito Antonio<br />

Vicario P. Prosdocimo, maestro<br />

P. Mariano


P. Carlo Felice Pino<br />

P. Isidoro<br />

P. Celestino<br />

P. Accursio<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

Fratelli<br />

F. Angelo, morì a Trento li 26 dic. 1802<br />

F. Constantino<br />

F. Valentino<br />

F. Raimondo<br />

F. Michele Terziario<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Geremia<br />

Vicario P. Niccolao<br />

P. Ubaldo<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Pietro Antonio<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Francesco Maria<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Felice<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Valerio Terziario novizio<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Giorgio<br />

Vicario P. Ilario<br />

P. Lattanzio lettore di morale<br />

P. Patrizio<br />

P. Giacinto<br />

P. Eusebio<br />

Studenti di morale<br />

F. Leonardo<br />

F. Gio. Battista<br />

18<br />

P. Ippolito<br />

P. Stefano<br />

P. Emmanuele<br />

P. Carlo Felice bresimano<br />

P. Giuseppe Maria<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Gioachino<br />

F. Pasquale<br />

Fratelli<br />

Novizi chierici<br />

F. Carlantonio Pisetti<br />

F. Ambrosio Battisti<br />

F. Leopoldo<br />

F. Francesco Keller<br />

F. Floriano Piz<br />

F. Domenico Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Anacleto<br />

Vicario P. Ciriaco<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Gio. Damasceno<br />

P. Wenceslao<br />

P. Romedio<br />

F. Egidio<br />

F. Giuseppe<br />

F. Donato<br />

F. Mauro<br />

Fratelli


Fratelli<br />

F. Vitale<br />

F. Silverio<br />

F. Marco<br />

F. Cosmo<br />

F. Gio. Maria Terziario<br />

11 Ottobre 1802<br />

Gli undici, giorno di lunedì, dopo una Messa solenne cantata dal P. Cesario, in questa nostra<br />

chiesa di san Bernardino ha fatto la sua solenne professa 26 della nostra santa Regola come<br />

chierico Fra Casimiro Gerio da Pergine, essendo presente anche la di lui madre, una di lui<br />

sorella, il di lui maestro don Giacomo Mariotti. Fui presente anch'io. Egli terminò l'anno del suo<br />

noviziato ai sei in Mezzo Lombardo. Fu vestito in Cles.<br />

16 ottobre 1802<br />

Li sedici, sabato, li nostri Padri Filippo, e Giannantonio sono andati in Garniga, mandati<br />

dall'officio spirituale per predicarvi, e per sopire le differenze tra quel popolo per il nuovo<br />

curato. Vi predicarono mattina, e sera ne'giorni festivi de' 17 e 18. Il popolo non vuole il<br />

mandato dal dinasta 27 , protestando, che piuttosto starà sena Messa, e senza Sacramenti, anche in<br />

morte, e ciò specialmente le donne.<br />

22 ottobre 1802<br />

Li 22 giorno di venerdì in questa nostra chiesa di san Bernardino ho dato il nostro abito<br />

terziariale a fra Ladislao di Sardagna, detto Antonio de' Gasperi, nato li 29 settembre 1780.<br />

23 ottobre 1802<br />

Li 23 comparve un altro per essere vestito, e nel giorno 24 due altri sono venuti ad insinuarsi<br />

d'essere accettati.<br />

3 novembre 1802<br />

Li 3 novembre si presentò un altro del territorio calceranicano, cioè di Centa per essere vestito<br />

nostro chierico. De' laici non parlo altro.<br />

Li 3 pure dopo il vespro coll'aspersione dell'acqua santa cessò il demonio di travagliare su la<br />

porta di questo nostro convento la Pontalta di Povo, presente il di lei marito Giovanni.<br />

Quest'uomo si ha precipitato li 20 luglio 1803.<br />

6 novembre 1802<br />

Li sei, giorno di sabato sereno, circa le undici sono venuti a Trento molti soldati austriaci<br />

pacificamente, ed hanno preso il possesso della città, loro ceduto gentilmente dalla Guardia<br />

civica.<br />

7 novembre 1802<br />

Li sette, domenica circa le undici di mattina, è giunto a Trento il sig. Conte Bissingen<br />

governatore del Tirolo come commissario dell'imperatore capo dell'impero, cioè commissario<br />

provisorio 28 .<br />

26<br />

*Professione dei voti solenni.<br />

27<br />

Conte Francesco di Lodrone.<br />

28<br />

Ferdinando Ernesto Conte di Bissingen governatore del Tirolo 11 settembre 1802. Carlo Maria<br />

Edler di Schenk secretario.<br />

19


8 novembre 1802<br />

Gli otto, lunedì, il detto commissario invitò a pranzo nel castello alcuni canonici, e diede una<br />

graziosa udienza al nostro P. <strong>Provincia</strong>le, e P. lettore Filippo. Il detto commissario si nomina<br />

Ferdinando Ernesto Conte di Bissingen.<br />

12 novembre 1802<br />

Li 12 venerdì, e festa di san Diego cominciammo a scaldare il refettorio. Finimmo li 3 marzo<br />

1803. Ma poi fu riscaldato li 6 marzo. Finimmo li 15 marzo.<br />

13 novembre 1802<br />

Li 13 di mattina si vide la prima neve in questo nostro convento, la quale sparì presto.<br />

Alla porta nobile del castello di Trento stanno sempre due guardie austriache.<br />

23 novembre 1802<br />

Li 23 novembre leggo nella Gazzetta di Trento foglio 89, in data di Parigi 10 novembre quanto<br />

segue: Sono alcuni mesi che in Lione erasi stabilita una società sotto il nome di Padri della<br />

Fede di Gesù. Questa Congregazione, ch'ebbe la sua origine in Alemagna, e che riconosce per<br />

capo un certo Baccanari, segue le instruzioni de' Gesuiti, e conta fra i suoi membri alcuni<br />

individui di quest'Ordine. Informatone il Governo ordinò la di lei dissoluzione. Così ivi. Vedi<br />

sopra al 10 novembre <strong>1801</strong>.<br />

1 dicembre 1802<br />

Nel primo di dicembre venne la seconda neve, che sparì presto.<br />

4 dicembre 1802<br />

Nel quarto giorno, sabato sono andati a Povo li nostri Padri Amando e Regalato Vicari di<br />

Pergine ed Arco per fare una quasi Missione, chiamati dal parroco Domenico Ricci.<br />

7 dicembre 1802<br />

Li sette dicembre nella Gazzetta trentina foglio 93, fu avvisato, che il Conte Teodoro Terlago<br />

Tabarelli dimorante in Trento, si lusinga d'avere, mediante le laboriose ed indefesse sue<br />

ricerche, ritrovato il modo di far pervenire le lettere ai rispettivi uffizi di posta senza il solito<br />

mezzo d'uomini, o di cavalli; e ciò per il corso postale di qualunque Stato. Asserisce, che tal<br />

posta nuova potrà essere perenne; che le lettere potranno partire, ed arrivare ogni momento; che<br />

le inondazioni non le ritarderanno; che un mercadante potrà per così dire tener un dialogo col<br />

suo corrispondente distante poche poste, giacché lo stesso riceverà nello stesso giorno risposta<br />

ad ogn'una delle molte sue repliche. Ma che l'esecuzione di una tal operazione ricerca spese non<br />

indifferenti. Suppone che la sua invenzione dovrebbe riportare allo Stato de' vantaggi<br />

considerabili, e che potrebbero impedirla i riflessi economici delle spese. Così l'avviso. Chi<br />

viverà potrà vedere, se si verificherà sì, o no un così fatto bene. Il medesimo Conte nacque da<br />

Tommaso Tabarelli, ha per moglie Teresa contessa Melchiori, senza figliuoli.<br />

16 dicembre 1802<br />

Li sedici dicembre il sig. Bernardino Manci segretario aulico di Trento dal nuovo Governo<br />

austriaco provisorio fu privato della segreteria, con suo danno sommo ed indicibile. Così ho<br />

inteso; ma fu falso.<br />

17 dicembre 1802<br />

Li 17 venerdì ha nevicato grossamente dalla mattina sino al merigio. La neve si fermò, e<br />

cominciò il freddo.<br />

20


19 dicembre 1802<br />

Li 19 domenica di sera finì la Missione povana, benché li povani abbiano pregato e strapregato<br />

il parroco, che a spese loro la facesse continuare ancora parecchi giorni, e per tal fine gli<br />

abbiano presentato una lettera di monsignor Vicario generale. Ma egli duro né pur volle aprire<br />

in loro presenza la lettera<br />

Predicatori nostri avventuali.<br />

Trento, a s. Maria Maggiore, il P. Custode Giuseppe Antonio.<br />

Aldeno, Il P. Gio. Antonio stando in Roveredo.<br />

Villazzano, il P. lettore Filippo, anche nella festa di santo Stefano.<br />

Cognola, il P. Gasparo la prima domenica, e poi il P. Ignazio<br />

Gardolo, il P. Davide la prima domenica; nella seconda e terza e nella festa della Concezione il<br />

P. Gasparo, perché il P. Guardiano Davide s'è ammalato.<br />

Volano, il P. diffinitore Carlo Felice da Trento.<br />

Calavino, e Vezzano, il P. Romedio stando a Campo.<br />

Altrove altri.<br />

In Pergine ha cominciato una Missione il signor don Vincenzo Angeli; ma dovette intermetterla,<br />

essendosi ammalato. Ritornò da Trento a Pergine per terminarla, ma l'infermità non glielo<br />

permise.<br />

Ne' passati giorni un prete di Trento Simon Poli ha dato cinquemila crosoni al Conte Prospero<br />

Sardagna tutti d'argento in specie, valutati soltanto dodici troni l'uno, mentre altri li valutano<br />

sedici troni, a patto, che il Conte dia ogni anno il nove per cento, e che morendo esso prete,<br />

anche subito subito, il capitale tutto sia del Conte senza verun obbligo. Li detti crosoni a troni<br />

12 l'uno fanno 60.000 troni, ossia 12.000 fiorini, ed a troni 16 per cento fanno troni 80.000,<br />

ossia fiorini 16.000. Dunque li fiorini 12.000 portano il censo di annui fiorini 1.080. Il prete ha<br />

67 anni di età.<br />

21 dicembre 1802<br />

Li 21 martedì dopo il pranzo li nostri Padri Davide Guardiano e Giuseppe Antonio Custode<br />

sono partiti di qui per Calavino a farvi una Missione. Ritornarono li 7 gennaio.<br />

Nella notte oscurissima de' 20 ai 21 dicembre venne dal nostro convento di Pergine a questo il<br />

fallito Dorighi detto Lesca di Trento. Partì poi nella sera de' 22 per Riva. ed oltra, perché gli fu<br />

detto, che non era sicuro in convento, essendo già stato presentato memoriale alla Curia<br />

ecclesiastica per estrarlo. Ma fu fermato in Verona e ricondotto a Trento.<br />

Avanti la festa del santo Natale di nostri Signore Gesù Cristo sono venuti a Trento da Venezia<br />

de' commedianti, specialmente per divertire i militari, che ne' passati giorni si divertirono nel<br />

palazzo del Conte Gervasio Alberti al Duomo.<br />

26 dicembre 1802<br />

Nella sera de' 26, giorno di domenica il soprallodato commissario Bissingen è partito da Trento<br />

per Insprugg, a pigliare, come fu detto, la sua famiglia, e poi passare a Venezia. Fu aspettato in<br />

vano alla commedia. Egli stava in Trento molto volentieri, tanto che ricusò di andare a Venezia.<br />

Ed il Magistrato consolare scrisse all'imperatore perché lo lasciasse qui sempre.<br />

27 dicembre 1802<br />

Li 27 da una donna di Civezzano mi fu confermato l'orrendo caso accaduto negli scorsi giorni<br />

qui a Trento: cioè che un putto civizzanese bislacco trovandosi all'osteria della Corona in Trento<br />

una sera molto tarda, e volendo andare a Civezzano, ne fu dissuaso dallo stalliero, ed egli giurò<br />

di voler andarvi quand'anche venisse accompagnato da due diavoli. Partì dunque, ed alla porta<br />

dell'Aquila trovò due in forma di signori, li quali seguitaronlo, finché accortosi che avevano le<br />

corna, e le gambe cavalline, tremando giunse ad un capitello della Madonna, dove<br />

inginocchiatosi la pregò li liberarlo, ed essi sparirono. Così ho inteso. Così pure da un uomo di<br />

Civezzano il primo gennaio 1803.<br />

21


28 dicembre 1802<br />

Li 28 ha prima piovuto e poi nevicato sino alla notte grossamente.<br />

31 dicembre 1802<br />

Li 31 venerdì dopo il pranzo anticipato il nostro P. Giannantonio di Moena è andato in Garniga<br />

per farvi da curato sino ai tre del prossimo gennaio, accompagnato da un ambasciatore<br />

straordinario della Repubblica di Garniga, e ad istanza di questi Padri Somaschi,<br />

nominatamente dal Padre Luigi Zambaiti di Trento, perché ieridì cacciato dispettosamente dal<br />

popolo è partito da Garniga don Antonio Cont di Pedersano curato intruso cola forza sbiresca da<br />

sua eccellenza Conte Francesco di Lodrone dinasta. Dicesi, e fu detto più e più volte, che<br />

specialmente le donne abborrirono il detto curato, e che da loro fu battuto e bastonato (ma<br />

questo da altri si nega). Che li garnigani protestarono di non voler ascoltare la di lui Messa, e di<br />

morire anche senza sacramenti piuttosto, che riceverli da lui. Ch'egli acquistò degli amici, e dei<br />

voti simoniacamente, e con regali. Un curato ha detto in presenza mia nell'agosto, che non<br />

solamente è indegno della cura d'anime, ma eziandio del sacerdozio. Egli trattò aspramente li<br />

garnigani, perché si vide spalleggiato dalla potenza dinastica. Ora il Conte Francesco è partito<br />

per Vienna. Per altro sembra molto strano, che un soggetto tale venga tollerato dall'Officio<br />

spirituale. Questa ha paura del dinasta. Il P. Gio. Antonio è ritornato al convento nella sera de' 4<br />

essendo capitati in Garniga i due Somaschi iersera; de' quali è confessore il solo P. Sola. Dopo il<br />

ritorno di essi a Trento il paese restò senza verun sacerdote, onde per far battezzare un fanciullo<br />

convenne portarlo in un altro paese. Fu chiesto per supplimentario il su detto P. Gio. Antonio;<br />

ma il P. Guardiano si ha giustamente scusato.<br />

Predicatori nostri quaresimali del 1803.<br />

Trento nel Duomo il P. Antonio Maria Basilisco da Rovigno della <strong>Provincia</strong> veneta, col F.<br />

Marino.<br />

Gardolo, il P. Guardiano Davide da Tiarno.<br />

Meano, il P. lettore Filippo da Metztodeco.<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Gasparo da Campo.<br />

Albiano, il P. Gio. Antonio da Moena.<br />

Borgo, il P. Giuseppe Maria da Pradazzo<br />

Cavalese, il P. Pietro Paolo da Roncegno<br />

Cles, il P. Guardiano Vito Antonio di Cles<br />

Castelnuovo, il P. Guardiano Massimo di Volano<br />

S. Felice di Garduno, il P. Pietro Damiano<br />

Levico, il P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno<br />

Lomaso, il P. Giuseppe Antonio da Cles<br />

Mechel, il P. Giangiacomo da Tiarno<br />

Mezlombardo, il P. Francesco Maria da Panchiato 29<br />

Meztodesco, il P. Ignazio da Trento<br />

Moena, e Pradazzo, il P. Vicario Ilario dai Bampi 30 .<br />

S. Michele ad Adige, il P. Geremia da Borgo.<br />

Noriglio, niun Frate.<br />

Nomi, il P. Carlo Felice.<br />

Pinedo, il P. Romedio da Cles.<br />

Pressano, e Verla, il P. Stefano da Sfruzzo 31 .<br />

Roncegno, Il P. Vicario Attanasio da Sardagna.<br />

29 *Panchià.<br />

30 *Frazione di Civezzano.<br />

31 *Sfruz.<br />

22


Roveredo s. Maria, il P. Guardiano Giagiuseppe da Canzolino.<br />

Strigno, il P. Mariano.<br />

Tenno, il P. lettore Vigilio da Fondo.<br />

Telve, il P. Amando.<br />

Tesaro, Il P. Eusebio.<br />

Roncegno, il P. Damasceno.<br />

Tesino, il P. Giuseppe primierino 32 .<br />

Riva, il P. Vicario Pietro Regalato da Cares.<br />

Volano, il P. Accursio.<br />

Zambana, il P. Niccolao.<br />

Nago, niun Frate.<br />

Teresine di Roveredo, il P. Vicario Michel Angelo.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO 1803<br />

1 gennaio 1803<br />

Nel primo giorno di gennaio le così dette Fradaglie di Trento, nella loro chiesa di s. Maria della<br />

Misericordia hanno celebrato la loro solita festa principale del ss. Nome di Gesù. Dopo il vespro<br />

vi predicò, e fece un panegirico il nostro padre lettore Filippo da Meztodesco 33 .<br />

2-3 gennaio 1803<br />

Li due domenica è ritornato a Trento il sig. Conte di Bissingen, ed oggidì tre partì per Roveredo<br />

e Venezia. Fu nel castello ed al teatro, ed in chiesa. D'ordine del pubblico fu illuminata la<br />

Contrada Lunga e Larga. In Venezia sarà imperial regio commissario plenipotenziario, e capo<br />

organizzatore di quel Governo. Al pranzo di casa Alberti gli ha fatto una sinfonia la ex Guardia<br />

nazionale, che non volle alcun regalo.<br />

4 gennaio 1803<br />

Li quattro, martedì alle 7 di sera è giunto a Trento il signore Strobele successore del Conte<br />

Bissingen nel commissariato provisorio di Trento. Fu incontrato all'Avis dal sig. vice cancelliere<br />

Alberti, e da più altri. È assai vecchio, e quindi avrà per cooperatore un suo figiuolo. Venne da<br />

Insprugg.<br />

18 gennaio 1803<br />

Nella notte de' 17 ai 18 ha nevicato notabilmente, ma la neve sparì nello stesso giorno. Anche in<br />

un'altra notte della settimana scorsa nevicò qualche poco.<br />

Il Conte di Bissingen anche stando in Venezia ha della giurisdizione sopra i trentini (falso), li<br />

quali ora si divertono con festoni e festini, e commedie. Il di lui successore Strobele parla bene<br />

italiano.<br />

La stagione non sembra invernale; ma è umida.<br />

27 gennaio 1803<br />

Nella notte de' 26 ai 27 ha nevicato notabilmente.<br />

28 gennaio 1803<br />

Nel giorno 28 ha nevicato dalla mattina sino alla sera. Fu da me un Fontanario di Costa Savina<br />

per il dottore Giangaspero Baldo.<br />

Dopo questo è seguito è seguito un freddo tanto intenso, che si gelarono le acque, e l'Adige<br />

menò ghiaccio.<br />

32 *Da Primiero.<br />

33 *Mezzocorona.<br />

23


4 febbraio 1803<br />

Nella notte venendo li quattro di febbraio ha nevicato non poco.<br />

5 febbraio 1803<br />

Nel dì quinto il vento fece volare la neve posta su li tetti delle case.<br />

Predicatori vescovili della Quaresima del 1803<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Luigi Chizzola di Mori.<br />

Avio, don Francesco Zanchetta veronese.<br />

Banale, Gio. Battista Santi di Riva d'anni 40.<br />

Besenello, e Mattarello, don Giacomucci (Giacomuzzi Bartolomeo?).<br />

Bleggio, o s. Croce, don Giuseppe Valentini curato di Poia<br />

Brentonico, don Salvadore Cattani curato di Termone sua patria d'anni 44.<br />

Calavino, don Giacomo Leonardi curato di Vezzano<br />

Cavedine, don Giacomo Faccioli da Besagno di Mori. Non predicò infermo. (Don Bernardino<br />

Cattoni di Cavedine).<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Gio. Battista Gelmini.<br />

Condino, don Carlo Torresanelli cappellano di Banale.<br />

Corredo, e Smarano, don Gio. Batta Barisella cappellano di Corredo.<br />

Denno, e Flavone, don Francesco Sluca curato di Samoclevo.<br />

Livo, don Vincenzo Nella curato d'Imaro 34 .<br />

Lizzana, e Isera festivo, don Gio. Battista Walter curato di Noriglio, d'anni 50.<br />

Malé, don Pietro Casna di Cagnò curato di Cagnò.<br />

Mori, don Innocenzo Turini di Roveredo. Dal Vò.<br />

Ossana, il proprio parroco Giuseppe Brutti.<br />

Pergine, don Bartolommeo Scrinzi di Roveredo.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Andrea Bonmassar premissario di Povo.<br />

Rendena, don Bartolommeo Floretta curato di Pinzolo.<br />

Revò, e Clotz 35 , don Romedio Conci di Malé.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Gio. Giuliani cappellano di Fondo.<br />

Spor, e Vigo, don Alessandro Oliva curato di Spor Minore.<br />

Taio, e Torri 36 , don Niccolò Concini di Tueno.<br />

Tassullo, don Pietro Benvenuti curato di Celentino.<br />

Terlago, e Bsaelga festivo, don Tommaso Valle cappellano di Calavino.<br />

Val di Bono, don Gio. Antonio Zanotti di Riva d'anni 34.<br />

Val di Ledro, P. Tommaso Ramboni lucchese, Girolimino dell'Inviolata di Riva, richiesto dai<br />

ledrini.<br />

Vigolo e Calceranica, don Andrea Bernardi cappellano di Borgo.<br />

Villa Lagarina, P. Don Luigi Zambaiti Somasco.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Gio. Batta Bresadola di Piazzola di Rabbi d'anni 34.<br />

Così ho scritto li 22 gennaio.<br />

2 febbraio 1803<br />

Li due di febbraio ho inteso, che in Vigolo di Vattaro ultimamente sia succeduto questo caso.<br />

Una mattina portando il parroco ad un infermo il sacro Viatico, una donna svegliò il suo marito,<br />

e lo stimolò, che andasse ad accompagnarlo. L'uomo le rispose, che dormì tre mesi anche Gesù<br />

Cristo, e che perciò voleva dormire anch'esso. Un'altra volta gli fece istanza, che andasse, ed<br />

ebbe la medesima risposta. Egli dorme ancora, ronfando, benché sia stato scosso, ed eccitato ad<br />

alzarsi dal signor parroco, da parecchi sacerdoti, anche Cappuccini missionari, ed altri. Così ho<br />

34 *Da Dimaro.<br />

35 *Cloz.<br />

36 *Torra.<br />

24


inteso. Altri dicono, che è succeduto ciò in Padergnone, ed altri altrove. Dicono, che asserì<br />

l'uomo aver dormito tre mesi Gesù Cristo Signor Nostro quando nella passata estate non mandò<br />

pioggia, sebbene supplicato.<br />

14 febbraio 1803<br />

Li 14 febbraio continua il freddo intenso. Ma finora non si gelarono le ampolle della chiesa.<br />

17 febbraio 1803<br />

Li 17 febbraio pranzò, cenò e dormì in questo nostro convento il sig. Giuseppe Malachielli di<br />

Salò d'anni 84, parone della barca corriera del lago di Garda, venuto a Trento per impetrare<br />

qualche gratificazione dal Governo, ed anche di essere custode della barca principesca, detta<br />

Peotta, giacente oziosa nella Rocca di Riva. Ottenne trenta fiorini. Il Conte Graziadei gli fece<br />

dare i pranzi nella Ca di Dio, ed il consigliere Schreck il letto all'ospitale di s. Pietro.<br />

20 febbraio 1803<br />

Li 20 ho veduto a stampa la patente di monsignor Zambaiti, che coll'autorità della nunziatura<br />

apostolica di Vienna concede con data degli undici febbraio l'uso della carne nella seguente<br />

Quaresima, eccettuato il mercoledì delle Ceneri, il mercoledì delle Tempore, il mercoledì,<br />

giovedì, venerdì santo, e tutti li venerdì e sabati. Addio Quaresima. Ora in Trento si fa<br />

carnevale, maschere, festoni, balli, colla licenza del sig. commissario Strobele.<br />

Ho inteso, che nell'Italia la neve di questo febbraio fu alta straordinariamente, ed impedì la<br />

strada, cosicché a grande stento han potuto andar eziandio li cavalli, e cocchi. Così a Bassano,<br />

Mantova ecc.<br />

Ho pure inteso, che il famoso appaltatore del tabacco nello Stato veneto fu Girolamo Manfrini<br />

di Zara; ch'è morto improvvisamente; che vive un di lui figlio; e che si trattò da gran principe,<br />

con dispiacere di tutti; ch'essendo assai meschino cominciò a fare della roba colla dote della sua<br />

moglie Zarina. Fu dunque falsa la voce, che fosse nativo di Volano mia patria, dove sta una<br />

famiglia di Manfrini oriondi da Manfrino Villetta della cura d'Origlio 37 sopra Volano.<br />

23 febbraio 1803<br />

Li 23 mercoledì delle Ceneri nel Duomo di Trento il Padre predicatore ha pubblicato la licenza<br />

della carne senza tenere la carta nelle mani; ed ha raccomandato l'augustissimo nostro sovrano.<br />

Noi abbiamo suonato sulla mezzanotte come prescrive il nostro cerimoniale per dar segno del<br />

principio della Quaresima; cosa intermessa 38 dacché cui fu vietato dal vescovo Pietro Vigilio il<br />

dire il Mattutino nella mezza notte. Così ha ordinato il P. Guardiano. Dai molinari fu creduto un<br />

segno di morte.<br />

24 febbraio 1803<br />

Li 24 nuovamente il detto predicatore ha raccomandato l'augustissimo sovrano.<br />

25 febbraio 1803<br />

Li 25 venerdì il detto predicatore ha nuovamente ingiunta una Salve Regina per il nostro<br />

augustissimo sovrano, benché non sia stato ancora pubblicato ministerialmente il di lui diritto<br />

sovrano sopra Trento. Raccomandò anche al solito un'Avemmaria per gli altri divoti, che la<br />

dimandano. Fece lo stesso anche li 27-28 febbraio, primo marzo. Li 2 non predicò per male<br />

sopraggiuntogli. Così pure li tre. Predicò ai quattro.<br />

5 marzo 1803<br />

Li cinque nevicò, e piovette insieme sino al mezzogiorno. Sui vicini monti restovvi la neve.<br />

37 *Noriglio.<br />

38 *Interrotta, sospesa.<br />

25


6 marzo 1803<br />

Li sei, domenica seconda di Quaresima piovette la mattina, ed anche dopo il pranzo.<br />

Il Padre predicatore del Duomo cominciò la predica alle nove, un'ora innanzi del solito, e<br />

dovette accorciarla, e poi pubblicò il proclama dell'Imperatore Francesco secondo dato in<br />

Vienna li 4 febbraio 1803 con cui ha unito alla Contea sua del Tirolo i due principati di Trento,<br />

e Bressanone, chiamati da lui distretti 39 . Fu presente con molta uffizialità S E. il signor Strobele<br />

di Pusteria commissario imperial regio provisorio di Trento. Furonvi molti canonici etc. Furono<br />

sparati de' mortari ecc. Fu poi cantata una Messa solenne col Te Deum. Distribuito del pane ai<br />

poveri dal Magistrato consolare ecc. Il tempo fu piovoso, ed impedì lo sparo più copioso de'<br />

mortaretti ecc. Il principato di Trento durò anni 776, cioè anni 775, mesi 9, giorni 6.<br />

In detto giorno sesto dovemmo riscaldare il refettorio. Finimmo li 15.<br />

Nel medesimo fu qui il P. F. Maturino di Monaco predicatore e confessore Riformato, andante a<br />

Roma come dimesso con moltissimi altri dal duca di Baviera, che abolisce le Religioni. Partì per<br />

Roveredo con un Fra Bernardo Terziario gli otto.<br />

10 marzo 1803<br />

Li 10 ho inteso dallo stampatore Monauni che dee mostrare tutto tutto ciò, che vuole stampare al<br />

nuovo governo politico.<br />

16 marzo 1803<br />

Li 16 mercoledì cominciammo anche qui a Trento il dire et Rege nostro Francisco nel Canone<br />

della santa Messa, ed il Regem nostrum nell'orazione compietale pro Territorio, secondo<br />

l'ordine del nostro P. <strong>Provincia</strong>le, ed il comandamento di Clemente XIII dell'anno 1761.<br />

27 marzo 1803<br />

Li 27 domenica di Passione siamo stati alla solita processione del Duomo per la santa Spina di<br />

Gesù Cristo Signor nostro. Partimmo dal convento alle tre e mezzo, e fummovi di ritorno alle<br />

cinque ed un quarto. Officiò monsignor decano Manci. Noi a stento fummo tredici, essendo<br />

venuti anche li predicatori di Romagnano, Gardolo, e Meano. Il tempo fu crudetto, ma sutto.<br />

30 marzo 1803<br />

Li trenta di marzo, mercoledì, furono in Trento tutte le superiorità del fu principato di Trento,<br />

cioè li giudici, Vicari, sindici ecc. a giurare fedeltà al re Francesco secondo nelle mani del<br />

commissario Strobele.<br />

1 aprile 1803<br />

Il primo dura tuttavia sui monti del Perginasco la neve rossa. Su altri pure dura eziandio bassa,<br />

ma bianca. Divenne rossa dopo una pioggetta nello scorso mese. Ha del rosso anche la neve del<br />

Monte Vigolano.<br />

L'imprimatur non più dassi dalla Curia ecclesiastica di Trento, ma dal commissario regio aulico.<br />

Quindi avendo il nostro P. lettore Filippo presentate le sue tesi per la stampa, il sig. Provicario<br />

generale fece loro questa soscrizione, ed il commissario soggiunse l'imprimatur. Leggo così:<br />

Nihil obstat, ut praedictae Positiones typis edantur. Sig. m 25 Martii 1803. I. A. de Manghin<br />

Provic. Geñlis Capitularis.<br />

Imprimatur<br />

de Strobl<br />

C. A.<br />

5 aprile 1803<br />

Ai cinque martedì Santo li nostri Religiosi sono stati nel Duomo a fare la solita ora di<br />

adorazione al ss. Sacramento dalle 2 sino alle tre.<br />

39 *Vedi Compendiun diplomaticum V, n. 1098.<br />

26


8 aprile 1803<br />

Gli otto di mattina, essendo il venerdì Santo nella sagrestia del detto Duomo furono distribuiti<br />

gli Oli Santi, portati da Bressanone dal signor provicario Menghino.<br />

10 aprile 1803<br />

Li dieci, domenica di Pasqua, li PP. Conventuali hanno benedetta la loro chiesa, ed hanno<br />

cominciato a celebrarvi la santa Messa. Fecero campanò.<br />

24 aprile 1803<br />

Li 24 domenica seconda dopo Pasqua, nel Duomo di Trento la mattina ha fatto il discorso della<br />

Dolorata il nostro P. Amando da Covalo Vicario di Pergine: e dopo le quattro di sera fu fatta la<br />

solita solenne processione per la città, cui sono intervenuti anche li nostri Religiosi con tutti gli<br />

altri. Il tempo fu bello, e buono, benché nella mattina abbia sventato, piovuto, e tempestato. Li<br />

nostri furono 19 e li Cappuccini 21 essendovi li padri vocali intervenuti al Capitolo ne' giorni<br />

avanti, nel quale fecero Ministro il P. Stanislao Galvagni di Trento Vicario attuale di Trento.<br />

1 maggio 1803<br />

Nel primo giorno di maggio, essendo la domenica terza dopo Pasqua, e correndo la festa del<br />

nostro san Simonino protettore di Trento, fu fatta la solita solenne processione dalla parrocchia<br />

di s. Pietro, alla quale intervennero li canonici della cattedrale, i cleri delle quattro parrocchie,<br />

tutti li Regolari, il Magistrato consolare ecc. Anche noi fummo più numerosi del solito, essendo<br />

qui tutti li Padri capitolari per eleggere un <strong>Provincia</strong>le nuovo. Fummo 26.<br />

4 maggio 1803<br />

Li quattro, mercoledì, furono tradotti da Trento a Insprugg tutti li catenati della Casa di<br />

Correzione di Trento, situata oltre l'Adige nel fu convento di san Lorenzo.<br />

11-12 maggio 1803<br />

Gli 11 e 12 in questo nostro convento furono difese le tesi teologiche sotto il P. Filippo dai PP.<br />

Cirillo e Benedetto e dai fra Luigi e Vincenzo. Tutti hanno fatto molto bene. Gli argomentanti<br />

furono otto: il canonico baron Eyerle; il canonico Trentini; il provicario Menghini, il prof.<br />

Maistrelli; il prof. Gerloni, il P. Battisti; l'abate Lupi Francesco; il prof. Battisti.<br />

Tavole nostre fatte nel maggio 1803 pubblicate in Trento li 13 di sera.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Davide<br />

Vicario P. Cesario<br />

P. Agostino<br />

P. Grisostomo<br />

P. Gaudenzio letterario<br />

P. Filippo lettor<br />

P. Ilario confess.<br />

P. Francesco Maria<br />

P. Bernardino<br />

P. Gio. Pio<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

P. Aloisio sac.<br />

F. Vincenzo Maria<br />

27<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario P. Niccolò, maestro<br />

P. Gio. Evangelista<br />

P. Pietro Damiano<br />

P. Paolo<br />

P. Cipriano<br />

P. Tommaso<br />

P. Regalato<br />

P. Gio. Battista<br />

P. Benedetto<br />

F. Umile<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Lorenzo<br />

Fratelli


F. Gio. Francesco<br />

F. Carlantonio<br />

F. Teodoro<br />

F. Feliciano<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Santo<br />

F. Vincenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Modesto<br />

F. Nazario<br />

F. Cosmo<br />

Fratelli<br />

Novizi chierici<br />

F. Floriano li 16 maggio<br />

F. Leopoldo li 16 maggio<br />

F. Gio. Pietro li 17 maggio<br />

F. Teodoro li 17 maggio<br />

F. Giacomo<br />

Infermeria<br />

P. Ignazio<br />

F. Salvadore<br />

F. Placido<br />

F. Valentino 29 settembre<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Massimo<br />

Vicario P. Attanasio<br />

P. Pietro Paolo<br />

P. Fortunato<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzio<br />

P. Vigilio lettore<br />

P. Giuseppe primierino<br />

Chierici<br />

P. Saverio sacerdote<br />

F. Lodovico<br />

F. Antonio<br />

F. Candido<br />

Fratelli<br />

F. Giuseppe<br />

F. Prospero<br />

F. Claudiano novizio<br />

F. Mansueto Terziario<br />

28<br />

Novizi chierici<br />

F. Ambrosio da Sovero<br />

F. Epifanio da Roncone<br />

F. Massenzio da Lasino<br />

F. Ferdinando<br />

F. Crescenzio Caumo<br />

F. Apollinare Zorzi<br />

Novizio laico: F. Gaetano da Viarago<br />

Guardiano P. Daniele<br />

Vicario P. Ciriaco<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Amando<br />

P. Geremia lettore<br />

P. Bonaventura<br />

P. Gregorio<br />

Convento di Pergine<br />

Chierici<br />

F. Francescantonio<br />

F. Sisto<br />

F. Urbano<br />

F. Abbondio<br />

F. Masseo<br />

F. Ruffino<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Pacifico<br />

Fratelli


Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Giangiuseppe<br />

Vicario P. Michel Angelo<br />

P. Carlo Felice<br />

P. Isidoro<br />

P. Celestino<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

P. Eusebio<br />

P. Giuseppe Maria<br />

Fratelli<br />

F. Mattia<br />

F. Valentino<br />

F. Raimondo<br />

F. Donato<br />

F. Michele Terziario<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Accursio<br />

Vicario P. Raffaele<br />

P. Sisinnio lettore<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Pietro Antonio<br />

P. Mariano<br />

Studenti<br />

P. Cirillo<br />

P. Arcangelo<br />

P. Pietro Alcantara<br />

F. Basilio<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Felice<br />

F. Costantino li 27 giugno<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Marcello Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Stefano<br />

Vicario P. Giorgio, maestro<br />

29<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Vito Antonio<br />

Vicario P. Prosdocimo<br />

P. Ippolito<br />

P. Illuminato lettor<br />

P. Emmanuele<br />

P. Carlo Felice da Bresimo<br />

P. Giovanni Antonio<br />

Chierici, studenti<br />

F. Clemente<br />

P. Alberto sacerdote<br />

F. Maurizio<br />

F. Casimiro<br />

Fratelli<br />

F. Marco<br />

F. Gioachino<br />

F. Pasquale<br />

F. Domenico Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Anacleto<br />

Vicario P. Patrizio<br />

P. Ubaldo<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Giacinto<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Romedio<br />

F. Egidio<br />

F. Biasio<br />

F. Mauro<br />

F. Lucio Terziario<br />

Fratelli


P. Lattanzio<br />

P. Gerardo<br />

P. Damasceno<br />

P. Wenceslao<br />

P. Leonardo<br />

Novizi chierici<br />

F. Angelo<br />

F. Sisto<br />

F. Gio. Francesco<br />

F. Carlantonio<br />

F. Urbano<br />

F. Floriano<br />

14 maggio 1803<br />

Li 14 cominciarono gli esercizi spirituali in questo nostro convento 29 chierici secolari per<br />

prepararsi alle Ordinazioni, mandati dalla Curia ecclesiastica. Loro assiste il nostro P.<br />

Guardiano Davide. Vanno tutti in biblioteca, dove furono poste delle panche, ed un crocifisso<br />

grande.<br />

Nello stesso giorno 14 sabato nella nostra chiesa sopra la cappella detta del sepolcro, in una<br />

nicchia fatta apposta, fu collocata la statua di s. Veronica col sudario nelle mani, donataci<br />

ultroneamente dal sig. Niccolao Volani, e dalla sig. Margarita Buoninsegni di lui moglie, ambi<br />

pittori di Trento 40 . Tale statua di legno fu prima nell'altare di legno della Dolorata del Duomo,<br />

ora lapideo.<br />

15 maggio 1803<br />

Nel giorno 15 domenica quinta dopo la Pasqua, e terza di maggio, il nostro P. <strong>Provincia</strong>le<br />

Giuseppe Antonio da Cles ha terminato il suo ottavario di discorsi per le anime de' defunti nella<br />

chiesa del Carmine di Trento.<br />

16 maggio 1803<br />

Li sedici ha piovuto, e nevicato sul monte povano, ha soffiato del vento, e fatto gran freddo. La<br />

neve fu in Sardagna, sopra la villa.<br />

17 maggio 1803<br />

Li 17 martedì alle otto in punto la processione di Trento rogazionale fu nella nostra chiesa, e vi<br />

cantò la Messa della feria. Nel giorno avanti perché il tempo fu piovoso, non è uscita dal<br />

Duomo.<br />

26 maggio 1803<br />

Li 26 giovedì in Montagnaga di Pinedo per la Madonna di Caravaggio hanno predicato in<br />

tedesco il nostro P. lettore Filippo, ed in italiano il nostro parimente lettore Sisinnio. Fuvvi un<br />

grandissimo concorso di gente divota, che ricevette anche li Sacramenti della Penitenza, ed<br />

Eucaristia.<br />

Nel medesimo giorno fu portato alla nostra sacrestia l'ordine di dire la colletta ad petendam<br />

serenitatem, dopo, che sono cessate le pioggie.<br />

9 giugno 1803<br />

Li nove giugno, festa del Corpus Domini fu fatta la solita solenne processione in Trento. Li<br />

nostri Religiosi num. 21 partirono dal convento alle sei e mezza, e furonvi di ritorno vicino alle<br />

dieci. Dissero a voce bassa tutto l'officio, e di seguito Mattutino, Lodi, Prima, e Terza. Poi<br />

40 Fu levata, e ristituita ai Volani li 7 agosto 1804, come indecente.<br />

30


fecero la santa Comunione, ed assistettero alla Messa conventuale. Andarono senza mantello. Il<br />

tempo fu sereno, e buono.<br />

In Trento sono assai frequentate le commedie. Una sera furono raccolti per la prima donna circa<br />

1.000 fiorini, tra' quali dodici zecchini d'oro. Per altro il dare la licenza delle commedie<br />

apparteneva al Magistrato consolare. Ora la dà il commissario imperiale.<br />

In questi giorni furono incamerate le entrate de' canonici di Trento.<br />

13 giugno 1803<br />

Li tredici nella loro chiesa di s. Francesco ristabilita li Padri Conventuali hanno solennizzato la<br />

festa del gloriosissimo taumaturgo sant'Antonio detto da Padova, dopo d'avervi eretto un altare<br />

in vece della cappella, che fuvvi avanti la guerra. Panegiricovvi 41 il P. Davide 42 nostro<br />

Guardiano.<br />

Leggo, che nel Ledro fanno una Missione cinque Religiosi Paccanaristi, cioè della Fede di<br />

Gesù, predicando quattro volte al giorno, una per li putti, una per le putte, una per li maritati, ed<br />

una per tutti. La cominciarono ai nove, festa del Corpus Domini, e la finiranno li 19. Il P. Finelli<br />

veneto è capo e segretario del P. Paccanaro<br />

26 giugno 1803<br />

Li 26 domenica e festa di san Vigilio li nostri Religiosi sono andati alla processione del Duomo.<br />

Partirono dal convento alle otto e tre quarti; e ritornarono alle dodici in punto. Uffiziò<br />

monsignor decano Manci; e per quanto mi fu detto sull'orchestra cantarono due teatrali. Nella<br />

sera furono fatti li soliti fuochi artificiali.<br />

Li suddetti missionari fecero molto bene. Leggo particolarmente, che conchiusero la pace tra il<br />

sig. dottore Degara ed il signore Sforza, rotta già 10 anni con iscandalo di tutto il Ledro, e<br />

quindi li processi grandi, e grossi furono bruciati sul cimitero, fu fatto campanò, e cantato nella<br />

chiesa parrocchiale l'inno Te Deum. Ora predicano in Riva col titolo di esercizi spirituali ad<br />

istanza della plebe, ed onta della nobiltà, che ha impegno coi comici.<br />

Ho veduto un libriccino di tesi filosofiche difese dai nostri Religiosi in Bolgiano li 27 del<br />

corrente giugno in lingua tedesca. Furono scritte nella latina; ma Insprugg le volle nella tedesca,<br />

e di molte ne ammise soltanto 34.<br />

30 giugno 1803<br />

L'ultimo di giugno li comici finirono le loro diaboliche funzioni in Trento.<br />

3 luglio 1803<br />

Li tre di luglio, domenica, in san Pietro di Trento fu solennizzata al solito la festa della<br />

Madonna di Caravaggio, per opera della buona putta Maria Vincenzi. Predicovvi la quarta volta<br />

il P. Davide nostro Guardiano, ed officiò il canonico barone d'Eyerle.<br />

6 luglio 1803<br />

Li sei cominciammo a dire nella santa Messa la colletta ad petendam pluviam.<br />

9 luglio 1803<br />

Li nove, sabato, avanti del giorno, da una donna sconosciuta fu portato alla nostra porta un<br />

fanciullo nato di fresco. Fu veduta da un uomo che ha dormito ivi.<br />

Nello stesso giorno fu dato principio ad aprire il muro della città di rimpetto alla chiesa di s.<br />

Francesco per farvi una porta. Di ciò fu parlato anche quando presso la detta chiesa venne fatto<br />

il cimitero comune. In vicinanza di quel luogo fuvvi una porta, la quale venne chiusa intorno al<br />

1450, come si ha da una lettera di Papa Niccolò quinto, che sta negli Annali francescani del<br />

padre Waddingo all'anno 1451, n. 68 del registro.<br />

41 *Vi fece il panegirico.<br />

42 *Degara.<br />

31


12 luglio 1803<br />

Li dodici il Conte Girolamo Malfatti fu in procinto di fare un duello a pistola con un ufficiale<br />

militare. Fu però impedito, ma con grande strepito, e bisbiglio della Contrada.<br />

14 luglio 1803<br />

Li quattordici il Signor Iddio ci graziò con una buona pioggia.<br />

10 luglio 1803 [sic]<br />

Li dieci del corrente, giorno di domenica, nel palazzo del Conte Pio di Wolchenstein furono<br />

distribuiti li premi agli scolari del liceo vescovile. Furono tre soli per iscuola ex profectu<br />

litterario per annum. Gli scolari furono 84. Li premiati furono in Poesi Giuseppe Antonio Ricci<br />

di Trento. Alfonso Paoli di Mezlombardo. Antonio Steffenelli di Fondo. In Rethorica Aloisio<br />

Antonio Cloch di Trento. Giuseppe Albertini di Calavino. Michele Mendini da Val di Non. In<br />

suprema gram. Antonio Salvoti da Mori. Gio. Maria Lupi di Trento. Giacomo Ricci di Trento.<br />

In media gram. Francesco Voltolini di Trento. Gio. Claudio Ciani di Trento. Gius. de Vigili da<br />

Mezlombardo. Girolamo Conte de Pompeati di Trento. In infima gram. Francesco Alessandrini<br />

di Trento. Simone Zucchelli di Trento. Gio. Batta Zini di Cavareno. In principiis. Andrea<br />

Chilovi di Trento. Giorgio Zaiotti di Trento. Damiano Garbari di Trento. I logici furono 26. I<br />

fisici 28. Li primi tre logici furono Giuseppe Menghini da Val di Non. Giacomo Refatti da<br />

Pergine. Niccolò Boccagni da Val di Ledro. I primi tre fisici Giovanni Battista Scarpari da<br />

Storo. Pietro Casagrande da Pergine. Leonardo Ricci di Trento. De' teologi, e canonisti non so il<br />

numero; bensì che non furono pochi.<br />

24 luglio 1803<br />

Li 24 domenica li nostri Padri sono stati in Aldeno, in Sardagna, ed in Gardolo a supplire per li<br />

signori curati, e fare le loro veci. Uno di essi predicò in s. Maria di Trento; un altro disse la<br />

Messa prima in s. Bartolommeo di Villazzano, ed un altro la Messa ultima al Suffragio di<br />

Trento. Il confessore delle monache fu a loro servizio spirituale in s. Chiara. Tutti ebbero<br />

compagni. Due furono infermi. Gli altri servirono in convento. Poco più, o poco meno succede a<br />

questo convento di s. Bernardino anche in altri giorni festivi, e feriali.<br />

25 luglio 1803<br />

Li 25 lunedì mattina dal Governo provisorio austriaco di Trento per mezzo del colonnello<br />

Prugger, fu intimata la soppressione totale del convento di san Francesco di Minori<br />

Conventuali 43 , ed al Collegio di s. Maria Maddalena de' chierici Regolari Somaschi, entrambi di<br />

Trento, dal barone Giovanni di Schluga 44 .<br />

Li Conventuali sono il P. Bernardino Borghese da Mechel Guardiano d'anni 65, il P. Francesco<br />

Viganoni di Roveredo d'anni 67, il P. Domenico Ielico da Cavalese d'anni 58, il P. Vigilio Ioas<br />

di Trento d'anni 29, il P. Vincenzo Maccani da Cles d'anni 52, P. Gaetano Marchetti di Trento,<br />

F. Francesco Bernardi da Cognola laico vecchio, oltre gli assenti. Li Somaschi poi il P.<br />

Gioachino Sola da Pavia Preposito d'anni 61, il P. Francesco Gasperini da Roveredo d'anni 79 e<br />

mezzo, il P. Agostino Bertoldi da Cles d'anni 53, il P. Aloisio quondam Giovanni Aloisio<br />

Zambaiti di Trento d'anni 35, il P. Giuseppe Lazari di Trento d'anni 34. Fra Giacomo Menegotti<br />

di Bedollo laico d'anni 79, maestro di gramatica. Era Vicario parrocchiale per gli stessi PP.<br />

Somaschi a s. Maddalena il P. Vincenzo Maccani da Cles francescano Conventuale. Il P.<br />

Borghese Guardiano dovette consegnare subito subito tutto il danaro, ed anche quel poco che<br />

per l'uso cotidiano teneva in tasca. Tale intimazione fu fatta ad una stessa ora in ambidue i<br />

luoghi, con questo che gl'individui restino secolarizzati. Nella lettera di soppressione furono<br />

detti ex Religiosi. Cominciarono li Francescani ad abitare il detto convento dopo d'averlo rifatto<br />

43 Il capitale de' conventuali fu trovato di fiorini 31.000, oltre la chiesa, e convento.<br />

44 Più avanti è scritto Slugen.<br />

32


nel primo giorno dell'ottobre scaduto ex dictis supra al primo ottobre 1802. Né gli uni, né gli<br />

altri sono compassionati da' trentini. Il Padre Sola fu nostro Riformato nella <strong>Provincia</strong> di Milano<br />

nel 1777, lettore teologo, e predicatore quotidiano. Diventò Somasco ad istanza del P. Generale<br />

de' Somaschi, e con consenso del P. Commissario Bonaventura di Piacenza, perché l'imperatore<br />

austriaco minacciò la soppressione de' Frati mendicanti. Il detto padre venne a Trento per esser<br />

anche piovano; ma il P. Maccani troppo ha indugiato il ritorno al suo convento, benché s'avesse<br />

in esso fatte due buone, e belle camerine.<br />

30 luglio 1803<br />

Li 30 sabato d'ordine del sig. Commissario Strobele furono sigillati gli archivi del vescovo, e del<br />

Capitolo di Trento.<br />

31 luglio 1803<br />

Li 31, domenica, li nostri Padri sono stati a supplire per li signori curati di Aldeno, Sardagna, e<br />

Cognola: a dire la Messa prima in Ravina, ed a s. Bartolommeo di Villazzano; a dire l'ultima al<br />

Suffragio di Trento, e la conventuale a santa Chiara.<br />

1 agosto 1803<br />

Nel primo di agosto con un carro furono condotti nel castello di Trento i libri del convento di<br />

san Francesco.<br />

Nel medesimo giorno il sig. Antonio Fedrigoni botteghiero di Trento ci ha mandato una galleda<br />

d'olio affinché in ogni martedì per tutto un anno accendiamo a s. Antonio nostro la lampada.<br />

6 agosto 1803<br />

Li sei agosto, sabato, il sig. don Giovanni Putzer da Taufers, professore di sacra Scrittura nel<br />

seminario di Trento fu onorato da sua maestà Francesco secondo con una croce d'oro per avere<br />

assistito ai soldati ammalati al tempo della guerra. Gli fu appesa al collo dal sig. Gio. di Strobl<br />

commissario aulico, e vice presidente del Governo dell'Austria Superiore, alla presenza<br />

dell'imperial regia delegazione politica, del capo console, e d'un altro console invitati apposta.<br />

14 agosto 1803<br />

Li 14, domenica li nostri Padri sono stati a servire in Villa Montana 45 , Gardolo, Aviso, Ravina,<br />

Villazzano, Suffragio, s. Chiara. Così poco più, poco meno fanno ogni festa.<br />

21 agosto 1803<br />

Li 21 domenica in Trento fu fatta la solita processione e funzione del voto della città. Furonvi<br />

anche li Padri Conventuali, benché sia stata loro intimata la soppressione. Li nostri invitati per<br />

le nove ed un quarto dovettero aspettare molto nel Duomo e furono di ritorno alle undici e<br />

mezza. Furono 17 in numero.<br />

26 agosto 1803<br />

Li 26 venerdì alcuni uomini lavaronesi cominciarono a cavare de' sassi sul nostro monte per fare<br />

de' ripari alla Fersina, mandati dal Magistrato consolare, che ci chiese licenza di permettere tal<br />

cava.<br />

28 agosto 1803<br />

Li 28 agosto sono partiti da questo nostro convento li due roncognini 46 Bartolommedi, che vi<br />

vennero nel giornom 13 per avere ammazzato uno andato per rubar loro de' persici. Sono andati<br />

nelle giurisdizioni de' Conti di Lodrone.<br />

45 *Villamontagna.<br />

46 *Da Roncogno.<br />

33


6 settembre 1803<br />

Li sei di settembre il P. Gioachino Sola da Pavia Preposito de' Padri Somaschi a s. Maddalena di<br />

Trento, mi ha detto che in breve la sua Religione terrà Capitolo generale in Amelia città<br />

dell'Umbria per eleggere un Generale; e che egli per dispensa di Pio VII potrà mandarvi il suo<br />

voto sigillato senza portarvisi personalmente, attese le turbolenze moderne cagionate delle<br />

guerre, e dalle mutazioni di Governo.<br />

9 settembre 1803<br />

Li nove, giorno di venerdì, in Trento fu fatta dal Duomo la solita processione a Santa Maria<br />

Maggiore colla Messa votiva solenne per il voto provinciale fatto nel 1703 per la liberazione<br />

dall'assedio de' francesi. Vi furono tutti li Regolari, anche li francescani. Cantò la Messa il sig.<br />

don Battista Bonetti di Molveno cappellano del Duomo.<br />

Negli ultimi di questo mese d'ordine dell'imp. regia provisoria delegazione in publico-politicis<br />

di Trento nel castello di Trento furono posti in pubblico incanto li graspati, ch'erano di ragione<br />

della Camera, Mensa, e Capitolo di Trento, cioè li graspati delle decime di Centa, Contorna,<br />

Povo, Mar, Sopramonte, Fornas 47 , Campotrentino, Muralta, Mesiano, s. Bartolommeo,<br />

Villazzano, Grezzi di Mattarello, Albere, Lamar, Paradiso, Aquila, Pedigaza, Padergnone, Pian<br />

di Sarca, Cavedine, masi dodici di Sarca.<br />

2 ottobre 1803<br />

Li due domenica e festa del ss. Rosario i nostri Padri furono a predicare in Meano, Gardolo,<br />

Cognola, Mattarello, Aldeno e per accidente in Terlago. In Aldeno fu fatta una solennità<br />

straordinaria, e molto sfarzosa, per cui fu stampato un sonetto intitolato: Solennizzandosi<br />

mirabilmente in Aldeno li 2 ottobre dell'anno 1803 il giorno glorioso, e trionfante della<br />

Beatissima Vergine del ss. Rosario sonetto umiliato al merito singolare dell'illustre e reverendo<br />

signor don Giovanni Maria de' Gaspari curato degnissimo dello stesso luogo... In attestato del<br />

più giusto, ed esultante piacere B. L. In Trento, presso Simone Girolamo Battisti, con lic. de'<br />

sup.<br />

4 ottobre 1803<br />

Li quattro, festa del nostro Serafico padre s. Francesco nel Duomo di Trento per solennizzare il<br />

giorno nomastico di sua maestà nostro sovrano fu cantata una Messa da monsignor Conte Manci<br />

decano, coll'intervento del signore Strobele commissario regio, del Consiglio aulico, del<br />

Magistrato civico, della soldatesca. ed anche di due nostri Religiosi. Li soldati fecero strepito<br />

coi loro moschetti, e le campane del Duomo col loro suono, anche nella sera precedente. Nella<br />

detta Messa fu cantato anche il Credo.<br />

10 ottobre 1803<br />

Li dieci, lunedì, dai trentini si diede principio alle vendemmie. Li due primi giorni sono per li<br />

così detti orti, e Ghiare.<br />

5 ottobre 1803 [sic]<br />

Li cinque di mattina cessarono di cavare sassi nel nostro monte gli uomini lavaronesi, perché<br />

disgustati dal Magistrato, che diede ad altri la fabbrica de' muri, già promessa ai lavaronesi.<br />

24 ottobre 1803<br />

Li 24 ottobre, giorno di lunedì, circa le sette di mattina li Padri Minori Conventuali hanno<br />

risegnato il loro convento di s. Francesco al Governo austriaco di Trento, che vi metterà de'<br />

soldati. Sono stati tutti secolarizzati. Tal giorno fu travagliato da vento crudo, e gagliardo, non<br />

però continuo.<br />

47 *Fornace.<br />

34


25 ottobre 1803<br />

Li 25 ottobre di mattina lui padri Somaschi hanno risegnato il loro Collegio al suddetto<br />

Governo, e restarono tutti secolarizzati. Frattanto avranno 48 carantani al giorno, e li<br />

Conventuali 45. L'esecutore imperiale rapporto ai Somaschi fu un certo Slugen, e rapporto ai<br />

Conventuali un certo Prugger.<br />

29 ottobre 1803<br />

Li 29 ottobre, sabato di sera è arrivato a Trento il signor Conte Giovanni Nepomuceno di<br />

Welsperg nuovo presidente di questo governo trentino. Fu incontrato solennemente dai deputati<br />

del Magistrato consolare a Gardolo.<br />

1-4 novembre 1803<br />

Ne' primi quattro primi giorni ha predicato alla Morte di Trento il nostro P. Francesco Maria da<br />

Panchiato 48 . E ne' seguenti altri quattro giorni al Suffragio il sig. don Andrea Bonmassar<br />

Barbazza di Trento, primessario di Povo d'anni 30.<br />

6 novembre 1803<br />

Nel giorno sesto, essendo domenica, li Padri Filippini cominciarono a fare da parrochi in s.<br />

Maria Maddalena di Trento. Nello stesso giorno in Trento li commedianti ripigliarono le loro<br />

diaboliche azioni.<br />

8 novembre 1803<br />

Nella mattina dell'ottavo giorno sul Cantone di Trento un botteghiero Conta sarte, ha commesso<br />

un delitto micidiale 49 con una donna di Torchio, per cui fu subito carcerato.<br />

Nello stesso giorno mi fu detto, che ora ogni lettera, che va fuori dello Stato austriaco dee<br />

pagarsi alla posta sedici carentani.<br />

9 novembre 1803<br />

Nella sera de' nove fu messo il fuoco nel fornello del nostro refettorio. Cessò li 20 marzo.<br />

14 novembre 1803<br />

Nel giorno 14 in Trento una donna roveretana arrabbiata ha dato ad una sua serva criminalmente<br />

con un'arma un taglio.<br />

15 novembre 1803<br />

Nel giorno 15 in Trento è morta una giovine per aver preso una pozione abortiva. Altri però<br />

dicono, che non è ancora morta.<br />

18 novembre 1803<br />

Li 19, sabato, li PP. Filippini cenarono tutti in s. Maddalena. Ora la chiesa di s. Trinità si<br />

profana, e si disfà. L'altar maggiore di marmo assai grande fu venduto alla chiesa parrocchiale<br />

di Revò nell'Anaunia per fiorini dodici cento.<br />

26 novembre 1803<br />

Li 26, sabato di sera dalla posta il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le ha ricevuto lettera dai Padri<br />

Guardiano, e Vicario de' nostri Padri Recolletti di Salisburgo, con cui gli domandano due<br />

de'nostri Padri, che vadano là come Missionari, probi, e dotti, a predicare, e fare i catechismi in<br />

lingua italiana ogni festa nella loro chiesa aulica, così volendo quel serenissimo elettore<br />

Ferdinando Arciduca d'Austria, già Gran Duca di Toscana, e fratello dell'imperatore Francesco<br />

48 *Panchià.<br />

49 *Omicidio.<br />

35


secondo. Furono a ciò destinati li Padri Filippo 50 da Mezzo-Tedesco 51 lettore attuale di teologia,<br />

e predicatore attuale annualista di questo Duomo, e Davide 52 da Tiarno Guardiano attuale di<br />

Trento.<br />

4 dicembre 1803<br />

Li 4 dicembre, domenica, dopo il mezzodì cominciò a nevicare in questo nostro convento. Li<br />

cinque nevicò e piovette.<br />

Da qualche giorno in qua si parla di guerra incominciata fra la Baviera e l'Austria.<br />

8 dicembre 1803<br />

Gli otto, giovedì festa dell'immacolata Concezione di Maria Santissima Nostra Signora, li<br />

confratelli della Compagnia di tal titolo, che fu nella chiesa di san Francesco de' PP.<br />

Conventuali ora soppressa da Francesco secondo, hanno solennizzata tal festa nella chiesa<br />

parrocchiale di s. Maria Maddalena de' PP. Filippini. Vi sermoneggiò la mattina il P. Gioachino<br />

Sola da Pavia ex Preposito degli ora soppressi padri Somaschi, perché fu incombenzato a ciò da'<br />

PP. Conventuali avanti, che fosse loro intimata la soppressione.<br />

Predicatori nostri avventuali.<br />

Trento nel Duomo, il P. lettore Filippo da Mestodesco 53 .<br />

Aldeno, il P. Davide da Tiarno Guardiano<br />

Besenello, Il P. Amando che vi fece pure una Missione.<br />

Romagnano, il P. Francesco Maria da Panchiato 54 .<br />

Cognola, il P. Ilario dai Bampi confessore a s. Michele.<br />

Gardolo, il P. Vicario Cesario da Melombardo 55<br />

Ivi dialogista maestro il P. Gio. Pio da Moena.<br />

Verla, il P. Cirillo da Cles stando a Melombardo.<br />

Strigno, il P. Guardiano Massimo da Volano. Ci fu chiesto predicatore anche da meano, ma per<br />

giusti motivi non si mandò.<br />

In Povo predica un Padre cappuccino.<br />

In s. Maria Maggiore il P. Stefano Bellesini Agostiniano, in vece del signor don Giuseppe<br />

Borzati di Trento.<br />

14 dicembre 1803<br />

Li 14 dicembre, mercoledì ho veduto portare il cadavere d'un soldato dalla città al cimitero<br />

comune di s. Francesco, accompagnato da un solo sacerdote colla cotta e stola, e da circa trenta<br />

soldati. Uno di essi portava la croce mortuale sull'asta. Uno batteva leggermente il tamburo, ed<br />

uno dava qualche zufolata. Niuno recitò Salmi, od altre orazioni. Li soldati portavano gli<br />

archibusi rovesciati a terra. Niuno ebbe alcun lume né di olio, né di cera. Nel ritorno portarono<br />

gli archibusi su le spalle, batterono il tamburo, e suonarono il zufolotto lietamente.<br />

Su la porta del già convento di s. Francesco ho veduto l'Arma imperiale.<br />

15 dicembre 1803<br />

Li quindici è caduta la neve seconda; ma poca.<br />

50 *Panizza.<br />

51 *Mezzocorona.<br />

52 *Degara.<br />

53 *Mezzocorona.<br />

54 *Panchià.<br />

55 *Mezzolombardo.<br />

36


16 dicembre 1803<br />

Li sedici di sera la terza; ma poca.<br />

Avendo il Governo d'Insprugg chiesto il numero e l'età de' nostri novizzi, attesa la supplica<br />

presentata all'imperatore Francesco secondo, il P. <strong>Provincia</strong>le gli ha risposto li 29 novembre.<br />

25 dicembre 1803<br />

Li 25 dicembre domenica e festa del ss. Natale di nostro Signore Gesù Cristo noi abbiamo fatta<br />

la nostra solita funzione delle dieci e mezza di notte sino dopo le due. Fuvvi uno<br />

straordinariamente copioso concorso di cristiani, anche della città e de' masi non lontani troppo<br />

da noi.<br />

Ne' seguenti giorni ha fatto una specie di Missione in Covalo del Sopramonte sua patria il nostro<br />

Padre Amando Veronesio 56 .<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO 1804.<br />

1 gennaio 1804<br />

Nel primo giorno di gennaio, domenica dopo il vespro il nostro P. Francesco Maria da<br />

Panchiato 57 ha predicato secondo il solito nella chiesa delle Fradaglie.<br />

Nel medesimo giorno il figlio secondogenito del fu bottegaio Domenico Hosele di Trento. che<br />

affittò tanti anni ai scelerato commedianti la sua casa, si ha buttato ed affogato nell'Adige.<br />

Nel giorno precedente un Bonolli trentino per liberarsi dalla sua matrigna, ha bevuto un forte<br />

veleno.<br />

2 gennaio 1804<br />

Nel giorno secondo ha nevicato la quarta volta, e poi ha piovuto.<br />

3 gennaio 1804<br />

Nella mattina del giorno terzo, un giovine Gaetano Betta d'anni 19 di Roveredo, soldato cadetto,<br />

venne a questo nostro convento da Insprugg, accompagnato da un caporale, condannato a starvi<br />

qualche tempo come giacobino dal sig. Baroni di Sacco residente in Insprugg, ad istanza del di<br />

lui padre. Vi venne senza sapere della condanna, e subito protestò di ammazzarsi piuttosto, che<br />

stare qui in convento. Ma poi si quietò alquanto 58 .<br />

6 gennaio 1804<br />

Nel giorno sesto ha nevicato e piovuto.<br />

Predicatori quaresimali destinati dalla Curia ecclesiastica.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Concini Niccolò curato di Garniga.<br />

Avio, don Francesco Balisti di Brentonico.<br />

Banale, don Chizzola Luigi di Mori.<br />

Besenello, e Mattarello, don Bortolotti Tommaso cappellano di Marco.<br />

Blegio, o s. Croce, don Torresanelli Carlo cappellano del Banale.<br />

Brentonico, don Turrini Innocenzo di Roveredo.<br />

Calavino, don Zambaiti Luigi Somasco.<br />

Cavedine, don Faccioli Giacomo cappellano di Brentonico.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Bonmassar Andrea primessario di Povo.<br />

Condino, don Zanotti Gio. Antonio di Riva.<br />

Corredo, e Smarano, don Speranza Stefano curato di Brione.<br />

56 *Veronesi.<br />

57 *Panchià.<br />

58 Vedi sotto al 4 giugno 1804.<br />

37


Denno, e Flavone, don Barisella Gio. Battista cappellano di Corredo 59 .<br />

Livo, don Conci Romedio di Malé.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Scrinzi Bartolommeo di Lizzana.<br />

Malé, don Bresadola G. Battista curato di Plazzola 60 .<br />

Mori, don Cattani Salvador curato di Termone 61 .<br />

Ossana, don Fattarsi Giacomo curato di Comasine.<br />

Pergine, don Colombarola Primo di Trento.<br />

Rendena, don Santi Gio. Battista di Riva.<br />

Revò, e Clotz 62 , don Poli Domenico di Storo.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Valle Matteo curato di Pannone.<br />

Spor, e Vigo, don Pasotti Gio. curato di Loverno.<br />

Taio, e Torri 63 , don Marani Pietro curato di Biacesa.<br />

Tasullo, don Giuliani Gio. cappellano di Fondo.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Leonardi Giacopo curato di Vezzano.<br />

Tione, don Nicolini Giovanni di Pras.<br />

Val di Bono, don Walter Gio. Battaista di Noriglio.<br />

Val di Ledro, Macchioni P. Luigi Minore Conventuale.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Armanini Gio. Cappellano di Sarca.<br />

Villa Lagarina, don Gasperi Gio. Maria curato di Aldeno.<br />

s. Zeno, e Dambel, don Brutti Giuseppe cappellano di san Zeno.<br />

7 gennaio 1804<br />

Li sette ha nevicato, ed anche piovuto.<br />

8-9 gennaio 1804<br />

Gli otto, e nove ha piovuto.<br />

14 gennaio 1804<br />

Li 14 ha nevicato.<br />

15-16-20 e segg. gennaio 1804<br />

Li 15 e 16 ha piovuto. Così li 20, 21 e segg.<br />

Predicatori quaresimali nostri<br />

Gardolo, P. lettore e diffinitore Pietro Damiano.<br />

Meano, P. segretario Gasparo<br />

Ravina, e Romagnano, P. Vicario Cesario; poi ammalatosi, dopo la seconda domenica supplì il<br />

P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio.<br />

Albiano, P. Francesco Maria stando in Trento.<br />

Pressano, e Verla, P. Gio. Damasceno stando in Trento.<br />

Pinedo, P. Gio. Antonio stando in Pergine.<br />

Levico, P. Guardiano Daniele da Enno 64 .<br />

Borgo, P. Giuseppe da Primiero.<br />

Telve, P. Ciriaco Vicario di Pergine.<br />

Cavalese, P. lettore Illuminato da Cles.<br />

Tesaro, P. Guardiano Stefano da Sfruzzo 65 .<br />

59 *Coredo.<br />

60 *Piazzola.<br />

61 *Termon.<br />

62 *Cloz.<br />

63 *Torra.<br />

64 *Denno.<br />

38


Moena, e Pradazzo, P. Vicario Giorgio da Cles.<br />

Mezlombardo, P. Regalato da Cares.<br />

Meztodesco, P. lettore Sisinnio Maria.<br />

S. Michele, P. Mariano da Bordiana.<br />

Zambana, P. Guardiano Accursio.<br />

Cles, P. Amando da Covalo.<br />

Mechel, P. Guardiano Vito Antonio.<br />

Lomaso, P. Vicario Patrizio.<br />

Tenno, P. Gio. Evangelista.<br />

Drone, P. Vicario Niccolao.<br />

Arco, P. lettore Vigilio.<br />

S. Felice, P. Romedio<br />

Sacco, P. Giuseppe Maria.<br />

Roveredo s. Marco, don Gio. Antonio Rossi di Roveredo canonico della cattedrale di Vicenza, e<br />

prefetto di quelle scuole normali d'anni circa 48.<br />

Trento in Duomo, un Cappuccino P. Damaso d'Arco.<br />

Roncegno, P. Pietro Paolo<br />

Torcegno<br />

Strigno, niuno de' nostri.<br />

Nago<br />

Castelnuovo<br />

Noriglio<br />

5 febbraio 1804<br />

Li cinque febbraio ha nevicato; ma la neve sparì al comparire del sole.<br />

Seguì del vento freddo, e finalmente nel giorno 8 l'Adige si vide carico di ghiaccioni. Ne menò<br />

anche nel giorno nono.<br />

10 febbraio 1804<br />

Li dieci, giorno di venerdì, alcuni signori di Trento sono andati a mangiare di grasso<br />

allegramente in una villa (Zello) 66 vicina. Così ho inteso. Anche in città le mascare ed i festoni<br />

si mostrano senza ritegno.<br />

11 febbraio 1804<br />

Gli undici ho veduto l'eclisse del sole, ma non fece notte, benché tutto il giorno sia stato<br />

nuvoloso.<br />

12 febbraio 1804<br />

Li dodici dalla mattina sino alla sera nevicò grossamente, e poi piovette.<br />

In questi giorni li carnevalisti di Trento hanno fatto venire da Bus di Vella 30 asini.<br />

15 febbraio 1804<br />

Li quindici, giorno delle Ceneri, primo della sacrosanta Quaresima, il P. predicatore del Duomo<br />

di Trento Damaso Andreotti d'Arco Cappuccino, ha pubblicato la dispensa della carne<br />

conceduta dai superiori nella seguente Quaresima, eccettuato il detto mercoledì, quello delle<br />

Tempore, ed il mercoledì, e Giovedì Santo, oltre li venerdì e sabati. Ma li maldivoti la mangiano<br />

sempre anche senza dispensa.<br />

In Trento si divertono andando nella sera a vedere degli spettacoli teatrali.<br />

Li signori canonici di Trento essendo in procinto di conferire ad un altro Beneficio vacante per<br />

la morte del signor don Domenico Ducato 67 , ricevette ordine di non pensare a ciò dal sig.<br />

65 *Sfruz.<br />

66 *Zel.<br />

39


commissario Strobele. Il simile fu intimato alla Curia ecclesiastica rapporto alla parrocchia di<br />

Lizzana vacante per la morte del sig. don Bartolommeo Malanotti. Poi rapporto ai benefici li<br />

canonici furono rimessi in libertà di conferirli.<br />

1 marzo 1804<br />

Nel primo giorno di marzo soffiò tanto il vento, e fu così crudo, che non potemmo andare alla<br />

predica in città.<br />

2 marzo 1804<br />

Nel giorno secondo l'Adige menò ghiaccioni.<br />

Nel detto giorno primo fu in Trento pubblicato un nuovo regolamento del Trentino.<br />

16 marzo 1804<br />

Li 16, venerdì dal Magistrato consolare di Trento fu data un'accademia nel palazzo civico al sig.<br />

commissario Gio. Strobele, e fu illuminata la strada dal castello sino al detto palazzo, pere<br />

essere in procinto di partire da Trento. L'aggradì, e protestò, che fu troppo dispendiosa, contro il<br />

suo genio. Degli avanzi del rinfresco furono dati all'ospitale italiano detto la Ca di Dio. Ai non<br />

militari fu vietato l'entrare nell'accademia predetta con gli stivali.<br />

19 marzo 1804<br />

Li 19 , lunedì, festa di s. Gioseppe di mattina è partito da Trento per Salorno, Merano ecc. il<br />

lodato Strobele; in cui luogo sta ora il sig. Conte Gio. di Welsperg.<br />

Nella medesima festa predicò nella chiesa de' PP. Carmelitani Scalzi alle Laste in onore di s.<br />

Gioseppe il nostro P. Francesco Maria da Panchiato 68 .<br />

8 aprile 1804<br />

Gli otto aprile, domenica, predicò in s. Maddalena di Trento per la Compagnia dell'Angelo<br />

Custode, di mattina, il nostro P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio da Cles.<br />

Nelle tre feste di Pasqua, ed in quella di san Francesco Paolano predicò nella chiesa della<br />

Nunciata il nostro P. Francesco Maria.<br />

12 aprile 1804<br />

Li dodici aprile sotto il nostro pranzo un ladro fu su la nostra loggia provincialesca.<br />

22 aprile 1804<br />

Li 22, domenica terza il nostro P. lettore, e diffinitore Pietro Damiano da Borgo ha fatto il<br />

panegirico di s. Simonino nella chiesa parrocchiale di san Pietro in Trento.<br />

15 aprile 1804 [sic]<br />

Li 15, domenica, il nostro P. Regalato da Cares ha fatto nel Duomo di Trento il panegirico della<br />

Dolorata. Non fu fatta la solita solenne processione perché il tempo fu piovoso.<br />

24 aprile 1804<br />

Li 24, martedì qui a Trento abbiamo tenuta la nostra Congregazione annuale. Li 26 poi<br />

abbiamo accettato de'novizzi per chierici, e laici.<br />

Li concorsi per chierici furono dodici, e per laici quattordici, Li 27 venerdì abbiamo terminate le<br />

sessioni, e soscritti gli atti 69 .<br />

67<br />

*Ducati.<br />

68<br />

*Panchià.<br />

69<br />

*Il P. Giangrisostomo <strong>Tovazzi</strong> era definitore provinciale e quindi partecipò alla Congregazione<br />

suddetta.<br />

40


Tavole nove del 1804.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Michel Angelo<br />

Vicario P. Amando<br />

P. Agostino<br />

P. Giovanni Grisostomo<br />

P. Gaudenzio<br />

P. Illuminato lettore<br />

P. Ignazio<br />

P. Ilario confessore<br />

P. Vito Antonio<br />

P. Leonardo<br />

P. Alberto<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

F. Vincenzo Maria<br />

F. Clemente<br />

F. Maurizio<br />

P. Candido sacerdote<br />

F. Casimiro<br />

Fratelli<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Masseo<br />

F. Santo<br />

F. Vincenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Modesto<br />

F. Nazario<br />

F. Cosmo –Giacomo<br />

F. Massenzio novizio<br />

Infermeria<br />

P. Ignazio<br />

F. Feliciano<br />

F. Salvadore<br />

F. Placido, poi defunto<br />

P. Pietroantonio poi defunto<br />

F. Giulio Terziario venuto da Pergine li 25<br />

novembre<br />

Convento di Borgo<br />

Guardiano P. Fortunato, poi defunto<br />

Vicario P. Massimo<br />

P. Attanasio<br />

P. Simon Pietro<br />

41<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Gio. Evangelista, poi defunto<br />

Vicario e maestro P. Lorenzo<br />

P. Pietro Damiano<br />

P. Paolo<br />

P. Cipriano<br />

P. Tommaso<br />

P. Giacinto<br />

P. Aloisio<br />

P. Gio. Antonio vice maestro<br />

P. Gio. Pio<br />

Fratelli<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Lorenzo<br />

F. Marcello Terziario<br />

novizzi ecc.<br />

Guardiano P. Geremia<br />

Vicario Prosdocimo<br />

P. Pietro Paolo<br />

P. Gio. Maria<br />

Convento di Pergine


P. Innocenzo<br />

P. Giuseppe<br />

P. Francesco Maria lettore<br />

P. Bernardino<br />

Chierici<br />

F. Francesco Antonio<br />

F. Gio. Francesco<br />

F. Carloantonio<br />

F. Gio. Pietro che nel novembre 1804 fu a<br />

Rodo.<br />

F. Teodoro<br />

F. Constantino<br />

F. Giuseppe<br />

F. Raimondo<br />

F. Claudiano<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Fratelli<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Giangiuseppe<br />

Vicario P. Casimiro, poi defunto<br />

P. Carlo Felice<br />

P. Isidoro<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

P. Eusebio<br />

P. Gio. Battista<br />

F. Umile<br />

F. Mattia<br />

F. Prospero<br />

F. Donato<br />

F. Felice<br />

Fratelli<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Accursio<br />

Vicario P. Gio. Damasceno<br />

P. Sisinnio Maria lettore<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Celestino<br />

P. Stefano<br />

42<br />

P. Ciriaco<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Bonaventura<br />

P. Gregorio<br />

P. Basilio<br />

F. Masseo<br />

F. Abbondio<br />

F. Ruffino<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. pacifico<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Daniele<br />

Vicario P. Anacleto<br />

P. Mariano<br />

P. Ippolito<br />

P. Emmanuele<br />

P. Carlo Felice da Bresimo<br />

P. Giuseppe Maria lettore<br />

P. Cirillo<br />

F. Ferdinando<br />

F. Crescenzio<br />

F. Apollinare<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Marco<br />

F. Pasquale<br />

F. Gaetano<br />

F. Domenico Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Niccolò<br />

Vicario P. Raffaele<br />

P. Ubaldo<br />

P. Patrizio<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Wenceslao


Studenti morale<br />

P. Pietro Alcantara<br />

P. Arcangelo Maria<br />

F. Sisto<br />

F. Ambrosio<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Ladislao Terziario<br />

Guardiano P. Giorgio<br />

Vicario P. Regalato<br />

P. Vigilio lettore<br />

P. Lattanzio<br />

P. Gerardo<br />

P. Romedio<br />

P. Saverio<br />

F. Lodovico<br />

F. Antonio<br />

Convento di Cavalese<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Vitale<br />

F. Silverio<br />

F. Bartolommeo<br />

F, Michele novizio<br />

F. Celso novizio<br />

F. Gio. Maria Terziario<br />

43<br />

P. Benedetto<br />

Fratelli<br />

F. Egidio<br />

F. Biasio<br />

F. Mauro<br />

F. Agnello Terziario<br />

P. Filippo<br />

P. Davide<br />

Salisburgo<br />

Roma<br />

F. Gioachino, partì da Trento li 28 aprile<br />

1804.<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Giuseppe Antonio<br />

Segretario P. Gasparo<br />

Furono pubblicate in Trento li 28 aprile di<br />

mattina.<br />

29 aprile 1804<br />

Li 29 aprile, domenica quarta dopo la Pasqua il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio da<br />

Cles ha predicato in san Marco di Trento de' Padri Agostiniani per la Madonna della Cintura; ed<br />

il nostro P. Francesco Maria da Panchiato 70 ha dato principio ad un ottavario di prediche<br />

quotidiane nella chiesa della Confraternita del Carmine, ordinato dalla Confraternita del Rosario<br />

esistente nella medesima chiesa. Nello stesso giorno fu solennissimamente trasferita la<br />

curazialità colla traslazione del ss. Sacramento dalla chiesa antica di san Bartolommeo alla<br />

chiesa nuova di santo Stefano presso Villazzano, dopo molte dispute, finite con un decreto<br />

aulico imperiale, confermativo del decreto capitolare di Trento 71 . Li contrari a tale traslazione<br />

non consentendo al decreto permissivo del Capitolo, volevano appellarsi a Roma. Ciò non fu<br />

70<br />

*Panchià.<br />

71<br />

Nel 1805 li 28 maggio, domenica, fu solennizzato l'anniversario di tale traslazione con sparo di<br />

mortari e campanò ecc.


loro permesso dal commissario austriaco Strobele, e questi mandò la causa a Vienna. In tal<br />

funzione uffiziò mons. decano Manci, e predicò don Domenico Zanoni di Enno d'anni 36,<br />

professore di rettorica nel seminario di Trento, benché nell'anno scorso sieno stati impegnati per<br />

tal discorso il nostro P. Filippo e poi il Padre Davide, che ora sono a Salisburgo predicatori<br />

aulici. Ho inteso, che a tal funzione non intervenne alcuno della parte contraria, detta dei masèri,<br />

cioè di quelli che abitano nei masi sotto san Bartolommeo.<br />

4 maggio 1804<br />

Li quattro da uno sbirro sono stato avvisato che più non diamo ricatto a contumaci della<br />

giustizia, perché ora non godono dell'immunità ecclesiastica. In fatti ne' giorni scorsi fu tolta dal<br />

Duomo di Trento una donna scappata dalla casa del cavalero 72 degli sbirri.<br />

8 maggio 1804<br />

Gli otto, martedì delle Rogazioni, alle otto in punto di mattina, fu in questa nostra chiesa la<br />

processione del Duomo coi signori canonici, ed i signori consoli vecchi.<br />

Ne' giorni sette ed otto dopo il vespro in questo nostro refettorio furono difese pubblicamente le<br />

tesi teologiche de Deo uno. Li difendenti furono il P. Bernardino da Carano, il P. Gio. Pio da<br />

Moena, e fra Vincenzio Maria da Cles. Gli argomentanti poi furono il canonico Gio. Battista<br />

barone Trentini, il sig. Giuseppe Antonio Menghin professore di teologia nel seminario, e<br />

provicario generale, il sig. Giuseppe Donati professore di teologia morale, e rettore del<br />

seminario, il sig. Gio. Battista Maistrelli professore di fisica, ed esaminatore prosinodale, il P.<br />

Domenico Battisti da Sovero 73 Preposito de' Filippini, e parroco di s. Maddalena, ed il P. Basilio<br />

Winckler di Trento lettore de' PP. Cappuccini 74 .<br />

La disputa per la Dio grazia, riuscì onorificentissima.<br />

9 maggio 1804<br />

Li nove fu portato un cartello a questa nostra sagrestia dal castello di Trento dato dalla Curia<br />

ecclesiastica perché li sacerdoti dicano nella santa Messa l'orazione Deus refugium, ad<br />

impetrandam felicitatem proximi partus augustissimae imperatricis Mariae Teresiae. Partorì gli<br />

8 giugno, e si seppe ciò in Trento li 22 giugno 75 .<br />

Leggo, che il Papa è impegnato perché il Conte Girolamo Coloredo arcivescovo di Salisburgo<br />

venga a Vienna a risedere nel suo arcivescovado, oppure, che lo rinunci.<br />

In questi giorni fu pubblicata sul Trentino la Costituzione dell'imperatore Giuseppe secondo<br />

circa i matrimoni data in Vienna nel 1783.<br />

20 maggio 1804<br />

Li 20, domenica della Pentecoste, e festa di s. Bernardino, noi abbiamo solennizzata la<br />

Pentecoste, ma non san Bernardino.<br />

23 maggio 1804<br />

Li 23, mercoledì, dopo il vespro due soldati tedeschi senza punto parlarci sono stati a misurare<br />

questo nostro convento, e l'orto con una pertica ecc. Così fanno anche in città, e ne' monti.<br />

Nella festa di s. Bernardino hanno visitata questa nostra chiesa secondo il loro solito le<br />

orfanelle, e nel giorno seguente ci hanno mandato la loro solita offerta di candele.<br />

31 maggio 1804<br />

Li 31 festa del Corpus Domini li nostri Religiosi sono stati alla solita processione. partirono dal<br />

convento alle sei e tre quarti, e furonvi di ritorno alle nove e quasi tre quarti. Dissero tutto<br />

72 *Bargello.<br />

73 *Sover.<br />

74 Questo P. Basilio nel 1805 è andato nella Valtellina.<br />

75 Vedi To. 6, epist. 2482.<br />

44


l'officio basso come negli anni precedenti. Furonvi anche i castellani, e li soldati moschettarono<br />

più volte.<br />

4 giugno 1804<br />

Li quattro, giorno di lunedì, subito dopo il pranzo avanti le dodici, il sig. Gaetano Betta, di cui<br />

sopra al 3 gennaio, non avendo profittato punto delle amorevoli esortazioni del suo signor zio<br />

Carlo, e delle nostre, ad istanza del detto suo zio, d'ordine del sig. colonnello Balteser, o sia<br />

Baldessari acquartierato in Trento, fu levato civilmente da questo nostro convento, e condotto a<br />

Trento in arresto dall'aiutante de lodato colonnello, e da due caporali non armati. Dicesi, che<br />

sarà mandato nel Bannato dell'Ungheria come soldato gregario, benché sia stato cadetto, e<br />

sargente. Abitò nella cella nuova del compagno provinciale 76 . Nella sera con un suo viglietto,<br />

spedito per mezzo di un soldato, dalla caserma, pregò il nostro padre Guardiano, che gli<br />

mandasse da mangiare. Quindi in una carta gli fu mandato un pezzo di torta risana 77 , e del pane.<br />

Nel giorno quinto fu qui nel nostro convento il di lui signor padre. Vedi sotto<br />

6 giugno 1804<br />

Nel giorno sesto la signora Maestra delle Fradaglie Teresa Volani mi ha mandato a dire, che le<br />

raccomandi al signor Iddio, perché temono di dover ancora cedere ai soldati la loro bella casa.<br />

Elleno hanno spedito una staffetta a Vienna per tal motivo.<br />

13 giugno 1804<br />

Li tredici hanno predicato ad onore di s. Antonio in Trento nella chiesa della Morte la mattina il<br />

sig. don Vincenzo Angeli, e nella chiesa di s. Maddalena la sera il sig. don Luigi Zambaiti ex<br />

Somasco.<br />

15 giugno 1804<br />

Il suddetto sig. Betta nella mattina del giorno quintodecimo fu levato dalla predetta caserma, e<br />

con un trasporto inviato verso Clagenfut capitale della Carinzia.<br />

26 giugno 1804<br />

Li 26, martedì, e festa di san Vigilio i nostri Religiosi sono stati secondo il solito alla<br />

processione e Messa del Duomo. Partirono dal convento alle otto e tre quarti, e furonvi di<br />

ritorno alle undici e quasi mezza. Officiò mons. decano Manci. Li soldati fecero più scariche di<br />

moschettaria; e sull'orchestra un musico teatrale straccò l'uditorio. Nella sera bella furono fatti li<br />

soliti fuochi artificiali, ma non riuscirono bene.<br />

1 luglio 1804<br />

Nella mattina del primo giorno di luglio, essendo domenica su gli scalini della porta di questa<br />

nostra chiesa fu ritrovata una creaturina carica di formiche, non incestata, e malarnesata. Fu<br />

subito portata alla sposa del giovane Fabris. Dopo il vespro ne demmo parte al cancelliere<br />

ecclesiastico. Questi ci mandò al governo del castello, e questo al Magistrato consolare radunato<br />

in corpore.<br />

3 luglio 1804<br />

Li tre di notte giunse a Trento per la via di Pergine il reale Arciduca Giovanni, per il quale<br />

furono suonate le campane di Cognola, e della città di Trento. Egli è nato li 20 gennaio 1782 in<br />

Firenze.<br />

76 *Il fratello che accompagnava il P. <strong>Provincia</strong>le nei suoi viaggi. Quando un Frate usciva di<br />

convento per qualche incombenza era sempre accompagnato da un altro frate sacerdote o semplice<br />

fratello.<br />

77 *Fatta con farina di riso.<br />

45


4 luglio 1804<br />

Li quattro ci venne un cartello della Curia ecclesiastica, perché nella santa Messa dicasi la<br />

colletta ad petendam pluviam. Piovette poi nello stesso giorno intorno al vespro.<br />

5 luglio 1804<br />

Li cinque, giorno di giovedì, un poco avanti le dodici meridiane, mentre stavamo alla mensa,<br />

fummo avvisati, ch'era in viaggio per venire a noi l'Arciduca Giovanni. Dunque ci alzammo, gli<br />

andammo incontro per la via della Via Crucis; la trovammo piena di cavalli, e d'uomini;<br />

udimmo, che voleva entrare per la porta di Cognola 78 ; ed in fatti vi entrò, ed andò diritto sul<br />

nostro monte. Gli tennero dietro li signori officianti, ed altri della di lui comitiva, ed anche il<br />

Padre Guardiano, Vicario, Agostino, Vitantonio ecc., co' quali parlò; e poi non volendo ritornare<br />

indietro, chiese due scale, sormontò la clausura, e partì con tutti li suoi verso la limonara, e sia<br />

cedrara del barone Klotz, e la porta dell'Aquila, con intenzione d'andare subito sul monte di s.<br />

Agata in Povo, e sul monte di san Rocco in Villazzano. Ai signori demmo dell'acqua, e del vino.<br />

Venne dalle Laste sino alla nostra clausura. Demmo pure del fieno ai di lui cavalli. Non andò a<br />

Povo, ma bensì alla caserma di s. Trinità. Dimandò quanti fossero i Frati nel nostro convento, ed<br />

avendogli risposto il Padre Guardiano, che sono dodici, soggiunse, che sono pochi.<br />

6 luglio 1804<br />

Li sei di mattina, circa le sette, sotto un continuo strepito de' mortari l'accennato Arciduca con<br />

un gran treno di carrozze è partito per Avis, e Fieme 79 . Egli ha ricusato l'offertogli ballo.<br />

Aggradì il giuoco del pallone, il pallone aerostatico, ed il bersaglio. Dall'imperatore ha 600<br />

fiorini al giorno 80 .<br />

Nei primi di luglio il seminario vescovile di Trento ha pubblicato il suo solito foglio qualificante<br />

li scolari della fisica, e della logica e metafisica, divisi in due classi. Li fisici furono 28, ed i<br />

logici e metafisici 30.<br />

9 luglio 1804<br />

Li nove luglio, lunedì, dopo il pranzo, nel palazzo Wolchensteiniano di Trento furono distribuiti<br />

li premi agli scolari del ginnasio trentino, che furono 85.<br />

12 luglio 1804<br />

Li 12 venerdì ho veduto rimettere la porta della fu chiesa di s. Francesco. Li villazzanesi hanno<br />

tolte le soglie della porta, e la bella porta della medesima chiesa fatta da' Padri Conventuali, e<br />

l'hanno ricompensata con un'altra porta. In tal cogiuntura fu levata la statua lapidea del Padre s.<br />

Francesco, che stava sopra la detta porta, vestito da Conventuale.<br />

16 luglio 1804<br />

Li 16 la detta statua benché rotta fu condotta in questo nostro convento di san Bernardino,<br />

perché dimandata dal P. Amando di Covalo nostro Vicario.<br />

Nel medesimo giorno fu detto in Trento, esservi ordine, che un nostro Frate sia condotto a<br />

Insprugg per avere parlato in dispregio dell'Arciduca Giovanni. Ma fu falso.<br />

17 luglio 1804<br />

Nel giorno 17 in Trento pure fu detto, che due nostri Frati furono gittati nell'Adige dai<br />

barcaiuoli mentre tra di loro contendevano. Ma finora li 19 per la Dio grazia non si sa essersi<br />

verificato né l'uno, né l'altro racconto. Così anche dopo.<br />

78<br />

*Dal convento di s. Bernardino si poteva uscire, per andare a Cognola e Pergine, da una porta che<br />

immetteva nell'attuale Salita <strong>Tovazzi</strong>, precisamente dove ora c'è la stanza del direttore e locale adiacente<br />

dell'attuale biblioteca san Bernardino.<br />

79<br />

*Valle di Fiemme.<br />

80<br />

Fu di ritorno in Vienna li 27 luglio.<br />

46


23 luglio 1804<br />

Nel giorno 23 ho veduto, e letto una censura d'un manoscritto trentino fatta, e segnata in<br />

Insprugg li 28 giugno 1804. In essa dicesi, che la censura de' libri non appartiene al Vicario<br />

vescovile, e che non si ammettono Confraternite oltre quella della Carità attiva. Fu cancellata<br />

dappertutto la parola Purgatorio. Si vuol sapere chi e quando abbia conceduto le Indulgenze. Fu<br />

cancellato il titolo dato ad una orazione perché dicevasi composta da una che passò dal<br />

Luteranesimo al cattolicismo. Furono pure cancellate delle parole aggettive verbi gratia Fornace<br />

d'amore ecc. Il libro fu composto dal sig. canonico Conte Carlo Pompeati per la Confraternita<br />

trentina della Buona Morte.<br />

29 luglio 1804<br />

Li 29 domenica nella chiesa di s. Martino fu solennizzata l'instituzione di una Società in onore<br />

della ss. Vergine Annunziata.<br />

30 luglio 1804<br />

Li 30 venne un maestro a lavorare introno alla suddetta statua. Lavorò li 30-31, 1-7 agosto, che<br />

nello stesso tempo.<br />

31 luglio 1804<br />

Li 31 luglio nel foglio nel foglio 61 della Gazzetta trentina, in data di Parigi 18 luglio, leggo<br />

così: In un decreto, col quale si ordina lo scioglimento delle Società de' Paccanaristi stabilite a<br />

Belley, ed Amiens, ed in altre città dell'impero sua maestà ordina, che debbansi eseguire<br />

puntualmente le leggi, che si oppongono all'ammissione di qualunque Ordine religioso, nel<br />

quale i rispettivi membri si leggano con voti perpetui, e che in avvenire non si possa formare<br />

sotto pretesto di religione alcuna associazione di uomini, o di donne.<br />

1 agosto 1804<br />

Il primo di questo, dopo il pranzo in Trento furono chiamati, ed arrestati dal militare dodici<br />

uomini, capi della comunità di Povo, perché ricusano costantemente di effettuare l'arrolamento<br />

militare, corrispondente al terreno, che hanno, scusandosi con dire, che eglino non sono<br />

proprietari di tal terreno, ma solamente coltivatori. Dicono, che ha loro data ragione il già<br />

commissario Strobele. La controversia poi fu terminata con questo, che Povo dia soltanto<br />

sessanta uomini, cioè la metà de' chiesta avanti, e quindi fu subito fatta l'estrazione a sorte<br />

innanzi li cinque del corrente.<br />

5 agosto 1804<br />

Li cinque domenica, festa della Porziuncola. Noi ebbimo molta gente forestiera da confessare, e<br />

comunicare, ed anche da alimentare. Nella sera dopo Compieta piovette, con due tuoni molto<br />

forti. Il secondo fu accompagnato da un fulmine, caduto presso l'ex campanile di s. Francesco.<br />

Sono stato sopra luoco per informarmi, ma non ho potuto avere una relazione uniforme, se non<br />

che non ha fatto alcun male. Ho pur inteso, che nello stesso tempo è caduto un fulmine presso il<br />

palazzo delle Albere, e che finì nell'Adige.<br />

8 agosto 1804<br />

Gli otto fu posta nella nicchia sopra il sepolcro della nostra chiesa la suddetta statua del nostro<br />

Serafico P. S. Francesco, ridotta maestrevolmente uniforme al nostro Ordine Riformato da certo<br />

Filippino di Rezzato bresciano tagliapietra. Nel giorno settimo precedente fu levata la statua<br />

lignea della Veronica per ristituirla al signori Volani 81 . La detta statua del S. P. Francesco fu<br />

benedetta dal Guardiano Michelangelo, e poi avanti di essa cantammo l'antifona Salve Sancte<br />

Pater col versetto, tre orazioni, e Benedicamus Domino solenne.<br />

81 *La Veronica fu ristituita ai Volani li 21 agosto.<br />

47


15 agosto 1804<br />

Li quindici è giunto a questo nostro convento da Bolgiano un Frate laico della <strong>Provincia</strong><br />

Recolletta di san Giuseppe nella Fiandra, detto fra Giuseppe Ginsheim da Mastrich d'anni 39,<br />

inviato verso Roma, perché la di lui <strong>Provincia</strong> fu soppressa da quel nuovo Governo.<br />

19 agosto 1804<br />

Li 19, domenica li nostri Religiosi num. 17 sono stati alla solita processione del voto della città.<br />

Partirono dal convento alle otto e tre quarti, e furonvi di ritorno alle undici ed un quarto. Cantò<br />

la Messa il sig. piovano del Duomo don Giacomo dal Sasso di Cavedago.<br />

In questo mese monsignor Vicario Zambaiti ha scritto al Governo d'Insprugg una molto buona<br />

lettera in lode, e favore della nostra <strong>Provincia</strong>, perché non ci venga dato l'incarico delle scuole<br />

dette Normali ecc.<br />

16 agosto 1804 [sic]<br />

Nel giorno sestodecimo, essendo giovedì, li nostri Religiosi con molti benefattori hanno<br />

solennizato in Roveredo la festa di san Rocco titolare di quella nostra chiesa ricuperata, e<br />

ristaurata dopo la partenza de' soldati, che la lasciarono per forza obbligati dall'imperatore.<br />

24 agosto 1804<br />

Li 24 agosto, in data di Roma 11 agosto leggo ch'è stato pubblicato in Napoli il Breve pontificio<br />

di Pio settimo pel richiamo dei Gesuiti con incredibile esultanza di ogni ceto di persone. Da<br />

tutte le bande corrono i buoni napoletani a portare danari, mobilio, effetti d'ogni genere per<br />

guernire le case, e provedere alla sussistenza dei figli di s. Ignazio, dai quali in questo riacceso<br />

entusiasmo si aspettano i maggiori vantaggi per l'educazione pubblica della religione. Così<br />

leggo stampato. Deo gratias.<br />

Leggo parimente in data di Roma 4 agosto, che finalmente è partito da Roma l'atteso Breve<br />

pontificio per ristabilimento dei Gesuiti in Napoli. Esso è stato diretto da sua Santità al Generale<br />

dell'Ordine, che si trovava in Russia, ed è spedito a sua maestà siciliana. Ricorrendo li 31 luglio<br />

prossimo passato la festa di s. Ignazio, fu essa qui celebrata con maggior pompa del solito, tanto<br />

nella chiesa del Gesù, che in quella del Collegio Romano. In s. Silvestro poi dove trovansi<br />

radunati li sacerdoti detti Paccnaristi, si celebrò la medesima festività con inusitato sfarzo. Vi<br />

cantò la Messa solenne lo stesso rev. sacerdote Paccanari, vi fu orazion panegirica, e la sera nel<br />

cortile interno della detta casa di s. Silvestro si vide una brillante illuminazione di torcie, e<br />

lanternoni, ed in fine tra i canti, e si suoni vi furono incendiati persino diversi fuochi d'artificio<br />

di nuovo disegno, e con figure rappresentanti diversi fatti del Santo, relativo alla conversione de'<br />

peccatori. Ita ibi.<br />

9 settembre 1804<br />

9, domenica siamo stati in num. 17 alla processione del Duomo per il voto provinciale fatto per<br />

la liberazione di Trento dall'assedio de' francesi del 1703. Fummo di ritorno al convento nostro<br />

di s. Bernardino alle undici e mezza. Furonvi anche i Padri Cappuccini n. 14, ed i Padri<br />

Agostiniani. Cantò in s. Maria la Messa votiva de Nativitate B.M.V. colla giunta dell'orazione<br />

pro gratiarum actione, il rev.do signor piovano del Duomo don Giacomo dal Sasso. Disse la<br />

Messa ut in festo cum gloria, credo, praefatio Et te in Nativitate, ac ultimo Evangelium In<br />

principio. Dopo furono cantate dai musici le Litanie lauretane. Poi il versetto Ora pro nobis,<br />

oratio Gratiam tuam. In fine S. Maria, ora pro nobis, ed il ritorno al Duomo, dove niuno si<br />

fermò<br />

Li soldati vogliono un altro convento in Trento per farsi un ospitale. Fu loro esibito il convento<br />

de' Padri Carmelitani Scalzi alle Laste sopra Trento, ma essi non lo vogliono, perché distante<br />

dalla città, e scarso di acqua. Li Carmelitani ora sono quattro soli, due sacerdoti, e due laici.<br />

48


14 settembre<br />

Nel giorno 14, venerdì, e festa dell'Esaltazione della santa Croce, mentre io stava nel<br />

confessionale di s. Chiara, ascoltando le confessioni delle monache, la Madre Badessa venne<br />

piangendo a dirmi, che li signori Clochi 82 cancellieri ecclesiastici sono stati nel parlatorio ad<br />

intimar loro, che partano dal loro monastero, e vadano alle Orsoline, e che li soldati sarebbero<br />

venuti a vedere il monastero ancor in quella era, dopo d'avere visitato il convento di s.<br />

Bernardino. In fatti vennero insieme col sig. capo console Pietro Conte Consolati, e nel partire<br />

dissero, che non temessero punto. Lo stesso dissero anche a san Bernardino [sic].<br />

15 settembre 1804<br />

Nel giorno 15, sabato, al fine del pranzo il compagni mio fra Vincenzo mi disse, che li Frati<br />

nostri nello stesso giorno avevano ricevuto ordine di lasciare ai soldati il convento, ed essi<br />

portarsi nel convento de' Padri Carmelitani alle Laste, e ciò alle undici del seguente giorno di<br />

domenica 16 settembre. Dunque senza perder tempo partimmo, e venimmo a s. Bernardino, e<br />

insieme a tutti gli altri lavorammo a sgombrare il convento e la chiesa. Subito fu disfatto il<br />

refettorio e la cucina da tanti manigoldi. (Vedi Epistolario, n. 1958). Dopo il pranzo de' 16,<br />

preso nell'infermeria, partirono per le laste i Religiosi tutti, eccettuati soltanto il P. Ignazio, il P.<br />

Ilario, il P. Vito, ed io, fra Feliciano, fra Salvadore, fra Abbondanzio, fra Vincenzo, fra Pietro, il<br />

Menego, ed il Giacomo rimasti nell'infermeria, concedutaci perché ai soldati bastava il<br />

convento, e strabbastava. Fra Placido è andato a Mezzolombardo. Fu subito fatto un bucco nella<br />

clausura del monte per andare alle Laste, e con moltissimi carri furono condotte alle Laste molte<br />

robe delle necessarie ogni giorno. Nella sera de' 15 ho rimandato alle Fradaglie con un carro le<br />

carte ed i libri del loro archivio, consegnate al loro vice massaro. Anche la sorgente della nostra<br />

acqua si è seccata, cosicché abbiamo appena un filetto d'acqua, ed io in questa mattina non ho<br />

potuto lavare una scodella. (Vedi Epistolario, p. 3738,9). Nella sera de' 16 dopo la cena fui<br />

chiamato dal signor Clemente Sartori, da cui venni ragguagliato, che per un nuovo decreto non<br />

sarebbero venuti più a s. Bernardino li soldati, e in vece sarebbero andati a s. Chiara, e che<br />

quelle monache sarebbero andate a casa pensionate. Dunque ancora in quella sera oscura<br />

mandai a s. Chiara il P. confessore Ilario con Fra Vincenzo. Li carri andarono da s. Bernardino<br />

alle Laste per la strada di Cognola, confinante colla porta dell'Aquila. Io ho bruciate moltissime<br />

delle mie carte e tutte le lettere scrittemi da molti. Ho inteso, che un signore di Trento fu quello,<br />

che ci procurò l'accennata disgrazia. Il Signor Iddio gli perdoni. Non posso registrare ogni cosa.<br />

Io ho protestato a ginocchia piegate, che voglio fare la giustissima volontà di Dio Signor nostro.<br />

Li nostri avversari furono due consoli. Così hanno detto gli stessi soldati.<br />

17 settembre 1804<br />

Li 17 di sera è venuto a vedere il convento un soldato graduato con un sig. canonico di Trento,<br />

Vincenzo barone Taxis. Il soldato riprovò, che sieno stati levati li vetri dalle tre foresterie. A<br />

tutte le altre celle furono lasciati gli scuretti e le spere di carta 83 .<br />

Più tardo venne sua ecc. il Conte di Welsperg forse stimolato dal detto soldato. Parlò soltanto<br />

con fra Pietro, che gli aprì la porta.<br />

Li Religiosi andati alle Laste sono i seguenti:<br />

Guardiano Michel Angelo di Roveredo<br />

Vicario Amando di Covelo<br />

Agostino di Vigo<br />

Gaudenzio di Trento<br />

Illuminato di Cles. Andato a Roveredo gli 8 ottobre.<br />

Leonardo da Sovero<br />

Alberto di Civezzano. Andato a Roveredo li 10 ottobre con fra Maurizio<br />

Candido dai Ragoli. Andato a Roveredo gli 8 ottobre<br />

82 *Cloch.<br />

83 *Carta al posto dei vetri negli sperelli.<br />

49


Chierici<br />

Vincenzio Maria di Cles. Fu ordinato sacerdote in Feltre li 22 sett. 1804.<br />

Clemente di Trento, ordinato accolito li 22 sett.<br />

Maurizio di Castagnedo 84 . Fu ordinato diacono li 23 sett.<br />

Casimiro di Pergine. Andato a Roveredo gli 8 ottobre con f. Clemente<br />

Fratelli<br />

Umile di Grauno, venuto a Trento li 4 settembre.<br />

Santo di Sfruzzo. Transiit Perginum 31 dec. 1804.<br />

Masseo venuto die 3 ianuarii<br />

Nazario di Portolo.<br />

Giacomo di Cavedine.<br />

17. Massenzio di cavedine. partì per Cles li 5 ottobre.<br />

Cosmo sta in città assistendo al Conte Bartolommeo Tabarelli.<br />

Placido è andato a Mezlombardo.<br />

19 settembre 1804<br />

Li 19 in s. Marco di Trento fra Prospero Strobele da Borgo chierico minorista lettore, avendo<br />

compiti gli anni 24 di etade, ha professato la Regola di s. Agostino, col consenso del castello, ed<br />

è subito partito per Feltre a ricevervi gli altri Ordini sino al sacerdozio inclusive. Egli per altro<br />

voleva essere nostro. Ma non avendo potuto, attese le leggi gioseffine, si fece chierico secolare e<br />

poi Agostiniano in Trento, allora non austriaco.<br />

Intendo che il Trabman arciprete di Borgo ha rinunciato nella scorsa domenica, e che fu<br />

nominato di lui successore il prete Frigo di Borgo.<br />

22 settembre 1804<br />

Li 22, sabato di mattina un altro chirurgo militare venuto apposta da Insprugg è stato a visitare<br />

questo nostro convento col sig. barone Taxis consigliere, col vice procuratore della città ecc.<br />

Nella sera venne ordine di levare gli usci delle celle, e degli studioli, e di rimettere le vetriate ai<br />

refettorio ecc<br />

In città si fa campanò per la festa di domani ad onore dell'aug. imperatore austriaco.<br />

Nella sera tarda sono venuti a s. Bernardino alcuni soldati a fare la guardia, perché domani<br />

verravvi il loro ospitale, quantunque niente siavi preparato per loro, né paglia, né lume, né altro.<br />

23 settembre 1804<br />

Alle nove di notte vennero degli altri soldati; circa poi le tre di mattina de' 23 cominciarono a<br />

venire gli ammalati, e continuarono tutta la mattina. Vennero da san Lorenzo n. 130. Tra di loro<br />

vi è una donna sola, ch'è moglie del chirurgo militare, ed un'altra dell'alfiere.<br />

24 settembre 1804<br />

Li 24 fra Abbondanzio fu chiamato a Cognola dal sig. Giuseppe Lupi di Trento, sorpreso da un<br />

colpetto apopletico nella casa del sig. don Filippo Consolati. Guarì.<br />

25 settembre 1804<br />

Li 25, martedì alle 10 di mattina dovemmo levare da tutte le celle del dormitorio gli usci,<br />

d'ordine del chirurgo militare.<br />

Nel foglio 77 dello stesso giorno 25, leggo, che li 23 alle ore 10 di mattina, dalla loggia del<br />

palazzo pretorio di Trento fu pubblicata la sovrana patente degli undici agosto anno corrente,<br />

colla quale sua maestà l'imperadore Francesco secondo si è determinato di solennemente<br />

assumere, e stabilire per sé, ed i suoi successori all'indivisibile possesso de' suoi regni, e Stati<br />

84 *Castagné.<br />

50


indipendenti il Tirolo, e la dignità d'imperatore ereditario d'Austria. E che dopo cantò Messa col<br />

Te Deum monsig. decano Conte Manci.<br />

27 settembre 1804<br />

Li 27 dovemmo rimettere i vetri al refettorio, alle tre foresterie ecc. e gli scuretti alle celle.<br />

28 settembre 1804<br />

Li 28 dovemmo far aprire il salvarobbe dallo schlosser Bastiano, perché li soldati hanno<br />

lasciato, e chiuso in esso la chiave.<br />

Sono stato assicurato, che li soldati nelle passate notti sono usciti dalla clausura e sono stati a<br />

foraggiare.<br />

In città parlasi ancora contro le monache di Santa Chiara per far ivi l'ospitale militare.<br />

Il capo chirurgo militare, che sta in questo nostro convento, colla sua moglie, e co' suoi 3<br />

figliuoletti, si nomina di proprio pugno Antonio Brosenbach ecc. primo medico. Egli è cattolico<br />

e porta seco l'immagine della Madonna di Absam, per avere ottenuto coll'invocazione della<br />

medesima un felice parto alla sua consorte 85 . Egli è boemo, nativo di Collin.<br />

28 settembre 1804<br />

Li 28 venerdì dal cappellano militare fu dato il Viatico, e l'Olio Santo a sei soldati di questo<br />

nostro convento. Pigliò l'uno, e l'altro dalla nostra cappella dell'infermeria, e fu assistito dal<br />

nostro Padre Vitantonio.<br />

29 settembre 1804<br />

Li 29, sabato, cantò Messa in s. Michele il sig. canonico Benedetto barone Gentilotti, mandato<br />

da monsignor Vicario canonico Zambaiti, villeggiante in Vezzano. Ma al fine del pranzo il sig.<br />

cancelliere Pietro Cloch d'ordine del sig. presidente Conte di Welsperg, le avvisò, che circa le<br />

quattro di questa sera sarà visitato il loro monastero da un generale militare. In questa mattina<br />

un signore fu al monastero a chiedergli s'eranvi novità, perché iersera intese, ch'è venuta la di lui<br />

soppressione. Il detto generale venuto apposta da Venezia visitò il monastero indiligentemente,<br />

accompagnato dal consigliere Taxis, e dal chirurgo venuto da Insprugg, che scelse san<br />

Bernardino.<br />

In questa sera de' 29 ho veduto fermi li molini sotto s. Bernardino, perché li molinari non<br />

vogliono bagnare li grani coll'acqua de' nostri soldati.<br />

Ho inteso, che hanno presentato memoriale al Magistrato civico. Non l'hanno presentato avanti<br />

il primo d'ottobre.<br />

Il detto generale parla soltanto tedesco, e francese; nacque turco e s'è fatto cristiano cattolico. Fu<br />

prigioniere in Belgrado. Fece del mistero su li due catenacci della porta delle monache; ma la<br />

Madre Perenstich gli rispose, che sono per quelli di fuori. Disse alle monache, che il Papa dà la<br />

benedizione Papale, ed egli la generale. Disse, che cerca un luogo per dugento infermi. Nella<br />

mattina de' 30 domenica, fu in s. Bernardino e scherzando disse ad un Religioso nostro, che<br />

questo convento è cresciuto 86 .<br />

30 settembre 1804<br />

Li 30, domenica nel nostro refettorio è morto un soldato giovine, il quale dovrà stare insepolto<br />

48 ore. Fu riposto in una stanza del chiostro verso il monte.<br />

85 Partorì nel giorno 18 di novembre in s. Chiara.<br />

86 Questo generale è venuto da Venezia collo stomaco aggravato per aver mangiato molte ostriche; ed è<br />

morto in Insprugg nell'ottobre o come altri dicono in Clausen.<br />

51


1 ottobre 18004<br />

Il primo d'ottobre sono stati sacramentati tre altri ammalati. Il Maggiore venuto con un capitano<br />

a visitare l'ospitale voleva far levare il pavimento del refettorio, che stava sotto le panche; fu<br />

però dissuaso dal P. Vito colla ragione, che sotto non evvi atro che terrazzo.<br />

2 ottobre 1804<br />

Li 2 di mattina fu portato al cimitero di san Francesco il suddetto morto dagli stessi soldati alla<br />

militare.<br />

3 ottobre 1804<br />

Li tre furono comunicati per Viatico tre soldati, ed unti coll'Olio Santo cinque.<br />

4 ottobre 1804<br />

Li 4 venne la risposta al memoriale del P. <strong>Provincia</strong>le per poter vestire novizzi, data in Insprugg<br />

gli 11 ed in Trento li 29 settembre. Contiene, che il P. <strong>Provincia</strong>le esibisca le fedi battesimali, e<br />

gli attestati degli studi di cadaun candidato al cesareo regio giudizio provinciale, ed unitovi<br />

capitaniato circolare ai confini d'Italia in Trento, per poterli poi inoltrare all'Ecc. Governo<br />

d'Insprugg.<br />

Li 4 festa del nostro Serafico Patriarca san Francesco, in Trento fu cantata nel Duomo una<br />

Messa dal canonico barone Gentilotti, coll'inno Te Deum, per festeggiare il giorno nomastico 87<br />

del nostro augustissimo sovrano Francesco secondo, che ora è nella Boemia. Il Magistrato<br />

civico ha fatto sparare de' mortari.<br />

5 ottobre 1804<br />

Nella notte venendo i cinque sono fuggiti da s. Bernardino tre soldati, uno de' quali faceva la<br />

sentinella.<br />

Oggidì fu comunicato per Viatico, ed unto un soldato. Nella sera fu chiusa la porta del<br />

campanello perché le sentinelle stieno dentro, e non fuggano.<br />

6 ottobre 1804<br />

Nel giorno sesto i soldati furono 92. Uno è morto, ed uno da me fu comunicato per Viatico, ed<br />

unto coll'Olio Santo alle otto di sera nel refettorio dirimpetto alla porta.<br />

Ho inteso, che li soldati in tempo di notte hanno portato nella roza de' molini con un congiale il<br />

deposito della latrina: la quale roza va per tutto Trento.<br />

7 ottobre 1804<br />

Li 7, domenica del Rosario, li nostri Religiosi sono stati a predicare in Aldeno, Mattarello,<br />

Povo, Cognola, Villamontana, Gardolo, e Meano, e due nella Giudicaria. Uno fu alla Ca di Dio<br />

a celebrare la santa Messa, un altro a confessare in Povo, ed il confessore delle monache a s.<br />

Chiara. Dopo il vespro in tredici siamo intervenuti alla processione solenne fatta dai confratelli<br />

del Rosario, dimoranti nella chiesa de' confratelli Carmelitani di Trento. Fummo pregati<br />

d'intervenirvi dal loro cappellano signor don Vigilio de' Bernardi a nome del signor Conte<br />

Alberto degli Alberti di Poia loro ministro, e vice presidente nel castello. Ciò fu cosa nuova.<br />

Furonvi pochissimi preti, tra' quali alcuni laici vestiti da preti. Furonvi pure due trombettieri del<br />

castello. Non vi furono altri Regolari, né confratelli cappati. La processione, in cui da sei uomini<br />

fu portata la statua di Maria Santissima, andò dal Carmine per la Contrada Longa sino al<br />

Cantone, passò per la chiesa di s. Pietro, per la Contrada di s. Vigilio, per la piazza Pretoria, per<br />

il Duomo, entratavi per la porta settentrionale, ed uscita per la occidentale, passò per la chiesa di<br />

s. Maria Maggiore, per la Contrada Prepositurale, per la Contrada della Portella, e finì nella<br />

chiesa del Carmine. Fuvvi molta gente. Li soldati furono schierati avanti la porta del seminario,<br />

ora caserma, e nella piazza Pretoria.<br />

87 *Onomastico.<br />

52


8 ottobre 1804<br />

Gli otto di mattina è morto qui un soldato luterano; ed io presso le undici ho dato il Viatico,<br />

l'Olio Santo, e l'assoluzione Papale ad un soldato polacco.<br />

In questa mattina sono partiti in zattera per Roveredo il P. Illuminato, col P. Candido, F.<br />

Clemente, e F. Casimiro, cui presto terranno dietro il P. Alberto, e F. Maurizio. Andarono li 10.<br />

Oggidì gi otto, dopo il vespro fu comunicato per Viatico, ed unto coll'Olio Santo un altro<br />

soldato polacco, giacente nella libreria vecchia. Fui presente.<br />

Gli otto, lunedì fu dato principio alla vendemmia generale.<br />

Nella sera è morto un altro soldato, e nella notte due altri. Perciò in questa mattina de' 9 sono in<br />

s. Bernardino quattro morti.<br />

Nella sera de' sette in Trento fuvvi una sessione consolare ecc. per decidere rapporto all'ospitale<br />

militare, che vuol farsi di nuovo. Si parla molto di s. Chiara, e delle orfanelle.<br />

9 ottobre 1804<br />

Nella mattina de' 9 qui è scampato un altro soldato de' convalescenti dopo d'avere ricevuto la<br />

collazione.<br />

10 ottobre 1804<br />

Nel giorno decimo sono stati trasportati all'ospitale di Mattarello 423 de' nostri soldati,<br />

piovendo.<br />

11 ottobre 1804<br />

Nel giorno undecimo furono estremati 88 dopo il vespro due altri de' nostri soldati dal loro<br />

cappellano.<br />

12-13 ottobre 1804<br />

Nel duodecimo è morto un soldato, e nella notte seguente un altro.<br />

14 ottobre 1804<br />

Nella notte venendo li 14 tra le 8 e le nove fu nella nostra cappella ad ascoltare la santa Messa il<br />

sig. segretario Bernardino Manci, co' suoi figliuoli, col maestro, e co' masadori, in tutti num. 8.<br />

Rapporto alle donne sonomi scusato ieridì. Perciò sono andate a Povo.<br />

Dopo il vespro il cappellano ha estremato 89 tre soldati me presente. Nella notte uno è morto.<br />

Ho inteso, che ieri sono partiti per Insprugg il sig. canonico barone Trentini, ed il sig. Conte<br />

Girolamo Salvetti in favore delle orfanelle. Ma in vano.<br />

Oggidì mattina fu intimato alle nostre monache, che in avvenire non vestano alcuna senza un<br />

attestato in scriptis d'un medico, che sia sana. Per altro una delle ricerche nostre si è, se il<br />

candidato sia sano, e vogliamo un attestato autentico.<br />

16 ottobre 1804<br />

Li sedici di sera il sig. presidente Conte Welsperg, in scriptis ha intimato alle monache, che<br />

vadano alle Laste; ai quattro Religiosi Carmelitani, che vadano in altri conventi della loro<br />

<strong>Provincia</strong>, oppure secolarizzati, e pensionati stiano in Trento; e che noi ritorniamo presto a san<br />

Bernardino tosto, che saranno partiti li soldati. Deo gratias. Deo gratias. Da Insprugg è venuto,<br />

che noi andiamo alle Orsoline frattanto, che venga evacuato dai soldati san Bernardino. Il<br />

Welsperg però ci ha esibito il castello. Noi ci siamo contentati di rannicchiarci nell'infermeria di<br />

s. Bernardino, pensando che sia per giorni.<br />

88 *Data loro l'Estrema Unzione, o Olio Santo.<br />

89 *Data loro l'Estrema Unzione, o Olio Santo.<br />

53


17 ottobre 1804<br />

Li 17 cominciammo a riportare le cose nostre dal convento lastano 90 a questo bernardiniano, e<br />

finimmo nel giorno 18, in cui di sera finirono di calare a s. Bernardino anche li nostri Religiosi.<br />

18 ottobre 1804<br />

Li 18 di mattina con una carrozza furono a vedere il convento lastano cinque Religiose, insieme<br />

col loro sindico Bertolini, col gastaldo, ed altri. Resteranno in una parte del detto convento i<br />

Padri Carmelitani. Fu detto alle monache, che ritorneranno a san Michele nella primavera. Così<br />

sia.<br />

Qui voglio registrare la spesa fatta ultimamente dalle dette monache nel rifare s. Michele.<br />

Al mastro muraro Caminada troni 84.745. Fanno fiorini 16.949 troni -.<br />

Al mastro tisler troni 1.103. Fanno fiorini 220 troni 3. 91<br />

Al mastro vedriaro troni 2.672. Fanno fiorini 534 troni 2.<br />

Al mastro Schlosser troni 2.745. Fanno fiorini 549 troni -. 92<br />

Tanto fu cavato dai libri maestri delle spese, e fummi dato dalla Madre Badessa Maria Barbara<br />

Maccana 93 di Cles.<br />

19-20 ottobre 1804<br />

Li 19 alcuni de' nostri Padri celebrarono nella nostra chiesa ianuis clausis. Così pure li 20.<br />

Nella stessa mattina finimmo di riportare a s. Bernardino le cose nostre, che stavano alle Laste.<br />

Nella sera de' venti, sabato, dissimo 94 il Mattutino nel coro ianuis clausis, suonammo<br />

l'Avemmaria, e demmo i soliti botti con una sola campana. Alle 9 il P. Vitantonio ha<br />

comunicato un soldato.<br />

21 ottobre 1804<br />

Li 21, domenica suonammo l'Avemmaria alle cinque e mezza; e dissimo nella chiesa quattro<br />

Messe, tutte suonate avanti le nove. Suonammo il mezzodì, e l'Avemmaria. Dissimo 95 il vespro,<br />

e la Compieta alle due, il Mattutino alle 4 e mezza senza suonare.<br />

22 ottobre 1804<br />

Li 22, lunedì dopo il pranzo sono andate alle Laste cinque Clarisse per ricevere le robe di s.<br />

Chiara, e starvi sin tanto che piacerà al Signor Iddio. Cioè la Madre Vicaria M. Gioseffa, Anna<br />

Chiara, Maria Domenica, suor Maddalena, suor Teresa.<br />

23 ottobre 1804<br />

Li 23 sono parimente andate alle Laste di mattina la Madre Marianna. L'Eberle. Suor Gioseffa<br />

Gaspari e suor Giovanna. Nella sera sonovi andate quattro altre. Nella medesima sera sono stati<br />

viaticati 96 due soldati, e nella notte morì un soldato gangrenoso, ed un altro.<br />

24 ottobre 1804<br />

Li 24 di mattina sono andate alle Laste la Madre Hadera 97 , la Madre Tabarella, la Madre<br />

Winclera 98 e la Madre Pola.<br />

90<br />

*Delle Laste.<br />

91<br />

*Tisler, = falegname.<br />

92<br />

*Schlosser = fabbro ferraio.<br />

93<br />

*Maccani.<br />

94<br />

*Dicemmo.<br />

95<br />

*Dicemmo.<br />

96<br />

*Comunicati per Viatico.<br />

97<br />

*Hader.<br />

98<br />

*Wincler.<br />

54


Nella notte seguente in s. Bernardino è morto un altro soldato, il quale sarà seppellito presso al<br />

palazzo delle Albere, come furono seppelliti tanti altri. Li primi furono seppelliti a san<br />

Francesco.<br />

Il presidente di questo nostro spedale si è Carlo Prunner dell'Alsazia alfiere non vecchio.<br />

Nel castello di Mattarello non più sonovi soldati.<br />

26 ottobre 1804<br />

Li 26, venerdì di mattina sono andate alle Laste delle altre monache, e nella chiesa di san<br />

Michele fu consumato il Santissimo Sacramento. Dopo il pranzo poi è andata alle Laste anche la<br />

Madre Badessa con tre sorelle serventi, e così restò interamente evacuato dalle monache quel<br />

monastero.<br />

Subito sono andati nel medesimo monastero molti curiosi trentini, e portarono via quanto<br />

poterono, nominatamente i saliscendi ferrei, gli erbaggi. Perciò il sig. presidente Welsperg vi<br />

mandò delle guardie, ed ordinò, che fosse tenuto chiuso. Esso è a disposizione del militare,<br />

eccettuato il coro, la chiesa, ed il confessionale. Nella chiesa stanno molte cose riposte dalle<br />

monache. Il gastaldo Giuseppe Pizzoli resta nella casa gastaldiale da lui rifatta con fiorini 500<br />

de' suoi, ed in caso, che debba lasciarla vuol esserne indennizzato. Biagio Predelli sagrestano<br />

antico andò alle Laste. Le monache sono andate tutte alle Laste, sono 36. Vi stanno con grande<br />

incomodo, perché quel monastero non è fatto per monache; e li 4 Religiosi Carmelitani<br />

occupano la chiesa, la sagrestia e la parte vicina alla porta del campanello. Non hanno buona<br />

clausura, né abitazione per li serventi, per il confessore ecc., né celle per ogni monaca.<br />

28 ottobre 1804<br />

Li 28, domenica qui in san Bernardino è morto un soldato.<br />

29 ottobre 1804<br />

Li 29 è morto un altro soldato.<br />

30 ottobre 1804<br />

Li 30 quattro monache sono state a pigliare delle cose loro, lasciate nella chiesa di s. Michele.<br />

Quel monastero è tuttora chiuso. La voce, che sieno state quattro monache è falsa. Fu bensì<br />

vero, che mandarono a pigliare delle panche per il coro lastano, in cui non v'è alcuna panca.<br />

1 novembre 1804<br />

Nel giorno primo di novembre è morto un soldato de' nostri.<br />

2 novembre 1804<br />

Nel giorno secondo dopo il vespro sono stati comunicati tre altri soldati; ed uno di loro è morto.<br />

7 novembre 1804<br />

Li sette, giorno di mercoledì dopo il pranzo finalmente gl'infermi soldati, ch'erano in san<br />

Bernardino furono trasportati a santa Chiara. Restarono in s. Bernardino soltanto alcuni soldati<br />

di guardia per custodire alcuni mobili militari rimastivi. Deo gratias.<br />

8 novembre 1804<br />

Nella sera degli otto i detti soldati portarono a santa Chiara li detti mobili, e così il nostro<br />

convento rimase totalmente evacuato dai soldati. Deo gratias.<br />

Subito cominciossi a ripulire, e ristaurare il detto convento, ed essendo ridotto a buon segno,<br />

andammo tutti al pranzo nel refettorio comune li 18 novembre, giorno di domenica, benché non<br />

sia interamente rifatto.<br />

55


18 novembre 1804<br />

Li 19, lunedì, il nostro P. Vitantonio da Cles, nel monastero di s. Michele, ora ospitale militare,<br />

ha battezzato Gioseffa Elisabetta Antonia, figlia d'Antonio Brosenbach boemo, primo medico<br />

militare, e di Maddalena Heidin seconda di lui moglie, coll'acqua e con gli Oli del Duomo. Fu<br />

padrino il signor barone Giuseppe de Taxis consigliere in Trento. Il Brosenbach volle, che<br />

battezzasse sua figlia il detto padre ad esclusione del cappellano militare, e del parroco del<br />

luogo, perché gli prese affetto quando fu medico militare residente in s. Bernardino, ed il<br />

mentovato Padre fu presidente del convento, e lo servì diligentemente.<br />

Ho inteso, che il militare voleva la chiesa di san Marco de' PP. Agostiniani in Trento per farla<br />

un magazzino militare, ma il sig. Conte Welsperg presidente in Trento s'è opposto.<br />

22 novembre 1804<br />

Li 22 novembre, giovedì, san Lorenzo fu evacuato totalmente dai soldati infermi, li quali furono<br />

trasportati a s. Chiara.<br />

25 novembre 1804<br />

Li 25 domenica son ritornato all'amata nostra cella, dove sto come un novizio, perché non ho<br />

ancora potuto riporre in essa le mie cosuccie tutte, e le riposte sono confuse.<br />

Mettemmo il fuoco al refettorio nella sera de' 17 novembre per asciugarlo, essendo stato lavato<br />

tutto dopo la partenza dei soldati, e seguitammo sino ai 20 di marzo inclusive.<br />

6 dicembre 1804<br />

Li sei dicembre di mattina cadde nel convento la prima neve; continuò sino alla sera, e restovvi<br />

più alta d'una gamba. Perciò si dovette fare la così detta rotta 99 .<br />

7 dicembre 1804<br />

Nel giorno settimo piovette. Così l'ottavo.<br />

8 dicembre 1804<br />

Gli otto, festa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima ho bruciato dispettosamente alla<br />

presenza del P. Ferdinando Rovereti Carmelitano Scalzo, e di alcuni nostri Religiosi, un libretto<br />

non casto dell'abate Casti composto in Roma, ritrovato in Trento da un uomo, che non sa<br />

leggere.<br />

Predicatori nostri avventuali.<br />

Aldeno, il P. Arcangelo Marai da Tassullo.<br />

Volano, Il P. lettore Illuminato da Cles.<br />

Romagnano, il P. Vitantonio da Cles.<br />

Villazzano a s. Stefano, il P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio.<br />

Cognola, il P. confessore Ilario dai Bampi 100 .<br />

Meano, il P. Leonardo da Sovero 101 .<br />

Gardolo, il P. Vicario Amando, con F. Vincenzo Maria suddiacono per li dialoghi 102 .<br />

12 dicembre 1804<br />

Li dodici dicembre ad un'ora di notte, il nostro Padre Guardiano ha ricevuto una lettera latina di<br />

don Giuseppe Mayr da Bolgiano, curato di Gargazone, luogo della parrocchia di Lana, d'anni 37<br />

con cui gli commette la celebrazione di 365 Messe quotidiane, s'è possibile, tutte nella<br />

99<br />

*Cammino fra la neve.<br />

100<br />

*Frazione di Civezzano.<br />

101<br />

*Sover.<br />

102<br />

*Si predicava dialogando fra il predicatore ed uno che contraddiva o interrogava su varie<br />

questioni morali...<br />

56


cattedrale di Trento al ss. Crocifisso, da cominciarsi nel primo giorno del prossimo gennaio, a<br />

patto, che il sacerdote avanti di ognuna, nella sagrestia da una tabella esposta reciti una lunga<br />

formola latina di sante intenzioni, corrispondenti a' nostri infelicissimi tempi, nominartamente in<br />

favore del Papa Pio settimo; con la previa limosina cartacea di carentani dicidotto l'una, e di sei<br />

fiorini per l'incomodo locale, che vuol dire di quasi diciannove carentani l'una. Ma non lo<br />

accettò, perché tiene altri impegni, perché troppo incomodo il luogo lontano, ed occupato da<br />

altri; perché siamo troppo pochi sacerdoti, perché ora si ha in convento per limosina ordinaria<br />

ventiquattro carentani, perché l'andar in Duomo nelle feste ci riuscirebbe impossibile, e l'andarvi<br />

ogni giorno dispiacerebbe a cattedralisti. La donna tedesca, che portò la lettera tiene ordine di<br />

cercare altri nel caso, che il nostro P. Guardiano ricusi l'offerta.<br />

15 dicembre 1804<br />

Li 15 cominciarono a calare dalla Germania sul Trentino molti soldati col pretesto di far un<br />

cordone per tenere lontano il morbo gallico; ma tutti credono, che sia per tenere lontani li galli,<br />

che nella lingua nonesa sono detti gialli.<br />

16 dicembre 1804<br />

Li 16, domenica i detti soldati sono partiti per Bus di Vella, e le Giudicarie, ed anche per Riva<br />

passando per la valle di Cavedine, via indiretta. Vedi sotto.<br />

19 dicembre 1804<br />

Li 19 ho veduto una lettera venuta per la posta dall'Italia, e diretta a Bolseno al P.M. Francesco<br />

Maria Cozza francescano, coi segni che fu aperta per il sospetto del contaggio.<br />

20 dicembre 1804<br />

Li 20 ho inteso, che li soldati sono andati da Trento a Cavedine per la via di Roveredo,<br />

quantunque sieno stati avvisati da' trentini, che la via ordinaria, e più curta per andare da Trento<br />

a Cavedine sia quella di Bus di Vella.<br />

Ho pur inteso, che alle monache nostre Clarisse di Trento fu intimato di non accettare alcuna<br />

candidata, e di risolversi se vogliono stare nel convento lastano, cioè se stanvi volentieri; e quali<br />

riparazioni facciano loro di bisogno. Eziandio a quei Padri Carmelitani fu intimato nello stesso<br />

tempo di dare relazione dello stato loro attivo, e passivo. Ciò tutto accadde li 20.<br />

22 dicembre 1804<br />

Li 22, avanti giorno ha nevicato. Così pure nella sera, tanto che in tal sera non poterono li nostri<br />

Religiosi andare al funerale del signor Conte Girolamo Pompeati, e nella mattina seguente il P.<br />

<strong>Provincia</strong>le non poté andare a Villazzano per predicarvi.<br />

25 dicembre 1804<br />

Li 25, martedì, festa del ss. Natale qui li nostri Religiosi, sebbene pochi fecero, la solita<br />

funzione. La nostra chiesa fu tutta piena di cristiani anche alla Messa della mezzanotte, venuti<br />

anche dalla città, e da' masi vicini.<br />

Nelle tre feste natalizie ha fatto i soliti discorsi alla Ca di Dio il nostro Padre Vicario Amando.<br />

Nella notte del ss. Natale ha predicato in Villa Montana 103 il nostro P. Agostino, ed in Gardolo il<br />

P. Leonardo, ed in Sardagna il P. Arcangelo. Nella notte venendo li 29 ha nevicato, ed anche<br />

piovuto.<br />

28 dicembre 1804<br />

Li 28 sono venuti a Trento dalla Germania molti soldati, che hanno conteso per li quartieri col<br />

Magistrato, e col castello, pretendendo essi quartieri nuovi.<br />

103 *Villamontagna.<br />

57


ANNO DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO 1805.<br />

1 gennaio 1805<br />

Nel giorno primo di quest'anno il nostro P. Arcangelo Maria ha fatto il solito panegirico del ss.<br />

Nome di Gesù nella casa detta delle Fradaglie, o sia delle Orfanelle, presso santa Maria<br />

Maggiore di Trento.<br />

7 gennaio 1805<br />

Li sette l'Adige mena ghiaccio.<br />

In questi giorni li nostri Padri lettori Illuminato, Giuseppe Maria, e Francesco Maria sono stati<br />

cinque giorni continui nel castello di Trento a rispondere in scriptis ai quesiti loro proposti<br />

dall'eccelso governo d'Insprugg per poter esercitare la lettura 104 . Vi andarono la mattina dalle<br />

otto sino alle dodici, e dopo il pranzo dalle 3 sino alle 7 con loro sommo incomodo.<br />

11 gennaio 1805<br />

Nella notte degli undici ha nevicato alquanto.<br />

Ora in Trento vi è un gran mormorio per cagione del militare, che vuole i quartieri di suo genio,<br />

e tratta di fare fortezze, spianate, demolizioni ecc., di chiese, conventi, botteghe, filatori ecc.<br />

14 gennaio 1805<br />

Li 14 ha nevicato tutto il giorno, ed è restata la neve una gamba quasi.<br />

21 gennaio 1805<br />

Li 21 ha nevicato dalla mattina sino alla sera.<br />

22 gennaio 1805<br />

Li 22 ha piovuto, e nevicato tanto, che fu sospesa la predica in s. Maria Maggiore. Li tetti non<br />

istagnarono, e li nostri PP. lettori non poterono andare nel castello all'esame ordinato dal<br />

governo d'Insprugg.<br />

24 gennaio 1805<br />

Li 24 ha nevicato, e piovuto.<br />

30 gennaio 1805<br />

Li 30 ha nevicato grossamente tutto il giorno.<br />

6 febbraio 1805<br />

Li sei di febbraio ha nevicato alquanto.<br />

Sento dire che la neve nell'Anaunia e molto più nella Sollandia 105 , è straordinariamente alte.<br />

In Trento nella racchetta Osele si tengono pubblici ridotti notturni mascherati, con licenza del<br />

cesareo regio Giudizio provinciale, ed unitovi Capitaniato circolare ai confini d'Italia, data in<br />

Trento li 29 gennaio 1805, e segnata Pulizia Num. 835.<br />

In Meano li 2 oppure tre di febbraio un giovinastro di Povo ha tirato una pistolata ad un altro in<br />

chiesa, e lo ha ferito, mentre stava all'altare colla sua sposa, da lui ricusata. Ebbe seco un altro<br />

armato di coltello. Il feritore già sta prigione in Trento. Tutti e due sono stati mandati a<br />

Insprugg.<br />

19 febbraio 1805<br />

Li 19 febbraio ha nevicato 106 .<br />

104 *L'insegnamento.<br />

105 *Valle di Sole.<br />

106 Neve undicesima.<br />

58


Predicatori quaresimali destinati dalla Curia<br />

ecclesiastica, vacando la sedia vescovile.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Luigi Zambaiti di Trento.<br />

Avio, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Banale, don Giovanni Nicolini di Praso.<br />

Besenello, e Mattarello, don Alessandro Canali di Castione.<br />

Bleggio, don Luigi Macchioni Minor Conventuale.<br />

Brentonico, don Pietro Marani curato di Biacesa.<br />

Calavino, don Bernardino Catoni di Cavedine.<br />

Cavedine, don Tommaso Valle cappellano di Calavino.<br />

Civezzano, e Cognola, don Niccolò Concini curato di Garniga.<br />

Condino, don Giuseppe Valentini curato di Godenzo.<br />

Corredo, e Smarano, don Paolino Leonardi curato di Lundo.<br />

Denno, e Flavone, don Gio. Antonio Zanotti di Riva.<br />

Livo, don Gio. Battista Barisella cappellano di Corredo.<br />

Lizzana, ed Isera, festivo, don Tommaso Bortolotti primissario di Marco.<br />

Malé, don Vincenzo Nella curato d'Imaro 107 .<br />

Mori, don Luigi Chizzola di Mori.<br />

Ossana, don Pietro Benvenuti di Celentino.<br />

Pergine, don Antonio Lunelli curato di Roncogno.<br />

Povo, e Villazzano, don Bartolommeo Tambosi di Serso.<br />

Rendena, don Giacomo Fatarsi curato di Comasine.<br />

Revò, e Cloz, don Giuseppe Bruti cappellano di San Zeno.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Romedio Conci di Malé.<br />

Spor, e Vigo, don Giovanni Armanini cappellano di Sarca.<br />

Taio e Torri 108 , don Gio. Battista Santi di Riva.<br />

Tassullo, don Gio. Batta Bresadola curato di Piazzola di Rabbi (?).<br />

Terlago e Baselga, don Primo Somalvigo di Trento.<br />

Tione, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Val di Bono, don Carlo Torresanelli cappellano di Banale.<br />

Val di Ledro, don Gio. Giuliani di Nano curato di ...<br />

Vigolo, e Calceranica, don Giacomo Facioli di Brentonico.<br />

Villa Lagarina, don Domenico Poli di Storo.<br />

San Zeno, e Dambel, don Antonio Gabardi da Salter Beneficiato di Salter.<br />

Tiene, diocesi padovana sul Vicentino il P. Stefano Bellesini di Trento Agostiniano.<br />

Predicatori quaresimali destinati dal nostro Padre <strong>Provincia</strong>le<br />

Trento in s. Vigilio, P. Bartolommeo Costenaro dalla Crosara della <strong>Provincia</strong> Veneta, con fra<br />

Floriano da Bologna Terziario.<br />

Albiano, P. Benedetto da san Lugano. Cominciò dalle Ceneri stando in Trento.<br />

Borgo, P. Illuminato da Cles lettore.<br />

Cavalese, P. lettor Vigilio.<br />

Cles, P. Regalato Vicario di Cavalese.<br />

Castelnovo, niuno de' nostri.<br />

Gardolo, P. Anacleto di Casezzo Vicario di Cles.<br />

Garduno, P. Gio. Antonio.<br />

Levico, P. Guardinao Geremia.<br />

107 *Di Dimaro.<br />

108 *Torra.<br />

59


Lomaso, P. Pietro Damiani da Borgo diffinitore.<br />

Mechel, P. lettor Giuseppe Maria.<br />

Melombardo, P. Custode Pietro Paolo.<br />

Metodesco, P. Guardiano Accursio.<br />

Moena, e Pradazzo, P. Cirillo da Cles.<br />

S. Michele, P. Lettor Sisinnio.<br />

Noriglio, niuno de' nostri.<br />

Nomi, e le Teresine, P. Vicario Gasparo.<br />

Pinedo, P. Leonardo da Sovero, cominciò dalle Ceneri.<br />

Pressano, e Verla, P. Eusebio da Pinedo, stando a Mezzolombardo.<br />

Ravina, e Romagnano, P. Stefano di Sfruzzo 109 .<br />

Meano, P. Giangiacomo da Tiarno.<br />

Roncegno, e Masi, P. lettore Francesco Maria di Panchiato 110 .<br />

Strigno, P. Guardiano Amando da Covalo 111 .<br />

Tenno, P. Gio. Damasceno Vicario di Mezzolombardo<br />

Telve, niuno de' nostri.<br />

Tesaro, P. Romedio da Cles.<br />

Torcegno, P. Vicario Massimo da Volano.<br />

Zambana, P. Giacomoantonio da Borgo.<br />

Volano, P. Guardiano Giangiuseppe di Canzolino.<br />

Scurelle, P. Giuseppe di Primiero.<br />

Roveredo in s. Maria, P. Aloisio da Cles.<br />

Riva, P. Vitantonio di Cles, compagno P. Carlo Felice da Bresimo, stando in Riva.<br />

Nago, P. Guardiano Gio. Evangelista, che dalla seconda domenica cadde in canonica giù per<br />

una scala, e non poté predicare nelle feste di Pasqua.<br />

10 febbraio 1805<br />

Li 10 febbraio domenica predicò nel Duomo di Trento per la Compagnia de' Divoti della<br />

Dolorata il nostro P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio da Cles. Il P. Leonardo fu a supplire in<br />

Gardolo; ed i PP. Vito, e Battista in Ravina.<br />

12 febbraio 1805<br />

Li 12 di sera è caduta una gran parte del tetto del molino Hayderiano 112 sotto a questo nostro<br />

convento, senza però veruna offesa delle persone, delle quali alcune sarebbero state offese, se in<br />

quel tempo non fosse stato in quella casa il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le con suo segretario, poiché<br />

si trattennero con lui, e differirono ciò, che volevano fare sotto quel tetto, ad altro tempo. Suor<br />

Michelina non può ritornare alla sua cella.<br />

14 febbraio 1805<br />

Li 14 giovedì dopo il vespro quattro agrimensori deputati dal Magistrato civico sono stati a<br />

misurare questo nostro convento, a contare le celle, a misurare la loro grandezza, e chiedere il<br />

numero de' Religiosi, e de' nostri servi secolari.<br />

Questo cesareo regio Giudizio provinciale, ed unitovi Capitaniato del Circolo li 29 gennaio<br />

1805 ha trovato di accordare il permesso di tenere otto pubblici ridotti in maschera nella sola<br />

solita racchetta Osele. Sonosi soscritti Gio. Conte de Welsperg presidente, Alberto Vigilio<br />

Conte degli Alberti vice presidente, Gianangelo Ducati segretario. Nel giorno 16 febbraio sabato<br />

avanti la Sessagesima ha dispensato, e permesso le maschere. Ho poi inteso, che un tenente<br />

109 *Sfruz.<br />

110 *Panchià.<br />

111 *Covelo.<br />

112 *Del signor Hayder.<br />

60


militare avendo voluto entrare nel ridotto 113 , vestito con una vesta rossa da Confratello del<br />

Santissimo, e con una maschera straordinariamente nasuta, contra l'espresso divieto dell'indulto,<br />

fu replicatamente respinto, ed avendo voluto entrarvi a forza fu posto in arresto. Egli si chiamò<br />

offeso, allegando per sua scusa, che tanto si pratica in Vienna.<br />

Ne' giorni scorsi ho letto una lettera bolzanina, che suppone essere già ritornate al loro<br />

monastero le nostre Clarisse, in vigore d'un decreto, che dice esser duro il privar del proprio i<br />

possessori.<br />

23 febbraio 1805<br />

Nel giorno 23 ho inteso, che le dette monache hanno ricevuto ordine di evacuare la loro chiesa<br />

di s. Michele, onde possa servire di magazzino militare. In essa hanno riposto molte cose.<br />

Furono levate tali cose, ed ora sta piena di sacchi militari.<br />

Li 23 ho letto una lettera romana del cardinale Antonio Dugnani diretta all'ill.mo e Rev.mo<br />

vescovo di Trento, quasi che non sappia, che in Trento non evvi vescovo da parecchi anni.<br />

Li suddetti misuratori sono stati a misurare ne' passati giorni anche la chiesa curata di Cognola.<br />

Si dice, che saranno demolite circa cinquecento case del circondario di Trento, con tutti gli<br />

alberi ecc. Che li mulini saranno posti sull'Adige ecc. Che l'Adige sarà diviso ecc.<br />

Si ha dovuto buttare dai tetti la neve la quale nella Sollandia fu alta più di sette piedi. Non così<br />

alle basse di Vezzano, Arco, Roveredo, Valsugana. Fu tedesca.<br />

27 febbraio 1805<br />

Li 27 febbraio, giorno delle Ceneri dal nostro Padre predicatore del Duomo di Trento fu<br />

pubblicata la licenza della carne, eccettuati li primi 4 giorni, il mercordì delle Tempore, e li tre<br />

ultimi giorni della Settimana Santa.<br />

6 marzo 1805<br />

Nella mattina dei sei marzo le monache fecero trasportare altrove le palle degli altari, ed altre<br />

cose della loro chiesa di s. Michele, destinata magazzino militare, benché li soldati dicano, che<br />

domandano non già chiese, ma magazzini.<br />

Nella stessa mattina sono venuti alcuni soldati a questo convento per fare delle cave sul monte,<br />

e perché mancando lo Padri superiori non ebbero sul punto la chiave della porta nuova, per cui<br />

vassi alle Laste, ruppero la serratura. Ma lavorarono poco, perché presto trovarono il duro<br />

cengio.<br />

12 marzo 1805<br />

Nel giorno duodecimo pernottarono in questo nostro convento due giovani della Westfalia<br />

istradati verso Padova, e Roma come novizzi Paccanaristi. Uno ha 17 anni, e l'altro 20 circa.<br />

Non intendono l'italiano, ma parlano latino, tedesco e francese.<br />

15 marzo 1805<br />

Nel giorno 15 ho ricevuto il seguente viglietto scritto dal P. Alessandro Kraus di sant'Ippolito<br />

città dell'Austria, sotto-priore in capite de' PP. Carmelitani Scalzi alle Laste, d'anni circa 62.<br />

Avviso Sacro<br />

Per certi motivi approvati dalla superiorità si tralascia in quest'anno di fare nella chiesa della<br />

Madonna delle Laste fuori delle mura di Trento la consueta solennità del glorioso Patriarca san<br />

Giuseppe, la di cui festa cade li 19 del mese corrente, avvertendo però al medemo tempo tutti i<br />

veri divoti del prelodato Santo, che ciò non ostante visitando in quel giorno divotamente la<br />

suddetta chiesa potranno acquistare la Indulgenza plenaria concessa dal Sommo Pontefice<br />

essendo veramente pentiti, confessati, e comunicati. Così l'accennato viglietto spedito ai PP.<br />

predicatori, perché lo pubblichino in Trento, Gardolo, Meano, Albiano ecc. Era stato destinato il<br />

nostro padre <strong>Provincia</strong>le a cantarvi la Messa, ed il P. Ilario nostro a predicarvi.<br />

113 *Sala adibita a conversazioni, gioco o altre manifestazioni...<br />

61


Li 15 sono stati sul nostro monte alcuni soldati, i quali hanno chiesto una scala.<br />

16 marzo 1805<br />

Li 16, sabato al palazzo delle Albere presso Trento, alla presenza di gran folla è stato fucillato<br />

un soldato di nazione, e fede inglese, perché tentò d'uccidere un tenente, e protestò, che se gli<br />

avessero risparmiata la morte, ancora tentato avrebbe di ucciderlo come tiranno. Premiò li suoi<br />

uccisori. Esortato a farsi cattolico, ricusò. Dopo tal funzione molti officianti militari sono andati<br />

a mangiar, e bere allegramente in una osteria tedesca.<br />

22 marzo 1805<br />

Li 22 fu qui un chierico Ruland novizzo Paccanarista istradato per Padova, e Roma agli studi,<br />

con un'obbedienza stampata, e data in Bartenstein.<br />

27 marzo 1805<br />

Li 27 dopo il mezzogiorno soffiò un vento gagliardo, e freddo per più ore.<br />

28 marzo 1805<br />

Li 28 di mattina ho veduto della nuova neve a Volano e Roveredo, ed in Sardagna, Ravina,<br />

Romagnano.<br />

Nella stessa mattina risplendendo il sole ho parimente veduto nevicare anche in questo nostro<br />

convento a grossi fiocchi; ma cessò presto, e non si fermò punto su la terra.<br />

31 marzo 1805<br />

Li 31, domenica di Passione fu fatta in Trento la solita solenne processione della santa Spina. Li<br />

nostri Frati partirono da s. Bernardino alle tre e mezza, e furonvi di ritorno alle cinque, e quasi<br />

mezza. Furono sedici, compreso il Terziario, compagno del Padre predicatore del Duomo,<br />

perché non furonvi li predicatori di Gardolo, e Meano.<br />

Li 30 in Trento, in una strada pubblica una povera donna chiese limosina ad un Conte<br />

promettendogli di pregare il Signor Iddio per lui. Egli tosto le diede una moneta di nove<br />

carentani, dicendole nello stesso tempo, che preghi Dio per se stessa, mentre esso non ne ha<br />

bisogno. Tutti sanno, ch'è un giacobino di prima classe.<br />

In questo mese fu rimesso in Trento il Santo Monte di Pietà estinto dal generale Massena<br />

francese nel 1796. Fu creato ministro del medesimo il signor Conte Girolamo Salvotti.<br />

5 aprile 1805<br />

Li cinque d'aprile venerdì passionale il nostro P. Benedetto da San Lugano ha predicato nella<br />

cappella pubblica della Madonna della Corona del sig. Giuseppe Ricci in Povo, in lode della<br />

Madonna Dolorata. Ciò fece di buon mattino dopo la Messa detta dal Rev. Sig. piovano Ricci, e<br />

ritornò subito al convento. Fu molto aggradito dal popolo.<br />

12 aprile 1805<br />

Nella mattina del venerdì Santo, li 12 aprile, nella sagrestia del Duomo di Trento furono<br />

distribuiti gli Oli Santi, portati da Bressanone dal signor Giuseppe Antonio barone Eyerle di<br />

Bolzano, canonico di Trento.<br />

Ho inteso, che il Monauni ha mandato a Insprugg un libro instruttivo della gioventù, datogli dal<br />

sig. Conte Gio. Francesco di Spaur arcidiacono di Trento, perché li ristampasse, e ch'è ritornato<br />

con delle cancellature rapporto agli avvisi contro i teatri, ed i balli.<br />

In una festa pasquale dovendo uno fare l'esposizione del Santissimo Sacramento, e non avendo<br />

un'Ostia consecrata, si parò per dire la santa Messa, pigliò nella sagrestia due Ostie, andò<br />

all'altare ne mise una nell'ostensorio, la espose, l'incensò, l'adorò colle genuflessioni, e poi<br />

celebrò la Messa. Vide tutto ciò con orrore il sagrestano contadino, e lo riferì al rev.mo uffizio<br />

ecclesiastico.<br />

62


28 aprile 1805<br />

Li 2, domenica, nel Duomo ha fatto il panegirico della Dolorata il Padre Luigi Zambaiti di<br />

Trento ex Somasco, e dopo il vespro fu fatta la solita solenne processione. Il tempo fu bello, e<br />

buono. Li nostri Religiosi partirono da s. Bernardino alle quattro e vi ritornarono alle sei.<br />

Furono num. 21 essendovi de' Padri del Diffinitorio congregato, e de' forestieri. Li PP.<br />

Cappuccini furono 17.<br />

30 aprile 1805<br />

Li 30 in questo convento fu tenuta la Congregazione annuale, o sia intermedia.<br />

4 maggio 1805<br />

Li 4 di maggio ho inteso, che li cittadini di Trento non vogliono acconsentire all'ordine venuto<br />

dalla Germania, che l'ospitale militare di santa Chiara venga trasferito a san Francesco,<br />

temendo, che l'aria e l'acqua portino dei mali nella città.<br />

21 aprile 1805 [sic]<br />

Li 21 aprile ho portato ad un negoziante 70 fiorini e più per restituzione segreta.<br />

Tavole del 1805 fatte nel maggio, pubblicate in Trento li 6.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Michelangelo<br />

Vicario P. Vito Antonio<br />

P. Agostino<br />

P. Crisostomo<br />

P. Gaudenzio<br />

P. Illuminato lettore<br />

P. Ilario confessore<br />

P. Giangiuseppe<br />

P. Leonardo<br />

P. Alberto<br />

P. Maurizio<br />

P. Candido<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

F. Vincenzo Maria<br />

P. Clemente<br />

P. Casimiro<br />

Fratelli<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Masseo<br />

F. Vincenzo<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

F. Michele<br />

F. Massenzio dai 30 luglio; andato a Pergine<br />

li 26 gennaio 1806<br />

F. Ilarione dagli 8 novembre, andò a Rodo li<br />

63<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Sisinnio Maria<br />

Vicario P. Lorenzo<br />

P. Paolo<br />

P. Cipriano<br />

P. Tommaso<br />

P. Giacinto<br />

P. Massimo vice maestro<br />

P. Aloisio<br />

P. Cirillo<br />

Fratelli<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Fedele<br />

F. Marcello Terziario<br />

Novizzi<br />

F. Martino laico vestito 1 giugno.


30 luglio.<br />

Infermeria<br />

P. Carlo Felice Pin.<br />

P. Ignazio<br />

F. Feliciano<br />

F. Salvadore<br />

F. Vitale<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Umile dai 20 di luglio<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Amando<br />

Vicario P. Stefano<br />

P. Pietro Damiano definitore e lettore<br />

P. Attanasio<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzio<br />

P. Giuseppe primierino<br />

P. Ambrosio<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

F. Sisto morì 26 sett. 1805<br />

F. Gio. Francesco<br />

F. Martino<br />

Fratelli<br />

F. Constantino<br />

F. Giuseppe<br />

F. Ruffino<br />

F. Felice<br />

F. Claudiano<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Gasparo<br />

Vicario P. Regalato<br />

P. Pietro Paolo<br />

P. Isidoro<br />

P. Ippolito<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

P. Francesco Maria lettore<br />

P. Gio. Pio<br />

64<br />

Guardiano P. Geremia<br />

Vicario P. Damasceno<br />

P. Vigilio lettore<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Ciriaco<br />

P. Bonaventura<br />

P. Gregorio<br />

P. Saverio<br />

P. Lodovico<br />

F. Antonio<br />

Convento di Pergine<br />

Studenti<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio<br />

F. Egidio<br />

F. Santo<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Giacomo<br />

F. Timoteo laico vestito 17 giugno<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Anacleto<br />

Vicario P. Daniele<br />

P. Mariano<br />

P. Accursio<br />

P. Emmanuele<br />

P. Carlo Felice da Bresimo<br />

P. Giuseppe Maria lettore


Chierici<br />

F. Francescantonio<br />

F. Carlantonio<br />

F. Gio. Pietro<br />

F. Antonio Maria<br />

F. Bernardo<br />

Fratelli<br />

F. Mattia<br />

F. Prospero<br />

F. Donato<br />

F. Pacifico<br />

F. Giulio Terziario dai 30 luglio<br />

Convento di Mezlombardo<br />

Guardiano P. Prosdocimo<br />

Vicario P. Giangiacomo<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Celestino<br />

P. Benedetto<br />

P. Giambattista<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Cosmo<br />

F. Giannandrea Terziario<br />

F. Rocco Terziario dai 212 giugno<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Giorgio<br />

Vicario P. Gio. Antonio, maestro<br />

P. Lattanzio, morì li 2 gennaio 1806<br />

P. Gerardo<br />

P. Wenceslao<br />

P. Romedio<br />

P. Bernardino<br />

P. Basilio<br />

F. Silverio<br />

F. Marco<br />

F. Modesto<br />

F. Celso<br />

Fratelli<br />

65<br />

P. Urbano<br />

P. Crescenzio<br />

F. Ferdinando<br />

F. Apollinare<br />

Studenti<br />

Fratelli<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Pasquale<br />

F. Gaetano<br />

F. Domenico Terziario<br />

F. Benvenuto da' 17 luglio<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Raffaele<br />

Vicario P. Nicolò<br />

P. Ubaldo<br />

P. Patrizio<br />

P. Eusebio<br />

P. Pietro Alcantarino<br />

P. Arcangelo Maria<br />

Fratelli<br />

F. Raimondo<br />

F. Biasio<br />

F. Mauro<br />

F. Agnello Terziario


F. Gio. Maria Terziario<br />

Novizzi<br />

F. Teofilo laico 9 giugno<br />

A Salisburgo<br />

P. Filippo Panizza<br />

P. Davide Degara<br />

Curia<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Giuseppe Antonio Dusini<br />

12 maggio 1805<br />

Li 12 maggio, domenica, in Vezzano il P. Luigi Bacchettoni, con due altri Padri Paccanaristi, ha<br />

terminato una Missione di otto giorni<br />

15 maggio 1805<br />

Li 15 dopo l'Avemmaria vespertina il Duomo di Trento ha suonato a festa le sue campane.<br />

16 maggio 1805<br />

Li 16 nel detto Duomo fu cantata una Messa da monsignor Giangiacomo barone Piccini<br />

Preposito di Trento e parroco di Meztodesco 114 , e poi furono benedette da lui quattro bandiere<br />

militari, essendo presenti gli officiali militari nella chiesa, li soldati gregari nella piazza ecc. Il<br />

presidente di Trento Gio. Nepomuceno Conte di Welsperg ecc. Li detti officiali andarono poi a<br />

pranzare nella locanda dell'Elefante alla posta. Furono fatte molte scariche di moschetteria.<br />

Eziandio il castello fece festa, per essere il giorno nomastico del lodato presidente. Alla detta<br />

benedizione non vi furono li per altro richiesti padrini, perché non accettò la dama bolzanina<br />

richiesta in primo luogo, e parimente ricusarono la dama Welsperghera, e Tonera, ed il Conte<br />

Matteo Toner. Li detti padrini avrebbero dovuto dare un traier ad ogni soldato. All'accennata<br />

funzione non fuvvi alcun canonico; non fu suonato l'organo, non vi fu canto, ma soltanto suono<br />

di stromenti militari da fiato. Il Duomo ebbe ordine previo d'avere terminato le sue funzioni alle<br />

otto di mattina. Vi predicò in lingua tedesca il cappellano militare. Così ho inteso. Il detto<br />

giorno fu l'anniversario della Guardia civica, e della partenza ultima de' francesi.<br />

20 magio 1805<br />

Li 20 lunedì, festa di san Bernardino in questa nostra chiesa cantò la santa Messa invitato il sig.<br />

canonico Giuseppe barone Buffa, assistito da tre preti. Nella stessa mattina visitarono la<br />

medesima chiesa le Fradaglie, o sia Orfanelle, e portaronvi la loro solita offerta di candele.<br />

21 maggio 1805<br />

Li 21, martedì rogazionale 115 alle otto di mattina in punto venne a questa nostra chiesa la<br />

processione del Duomo secondo il solito.<br />

26 maggio 1805<br />

Li 26, domenica fuvvi uno straordinario concorso di fedeli divoti alla Madonna di Pinedo 116 ,<br />

specialmente tedeschi. Vi predicarono li nostri padri Benedetto in italiano, e Gio. Pio in tedesco.<br />

Due uomini di Fornaso 117 sono stati uccisi, ed uno ferito per rissa. Uno sborsarolo fu catturato a<br />

furore di popolo, e condotto a Trento. Quel luogo non è capace di tanta gente utriusque sexus.<br />

114 *Mezzocorona.<br />

115 *Delle Rogazioni.<br />

116 *Piné.<br />

117 *Fornace.<br />

66


Li tedeschi vi lasciano tante Messe da dire con buona limosina, che que' preti ne hanno per tutto<br />

l'anno, e non possono dire le legatarie; e quindi viene fatto abuso di tal divozione.<br />

Primi giorni di giugno 1805<br />

Ne' primi di giugno sono venuti a Trento dalla Valsugana molti soldati di cavalleria, e poi andati<br />

a Roveredo.<br />

4 giugno 1805<br />

Nella sera tarda de' quattro di giugno fu pubblicato in Trento un proclama, che nella notte<br />

seguente sieno chiuse tutte le porte delle case. Ma ciò fu per esercizio de' soldati.<br />

10 giugno 1805<br />

Li dieci, lunedì, ho inteso, che ieridì dal Governo fu levato ai canonici di Trento il loro archivio.<br />

12giugno1805<br />

Li dodici fu trasportato l'orologio della nostra infermeria dal cantone presso la cella 2, al muro,<br />

che guarda il ss. Crocifisso tra le due scale, prima essendogli stata aggiunta la repetizione. Tutta<br />

la spesa fu di troni sessanta, computata la cassa nuova. Ciò fu procurato dal P. Vicario Vito<br />

Antonio di Cles, colla limosina rivana.<br />

13 giugno 1805<br />

Li 13, festa del Corpus Domini li nostri Religiosi num. 19 sono stati alla solenne processione<br />

del Duomo. Vi andarono prima delle sette, e furono di ritorno al convento alle nove e mezza.<br />

V'intervenne anche il presidente Welsperg, co' suoi consiglieri, il Magistrato consolare, l'almo<br />

collegio ecc. Il militare ecc.<br />

Nello stesso giorno dai divoti di s. Antonio da Padova fu solennizzata la di lui festa in s.<br />

Maddalena, e nella chiesa della Morte. In questa panegiricò un prete, e nell'altra il nostro Padre<br />

<strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio Dusino di Cles.<br />

Circa questi giorni sono stati a Trento, e per il Trentino due signori a cercare limosine per li<br />

boemi pressati dalla fame.<br />

26 giugno 1805<br />

Li 26, mercoledì, e festa di san Vigilio li nostri Religiosi num. 17 sono stati, secondo il solito<br />

alla processione e Messa del Duomo. Partirono da s. Bernardino alle nove e furonvi di ritorno<br />

alle undici e mezza. Officiò il decano Manci, e v'intervenne il Magistrato consolare; non però il<br />

Governo, e militare austriaco, perché non conosce san Vigilio. Nelle tre sere antecedenti furono<br />

suonate al solito le campane di tutte le chiese, anche della nostra di san Bernardino. Nella<br />

mattina della festa li povani processionalmente furono a visitare il detto Duomo; e così credo<br />

avranno fatto i gardolani ecc. Nella sera furono fatti al solito i fuochi artificiali. Fu presente a tal<br />

festa, ma come privato, monsig. Gio. Nepomuceno cavaliere Puoll o sia Buol Preposito di<br />

Bolgiano; e monsig. Carlo Rodolfo de Budol Schavenstein vescovo e principe di Coira, nato in<br />

Insprugg li 30 giugno 1760, e fatto vescovo li 12 settembre 1794.<br />

2 luglio 1805<br />

Li 2 luglio dopo il pranzo, mentre alcuni uomini stavano lavorando intorno alla volta ed al tetto<br />

di s. Maria Maggiore di Trento, è caduta buona parte della volta verso la porta principale, che<br />

guarda la sera, e sono restati morti due uomini, uno de' quali fu sacramentato in tutta fretta.<br />

3 luglio 1805<br />

Li tre finalmente questa Cassa circolare ebbe ordine dall'eccell.mo Governo d'Insprugg di<br />

soddisfare le spese fatte per noi nell'andare e ritornare dalle Laste, e per risarcire il convento<br />

nell'anno scorso per cagione del militare. Diede fiorini 216, e carentani 43.<br />

67


6 luglio 1805<br />

Li sei è venuto ordine, che li magazzini militari di Trento sieno trasportati a Bressanone subito.<br />

Quindi sono stati chiesti tutti li cavalli, muli, e buoi. Ciò non ostante i soldati lavorano a s.<br />

Francesco, ed a s. Lorenzo per ampliare i magazzini<br />

7 luglio 1805<br />

Li sette, domenica, le funzioni parrocchiali di s. Maria Maggiore furono fatte nella contigua<br />

chiesuola della Fradaia di s. Maria della Misericordia. Così anche la predica della Compagnia<br />

della Buona Morte. Ma perché questa chiesa è troppo picciola fu risoluto d'andare in quella<br />

della Compagnia del Carmine, in cui è anche la Compagnia del Rosario, confinante col<br />

seminario. Dal Governo fu esibita la chiesa dello stesso seminario, già da più anni chiusa per<br />

causa del militare, ma non fu accettata, perché sta in mezzo alle caserme militari.<br />

9 luglio 1805<br />

Li nove, giorno di martedì, nella sala del palazzo Wolchensteiniano, il quale ora serve per le<br />

scuole del seminario vescovile, dopo il vespro alle sei furono distribuiti li premi agli scolari, e<br />

pubblicate le qualifiche de' medesimi, ed anche de' fisici, e logici. Li fisici furono 24. I logici<br />

47. Nei Principi furono 12. Nell'infima grammatica 12. In media grammatica 18. In suprema<br />

grammatica 11. In rhetorica 21. In poesi 19. Furono distribuiti li premi soltanto ex profectu<br />

litterario infra annum, tre per ogni scuola.<br />

In principiis li premiati furono Giuseppe Reggiani di Trento, Giuseppe Boni di Trento, Salvador<br />

Pedrotti di Cognola. Nella grammatica Paolo Naimor, Filippo Naghele, e Gaudenzo<br />

Alessandrini trentini. Giorgio Zaiotti di Trento, Francesco Capelletti trentino, Baldassare Tevini<br />

nonese. Francesco Alessandrini di Trento, Giovanni Banal di Faio, Biasio Ducati da Vigolo. In<br />

retorica Francesco Voltolini cavaliere trentino. Girolamo Conte Pompeati trentino. Giovanni<br />

Miori da Mori. In poesi Antonio Salvotti da Mori. Giacomo Ricci e Gio. Maria Lupi trentini.<br />

11 luglio 1805<br />

Gli undici di sera, giorno di giovedì, è venuto in questo nostro convento per istarvi quindici<br />

giorni in esercizi spirituali un Conte Zambelli di Trento, di nome Ignazio, fratello di monsignor<br />

governatore di Benevento, e padre di due figliuoli. È partito contentissimo li 25 luglio di sera.<br />

20 luglio 1805<br />

Li venti, sabato di mattina un officiante militare fu in questo nostro convento, dimandò l'albergo<br />

per gli uomini, che lavoravano a fare fortini, ed il P. Vitantonio Vicario in capite glielo ha<br />

promesso, e subito ha fatto evacuare il camerone presso la porta, accettato dal detto sig.<br />

officiante.<br />

4 agosto 1805<br />

Li 4 d'agosto, domenica e giorno del Perdono d'Assisi, qui noi ebbimo da far poco<br />

rispettivamente agli anni passati. Fu però a visitare la nostra chiesa monsignor Zambaiti Vicario<br />

generale.<br />

7 agosto 1805<br />

Li sette fu nel nostro convento il sig. officiale generale Casteller 118 , guardò l'orticello sotto il<br />

refettorio, ed il ponte di Cornicchio ecc.<br />

10 agosto 1805<br />

Li dieci di mattina fuvvi un altro sig. officiale, e disse, che non vuole metter qui li suoi soldati<br />

perché troppo lontani.<br />

118 Tenente maresciallo marchese di Chasteler.<br />

68


12 agosto 1805<br />

Li 12 ho letto, ch'è venuto da Vienna a Trento mandato il sig. barone Giuseppe de Simbschen<br />

imperiale ed imperial regio tenente maresciallo; e che s'è ristituito a Insprugg il sig. tenente<br />

maresciallo marchese di Chasteler, ch'era in Trento.<br />

16 agosto 1805<br />

Li 16, venerdì dal militare fu visitato il nostro monte, ed orto, e nel monte furono piantati alcuni<br />

pali.<br />

18 agosto 1805<br />

Li 18, domenica innanzi giorno in Trento fuvvi un grande incendio nella Contrada della Morte.<br />

Cominciò col carbone in una bottega d'un fabbro ferraio, e danneggiò anche la osteria<br />

dell'Europa. Al fabbro abbrucciò cinque mila fiorini di cedole poste in una cassa di ferro, oltre<br />

la bottega. Si chiama Michele Pircher. Il danno recatogli è riferito diversamente.<br />

Nello stesso giorno 18 alle dieci di mattina improvvisamente capitarono in questo nostro<br />

convento 80 soldati venuti da Telve in Valsugana e chiesero albergo, con un viglietto del sig.<br />

Guarinoni vice procuratore della città. Parendo loro troppo stretto il luogo, un caporale andò<br />

subito in città e ritornato avanti le due ne condusse via cinquanta due, e li collocò nella garbaria<br />

dei Ronchi; ma per sé chiese un luogo più comodo. Cui peciò fu assegnata una stanza della<br />

loggia, dove prima stava il Giacomo. Ivi sta esso, ed un di lui compagno. Ha mandato altrove<br />

una donna, che voleva star qui col suo marito. Egli si protesta cattolico. Perciò nella detta stanza<br />

fui posta una sacra imagine del Crocifisso, ed un lavello dell'acqua Santa. Gli fu eretto un letto<br />

di paglia con un saccone d'un Frate ben aggiustato, con una coperta ecc.<br />

19 agosto 1805<br />

Li 19 abbiamo fatto tagliare gli alberi del monte segnati dal militare, col consenso del sig.<br />

colonnello, che nel giorno 17 visitato dal P. Guardiano glielo accordò, avvisandolo però, che<br />

così sarà stimato meno il monte.<br />

20 agosto 1805<br />

Li 20, martedì cominciarono a lavorare sul monte per fare delle mine.<br />

21 agosto 1805<br />

Li 21 abbiamo ordine di tagliare tutti tutti gli alberi del monte superiore.<br />

22agosto 1805<br />

Li 22 furono tutti tagliati da 15 uomini chiamati da noi, e con più paia di buoi condotti a basso.<br />

Fu pure levata la croce grande, che stava nel detto monte; e dai soldati con una mina fu atterrato<br />

il campanile della fu chiesa di san Donato sopra questo nostro convento.<br />

25 agosto 1805<br />

Li 25, domenica siamo stati alla solita processione del Duomo per il voto. Siamo partiti dal<br />

convento alle otto e tre quarti, e fummovi di ritorno dopo le indici, ed un quarto.<br />

26 agosto 1805<br />

Li 26 il Magistrato ha fatto cominciare il trasporto de' suoi travi, e sassi, che teneva riposti sul<br />

nostro monte. Ma li sassi non furono levati tutti.<br />

28 agosto 1805<br />

Li 28 fu vietato il trasporto di tali cose, e proscritta la restituzione delle trasportate. Ma dopo il<br />

vespro venne licenza di trasportarle, come cose spettanti alla Fersina.<br />

Il capo dei minatori si è Antonio de' Gaspari lavaronese non vecchio. Il capo secondo è un<br />

Giordani da Villa di Nogaredo. Tutto Trento è malcontento di tali lavori.<br />

69


1 settembre 1805<br />

Il dì primo, domenica, alle nove di mattina dalla Valsugana sono venuti in questo nostro<br />

convento altrettanti soldati, e poco dopo sono partiti li nostri per la stessa Valsugana. Oggidì<br />

dunque non fu lavorato sul nostro monte, dove ora sta sempre una guardia, perché fu rotta la<br />

clausura, e levata eziandio la porta verso le Laste. Circa l'ora del vespro ha piovuto.<br />

3 settembre 1805<br />

Li tre ha piovuto quasi tutto il giorno, e perciò li nostri fortinisti non hanno lavorato.<br />

6 settembre 1805<br />

Li sei, mentre stavamo pranzando è comparso nel refettorio con un soldato il sig. Guarinoni vice<br />

procuratore della città, e d'ordine dell'ill.mo Magistrato ci ha intimato di preparare subito il<br />

quartiero per cinquanta altri soldati fortinisti. Dunque ci alzammo presto, e tutti andammo a<br />

prepararlo su la loggia e nella frutteria, ovvero biblioteca vecchia. Chiudemmo il dormitorio e<br />

dalla parte della detta biblioteca, e da quella del coro. Ma per la Dio grazia sono venuti soltanto<br />

tredici, li quali stanno con gli altri nel chiostro primo.<br />

8 settembre 1805<br />

Gli otto, domenica, e festa di Maria Santissima li soldati non hanno lavorato.<br />

9 settembre 1805<br />

Li nove, lunedì, li nostri Religiosi num. 15 sono stati alla solita processione del Duomo per il<br />

voto della <strong>Provincia</strong> tirolese; ma siccome piovette, così fu fatta dentro lo stesso Duomo, ed in<br />

esso fu cantata la santa Messa dal sig. piovano. Andaronvi per le nove ed un quarto, e<br />

ritornarono dopo le undici.<br />

11 settembre 1805<br />

Gli undici, mercoledì, abbiamo vendemmiata l'uva del nostro orto, benché non ancora maturata,<br />

per non perdere tutto. Così han fatto ieri eziandio i Padri Carmelitani alle Laste.<br />

Nello stesso giorno undecimo è giunto a questo nostro convento da Storo e Roveredo un<br />

Terziario della nostra <strong>Provincia</strong> Riformata di Brescia, il quale come infermo andò subito<br />

nell'infermeria. È giovine d'anni 22 e si chiama fra Gottardo Ongher da Bergamo. Partì dal<br />

convento dell'Annunciata di Borno diocesi di Brescia, luogo distante da Brescia 45 miglia nella<br />

Valle Camonica. È partito per Roveredo, e Arco li 19 settembre 1805, poi andò a Melombardo<br />

quando vennero li francesi.<br />

15 settembre 1805<br />

Li 15, domenica, i soldati fortinieri non hanno punto lavorato. nella sera ho inteso come cosa<br />

certissima, che il nostro imperatore ha preso possesso della Baviera. Li detti soldati destinati<br />

alla partenza verso il loro reggimento, i questa sera ebbero ordine di restare qui ancora.<br />

18 settembre 1805<br />

Li 18, mercoledì in mattina sono partiti per Roveredo li nostri soldati; ma nello stesso tempo da<br />

Roveredo sono venuti altri num. 103.<br />

21 settembre 1805<br />

Li 21, sabato, abbiamo dato da mangiare a Marco Bassi di Grumolo villa del territorio di Tiene,<br />

vescovado di Padova, nato nel 1787, e vestito da chierico colla licenza del Vicario capitolare<br />

sede vacante di Padova data nel 1803. Egli è partito da casa sua senza la saputa d'alcuno, ed è<br />

venuto qua senza passaporti colla sua fede del battesimo, dalla quale non costa dove sia stato<br />

battezzato e colla detta licenza dell'abito chiericale. Ha soltanto principiato gli studi, ed è venuto<br />

qua per trovare aiuto. Io l'ho consigliato, che ritorni subito a casa sua. Il trascrittore della detta<br />

70


fede si soscrive Rettore senza il luogo, e dice soltanto, che concorda coll'originale senza dire<br />

dove stia.<br />

22 settembre 1805<br />

Li 22, domenica li fortinieri non hanno lavorato.<br />

23 settembre 1805<br />

Li 23 ho inteso dallo stampatore Monauni, che avendo mandato a Insprugg una Dottrina<br />

cristiana con una Via Crucis del sig. don Giorgio Cristofolini di Madrano, d'anni circa 44, da<br />

stampare, il manoscritto ritornò coll'approvazione della sola Via Crucis; e quindi risolse di non<br />

istampare neppure la Via Crucis.<br />

24 settembre 1805<br />

Li 24, martedì dopo il vespro li nostri soldati, insieme con quelli ch'erano in Roveredo, sono<br />

partiti verso l'Avis all'armata contro li francesi.<br />

30 settembre 1805<br />

Li 30 di mattina sono venuti di quartiero nel nostro convento due sargenti, con qualche altro<br />

soldato, ed anche il Braito Francesco per altro dimorante in Roveredo come architetto<br />

soprastante ai fortini. Moltissimi soldati venuti da Roveredo, ed avviati verso il Reno si sono<br />

fermati nelle piazze di Trento. Nella seguente mattina sono partiti con ordine d'essere in<br />

Bolgiano in questa sera del primo ottobre.<br />

3-4ottobre 1805<br />

Nella sera de' tre furono suonate a festa le campane del Duomo; e nella mattina de' quattro nel<br />

medesimo Duomo fu cantata una Messa solenne con isparro di cannoni per la festa nomastica<br />

dell'imperatore nostro sovrano Francesco secondo.<br />

5 ottobre 1805<br />

Nel giorno quinto ebbimo l'ordine di dare albergo a 107 soldati.<br />

6 ottobre 1805<br />

Nel giorno sesto domenica del ss. Rosario, dopo il vespro vennero da Sardagna de' soldati,<br />

volevano il nostro refettorio, e finalmente si contentarono delle tre foresterie del dormitorio.<br />

Essi vanno a lavorare dalla mattina sino alla sera sul maso dell'Aer 119 oltre l'Adige sopra<br />

Pedecastello. Quando sono nel convento fanno molto strepito ecc.<br />

9 ottobre 1805<br />

Nella sera del giorno nono, mercoledì, è capitato in Trento venendo da Roveredo sua altezza<br />

reale l'Arciduca Luigi, fratello del nostro augustissimo imperatore, nato in Fiorenza 120 li 13<br />

dicembre 1784, e smontò alla locanda dell'Elefante, dove sta eziandio la posta.<br />

10 ottobre 1805<br />

Li dieci lo stesso Arciduca è stato in Sardagna. Nella sera fu aspettato sul nostro monte; ma non<br />

venne. Furono però sparati li mortari su di esso preparati. Li nostri soldati sono stati a chiedere<br />

un altro quartiero, perché sono troppo lontani dal luogo, dove hanno da lavorare. Il Magistrato<br />

ha loro assegnato tre altri luoghi; ma li trovarono preoccupati da altri soldati, e però ritornarono<br />

al convento.<br />

119 *Maso dell'Aria, detto poi Maso del Vent.<br />

120 *Firenze.<br />

71


11 ottobre 1805<br />

Gli undici, venerdì, circa le sei di mattina sono partiti li nostri soldati, che stavano su la loggia e<br />

nelle foresterie verso il Lagaro. Ci fu detto, ch'erano gente pulita; ma gli abbiamo trovati come i<br />

sordi, cantavano come gli ebrei, sporcavano dappertutto.<br />

Nella stessa mattina intorno le otto fu sul nostro monte il lodato Arciduca, condottovi dal sig.<br />

Conte Gio. Pietro Giovannelli, dopo che visitò il fortino fatto da quella parte, ma i di lui cavalli<br />

furono condotti sul nostro monte per la porta del nostro convento. Sono stati sul detto monte ad<br />

ossequiarlo il P. Guardiano, ed alcuni altri Padri nostri. Furono sparati tre mortari quando<br />

venne.<br />

12 ottobre 1805<br />

Li dodici dopo il pranzo il suddetto Arciduca è partito da Trento per la via di Pergine.<br />

13 ottobre 1805<br />

Li tredici alle otto di mattina li soldati nostri e della vicinanza uniti sono stati nella chiesa nostra<br />

per ascoltare la santa Messa, essendo giorno di domenica. Nell'antecedente sera fu pregato il P.<br />

Guardiano dal caporale di celebrare alla detta ora.<br />

Nello stesso giorno dopo il vespro a nome del Magistrato ci fu intimato di dar quartiero a molti<br />

altri soldati, oltre que' molti, che abbiamo nel chiostro; ma Fra Lorenzo portinaio rispose in<br />

modo che non ne venne alcuno.<br />

14 ottobre 1805<br />

Nel giorno 14, lunedì li trentini cominciarono le loro vendemmie generali.<br />

20 ottobre 1805<br />

Li 20, domenica li soldati furono ad ascoltare la santa Messa nella chiesa nostra intorno alle<br />

nove.<br />

Le poste sono mancanti dalla Germania, e dall'Italia.<br />

24 ottobre 1805<br />

Li 24 il Magistrato cogli aggiunti di Trento si è congregato per l'affare della spianata, ordinata<br />

dall'Arciduca Giovanni, spedita da s. Michele, non essendosi fermato in Trento.<br />

27 ottobre 1805<br />

Li 27, domenica li soldati di questo nostro vicinato sono stati nella chiesa ad ascoltare la santa<br />

Messa, da me celebrata. Dopo il vespro poi sono partiti tutti verso Bolzano.<br />

In questi giorni piangendo per la Valsugana è ritornata a Trento la signora contessa Malfatta 121 ,<br />

moglie del maresciallo Filippo barone Wusscovich.<br />

28 ottobre 1805<br />

Li 28 abbiamo ricevuto l'ordine di monsig. Vicario generale capitolare Zambaiti, a requisizione<br />

dell'eccelso governo d'Insprugg data in Insprugg li 14 ottobre, di far orazione per la guerra<br />

vicina, nominatamente che il clero anche Regolare nella Messa aggiunga la colletta Deus<br />

refugium, e che nelle parrocchiali si dica la Messa innanzi al Santissimo esposto nella<br />

domenica, colle Litanie di tutti li Santi, ut in Rituali tempore belli. Vide To. V, Diplom. pag.<br />

570.<br />

30 ottobre 1805<br />

Li trenta la suddetta contessa Malfatta è partita per la Valsugana. Il di lui consorte fu degradato,<br />

ed incombenzato di presiedere agli ospitali militari. Tanto ho inteso.<br />

121 *Malfatti.<br />

72


Nello stesso giorno 31 alle dieci di mattina sono capitati in questo nostro convento dieci soldati<br />

venuti da Revò con una donna. Chiesero quartiero: l'assegnammo loro; ma non piacendo ai<br />

medesimi andarono via. Io ho assegnato loro il quartiero degli altri.<br />

2 novembre 1805<br />

Nel giorno secondo di novembre alle nove, ed un quarto di mattina fu qui a chiederci quartiero<br />

per 49 soldati, e cavalli un caporale col viglietto dell'ill.mo Magistrato. Gli demmo il solito<br />

quartiero del chiostro; ma poi non venne alcuno. Nella sera dello stesso giorno ho inteso, che i<br />

signori castellani di Trento fanno fagotti per partire ecc.<br />

3 novembre 1805<br />

Nel giorno terzo, domenica, fu chiusa la porta nuova di Trento, alla predica del Duomo fuvvi<br />

pochissimo uditorio, la città fu piena di soldati ritirati in su, ed i cittadini furono tutti costernati.<br />

Il nostro monte, e le Laste sono piene di soldati. Nel nostro fortino vi è una guardia. Nella nostra<br />

stalletta sonovi dei cavalli di officianti, coi loro governatori, li quali fanno fuoco nel cortile colla<br />

nostra legna, e coi pali delle vigne. Le nostre verze piacciono ai soldati. E quindi nel giorno<br />

quarto ne spiantammo e portammo altrove.<br />

4 novembre 1805<br />

Nel giorno quarto dopo il vespro sono venuti nel convento circa 25 soldati musicanti di<br />

quartiero, li quali stettero alla porta; e nella sera sono partiti quelli, che custodiscono i cavalli<br />

nella stalletta, e nel cortile, co' loro cavalli.<br />

5 novembre 1805<br />

Nel giorno quinto di mattina sul nostro monte non fuvvi più alcun soldato; e s'intese, che per<br />

capitolazione coi francesi li tedeschi debbono evacuare il Trentino, ed andare oltre Clausen<br />

sopra Bolzano. Ma questo non fu vero.<br />

Ne' passati giorni furono fermati li ponti di Ravazzone, Sacco, Villa ecc. sopra l'Adige, sicché<br />

non si poté passarlo.<br />

Li soldati sono ancora nella pianura sotto al ponte della Fersina, dove tengono fuochi continui.<br />

6 novembre 1805<br />

Nel giorno sesto il nostro monte trovasi onninamente libero dai soldati e dai lavoranti.<br />

Sono parecchi giorni, che monsig. Vicario, colla cancelleria sua è calato dal castello, occupato<br />

dai soldati.<br />

Anche l'inclito cesareo e cesareo regio Giudicio provinciale, ed unitovi capitaniato circolare ai<br />

Confini d'Italia è calato dal castello di Trento, pieno di soldati.<br />

Oggidì li sei novembre il capitano circolare e commissario militare Gio. Conte di Welsperg<br />

pranzò nell'osteria dell'Europa. Li soldati vendono li magazzini e partono verso Bolzano.<br />

7 novembre 1805<br />

Oggidì li sette, giovedì a buon'ora sono partiti li nostri soldati musicanti verso Bolzano. Così<br />

pure quasi tutti li soldati ch'erano in Trento. Alle otto le porte della città furono senza guardie.<br />

Nella sera non fuvvi alcun soldato tedesco in Trento. Tutte le botteghe furono chiuse, tutti<br />

ritirati, parve il Vendrosanto 122 . È pur partito da Trento verso Gardolo il signor Conte Welsperg.<br />

8 novembre 1805<br />

Nella sera degli otto fu messo il fuoco nel fornello del refettorio.<br />

Il colonnello del genio, di cognome Peikart calvinista promotore de' fortini di Trento, in questi<br />

ultimi giorni fu travagliato da dolori acerbi, ed è partito implanctus 123 . Ho inteso, che fugli<br />

122 *Venerdì Santo.<br />

123 *Senza rimpianto dei trentini.<br />

73


contrario il colonnello Hiller, e che l'arciduchessa d'Insprugg ha detto, che ai trentini non poteva<br />

toccare un peggiore ministro.<br />

10 novembre 1805<br />

Li dieci, domenica, nel Duomo non vi fu predica; perché si suppose, che venissero i francesi<br />

dalla Valsugana. Non vennero perché andarono verso Feltre. Sono già in Riva, ma pochi. Anzi<br />

l'avviso, che fossero in viaggio verso Trento fu falso, e dato da un impostore, che si spacciò per<br />

commissario de' francesi. nell'Ausugio, e fece scrivere al Magistrato di Trento il signor Felice<br />

Dordi borghigiano. Il Magistrato fece preparare del pane, ed altro per riceverli, e mandò loro<br />

incontro. Oh quante falsità vengono spacciate! Andarono loro incontro sino a Levico il signor<br />

Aquila, ed il sig. Mersi.<br />

In Trento per custodia de' magazzini infestati da ladri, furono destinati circa cinquanta uomini di<br />

guardia, nobili e plebei, ma senza divisa.<br />

Li francesi furono anche in Tione.<br />

16 novembre 1805<br />

Nella sera de' sedici ho inteso, che li francesi sono in Vienna, e che stanno qui a Trento nel<br />

giorno 18 del corrente.<br />

17 novembre 1805<br />

Nel giorno 17 in Trento fu arrestato dalla polizia un sedicente commissario francese, ch'esigeva<br />

contribuzioni.<br />

20 novembre 1805<br />

Nel giorno 20 di buon mattino furono il Trento molti soldati todeschi, partiti iersera da Bolzano<br />

dopo d'avere scacciati di là li francesi, venutivi da Bressanone ai sedici del corrente. Subito<br />

misero le guardie ad exitus viarum, perché niuno andasse in giu. E quindi fu ributatto anche il<br />

nostro Terziario fra Mansueto inviato per Roveredo. Il predetto commissario falso fu condotto<br />

in ferri al comandante todesco alloggiato all'Europa. Li detti soldati sono Rohanisti.<br />

Nella sera alle otto vennero 40 soldati a chiedere quartiero nel nostro convento. Attesa l'ora<br />

importuna non fu loro aperto, benché abbiano suonato smoderatamente alla porta. Altri<br />

bussarono al convento lastano; ma parimente non fu loro aperto.<br />

21 novembre 1805<br />

Nella mattina de' 21 furono via da Trento tutti li soldati, instradati per Bassano. Ebbero seco dei<br />

soldati francesi prigionieri, ed anche il suddetto commissario per fucilarlo in Pergine, giacché li<br />

trentini hanno impedito, che fosse fucilato in Trento. Dicono, che chiamossi Angelo Bertoldi da<br />

Pescantina, altri da Valle di Cavrino, ch'è lo stesso.<br />

22 novembre 1805<br />

Nella sera de' 22, venerdì giunsero da Bolzano a Trento molti soldati francesi, con un<br />

colonnello. Anche i borghigiani pregarono, che il detto commissario non fosse fucilato presso di<br />

loro. Fu fucilato presso Primolano.<br />

23 novembre 1805<br />

Nel giorno23, sabato, fra Pietro chiamato and. ad assistere il signor Conte Vincenzio Consolato.<br />

Ritornò al convento li 27 di sera, perché il Conte morì nella notte preceduta.<br />

26 novembre 1805<br />

Li 26, martedì con 4 carrozze, accompagnati da soldati di cavalleria, sono partiti da Trento per<br />

Bolzano ecc. dieci nobili cittadini come ostaggi, cioè il barone Giambattista Trentini canonico,<br />

in vece del di lui padre barone Sigismondo acciaccato; il Conte Prospero Sardagna, genero del<br />

detto baron Sigismondo; il Conte Pietro Sizzo. Il Conte Prato figlio del Conte Vincenzo. Il<br />

74


Conte Andrea Salvetti. Il barone Giambattista Salvadori. Il Conte Gio. Pietro Giovanelli. Il<br />

Conte Paride Saracini. Il Conte Giambattista Manci. Il nobile Mersi. Il Manci fu tolto in vece<br />

d'un Conte Consolati, perché il di lui padre fu in agonia. Innanzi di loro furono mandati a<br />

Bolzano dal Magistrato civico il sig. dottore Federico Aquila, ed il sig. ex Pretore Luigi<br />

Chelucci contro le pretensioni del colonnello francese comandante in Trento. L'Aquila è<br />

ritornato a Trento li 27 novembre. Gli altri nel giorno 29. Li trentini dovettero pagare di<br />

contribuzione 10 mila fiorini, ed i roveretani 8 mila.<br />

29 novembre 1805<br />

Nella sera de' 29 sono partiti per Bolzano tutti li francesi, ch'erano in Trento, e subito dopo fu<br />

riaperta la porta nuova. Così ho inteso.<br />

1 dicembre 1805<br />

Nel primo giorno di dicembre in s. Maria Maggiore di Trento predicò il nostro P. Giangiuseppe,<br />

dopo che tralasciò più prediche per la caduta del vòlto 124 .<br />

Nel medesimo giorno vennero da Pergine a Trento cinquecento soldati francesi di cavalleria.<br />

Li predicatori nostri avventuali sono:<br />

Trento nel Duomo, il P. Vicario Vito Antonio.<br />

Trento s. Maria, il P. Giangiuseppe.<br />

Cognola, il P. lettore Illuminato.<br />

Romagnano, il P. Giangiacomo Vicario di Mezzolombardo.<br />

Povo, il P. Custode Pietro Paolo.<br />

Aldeno, il P. Leonardo, stando in Aldeno.<br />

S. Michele, il P. <strong>Provincia</strong>le stando in Mezzolombardo.<br />

Gardolo predica quel curato nuovo.<br />

2 dicembre 1805<br />

Li due dicembre sono venuti a Trento molti soldati francesi di fanteria dall'Italia.<br />

10 dicembre 1805<br />

Li dieci è venuta nel convento la prima neve, ma poca.<br />

11 dicembre 1805<br />

Gli undici sono partiti da Trento molti francesi verso Pergine; essendo andato contra di loro a<br />

Gorizia per accusarli al generale Massena il sig. Luigi Chelucci mandato dal Magistrato<br />

consolare di Trento, col Conte Bartolo Bortolazzi quondam Lodovico.<br />

13 dicembre 1805<br />

Li tredici sono partiti da Trento verso Pergine tutti gli altri soldati francesi.<br />

14 dicembre 1805<br />

Li quattordici ho inteso, che fu conchiusa la pace tra la Francia e l'Austria, cioè che si sono fatti<br />

li preliminari.<br />

20 dicembre 1805<br />

Li venti è partito da Trento il sig. Chelucci per l'Italia, mandato dal Magistrato di Trento al<br />

viceré d'Italia Eugenio.<br />

124 *Volta.<br />

75


22 dicembre 1805<br />

Li 22 cadde la seconda neve di mattina, per la quale dovemmo fare la rotta.<br />

Nello stesso giorno capitarono in Trento circa 120 soldati francesi per la via del Bus di Vella, e<br />

furono tutti quartierati nel seminario. Diconsi mandati a visitare i fortini, e che sieno stati anche<br />

in Molveno a visitare quello.<br />

23 dicembre 1805<br />

Li 23 sotto il pranzo vennero sul nostro monte alcuni de' predetti soldati.<br />

24 dicembre 1805<br />

Li 24 nevicò tutto il giorno; ma sottilmente. Ciò nonostante li francesi sono partiti tutti da<br />

Trento verso Roveredo, dove hanno catturato quel bargello, detto cavalere, Francesco figlio di<br />

Vincenzo Tolommei, per le male grazie, che da loro ricevettero nel 1796, quando furono<br />

cacciati da Trento.<br />

30 dicembre 1805<br />

Li 30, lunedì fu portato dopo il pranzo da un appostato al nostro padre Guardiano un editto di<br />

monsignor Vicario capitolare risguardante il campanonizzare 125 .<br />

Tantissime altre cose notabili accadute in quest'anno 1805 furono da me trasandate. La pace<br />

della Francia coll'Austria fu conchiusa li 26 dicembre 1805 in Presburgo sottoscritta li 27 in<br />

Schönbrun da Napoleone.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO 1806.<br />

1 gennaio 1806<br />

Nel primo giorno ha predicato in Trento alle così dette Fradaglie il nostro P. lettore Illuminato.<br />

Nel medesimo giorno ho ricevuto un foglio stampato, il quale comincia così: Grande Armata.<br />

Stato Maggiore nell'imperial quartier generale di Schönbrunn li 25 Frimaire anno 14 (16<br />

dicembre 1805). Ordine del giorno. Distribuzione della contribuzione fra le Provincie imperiali<br />

austriache.<br />

Franchi<br />

Austria Superiore 10.000.000<br />

Austria Inferiore 32.000.000<br />

Moravia 12.000.000<br />

Circolo di Tabor in Boemia 1.500.000<br />

Stiria 14.000.000<br />

Carintia 5.000.000<br />

Carniola 3.000.000<br />

Ducato di Gorizia, e Gradisca 1.500.000<br />

Città, e distretto di Trieste 6.000.000<br />

Tirolo 9.000.000<br />

Elettorato di Salisburgo 6.000.000<br />

Somma 100.000.000<br />

È sottoscritto Il General Maggiore Maresciallo Berthier. Poi segue un editto colla data<br />

Innsbruck li 26 dicembre 1805.<br />

Dall'imp. ed Imp. regio Governo, ed attività provinciale.<br />

Paride Conte di Wolkenstein Gran capitano.<br />

Gio. Francesco de Strobl vice presidente.<br />

Questa governiale e provinciale ecc.<br />

Dalla deputazione provinciale del Quarto<br />

125 *Il suonare il "campanone del Duomo"<br />

76


ai Confini d'Italia. Borgo li 30 dicembre 1805.<br />

Carlo Cav. de Hippoliti deputato del Quarto.<br />

4 gennaio 1806<br />

Nel giorno 4 di gennaio venne a Trento la notizia, che fu segnata la pace, e che Trento fu<br />

ristituito all'Italia.<br />

5 gennaio 1806<br />

Nel giorno quinto venne la conferma di ciò; e fu sul nostro monte il generale Bianchi, che<br />

disapprovò come inutili questi fortini trentini.<br />

7 gennaio 1806<br />

Nella sera tarda de' sette fu in Trento di passaggio il principe Eugenio Beauharnois vice re<br />

d'Italia inviato per Monaco a sposarsi con Augusta figlia di Massimiliano Duca di Baviera,<br />

proclamato re di Baviera nel giorno primo del corrente gennaio. Egli è figliastro dell'imperatore<br />

Napoleone. Non si fermò in Trento se non che per cangiare i cavalli. Si dice altezza serenissima<br />

principe Eugenio ed anche altezza reale.<br />

Ora si demolisce il fortino di s. Francesco.<br />

10 gennaio 1806<br />

Li dieci di sera ha nevicato non poco.<br />

11 gennaio 1806<br />

Gli undici è ritornato da Milano a Trento il sig. Chelucci glorioso. Dopo il pranzo fu sul nostro<br />

monte a vedere il fortino fatto dai tedeschi il colonnello Galateo Friulano. Fu divolgato, che noi<br />

trentini saremo del principe Eugenio viceré d'Italia e che da Vienna fu scritto, che il popolo<br />

ingrato di Trento è fortunato.<br />

13 gennaio 1806<br />

Li tredici, lunedì mattina fu dato principio alla demolizione del nostro fortino per ordine dei<br />

francesi; ma il freddo, ed il gielo ritarda il lavoro.<br />

18 gennaio 1806<br />

Li 18, sabato ha nevicato alquanto.<br />

Il signor Chelucci mandato dal Magistrato di Trento si trova in Monaco capitale della Baviera,<br />

dove parlò con Napoleone imperatore de' francesi.<br />

25 gennaio 1806<br />

Li 25, sabato, circa ed avanti le due pomeridiane, passò per Trento per andare a Roveredo, e<br />

Verona il suddetto viceré. Furono fatti degli sparri, e suonate tutte le campane, anche nostre, e<br />

de' PP. Cappuccini; ma non si fermò in Trento.<br />

Li 25 sabato i guastadori cessarono di lavorare intorno al nostro fortino. Lo difformarono, ma<br />

non lo disfecero affatto.<br />

27 gennaio 1806<br />

Li 27 avanti giorno ha nevicato molto; e poi gocciolarono i tetti.<br />

28 gennaio 1806<br />

Li 28, martedì colla Gazzetta di Trento fu pubblicato, che Trento in avvenire sarà suddito del<br />

nuovo re di Baviera, e ciò fu pubblicato anche a suono di tromba in più luoghi della città intorno<br />

alle due pomeridiane, in tre linguaggi tedesco, italiano, e francese.<br />

77


29 gennaio 1806<br />

Li 29 dopo il pranzo li soldati bavaresi montarono la guardia della Piazza di Trento; ma non<br />

delle porte.<br />

Predicatori quaresimali del 1806 destinati dalla Curia ecclesiastica episcopali sede<br />

vacante. N. 32.<br />

Aldeno, Cimon 126 , e Garniga festivo, don Simone Andrea Fedrici di Trento.<br />

Avio, don Luigi Zambaiti di Trento, ex Somasco.<br />

Banale, Tommaso Valle cappellano di Calavino<br />

Besenello, e Mattarello, don Antonio Ruati di Rabbi.<br />

Bleggio, o sia s. Croce, don Domenico de Bonis curato dei Ragoli.<br />

Brentonico, don Niccolò Concini curato di Garniga.<br />

Calavino, don Domenico Poli di Storo.<br />

Cavedine, don Bernardino Cattoni di Cavedine.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Antonio Lunelli curato di Roncogno.<br />

Condino, P. Luigi Macchioni Minore Conventuale di Riva.<br />

Corredo, e Smarano, don Antonio Gabardi Beneficiato di Salter.<br />

Denno, e Flavone, don Alessandro Oliva curato di Spor Minore.<br />

Livo, don Giacomo Fattarsi curato di Comasine.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Gio. de Petris cappellano di Livo.<br />

Malé, don Gio. Giuliani curato di Tiarno Superiore.<br />

Mori, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Ossana, don Pietro Marani curato di Biacesa.<br />

Pergine, don Gio. Batta Barisella cappellano di Corredo.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Bernardino Tommazzoli di Cles.<br />

Rendena, don Gio. Armanini di Premione.<br />

Revò, e Clotz 127 , don Pietro Benvenuti curato di Celentino.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Giacomo Covi curato di Campo d'Enno.<br />

Spor e Vigo, don Luigi Chizzola di Mori.<br />

Taio, e Torri 128 , don Romedio Conci di Malé.<br />

Tassullo, don Giuseppe Brutti cappellano di Sanzeno.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Giuseppe Andreis di Vezzano.<br />

Tione, don Vincenzo Nella curato d'Imaro.<br />

Val di Bono, don Gio. Niccolini cappellano di Bono.<br />

Val di Ledro, don Carlo Torresanelli curato di Tiarno di sotto.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Giacomo Faccioli cappellano di Brentonico.<br />

Villa Lagarina, don Matteo Valle curato di Pannone.<br />

Sanzeno, e Dambel festivo. don Gio. Antonio Zanotti di Riva.<br />

Predicatori destinati dal nostro P. <strong>Provincia</strong>le<br />

Trento a s. Maria Maggiore, il P. Ilario dai Bampi confessore delle monache alle Laste. Predica<br />

dopo il vespro; ma nelle quarte sole domeniche prima.<br />

Gardolo, il P. Vicario Vito Antonio.<br />

Meano, il P. Daniele Vicario di Cles.<br />

Pressano, e Verla, il P. Romedio; fu poi sostituto il P. Cirillo 129 .<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Giangiacomo Vicario di Mezzolombardo.<br />

Arco collegiata, il P. Diffinitore Pietro Damiano.<br />

126 *Cimone.<br />

127 *Cloz.<br />

128 *Torra.<br />

129 NB. Il P. Romedio dopo aver predicato le due prime domeniche dovette andare in Tesino a<br />

supplire al parroco ammalato, essendoli anche morto il cappellano.<br />

78


Drone, il P. Guardiano Sisinnio.<br />

Tenno, il P. Massimo.<br />

S. Felice, il P. Leonardo.<br />

Borgo, il P. Giuseppe da Primiero.<br />

Telve, il P. Accursio.<br />

Roncegno, il P. Guardiano Amando.<br />

I Masi di Novaledo, il p. Vicario Stefano.<br />

Levico, il P. lettore Vigilio.<br />

Pinedo, il P. Vicario Gio. Damasceno.<br />

Albiano, il P. Arcangelo Maria.<br />

Roveredo, il P. Custode Pietro Paolo.<br />

Sacco, il P. Guardiano Gasparo.<br />

Noriglio, il P. Ciriaco.<br />

Terragnolo, il P. Gio. Pio.<br />

Cles, il P. lettore Giuseppe Maria.<br />

Mechel, il P. Aloisio.<br />

Mezzo Lombardo, Il P. lettore Illuminato.<br />

Mezzo Todesco, il P. Benedetto.<br />

S. Michele, il P. Giangiuseppe.<br />

Zambana, il P. Prosdocimo Guardiano di Mezzo Lombardo.<br />

Lomaso, il P. Regalato Vicario di Roveredo.<br />

Cavalese, il P. lettore Francesco Maria.<br />

Tesaro, il P. Guardiano Giorgio.<br />

30. Pradazzo, e Moena, il P. Vicario Giannantonio.<br />

2 febbraio 1806<br />

Li 2 febbraio ha nevicato, piovuto, e ventato.<br />

17 febbraio 1806<br />

Nel giorno 17b febbraio ho letto una patente di Massimiliano Giuseppe re di Baviera, del S.R.I.<br />

arci-conte Palatino, arcidapifero, ed elettore ecc. ecc., data in Monaco li 22 gennaio 1806,<br />

sottoscritta dallo stesso re, e dal barone de Mongelas. Dice, che in vigore della pace di<br />

Presburgo de' 26 dicembre 1805, gli sono stati assegnati in dominio i principati di Bressanone, e<br />

Trento, la principesca Contea del Tirolo, e le signorie del Vorarlberg. Che con tal patente<br />

intende di prendere il possesso de' predetti Stati, che manderà a prenderlo Carlo Maria Roberto<br />

del S.R.I. Conte d'Arco, suo ciamberlano, consigliere intimo attuale, e commendatore<br />

dell'Ordine di s. Giorgio, suo commissario di Corte. Che intanto tutti gli impiegati, e subalterni<br />

de' paesi predetti restino nell'esercizio delle loro funzioni.<br />

19 febbraio 1806<br />

Li 19 fu pubblicata in Trento la detta patente. Il Padre predicatore del Duomo, Cappuccino,<br />

Guardiano in Verona, essendo il giorno delle Ceneri, e primo di Quaresima, ha pubblicato dal<br />

pulpito la dispensa della carne data da monsig. Vicario generale onde possano tutti mangiarne,<br />

eccettuati soltanto tutti li venerdì, e sabati, il mercordì delle Ceneri, il mercordì delle Tempore,<br />

ed il mercordì Santo, coll'obbligo di cinque Pater ed Ave, e che gli obbligati al digiuno possano<br />

mangiarne soltanto una volta al giorno, e di non frammischiare i cibi ecc. Tale Quaresima fu<br />

preceduta da divertimenti carnevaleschi, per li quali sono alcuni nel Pretorio ecc.<br />

20 febbraio 1806<br />

Li 20 la polvere, che stava in s. Trinità fu trasferita alle Albere fuori di città, cosa, che non volle<br />

accordare il dominio austriaco.<br />

79


22 febbraio 1806<br />

Li 22, sabato, abbiamo ricevuto il seguente viglietto: Il sagristano al tocco del campanone<br />

questa sera farà dar due segni colle campane di questa chiesa per dinotare la solennità che si<br />

terrà dimani. Trento dalla cancelleria ecclesiastica 22 febbraio 1806.<br />

P. G. Cloch cancelliere d'ordine ecc.<br />

23 febbraio 1806<br />

Li 23, domenica prima di Quaresima nel Duomo di Trento il pubblico ha solennemente<br />

ringraziato Iddio Signor nostro per essere divenuto suddito di sua maestà Massimiliano re di<br />

Baviera. Si radunarono nel medesimo Duomo il signor Conte Marsigli generale bavaro,<br />

l'uffizialità di questa guarnigione, tutte le podestà costituite, la nobiltà, ed immenso popolo. Il<br />

Padre Cappuccino predicatore quaresimalista fece un discorso energico, ma breve, ed analogo.<br />

Monsignor decano Conte de' Manci cantò la Messa col Te Deum: sotto cui furono suonate tutte<br />

le campane, e furono fatte più scariche di mortai dal militare regio. Il Magistrato fregiato della<br />

cocarda bavarese diede un lauto banchetto nel salone del palazzo civico al detto generale, a tutta<br />

l'uffizialità, ad una deputazione capitolare, e del regio bavarese provisorio capitaniato circolare,<br />

ad altri del Corpo pubblico. Alla truppa regia poi diede una gratificazione in denaro. Furono in<br />

tal occasione pubblicate varie poesie.<br />

Fine del <strong>diario</strong> scritto dal P. <strong>Tovazzi</strong>.<br />

INIZIO DEL DIARIO DEL P. VINCENZO MARIA KELLER<br />

Il P. Vincenzo Maria Keller di Cles, che fu incaricato di continuare questo Diario, annota a<br />

questo punto: Qui finì di scrivere il P. Giovanni Grisostomo da Volano rapito dalla morte li<br />

5 marzo 1806.<br />

E col giorno 16 marzo 1806 inizia la continuazione del Diario da parte del chierico fra<br />

Vincenzo Maria Keller (sarà ordinato sacerdote il 7 aprile 1806, come scrive lui stesso in tale<br />

data del Diario), che lo interromperà il 12 ottobre <strong>1809</strong>; era nato a Cles nel 1783 e morì nel<br />

1814 durante la soppressione dei conventi operata da Napoleone Bonaparte. Il Diario non fu<br />

continuato da alcuno, neppure dopo la ripresa della vita religiosa nel 1815.<br />

16 marzo 1806<br />

Li 16 marzo ho ricevuto dal P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio da Cles una carta, in cui si<br />

ritrovano 12 profezie, che si dicono estratte dallo scrigno del vescovo di Costanza, portano<br />

questo titolo:<br />

Profezia d'un defonto venerabile vescovo di Costanza divisa in 12 capitoli, e ritrovata ai 19<br />

agosto 1805.<br />

1. Sarà formato un nuovo re, e questo regnerà poco.<br />

2. Un più grande monarca sarà per questo molto afflitto.<br />

3. Un possente signore farà ai 20 marzo 1806 dei grandi preparativi di guerra.<br />

4. Le più grandi discordie insorgeranno fra i principi ecclesiastici e ministri della Chiesa.<br />

5. Ai marzo daranno principio le sanguinose guerre, e ne' faranno grandi straggi.<br />

6. Li prìncipi ommessi e odiati risorgeranno, ed acquisteranno da diverse parti delle grandi<br />

forze.<br />

7. Nell'anno 1806 saranno in quasi tutto il mondo le più grandi costernazioni, e disunioni.<br />

8. Ai 5, 6, 7 aprile si vedranno nel firmamento per tre giorni, e notti continue delle straordinarie<br />

stelle di grandezza.<br />

9. ai 24 luglio 1806 sentiremo delle grandi vittorie, e nasceranno non pensate mutazioni.<br />

10. In agosto sarà uno straordinario calore del sole, che abbruccerà, e seccherà tutti gli grani,<br />

frutti, alberi e piante senza potersene più prevalere.<br />

11. In ottobre 1806 sarà quasi la mezza parte del mondo disfatta dalla peste, ed altre malattie,<br />

cioè gli uomini.<br />

80


12. Ai 9 novembre 1806 sarà eletto un nuovo re, il quale dominerà quasi sopra tutti gli regni<br />

dell'Europa. –<br />

Quale fede debbasi prestare a simili profezie io non m'azzardo deciderlo. Se ne sparsero in altre<br />

occasioni e dall'esito si ricavò, che erano spurie, e parti di mente stravolta amante di spaventare<br />

la buona gente, e far dire il mondo. Che queste siano di tal fatta non mi sembra molto fuor di<br />

proposito dal vedere che quante copie si spacciano sono quasi tutte varianti in qualche punto. Io<br />

credo le profezie della sacra Scrittura, e le altre se portano maggior peso di credibilità di queste<br />

le lascio nel loro essere. Qui le ho registrate per pura memoria facendo molto chiasso in questi<br />

contorni.<br />

23 marzo 1806<br />

Li 23, domenica di Passione fu fatta in Trento la solita processione della santa Spina. Li nostri<br />

Frati partirono da s. Bernardino dopo le tre e mezza, e furonvi di ritorno alle cinque e tre quarti<br />

circa. Non vennero i predicatori fermatisi ne' loro luoghi rispettivi per la prossima festa<br />

dell'Annunziata, eccetto il P. Vito Antonio Vicario, che venne, ma non fu in processione. Tutti<br />

furono quindeci compreso il Terziario fra Leonardo colla croce. Fu data la benedizione colla<br />

santa Spina al Corpo di guardia bavarese.<br />

25 marzo 1806<br />

Li 25, nella chiesa dell'Annunziata predicò in onore di Maria santissima dell'Annunziazione il<br />

M.R. Padre Giuseppe Antonio da Cles attuale Ministro provinciale. Nel detto giorno si<br />

communicarono probabilmente per Pasqua nella chiesa di s. Pietro moltissimi soldati bavari con<br />

gran divozione.<br />

27 marzo 1806<br />

Li 27 marzo giorno di giovedì, festa di s. Adelprete 130 vescovo e martire trentino alle ore dodeci<br />

e mezza pomeridiane giunse alla fine in questa città proveniente da Bolzano sua altezza rev.ma<br />

il nostro vescovo Emmanuele, e principe del S.R.I. dopo 5 e più anni di continua assenza.<br />

Ottenne da sua maestà il re di Baviera le facoltà di portarsi tantosto a risiedere nella sua chiesa,<br />

lo che avea in tanto tempo inutilmente tentato in Vienna. Sul viaggio si fermò a Bressanone per<br />

ringraziare quel vescovo dell'usata bontà nelle Ordinazioni de' suoi diocesani; a tal'effetto andò<br />

pure a Merano dal vescovo di Coira ivi dimorante. Arrivò in Trento in forma privata in una<br />

carrozza a tiro di quattro cavalli con due cocchieri, ed un signore, che accanto a lui sedea. Scese<br />

dalla carrozza appresso la casa di suo fratello Conte Giuseppe Thunn vicino al seminario, andò<br />

quindi dal fratello, di poi in Duomo, e finalmente dalla madre, che sta in casa de' Conti Terlago<br />

nella piazzetta del Duomo. Deo gratias. Partì da Trento per timore de' francesi, che<br />

s'avvicinavano li 5 gennaio <strong>1801</strong>. In occasione di sì consolante venuta fu pubblicato questo<br />

sonetto 131 .<br />

Per il sospirato ritorno alla sua diocesi<br />

di sua altezza reverendissima<br />

Monsignor Emanuelle Maria<br />

Principe del S.R.I. e vescovo di Trento<br />

De Conti di Thunn, ed Hohenstein ecc. ecc.<br />

Sonetto<br />

Dedicato a sua ecc.za la nobilissima Signora<br />

Giuseppa del S.R.I. Contessa de Thunn ed<br />

Hohenstein nata Colonna Felz Dama della<br />

Croce Stellata ecc. Madre di lui amatissima<br />

E giunto alfin lietissimo il momento<br />

130 *Adelpreto.<br />

131 Vide Episcoparium pag. 149.<br />

81


Dei più cari al tuo cuor teneri oggetti,<br />

Alfin ritorni a riveder di Trento<br />

I pampinosi colli, e i patrii Tetti.<br />

Qual sia la gioia a sì felice evento,<br />

Quale il reciprocar dei dolci affetti,<br />

Lo dice quel sì universal contento,<br />

Che brilla in volto, e che ne inonda i petti.<br />

Almo Signor, poiché tra tante, e tante<br />

Dei troni della Terra orride scosse<br />

Vescovo Sol ti vuol Sorte incostante;<br />

Il Ciel farà, che tua Virtù promosse<br />

Fidando al zelo tuo Sue leggi Sante,<br />

Che giaccian mute le Tartaree posse.<br />

In segno della universale esultanza,<br />

e di profondissimo rispetto G. L.<br />

1806 132 .<br />

30 marzo 1806<br />

Li 30, domenica delle Palme ritornato da Pressano al convento col predicatore, ho udito che il<br />

Papa Pio VII ha indette in Roma le pubbliche processioni di penitenza, e ch'egli stesso vi si<br />

porta a piedi scalzi. Il motivo di ciò si dice, che sia l'assoluta intimazione fatta dall'imperatore<br />

Napoleone al Papa di abbandonar Roma, e di eleggersi per sua residenza o Firenze, o Venezia,<br />

oppur Avignone. Dio ci liberi.<br />

31 marzo 1806<br />

Li 31 marzo ho ricevuto le seguenti profezie, che per memoria qui descrivo. Profezia, che fu<br />

ritrovata in Parigi nel sepolcro di s. Dionisio, e che venne consegnata dal cardinal Delfino a Sua<br />

Santità.<br />

L'anno 1794 fino al 1796 vi sarà nell'Europa di continuo una gran guerra.<br />

1800. Sarà pure lo stesso.<br />

1805. Cesserà la medesima.<br />

1806. Arderà in ogni luogo per la troppa superbia l'ira di Dio.<br />

1807. Sarà Iddio da pocchi uomini riconosciuto.<br />

1808. Risorgerà un uomo assai dotto, ed opererà assai bene.<br />

<strong>1809</strong>. Tremerà l'Europa, l'Asia. e l'Africa.<br />

1810. Arderà il firmamento, e la luna avrà colore di sangue.<br />

1812. Nascerà nel mondo intiero un forte teremoto.<br />

1814. Iddio sarà riconosciuto da tutti li miscredenti, ed indi nascerà una gran guerra.<br />

Questa profezia è stata realmente ritrovata sotto li 21 dicembre 1804.<br />

1 aprile 1806<br />

Il primo di questo mese siamo andati in Duomo a far la solita ora di adorazione per le 40 ore nel<br />

martedì Santo dalle due sino le tre. Eravamo colla croce n. 17. Siamo partiti dal convento dopo<br />

le una e mezza, e siamo ritornati dalle tre e mezza. Prima immediatamente di noi fecero l'ora i<br />

parrucchieri.<br />

2 aprile 1806<br />

Li 2 aprile verso le tre pomeridiane arrivarono in questo convento per ricevere le Ordinazioni<br />

quattro chierici della <strong>Provincia</strong> Leopoldina, cioè fra Simone Golser di Agums diocesi di Coira<br />

tirolese, fra Alboino Preims di Merano diocesi di Coira, fra Gregorio Bernardi di Campitello in<br />

Fascia diocesi di Bressanone e fra Isidoro Fessler di Wang svevo della diocesi di Costanza.<br />

132 Giuseppe Leonardelli agente di casa Thunn.<br />

82


Toltone fra Gregorio tutti sono improfessi 133 . Furono ordinati minoristi tutti da Carlo Rodolfo<br />

vescovo di Coira e principe del S.R.I. li 23 febbraio domenica prima di Quaresima 1806. Tutti<br />

sono licenziati per il suddiaconato. Fra Bernardi dimanda il sacerdozio avendo l'età canonica. A<br />

fra Simone mancano 9 mesi e però ha intenzione di scrivere al suo vescovo di Coira, per<br />

ottenere la dispensa, avendo quel vescovo tal facoltà.<br />

I tre improfessi vengono ordinati suddiaconi ad titulum mensae. Le dimissoriali di fra Isidoro<br />

sono dell'arcivescovo di Magonza, elettore, arcicancelliere, e vescovo di Worms, e di Costanza<br />

sottoscritte dal suo Vicario generale.<br />

Tutti hanno la fede di Battesimo e della Cresima, una supplica dl loro <strong>Provincia</strong>le Ezechiele<br />

Lang diretta al monsignor Vicario coll'attestato degli studi, l'attestato del P. Guardiano di<br />

Bolgiano Iacinto Larcher per gli esercizi, le patenti degli Ordini ricevuti, i tre improfessi le<br />

dimissorie 134 .<br />

3 aprile 1806<br />

Li 3 ho ricevuto in Trento il seguente epigramma per la venuta del nostro vescovo composto dal<br />

sig. don Pietro Pini giuniore.<br />

In Adventu Episcopi Emmanuelis<br />

ex Comitibus de Thunnn Ad Ecclesiam et dioecesim <strong>Tridentina</strong>m.<br />

Epigramma<br />

Post lustrum Pastore tuo redeunte, Tridentum,<br />

Quem tibi Tartareus tentavit tollere Princeps,<br />

Praesulis exulta Sedes antiqua, favente,<br />

Rege tuo, prisco splendori reddita gaude.<br />

Hostis agens Stygii sat dignum laeta triumphum.<br />

Nel medesimo giorno correndo il giovedì Santo, furono dal vescovo nostro benedetti gli Ogli<br />

Santi nella chiesa del Carmine, e nel seguente venerdì sono andato con fra Clemente a<br />

prenderne per noi, e per le Clarisse nella sagrestia del Duomo. Fece il vescovo tal funzione, non<br />

qual vescovo di Trento, perché non ancor impossessato, ma come Suffraganeo delegato dal<br />

Capitolo.<br />

5 aprile 1806<br />

Ai cinque verso le sette principiò nella chiesa del Carmine la funzione delle Ordinazioni tenute<br />

dal nostro vescovo, e durò fin alle dieci e tre quarti. Furono ordinati dieci sacerdoti, fra i quali<br />

Giuseppe Begnudelli di Dres, e Simone Borghesi di Mechel miei paesani. Io fra Vincenzo<br />

Maria fui ordinato diacono, ho letto la seconda e l'undicesima profezia ad alta voce, come altresì<br />

il Vangelo.<br />

Gli ordinati per diaconi saranno stati circa dieciotto, altrettanti i suddiaconi, ed i minoristi circa<br />

trenta. Supplì le veci dell'arcidiacono canonico Spaur il sig. don Pietro Pini esaminatore<br />

prosinodale. Questo vescovo adempie i riti delle Ordinazioni con esattezza e proprietà. Fu<br />

ordinato anche sacerdote il compagno del P. Predicatore del Duomo Cappuccino 135 , il quale,<br />

come mi venne detto celebrerà martedì dopo Pasqua 8 d'aprile la sua prima Messa nella chiesa<br />

del suo Ordine, e le spese per il pasto saranno fatte dalla signora baronessa Crosina albergatrice<br />

del predicatore 136 .<br />

133 *Senza profesione solenne.<br />

134 Fra Alboino può ricevere il solo suddiaconato; fra Isidoro e fra Simone il suddiaconato e<br />

diaconato. Nelle dimissorie e nell'obbedienza non sono specificati gli ordini, che deono ricevere in questo<br />

tempo. – Il vescovo di Coira si chiama, Dei et apostolicae Sedis gratia episcopus Curiensis S.R.I.<br />

princeps, dominus in Türstenberg, et Türstenau, ex comitibus de Buol Schauenstein ecc., ecc.<br />

135 Fra Antonio da Salgaredo.<br />

136 P. Gasparo da Volarnia.<br />

83


6 aprile 1806<br />

Li 6,giorno di Pasqua prese solennemente il formale possesso della sua Chiesa il nostro<br />

vescovo, cantò la Messa coll'assistenza del monsignore decano, del sig. canonico Eyerle<br />

diacono, Trentini canonico suddiacono. Finita la Messa si ritirò il vescovo in coro nella sua<br />

sedia addobbata, ed il decano innanzi all'altare intuonò solennemente il Te Deum. Dippoi si<br />

diede la benedizione Papale.<br />

7 aprile 1806<br />

Li 7 aprile nella chiesa del Carmine si tenne per la seconda volta la funzione delle sacre<br />

Ordinazioni. Gli ordinandi registrati per tal giorno erano 109, ma mancarono 3 o 4<br />

ammalatisi 137 . In tal giorno io fra Vincenzo Maria sono stato ordinato sacerdote, e sotto la<br />

Messa ho a nome degli altri sacerdoti offerta la candella nelle mani del vescovo, e mi fu<br />

data parimenti dallo stesso la pace.<br />

8 aprile 1806<br />

Gli otto di mattina verso le 7 partì a piedi per Bolgiano fra Isidoro Fessler diacono, ed il dopo<br />

pranzo coll'ordinario postale partì pure fra Alboino 138 suo compagno ordinato suddiacono 139 .<br />

Nell'istessa mattina sono andati 4 Religiosi a Cognola per l'obito di Pietro Buonvecchi masadore<br />

de' signori Voltolini, ed ivi tre hanno celebrato.<br />

La stessa mattina celebrò nella nostra chiesa di s. Bernardino la sua prima Messa il sig. don<br />

Simone Nicolini di Vervò alle ore cinque coll'assistenza di un nostro sacerdote, e di due serventi<br />

chierici secolari, continuò per far maggior pratica nelle sacre cerimonie a far lo stesso i tre<br />

giorni susseguenti.<br />

10 aprile 1806<br />

Li dieci alle ore dodeci partì a piedi fra Simone Golser, essendoli la mattina di tal giorno venuta<br />

da Merano la risposta, che il privilegio di dispensare nell'età, che ha il vescovo di Coira si<br />

estende ai soli sudditi austriaci.<br />

Nell'istesso giorno giunsero dal Borgo, e da Pergine in questo convento tre nostri chierici per le<br />

Ordinazioni, cioè fra Antonio da Piné, fra Gio. Francesco da Moena, e fra Martino da Dro; da<br />

Roveredo ne capitarono altri tre, fra Francesco Antonio da Predazzo, fra Carl'Antonio di<br />

Albiano, e fra Gio. Pietro da Novarna col chierico Gio. Batta Masera, che deve assistere come<br />

patrino alla Cresima, che riceve innanzi l'ordinazione fra Francesco Antonio.<br />

12 aprile 1806<br />

Li 12 ho inteso in Trento, che nello Stato veneto sono stati soppressi dal viceré d'Italia Eugenio<br />

80 conventi, e che le chiese di quegli Stati furono svaligiate delle argenterie; che fra il<br />

medesimo viceré e la nuova di lui sposa Augusta bavara siano stati dei dissapori, e che già<br />

questa sia separata dal marito. Ho pure udito esser stato dal re nostro di Baviera spedito l'ordine<br />

a Trento, che il seminario sia evacuato da soldati, e restituito al vescovo per le pubbliche scuole,<br />

e che il sopranominato sovrano si abbia appropriata la colazione 140 de' Benefici.<br />

13 aprile 1806<br />

Li 13, domenica in Albis, nella chiesa del Carmine si tennero le sacre Ordinazioni. I minoristi<br />

furono 12, tra quali sette nostri chierici. I suddiaconi tre e altrettanti i diaconi, e due sacerdoti,<br />

uno fra Gregorio Bernardi di Fascia Riformato di s. Francesco della <strong>Provincia</strong> di s. Leopoldo e<br />

l'altro un certo Mattei di Ala italiana. Fra Francesc'Antonio fu cresimato, ed il patrino si fu il<br />

chierico signor Gio. Batta Masera di Roveredo.<br />

137<br />

In sacerdoti erano 13; 7 i diaconi; gli altri tutti suddiaconi, diaconi e minoristi.<br />

138<br />

uscito nel settembre 1806, ora è a Vienna Benedettino.<br />

139<br />

morto nel luglio 1806..<br />

140<br />

*Collazione, conferimento.<br />

84


12 aprile 1806 [sic]<br />

Li 12 sabato di sera principiò a piovere e seguitò tutta la domenica, ed il lunedì seguente.,<br />

tantoché la Fersina è straordinariamente ingrossata, e dà molto da temere. Diffatto nella notte<br />

del lunedì sboccò dalla parte dello stradone con gran danno delle vicine campagne.<br />

18 aprile 1806<br />

Li 18, venerdì giunsero in questo convento due altri chierici della <strong>Provincia</strong> di s. Leopoldo dal<br />

convento di Ala d'Insprugg, uno si chiama fra Vigilio Rignöt a Caldario, e l'altro fra Giacomo<br />

dalla Marca Hefele a Vils dioecesis augustanae ambos nondum professos.<br />

20 aprile 1806<br />

Li 20, domenica seconda dopo Pasqua si tennero le sacre Ordinazioni nella cappella di casa<br />

Thunn ove dimora il nostro vescovo. Li ordinandi furono 9, tre sacerdoti secolari. I nostri<br />

chierici soprannominati furono tutti ordinati suddiaconi, assieme ai due tedeschi. Nell'istesso<br />

giorno siamo andati alle tre e mezza circa in Duomo in N. 21 per la processione dell'Addolorata.<br />

18 aprile 1806<br />

Li 18 ho udito in Roveredo che nei giorni del venerdì e sabbato Santo negli Stati veneti fu<br />

intimata da commissari portatisi in persona a nome del viceré la soppressione di tutti i conventi<br />

possidenti, e che nel venerdì Santo in Venezia e nel sabbato in terra ferma al suon delle<br />

campane per il Gloria sono entrati in tutte le chiese gli anzidetti commissari, ed hanno siggillati<br />

tutt'i mobili preziosi di argenterie ecc. O tempora o mores!<br />

Nel tempo stesso, che fui in Roveredo ho udito leggere il nuovo codice Napoleone scritto in<br />

francese, e nell'articolo del matrimonio ha questi due punti, che il matrimonio anche<br />

consummato sia sciolto totalmente 1. per mezzo del divorzio leggittimato dalla podestà civile, 2.<br />

per la morte civile, ossia per la pubblica infamia di una delle parti. Le pubblicazioni non si<br />

devono fare più in chiesa, ma nel luogo publico, ove si annunziano gli altri proclami.<br />

27 aprile 1806<br />

Li 27, domenica terza dopo Pasqua si tennero le sacre Ordinazioni nella cappella della casa<br />

Thunn. Gli ordinati furono 6, cioè i 4 nostri chierici, fra Gio. Francesco, fra Carl'Antonio, fra<br />

Gio. Pietro, e fra Martino, e due chierici tedeschi, fra Giacomo dalla Marca e fra Vigilio tutti<br />

ordinati diaconi. Dopo le Ordinazioni furono in cancelleria consegnate le patenti per tutti quelli,<br />

che furono finora ordinati.<br />

La sera dell'istesso giorno alle tre e mezza in N. di 35 ci portammo a s. Pietro per accompagnare<br />

la solenne triennale processione di s. Simonino. Siamo stati di numero tanti per la presenza de'<br />

Padri vocali concorsi al Capitolo provinciale. Subito dopo il pranzo partirono i due chierici<br />

tedeschi.<br />

29 aprile 1806<br />

Li 29, martedì in questo convento di s. Bernardino alle ore otto circa si congregarono i Padri<br />

vocali in refettorio per celebrare il Capitolo provinciale. Fu confermato a voti pieni nel suo<br />

grado di Ministro il P. Giuseppe Antonio da Cles. In Custode fu eletto il P. Pier Damiani dal<br />

Borgo. Deffinitori il P. Pietro Paolo da Roncegno, il P. Michel'Angelo da Roveredo, il P. Ilario<br />

Avi dai Bampi, ed il P. Filippo da Mezzotedesco.<br />

Le tavole dell'anno presente 1806.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. David<br />

Vicario P. Vito Antonio<br />

85<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Sisinio<br />

Vicario P. Lorenzo, maestro


P. Agostino<br />

P. Michel'Angelo deffinitore<br />

P. Illuminato<br />

P. Giuseppe Maria lettore<br />

P. Gaudenzo<br />

P. Giacom'Antonio<br />

P. Pier Regalato<br />

P. Giambattista<br />

P. Vincenzo Maria<br />

Studenti<br />

P. Saverio<br />

P. Lodovico<br />

F. Antonio chierico<br />

F. Ferdinando chierico<br />

F. Leone<br />

F. Masseo<br />

F. Vincenzo<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

F. Ilarione<br />

F. Giulio<br />

Fratelli<br />

In infermeria<br />

P. Ignazio<br />

P. Cipriano<br />

P. Mariano<br />

F. Salvadore<br />

F. Umile<br />

F. Vitale<br />

F. Leonardo Terziario<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Amando<br />

Vicario P. Romedio<br />

P. Attanasio<br />

P. Accursio<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzo<br />

P. Giuseppe<br />

P. Luigi lettore<br />

F. Clemente<br />

F. Giordano<br />

F. Albano<br />

F. Adalprete<br />

Chierici<br />

86<br />

P. Pier Damiani Custode<br />

P. Paolo<br />

P. Ciriaco<br />

P. Luigi<br />

P. Pier d'Alcantara<br />

P. Ambrogio<br />

Studenti<br />

P. Gio. Francesco sac.<br />

P. Martirio sac.<br />

F. Alessandro<br />

F. Prospero<br />

F. Modesto<br />

F. Fedele<br />

F. Martino<br />

F. Marcello<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Geremia<br />

Vicario P. Gregorio<br />

P. Vigilio lettore<br />

P. Giacinto<br />

P. Giangiuseppe<br />

P. Bonaventura<br />

P. Leonardo<br />

F. Urbano<br />

F. Crescenzio<br />

F. Apollinare<br />

Fratelli<br />

Studenti<br />

Fratelli


Fratelli<br />

F. Costantino<br />

F. Giuseppe<br />

F. Felice<br />

F. Cosmo<br />

F. Mansueto Terziario<br />

F. Rocco Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Gasparo<br />

Vicario P. Massimo<br />

P. Pietro Paolo Def.<br />

P. Isidoro<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

P. Francesco Maria lettore<br />

P. Gian Pio<br />

P. Carl'Antonio<br />

P. Gian Pietro<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

F. Francesco Antonio<br />

F. Antonio Maria<br />

F. Bernardo<br />

F. Mattia<br />

F. Egidio<br />

F. Donato<br />

F. Pacifico<br />

F. Michele<br />

Fratelli<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Prosdocimo<br />

Vicario P. Gerardo<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Celestino<br />

P. Nicolò<br />

P. Ippolito<br />

P. Cirillo<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Serafino<br />

F. Massenzo<br />

F. Gianandrea Terziario<br />

87<br />

F. Santo<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Raimondo<br />

F. Biagio<br />

F. Claudiano<br />

Guardiano P. Anacleto<br />

Vicario P. Daniele<br />

P. Gio. Damasceno<br />

P. Emmanuele<br />

P. Carlo Felice<br />

P. Benedetto lettore<br />

P. Alberto<br />

Convento di Cles<br />

Chierici<br />

F. Casimiro<br />

F. Gioachino, al Borgo<br />

F. Vettore<br />

F. Federico<br />

Fratelli<br />

F. Bartolomeo<br />

F. Pasquale<br />

F. Benvenuto<br />

F. Domenico Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Stefano<br />

Vicario P. Raffaele<br />

P. Ubaldo<br />

P. Patrizio<br />

P. Gian Giacomo<br />

P. Arcangelo<br />

P. Candido<br />

Fratelli<br />

F. Maoro<br />

F. Gaetano<br />

F. Giacomo<br />

F. Agnello Terziario


Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Giorgio<br />

Vicario P. Gio. Antonio, maestro<br />

P. Ilario defin.<br />

P. Eusebio<br />

P. Venceslao<br />

P. Pietro d'Alcantara<br />

P. Basilio<br />

P. Maorizio<br />

Fratelli<br />

F. Silverio<br />

F. Marco<br />

F. Celso<br />

F. Teofilo<br />

F. Gian Maria Terziario<br />

88<br />

Curia provinciale<br />

M.R.P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio<br />

secretario P. definitore Filippo<br />

4 maggio 1806<br />

Li 4, domenica furono ordinati sacerdoti i due chierici fra Gio. Pietro da Noarna, e fra<br />

Carl'Antonio d'Albiano nella cappella di casa Thunn in Trento.<br />

5 maggio 1806<br />

Li 5, lunedì alle cinque e mezza circa cantò solennemente la sua prima Messa il P. Gio. Pietro.<br />

Servì da diacono il P. Gio. Pio, e da suddiacono il Padre Alberto. Alle ore nove poi della stessa<br />

mattina celebrò pure la sua prima Messa il P. Carl'Antonio senza canto, assistito dal suddetto P.<br />

Gio Pio. Vi fu un pranzo competente senza l'intervento di parenti.<br />

7-8 maggio 1806<br />

Ne' giorni 7 ed 8, mercordì e giovedì dopo il vespro in questo nostro refettorio furono difese<br />

pubblicamente le tesi teologiche de universa theologia dogmatica colla presidenza de Padre<br />

lettore Illuminato da Cles. I difendenti furono il P. Vincenzo Maria da Cles,, il P. Maorizio da<br />

Castagnedo, il fra Clemente da Trento, e fra Casimiro da Pergine. Gli arguenti poi il primo<br />

giorno furono il barone canonico Gio. Batta Trentini, il rettore del seminario Giuseppe Donati, il<br />

parroco di s. Maria Maddalena P. Domenico Battisti, ed il professore di fisica don Gio. Batta<br />

Maistrelli. Nel secondo giorno il baron canonico Giuseppe Eyerle, il professor di gius canonico<br />

don Francesco Battisti, il professore di logica e metafisica don Bartolommeo Gerloni, ed il P.<br />

Agostino Strobele Agostiniano dal Borgo. La disputa per grazia di Dio riuscì in ogni parte<br />

onorevolissima.<br />

13 maggio 1806<br />

Li 13 secondo giorno delle Rogazioni venne a s. Bernardino la solita processione verso le ore<br />

nove. V'erano 9 canonici, ed un gran concorso di gente.<br />

19 maggio 1806<br />

Ai 19 di maggio principiarono i lavaroni a rifabricare quella parte di muro della nostra clausura,<br />

che rovinò ai 13 o 14 d'aprile, sotto la libreria, a spese del Magistrato civico in forza d'un


memoriale presentato, in cui si dimostrò che il trasporto de' sassi cavati sul nostro monte, alla<br />

Fersina fu la cagione per l'urto che facevano i carri nel muro, del detto atterramento.<br />

Nella Gazzetta trentina dei 20 maggio si dice, che il principe Giuseppe Bonaparte fratello<br />

dell'imperatore de' francesi fu proclamato re di Napoli e di Sicilia li 18 aprile di quest'anno.<br />

Li 4 di maggio principiò il P. Daniele da Enno Vicario di Cles l'ottavario per la Confraternita<br />

del Santissimo Rosario nella chiesa del Carmine, e lo compì felicemente nella domenica<br />

seguente 11 maggio.<br />

24 maggio 1806<br />

Li 24, giorno della Pentecoste, e ne' due dì seguenti il nostro P. Vicario Vitt'Antonio predicò<br />

nella chiesa del Carmine pel solito solenne triduo di quella Confraternita, il dopo pranzo alle ore<br />

quattro e mezza.<br />

28 maggio 1806<br />

Li 28 arrivarono di sera in questo convento i due chierici di sopra nominati della <strong>Provincia</strong> di s.<br />

Leopoldo, cioè fra Alboino, e fra Giacomo dalla Marca per le Ordinazioni. Partirono li 31 alle<br />

10 e mezza.<br />

31 maggio 1806<br />

Li 31 in Duomo nella cappella del ss. Crocifisso si tennero le sacre Ordinazioni. Gli ordinati<br />

furono due tonsurati, minosristi 2, suddiaconi 3, diaconi 6, sacerdoti 8. I nostri fra<br />

Gianfrancesco, e Martirio furono ordinati sacerdoti, come pure fra Giacomo dalla Marca, fra<br />

Alboino poi diacono.<br />

Nei tre giorni della Pentecoste vi fu in Trento un gran concorso per la Cresima, la quale si tenne<br />

pure ne' due giorni seguenti..<br />

1 giugno 1806<br />

Ordinò anche il primo giugno.<br />

5 giugno 1806<br />

Li 5. Festa del Corpus Domini siamo stati in N. di 21 alla solita solenne processione. Siamo<br />

partiti da s. Bernardino alle 6 e tre quarti. Arrivammo in Duomo dopo il Sanctus della Messa<br />

cantata dal monsig. decano Manci. Finita la Messa uscì col suo seguito dalla sagrestia il nostro<br />

vescovo per officiare alla processione. Lo servirono in qualità di ministri colle tunicelle il baron<br />

canonico Buffa, e baron canonico Trentini. Precedevano e seguivano il Santissimo Sacramento<br />

alcuni soldati bavari molto ben vestiti, col solo tamburo senz'altri musicali stromenti e senza<br />

sbarri alla benedizione. Ritornammo al convento alle dieci ed un quarto. Seguiva il baldacchino<br />

il governo bavaro capitaniale, di poi il Magistrato civico ecc.<br />

6 giugno 1806<br />

Nella Gazzetta trentina dei 6 corrente giugno leggo, che sua altezza l'elettore arcicancelliere<br />

arcivescovo di Magonza, e primate della Germania, essendo nell'anno 63 di età, si elesse in<br />

coadiutore cum futura successione il cardinale Fesch arcivescovo di Lione, e zio di Napoleone<br />

come soggetto il più abile per sostenere i diritti elettorali ecc. e che supplicò Sua Santità di<br />

accordargli il predetto porporato, qual suo coadiutore e successore, e ne diede il dovuto avviso a<br />

S. M. I. austriaca qual capo supremo dell'impero.<br />

7 giugno 1806<br />

Li 7. Venne in questo nostro convento monsignor decano della chiesa metropolitana di<br />

Salisburgo ... de' Conti di Spaur di castel Valer, e si riconciliò dal Padre nostro Vicario Vitto<br />

Antonio. Egli è un ecclesiastico assai divoto, ed esemplare. Porta appesa all'abito una croce<br />

d'oro attaccatta ad una catenella pur d'oro. È fratello del fu Conte... Giulio Spaur. Dimora in<br />

89


casa Gaudenti appresso sua nezza 141 moglie del baron Francesco Gaudenti. Mi fu detto che<br />

come decano di quella chiesa abbia il privilegio della mitra ecc. Lo disse di poi egli stesso. Fu<br />

25 anni parroco, poi ottenne dall'imperatore Leopoldo d'esser canonico.<br />

10 giugno 1806<br />

Li dieci alle ore 9 e mezza di mattina arrivò proveniente da Salisburgo in questo convento il<br />

nostro neo eletto Padre Guardiano David di Tiarno con universal contento della famiglia.<br />

12 giugno 1806<br />

Li 12 il Padre Vicario andò per benedire la Via Crucis della chiesa, o cappella di s. Maddalena<br />

appartenente alla famiglia Terlaga, e situata alle falde del dosso detto di s. Rocco. Fu<br />

accompagnato da don Alessandrini cappellano di s. Maria Maggiore.<br />

13 giugno 1806<br />

Li 13 nella chiesa di s. Maria Maddalena ha predicato la mattina in onore di s. Antonio il sig.<br />

don Vincenzo Angeli, e la sera alla chiesa della Morte il Padre Lettore Giuseppe Maria.<br />

Nella Gazzetta trentina dei 13 giugno leggo, che l'eminentissimo cardinale Luigi Ruffo<br />

arcivescovo di Napoli ricusò di prestare il giuramento di fedeltà in mani del nuovo re,<br />

quantunque prima avesse recitata una bella pastorale, in cui invitava tutto il suo clero, e popolo<br />

a riconoscere il nuovo sovrano, ed a prestargli ubbidienza. Ebbe quindi ordine di partire dallo<br />

Stato fra il termine di 18 ore. Il che ha eseguito li 26 di maggio prendendo la via di Roma. La<br />

funzione del giuramento de' sudditi fu eseguita li 25 maggio giorno della Pentecoste.<br />

15 giugno 1806<br />

Li 15 ho ricevuto la gradita notizia da don Pietro Beltrami roveretano ricavata dal Diario<br />

ordinario di Roma del Cracas, che l'em.mo signor cardinale Romualdo Braschi Onesti sabbato<br />

mattina 31 maggio prossimo passato fra l'ottava di Pentecoste, si portò in abito nel convento di<br />

s. Maria in Aracoeli de' RR. PP. Minori Osservanti, al cui ingresso fu ricevuto da quei Padri<br />

superiori, e graduati, quindi trasferitasi l'eminenza sua alle stanze generalizie, fece un'elegante<br />

discorso ai quei Religiosi, col quale loro dichiarò, che il Santo padre sempre propenso per il loro<br />

Ordine avea stabilito di eleggere per Breve il loro nuovo Ministro generale. Indi fu fatta la<br />

lettura dello stesso Breve, col quale venne eletto in Ministro generale il reverendissimo Padre<br />

Ilario da Montemagno Cervelli lucchese, il quale pronunciò un discorso analogo alla funzione,<br />

finalmente adempitosi a tutte le prescritte formalità l'eminenza sua ed i Padri furono serviti di<br />

rinfresco.<br />

NB. Ai 15 giugno, domenica terza dopo la Pentecoste in santa Maria Maggiore di Trento ha<br />

predicato in onore di s. Filippo Neri il P. Vincenzo Maria Keller da Cles con aggradimento e<br />

soddisfazione, benché fosse la prima volta che montò il pulpito. Così fra Giuseppe Maria da<br />

Predazzo.<br />

26 giugno 1806<br />

Li 26 giorno di s. Vigilio siamo stati alla solita solenne funzione del Duomo. Siamo partiti dal<br />

convento alle otto e mezza. Officiò tanto alla Processione, come alla messa il vescovo, e diede<br />

in fine colle solite formalità stando in piedi la benedizione Papale. Vi fu un grandissimo<br />

concorso di gente. Furono sull'orchestra in qualità di cantori musici quattro preti veronesi, che<br />

fecero ottimamente la loro parte. Servirono da diacono il canonico Trentini, da suddiacono il<br />

canonico Sardagna arciprete di Mori, d'assistente il decano Manci. Ritornammo al convento alle<br />

11 e tre quarti. La sera vi furono i consueti fuochi artificiali, ch'ebbero buona riuscita.<br />

141 *Nipote.<br />

90


1 luglio 1806<br />

Nel dì primo luglio arrivò qui da Salisburgo il rev.do Padre ex lettore teologo e attuale<br />

diffinitore e segretario provinciale il Padre Filippo de Panizza da Mezzo Tedesco 142 .<br />

In questa sera alle ore 7 fu benedetto il nuovo cimitero di questa città fuori della medesima<br />

dall'ill.mo rev.mo monsig. Vicario generale Zambaiti coll'intervento di tutti i signori piovani<br />

della città, e nel dì seguente si principiò a ivi seppellire.<br />

Oggidì pure si decretò, e stabilì la nuova piazza detta delle Ocche; e due o tre giorni dopo venne<br />

occupata dalle rivendarole, e frequentata dal popolo. Fu pure in questi giorni abbellita con 5<br />

portici colonati.<br />

In questo medesimo giorno si dovette udire l'infausta nuova, che restò ucciso un uomo sotto<br />

Trento per la via, che porta a Matarello.<br />

2 luglio 1806<br />

Ai due del corrente partì da Trento il rev.do Padre Vicenzo Maria Keller da Cles continuatore<br />

del presente Diario, per portarsi a Bolgiano, affine di supplire a que' Religiosi, che vanno ad<br />

Refrigerium.<br />

5 luglio 1806<br />

Ai 5 furono abbassate le cedole di banco, e ridotte a 35 carantani per fiorino; furono pure a<br />

proporzione abbassati li prezzi de' viveri, con sussurro grande de' mercanti, e di tutto il popolo.<br />

6 luglio 1806<br />

Ai 6 il P. Giuseppe Maria da Predazzo predicò in lode di s. Luigi Gonzaga nella chiesa<br />

parrocchiale di santa Maria Maggiore; e nel ritornare a s. Bernardino attesta d'aver inteso dalla<br />

donna Cattarina moglie di messer Giambattista... molinaro abitante in fondo alla Via Crucis, che<br />

essendo questa gravemente ammalata, non potendo da per sé sola uscire dal letto,<br />

raccomandossi al M.R.P. Gianevangelista (Torresanelli) da Stenico suo confessore, e di cui ne<br />

avea grande stima, e subito francamente uscì da per sé sola dal letto e cominciò a camminare<br />

senza alcun aiuto altrui. Che questo fosse un prodigio operato da Dio a intercessione del P.<br />

Gianevangelista, niuno, che lo conobbe, e con lui ebbe la sorte di conversare, potrà negarlo. E<br />

certamente asserisce il detto P. Giuseppe Maria, che ebbe la fortuna di averlo per Vicario,<br />

confessore, e direttore spirituale per tre anni continui, mentre era chierico e sacerdote giovine;<br />

che al solo ricordarsi di quelle sante ammonizioni confermate colle opere, che di continuo<br />

riceveva dal P. Evangelista sentesi tutto intenerire... e fa grandi espressioni della santità del<br />

Torresanelli 143 .<br />

9 luglio 1806<br />

Ai 9 fra Pietro da Castagné per ordine del presidente Conte Welsperg dovette accompagnare<br />

fino a Insprugg il Conte canonico Wolchenstein ammalato.<br />

13 luglio 1806<br />

Ai 13 il Vicario Vito Antonio da Cles ha predicato in lode della B. V. Maria di Caravagggo in s.<br />

Pietro.<br />

E in questa mattina sua altezza rev.ma ebbe la deganzione di ordinare nella cappella del suo<br />

palazzo Thunn il P. Vigilio da Caldaro della <strong>Provincia</strong> tedesca.<br />

18 luglio 1806<br />

Ai 18 ritornò da Innsbruch fra Pietro. Vide ai 9 corrente.<br />

142 *Mezzocorona.<br />

143 Il Torresanelli morì il 21 aprile 1805.<br />

91


20 luglio 1806<br />

Ai 20 il P. Guardiano Davide de gara fece discorso in lode de Maria Santissima del Carmine<br />

nella chiesa, che porta lo stesso titolo.<br />

27 luglio 1806<br />

Ai 27 nella chiesa del Suffraggio si celebrò la festa della gran Madre di Dio sotto il titolo del<br />

Buon Consiglio, e tutta la funzione fu fatta da' nostri Religiosi di s. Bernardino. Il P. Guardiano<br />

Davide di Tiarno celebrò solennemente coll'assistente P. Cipriano di Tuenno, diacono il P.<br />

(Francesco) Saverio da Tenna 144 , suddiacono il P. Ludovico da Moena. Li cantanti in musica<br />

furono il P. lettore Giuseppe Maria predazzano, il P. Godenzo trentino, il P. Giacomantonio<br />

borghesano, e frate Ferdinando chierico perginese. Alle ore quattro circa di sera fece il<br />

panegirico il P. Pietro Regalato di Cares, e dopoi indossò il piviale il P. Giuseppe Maria cogli<br />

assistenti Saverio, e Ludovico e si cantarono solennemente la Litanie di Maria Santissima. Li<br />

musicanti furioso il P. Guardiano David cogli altri di questa mattina, eccettuato il P. Giuseppe,<br />

che in vece del P. Guardiano indossò il piviale, e in fine diede la benedizione colla santa<br />

Reliquia, e diedela da baciare a tutta la concorsa molta gente. Il tutto andò assai bene.<br />

Oggidì finì per ora il P. Giuseppe Maria da Predazzo le prediche della Buona Morte in santa<br />

Maria Maggiore.<br />

1 agosto 1806<br />

Nel dì primo agosto si notificò col pubblico foglio la resa della fortezza di Gaeta succeduta ai 18<br />

dello scorso luglio.<br />

5 agosto 1806<br />

Ai 5 fu confermata la resa di Gaeta, e annunziata la pace fatta tra francesi, e russi.<br />

7 agosto 1806<br />

Ai 7 andò sua altezza rev.ma accompagnato da monsig. Vicario generale a visitare le monache<br />

Clarisse abitanti nel convento de' Padri Carmelitani alle Laste, e raccomandò loro al possibile<br />

l'osservanza della clausura, e che non permettano né ai padri Carmelitani, né ad altri l'ingresso<br />

ne' luoghi per esse destinati.<br />

Andò pure nell'istesso giorno a visitare le Madri Orsoline.<br />

15 agosto 1806<br />

Ai 15 fu pubblicato un decreto reale, con cui s'intimava di partire entro lo spazio di tre giorni da<br />

tutto il regno bavaro a' quegli ufficiali, che servirono sotto l'imperatore d'Austria eccettuati<br />

quelli, che sono come ragionieri, e quelli che hanno la dimissione.<br />

24 agosto 1806<br />

Ai 24 ha predicato nella chiesa di Ravina in lode della santissima Vergine della Cintura il P.<br />

Giuseppe Maria da Predazzo.<br />

29 agosto 1806<br />

Ai 29 agosto arrivò in s. Bernardino e fu letta nel giorno seguente alla pubblica mensa, e poi<br />

spedita agli altri conventi la circolare stampata del Ministro generale dell'Ordine, in cui si<br />

notificava, che il regnante sommo Pontefice Pio VII con Breve datato ai 20 maggio del corrente<br />

anno 1806 avea eletto, e dichiarato Generale dell'Ordine nostro il rev.mo Padre Ilario Cervelli<br />

144 *P. Francesco Saverio o semplicemente Saverio, al secolo Lorenzo Lazari da Tenna, nacque<br />

01.12, 1780; noviziato nel 1800; sacerdote nel 1812; al ripristino della <strong>Provincia</strong> dopo la soppressione<br />

non tornò in convento, ma restò come prete in cura d'anime, a Susà, anche maestro di scuola; primissario<br />

a Tenna ove morì 26.051862.<br />

92


da Montemagno lucchese attuale commissario generale; notificavasi in oltre nella medesima<br />

circolare li diffinitori generali dell'Ordine. Vedi sopra al giorno 15 giugno 1806.<br />

3 settembre 1806<br />

Ai 3 settembre andò alla volta di Giudicaria, e Rendena il P. Giuseppe Maria per annunziare la<br />

divina parola.<br />

In questi giorni arrivò dal supremo regio bavaro officio a' rispettivi regi bavari uffici capitaniali,<br />

o giudiciali, e a' rev.mi signori arcipreti de' luoghi, in cui trovansi li nostri conventi, e de' PP.<br />

Cappuccini, arrivò, dissi, la proinformatione... quale sia il numero prefisso de' Religiosi nella<br />

fondazione de' conventi... Se questi Religiosi siano necessari, o utili... quali siano i loro<br />

impieghi... quali occupazioni abbiano... come ecc.<br />

15 settembre 1806<br />

Ai 15 arrivò da Giudicaria a Trento il P. Giuseppe Maria da Predazzo, dopo avere costà<br />

predicato cinque volte, e aiutato il popolo al confessionale.<br />

18 settembre 1806<br />

Ai 18 corrente arrivò da Bolgiano a Trento il rev.do Padre Vincenzo Maria Keller da Cles<br />

continuatore del presente Diario. Vedi ai 2 luglio del corrente anno.<br />

20 settembre 1806<br />

Ai 20, sabbato delle 4 Tempore nella chiesa del Carmine il nostro vescovo tenne le sacre<br />

Ordinazioni. I minoristi furono 25, fra quali 4 de' nostri, e tre Cappuccini, ed uno dell'Inviolata<br />

di Riva. I suddiaconi 8, diaconi 26, sacerdoti 5. Uno di questi ultimi fu il P. Isidoro Fessler da<br />

Wang svevo della <strong>Provincia</strong> leopoldina, che celebrò la sua prima Messa in Termeno li 20 detto<br />

per istanza del sig. Gio. Gasparo Keller 145 .<br />

21 settembre 1806<br />

Li 21 giorno di domenica col previo permesso della rev.ma Curia alle ore dieci fu portato<br />

solennemente dal piovano di s. Maria Maggiore coll'accompagnamento di molti sacerdoti ed<br />

concorso di popolo il SS. Sacramento alla chiesa d' santi Cosma e Damiano alla Vella presso<br />

Trento. Sotto la processione e la Messa vi fu una banda di musica militare bavara. Il nostro P.<br />

Vicario Vito Antonio da Cles fece un discorso analogo, fuori della chiesa, non potendovi in essa<br />

capire il popolo concorso. Vi fu l'esposizione della mostranza 146 portata da s. Maria sotto la<br />

Messa, un pranzo solenne dal sig. Conte Ignazio Zambelli, che fece altresì le spese per la detta<br />

funzione. Per altro la detta chiesa appartiene per ius di patronato alla casa de' Conti Sardagna.<br />

Per vantaggio dei vellani v'instituì una perpetua cappellania il Conte Carlo Giuseppe Trapp<br />

canonico di Trento nell'anno 1794.<br />

Nell'istesso giorno il P. lettor Giuseppe Maria recitò in Povo il discorso del SS. Sacramento per<br />

l'anniversario della instituzione della Compagnia.<br />

Nota. Verso i primi d'agosto partì da Trento per Monaco il fu cancelliere Conte Filippo<br />

Consolati mandato dal vescovo di Trento e dal Magistrato civico per sostenere i rispettivi diritti<br />

alla Corte di Baviera in occasione che si tratta la conclusione del Concordato fra questo re, e la<br />

Sede apostolica per opra di monsignor A. della Genga arcivescovo di Tiro e nunzio apostolico.<br />

Il lodato signore dopo aversi adoperato con tutta sollecitudine all'incaricatagli commissione, di<br />

cui sentiremo a suo tempo l'effetto, ritornò in Trento li 24 settembre. Nella sua dimora in<br />

Monaco ebbe due lettere del nunzio, le quali essendomi per buona sorte capitate nelle mani col<br />

mezzo di questo P. Vicario giudico ben fatto qui trascriverle letteralmente. La prima non è<br />

scritta di proprio pugno, bensì la seconda. Questa è la copia fedele:<br />

145<br />

Secolarizossi ai 16 di ottobre 1806 e fu accolto dal predetto signor Keller in casa sua. Nel mese di<br />

novembre dovea fare la sua professa.<br />

146<br />

*L'ostensorio.<br />

93


Ill.mo sig. sig. Patrone colendissimo<br />

Sono nella circostanza di profittare delle sue cortesi esibizioni da trasportarsi qui in Ratisbona<br />

nel caso, che l'utilità della Chiesa di Trento, e del suo principe vescovo lo richiedesse. Ho<br />

bisogno non solo dei lumi di vostra ill.ma, ma altresì dell'opera sua per prendere delle misure,<br />

onde assegnare i beni della Chiesa di Trento, come a tutte le altre della Baviera. Non è possibile<br />

intendersi su di ciò per lettera, onde la prego di avere la bontà di portarsi qui in Ratisbona il più<br />

presto, che gli sia possibile, ed affinché io possa dare una qualche risposta, se mai ella dovesse<br />

ritardare la sua venuta qui, mi permetta di domandarle, s'ella volesse incaricarsi della<br />

commissione della parte della Legazione apostolica di assistere insieme con un commissario<br />

reale alla destinazione, che si farà dei fondi per le tre diocesi del Tirolo. Se ella ha la bontà di<br />

portarmi la risposta in voce, mi obbligherà moltissimo, diversamente la prego di darmela subito<br />

in iscritto, e co' sentimenti della più distinta stima mi pregio confermarmi<br />

Di V. S. ill.ma<br />

Ratisbona 10 agosto 1806<br />

Dev.mo obbl.mo servidore<br />

A. della Genga arcivescovo di Tiro<br />

N. A.<br />

Ill.mo sig. sig. Patrone Col.mo<br />

Ricevo la gentile e gratissima lettera di V. S. ill.ma dei 3 del corrente, colla quale ha la bontà di<br />

annunziarmi la sua sollecita partenza da Monaco. Me ne rallegro per una parte, giacché credo,<br />

che ella abbia combinati con sua soddisfazione tutti gli oggetti della sua missione, dall'altra mi<br />

rincresce, ch'ella si slontani di qua prima che io sia al caso di fornirle le istruzioni necessarie per<br />

l'oggetto della dotazione delle diocesi, né posso ancora farlo, perché non ho le basi fisse da<br />

prescriverle. Se piacerà al Signor Iddio, che si giunga a questo punto, io mi prenderò la libertà<br />

di scriverle a Trento, ed inviarle colò tutto l'occorrente, raccomandando il tutto alle sue somme<br />

cognizioni, ed attività.<br />

La prego di ritornare i miei distintissimi ossequi a sua altezza ed assicurarla, che dal canto mio<br />

non lascio nulla intentato per sostenere i diritti della Chiesa, e per rendere la sua condizione la<br />

migliore possibile, ma che vi bisogna una assistenza specialissima dell'Altissimo per fare<br />

qualche cosa di buono.<br />

Le auguro un felicissimo viaggio, e la prego di conservarmi sempre la sua bontà, ed amicizia,<br />

mentre io pieno di distintissima stima mi pregio confermarmi<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Ratisbona 6 settembre 1806<br />

Dev.mo Obb.mo servidore<br />

A. della Genga<br />

Extra. Regensburg.<br />

All'ill.mo sig. sig. patrone Col.mo<br />

Il sig. Conte Filippo Consolati<br />

Per Stirzer. Monaco. Annibale.<br />

5 ottobre 1806<br />

Li 5 ottobre, giorno del ss. Rosario predicarono in Meano il P. Regalato, in Gardolo il P.<br />

definitore Pietro Paolo, in Mattarello il P. Guardiano Davide, in Aldeno il P. lettor Illuminato, in<br />

Povo il P. Vicario Vito Antonio, in Cognola il P. Vincenzo Maria.<br />

11 ottobre 1806<br />

Gli 11 ottobre giunse in Trento una parte della guardia di sua maestà Napoleone imperatore de'<br />

francesi, che da Milano recasi in Germania, truppa bellissima, e montata a tutto punto, vennero<br />

pure alcuni carriaggi di bagagli, e munizioni, che servono per la suddetta.<br />

94


12 ottobre 1806<br />

Li 12 si celebrò in Trento la festa nomastica del nostro re Massimiliano. Cantò Messa solenne in<br />

Duomo il canonico Trentini, finita la quale fu cantato il Te Deum, indi il capitanio circolare<br />

Welsperg diede un lauto pranzo alle autorità civili e militari. In esso giorno fece pure il predetto<br />

sig. Welsperg la solenne consegna al Magistrato civico del ritratto di sua maestà bavara<br />

mandato dalla stessa in dono alla città di Trento. Tutto questo fu descritto nella Gazzetta trentina<br />

assai amplollosamente.<br />

14 ottobre 1806<br />

Li 14 alle ore 11 di mattina arrivò il Padre predicatore Edmondo Henniger boemo della fu<br />

<strong>Provincia</strong> bavara da Bolzano in questo convento; egli è istradato per Roma. Partì da qui li 17<br />

dopo il pranzo.<br />

1 novembre 1806<br />

Il primo di questo mese predicò il P. Vicario Vito Antonio alla Morte con i 3 giorni seguenti,<br />

compiti li quali predicò al Suffraggio nei 4 giorni consecutivi il P. Vincenzo Maria.<br />

Predicatori avventuali<br />

In Gardolo il P. lettore Illuminato. In Aldeno il P. lettore Giuseppe Maria, in Villazzano il P<br />

.Vicario, ed in Cognola il P. Vincenzo Maria.<br />

È venuto un ordine dal Governo d'Insprugg al rev.mo Ordinariato di Trento di dare<br />

distintamente la nomina di tutti quelli che negli anni 1805 e 1806 furono ordinati sacerdoti, e di<br />

ragguagliare nel tempo stesso se questi abbiano fatti i loro studi sotto professori o lettori<br />

approvati dal Governo.<br />

NB. Verso gli ultimi di ottobre sua maestà il nostro re impose un tributo straordinario alla<br />

<strong>Provincia</strong> del Tirolo chiamato il testadigo, e questo si disse ordinato per rimettere la cassa della<br />

<strong>Provincia</strong> esausta dalle spese della guerra. Ogni persona è in esso tassata giusta l'entrata, che<br />

ricava da suoi beni, o dalla industria. S'eccettuano soltanto i Riformati, e Cappuccini di s.<br />

Francesco, come pure i servi, o le serve, che non hanno annualmente 15 fiorini di salario. Fu<br />

pure messa un'imposta sopra il vino, che si vende, e credo che si esigano carantani 3 per mossa.<br />

La Gazzetta trentina porta, che finalmente fu fermato in Baronissi da uno speziale il famoso<br />

Michele Pezza detto Fra Diavolo capomassa, ossia generale degli insorgenti calebresi, e<br />

formatosi il di lui processo in Napoli fu condannato a perder la vita sulla forca li 10 novembre.<br />

Verso questo tempo arrivò negli Stati austriaci, che furono negli ultimi anni scorsi il teatro della<br />

guerra una somma di 60 milla lire sterline mandate dai caritatevoli inglesi per sollevare in<br />

qualche maniera i popoli dai pesi della guerra sostenuta. Furono incaricate le rispettive Curie<br />

ecclesiastiche a farne la consegna di distribuzione.<br />

3 dicembre 1806<br />

Li tre furono solennizzate in Trento, come altresì in tutto il regno le vittorie gloriose riportate<br />

dall'armata francese in questa nuova campagna contro i prussiani, Nella cattedrale cantò Messa<br />

solenne monsignor decano Manci, finita la quale si cantò il Te Deum, sotto lo sparro de' mortari,<br />

assistendo alla funzione tutte le autorità ecclesiastiche, civili, e militari.<br />

Ho inteso, che alle monache Terresine di Roveredo fu dal Governo accordata la facoltà di<br />

vestire, a questo patto però, che in ogni anno le monache predette debbano rinovare la loro<br />

professione alla presenza di un membro del Circolo di Rovereto.<br />

Ho pure inteso, che in brieve verranno provedute le parrocchie vacanti del vescovado di Trento,<br />

e che la nomina sarà del sovrano. - D. M. N.<br />

8 dicembre 1806<br />

Gli otto ho ricevuto dal P. lettor Illuminato proveniente da Gardolo l'ordine emanato dal capo<br />

console di Trento per i concorrenti alle parrocchie vacanti; eccone qui la copia.<br />

95


In sequela di decreto del regio bavaro governo del Tirolo dei 12 corrente si eccitano tutti quelli,<br />

che aspirassero alle qui sotto indicate ora vacanti parrocchie a presentare senza perdita di tempo<br />

in questo regio capitaniato Circolare le loro suppliche corredate cogli attestati de' studi e di<br />

sostenuti concorsi, giacché in forza del succennato decreto devono essere inoltrate al regio<br />

bavaro governo del Tirolo entro i primi del prossimo venturo mese di decembre.<br />

La parrocchia di Cloz nella Val di Non.<br />

detta di Vigo nella Val di Non<br />

detta di Telve in Valsugana<br />

detta di Cavedine Pretura esterna di Trento.<br />

In conseguenza di quest'ordine è pregato il rev.do signor curato di affigere il presente alla<br />

propria sagristia.<br />

Trento dal palazzo civico li 29 novembre 1806<br />

Girolamo Conte Graziadei capo console<br />

Bernardi cancelliere.<br />

9 dicembre 1806<br />

Nella Gazzetta trentina dei 9 dicembre leggo in data di Genova dei 29 novembre, che per<br />

decreto di sua eminenza il cardinal Caprara Legato della sua Santità apostolica presso<br />

l'imperadori e re Napoleone a contare dal primo gennaio 1807 tutte le feste oltre domeniche, che<br />

si facevano negli addietro Stati liguri, sono state ridotte ad 8 ogni anno; cioè la ss. Annunziata,<br />

Ascensione, Corpus Domini, Assunzione di M. V. e san Napoleone,Tutti i Santi, giorno di<br />

Natale, primo giorno dell'anno, il giorno dell'Epifania.<br />

13 dicembre 1806<br />

Li 13 fu pubblicata in Trento la libertà di stampare, trattine però i direttori per gli offizi divini, i<br />

calendari e gli altri giornali dell'anno. L'autore però deve garantire in caso di qualche richiamo<br />

quel tanto, che ha fatto stampare.<br />

È uscito il decreto di ridurre il nostro convento di Mezzolombardo nella casa dove debba abitare<br />

il Vicario della giudicatura di Mezzolombardo. Questa soluzione dicesi con gran fondamento<br />

essere stata promossa dalla relazione data al Governo dal Vicario sig. Michele de Vigili, che il<br />

convento sarebbe il luogo più idoneo per l'abitazione del Vicario. Informato di ciò il P.<br />

<strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio di Cles dal P. Guardiano del predetto convento, si portò tantosto<br />

dal Conte Welsperg capitanio di questo Circolo, dal quale fu certificato dell'emanato decreto, ed<br />

esortato a prender le misure convenienti per evitare un caso sì funesto procurandosi de' buoni<br />

appoggi in Innsprugg. Si portò infatti tantosto da sua altezza vescovo, il quale gli promise di<br />

scriver su di ciò al Legato apostolico Annibale della Genga dimorante in Monaco, per<br />

l'ultimazione del Concordato, si portò inoltre dagli ex cancellieri aulici di Trento Barbacovi, e<br />

Consolati, dal signor Aloisio Cheluzzi, dal ex consigliere Angeli fratello uterino del<br />

sopraccenato Vicario de Vigili, dal Conte canonico Spaur, il quale promise d'impegnarsi con<br />

tutto il calore per mezzo di suo fratello Leopoldo olim maggiordomo dell'arciduchessa<br />

Elisabetta, e che in breve deve portarsi in Innsprugg; scrisse pure al P. Guardiano delle Grazie,<br />

acciocché pregasse li signori Conti di Arco ad interporre la loro mediazione appresso il<br />

governatore del Tirolo Conte di Arco della famiglia di Baviera; ed il Conte Francesco scrisse<br />

infatti a suo figliuolo in Innsprugg a voler a suo nome rappresentare al signor governatore, che<br />

la soppressione del convento di Mezzolombardo caggionerebbe scandalo nel popolo, danno<br />

grande alle anime per la scarsezza di sacerdoti secolari, e che la posizione del detto convento<br />

non è addattata in alcun modo per esser casa della giustizia. Vi furono 14 o 15 particolari di<br />

Mezzolombardo i quali unitamente al Regolano si esibirono di sborsare la somma di fiorini<br />

4.000 per comperare la casa Saracini posta nel mezzo della suddetta villa, ed assegnarla al<br />

Vicario per sua abitazione, e così salvare il convento. Vedremo in seguito, cosa succederà. Iddio<br />

ci abbia misericordia.<br />

Copia d'una lettera, che il Conte canonico Spaur mandò al P. <strong>Provincia</strong>le.<br />

96


A senso di quanto vostra Paternità ebbe la degnazione di dirmi, ho parlato in Mezzolombardo a<br />

mio fratello, cui ho consegnato il Promemoria. Esso m'assicurò, che da canto suo non avrebbe<br />

mancato d'appoggiare con tutta la sua premura l'affare, ed unitamente a me crederebbe, che<br />

vostra Paternità ne facesse parola con mons. Vicario generale, e se questo lo crede opportuno<br />

anche a sua altezza rev.ma, quali, a vantaggio delle anime di questa diocesi, forse ne<br />

prenderanno tutta la parte possibile; mi promise anche il sig. arciprete di Mezzolombardo fra<br />

pochi giorni di parlarne al signor C. presidente di Welsperg. Il signor Vicario de Vigili sarà<br />

partito oggidì da Mezzolombardo per Innsprugg, Prego Iddio che a maggior onor, e gloria sua,<br />

ed a benefizio di quelle popolazioni sussista il convento quale altresì non è in alcuna maniera<br />

adattato al proposto edificio. Ho l'onore di segnarmi con invariabile rispetto a venerazione.<br />

Trento di casa 11 dicembre 1806. Dev.mo, obb.mo servidore di Vostra Paternità Giovanni<br />

Francesco Spaur.<br />

19 dicembre 1806<br />

Li 19 il nostro P. <strong>Provincia</strong>le inteso da mons. Vicario generale l'ordine sovrano promulgato in<br />

Baviera nel <strong>1801</strong> ed ora intimato pure alla <strong>Provincia</strong> del Tirolo che nella notte del ss. Natale non<br />

sia lecito di tenere in chiesa alcuna le solite funzioni, né si debbano aprire le porte delle chiese<br />

innanzi le cinque della mattina. Si comanda poi che in tutto quel santo giorno sieno chiuse le<br />

bettole ecc.<br />

21 dicembre 1806<br />

Li 21 ho ricevuto dal sig. curato l'ordine stampato contenente la proibizione di fare la funzione<br />

natalizia innanzi le cinque di mattina, in conformità del quale a noi pure intimato dall'officio<br />

spirituale per mezzo di un biglietto manoscritto, siamo andati in coro alle ore cinque, si recitò il<br />

Mattutino basso fin al terzo Notturno quale si cantò al solito, indi seguì la Messa solenne, di poi<br />

le Laudi in tuono corale, Prima bassa, finita la quale uscì la Messa dell'Aurora, poi Terza<br />

similmente bassa, e finalmente la terza Messa. La funzione durò sino alle ore nove. In questo<br />

giorno e nel susseguente predicò in Sardagna il P. Pier Regalato ed in Gardolo il P. lettore<br />

Illuminato nel dì di s. Stefano. Il P. lettore Gioseppe Maria predicò alla Casa di Dio nei quattro<br />

giorni della solennità natalizia.<br />

28 dicembre 1806<br />

Li 28 nella cappella sua domestica fu ordinato sacerdote il nostro fra Clemente da Trento da sua<br />

altezza rev.ma nostro vescovo, unitamente ad un canonico di Gries di Val Venosta, al quale<br />

furono compartiti tutti gli Ordini sacri, avendo egli fatti i suoi studi in Innsprugg e quindi<br />

presentati i suoi attestati. Fra Clemente fu leggittimato all'Ordinazione per avere studiato sotto<br />

lettore approvato dall'università d'Innsprugg.<br />

In questi giorni arrivò in Trento un giovine tedesco studente in Innsprugg, e precettore in casa<br />

Sarentein, il quale richiese dal vescovo le dimissorie per essere ordinato in altre diocesi,<br />

presentando i dispacci dell'inclita università d'Innsprugg; subì quindi l'esame da don Puzzer<br />

professore di sacra Scrittura, e don Grattel ex parroco di Ora, ed egli ricercò di farlo in iscritto,<br />

ma le sue risposte furono ritrovate in parte false, in parte sospette, e tutte temerarie preponendo<br />

al principio di ciascuna, che sebben sappia che in Trento s'insegna il contrario, egli contuttociò è<br />

di diverso pensare, laonde fu riputato indegno della grazia, il Conte Welsperg però a cui era<br />

raccomandato, s'impegnò con tanto calore appresso il vescovo, ed il Vicario generale che alla<br />

fine con un accomodamento, qual fu che ritrattasse in iscritto quanto falsamente avea asserito,<br />

dimandando inoltre scusa degli usati termini, ebbe le ricercate dimissorie.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO 1807.<br />

1 gennaio 1807<br />

Il primo cantò in questo convento solennemente la sua prima Messa il P. Clemente Maria da<br />

Trento. Servì in qualità di assistente il P. Agostino da Vigo, di diacono il P. Vincenzo Maria, di<br />

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suddiacono il P. Francesco Saverio da Tenna; vi fu un lauto pranzo, onorato con una leggiadra<br />

composizione in versi paesani del sig. don Vigilio de' Carli maestro di communità.<br />

Nell'istesso giorno predicò in s. Maria Maddalena il P. Vincenzo Maria, ed alle Fradaglie il P.<br />

Pier Regalato.<br />

In questo giorno altresì si diede dal signor commissario Giuseppe Tosetti di Trento il solenne<br />

possesso al giudice territoriale di Mezzolombardo sig. Gio. Michele de' Vigili 147 . Sotto la Messa<br />

vi fu un'orazione analoga recitata dell'ill.mo e rev.mo sig. Gio. Giacomo Pizzini Preposito della<br />

cattedrale, invitatovi dai signori rappresentanti della comunità di Mezzolombardo il quale fu<br />

dato alle stampe. In questo tempo fu pure seriamente trattata la causa del nostro convento di<br />

Mezzolombardo, di cui ho fatto menzione di sopra. Il sig. Tosetti avute le previe<br />

raccomandazioni dal sig. Conte Welsperg e dal vescovo a nostro favore, s'impegnò con tutto il<br />

calore per la sussistenza del convento; gli convenne prima di molto sbattere per concordare gli<br />

animi divisi, e specialmente in alcuni signori ritrovò tanta contrarietà per il convento, che di<br />

dieci e più piani proposti, non ne vollero accettare alcuno. Finalmente non senza particolare<br />

assistenza di Dio, animato da tutto il popolo basso inclinato per noi, e dalle generose esibizioni<br />

di molti signori, chiamò di uno in uno i possidenti proponendo a ciascuno di scrivere il<br />

quantitativo, che intende somministrare per la compera della casa da assegnarsi al giudice. In tal<br />

maniera vennero a levarsi i fiorini 4.000 circa nel che meritano particolare menzione la casa<br />

Scari, e Kreützemberg. E perché questa somma non era ancor sufficiente, così fu fatta inoltre<br />

per esortazione di monsignor Pizzini una raccolta di danaro in Mezzotedesco, al qual effetto si<br />

portò ivi il P. lettore Giuseppe Maria da Predazzo, ed accompagnato sempre dal prelodato<br />

monsignore si misero assieme fiorini 500. L'istesso fu fatto per mezzo d'altri Religiosi in<br />

Salorno ed in s. Michele. Le quali limosine devono servire per compiere l'intero prezzo della<br />

casa comperata, e quello poi che sopravanza sarà distribuito a quei contadini di Mezzolombardo<br />

che per l'entusiasmo di conservare il convento sborsarono più di quello comportava la loro<br />

facoltà e le ristrettezze. In attestato poi di gratitudine al publico di detto luogo il nostro P.<br />

<strong>Provincia</strong>le spedì la patente di fratellanza al medesimo. Di tutto ciò ne sia lodato e ringraziato il<br />

Signore e Maria Santissima avvocata e protettrice di quel convento.<br />

Avanti alcune settimane si recò in Trento sua altezza reale la duchessa vedova del Duca<br />

Cumberland fratello del regnante re d'Inghilterra. Preso per 6 mesi in affitto l'appartamento<br />

interiore di casa Taxis nella Contrada di Porta Nuova per lo quale paga 1.500 fiorini. Ha una<br />

pensione di 200.000 fiorini circa all'anno dalla Corte d'Inghilterra. Ella è vecchia passando gli<br />

anni 70. Fa frequenti inviti di signori trentini, e nei venerdì e sabbato fa preparare da grasso e da<br />

magro, acciocché ognuno si serva a piacimento. Somministra a noi pure la carità del pane una<br />

volta alla settimana. Dicesi che abbia licenza di soggiornare in Trento e Roveredo e non altrove<br />

per comando dei francesi. Essa non è ben veduta dalla Corte d'Inghilterra, attesoché il di lei<br />

matrimonio non fu dalla stessa ratificato per disparità di condizione.<br />

11 gennaio 1807<br />

Gli 11 predicò in s. Maria per la Compagnia della Buona Morte il P. lettore Giuseppe Maria, e<br />

così la domenica seguente col triduo successivo.<br />

Invece della solita carità del sale, che si riceveva da Ala d'Insprugg, consistente in sacchi 18,<br />

ricevette il P. <strong>Provincia</strong>le fiorini 101, carantani 15 per la provisione del sale<br />

I predicatori diocesani per la ventura Quaresima sono i seguenti:<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Mendini Alfonso curato di Cagnò.<br />

Banale, Padre Macchioni Luigi Minore Conventuale di Riva.<br />

Besenello, e Mattarello, don Giacomuzzi Bartolommeo cappellano di Besenello.<br />

Bleggio, o s. Croce, don Nicolini Giovanni cappellano di s. Massenza.<br />

Calavino, don Andreis Giuseppe curato di Ciago.<br />

147<br />

Nello stesso giorno fu dato in Cles ed in Malé il possesso ai signori giudici distrettuali Angeli di<br />

Revò, e Sisinnio Tevini di Brez.<br />

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Brentonico, don Colombarolla Carlo di Avio.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Fedrici Simone di Trento.<br />

Condino, don Poli Domenico di Storo.<br />

Corredo, e Smarano, don Faccioli Giuseppe cappellano di Brentonico.<br />

Denno, e Flavon, don Benvenuti Pietro curato di Celentino.<br />

Livo, don Covi Giacomo curato di Campo Denno.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Canali Alessandro di Castione.<br />

Malé, don Conci Romedio di Malé.<br />

Mori, don Bresadola Giovanni curato di Plazola.<br />

Ossana, don Zanotti Giovanni cappellano di Ossana.<br />

Pergine, don de Bonis Domenico curato dei Ragoli.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Dall'Aqua Giuseppe primissario di Lavis.<br />

Rendena, don Valle Matteo curato di Panon.<br />

Revò, e Cloz, don Valentini Giuseppe curato di Godenzo.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Zambaiti Luigi di Trento.<br />

Spor, e Vigo, don de Petris Giovanni cappellano di Livo.<br />

Taio e Torra, don Oliva Alessandro curato di Spor Minor.<br />

Tassullo, don Barisella Giovanni cappellano di Corredo.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Rover Simone di Trento.<br />

Tione, don Marani Pietro curato di Piazesa.<br />

Val di Bono, don Giuliani Gio. curato di Bezecca.<br />

Val di Ledro, don Valdagni Antonio di Pergine.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Santi Gio. di Riva.<br />

Villa Lagarina, don Concini Nicolò curato di Garniga.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Chizzolla Luigi di Mori.<br />

19 gennaio 1807<br />

Li 19 giunse in Trento il maresciallo francese Massena proveniente dall'Italia con tre carrozze<br />

alle ore 10 di mattina. Fu l'ill.mo Magistrato civico a complimentarlo ed ancor nel dopo pranzo<br />

partì da Trento avviandosi alla volta di Germania.<br />

6 gennaio 1807 [sic]<br />

Li 6 di sera in s. Zeno nella sua propria casa fu ucciso il signor Gentili a forza di colpi di sasso<br />

scaricatigli nella testa. Il cadavere fu di poi gittato nel sottoposto cortile. Si dice, che la di lui<br />

signora moglie Paolina all'udire gli urli del marito afferrato si fuggita tostamente da casa con<br />

una figlivola. Finora l'uccisore è ignoto, non mancano però dei fondati sospetti.<br />

21 gennaio 1807<br />

Li 21 ho riceuto la copia d'una lettera scritta dal dottor Francesco Chinati al regio bavaro ufficio<br />

Circolare ai confini d'Italia sopra la ricerca fattagli dal medesimo riguardo ai chierici<br />

esaminandi ed ai sacerdoti consecrati nel 1805, da denunziarsi dai rispettivi sindici e Vicari al<br />

prelodato governo per esser esaminati. Questo Chinati è Vicario giurisdizionale di Penede, ossia<br />

di Nago. La lettera è degna d'un vescovo.<br />

Copia: In doveroso riscontro della circolare a stampa dei 22 ottobre 1806, Studi N° 8282. Il<br />

sottoscritto Vicario trova per la verità di fatto di riferire, che in questa giurisdizione di Penede,<br />

dopo l'epoca divisata dal primo maggio 1805 sieno stati ordinati sacerdoti, ed impiegati in cura<br />

d'anime non se ne trovano. Peraltro il sottoscritto Vicario memore d'esser stato pria battezzato,<br />

ed ascritto alla Chiesa romana cattolica, che divenuto giudice di Penede non può che con<br />

altissimo rincrescimento, e dolore di cuore intensissimo rilevare, che gli venga addossata<br />

un'incombenza, la quale urta di fronte una delle più sostanziali massime di nostra cattolica fede;<br />

mentre è dogma universalmente noto, che l'esame dei candidati, che aspirano alla cura d'anime,<br />

deve essere intrapreso da quei soli, ai quali l'Apostolo s. Paolo espressamente dice "Attendite<br />

vobis et universo gregi, in quo vos posuit Spiritus Sanctus regere Ecclesiam Dei, quam<br />

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acquisivit sanguine suo". E quindi è, che la Chiesa cattolica, ammaestrata da codesto apostolico<br />

avvertimento, ha nelle adunanze cattoliche generali, e segnatamente nel Concilio generale di<br />

Trento ordinato ai vescovi di provvedere di seminari appunto per istruire, e provare quei<br />

soggetti che da Dio fossero chiamati in partem curae animarum. Ciò posto il sottoscritto Vicario<br />

è tanto lontano dall'eseguire questa circolare a stampa, che qual vero cattolico, e seguace di<br />

Gesù Cristo è pronto sull'esempio di tanti eroi cattolici di rinunciare la giudicatura non solo; ma<br />

benanco di spargere fin all'ultima stilla il suo sangue, ben sapendo che a detto del medesimo<br />

Apostolo, magis est Deo, quam hominibus obedire, e che il suo capo Cristo Gesù ha<br />

apertamente pronunciato: Qui me erubuerit, et sermones meos tunc erubescet et Filius hominis<br />

cum venerit in sede maiestatis suae; quindi il citato Apostolo gridava: Quis ergo nos separabit a<br />

charitate Christi? Tribulatio? Angustia? An fames? An nuditas? An periculum? An persecutio?<br />

An gladius? No certamente, morir sì; ma insultare la Chiesa cattolica, e cooperare<br />

all'invadimento de' suoi diritti privatamente ad essa concessi dal suo divin fondatore, e capo<br />

invisibile, questo non mai. Lo sa il sottoscritto e lo tocca giornalmente colle mani che questo è il<br />

secolo della persecuzione della Chiesa di Dio, già predetto dagli Apostoli Pietro e Paolo e da<br />

Cristo medesimo; ma sa altresì, che un cattolico esser dee preparato a morire con Cristo, e per<br />

Cristo ogni volta che il bisogno lo richiegga. Mi glorio, che questi miei sentimenti arrivino allo<br />

stesso trono, giacché avrò poi la gloria di dire col Salmista: Et loquebar de testimoniis tuis in<br />

conspectu regum, et non confundetur; e qui con piena sommissione rimango al solito.<br />

Nago dall'Uffizio vicariale<br />

li 3 novembre 1806. D. r Chinati.<br />

25 gennaio 1807<br />

Li 25 Settuagesima ho ricevuto dal P. <strong>Provincia</strong>le il catalogo de' predicatori monastici in<br />

Quaresima e sono li seguenti:<br />

Trento, P. Marcellino da Venezia.<br />

Gardolo, P. David.<br />

Meano, P. Damasceno.<br />

Ravina e Romagnano, P. Cirillo.<br />

Riva, P. Filippo, compagno P. Carlo Felice.<br />

Malsesine, P. Amando.<br />

Tenno, P. Ciriaco.<br />

Nago, P. Sisinio.<br />

San Felice, P. Aloisio.<br />

Borgo, P. Pier Regalato.<br />

Telve, P. Romedio.<br />

Roncegno, P. Accursio.<br />

Torcegno, P. Ippolito.<br />

Masi, P. Bernardino.<br />

Levico, P. Vigilio.<br />

Piné, P. Arcangelo.<br />

Albiano, P. Leonardo.<br />

Folgaria, P. Giuseppe Maria.<br />

Volano e alle monache P. Pietro Paolo.<br />

S. Maria, P. Gasparo<br />

Nomi, P. Massimo.<br />

Cles, P. <strong>Provincia</strong>le.<br />

Mechel, P. Benedetto<br />

Mezzolombardo, P. Vitt'Antonio.<br />

Mezzotedesco 148 , P. Niccolò.<br />

148 *Mezzocorona.<br />

100


S. Michele, P. Prosdocimo.<br />

Pressano e Verla, P. Giampio.<br />

Zambana, P. Gerardo.<br />

Lomaso, P. Gio. Giuseppe.<br />

Cavalese, P. Ilario.<br />

Predazzo e Moena, P. Eusebio.<br />

Tesero, P. Gio. Antonio.<br />

Nella Gazzetta trentina de' 16 leggo, che in virtù del trattato di pace conchiuso a Posen li 11<br />

dicembre 1806 fra sua maestà l'imperador de' francesi e re d'Italia, e sua altezza serenissima<br />

l'elettor di Sassonia, il qui mentovato elettore è stato decorato della dignità e titolo di re di<br />

Sassonia a patto però che si incorpori alla confederazione del Reno, e debba somministrare per<br />

l'attuale campagna all'imperadore Napoleone un contingente di 1.500 uomini di cavalleria,<br />

4.000 d'infanteria, 300 d'artiglieria e 12 pezzi d'artiglieria. Vi è anche questa condizione, che in<br />

avvenire in tutta la Sassonia reale, l'esercizio del culto cattolico sarà parificato all'esercizio del<br />

culto luterano, ed i sudditi delle due religioni godranno senza restrizione degli stessi diritti civili<br />

e politici, facendo sua maestà l'imperadore e re una condizione particolare di questo oggetto.<br />

13 febbraio 1807<br />

Nella Gazzetta trentina dei 13 febbraio si legge che sua maestà l'imperador Napoleone con<br />

decreto datato da Varsavia gli 11 gennaio nominò patriarca di Venezia il signor Gamboni,<br />

precedentemente nominato vescovo di Vigevano; arcivescovo di Udine il sig. Filippo Vittorio<br />

Melano attualmente vescovo di Novara; vescovo di Novara il sig. Baldassare Rasponi canonico<br />

della cattedrale di Ravenna, vescovo di Padova il sig. Dondi dell'Orologio attuale vescovo di<br />

Tremiti in partibus, e Vicario capitolare in Padova, vescovo di Chioggia il sig. Genuzzi attuale<br />

vescovo di Caorle, vescovo di Forlì il sig. Andrea Brati canonico della cattedrale di Capo<br />

d'Istria, vescovo di Verona il sig. Innocenzo Liruti attualmente abbate e bibliotecario del<br />

monastero di s. Giustina in Padova, vescovo di Vigevano il sig. Francesco Milezzi attuale<br />

parroco di s. Silvestro in Venezia.<br />

In questo tempo è venuto l'ordine al P. <strong>Provincia</strong>le dal governo d'Innsprugg, in cui è<br />

incombenzato di esortare i sette candidati ad'appigliarsi ad un altro stato, mentre le loro<br />

suppliche non possono per ora essere ammesse in veruna maniera. I predetti candidati<br />

mandarono al governo un memoriale in cui dimandavano licenza della vestizione.<br />

18 febbraio 1807<br />

Li 18 di sera si videro quattro lampi, e si udì un leggier tuono, la mattina susseguente venne un<br />

poco di neve.<br />

Verso gli ultimi è venuto l'ordine, che i parrochi e curati nel corso della Quaresima e<br />

dell'Avvento debbano predicare da se stessi oppur volendo chiamare un predicatore l'abbiano a<br />

mantenere, e salariare senz'alcun'aggravio della communità. Per quest'anno nella Quaresima,<br />

essendo già incominciata, non si fece alcuna mutazione.<br />

Ho letto una pastorale di monsignor Antonio Gabriele Severoli arcivescovo di Petra in partibus,<br />

e vescovo amministratore di Fano Legato apostolico nella Corte di Vienna spedita al suo clero<br />

nel 1804, nella quale ardentemente inculca ai giovani chierici e sacerdoti la meditazione e lo<br />

studio, comanda che i sacerdoti per anni quattro dopo la loro consecrazione facciano una volta<br />

l'anno gli esercizi spirituali, ed esorta ad apprendere bene ed impossessarsi della lingua latina.<br />

Corre il settimo anno della nunciatura di questo insigne e pio prelato in Vienna.<br />

6 marzo 1807<br />

Nella Gazzetta trentina dei 6 in data di Napoli si legge, che una legge emanata li 23 febbraio<br />

porta l'abolizione in tutto quel regno degli Ordini religiosi delle Regole di s. Benedetto e di s.<br />

Bernardo, e la diversa loro affigliazione e la riunione delle loro proprietà al dominio della<br />

Corona per esse vendute a profitto dei creditori dello Stato. Si assegna ai Religiosi una<br />

101


pensione. Si conservano le biblioteche, gli archivi, e tutti i depositi di libri e manoscritti esistenti<br />

nelle badie di Montecassino, della Cava di Monte Vergine, e la loro custodia viene affidata a 50<br />

monaci scelti, ed incaricati di far conoscere le opere, che possano interessare le arti e le scienze,<br />

e particolarmente la storia del regno. Si stabiliranno 3 ospizi, uno nella Certosa della Padula,<br />

l'altro in Campotenese, ed il terzo nel Piano di Cinquemiglia sulla strada degli Abbruzzi. Gli<br />

Ordini soppressi sono i Cassinesi, gli Olivetani, i Celestini, e Verginiani, i Certosi, i<br />

Camaldolesi, i Cisterciensi e i Bernardoni. Quest'è la gratitudine del mondo ai serviggi prestati<br />

dai monaci per secoli bassi.<br />

Un avvenimento sinistro nato nei primi di questo mese eccitò un grande scompiglio nel<br />

convento di s. Marco degli Agostiniani. Due Religiosi di quel convento l'uno de' quali è<br />

abitualmente pazzo e l'altro fu per lungo tempo vagabondo, scrissero al sovrano una lettera di<br />

calunnie contro il loro proprio convento, accusando i Religiosi sopra 50 punti, fra i quali v'era,<br />

che avea o venduta l'argenteria della chiesa per farsi un privato peculio. Venne tantosto una<br />

lettera fulminante al Conte presidente Welsperg, con ordine espresso, che debba senza dimora<br />

sottoporre ad un esame rigoroso quei Religiosi, i quali chiamati provarono l'insussistenza e<br />

falsità delle accuse, ed a quella dell'argenteria risposero, che se l'aveva alienata e venduta ciò si<br />

fu per soddisfare ai debiti di cui era aggravato il convento e per addobbare la sagrestia e<br />

proveduta di molti capi necessari. Fu dunque istituito processo ed il presidente promise a quel P.<br />

Priore Barisella di Tuenno, che a suo tempo saprà castigare l'atroce fatto dei due Frati, Ho<br />

inteso, che il presidente nella mentovata lettera fu autorizzato di passar tantosto, se volesse, alla<br />

soppressione del convento, altrimenti questa sarebbe riservata a tempo più opportuno. Qui si<br />

verifica quel detto della Scrittura: Filii matris meae pugnaverunt contra me.<br />

È venuto l'ordine, che anche ai predicatori impiegati in questa Quaresima non debba esser<br />

somministrato dal pubblico alcun onorario, onde il predicatore di Trento, che per l'addietro<br />

riceveva 90 fiorini dal castello e 30 dal Magistrato, fu forzato a procacciarsi questuando il suo<br />

mantenimento. Fu perciò istituita una questua in danaro dai signori della città. Fu intimato<br />

nell'ordine al Magistrato che se volesse somministrare al predicatore i 30 fiorini, questi non gli<br />

verranno in alcun conto abbonificatti. Si riscossero da questa questua cinque fiorini più del<br />

solito.<br />

15 marzo 1807<br />

Li 15, domenica di Passione siamo stati alla solita processione della santa Spina in N° 17<br />

compreso il P. Predicatore della cattedrale col suo compagno.<br />

19 marzo 1807<br />

Li 19 furono consegnati al P. Guardiano due ordini emanati da Innsprugg li 28 febbraio e<br />

sottoscritti da questo giudizio provinciale di Trento li 15 del corrente, in uno s'ingiunge al P.<br />

Guardiano di dover dare entro il termine di otto giorni incominciandosi dai 15, una specificata<br />

relazione dei Religiosi di questo convento di s. Bernardino, indicando i loro rispettivi uffizi, la<br />

capacità, gli studi e la condotta. Nel secondo si ricerca 1. Quale biblioteca esista in questo<br />

convento. 2. Qual sia il locale e quale istituto abbia, 3. Qual personale sia incaricato della<br />

direzione di questa. 4. Se esista qualche fondo, o in caso quale, e di qual importo per arricchirla<br />

di nuove opere. 5. Se esistano, ed in caso quali rarità tipografiche, e manoscritti di qualche<br />

merito, e 6. In quali classi questa raccolta di libri sia specialmente ben fornita, oppur mancante.<br />

In una lettera scritta da Roma dal P. Procuratore generale de' Riformati Luigi da Roccapriora ho<br />

inteso, che il Generale della Congregazione della Fede di Gesù Paccanari dal Borgo sia stato<br />

condotto da Spoleti alle carceri del Santo Officio, non si sa precisamente il perché la sua<br />

Compagnia quasi del tutto dispersa, e l'arciduchessa sorella dell'imperadore austriaco dimorante<br />

in Roma, che tanto aiuto avea prestato al Paccanari, venne da due commissari austriaci<br />

sottoposta ad amministrazione, e costretta a ritornarsene a Vienna.<br />

102


24 marzo 1807<br />

Li 24 dalle 2 sino alle 3 pomeridiane abbiamo fatto in Duomo la solita ora di adorazione nel<br />

martedì Santo.<br />

Il tenore dell'ordine rapporto ai predicatori è il seguente:<br />

Con decreto del regio bavaro governo generale venne ordinato quanto siegue: Non sarà più<br />

permesso a qualsiasi comunità di ricevere da qui inanzi predicatori appostati per il tempo di<br />

Quaresima, quando questi non vogliono a ciò prestarsi gratuitamente e senza verun aggravio<br />

delle comunità stesse a cui loro non sarà per tale oggetto passata spesa veruna. Il che si<br />

comunica ad esso sindaco coll'ordine di publicarlo e d'invitare ecc.<br />

Dall'Ufficio distrettuale di Civezzano ecc.<br />

In occasione della futura solenne canonizzazione del beato Benedetto di s. Fratello detto il<br />

Moro, si mossero i PP. Minori Osservanti ad impegnatamente sostenere, che il lodato Beato<br />

appartenga all'Osservanza e non alla Riforma, perciò fu diretta una supplica da ambe le parti al<br />

regnante sommo Pontefice, acciocché con una categorica risposta si mettesse fine a questa lite.<br />

La decisione uscì li 16 del corrente dalla sacra Congregazione detta Economica in questi<br />

termini: Retinendum esse in Bulla canonizationis, et in omnibus actis denominationem Ordinis<br />

Minorum Reformatorum s. Francisci.<br />

12 aprile 1807<br />

Li 12, domenica seconda dopo Pasqua fece il panegirico dell'Addolorata in Duomo il P.<br />

Giuseppe Maria lettore; dopo pranzo poi siamo andati ad accompagnare la solenne processione<br />

N° 19.<br />

25 aprile 1807<br />

Li 25 fu pubblicato in Trento l'ordine di istituire la guardia civica a difesa e sicurezza della città,<br />

mentre la piccola guarnigione bavera dovrà in brieve portarsi all'armata.<br />

21 aprile 1807 [sic]<br />

Li 21, giorno di martedì fu celebrata in questo convento di s. Bernardino la prima intermedia<br />

Congregazione colla presidenza del M.R. Padre Giuseppe Antonio di Cles Ministro provinciale.<br />

In luogo del P. definitor Ilario dai Bampi convalescente in Cavalese venne sostituito il P.<br />

Agostino da Vigo.<br />

Tavole generali di quest'anno 1807.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. David<br />

Vicario P. Gaodenzo<br />

P. Agostino<br />

P. Michelangelo<br />

P. Pietro Paolo<br />

P. Filippo lettore teologia<br />

P. Giuseppe Maria lettore teologia<br />

P. Patrizio<br />

P. Romedio<br />

P. Vincenzo Maria<br />

P. Urbano<br />

P. Crescenzio<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

103<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Sisinnio<br />

Vicario P. Massimo<br />

P. Damiani lettore morale<br />

P. Paolo<br />

P. Ciriaco<br />

P. Regalato<br />

P. Aloisio<br />

P. Ambrogio<br />

P. Gio. Francesco<br />

P. Martirio<br />

F. Casimiro<br />

F. Alessandro<br />

Studenti<br />

Chierici


F. Ferdinando<br />

F. Apollinare<br />

F. Antonio Maria<br />

F. Leone<br />

F. Vincenzo<br />

F. Serafino<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

F. Ilarione<br />

F. Giulio<br />

P. Ignazio<br />

P. Tommaso<br />

P. Cipriano<br />

P. Mariano<br />

F. Salvatore<br />

F. Umile<br />

F. Vitale<br />

Fratelli<br />

In infermeria<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Geremia<br />

Vicario P. Accursio<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzo<br />

P. Anacleto<br />

P. Giuseppe<br />

P. Bernardino lettore filosofia<br />

F. Gioachino<br />

F. Vettore<br />

F. Federigo<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Costantino<br />

F. Giuseppe<br />

F. Felice<br />

F. Diego<br />

F. Martino<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Fratelli<br />

F. Prospero<br />

F. Modesto<br />

F. Fedele<br />

F. Abbondio<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Marcello Terziario<br />

104<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Gasparo<br />

Vicario P. Vigilio<br />

P. Ilario<br />

P. Francesco Maria lettore teologia<br />

P. Isidoro<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

P. Pier d'Alcantara<br />

P. Carlantonio<br />

P. Giampietro<br />

Studenti<br />

Chierici<br />

F. Francesco Antonio<br />

F. Bernardo<br />

F. Giosafatte<br />

F. Mattia<br />

F. Donato<br />

F. Gaetano<br />

F. Rocco Terziario<br />

Fratelli


Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Gregorio<br />

Vicario P. Amando<br />

P. Giacinto<br />

P. Ippolito<br />

P. Bonaventura<br />

P. Leonardo<br />

P. Clemente<br />

P. Alberto<br />

F. Santo<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Raimondo<br />

F. Pacifico<br />

F. Claudiano<br />

F. Feliciano<br />

Fratelli<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Prosdocimo<br />

Vicario P. Lorenzo<br />

P. Francesco Felice<br />

P. Celestino<br />

P. Niccolò<br />

P. Cirillo<br />

P. Giampio<br />

P. Saverio<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Masseo<br />

F. Giacomo<br />

F. Michele<br />

F. Massenzo<br />

F. Gian Andrea Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Vitantonio<br />

Vicario P. Venceslao<br />

P. Gerardo<br />

P. Eusebio<br />

P. Benedetto<br />

P. Arcangelo<br />

P. Basilio<br />

P. Maorizio<br />

105<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giorgio<br />

Vicario P. Carlo Felice<br />

P. Damasceno<br />

P. Gian Giuseppe<br />

P. Daniele<br />

P. Emmanuele<br />

P. Gio. Batta<br />

F. Antonio<br />

Chierico<br />

Fratelli<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Pasquale<br />

F. Benvenuto<br />

F. Domenico Terziario<br />

F. Giovanni Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Gianantonio<br />

Vicario P. Stefano<br />

P. Ubaldo<br />

P. Raffaele<br />

P. Gio. Giacomo<br />

P. Candido<br />

P. Ludovico<br />

F. Egidio<br />

F. Biaggio<br />

F. Marco<br />

F. Agnello<br />

Fratelli


F. Giordano<br />

F. Albano<br />

F. Adalprete<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Silverio<br />

F. Maoro<br />

F. Teofilo<br />

F. Valentino<br />

F. Gian Maria Terziario<br />

4 maggio 1807<br />

Li 4, giorno di lunedì fu preso formale possesso del seminario ristaurato a spese del vescovo, ed<br />

i 7 giorno dell'Ascensione fu aperta la bella chiesa di s. Saverio e solennizzata con Messa in<br />

musica. Il liceo delle scuole è tuttora occupato dai soldati, perciò tutti i professori per ora<br />

insegnano nel convento de' Padri Agostiniani.<br />

7 maggio 1807<br />

Li 7, dopo le nove della sera dagli officiali di polizia fu condotto in castello il P. Paolo Zanollini<br />

di Trento Agostiniano ed il giorno seguente rinchiuso in una angusta prigione. Il motivo è<br />

quello dell'incendio attentato avanti 15 giorni circa nel convento di s. Marco, avendosi fondato<br />

sospetto ch'egli sia stato l'autore. Lo stesso mandò al sovrano enipontano quei capi di accuse<br />

contro il suo proprio convento. Si dice, che ha del malizioso, e del pazzo 149 .<br />

10 maggio 1807<br />

Li 10 partì da Trento verso Germania la bella truppa spagnuola di cavalleria. Questi soldati<br />

riempirono di edificazione la città colla loro condotta veramente cristiana. Una sera nella piazza<br />

grande recitarono unitamente a voce alta la Corona della Beata V. Maria, frequentarono le<br />

chiese, venerarono gli ecclesiastici e non diedero disturbo alcuno ai cittadini, pagando<br />

puntualmente ogni spesa. Le loro pratiche esterne di divozione furono oggetto di derisione a<br />

parecchi sciocchi trentini.<br />

Fu pubblicato in Trento un ordine col quale si proibisce a tutti i sudditi del distretto emigrazione<br />

in paesi stranieri sotto pena della confiscazione di tutti i beni.<br />

17-21 maggio 21807<br />

Nei giorni 17, 18, 19, 20, 21 della Pentecoste amministrò il nostro vescovo in Trento il<br />

Sagramento della Confirmazione. Nel dì 17 domenica di Pentecoste scelse la chiesa cattedrale e<br />

negli altri la propria sala di sua residenza, ed il seminario.<br />

28 maggio 1807<br />

Li 28 giorno del Corpus Domini siamo andati alla solita solenne processione del ss. Sagramento<br />

in N° di 23. Celebrò la s. Messa monsignor decano Manci, e nella processione officiò sua<br />

altezza rev.ma il nostro vescovo.<br />

Nello stesso giorno alle undici di mattina fu publicato a suono di trombetta nella città l'ordine di<br />

organizzare nello spazio di tre giorni la guardia civica, che deve essere composta di cittadini, di<br />

mercanti, e di possessionati.<br />

Furono sospese per decreto governiale le particolari processioni, che fra l'ottava del Corpus<br />

Domini si solevano fare dalle quattro parrocchie di questa città.<br />

149 Il P. Zanollini morì in casa paterna in Trento gli<br />

106


Estratto di alcune notizie ecclesiastiche riportate dal Diario ordinario di Roma del Cracas.<br />

Nel mercoledì ultimo giorno dell'anno scorso 1806 da monsignore Benedetto Tenaia patriarca di<br />

Costantinopoli in Roma nella chiesa della Madonna santissima de' Monti furono battezzati due<br />

uomini l'uno ebreo d'anni 25, e l'altro turco di Tunisi d'anni 17. Dopo il Battesimo fu loro<br />

conferito dal medesimo patriarca il Sacramento della Confirmazione, e dopo aver diretta agli<br />

stessi una dotta e zelante esortazione celebrò la Santa Messa, sotto la quale comunicò i<br />

candidati.<br />

Il sommo pontefice Pio settimo ha fatta la solenne ricognizione delle teste santi Apostoli Pietro<br />

e Paolo, ed indi vennero collocate nei semibusti formati di oro, e di argento; non riferisce il<br />

Diario in qual'anno ciò avvenisse.<br />

Lo stesso Diario riferisce distesamente la solenne traslazione eseguita li 26 maggio 1806 dei<br />

sagri corpi di s. Francesco di Sales, e di s. Francesca di Chantal. Principiando ad incrudelire la<br />

rivoluzione francese ancor ne' confinanti paesi, le pubbliche autorità che erano al Governo di<br />

Anneci pensarono di preservare le preziose reliquie dei due lodati Santi. Fu dunque risolto di<br />

trasportarle dalla chiesa della Visitazione, che dovea esser per decreto della repubblica francese<br />

demolita e venduta unitamente alle altre, ch'esistevano in Anneci, a quella di s. Pietro unico<br />

tempio che si conservava; ma crescendo sempre più la persecuzione, e dovendosi temere nuovi<br />

pericoli, quattro cittadini di quella città i signori Burquier, Amblet, Rochette, e Balydier animati<br />

da pietoso corragio, e santo zelo formarono il progetto di andarle a prendere di notte nella chiesa<br />

di s. Pietro per metterle in luogo più sicuro. Questo progetto venne felicemente eseguito. Le<br />

reliquie furono portate nella casa, che abitano insieme i suddetti Burquier, ed Amblet, dove con<br />

tutta accuratezza nascoste sono state fedelmente custodite durante tutta la rivoluzione da questi<br />

due rispettabili cittadini di Anneci.<br />

Nel 1804, li 29 settembre monsignore di Mesenville allora vescovo di Chamberi, e di Ginevra<br />

fece la ricognizione delle sante reliquie e ne verificò l'identità con tutte quelle premure e<br />

precauzioni, che asiggeva un affare di tale importanza.<br />

Nel 1806 li 26 maggio monsignor de Solle in ora vescovo di Chamberi ha rinnovata la<br />

medesima verificazione, ed ordinata la solenne traslazione alla chiesa di s. Pietro, la quale fu<br />

eseguita con gran pompa e decoro, e giubilo universale di quel popolo concorso in gran numero<br />

ad onorare la memoria di due sì gran Santi.<br />

Tra quelli che accompagnavano la processione si distingueva la marchesa di Sales, con<br />

madamigella Paolina unica sua figlia, ultimo rampollo del vero ramo di s. Francesco di Sales.<br />

Esse facevano il corteggio del loro santo, ed illustre antenato, e lo seguivano co' loro voti, e col<br />

loro affetto. Tutti gli occhi s'intenerivano alla vista di questa rispettabile famiglia ricca in<br />

addietro, e oggigiorno spogliata di tutti i suoi beni in seguito della rivoluzione. Dopo il Vangelo<br />

della Messa pontificale il sig. Doubouloz canonico della cattedrale, antico professore di<br />

teologia, ha recitato l'eloquentissimo panegirico di s. Francesco di Sales.<br />

Nel giorno 23 di dicembre gli eminentissimi cardinali ed i rev.mi consultori componenti la<br />

Congregazione de' Riti si radunarono nelle stanze del sacro palazzo apostolico del Quirinale, ed<br />

ivi tennero la Congregazione preparatoria alla causa della venerabile serva di Dio Agnese di<br />

Gesù domenicana nata nella città di Puy nella Francia, celebre per la sua innocenza, e penitenza,<br />

in premio di che il sommo Iddio con un dardo le ferì il cuore come a s. Teresa. Ponente di tal<br />

causa è l'em.mo cardinale Doria.<br />

La santità di nostro signore Pio Papa VII felicemente regnante li 23 marzo 1807 coll'intervento<br />

del Sacro Collegio nel palazzo apostolico del Quirinale tenne il Concistoro segreto nel quale<br />

propose:<br />

Le chiese vescovili unite di Loreto, e Recanati per mons. Stefano Belleni vescovo di<br />

Fossombrone.<br />

La chiesa vescovile di Cortona in Etruria per mons. Niccolò Laparelli vescovo di Colle.<br />

La chiesa vescovile di Colle per il rev. sig. don Marcello Benci sacerdote della città di<br />

Montepulciano, e canonico della metropolitana di Firenze.<br />

La chiesa vescovile di Scepusio, o sia Zips nella Ungheria superiore per rmons. Michele de<br />

Brigido arcivescovo di Lubiana.<br />

107


La chiesa di Gran Varadino di rito greco unito nell'Ungheria, per il rev. sig. don Samuele<br />

Vulcan sacerdote della diocesi di Fogaras dello stesso rito.<br />

La chiesa vescovile di Eleusi nella Palestina in partibus per il rev. sig. don Geraldo Macioti,<br />

patricio di Velletri, ed arciprete di quella cattedrale, destinato Suffraganeo della chiesa unita di<br />

Ostia, e Velletri.<br />

La chiesa vescovile di Salta nuovamente eretta in cattedrale da sua Santità nella <strong>Provincia</strong> del<br />

Tucuman, America meridionale, per mons. Nicola Vidala del Pino vescovo del Paraguay.<br />

La chiesa di santa Croce della Sietra nel regno del Perù, parte dell'America meridionale, per il<br />

rev. sig. don Francesco Saverio da Aldazabal, sacerdote della diocesi di Guamanga.<br />

La chiesa vescovile del Paraguay nelle Indie Occidentali di Spagna, per il rev. P. Pietro Garcia<br />

de Panes, sacerdote della diocesi di Palenza, dell'Ordine de' Minori Osservanti di s. Francesco.<br />

La chiesa vescovile di Rosis in partibus per il rev. P. Francesco Raimondo Casaus, sacerdote<br />

della diocesi di Jaca, dell'Ordine di s. Domenico.<br />

Il giornale di Milano N. 148 in data di Roma dei 16 maggio porta: La fama universale del servo<br />

di Dio Labré, fa desiderare il progresso della causa della sua beatificazione e canonizzazione.<br />

Messo da vivi clamori delle popolazioni il postulatore R. P. D. Gaetano Palma ne ha ordinata la<br />

copia de' processi apostolici su le virtù eroiche in specie e sui miracoli per proseguire il corso<br />

sino alla beatificazione.<br />

15 giugno 1807<br />

Li 15 s'incominciò ad esporre all'incanto i mobili del castello di Trento, proseguendosi fino alla<br />

totale alienazione de' medesimi. Le cose più rare si venderono per prezzi assai bassi.<br />

26 giugno 1807<br />

Li 26 siamo stati in n° 19 alla processione di s. Vigilio, assistendo alla s. Messa pontificale.<br />

La sera seguente da una pioggia dirotta furono impediti i fuochi artificiali, quali però ebbero<br />

luogo nella sera dei santi Apostoli Pietro e Paolo per l'ultima volta, avendoli il regio bavaro<br />

governo proibiti per l'avvenire come una spesa inutile.<br />

Li 26 il Canonico Regolare di s. Michele don Gregorio parroco di detto luogo ci raccontò<br />

d'essersi portato in compagnia di un altro sig. Canonico in Innsprugg per procurare la<br />

sussistenza della Prelatura. Il governatore Conte d'Arco gli assicurò che il decreto della<br />

soppressione era di già sottoscritto, e che era affatto inutile per essi il recarsi a Monaco, come<br />

aveano ideato. Alle loro suppliche però, ed alle esibizioni fatte di presentare alla cassa reale tutti<br />

gli annui avvanzi delle rendite, ebbero dal governatore la promessa d'impegnarsi per la<br />

rivocazione del decreto di soppressione. Ma a fronte di tutto ciò ai due del vegnente luglio con<br />

rammarico de' buoni, e spezialmente dei villaggi circonvicini, che dalla Prelatura godevano<br />

singolar benefici, e si può dire senza offender il vero il totale sostentamento, ai due di luglio fu<br />

intimata ai signori canonici da un signore spedito dal Giudizio provinciale di Trento, la<br />

decretata soppressione della Prelatura cotanto benemerita della Chiesa di Trento, per le<br />

parrocchie, e cure, ch'erano provvedute da soggetti cavati da quell'insigne Capitolo. Ai signori<br />

Canonici fu accordata la pensione di fiorini 300 per cadauno, che attesa la facoltà incamerata di<br />

settecento e cinquanta mila fiorini, sembra molto scarsa. Nell'anno 1145 ai 29 di settembre da<br />

Altemanno vescovo di Trento fu consecrata la chiesa di s. Michele de' Canonici Regolari di s.<br />

Agostino nel giorno stesso eretta in chiesa parrocchiale. Vide Bonellum T. 2, pag. 397 et<br />

Parochiale tridentinum cap. 69; dunque la prelatura contava sette secoli di fondazione. Deus<br />

misereatur nostri. Era già qualche mese, cioè poco dopo seguita la morte dell'ultimo Prelato<br />

Gregorio Tasser, che fu mandato dal Governo un commissario come amministratore delle<br />

rendite della Prelatura, avendolo troppo incautamente e senza prima concertare l'affare col sig.<br />

economo, dimandato il Capitolo.<br />

6 luglio 1807<br />

Li 6 un pover'uomo chiamato Domenico Celva di Povo nel portarsi di notte a casa sua, essendo,<br />

come dicesi, offeso dal vino, si pose a sedere nell'orlo d'una strada, che riguardava una altra<br />

108


strada sotto posta, ed addormentatosi, cadde al di sotto presso il molino di Giovanni Clauser. La<br />

mattina fu ritrovato con delle contusioni, le quali però non davano grand'indizio di temere, egli<br />

anzi parlava, e si dolea soltanto dello stomaco. Fu portato nel molino Clauser, e chiamato<br />

tantosto l'infermiere Fra Leone, questi gli prescrisse delle unzioni e poi se ne ritornò al<br />

convento. Indi ad un mezzo quarto d'ora incirca venne chiamato frettolosamente questo P.<br />

Guardiano per soccorrere quel povero infermo, che stava per spirare, ma gli poté soltanto<br />

conferire l'assoluzione sacramentale, e l'Oglio Santo, mentre più non parlava, ed era in agonia.<br />

Informata la polizia di questo caso, ricercò un attestato sottoscritto dall'infermiere della morte<br />

naturale provenuta dal predetto accidente e non cagionata da qualsisia persona violentemente.<br />

Nel giorno seguente su sepolto dal piovano di s. Maria Maddalena.<br />

Ho ricevuto il catalogo degli studenti di logica e metafisica secondo il profitto, che fecero nello<br />

scorso anno scolastico. Il primo nella logica fu Giovanni Gattmelzer nevoteutonico 150 ; il<br />

secondo Girolamo Conte de' Pompeati; il primo nella fisica Giacomo Ricci di Trento, il secondo<br />

Domenico Benvenuti di Trento.<br />

8 luglio 1807<br />

Gli 8 ho inteso per certo, che sua altezza rev.ma il nostro vescovo ha disegnato di convocare in<br />

Trento tutti i decani foranei della diocesi per trattare con essi di affari importanti risguardanti i<br />

diritti ecclesiastici; dicesi, che il congresso si terrà nella settimana ventura. Non fu tenuto.<br />

9 luglio 1807<br />

Li 9 alle ore 6 e mezzo pomeridiane nella chiesa del seminario vescovile, si eseguì la<br />

distribuzione de' premi agli studenti di communità, prima, seconda, quarta, quinta e rettorica.<br />

Ai canonici di questa cattedrale di Trento furono proposti i 4 seguenti quesiti. 1. Se ogni<br />

suddito, di qualunque rango egli sia, sia obbligato in coscienza alla legge vigente rapporto alla<br />

collazione delle parrocchie. 2. Se il vescovo debba assoggettarvisi sotto pretesto di non aver le<br />

necessarie facoltà. 3. Se la legge, che proibisce di ricorrere a Roma, obblighi in coscienza. 4. Se<br />

i Brevi e le Bolle pontificie possano aver vigore nello Stato senza il placeto regio.<br />

I signori canonici dovettero in breve termine di 24 ore portare in scriptis le lor risposte in<br />

castello 151 .<br />

Li 9 fu conchiusa a Tilsitz nella Prussia Orientale in vicinanza di Memel fra l'imperadore dei<br />

francesi, l'imperadore delle Russie ed il re di Prussia la pace, in seguito della quale il principe<br />

Girolamo fratello di Napoleone fu dichiarato re di Vestfaglia, ed allo stesso assegnati tutti queì<br />

Stati, che possedeva il re di Prussia di qua dall'Elba. Il principato, ossia Ducato di Varsavia, che<br />

comprende la porzione del regno di Polonia, che toccò al re di Prussia nell'ultima divisione,<br />

venne appropriato al re di Sassonia, eccettuati alcuni piccioli territori di paese, distribuiti ai<br />

marescialli francesi. Le Bocche di Cattaro, come pure le sette isole del Levante furono evacuate<br />

dai russi e date in potere dei francesi. Queste sono le sostanziali condizioni del predetto trattato<br />

di pace.<br />

Fu intimato ai signori parrochi della diocesi di Trento l'ordine sovrano di dar in nota i mobili e<br />

l'argenteria delle rispettive loro parrocchie, colla stima del prezzo, e coll'individuare a lotto la<br />

quantità, ed il peso dei mobili d'argento, e d'oro.<br />

23 agosto 1807<br />

Li 23 siamo stati alla solita processione del voto della città.<br />

Ho veduta una supplica presentata al vescovo di Trento dai parrochi e decani foranei delle valli<br />

di Non e Sole, relativamente alla conservazione dei beni ecclesiastici, dei predicatori<br />

quaresimali ed avventuali, e delle Confraternite massimamente di quelle chiamate del ss.<br />

Sacramento, del Rosario, e della Dottrina cristiana tre punti, che oltremodo si contrastano dal<br />

150<br />

*Da Nuova Ponente.<br />

151<br />

I canonici Eyerle, Trentini, e Buffa non risposero conforme pretendeva il Governo e perciò<br />

vennero in seguito privati della pensione.<br />

109


presentaneo governo, e quindi scongiurano efficacemente il vescovo a non permettere la<br />

soppressione di codesti rispettabili oggetti.<br />

30 agosto 1807<br />

La notte dei 30 scoppiò nella villa di Fiavé nella Giudicaria esteriore un terribile incendio, che<br />

in meno di mezz'ora incenerì tutta la villa eccettuate tre case che erano coperte di coppi. La<br />

cagione di tal incendio si dà ad un giovane pazzo di Fiavé, il quale ad istanza del popolo fu<br />

carcerato a Stenico ed indi condotto a Riva.<br />

Il Diario di Roma riferisce sotto i 18 aprile anno 1807 il triduo solenne celebrato in Roma nella<br />

chiesa della SS. Concezione dei PP. Cappuccini in onore del Beato Crispino da Viterbo laico<br />

Cappuccino beatificato dal regnante Papa Pio VII, e questa solennità ebbe luogo nei 12-14<br />

aprile con istraordinaria pompa, condecorata eziandio dall'augusta presenza del sommo<br />

Pontefice, che in un giorno vi si portò a venerare il predetto Beato.<br />

In data di Lione dei 10 aprile narra, che la chiesa parrocchiale di s. Bonaventura esistente in<br />

quelal città, è stata restituita al culto divino. Sua emenenza il cardinale Fesch arcivescovo di<br />

Lione la fece riparare, la riconsacrò, e celebrovi i divini Misteri, fuvvi trasportato il ss.<br />

Sagramento, le reliquie di s. Bonaventura, la statua di Maria Verginee, che esistevano nella<br />

chiesa del liceo, che serviva provisoriamente di parrocchia.<br />

26 aprile 1807<br />

Li 26 aprile nella università di Bologna venne conferita la laurea dottorale di giurisprudenza alla<br />

signora Maddalena Canedi, la quale dopo un esame egregiamente sostenuto pronunziò un<br />

elegantissimo discorso latino.<br />

In data di Lione dei 15 aprile: Sua eminenza il sig. cardinale Fesch ha abbandonato Lione. per<br />

portarsi a fare la visita pastorale in un dipartimento della sua arcidiocesi.<br />

In data di Parigi dei 14 maggio: Monsignor vescovo di Aquimper ha benedetto l'oratorio del<br />

convento delle Suore della Visitazione di Maria Vergine; la costruzione di questo oratorio si<br />

deve principalmente alle cure generose del sig. Sabbathier fratello di una di queste dame.<br />

Un decreto imperiale dei 23 aprile prossimo passato autorizza definitivamente l'associazione<br />

religiosa delle dame della Carità, dette di s. Benedetto dirette dalla dama signora Dudoyer<br />

Duchautnoix. Questa associazione ha per iscopo l'educazione gratuita delle orfane, che non<br />

possono trovare le risorse necessarie per ricevere l'educazione conforme allo stato de' loro<br />

parenti.<br />

Un decreto dello stesso giorno autorizza anche definitivamente l'associazione delle dame<br />

caritatevoli conosciute nella diocesi di Aix sotto il nome delle Suore ospitaliere, o Suore della<br />

Madonna delle Grazie, che si consacrano al sollievo de' poveri ammalati, e alla istruzione dei<br />

fanciulli.<br />

In un altro decreto imperiale il sig. prefetto della Senna inferiore è autorizzato a ristabilire le<br />

dame Orsoline di Roven nella possessione, e godimento delle parti disponibili, e non alienabili<br />

della casa, nella quale la loro comunità era anticamente stabilita.<br />

In data di Genova 6 giugno: Questa sera cominciano i primi vespri del solenne triduo, che si<br />

celebra nella chiesa de' PP. Cappuccini in onore dei novelli Beati Crispino da Viterbo, e<br />

Veronica de Giuliani dell'Ordine stesso.<br />

In data di Tolosa 24 maggio: Il sig. prefetto ristabilisce, in virtù di un decreto imperiale<br />

l'istituzione rispettabile che esisteva avanti la rivoluzione in questa città sotto il nome Bureau de<br />

la Misericorde, che avea per oggetto di provvedere ai bisogni dei poveri prigionieri spirituali e<br />

temporali.<br />

In data di Chalons-sur-Saone 24 maggio: Monsignor Imbertier vescovo d'Autun, e attualmente<br />

alla visita pastorale di una porzione della sua diocesi, che comprende il circondario di Chalons.<br />

Egli ha passato tre giorni a Chalons, che ha impiegati a cresimare i fanciulli delle due<br />

parrocchie, alla visita degli stabilimenti d'istruzione, e di carità, alla cerimonia del ricevimento<br />

di quattro novizzi nel grande ospizio e alla istallazione solenne della associazione di s.<br />

110


Giuseppe, autorizzata da un decreto imperiale dei 17 gennaio anno corrente, destinata a formare<br />

delle mani al travaglio, come ad istruire gratuitamente i figli poveri dei sue sessi.<br />

15 settembre 1807<br />

Li 15 un certo Domenico Bezi di Trento fu ritrovato morto nella mattina di questo giorno presso<br />

un letamaio nella via, che guida al convento delle Laste. Si racconta non senza gran<br />

fondamento, che nella sera precedente sia stato massacrato dal proprio suo figlio per averlo<br />

voluto correggere di una pratica scandalosa, che avea. Gli fu con un legno rotto il cranio, e<br />

difformata in tal guisa la faccia, che a stento si potea ravvisare; per ordine della polizia si eseguì<br />

tantosto alla presenza dei testimoni la revisione del cadavere. Il figlio sospetto di sì alto delitto<br />

venne catturato, e condotto in carcere. Confessò di esser stato l'uccisore 152 .<br />

18 settembre 1807<br />

Li 18 ho inteso, che il primo Ministro del re di Baviera barone di Mongellaj si recò in Innsprugg<br />

per ristabilire una stabile organizzazione del Tirolo, in quella città trovasi altresì il Conte<br />

Welsperg presidente di codesto capitaniato Circolare.<br />

19 settembre 1807<br />

Li 19 ho inteso come certa la decretata soppressione di tutte le abbazie del Tirolo, N° 6, cioè di<br />

Gries, Marienebrg, Neustift, Wildau, Fiecht, Stams. Dicesi, che al Prelato di Gries fu accordata<br />

l'annua pensione di fiorini 600, ed ai canonici fiorini 200 per cadauno.<br />

Verso la metà dello scorso agosto capitò in Trento proveniente da Roma monsignor Zambelli di<br />

Trento Prelato, ed ex governatore di Benevento. Questi nel suo ritorno a Roma sarà consecrato<br />

arcivescovo di Patrasso in partibus, e successivamente diverrà nunzio della santa sede presso la<br />

Corte di Etruria. Nuovo lustro per la patria, la quale da qui a non molto potrà contare fra suoi<br />

cittadini un nuovo porporato.<br />

20 settembre 1807<br />

Li 20 fu schierata per la prima volta nella piazza della Mostra la Guardia civica composta di<br />

dieci compagnie, ciascuna delle quali è composta di 100 individui.<br />

26 settembre 1807<br />

Li 26 partì alla volta d'Innsprugg il nostro vescovo chiamato colà dal governo con lettera<br />

premurosa, dopo la sua partenza furono suggellati da due commissari le sue carte ecc.<br />

Li 26 alle ore otto della sera il signor Grattl ex parroco di Ora, esaminatore prosinodale<br />

dimorante nel seminario di Trento, venne sotto guardia condotto ad Innsprugg, non si sa per<br />

qual oggetto, vennero indi tantosto suggellati tutti i cassettini ecc. della sua camera.<br />

6 ottobre 1807<br />

Li 6 arrivò in Trento il sig. professore don Albertini di Brez, proveniente da Innsprugg,<br />

destinato direttore di questo liceo trentino 153 .<br />

È uscito un decreto governiale, col quale s'intima a tutti i genitori di sottoporre alla vaccinazione<br />

i loro figliuoli, i quali non hanno finora avuto il vaiolo naturale, e ciò sotto pena di multa<br />

pecuniaria. Si dice altresì che non sarà lecito di contrarre matrimoni a quei giovani che in allora<br />

non potranno provare d'esser stati nella lor fanciullezza vaccinati.<br />

152 Verso gli ultimi giorni di decembre fu accordata la grazia a questo parricida dal nostro re<br />

dimorante in Milano di evitare la pena di morte, con decretargli un altro castigo.<br />

153 Quest'Albertini oppresso dagli affari dell'organizzazione del nuovo liceo impazzì, e perciò fu<br />

condotto ad Isera per isvagarlo, ove si trova tuttora sulla fine di novembre senz'aver migliorato. Ora regge<br />

il liceo in qualità di vice-direttore l'abate Morandi roveretano professore di pedagogia.<br />

111


12 ottobre 1807<br />

Li 12 ricorrendo la festa di s. Massimiliano vescovo e martire, giorno nomastico del nostro<br />

sovrano, fu questa pomposamente solennizzata nella città di Trento. La guardia civica eretta di<br />

fresco, è composta di 12 compagnie, era tutta in parata. Vi fu Messa solenne nel Duomo cantata<br />

dal canonico barone Trentini sotto la quale si fecero più sparri. Indi gli uffiziali della predetta<br />

guardia imbandirono a proprie spese un lauto pranzo nella sala del palazzo civico, a cui vennero<br />

invitate le autorità civiche e militari bavare. Vi fu teatro e ballo in cui nacquero dei grandi<br />

disordini.<br />

16 ottobre 1807<br />

16 ottobre. Vi fu una sessione capitolare alla quale vennero chiamati soli sei signori canonici,<br />

cioè a dire monsignor decano Manci, il Preposito Piccini, l'arcidiacono Spaur, il sommo<br />

scolastico Pompeati, il canonico Kuen, ed il canonico Taxis. Gli altri nemmeno ricevettero la<br />

lettera d'invito. A questa sessione presiedette il Conte Welsperg presidente di questo capitaniato.<br />

Quivi si dichiarò a nome di sua maestà vacante la chiesa di Trento, e l'arcidiacono Spaur, come<br />

soggetto beneviso alla Corte fu eletto Vicario capitolare; Questi premesse la più efficace<br />

dimostrazione di renitenza, accettò alla fine questo Vicariato; ora ha presso di sé come aggiunto,<br />

o provicario il sig. parroco di Pergine. Il cancelliere cogli altri individui componenti la<br />

cancellaria spirituale furono confirmati. Il nostro vescovo è tuttora in Innsprugg e mons. Vicario<br />

Zambaiti a Vezzano.<br />

Si attende un concordato colla santa Sede, il quale porrà fine a questa spinosa vertenza. La<br />

Gazzetta trentina riporta in data di Parigi dei 12 corrente, che ivi si attendeva il cardinal de<br />

Bajane, il quale aprirà le trattative per il concordato coll'Alemagna cattolica.<br />

27 ottobre 1807<br />

Li 27 ho inteso da buon canale, che il nostro vescovo è stato deportato da due membri<br />

dell'Uffizio di polizia d'Innsprugg ai confini dello Stato, donde egli si recò a Salisburgo. Il<br />

vescovo di Coira residente in Merano ebbe la stessa sorte, essendosi portato a Coira. Il vescovo<br />

di Bressanone, quantunque attualmente incomodato ebbe ordine di portarsi in Innsprugg, dicesi<br />

però ch'egli siasi rifuggiato negli Stati austriaci.<br />

Seguita l'elezione del nuovo Vicario generale vi fu il concorso generale per le parrocchie; i<br />

concorrenti non sorpassarono i 25. Gli esaminatori furono i nuovi professori del liceo, e<br />

dovendovi altresì tenore del decreto governiale intervenire un parroco della diocesi, fu invitato<br />

quello di Pergine don Francesco Tecini di Sarnonico; due consiglieri di questo capitaniato<br />

assistettero all'esame.<br />

Li 27 il nostro P. Guardiano ha ricevuto una lettera enciclica del neo eletto Vicario generale<br />

diretta ai pastori d'anime, in cui gli esorta alla pace, e a dispreggiar certe voci, ch'eccitano alla<br />

discordia.<br />

1 novembre 1807<br />

Il primo novembre ho letto l'ordine intimato dall'Officio spirituale a nome del Governo a tutti i<br />

parrochi, e curati, in cui si contiene, che ogni sacerdote debba contribuire per ogni s. Messa alla<br />

chiesa, ove celebra carentani 3, se la s. Messa è cantata coi leviti carentani 12, se senza leviti<br />

carentani 6; per il vespro cantato carentani 3; per le Litanie cantate carentani 3; per il Rosario<br />

carentani 3. Si eccettuano però tutte le Messe fondate; così pure si lascia in libertà dei conventi,<br />

che hanno il proprio fondo di approfittare di quest'ordine.<br />

4 novembre 1807<br />

Li 4 si fece l'apertura del regio liceo trentino con Messa cantata, e discorso tenuto dal abate don<br />

Carlo Tranquillini di Roveredo maestro di Terza, e quarta; a questa funzione intervenne un<br />

grande concorso di popolo, il Conte presidente ed il Vicario generale monsignore di Spaur.<br />

112


12 novembre 1807<br />

Li 12. Giunse in questo convento un ordine in duplo del giudice distrettuale di questa Pretura di<br />

Trento diretto ai Padri <strong>Provincia</strong>le e Guardiano, in cui esponendo, che il signor segretario del<br />

principe vescovo di Coira di cognome Purscher avea sparso una Bolla pontificia offensiva del<br />

Governo, e che inoltre codesto segretario contro il sovrano divieto si tratteneva negli Stati di sua<br />

maestà bavara, perciò ordina a cadaun individuo del convento, di sottostare colla propria<br />

sottoscrizione, se egli abbia cognizione del luogo ove si trova il predetto segretario e della<br />

succennata Bolla coll'obbligo inoltre, che avendo quest'ultima, consegnar debbasi tantosto nelle<br />

mani del suddetto giudice, col dargli relazione in che modo, e da chi se l'abbia ricevuta. Intima<br />

altresì di prestare al novellamente eletto monsignor Vicario generale pronta ubbidienza e<br />

rispettosa convenienza. In seguito di quest'ordine fu steso dal Padre segretario Filippo da<br />

Mezzotedesco 154 un atto, a cui ci abbiamo tutti sottoscritti, nel quale si attesta di non saper nulla<br />

tanto riguardo al segretario del vescovo di Coira, che alla pontificia Bolla e rapporto all'altro<br />

punto, che riconosciamo il nuovo Vicario generale come podestà legittima e che il P.<br />

<strong>Provincia</strong>le a nome della <strong>Provincia</strong>, ed il Guardiano a nome del convento gli hanno<br />

personalmente prestata la dovuta ubbidienza, e rispettosa convenienza.<br />

Circa questo tempo è venuto dall'Ufficio di polizia di Trento l'ordine al P. Guardiano di<br />

denunziare al prelodato Ufficio tutti gli ospiti, che pernottano nel convento, conforme alla<br />

norma stampata, di cui deve averne molte copie per queste occorrenze.<br />

25 novembre 1807<br />

Li 25 alle ore nove e mezzo di sera giunse in Trento sua altezza reale il principe ereditario di<br />

Baviera Carlo Lodovico d'anni 21 accompagnato dal barone di Mongelas ministro intimo di<br />

Stato e di conferenze del re, alloggiò all'albero dell'Elefante, e partì alla volta d'Italia la mattina<br />

seguente alle ore sette. Furono illuminate le Contrade ove passò e si suonarono al di lui arrivo<br />

tutte le campane della città.<br />

Alle ore quattro e mezzo pomeridiane giunsero altresì le loro maestà il re di Baviera colla regina<br />

sua moglie, e sua altezza reale la principessa Carlotta tra il suono di tutte le campane e lo sparro<br />

de' mortai. Presero albergo parimenti all'Elefante, e partirono la mattina seguente alle sette ore<br />

alla volta d'Italia.<br />

Si dice per certo, che tutti questi personaggi dovranno trovarsi in Venezia insieme<br />

all'imperadore de' francesi e re d'Italia Napoleone. Per quattr'ore di questa notte fu illuminata<br />

tutta la città, e le maestà loro accolsero con gentilezza gli omaggi, sì di tutte le autorità<br />

costituite, come pure del popolo affollato nella piazza della posta.<br />

È venuto l'ordine dall'Uffizio spirituale di Trento, che la funzione del ss. Natale solita a tenersi a<br />

mezza notte non si debba incominciare prima delle ore cinque della mattina.<br />

3 dicembre 1807<br />

Li 3 verso le ore 8 di sera la Fersina atterrò una parte del muro verso il mulino di Gio. Battista<br />

Clauser, e tantosto tutti quei mulini circonvicini della Busa furono riempiti di acqua con danno<br />

grandissimo del grano e della farina, che vi si ritrovavano. Si suonarono a martello le nostre<br />

campane e molti religiosi accorsero ad aiutare nel mulino Clauser, e riescì loro coll'aiuto di altra<br />

gente sopravenuta di salvare un cavallo, un asino, e due porci, che già stavano per affogarsi<br />

nell'acqua. Il Magistrato civico mandò dei lavoratori per riparare ai danni cagionati, e per<br />

preservare la stessa città, che veniva grandemente minacciata da sì grave pericolo.<br />

I predicatori avventuali mandati da questo convento sono i seguenti:<br />

In Duomo e s. Maria Maggiore, P. lettore Giuseppe Maria di Predazzo.<br />

In Aldeno, P. Romedio di Cles.<br />

A Povo, M.R.P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppantonio.<br />

A Gardolo, P. Pietropaolo da Roncegno.<br />

154 *Mezzocorona.<br />

113


A Cognola, P. Guardiano Davide.<br />

A Villa Montagna predica il P. Patrizio di Vigol Baselga per mancanza di curato.<br />

Il signor canonico Eyerle presentò al Governo la sua formale ritrattazione di quanto avea<br />

risposto ai 4 quesiti di sopra mentovati, nulladimeno fugli intimato di portarsi a Rovereto dove<br />

deve fermarsi sino ad ulteriori disposizioni; fugli però assegnata la pensione. Dicesi ancor come<br />

certo, che tanto il canonico Buffa, come il Trentini abbiano in maniera dichiarati i propri<br />

sentimenti, che il Governo se ne appagò, e gli rimise in grazia del sovrano.<br />

Monsignor Simon Albano Zambaiti estese una bellissima dichiarazione nella quale senza punto<br />

contraddire a se stesso, si giustificò pienamente presso il Governo.<br />

Ho udito altresì da certo canale, che il vescovo di Bressanone si sottomise ai decreti reali<br />

intorno alla collazione delle parrocchie.<br />

È uscito dai torchi monauniani di Trento il nuovo catechismo prescritto dal sovrano per tutti gli<br />

Stati del regno, e tradotto in italiano per il Tirolo meridionale da Francesco Tecini arciprete di<br />

Pergine; questo deve servire tanto per la scuola, che per la dottrina cristiana nella chiesa; prima<br />

di volgarizzarlo fu sottoposto agli occhi ed alla censura del vescovo di Trento nello scorso<br />

luglio.<br />

12 dicembre 1807<br />

Li 12 ho veduto un avvertimento diretto ai sudditi tirolesi dal regio bavaro commissariato<br />

generale del Tirolo, sottoscritto dal Conte Carlo d'Arco, e segnato in Innsprugg li 20 novembre;<br />

in questo si avvertono i tirolesi a non prestare fede a certe persone mal intenzionate, le quali<br />

asseriscono, che il presente Governo estirperà la religione ecc. Giustifica il sovrano rapporto<br />

alla collazione dei Benefici parrocchiali, taccia i due vescovi di Trento e di Bressanone per aver<br />

rappresentato falsamente alla santa Sede, che il re tenti d'impedir i vescovi nell'ordinazione de'<br />

sacerdoti, di escluderli da ogni ingerenza nella collazione delle parrocchie; parimenti sulla<br />

soppressione eseguita delle abbazie del Tirolo, dicesi che il danaro ricavato dalla vendita di quei<br />

beni è destinato ad esser impiegato per soccorrere le chiese, gl'Istituti scolastici, poveri pastori<br />

d'anime, e maestri di scuole.<br />

14 dicembre 1807<br />

Li 14 ho letto un libretto uscito dai torchi del Monauni intitolato: Leggi e prescrizioni per la<br />

coltura esterna, intellettuale e morale degli studiosi nei regi bavari licei pubblicate l'anno 1803,<br />

ed ora tradotte nell'italiana favella Trento 1808 in 8°, pag. 46. Di religione e di pietà vi è poco, o<br />

nulla. In fine apparisce il cognome del direttore generale della scuola e degli studi nella Baviera<br />

e nei due Palatinati Superiori, ch'è il barone di Fraunberg. Si permette agli studenti di<br />

intervenire a comedie di buon gusto; nei giorni caldi dell'estati di bagnarsi in luoghi distanti<br />

dall'abitato e lontani dai pericoli, i quali verranno indicati dalla direzione della polizia. Si<br />

concede pure di trattenersi nelle birerie, osterie, caffetterie, permesse dal rettorato del liceo nella<br />

prima metà dell'anno scolastico dalle sei di sera sino alle nove e nella seconda dalle sette sino<br />

alle dieci.<br />

22 dicembre 1807<br />

Li 22 è venuto al nostro P. Guardiano una lettera enciclica di monsignor Vicario generale Conte<br />

di Spaur, diretta ai decani foranei, parrochi e curati. Ella consiste principalmente nel<br />

raccomandare a tutti quelli che sono in cura d'anime il buon esempio, l'esatta vigilanza di<br />

nodrire col pascolo della divina parola le anime soggette, l'ubbidienza alle leggi sovrane.<br />

S'ingiugne ai decani di visitare almeno una volta l'anno il loro decanato; di rilevare dai libri<br />

delle spese, che si conservano nelle sagristie, e dai diari peculiari dei sacerdoti, se vi sieno<br />

troppi aggravi di Messe; e che di tutto ne debbano dare alla cancellaria ecclesiastica distinto<br />

ragguaglio innanzi lo spirare del dicembre e per quest'anno prima del finire del mese di<br />

febbraio. S'eccitano in fine i sacerdoti Regolari all'intiera osservanza delle proprie Regole; i<br />

superiori dei medesimi a vegliare affinché i loro soggetti non si framischino in matrimoni,<br />

testamenti, ed altri affari estranei alla loro vocazione. Porta la data dei 18 corrente.<br />

114


La Gazzetta di Rovereto dei 25 porta in data di Parigi dei 7 dicembre un articolo consolante sui<br />

grandi progressi che fa la nostra ss. cattolica religione nei paesi delle Indie. Dice, che nella sola<br />

diocesi di Verapoly contano 35 mila fedeli, che questi celestiali vantaggi ed avanzamenti<br />

spirituali contano l'epoca del 1793, poiché da questo tempo la religione cattolica divenuta<br />

sempre più florida in quelle contrade; e tuttociò si dee alle premure dei sacerdoti europei<br />

perseguitati e rifugiati nelle Indie che cercavano di alleviare le loro disgrazie convertendo delle<br />

selvaggie popolazioni, e rendendo in tal guisa un nuovo omaggio alle sante verità ch'erano state<br />

la sorgente delle loro persecuzioni. Dice, che i governi infedeli fanno di tutto per d'istornare<br />

gl'indiani dal abbracciare la cattolica religione, non sono però i catecumeni perseguitati, quando<br />

hanno cangiato di religione; che si cerca sempre più di purificare i riti religiosi. Le Provincie di<br />

Travancore e di Cochin sono governate spiritualmente da un arcivescovo, e da due vescovi;<br />

l'arcivescovo di Cramganore e il vescovo di Verapoly sono sotto la giurisdizione del primate di<br />

Goa, ma il vescovo di Cochin non rende conto che al Papa, e non può essere censurato che dalla<br />

propaganda di Roma; in queste Provincie si trovano tre conventi di Carmelitani. Siccome la<br />

Compagnia inglese delle Indie fa delle opposizioni a codesta propagazione temendo che i<br />

convertiti cattolici in occasione di qualche guerra non si uniscano agli invasori della stessa<br />

religione per distruggere l'influenza e gli stabilimenti inglesi nelle Indie, così saranno dal<br />

Governo britannico spediti dei missionari anglicani per bilanciare il successo de' missionari di<br />

Roma. La dolcezza e la persuasione, e non la forza saranno in tali casi le armi dei cattolici.<br />

La Gazzetta trentina dei 22 in data di Firenze degli 11 dicembre preannunzia che per un trattato<br />

conchiuso tra sua maestà il re di Spagna e sua maestà imperiale Napoleone, è stato ceduto il<br />

regno di Etruria a sua maestà imperiale l'imperadore de' francesi, e re d'Italia; che il re Carlo<br />

Lodovico di Etruria verrà indennizzato altrove.<br />

ANNO DI GESÙ 1808.<br />

1 gennaio 1808<br />

Il primo si diede principio in questo convento ad eseguire il regolamento proposto dal Governo<br />

sopra le funzioni ecclesiastiche. Questo contiene per i Regolari di celebrare tutte le Messe<br />

all'altar maggiore, ed una simultaneamente ad un altar solo laterale; nel recitare il vespro sempre<br />

a porte chiuse. Permette ogni giorno di cantare una sola Messa conventuale. Vengono soppresse<br />

le prediche e discorsi e le altre funzioni nelle quali si espone il ss. Sagramento.<br />

4 gennaio 1808<br />

Li 4 ritornò in Trento sua maestà il re di Baviera nostro sovrano colla regina alle 11 e mezzo di<br />

mattina; non si fermò, che un brevissimo tempo per cambiare i cavalli, e così deluse le speranze<br />

dei signori trentini della Guardia civica, i quali sulla fiducia della reale dimora di qualche giorno<br />

aveano fatto de grandi e splendidi preparativi, ed ideate delle dispendiose solennità. In castello<br />

per comando del Conte Welsperg presidente fu adornato con molti damaschi, luminare ecc. il<br />

salone, ed allestita una grande copia di vivande. Il re suddetto prese alloggio a Rovereto in casa<br />

del signor Gio. Pietro Fedrigotti, ed ivi pernottò, donde verso le ore otto s'avviò verso Trento;<br />

farà la stazione in Bolgiano, e poi in Innspruck,<br />

5 gennaio 1808<br />

Li 5 alle ore dodici arrivò pure sua altezza reale il principe ereditario Carlo Lodovico di<br />

Baviera, e senza scendere di carrozza proseguì cambiati i cavalli il viaggio verso Bolgiano.<br />

Verso la metà di questo mese con un ordine venuto dal Circolo venne ordinato al <strong>Provincia</strong>le di<br />

dichiarare con qual autorità egli abbia percepito la carità del sale nel decorso anno 1807 e che da<br />

qui innanzi non ne conseguirà più senza allegare autentici documenti di siffatta concessione.<br />

Abbiamo nell'archivio provinciale un documento autentico dell'anno 1745 di Maria Teresa, con<br />

cui confermando gli altri decreti emanati a quest'oggetto del sale dai precedenti Cesari, concede<br />

a suo beneplacito la carità del sale; ne fu fatta una copia, e questa venne legalizzata dal Circolo.<br />

115


Dietro un decreto del regio bavaro Governo ai primi del corrente vennero levati i dazi interni, ed<br />

in cambio di molto aggravati quelli dei confini. Fu pure prescritto l'uso della carta bollata.<br />

14 gennaio 1808<br />

Li 14 per mezzo di un ordine venuto al P. <strong>Provincia</strong>le dall'Officio spirituale, viene interdetto dal<br />

regio bavaro Governo ai nostri sacerdoti il ministero della predicazione, essendo, come<br />

s'esprime il suddetto ordine, officio de' parochi l'istruire i loro popoli, e non potendo ciò prestare<br />

da sé possono appoggiarsi su altri sacerdoti, ma secolari. Si sa di certo che fuori della diocesi di<br />

Trento, i Regolari seguono a predicare, ed alcuni giudici distrettuali confessarono di non aver<br />

ricevuto alcun ordine relativamente alla predica.<br />

Dietro alla supplica avvanzata al Governo d'Innspruck da quest'Offizio spirituale, di avere nella<br />

cattedrale di Trento in tempo di Quaresima la predica quotidiana, anche per mezzo dei sacerdoti<br />

Regolari, venne il rescritto, che accorda alla sola cattedrale tre prediche in settimana e queste<br />

soltanto possano aversi dal parroco, o dal cooperatore, o finalmente da qualche altro sacerdote,<br />

ma secolare.<br />

22 gennaio 1808<br />

Li 22 a tenore d'un ordine venuto dal giudice distrettuale di Trento, viene intimato al P.<br />

Guardiano di questo convento di rispondere quanti sieno i soggetti, che professarono nell'anno<br />

decorso 1807, e con quale autorità abbiano ciò fatto. 2. di non far promuovere ai sacri Ordini<br />

alcun candidato, senza la previa licenza del Governo.<br />

Ho inteso per cosa certa, che nel diritto canonico dell'autore prescritto per il regio liceo di<br />

Trento Gemeiner, fra gli altri errori, che facilmente s'incontrano, vi sia ancora, che il re ha la<br />

potestà di annullare i voti dei Regolari, quallor lo giudichi utile allo Stato.<br />

Ho pure udito diversi pastori di anime lamentarsi fortemente per la proibizione fatta ai Regolari<br />

di predicare.<br />

Alla fatta allegazione dal nostro <strong>Provincia</strong>le del documento circa la concessione del sale regio,<br />

venne dal Governo benignamente accordata la detta carità.<br />

28 gennaio 1808<br />

Li 28 si solennizzò in Trento il giorno nomastico della nostra regina che è di s. Carlo Magno,<br />

nel Duomo si cantò Messa solenne a cui intervennero le autorità costituite, ed il capo della<br />

Guardia civica.<br />

Fra questi giorni due uffiziali della divisione italiana del generale Pino si provocarono al duello,<br />

ed uno di questi gravemente ferito morì dopo mezz'ora. Un altro fatto simile avvenne sul<br />

principio di questo mese, ma senza la morte di alcuno, bensì restò il soccombente storpio per<br />

una ferita ricevuta nella parte posteriore del piede; per codesti delitti non avvi fra il militare<br />

nessuna legge penale.<br />

Fra gli soldati della sopracennata divisione ne giunsero quattro legati e sentenziati a morte come<br />

comprovati aggressori.<br />

17 febbraio 1808<br />

Li 17 una lettera giunta da Pesaro in data degli 8 corrente ci recò la dispiacente amarissima<br />

notizia che i francesi sotto la condotta del generale Miollis entrarono ostilmente in Roma. La<br />

santità di nostro signore Pio VII alla dichiarazione fattagli dal Governo francese di condiscender<br />

intieramente ai punti richiesti, credette suo preciso dovere di esporsi piuttosto alle terribili<br />

conseguenze emergenti dà una negativa, che di tradire i dettami della sua coscienza. Ecco la<br />

protesta fatta dal Papa:<br />

Popolo Romano.<br />

Non avendo potuto la santità di nostro signore Pio VII aderire a tutte le dimande fattegli<br />

per parte del Governo francese, e in quella estensione, che si voleva, perché glielo vietavano i<br />

suoi sagrì doveri ed i dettami della coscienza, vede di dovere soccombere a quelle disastrose<br />

conseguenze, che gli erano state dichiarate, ed alla occupazione militare della stessa capitale,<br />

116


ove risiede, nel caso, che non avesse aderito al totale delle sue dimande. Rassegnato, com'egli è<br />

nell'umiltà del suo cuore ai giudizi imperscrutabili dell'Altissimo, rimette nelle mani di Dio la<br />

sua causa, e non volendo altronde mancare all'essenziale obbligazione, che gli corre di garantire<br />

i diritti della sua sovranità, ci ha comandato di prottestare, com'egli formalmente prottesta in<br />

nome suo, e de' suoi successori contro qualunque occupazione de' suoi domini, intendendo, che<br />

rimangono ora ed in appresso illesi, ed intatti i diritti della santa Sede sui medesimi.<br />

Vicario in terra di quel Dio di pace, che insegnò coll'esempio suo divino la mansuetudine, la<br />

pazienza, non dubita, che i suoi amatissimi sudditi, dai quali ha sempre ricevuto tante prove di<br />

ubbidienza, ed attaccamento, metteranno ogni studio a conservare la quiete e la tranquillità sì<br />

privata, che pubblica, come la santità sua esorta ed ordina espressamente, e ben lungi dal fare<br />

alcun torto, ed offesa, rispetteranno anzi gl'individui di una nazione, da cui nel suo viaggio, e<br />

soggiorno in Parigi ricevé tante testimonianze di divozione, ed affetto.<br />

Dal Quirinale 2 febbraio 1808.<br />

F. Cardinale Casoni.<br />

Infatti il popolo romano non ha molestato alcuno dei francesi, quantunque per sicurezza<br />

entrassero in Roma con cannoni, e miccia accesa, ed appostassero alcuni pezzi di artiglieria<br />

intorno al Quirinale, che furono quasi subito levati; così parimenti ha fatto il comandante di<br />

Castel s. Angelo, cioè una protesta, e di questa ne ha ricevuto cauzione dal comandante<br />

francese. Al momento dell'ingresso, prottesta ed udienza del generale Miollis, è stato spedito<br />

corriere all'imperadore Napoleone. Vedrassi in appresso il risultato.<br />

19 febbraio 1808<br />

Li 19 si reclutarono in Trento gli emigrati italiani per soldati.<br />

21 febbraio 1808<br />

Li 21 ho veduta la dispensa stampata delle carni per la ventura Quaresima; essa è concepita in<br />

questi termini.<br />

Nos Ioannes Franciscus Comes a Spaur, archidiaconus, canonicus, et in spiritualibus Vicarius<br />

generalis Tridenti.<br />

A vista della scarsezza di molti generi necessari al vitto, e degli altri prezzi, che questi tutt'ora<br />

conservano, troviamo giusto per l'imminente santa Quaresima l'accordare a questa diocesi la<br />

seguente dispensa.<br />

1. Permettiamo generalmente per questo tempo l'uso delle carni, eccettuato però<br />

2. Il venerdì, e sabato d'ogni settimana, il mercoledì delle Ceneri, e quello delle Tempora, come<br />

pure i tre ultimi giorni della settimana Santa.<br />

3. Si accorda anche per la sera dei giorni dispensati il poter mangiare di grasso con condizione<br />

però che chi è tenuto al digiuno non possa fare che la piccola collazione dalla Chiesa permessa,<br />

e non si violi il santo digiuno.<br />

4. È proibito il mangiar pesce promiscuamente coi cibi di grasso.<br />

Affinché però queste concessioni vengano compensate con altre opere pie, dovrà chiunque ne<br />

vuole profittare.<br />

I. Oltre la prescritta confessione, e comunione pasquale, confessarsi una volta entro la santa<br />

Quaresima.<br />

II. Recitare all'occasione d'ogni pasto di grasso un Pater et Ave.<br />

Per consiglio poi si avvisano i ricchi, e benestanti d'abbondare a sollievo de' poveri<br />

specialmente infermi, colle elemosine; e tutti in genere i fedeli d'accrescere le orazioni, la<br />

frequenza alle sante funzioni, la carità verso il prossimo, e le altre cristiane virtù.<br />

In quorum etc.<br />

Datum Tridenti 18 februarii<br />

1808.<br />

Ioan. Franiscus etc.<br />

117


Marzo 1808<br />

Nella corrente Quaresima stante la pretesa proibizione governiale intimata ai Regolari di non<br />

annunziare in verun modo la divina parola colla predicazione, tutti gli Religiosi nostri se ne<br />

stanno quieti nei loro conventi. Non si destinarono nemmeno i predicatori diocesani, mentre<br />

ogni parroco deve predicare da sé, e non potendo, può chiamare un prete secolare per supplire.<br />

Nella cattedrale fu destinato per predicare tre volte in settimana il sig. don Bartolommeo Scrinzi<br />

di Roveredo Vicario parrocchiale a Lizzana, ma giunto in Trento fu sopraffatto da una violenta<br />

emoragia di sangue dal naso, tanto che fu d'uopo sostituirne un altro, ch'è il sig. don Francesco<br />

Ballisti di Brentonico, il quale incominciò a predicare il secondo mercordì di Quaresima; nel<br />

mercordì delle ceneri, e nella seguente domenica montò il pulpito il sig. don Vincenzo Angeli di<br />

Trento. Il nostro P. Michel Angelo confessore delle Clarisse ha ottenuto di predicare alle<br />

monache, come loro parroco. Si sa di certo, che in Bolgiano, Egna, Salorno, ed altrove della<br />

diocesi trentina tedesca seguono i Regolari a predicare avendo que' signori parrochi esposto al<br />

Governo, che sono alle loro parrocchie assolutamente necessari per annunziare la divina parola.<br />

Ci fu permesso da mons. Vicario generale di fare nella nostra chiesa nei venerdì di Quaresima la<br />

solita Via Crucis senza però darne il segno solenne colle campane e senza uscire di chiesa.<br />

Quindi abbiamo visitate la stazioni poste nell'interno, ed in fine abbiamo tralasciata<br />

l'esposizione e benedizione della s. Croce, ed invece sostituito il canto dell'antifona Ave, come<br />

ne' venerdì ordinari. Ho inteso però, che il sig. Conte presidente Welsperg ordinò, che nella<br />

chiesa di s. Maria Maggiore si trasporti nelle feste.<br />

15 marzo 1808<br />

Li 15 in vigore di un ordine spedito al P. <strong>Provincia</strong>le dal Circolo viene proibito il visitare<br />

pubblicamente la Via Crucis nelle nostre chiese.<br />

14 marzo 1808 [sic]<br />

Li 14 ho inteso, che nel convento de' Gerolimini di Riva si faccia l'inventario dei loro beni da un<br />

commissario bavaro.<br />

Il libretto intitolato Notizie per l'anno 1808, in Roma ecc. nota che nell'alma città vi sono<br />

parrocchie 81, case e famiglie 34.254, vescovi 34, preti 1.730, frati e Religiosi 1.494, monache<br />

1.311, collegiali o scolari 239, poveri d'ospedali 243; nati 4.336, morti 5.157; eretici turchi ed<br />

altri infedeli, non compresi gli ebrei 142. Atti alla Comunione 100.783; non atti 36.071; maschi<br />

d'ogni età 72.639; femmine d'ogni età 64.165. Tutti insieme 136.854.<br />

NB. Nell'anno 1781 Roma contava abitanti N° 161.895. Dunque nel corso di anni 27 la<br />

popolazione di Roma si è diminuita di 25.037 abitanti.<br />

17 marzo 1808<br />

Li 17 ho inteso, che il giudice distrettuale di Civezzano ha mandato alcuni uomini della guardia<br />

urbana armati a Montagnaga di Piné, coll'ordine di levare la miracolosa imagine di Maria<br />

Santissima esistente in quella chiesa, e di trasportarla nella chiesa di Civezzano, il che fu<br />

eseguito.<br />

Il curato di quel luogo don Erspen venne condotto in Trento.<br />

Ne' scorsi giorni si è sparsa la voce, che i francesi abbiano condotto a Firenze il sommo<br />

Pontefice Pio VII con quattro cardinali.<br />

18 marzo 1808<br />

Li 18, venerdì predicò la prima volta il sig. don Scrinzi terzo predicatore di questa Quaresima;<br />

ora predicheranno una settimana a vicenda.<br />

23 marzo 1808<br />

Li 23 il P. Edmondo Henniger della soppressa <strong>Provincia</strong> di Baviera in ritorno da Roma mi<br />

dimostrò un indulto conseguito per lo stesso di potere celebrare l'officio e Messa del Cuor di<br />

118


Maria. La supplica era concepita in questi termini: Eminentissime domine cardinalis Vicarie<br />

domine, domine gratiosissime.<br />

Frater Edmundus Henniger Ordinis Fratrum Minorum S. P. Francisci sacerdos ex provincia<br />

Bavariae humillime et instantissime supplicat eminentiae suae pro indulto recitandi dominica<br />

proxima post festum sacratissimi Cordis Iesu officium cum Missa in honorem ss. Cordis Mariae<br />

in terminis consuetis. Et Deus<br />

Eminentiae suae<br />

Romae 25 iulii 1807<br />

Fr. Edmundus<br />

Rescriptum<br />

Ex audientia Sanctissimi<br />

Die 29 iulii 1807<br />

Sanctissimus benigne annuit pro gratia ritu duplicis maioris cum officio et Missa ut in die<br />

dedicationis s. Mariae ad Nives cum lectionibus tamen secundi Nocturni ut in quinta die infra<br />

octavam Nativitatis eiusdem B. M. V.<br />

LS Iulius de Carpineo sacrae Rituum Congregatioinis secretarius.<br />

19 marzo 1808 [sic]<br />

Li 19 in conseguenza della licenza abbassata dall'eccelso governo, fece la sua professione nella<br />

chiesa delle monache Orsoline Suor Costanza Pegoretti di Oltrecastello nelle mani di mons.<br />

Vicario generale di Trento; questa però a senso del decreto si estende solo ad un anno senza<br />

espresso voto di perpetua clausura. Il rev.mo Ufficio dettò la formola della professa. Qualche<br />

giorno dopo prestò dinanzi al sig. Carpentari giudice distrettuale di Trento il giuramento di<br />

fedeltà al sovrano.<br />

Una lettera venuta da Pesaro datata li 21 marzo, e ricevuta li 27 detto, riferisce, che Pio VII<br />

nella presente critica situazione è un muro, ed un bronzo in non voler accordare al governo<br />

francese quanto gli chiede; egli ha spedito giorni sono un corriere a Parigi con plico di proprio<br />

pugno scritto, e sigillato. Nelle udienze date al generale Miollis si sostenne in aria di sovrano, e<br />

si spicciò in pochi minuti; negò di concedere le maschere di dieci giorni, che se gli chiedeano,<br />

ed al Senato romano, che insisteva su di ciò diede in risposta, che quando l'Apostolo s. Pietro fu<br />

messo in carcere da Erode, la Chiesa universale faceva orazione, onde i tempi presenti doveano<br />

passarsi in oggetti assai più interessanti.<br />

Tre giorni prima di Quaresima fu intimata la partenza di un ufficiale francese a 6 o 7 cardinali<br />

del regno di Napoli termine 24 ore; questi si portarono dal Papa, il quale disse, che non istassero<br />

a moversi senza la forza. Così fecero. La sera sull'ore 4 di notte dell'ultimo giorno di carnovale<br />

furono spedite varie pattuglie, onde al momento s'incamminassero per il loro destino, e fra<br />

poche ore tutti partirono, anche l'eminentissimo Ruffo, che dimorava in Viterbo. In oggi poi si<br />

sa di certo, che i detti eminentissimi hanno avuto per istrada un contr'ordine, e si sono fermati;<br />

chi a Terracina, chi a Fondi, e chi in altri luoghi. Era sortito pur giorni sono altro ordine per la<br />

partenza di sopra 24 Prelati; questa pure fu sospesa.<br />

Sulli ultimi giorni circa di carnovale fu la truppa pontificia o esortata, o quasi violentata ad<br />

unirsi alla truppa francese di Roma. Il solo comandante in capite Bracci ricusò quest'unione, e si<br />

restituì piuttosto in arresto in castel s. Angelo, che dopo due giorno sortì, ed il Papa gli regalò<br />

800 collonati. Gli si volle erstituire la truppa pontificia, ed il Papa ha risposto, che non vuol<br />

truppa disertrice, protestando di aver truppe in maggior numero di Napoleone. In tutte le volte,<br />

che ha dato udienza o al generale francese, e al ministro già partito, o ad altri incaricati della<br />

nazione, l'ha fatto col modo il più imponente e maestoso, con una voce che sembrava un leone;<br />

cosa che fa stordire il popolo romano, che dice esser questo il primo anno del suo pontificato.<br />

119


29 marzo 1808<br />

Li 29 ho inteso che mons. Vicario generale di Trento scrisse ad alcuni vescovi d'Italia, ma non<br />

ebbe risposta di sorta; così pure il vescovo di Bressanone nella risposta, che gli diede alla<br />

petizione degli Ogli santi, l'intitolò soltanto arcidiacono.<br />

Una lettera venuta d'Ala d'Insprugg porta che sono state inventariate per comando del governo<br />

le due Collegiate d'Innichen, e di Bressanone in Ambitu, e che successivamente ne seguirà la<br />

soppressione, come anche tal sorte toccherà alla Collegiata di Bolgiano. Lo stesso inventario fu<br />

fatto anche al monastero delle monache Benedettine di Sabiona alla Chiusa.<br />

Aprile 1808<br />

Siamo stati invitati col solito cartello stampato, in Duomo all'adorazione delle 40 ore,<br />

coll'aggiunta però, che non interveniamo processionalmente, ma che ci ritroviamo in Duomo<br />

nell'ora determinata, e che ivi ci verrà presentato il crocifisso per portarci alla cappella, ove sta<br />

esposto il ss. Sagramento.<br />

3 aprile 1808<br />

Li 3 domenica di Passione non vi fu in Duomo la solita processione della s. Spina, attesa la<br />

proibizione contenuta nel regolamento delle funzioni di qualunque processione eccettuate quelle<br />

delle Rogazioni, di s. Marco e del Corpus Domini.<br />

Il Diario di Roma del Cracas N° 93 dei 21 novembre 1807 porta lo stato attuale della monarchia<br />

austriaca. Gli Stati riuniti, che compongono la predetta monarchia formano insieme<br />

un'estensione di 10.936 miglia quadrate, aventi una popolazione di 24.900.006 anime. Il<br />

montante di tutte le rendite regolate dello Stato è di 110 milioni di fiorini. Le spese della Corte e<br />

dello Stato civile sono di 11 milioni; il militare costa 40 milioni. I debiti dello Stato sono portati<br />

da vari pubblicisti a più di 900 milioni; l'armata è di 340.000 uomini; la monarchia possiede 27<br />

fortezze, ed altre tre ne devono esser costruite.<br />

Il detto Diario al N° 94, 25 novembre 1807 riferisce, che il sig. avvocato Luigi Gardellini<br />

romano sotto promotore della fede autorizzato dall'em.mo cardinale della Somaglia prefetto e da<br />

mons. Giulio Carpegna segretario della sacra Congregazione de' Riti si è accinto al laborioso<br />

impegno di estrarre da pubblici registri tutti i decreti della stessa Congregazione emanati<br />

dall'anno 1602, in cui principiano li suddetti registri, sino a tutto l'anno 1897. Quest'opera sarà<br />

divisa in cinque tomi in quarto, ciascun de' quali sarà di fogli sopra i cinquanta. Il prezzo di<br />

cadaun volume sarà di uno scudo. Si vende al negozio del libraio Carlo Moschetti posto nella<br />

strada Papale, che conduce a s. Andrea della valle N° 51 e 52, ovvero alla stamperia Salomoni<br />

sulla piazza di s. Ignazio N° 169.<br />

4 aprile 1808<br />

Li 4 fu recato al Padre segretario un ordine del Circolo di Trento datato li 31 marzo, e diretto al<br />

Rev. P. <strong>Provincia</strong>le, con cui s'intima al medesimo di fare osservare intieramente sì in questo, che<br />

negli altri conventi della <strong>Provincia</strong> tutt'i punti del regolamento pei divini uffizi, relativi ai<br />

monaci sotto pena contravvenendo della irremissibile abolizione del convento difettoso, e della<br />

privazione di pensione a tutti gl'individui di quel convento.<br />

8 aprile 1808<br />

Gli otto da Bolgiano furono tradotti in Trento quattro sacerdoti di Merano caduti nella<br />

indignazione del sovrano,cioè Niccolò Parscheider parroco di Merano dall'anno 1795 e Vicario<br />

generale di Coira per la porzione di diocesi esistente nel Tirolo, il sig. Ladurner cooperatore<br />

della predetta parrocchia, ed altri due sacerdoti, che difesero animosamente la parti del loro<br />

vescovo esule. Venne loro assegnato un appartamento nel regio liceo di Trento, e proibito di<br />

non uscire in alcun tempo di casa.<br />

Celebrano però la s. Messa, ma verso gli ultimi giorni del giugno seguente, acciocché non si<br />

recassero alla chiesa del liceo a dire la s. Messa, fu eretto un piccolo altare nel medesimo<br />

120


appartamento. Altri sacerdoti di Merano, e Val Venosta furono per ordine sovrano mandati fuori<br />

di Stato.<br />

NB. Essendo io stato assente da Trento tutto questo mese, il seguente maggio, e la metà del<br />

giugno, non ho potuto registrare molti fatti occorsi in questo tempo.<br />

10 maggio 1808<br />

Li 10 fu tenuta nel nostro convento di s. Bernardino la seconda Congregazione intermedia,<br />

previa la facoltà richiesta, ed ottenuta dall'ufficio spirituale e dal regio Circolo di Trento. Fu<br />

duopo spedire all'eccelso governo di Innspruck la nota de' superiori eletti per la sovrana rettifica,<br />

dal che ne pervenne, che soltanto dopo la metà di giugno furono installati i superiori e stabilite<br />

le famiglie. Le tavole di quest'anno sono le seguenti.<br />

Convento di Trento<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Giuseppe Antonio<br />

Segretario P. Filippo<br />

Compagno fra Masseo<br />

Guardiano P. David<br />

Vicario P. Massimo<br />

P. Agostino<br />

P. Michelangelo definitore<br />

P. Pietro Paolo definitore<br />

P. Francesco Maria lettore teologia<br />

P. Celestino<br />

P. Romedio<br />

P. Giampio<br />

P. Vincenzo Maria<br />

P. Carlantonio<br />

P. Giampietro<br />

Studenti<br />

Cherici<br />

F. Francescantonio<br />

F. Antonio maria<br />

F. Bernardo<br />

F. Leone<br />

F. Vincenzo<br />

F. Lorenzo<br />

F. Pietro<br />

F. Nazario<br />

F. Ilarione<br />

F. Giulio<br />

P. Ignazio<br />

P. Cipriano<br />

P. Gaodenzo<br />

P. Tommaso<br />

F. Salvadore<br />

Fratelli<br />

Nella infermeria<br />

121<br />

Guardiano P. Vigilio<br />

Vicario P. Regalato<br />

P. Damiani Custode<br />

P. Paolo<br />

P. Ciriaco<br />

P. Alberto<br />

P. Basilio<br />

P. Ambrogio<br />

P. Martirio<br />

F. Alessandro<br />

Convento di Arco<br />

Cherico<br />

Fratelli<br />

F. Prospero<br />

F. Fedele<br />

F. Agnello<br />

F. Abbondio<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Marcello Terziario


F. Mattia<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Gianantonio<br />

Vicario P. Geremia<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzio<br />

P. Anacleto<br />

P. Giuseppe<br />

P. Benedetto lettore filosofia<br />

F. Giordano<br />

F. Albano<br />

F. Adalprete<br />

Cherici<br />

Fratelli<br />

F. Costantino<br />

F. Pasquale<br />

F. Felice<br />

F. Mansueto Terziario<br />

F. Dominico Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Gregorio<br />

Vicario P. Amando<br />

P. Giacinto<br />

P. Accursio<br />

P. Sisinnio<br />

P. Bonaventura<br />

P. Leonardo<br />

P. Clemente<br />

F. Giosafatte<br />

F. Gervasio<br />

F. Luca<br />

F. Raimondo<br />

F. pacifico<br />

F. Claudiano<br />

F. Feliciano<br />

Fratelli<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

122<br />

Convento di Rovereto<br />

Guardiano P. Gasparo<br />

Vicario P. Giuseppe Maria<br />

P. Ilario definitore<br />

P. Isidoro<br />

P. Giuseppandrea<br />

P. Bernardino lettore filosofia<br />

P. Pier d'Alcantara<br />

P. Urbano<br />

F. Gioachino<br />

F. Vettore<br />

F. Federico<br />

F. Santo<br />

F. Donato<br />

F. Gaetano<br />

F. Rocco Terziario<br />

Cherici<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario P. Carlo Felice<br />

P. Damasceno<br />

P. Giangiuseppe<br />

P. Daniele<br />

P. Emmanuele<br />

P. Giambattista<br />

P. Saverio<br />

F. Antonio<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Egidio<br />

F. Modesto<br />

F. Benvenuto<br />

F. Giovanni<br />

Cherico<br />

Fratelli<br />

Convento di Campo Lomaso


Guardiano P. Prosdocimo<br />

Vicario P. Cirillo<br />

P. Niccolò<br />

P. Giorgio<br />

P. Arcangelo<br />

P. Crescenzio<br />

F. Casimiro<br />

Cherico<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Michele<br />

F. Giacomo<br />

F. Massenzo<br />

F. Gianandrea Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P: Vittantonio<br />

Vicario P. Venceslao<br />

P. Gerardo<br />

P. Ippolito<br />

P. Eusebio<br />

P. Maorizio<br />

P. Gianfrancesco<br />

F. Ferdinando<br />

F. Apollinare<br />

Cherici<br />

Fratelli<br />

F. Silverio<br />

F. Maoro<br />

F. Teofilo<br />

F. Gian Maria Terziario.<br />

123<br />

Guardiano P. Patrizio<br />

Vicario P. Raffaele<br />

P. Ubaldo<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Stefano<br />

P. Candido<br />

P. Lodovico<br />

F. Biagio<br />

F. Marco<br />

F. Diego<br />

F. Martino<br />

Fratelli<br />

Verso la metà del corrente, per adempiere esattamente le sovrane ordinazioni pubblicate ne' così<br />

detti fogli d'avviso circa il suonare le campane, con una circolare del P. <strong>Provincia</strong>le spedita a<br />

tutti li conventi ordinossi, che s'indi innanzi si suoni nella mattina prima del Mattutino la sola<br />

Ave Maria, poi un picciolo segno per Prima, un altro simile per la Sesta e Nona, ed uno per il<br />

vespro; fu proibito il suonare le Messe, trattane la conventuale; le quali però entro a pochi giorni<br />

coll'intelligenza del rev.mo officio spirituale si suonarono di nuovo. Si comandò, che al vespro<br />

si unisca la Compieta, ed all'ora di questa si chiamassero i Religiosi in coro con tre botti ai<br />

suffraggi, ed all'orazione mentale.<br />

La Gazzetta di Trento N° 43 riporta in data degli 11 maggio, che in virtù di due trattati seguiti<br />

fra l'imperadore Napoleone, e Carlo IV re delle Spagne dei 5 e 10 corrente, il suddetto<br />

Napoleone fu rivestito di tutti i diritti sulla corona di Spagna. Al re Carlo ed alla sua famiglia fu<br />

assegnata in soggiorno vitalizio la città di Compiegne in Francia. In forza poi della cessione


fatta dall'imperadore de' francesi a suo fratello Giuseppe re di Napoli sotto il dì 4 giugno, fu<br />

questi creato re di Spagna.<br />

La stessa Gazzetta in data dei 14 maggio riferisce l'unione delle Provincie di Urbino, Ancona,<br />

Macerata, Camerino, al regno d'Italia.<br />

27 maggio 1808 155<br />

Li 27 maggio fu eretto da sua maestà il re di Baviera il real Ordine civile del merito della<br />

Corona di Baviera. Quest'Ordine comprende 12 gran Croci, 24 commendatori, 100 cavalieri, e<br />

la quarta classe contiene quelli ai quali è già stata conferita la medaglia civile del merito, o che<br />

verrà loro conferita. Fra i commendatori si noverano il Vicario generale di Trento Conte di<br />

Spaur, ed il Conte Welsperg presidente del giudizio provinciale; fra i cavalieri contasi Francesco<br />

de Riccabona di Cavaelse capitanio del Circolo in Rovereto.<br />

Memoria sopra gli affari della Santa Sede colla Francia.<br />

Copia di lettera scritta dal santo padre Pio VII all'imperadore de' francesi Napoleone:<br />

Dilecto filio Napoleoni francorum imperatori Pius P. P. VII.<br />

Dacché per divina disposizione siamo stati immeritamente innalzati al supremo<br />

Pontificato, voi siete il testimonio dei nostri desideri per la pace di tutti i popoli, e per la pace<br />

della cattolica Chiesa; voi siete il testimonio delle nostre cure per la pace spirituale del popolo<br />

francese, e delle nostre paterne condiscendenze; voi siete il testimonio dei nostri benefizi sulla<br />

chiesa gallicana, sulla vostra persona, sui vostri sudditi; voi siete il testimonio di esserci noi<br />

prestati in ogni circostanza sin dove poteva stendersi la podestà del nostro ministero, con le<br />

concessioni, e con i concordati con l'impero francese e regno italico; voi finalmente siete il<br />

testimonio degli immensi sacrifici sofferti sugl'interessi del nostro popolo per il bene e riposo<br />

delle nazioni francese, ed italiana ad onta, che il nostro popolo fosse reso già angustiato ed<br />

impotente sulle sofferte vicende. Voi però in compenso di tanti segnalati favori non avete mai<br />

cessato di amareggiare il suo cuore con gravi angoscie sotto mentiti pretesti, e di porre in<br />

cimento i nostri sagri doveri, e la nostra coscienza: in compenso del concordato ecclesiastico<br />

non ci avete reso che la distruzione di esso con separate leggi dette organiche. Ci avete chiesto<br />

delle profanazioni studiate a bella posta, ed inconciliabili colla sana morale evangelica, e colle<br />

massime inconcusse dell'universale cattolica Chiesa. In compenso della pace, e de' nostri<br />

benefici da gran tempo i domini della santa Sede hanno dovuto sopportare il peso enorme delle<br />

vostre truppe, e le avarie de' loro comandanti cosiché dal <strong>1801</strong> a questa parte ci hanno<br />

consumati scudi 500.000 romani senza mantenere la solenne promessa del rimborso dal regno<br />

italico; in compenso di ciò ci avete spogliati dei Ducati di Benevento, e di Ponte Corvo colla<br />

promessa alla santa Sede delle ricompense le più generose. A compimento dei compensi avete<br />

ostilmente invasi, non i nostri domini, ma in domini donati dalla magnificenza e pietà dei<br />

monarchi spezialmente francesi ai successori di s. Pietro, e confermati da undici secoli in qua da<br />

tutti i principi cattolici al Padre commune di tutti i fedeli della cattolica Chiesa, affinché il Padre<br />

cimmune potesse stare in mezzo ai suoi figli primogeniti nell'assoluta libertà ed indipendenza.<br />

Finalmente avete invasa la nostra estesa capitale ostilmente, ci avete resa ribelle la milizia, avete<br />

occupate le poste e le stamperie, ci avete strappati dal nostro seno gl'intimi consiglieri per la<br />

direzione degl'affari ecclesiastici della Chiesa cattolica, i ministri dei dicasteri dello Stato, e resi<br />

noi stessi prigioniero nell'apostolica nostra residenza, gravitando militarmente sul nostro<br />

popolo. Ci appigliamo a decidere in questo vostro contegno al diritto di tutte le genti, a' sacri<br />

vostri doveri, e del vostro popolo. Ci appigliamo a voi come ad un figlio consecrato, e giurato a<br />

ristaurare e sostenere i diritti della cattolica Chiesa, ed alla giustizia dell'Altissimo. Voi però<br />

abusate della vostra forza, calpestate tutti i sagri doveri, e spezialmente a danno della santa<br />

Chiesa. Voi non ci costringerete, che ancor noi nell'umiltà del nostro cuore facciamo uso di<br />

quelle forze, che l'Onnipotente Iddio ha poste nelle nostre mani, e che non ci darete ulteriori<br />

155 Dalla Gazzetta trentina N° 46.<br />

124


motivi di far conoscere al mondo tutto la giustizia della nostra causa, altrimenti i gravi mali, che<br />

derivar potranno da ciò, cadranno tutti sulla vostra responsabilità. Data li 14 aprile 1808.<br />

Nota di sua eccellenza il sig. di Champany a sua eminenza il cardinal Caprara. – Traduzione dal<br />

francese.<br />

Il sottoscritto ministro delle relazioni estere di sua maestà l'imperadore de' francesi re d'Italia ha<br />

posto sotto gli occhi di sua maestà la nota di sua eminenza il cardinal Caprara, e fu incaricato di<br />

farvi la risposta seguente.<br />

L'imperadore non saprebbe riconoscere il principio, che i Prelati non sono sudditi del sovrano<br />

sotto la dominazione del quale eglino sono nati. Quanto alla seconda quistione la posposizione,<br />

dalla quale l'imperadore mai dipartirassi è, che tutta l'Italia, Roma, Napoli, e Milano facciano<br />

una Lega offensiva e difensiva affine di allontanare dalla penisola il disordine, e la guerra. Se il<br />

santo Padre aderisce a questa proposizione, tutto è terminato; s'egli la rifiuta, egli annuncia con<br />

questa determinazione, che non vuole alcun accomodamento, alcuna pace coll'imperadore, e che<br />

gli dichiara la guerra. Il primo risultato della guerra è la conquista, ed il primo risultato della<br />

conquista è il cangiamento del Governo. Imperciocché se l'imperadore è forzato d'essere in<br />

guerra con Roma, non lo è egli anche di farne la conquista, di mutarne il governo, di stabilirne<br />

un altro, che faccia causa commune col regno d'Italia, e di Napoli contro gl'inimici communi?<br />

Qual altra garanzia avrebbe egli della tranquillità, e della sicurezza dell'Italia, quando i due<br />

regni fossero separati per mezzo d'uno Stato, ove li nimici continuerebbero a contare su d'un<br />

accoglimento sicuro!<br />

I cangiamenti divenuti necessari, se il santo padre persiste nel rifiuto, non gli faranno perder<br />

niente de' suoi diritti spirituali; egli continuerà ad esser vescovo di Roma, come lo furono i suoi<br />

predecessori nel corso degli otto primi secoli, e sotto Carlo Magno. Tuttavia sarà per sua maestà<br />

un oggetto di dolore il mirare l'imprudenza, l'ostinazione, l'acciecamento distrugger l'opera del<br />

genio, della politica dei lumi. Allo stesso momento, in cui il sottoscritto riceveva l'ordine di dare<br />

questa risposta a mons. il cardinale Caprara, egli ricevette la nota, che sua ecc.za gli fece l'onore<br />

d'addrizzargli li 30marzo. Questa nota ha due oggetti. Il primo di annunziare la cessazione de'<br />

poteri del Legato della santa Sede, di notificarla contro l'uso, e le forme communi, e alla vigilia<br />

della settimana Santa tempo, in cui la Corte di Roma, s'ella fosse ancor animata da un vero<br />

spirito evangelico, crederebbe di dovere moltiplicare i soccorsi spirituali, e predicare col suo<br />

esempio l'unione fra tutt'i fedeli. Checché ne sia, avendo il santo Padre ritirato i suoi poteri a sua<br />

eminenza, l'imperadore nol riconosce più come Legato; la chiesa gallicana rientra in tutta<br />

l'integrità di sua dottrina; i di lei lumi, la di lei pietà continueranno a conservare in Francia la<br />

religione cattolica, nel far rispettar la quale e nel difenderla riporrà sempre l'imperadore la sua<br />

gloria.<br />

Il secondo oggetto della nota di sua em.za mons. il cardinal Caprara è di dimandare i passaporti<br />

come ambasciatore. Il sottoscritto ha l'onore d'indirizzarglieli. Sua maestà vede con dispiacere<br />

questa formale dimanda de' passaporti, di cui l'uso de' nostri tempi ne ha fatto una formale<br />

dichiarazione di guerra. Roma è dunque in guerra colla Francia, e in questo stato di cose sua<br />

maestà ha dovuto dare gli ordini, che la tranquillità dell'Italia rendeva necessari. Il partito, che<br />

ha presso la Corte di Roma, di scegliere per questa rottura un tempo, in cui ella potea credere le<br />

sue armi più potenti, può far prevedere dalla sua parte delle altre estremità; ma i lumi del secolo<br />

ne arresteranno l'effetto. Il temporale e lo spirituale non sono più confusi; la dignità reale<br />

consecrata dallo stesso Dio è al di sopra di ogni attentato. Il sottoscritto desidera , che le<br />

osservazioni, ch'egli ebbe ordine di trasmettere a sua eminenza possano determinare la santa<br />

Sede ad accedere alle posposizioni di sua maestà. Egli ha l'onore di rinovare a sua eminenza le<br />

assicurazioni della più alta considerazione.<br />

Parigi li 3 aprile 1808.<br />

Per la copia conforme<br />

Le Febure.<br />

125


Risposta al sig. Lebebre incaricato d'affari per l'impero di Francia il cardinale Gabrielli prosegretario<br />

di Stato di sua Santità 19 aprile 1808.<br />

Dopoiché vostra signoria illustrissima ha fatto conoscere al santo Padre l'essere deciso volere di<br />

sua maestà l'imperadore e re, ch'entri in una Lega difensiva, ed offensiva con i principi d'Italia,<br />

come fu dichiarato da sua eccell.za il sig. Campagny al sig. cardinale Caprara con nota dei 3<br />

corrente, si sono ricevuti i dispacci di quel porporato, il quale ha trasmesso la nota originale del<br />

detto ministro. Il santo Padre dopo averla attentamente letta, e considerata, ha ordinato al<br />

cardinale Gabrielli pro-segretario di Stato di manifestare a vostra signoria ill.ma i suoi<br />

sentimenti sugli articoli della medesima.<br />

Cominciando da quello, che forma il cardine di tutti gli altri, sua Santità ha dovuto veder con<br />

pena, che anche l'ultima proposizione, che se le fa della Lega offensive e difensiva, è<br />

accompagnata dalla minaccia di essere spogliata del temporale dominio,qualora non aderisca.<br />

Se le umane considerazioni fossero la mole regolatrice della condotta del santo padre, avrebbe<br />

egli fin dal principio ceduto ai voleri di sua maestà e non si sarebbe esposto a soffrire tante<br />

calamità; ma il santo Padre non è regolato, che dalla considerazione dei propri doveri, e della<br />

propria coscienza. Gli uni come gli altri come hanno impedito di acconsentire alla<br />

confederazione, così gl'impediscono di acconsentire alla Lega offensiva e difensiva, la quale se<br />

differisce nel nome, di sua natura però non eccettua alcun principe, di cui non possa il Papa,<br />

secondo le circostanze de' tempi, diventar nemico. Sua Santità trova anzi che questo articolo in<br />

vece di migliorare, peggiora la sua condizione.<br />

Ecc. ecc. [Non trascrivo tutta la documentazione riportata fino a p. 2340, perché poco<br />

attinente al nostro scopo].<br />

Maggio 1808<br />

Circolare spedita dal Vicario generale di Trento al clero di Val Venosta diocese di Coira<br />

sull'oggetto di assoggettarsi all'ubbidienza dell'ordinariato di Trento.<br />

Nos Ioannes Franciscus Comes a Spaur dominus Flavoni etc. archidiaconus ac canonicus huius<br />

ecclesie cathedralis, et in spiritualibus Vicarius generalis Tridenti: Illustribus, nobilibus, et<br />

admodum reverendis respective dominis nobis in Christo dilectis parochis, curatis, et clero<br />

Vallis Venustae<br />

in Domino<br />

Quod ab Austriae imperantibus iamdudum salubriter provideque factum est, ut ad<br />

spirituale subditorum regimen, remoto exterorum episcoporum incongruo influxu, nonnisi<br />

nationales eligerentur; id gravioribus adductus causis clementissimus Bavariae rex<br />

Maximilianus Iosephus, cuius nos pecularis divina Providentia benigno sceptro submisit, in<br />

felici sua monarchia pro spirituali, et temporali suorum populorum bono faciendum esse paterno<br />

sane consilio intellexit. Ex quo illud veluti sponte sua sequutum est, ut huic tridentinae dioecesi<br />

vicina, et confinis Vallis Venusta eidem in spiritualibus auspicato vinculo coniungeretur. Quod<br />

dum vobis, venerabiles parochi, et curati, notum facimus, omnibusque et singulis dictae Vallis<br />

sacerdotibus, fidelique populo per vos insinuamus, singulari cordis adfectu unicusque vestrum<br />

primos damus paterno in Christo charitatis amplexus, per viscera misericordiae Domini nostri<br />

Iesu Christi unumquemque cum Apostolo abtestantes, ut in omnibus vos ipsos praebeatis<br />

exemplum bonorum operum in doctrina, in integritate, in gravitate, verbum sanum,<br />

inreprehensibile: ut Is qui ex adverso est, vereatur, nihil habens malum dicere de nobis (Tit. II,<br />

7).<br />

Ut autem iam ab ipsis exordiis in nobis omnes quidem, sed praesertim venerabiles<br />

sacerdotes, amantissimum Patrem, et eorum in Domino amicum semper, ut speramus,<br />

respiciant; eo primas animi nostri curas dirigemus, ut quos ex Clero aliena magis, ut notum est,<br />

quam propria malitia, distractos, in improvisis rerum angustiis cum proprii officii iactura errasse<br />

comperimus, interpositis apud benignissimum regem enixissimis nostris precibus, ad suum<br />

quemque locum, suprema optimi principis clementia restituendos humiliter curemus.<br />

Nec dubitamus, quia clementissimus rex primas novi pastoris pro novo grege preces sit<br />

exauditurus. Illud tantum videte, ut innocenter errata eo maiori per eos in posterum fidelitate, et<br />

126


obsequio reparentur, atque iuxta Christi praecepta, et exemplum debita tum a clero, tum a<br />

populis obedientia regiae politicae auctoritati praestetur.<br />

Ne vero Vallis Venustae ab hac urbe distantia negotiorum promptae expeditioni, aut<br />

spirituali populi saluti ullo modo possit obstare, quum et nos ipsi, et provicarius noster Tecini<br />

multis gravibusque hic negotiis continuo distineamur; provicarium nostrum pro Valle Venusta<br />

loco emeriti, et annuo stipendio donati Patsvheider, nominamus venerabilem sacerdotem<br />

Ingenuinum Koch ex professorem et procancellarium regiae universitatis oenipontanae,<br />

actualem consiliarium ecclesiasticum brixinensem, et provisorium parochum urbis Merani.<br />

Provicario autem in superiore parte eiusdem Vallis Schuster ob provectam aetatem dispensato,<br />

tamquam decanum meranensi provicario subordinatum, nominamus venerabilem sacerdotem<br />

Prieth parochum in Glurns. Quae omnia per parochos Vallis Venustae, convocato quanprimum<br />

respectivo clero, et postea per clerum populis solemniter et convenienti modo insinuanda<br />

curabitis, relationem cum omnium sacerdotum subscrioptionibus ad nos sine mora missuri.<br />

Datum Tridenti die 18 maii 1808.<br />

Ioann, Franciscus etc.<br />

P. I. Cloch cancellarius.<br />

Si sa, che questa circolare eccitò molti rumori nel clero, e popolo della Val Venosta, e che i due<br />

sacerdoti Koch, e Prieth ricusarono di sottoscrivere, e di accettare l'incarico; dicesi però, on so<br />

con qual fondamento, che il Koch siasi finalmente arreso. I sacerdoti resistenti furono deportati,<br />

e a quest'ora, per quanto narrasi saranno circa 40 i già usciti di Stato. Degnisi il Signore Iddio<br />

sedare tante turbolenze assai pregiudiziali al vero bene della religione.<br />

Ordine del giudice distrettuale di Bolgiano.<br />

Traduzione.<br />

Dal momento, in cui sua maestà il re si vidde costretto di allontanare dal regno il vescovo<br />

di Coira, e d'interrompere con quello ogni communicazione, ebbe la paterna cura di provedere<br />

sovranamente ai suoi fedeli sudditi della pria diocesi di Coira un altro pastore superiore, e perse<br />

in considerazione che secondo l'esempio dell'Austria, e di altri cattolici regnanti non debba la<br />

giurisdizione di vescovi estranei estendersi entro i confini de' regii Stati, ma che in avvenire la<br />

cura spirituale ne' distretti del Tirolo detta innanzi diocesi di Coira venga assunta dal vicariato<br />

generale di Trento, il di cui distretto è immediatamente congiunto alla diocesi di Coira. Mentre<br />

sua maestà si aspetta, che i di lei sudditi riconosceranno in ciò una prova della paterna di lei<br />

cura per la loro quiete, e pel loro bene. È pure di lei sovrano rigoroso comando, che a quelle<br />

disposizioni nello spirituale, che dal Vicariato di Trento verranno colà spedite, dal clero, e dal<br />

popolo della pria diocesi di Coira venga prestata ubbidienza, e in tutti gli affari di tal sorte al più<br />

volte detto Vicariato generale si rivolgano.<br />

I Giudizi patrimoniali in sequela di decreto del regio uffizio Circolare del primo, ricevuto li<br />

2 di questo mese ricevon ordine, che in caso il loro distretto si estendesse nella sin'ora diocesi di<br />

Coira, facciano nota questa regia sovrana ordinazione al clero per mezzo di circolare, ed al<br />

popolo per publicationem per l'esatta osservanza, e di communicarla per istruzione anche al<br />

clero vicino, e di dare sulla pronta esecuzione di questo, relazione.<br />

Bolgiano li 3 giugno 1808.<br />

Dr. Hellrigl de Rechtenfeld Giudice distrettuale, Stautner attuario.<br />

Ai giudizi patrimoniali toccante l'incorporazione della sin ora diocesi di Coira in Tirolo ala<br />

diocesi di Trento.<br />

16 giugno 1808<br />

Li 16 festa del Corpus Domini siamo intervenuti nella processione solenne universale, ma<br />

contro l'usato costume ci fu ingiunto di precedere li quartieri della città.<br />

127


26 giugno 1808<br />

Li 26 festa di s. Vigilio non vi fu processione alcuna, il Duomo si adornò assai trivialmente 156 ,<br />

vi furono però nella sera i fuochi artificiali procurati con una questua pecuniaria fatta in città.<br />

14 luglio 1808<br />

Li 14 si distribuirono nella chiesa del regio liceo i cataloghi degli studenti. Nelle prime tre classi<br />

si diedero i premi. Il diverso profitto de' studenti viene segnato colla 1m 2, 3 classe, e 1, 2, 3<br />

nota di ciascuna di quelle.<br />

[Il manoscritto a questo punto[pp. 2345-2346] riporta l'elenco delle chiese<br />

arcivescovili e vescovili di Francia abilitate nel concordato dell'anno <strong>1801</strong>. Sono 60.<br />

Le pagine 2347-2352 portano ancora documenti relativi a Roma, che tralascio].<br />

Settembre 1808<br />

Verso la fine di questo mese si espose a pubblico incanto la bella, e copiosa argenteria della<br />

cattedrale di Trento, cioè a dire tutti i candelieri, le lampade, croci, turriboli, navicelle,<br />

ampolline, calici, trattone soli quattro; come pure il bell'ostensorio, dove eravi inchiusa la<br />

reliquia di s. Caterina vergine martire, il busto d'argento di s. Massenza. Tutte le argenterie<br />

altresì della chiesa parrocchiale di s. Pietro furono alienate coll'incanto essendosi inoltre venduta<br />

la canonica della suddetta parrocchia di s. Pietro. Dicesi, che col danaro ricavato si formerà un<br />

capitale, il quale servirà di rendita alla chiesa cattedrale già prima spogliata di tutto.<br />

In vigore del sovrano decreto resta soppressa la parrocchia di s. Maria Maddalena, ed<br />

incorporata a s. Pietro sotto la direzione de' PP. Filippini.<br />

1 ottobre 1808<br />

Il primo ottobre si chiuse la suddetta chiesa, ed ai 2 giorno di domenica incominciarono i<br />

Filippini a tenere le funzioni in s. Pietro.<br />

Essendo ricorso il re di Baviera alla santa Sede apostolica per privare il vescovo di Coira della<br />

di lui porzione di diocesi esistente nel Tirolo, il santo Padre per bene della pace con Breve<br />

emanato, per quanto dicesi sotto il dì 7 di settembre aggregò interinalmente la suddetta porzione<br />

alla diocesi di Bressanone.<br />

Circa questo tempo s'incominciò la fabbrica del vòlto della chiesa parrocchiale di s. Maria<br />

maggiore, essendo durante l'operazione trasferite le funzioni parrocchiali nella chiesa del<br />

Carmine. Per supplire alla spesa della fabbrica con una lettera circolare emanata dalla rev.ma<br />

Curia si eccitarono tutt'i sacerdoti della diocesi ad applicare delle sante Messe.<br />

20 ottobre 1808<br />

Li 20 il sig. Conte Gio. Nepomuceno de Welsperg fu installato nella carica di commissario<br />

generale del Circolo all'Adige da sua eccellenza il signor Conte Carlo d'Arco commissario<br />

generale nel Tirolo. Vi furono per tre giorni nella città teatri, balli, giochi di pallone e molti altri<br />

divertimenti.<br />

[Da p. 2353 a p. 2378 notizie da Roma, che tralascio di trascrivere].<br />

Dicembre 1808<br />

Avendo il vescovo di Bressanone acconsentito di ordinare i chierici della diocesi di Trento,<br />

quindi con ordine emanato da questa rev.ma Curia ecclesiastica furono chiamati per il dì 5 in<br />

Trento i cherici assolti nello studio per subire li richiesti esami, ed incominciare li spirituali<br />

esercizi sotto la direzione di don Bartolommeo Scrinzi parroco di Lizzana. Il nostro P.<br />

<strong>Provincia</strong>le chiamò due nostri chierici cioè fra Antonio di Piné, e fra Casimiro di Pergine col<br />

previo assenso del regio bavaro commissariato in scriptis. Questi cogli altri tutti, che sono N° di<br />

156 *Con pessimo gusto.<br />

128


60 in circa dovettero subire un esame vocale nel liceo di dogmatica, morale, diritto canonico,<br />

pastorale, storia ecclesiastica, e pedagocica. Il giorno seguente si portarono in palazzo vescovile<br />

a sostenere l'esame dell'Ordinariato, e risposero in iscritto ai proposti quesiti di dogmatica,<br />

storia, morale, studio biblico, e pastorale. Successivamente alla presenza di mons. Vicario, e<br />

degli esaminatori furono lette le risposte di cadauno, e quindi vennero esaminati sugli Ordini,<br />

che doveano ricevere. I nostri due cherici ordinandi al diaconato e presbiterato ebbero<br />

commissione di portarsi dal sig. don Cescati Beneficiato del Duomo per apprendere le<br />

cerimonie della s. Messa. Prima di ricevere le dimissoriali fu loro proposta una formola da<br />

sottoscrivere, quale conteneva la promessa di ubbidire al Vicariato e di adempiere tutto ciò, che<br />

in seguito dal medesimo potrebbe esser ad essi prescritto. Nel sabbato delle 4 Tempora 17<br />

corrente vennero ordinati diaconi in Bressanone nella sala della residenza; gli ordinati in quel<br />

giorno furono 104. Nella domenica susseguente, in cui i nostri due furono consecrati sacerdoti,<br />

gli ordinati furono 60 circa. Li 16 un regio commissario sottopose all'amministrazione le<br />

monache Clarisse di Bressanone, lo stesso seguì cogli altri conventi possidenti del Tirolo.<br />

ANNO DI N.S. G. C. <strong>1809</strong>.<br />

Ne' primi giorni di quest'anno si sottoposero ad amministrazione i beni delle Confraternite e<br />

delle Compagnie. Si eressero pure in Trento le scuole normali, direttore delle quali fu destinato<br />

il sig. don Bartolommeo Gerloni ex professore di filosofia, tre maestri con un supplementario<br />

vennero scelti fra i Padri Agostiniani. Interinalmente i ragazzi si congregano alla casa delle<br />

Orfane, e le ragazze nel convento delle Madri Orsoline.<br />

11 gennaio <strong>1809</strong><br />

Gli 11 fu confermato da un regio commissario di cognome Recla il decreto di soppressione delle<br />

Chiarisse [sic] dette urbaniste di Trento ora dimoranti nel convento di s. Maria delle Laste de'<br />

PP. Carmelitani. Le monache professe sono N° 30, due novizze, che già contavano più di sei<br />

anni di vestizione, l'una delle quali, cioè suor Maria Felice di Banale fu accettata dalle monache<br />

Salesiane di Roveredo, l'altra cioè suor Maria Catterina della Giacoma di Predazzo si lusinga di<br />

avere la stessa sorte. Rapporto all'antichità delle monache Chiarisse in Trento veggasi la<br />

Cronaca Michelina manoscritta. Fu fatto l'inventario dal suddetto commissario de' mobili del<br />

convento e prescritto il giuramento alle monache di manifestare fedelmente e di non occultare.<br />

Il P. confessore Michel Angelo Luarenzi di Roveredo fu altresì con giuramento obbligato a<br />

denunciare quelle monache delle quali sapesse l'occultazione di qualche cosa del monastero.<br />

Non si sa fin'ora la pensione, che verrà assegnata alle monache. Li 3 di questo mese fu intimata<br />

dal commissario Alpruni del Borgo la soppressione al convento de' Gerolimini della<br />

Congregazione del Beato Pietro Pisano esistente in Riva, detto dell'Inviolata; ai 9 ai Conventuali<br />

di s. Francesco di Riva; ed ai 19 ai Conventuali pure di Brancolino; ma questi ultimi da un altro<br />

commissario.<br />

20 gennaio <strong>1809</strong><br />

Li 20 vi fu in Trento il concorso de' medici aspiranti alle distrettuali condotte. Gli esaminandi<br />

furono in numero di 50. Sedici vennero esclusi per non avere fatti gli studi in università<br />

austriache, o bavare. I quesiti furono proposti in iscritto. Assistenti all'esame seguito in castello<br />

erano i due consiglieri del cosiddetto comitato medico Hermann, e Matassoni, i medici<br />

Mazzonelli, Bacca, e Zuech tutti tre eletti a simili funzioni. Fra gli esaminati si distinse<br />

singolarmente il giovane medico Garzetti di Trento, ora abitante in Lavis.<br />

24 gennaio <strong>1809</strong><br />

Li 24 furono chiamati i due <strong>Provincia</strong>li Riformato e Cappuccino dal sig. consigliere del<br />

commissariato Marcabruni, e riceverono l'ordine a nome di sua maestà di distribuire ne'<br />

conventi dell'Ordine rispettivo gli'individui del soppresso convento di Brancolino, che sono in<br />

numero di 8, poiché allora la tenue facoltà di quel convento di soli 25.000 fiorini, non fu<br />

assegnata a que' Religiosi che la scarsa pensione di fiorini 60 per cadauno, onde per assicurare a<br />

129


medesimi la sussistenza, si pensò a collocarli ne' predetti conventi. I due <strong>Provincia</strong>li nello stesso<br />

giorno si portarono a Roveredo per concertare coi Religiosi i mezzi opportuni per quest'affare.<br />

I Religiosi Conventuali di Riva sono in numero di otto, i Gerolimini dell'Inviolata sono<br />

sacerdoti N° 5, un cherico e due laici. L'asse di quest'ultimo convento, ch'è di fondazione della<br />

famiglia Madruzzo, fu computato ascendere a cento venti milla fiorini; sino alla determinazione<br />

della pensione ricevono i Gerolimini 20 fiorini al mese per cadauno.<br />

25 gennaio <strong>1809</strong><br />

Li 25 il sopranominato commissario Recla intimò la soppressione del convento degli<br />

Agostiniani detti Eremitani di Trento. Vi sono dieci sacerdoti, due laici, ed un altro laico non<br />

professo.<br />

I Religiosi di Brancolino non hanno veruna inclinazione di ricoverarsi ne' conventi nostri e dei<br />

Cappuccini; quindi distesero una supplica per aver un aumento di pensione, e vivere ove più<br />

loro piacerà. Alcuni però desiderano di rimanere in Brancolino per soccorso spirituale di quella<br />

picciola popolazione.<br />

In Trento fu eretto un casino di divertimento in casa dei Conti Festi. Gl'impresari procurarono<br />

un'associazione de' signori e signore di nobil nascita, la quale riuscì a seconda. Vi si contano fra<br />

gli associati alcuni sacerdoti, e professori del liceo. Vi è divertimento continuo di ballo, musica,<br />

gioco, lettura di gazzette ed altri libri moderni. L'ammissione costa fiorini 20. Che bella scuola!<br />

2 febbraio <strong>1809</strong><br />

Li 2 con ordine fulminante si spogliò nella cattedrale l'altare di s. Biaggio ornato secondo il<br />

consueto a festa, coll'esposizione della sagra reliquia a spese del sig. Beneficiato don Cescati;<br />

nel mentre, che un popolo numeroso ritrovavasi in chiesa per ricevere la solita benedizione della<br />

gola.<br />

Attesa l'occupazione fatta della casa vescovile dall'Offizio delle Finanze e del bollo, venne<br />

assegnato alla Curia ecclesiastica un appartamento nel convento de' PP. Agostiniani ora<br />

soppressi.<br />

15 febbraio <strong>1809</strong><br />

Li 15, primo giorno di Quaresima il sig. don Vincenzo Angeli diede principio alla predicazione<br />

nella chiesa cattedrale, perseverando tuttora il decreto di predicare ai Regolari. In questa prima<br />

predica pubblicò la seguente dispensa delle carni:<br />

Noi Giovanni Francesco Conte di Spaur etc. per gli affari spirituali Vicario generale di Trento.<br />

A vista della scarsezza di molti generi necessari al vitto, troviamo giusto per l'imminente sacra<br />

Quaresima l'accordare a questa diocesi la seguente dispensa.<br />

1. Permettiamo generalmente per questo tempo l'uso delle carni, eccettuato però<br />

2. Il venerdì e sabbato d'ogni settimana, il mercoledì delle Ceneri, e quello delle Tempora,<br />

come pure i tre ultimi giorni della settimana Santa.<br />

3. Si accorda anche per gli adulti la sera dei giorni dispensati il poter mangiare di grasso;<br />

con condizione però che chi è tenuto al digiuno rapporto alla quantità del cibo, non possa fare<br />

che la piccola collazione dalla Chiesa permessa, e non si violi il santo digiuno.<br />

4. È proibito il mangiar pesce promiscuamente coi cibi di grasso.<br />

Affinché però queste concessioni vengano compensate con altre opere pie, dovrà chiunque<br />

ne vuole profittare.<br />

1. Recitare all'occasione di ogni pasto di grasso 5 pater ed Ave.<br />

2. Per consiglio poi si avvisano i ricchi e benestanti d'abbondare a sollievo de' poveri,<br />

specialmente infermi, colle elemosine; e tutti in genere i fedeli d'accrescere le orazioni, la<br />

frequenza alle sante funzioni, la carità verso il prossimo, e le altre cristiane virtù, come pure a<br />

confessarsi, oltre il tempo pasquale, un'altra volta entro la sana Quaresima, o almeno sino alla<br />

Pentecoste inclusive.<br />

La presente sarà pubblicata in ogni parrocchia e cura dall'altare, ed affissa alla porta della<br />

chiesa.<br />

130


Dato in Trento li 22 gennaio <strong>1809</strong>.<br />

Gio. Francesco Conte Spaur Vicario generale<br />

Con sovrana approvazione<br />

P. Giuseppe Cloch cancelliere.<br />

In riga di ordine intimato a questo nostro P. Guardiano dall'Uffizio di polizia per parte del regio<br />

bavaro commissario del Circolo all'Adige venne assolutamente proibito si seppellire i nostri<br />

Religiosi ne' sepolcri del convento, come cosa straordinariamente opposta alle leggi vigenti, e di<br />

prevalerci del commune campo Santo. Il P. Guardiano estese una supplica al suddetto<br />

commissariato per ottenere il permesso di fare nel recinto del convento un piccolo cimitero per<br />

uso de' nostri morti. Fu risposto con assoluta negativa in voce, e in iscritto. Quindi il dì 17<br />

corrente mese abbiamo sepolto senza intervento di sacerdoti secolari il nostro confratello laico<br />

fra Egidio di cavedine morto li 15, nel Campo Santo alle Albere.<br />

3 marzo <strong>1809</strong><br />

Li tre ho inteso, che sia stato in Trento pubblicato il decreto della militare coscrizione. Ogni<br />

distretto ne deve dare un numero determinato giusta la maggior, o minore popolazione che<br />

abbraccia. Vengono messi in lista i giovani dall'età di anni 18 sino ai 25 inclusive. Sono<br />

eccettuati i nobili, mercanti, artisti, serventi, e camerieri, e di cittadini nelle città di Trento,<br />

Roveredo, Arco, Riva ed Ala esistenti nel commissariato all'Adige. Veggasi alla pagina<br />

seguente.<br />

4 marzo <strong>1809</strong><br />

Li 4 si portò in questo convento il sig. direttore di pollizia Ambrogio de Schreck con due signori<br />

addetti al Magistrato per visitare d'ordine superiore questo convento se sia abile all'interinale<br />

ospitale militare, finché si riduca a tal perfezione il fu convento di s. Michele. Il sig. direttore<br />

alle rimostranze fatte dal nostro P. Guardiano restò pienamente persuaso, che senza l'espulsione<br />

de' Religiosi non vi è nel convento località sufficiente per l'ospitale. Presentemente li soldati<br />

ammalati sono in N° di 30. I PP. Cappuccini hanno avuto l'ordine di servire il predetto ospitale<br />

in qualità di cappellani.<br />

Sul proposito della coscrizione militare sono intenzionato di descrivere la pastorale emanata<br />

colle stampe dal Vicario Spaur, è la seguente:<br />

Noi Gio. Francesco etc.<br />

Da questo regio bavaro commissariato del Circolo all'Adige viene avvisato quest'Ordinariato,<br />

che per la commune salute, e pubblico bene è necessario a tenore della già pubblicata<br />

costituzione del regno, che sia dato principio alla coscrizione da quella ordinata, assumendo per<br />

completamento della regia truppa, alcuni giovani in questo commissariato non necessari per<br />

l'agricoltura e per le arti.<br />

Si ricerca da quest'Ordinariato nel suddetto ordine, ciò che altresì ci impone il nostro pastorale<br />

ministero, cioè, che noi rilasciamo al clero dipendente col mezzo dei decani, come colla<br />

presente facciamo, l'opportuna ammonizione, con cui si ordini a tutti i curatori d'anime<br />

d'esortare tanto dal pulpito, come nel tribunale di Penitenza, e nei famigliari discorsi la nostra<br />

valorosa gioventù, di cui è già altronde nota, e con somma gloria della nazione tirolese<br />

dovunque divulgata la fedeltà verso il legittimo sovrano, ed il coraggio a prendere con<br />

intrepidezza le armi per il re, e per la patria.<br />

Spiegate ciascuno al vostro gregge, che la voce della patria e del sovrano, quando chiamano alle<br />

armi, è la voce di Dio, per cui regnano i re, e decidono il giusto i legislatori: ai quali ci<br />

comanda l'Apostolo d'ubbidire non solo per timore dello sdegno, ma anche per obbligo di<br />

coscienza.<br />

Questo è ciò che c'impone anche la stessa natura, la nostra ragione, e l'esempio delle altre<br />

nazioni, giacché sarebbe simile ad un figlio ingrato, che abbandonasse i genitori nel pericolo<br />

senza aiuto, chi chiamato alla difesa della patria ricusasse di prontamente accorrere. Tanto per i<br />

131


genitori, come per il sovrano e per la patria (che pure sono altrettanti genitori nostri) grida la<br />

stessa natura, che deve ogn'uno esporre se fosse d'uopo il sangue, e la vita.<br />

Osservando ciò farsi con tanta prontezza dalla gioventù delle altre nazioni d'Europa, dove non<br />

ascrivono, come presso di noi, solo alcuni alla milizia, ma quasi tutti, chi potrà dubitare del<br />

buon animo e del valore dei tirolesi che la stessa storia d'ogni tempo celebra come incapaci<br />

d'esser al loro sovrano infedeli, mai timidi in guerra, ma sopra ogn'altro popolo fedeli, pronti,<br />

coraggiosi, e risoluti?<br />

Ordiniamo pertanto a voi; e voi, mandando subito ad ogni parroco a voi soggetto un'esemplare<br />

della presente, ch'essi comunicheranno a rispettivi curati, ordinerete loro, che nel prossimo<br />

giorno festivo dopo la ricevuta di questa esortazione nel suddetto modo il popolo, conservando<br />

ogn'uno per eventuale revisione il discorso fatto. Su di che senza ritardo ci darete la vostra<br />

relazione. In quorum etc.<br />

Dato in Trento li 27 febbraio <strong>1809</strong>.<br />

Gio. Francesco etc.<br />

P. G. Cloch cancelliere.<br />

Li 4 ho veduto stampato il regolamento generale per la leva militare di 401 reclute, che in forza<br />

di sovrano rescritto degli 8 febbraio <strong>1809</strong> deve aver luogo nel regio bavaro Circolo dell'Adige,<br />

porta la data dei 28 febbraio.<br />

NB. È stata ordinata una leva di 359 giovani dell'età d'anni 18 compiti, onde con questi<br />

completare i tre Corpi di Kinkel, di Ditfurth, e di Günter, e così pure di 42 giovani dell'età<br />

medesima per gli attiragli dell'armata, fu ripartita questa somma di 401, oltre 149 che servir<br />

debbono a rimettere quelli, che si riconosceranno inabili, in tutto dunque di N° 550, dietro il<br />

sovrano ordine sul piede steurale fra i Giudizi distrettuali nel modo seguente:<br />

N°<br />

Trento 61<br />

Vezzano 24<br />

Civezzano 38<br />

Mezzolombardo 60<br />

Cles 43<br />

Malé 27<br />

Pergine 22<br />

Cavalese 33<br />

Levico 41<br />

Riva 43<br />

Roveredo 115<br />

Stenico 18<br />

Tione 14<br />

Condino 11<br />

Qualunque suddito nato dal primo gennaio 1786 sino all'ultimo dicembre dell'anno 1791, che<br />

non abbia altronde giuste esenzioni, deve considerarsi come personalmente obbligato alla<br />

milizia.<br />

NB. Fra gli eccettuati si comprendono gl'impiegati, il clero, la nobiltà, i professori delle arti<br />

liberali. Veggasi il predetto regolamento.<br />

L'intimazione di questa coscrizione cagionò de' sussurri non ordinari nella valle di Fiemme in<br />

maniera che il giudice di quel luogo dovette nascondersi alle furie de' malcontenti. Vi si recò da<br />

Trento a calmare le insorte turbolenze il sig. direttore Francesco Riccabona. Eravi destinata<br />

altresì una compagnia di soldati, ma questi ebbero ordine di portarsi altrove.<br />

132


8 marzo <strong>1809</strong><br />

Gli otto ho ricevuta la sentenza in stampa pronunciata contro la persona di Francesco Eccheli di<br />

Torcegno giurisdizione di Castelalto in Valsugana reo di omicidio e di rapina condannato alla<br />

morte della forca, la qual sentenza fu pubblicata in Roveredo li 2 marzo <strong>1809</strong> ed eseguita<br />

sabbato li 4 detto. Il paziente chiese per suo confessore il nostro P. Pier Alcantarese di Meano.<br />

Dimostrò sentimenti edificanti di rassegnazione e di vero cordiale pentimento. Andò alla morte<br />

raccomandandosi divotamente l'anima e supplicando il popolo numerosissimo a far lo stesso. In<br />

somma diede un gran fondamento di sperare della sua eterna salvezza. L'esecuzione ebbe luogo<br />

alle ore 9½. Fu deposto il cadavere dal patibolo al tramontar del sole giusta la sentenza, e<br />

sepolto sotto la forca. La di lui moglie sta già da 4 mesi in casa de' Conti Manci come nutrice.<br />

Alla morte fu altresì accompagnato dal nostro P. Giuseppe Maria Vicario di Roveredo, e da due<br />

PP. Cappuccini. Le limosine raccolte ascendono a fiorini 150 circa.<br />

Gli otto pure in Trento in forza di nuovo ordine si presero in requisizione i cavalli per gli<br />

attiragli dell'armata. Dicesi che la città ne debba somministrare dieci, i quali verranno pagati<br />

entro il termine di tre anni.<br />

9 marzo <strong>1809</strong><br />

Li 9 di notte partì da Trento in fretta tutta la soldatesca bavara, dicesi che sia diretta alla volta di<br />

Kufstein.<br />

Avendo il giudice distrettuale di Fiemme Torresanelli di Stenico intimata la coscrizione militare<br />

nella villa di Predazzo, nacque nella maggior parte di quel popolo una sollevazione di tal fatta,<br />

che il suddetto giudice si vidde costretto a prender la fuga, e nascondersi in una osteria per<br />

sottrarsi al furore del popolo ammuttinato. Ma trovandosi l'oste minacciato della vita se non<br />

manifestava, e presentava il giudice dovette questi comparire, ed umilmente supplicare il popolo<br />

armato della conservazione di sua vita; quindi fu accompagnato da molti armati di Predazzo,<br />

Ziano, e Panchiato 157 sino a Tesero fra le grida, e le minaccie della plebe infuriata. Giunto in<br />

Cavalese si ritirò in canonica, quindi prese il partito di recarsi a maggior sicurezza al convento<br />

de' Cappuccini di Egna, da dove rese avvertito di tutto il regio bavaro commissariato di Trento.<br />

Si ordinò quindi a due o tre compagnie di soldati estradati ai confini del Tirolo di portarsi<br />

tostamente in Fiemme. Con questi vi si recò ancora il direttore Francesco de Riccabona come<br />

mediatore seco portando un avvertimento stampato in Trento sotto il dì 9 corrente per ordine del<br />

commissariato, nel quale si eccitava la commune di Predazzo e la valle di Fiemme alla calma,<br />

coll'annessa minaccia, che qualunque persona, che fosse rinvenuta armata, sarà trattata<br />

secondo il prescritto del codice criminale cap. 8 e passata senz'altro fra l'armi; inoltre che tutte<br />

le communi sono in se responsabili di ciò, che dagl'individui ad esse appartenenti venisse<br />

contro il buon ordine commesso, e quindi è loro particolar cura d'impedire qualunque eccesso,<br />

mentre la sede di quella comune, in cui succedesse qualche colpo d'arcibugio sarà cassata<br />

come indegna dal numero delle esistenti e gli abitanti tutti senza eccezione saranno sopposti ad<br />

inevitabile esemplare castigo.<br />

A nulla giovarono i buoni uffizi prestati dal Riccabona per quietare il popolo. Perciò si partì la<br />

truppa alla volta di Predazzo. I sollevati fecero alcuni sparri di schioppi ma scorgendo poi in<br />

qualche distanza dalla parte opposta un'altra colonna di militari venuta da Bolzano, che<br />

s'avanzava per pigliarli in mezzo, si diedero tutti alla fuga, si ritirarono nella vicina montagna, e<br />

con essi si dilungò dalla villa quasi tutto il popolo. Trovarono i soldati in Predazzo un'estrema<br />

confusione, ed un intiero desolamento. Presero 22 persone colà rimaste, fra le quali 5 o 6<br />

giovanetti di 15, 16 anni. In Ziano villa che prese gran parte alla turbolenza arrestarono il<br />

primissario di quel luogo don Ielico di Tesero, ed un oste di 60 anni con due figlivoli. Questi<br />

unitamente furono condotti in Cavalese, ove senza alcun previo esame vennero caricati di<br />

bastonate, ed il sacerdote schiaffeggiato dal tenente colonnello Dietfurth. Di poi posti sopra de'<br />

carri colle mani legate di dietro condotti furono ad Egna, ove bastonati nuovamente fatti di<br />

nuovo salire su i carri furono condotti nelle prigioni di Trento li 14 per essere sottoposti ad un<br />

157 *Panchià.<br />

133


processo rigoroso. Ai capi della sollevazione ricercati inutilmente verranno confiscati tutti i<br />

beni. Il vecchio oste Antonio Vanzetta cadde in deliquio sotto i colpi del bastone, e si ammalò<br />

gravemente in carcere.<br />

Anche nella Valle di Non si manifestarono delle turbolenze specialmente nelle ville di<br />

Sfruzzo 158 , e Malgolo, ove l'attuario Purgher di Cles fu poco rispettato.<br />

Così pure in Piné si udirono molti schiamazzi delle donne. In Val di Sole i lavoranti nelle<br />

miniere del ferro, che sono quasi tutti del territorio bresciano, disturbarono sediziosamente<br />

quelle vicine popolazioni. Una compagnia di soldati si portò in Cles dicesi per indurre quei<br />

popoli alla tranquillità e sommissione alla legge della coscrizione. Il giudice di Fiemme ebbe<br />

ordine di partire nel termine di 12 ore colla famiglia sua dalla suddetta valle. Si recò a Stenico.<br />

Nel foglio d'avviso leggesi la seguente disposizione: In virtù di sovrana risoluzione del dì 21<br />

dello spirato mese, cessa la festa del patrono della chiesa parrocchiale introdotta dal nuovo<br />

calendario, ed esser dee trasportata, se non cade in dì festivo, nella prossima domenica.<br />

Viene altresì abolita la festa di s. Giovanni Battista, ed ordinato, che il giorno della<br />

consacrazione della chiesa sia celebrato dappertutto nella terza domenica di ottobre.<br />

Trento li 27 febbraio <strong>1809</strong>.<br />

Regio bavero commissariato generale de Circolo all'Adige.<br />

Gio. C. Welsperg<br />

Ducati<br />

In un foglio di Augusta di questo mese vi è la seguente relazione: Gerusalemme li 24 ottobre<br />

1808. Nella notte degli 11 ai 12 di questo mese udirono i Francescani di questo convento<br />

appresso la chiesa del Santo Sepolcro dopo il Matutino un rumore straordinario nella chiesa. Al<br />

loro arrivo in quella videro l'altar degli Armeni, e le celle di legno de' preti armeni fabbricate<br />

sopra la galleria tutte in fiamme. Il fuoco si attaccò ben presto l'alta cuppola di legno di<br />

quest'immenso tempio. Sul principio non eravi né persone, né istromenti per estinguere. Ma<br />

immantenente tutti i cattolici della città giovani e vecchi accorsero, e salvarono tutto ciò che<br />

poterono anche con pericolo della vita. Fra le ore 5 e 6 del mattino cadde la cuppola tutta accesa<br />

nella chiesa, la quale rassomigliava un'alta fornace tutta rovente. Pel terribile calore si<br />

spezzarono non solamente le grandi colonne di marmo, sopra le quali posava all'intorno la<br />

galleria, ma ben anche il pavimento pure marmoreo, e le statue a basso rilievo, che ornavano la<br />

cappella in mezzo alla chiesa, in cui racchiudesi il Sepolcro del divin Redentore. Dopo la caduta<br />

delle grosse colonne, sulle quali posava la galleria, finalmente il giorno dodici intorno a<br />

mezzogiorno cadde anche questa, e tutto insieme quel magnifico edificio. Niuno perdette la vita,<br />

solamente alcuni cattolici soffrirono qualche danno. Assai rimarcabile cosa poi e stupenda ella è<br />

che la cappella, in cui evvi il santo Sepolcro, e nella quale officiano i soli cattolici, nulla patì al<br />

di dentro, benché fosse immediatamente sotto la caduta cuppola, e quindi nel centro delle<br />

fiemme, anzi apparve, che le tapezarie di setta, che ornano internamente la cappella, e la bella<br />

pittura, che rappresenta la risurrezione, ed è posta sull'altar di marmo, che cuopre l'ingresso nel<br />

santo Sepolcro, restarono interamente illese.<br />

Gazzetta d'Augusta e di Vienna.<br />

28 marzo <strong>1809</strong><br />

Li 28 dalle due sino alle ore tre del dopo pranzo siamo stati all'adorazione del ss. Sagramento<br />

esposto per le 40 ore nella cattedrale. Non fummo invitati, bensì segnati nella tabella per il<br />

martedì Santo alla detta ora. Ci siamo portati alla chiesa senza processione giusta le prescrizioni<br />

vigenti; ma due da una parte e due dall'altra ecc., ci trovammo uniti nella cattedrale al tempo<br />

stabilito.<br />

158 *Sfruz.<br />

134


6 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 6 alle ore 11 di mattina venne improvvisamente in Trento con poco corteggio accompagnato<br />

dal generale Carpentari sua altezza imperiale il vice re d'Italia Eugenio Bearmoair 159 . Si fermò<br />

poche ore ripigliando il viaggio per Salorno ecc., indi ritornò p r la medesima via in Italia.<br />

Nella Gazzetta di Trento degli 11 aprile dicesi che il dì 11 marzo è stata decisa la guerra contro<br />

la Francia nel Consiglio di Vienna.<br />

L'affrettata partenza delle truppe bavare a motivo della guerra già incominciata, impedì di<br />

effettuare l'arrolamento de' soldati nel Tirolo.<br />

14 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 14 ritornò in Trento una parte de' soldati francesi impediti dall'armata austriaca, e contadini<br />

armati di giugnere alla loro destinazione. Vi si trova anche della cavalleria.<br />

Nello stesso giorno s'impaccò frettolosamente in castello per il timore cagionato dalla vicinanza<br />

degli austriaci.<br />

15 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 15 si accrebbe il bisbiglio stando di continuo i francesi in osservazione. Le campane, sì<br />

nostre che di città si ammutolirono. Nella notte si accesero de' fuochi fuori delle mura, e la città<br />

fu illuminata. Dicesi che alcuni Maoni austriaci si avvanzarono sino in Gardolo, e che l'armata<br />

sia giunta in Bolgiano alla testa della quale vi è il generale Chasteller.<br />

16 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 16 persevera la stessa apprensione, non si odono campane, benché giorno di festa; si veggono<br />

delle pattuglie francesi a girare ne' contorni, e la Guardia civica per la città.<br />

Oggidì ho letta una circolare latina del Ufficio spirituale in data dei 6 corrente diretta a' parrochi<br />

e curati per indurre il popolo alla tranquillità ecc. Non si prescrive però orazione alcuna.<br />

15 aprile <strong>1809</strong> [sic]<br />

Li 15 alle ore otto di sera il sig. commissario di polizia Ambrogio Schreck si recò dai sacerdoti<br />

meranesi rinchiusi nel convento de' PP. Agostiniani, e gli pose in libertà a patto però che non<br />

abbiano communicazione alcuna coi contadini tedeschi sollevati ed anzi venendo quelli in<br />

Trento, procurino d'indurli a ritornare pacificamente alle loro case.<br />

Questi 4 sacerdoti furono condotti in Trento li 7 aprile anno 1808. Dopo la loro liberazione<br />

vennero collocati in quattro case distinte, cioè il sig. Patscheider in casa Schreck, il sig.<br />

Ladurner in casa Graziadei, gli altri due nelle case Pietrapiana, e Stefenelli a s. Maria. Durante il<br />

loro arresto era rigorosamente ad essi vietato lo scrivere in qualsiasi modo.<br />

17 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 17 nella Fiera presso le porte di s. Croce furono fucilati due contadini di Segonzano per esser<br />

stati ritrovati dai francesi ne' contorni di Civezzano colle armi in mano. Furono assistiti da tre<br />

sacerdoti.<br />

In questo medesimo giorno giunsero da Roveredo alcuni battaglioni italiani e francesi. Non<br />

bastando le caserme, molti di essi furono collocati nelle chiese della Morte, dell'Annunciata, del<br />

Carmine, del Suffragio, e di s. Maria Maddalena.<br />

Questo commissario generale Conte Welsperg mandò alla luce un avvertimento ai popoli del<br />

Circolo all'Adige datato il dì 17 corrente, in cui prendendo motivo dalla morte seguita de' due<br />

contadini sopraddetti, inculca seriamente la fedeltà ed ubbidienza al sovrano, la tranquillità nelle<br />

presenti circostanze, e coll'esposizione de' mali gravissimi, che sovrasterebbero, procura di<br />

allontanarli dal pensiero d'impugnare le armi in favore della Casa d'Austria, che chiama nemica<br />

del re di Baviera, e in conseguente di ognuno de' suoi sudditi. Ma fu fatto inutilmente, come si<br />

vedrà di sotto.<br />

159 *Beauharnais.<br />

135


Ne' seguenti giorni nelle vicinanze di Trento specialmente verso Lavis, e in Bus di Vela vi<br />

furono delle picciole scaramucce; i francesi vi perdettero molta gente, e gli austriaci che di tratto<br />

in tratto s'ingrossavano, si andavano disponendo ad occupare la città di Trento. I francesi nel<br />

giorno 20 bruciarono il nuovo e bel ponte di Lavis, che costò nella sua costruzione più di 20.000<br />

fiorini. In questo frattempo i tirolesi italiani emulando lo spirito de' tirolesi tedeschi, formarono<br />

in brevissimo tempo, dietro l'insinuazione degli austriaci, diretto a' tirolesi sempre ben affetti<br />

all'Austria delle numerose compagnie di volontari, i quali con un nuovo ed incredibile ardore<br />

accorsero da ogni parte a combattere contro i nemici dell'Austria e del Tirolo. Molte comuni si<br />

sollevarono in massa, tra le quali meritano di essere distintamente nominate quelle di Val di<br />

Non, Val di Fiemme, Giudicarie. Fu tale l'ardore del popolo, che in diversi villaggi non rimasero<br />

che le donne ed i vecchi; gli altri si portarono alle armi. I capi di queste compagnie e della<br />

massa furono in Val di Non i signori Conti Giovanni d'Arsio di Revò, Giovanni e Luigi Conti<br />

Spaur di castel Valer, e Giovanni barone di Clesio di Cles. Il capitanio della compagnia de'<br />

volontari di Cles composta di 130 uomini, fu il sig. Giuseppe Lorenzoni, il cappellano don<br />

Tommaso Carneri. Similmente negli altri distretti l'alarme fu universale ed i signori di<br />

distinzione si recarono ad onore il mettersi alla testa degli armati.<br />

NB. La colonna austriaca destinata per il Tirolo forte di 20.000 uomini incirca sotto la condotta<br />

del sig. marchese tenente maresciallo Chasteler fiammingo, incominciò a penetrare in questa<br />

provincia li 9 del corrente. Prima di tal giorno l'ardore della sollevazione era penetratto negli<br />

spiriti de' tirolesi tedeschi stancati dalle tanto fatali innovazioni religiose eseguite rapidamente<br />

dalla Baviera, diedero essi delle forti battaglie ai soldati bavari, li sconfissero totalmente, ed<br />

occuparono in seguito la capitale del Tirolo unitamente a un corpo di truppa austriaca. In questa<br />

città saccheggiarono alcune famiglie sospette nelle massime ed odiose per le cariche sostenute<br />

sotto il primiero governo; ma la maggior vendetta de' contadini sdegnati cadde sopra gli ebrei,<br />

che furono intieramente spogliati perché comperarono li sagri arredi delle chiese e monasteri<br />

spogliati. In seguito li suddetti tirolesi fiancheggiati dall'armata imperial regia diretti da un oste<br />

del Pasayer 160 Andrea Hofer detto Sandwirth oste della gabbia, sopranominato il Barbone per la<br />

lunga barba che porta, il quale fu dall'Austria dichiarato generale, si avvanzarono verso<br />

Bolgiano, ed indi unita avendo la gente sollevata del tratto atesino si disposero per calare nel<br />

Tirolo italiano.<br />

22 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 22 di mattina alle ore cinque incirca incominciarono li francesi esistenti a Trento al N° di<br />

circa 7.000 sotto la condotta del generale Baraguai d'Hilliers prepararsi alla ritirata, scorgendo<br />

di non potersi più lungamente sostenere, e soprattutto temendo di venire impediti nel passaggio<br />

in Italia dalla numerosa colonna austriaca, condotta dall'Arciduca Giovanni, che dalla parte del<br />

Tagliamento s'avvicinava alla Piave. Alla suddetta ora pertanto istradarono la grossa artiglieria<br />

verso Roveredo. Verso le otto si viddero sul ponte della Fersina sfillare pure li soldati a quella<br />

volta in un coll'abbondante cavalleria. Dicesi che il francese generale pria di partire abbia<br />

richiesti alla città 30.000 fiorini ma non poté conseguir nulla.<br />

Per impedire alle truppe imperiali e massa tirolese situate di là dell'Adige il passaggio di questo<br />

fiume fece abbruggiare la mattina dello stesso giorno verso le ore cinque il ponte di s. Lorenzo<br />

provisionalmente sostituito a quello, che fu incenerito nell'anno 1797. Alle ore una e mezza<br />

circa le truppe imperiali austriache entrarono trionfalmente in Trento salutate con replicati<br />

cordiali evviva. Giunse pure una gran parte de' sollevati tedeschi ed italiani.<br />

23 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 23 aprile arrivò in Trento alle ore tre del dopo pranzo sua ecc.za il sig. tenente maresciallo<br />

marchese Chasteler comandante dell'ottavo copro d'armata, con un considerevole corpo di<br />

truppa a piedi ed a cavallo, sotto il suono di tutte le campane della città. I contadini in massa<br />

arrivati in Trento ieri, ed oggidì italiani e tedeschi sorpassarono il numero di 20.000. Vi si<br />

160 *Valle Passiria.<br />

136


trovava alla testa de' tedeschi contadini il celebre Andrea Hofer Sandwirth. Egli era un vero<br />

spettacolo il vedere raccolta in città tanta gente tutta egualmente animata dallo stesso fervore di<br />

liberare la patria dai nemici della religione e del buon ordine. Da tutte le nostre montagne<br />

calavano per inseguire i francesi numerose schiere di contadini armati di schioppi, di scurri, di<br />

aste e perfino di grossi bastoni. La sola città di Trento e Roveredo se ne rimasero tranquille,<br />

assoggettandosi la gravoso mantenimento de' numerosi armati.<br />

24 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 24 il sig. tenente maresciallo colla truppa regolata, ed una buona parte de' contadini s'instradò<br />

di buon ora verso Volano, nel qual luogo seguì un aspro combattimento co' francesi appostativi<br />

in quelle vantaggiose alture. Gl'imperiali vi lasciarono molti morti distesi per terra dal cannone<br />

nemico, che incessantemente faceva un orribile fuoco sopra gl'austriaci accampati nella pianura.<br />

Ma finalmente discacciato il nemico dalle sue eminenze fu costretto a ritirarsi precipitosamente<br />

con considerevole perdita. Fu inseguito sino a Peri, ove il Chasteler ebbe l'ordine pressante di<br />

ritirarsi per il Tirolo andando in soccorso dell'armata dell'Arciduca Carlo battuta nella sua ala<br />

sinistra.<br />

Li 24 sua ecc.za il sig. tenente maresciallo a senso degli ordini ricevuti dalla Corte imperiale<br />

costituì un comitato chiamato dell'annona per il Tirolo meridionale, composto di un presidente a<br />

4 in 5 consiglieri. In presidente fui collocato il Conte Giuseppe di Thunn, i consiglieri sono il<br />

Conte Andrea Salvotti, il Conte Simone Consolati, il sig. Gio. Claudio Ciani ed il sig. mercante<br />

Ronchi ecc. Il Conte Giuseppe però, trascorsi pochi giorni chiese ed ottenne la sua dimissione e<br />

subentrò caldamente pressato il Conte Arbogasto di lui fratello. La principale ispezione di<br />

codesto comitato si è la provvigione del militare.<br />

Il sig. barone Hermayer d'Innsprugg fu interinalmente deputato intendente del Tirolo ed il sig.<br />

Carlo de Menz di Bolzano sottintendente.<br />

Li signori uffiziali e membri della Guardia civica di Trento ebbero il disonore di vedersi nella<br />

pubblica piazza a vista del copro d'armata per ordine espresso del marchese di Chasteler<br />

disarmare e totalmente congedare. Questo si fu il motivo principale, per cui alcuni individui si<br />

disgustarono in tal maniera cogli austriaci, che meditarono di fuggire nel regno d'Italia, e di<br />

vendicare a tempo opportuno l'onta ricevuta, come vedremo in seguito.<br />

25 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 25 il sig. Conte di Welsperg pria commissario generale del Circolo all'Adige fu condotto<br />

sotto scorta a Bressanone, ove furono pure tradotti il sig. Graff di Bolgiano salvato dal furore<br />

del popolo, che lo volea massacrare, e tre professori d'Innsprugg il Bertoldi ed Albertini di Brez<br />

ed il Spechenhauser; questi dovevano ivi esser sottoposti ad un giudicato, ma vennero in seguito<br />

trasportati in Carinzia ecc. Altri impiegati bavari ebbero la medesima sorte, ma io non li tengo<br />

presenti alla memoria per poterli notare. Il giovane Albertini però fu dimesso e rimandato ad<br />

Innsprugg.<br />

Li 4 sacerdoti meranesi furono ricondotti dai contadini tedeschi trionfalmente in Merano ove<br />

entrarono processionalmente accompagnati dal clero e da una immensa quantità di popolo, il<br />

quale prorompeva in trasporti di vivissima gioia sul ritorno de' virtuosi e costanti sacerdoti nel<br />

seno della loro greggia.<br />

Nel medesimo giorno 25 la direzione dell'ospitale militare collocato in s. Chiara, chiese al<br />

convento di s. Bernardino due cappellani tedeschi per soccorso de' feriti ed infermi ascendenti al<br />

N° di 315 incirca. Non essendovi in tal tempo nel convento che il P. Giampio 161 , ed io fra<br />

Vincenzo Maria conoscenti del linguaggio tedesco, quindi accordò il rev.mo Offizio al P.<br />

Giampio la liberazione dalla sospensione incorsa pria di un anno e mezzo per ragione di una<br />

lettera piccante scritta al Vicario generale Spaur, ed a me la facoltà di confessare sebbene non<br />

esaminato né patentato.<br />

161 *Dellagiacoma.<br />

137


Nel medesimo giorno 25 fummo onorati di una visita di sua altezza rev.ma mons. Francesco<br />

Saverio de' Conti di Salm principe e vescovo di Gurck venuto in Trento col Corpo de' volontari<br />

della Carinzia. Egli è un Prelato di 60 anni incirca virtuoso e zelante, ed elemosiniero. Non ebbe<br />

a schiffo di visitare più volte l'ospitale e di prostrarsi per terra sulla paglia per udire le<br />

confessioni di parecchi soldati. Ci graziò anche un'altra volta della sua presenza in Convento.<br />

Fece un regalo di 24 troni ai due cappellani per provisione di qualche capo necessario. Dopo tre<br />

o quattro giorni di dimora in Trento ripigliò la strada di Germania.<br />

30 aprile <strong>1809</strong><br />

Li 30,giorno di domenica in sequela di un ordine dell'intendente del Tirolo all'Ufficio di<br />

Civezzano si riportò solennissimamente la miracolosa immagine della Madonna di Caravaggio<br />

dalla chiesa di Civezzano ala chiesa di Montagnaga di Piné. Vi furono presenti tre parrochi, un<br />

clero assai numeroso, ed una folla grandissima di popolo ebbro di allegrezza allo scorgere il<br />

trionfo di quella veneratissima immagine villanamente rapita per ordine del regio bavaro<br />

governo del Tirolo. Era incombenzato il sig. Panfilo Resmini ora consigliere d'appello di farne<br />

la consegna in Montagnaga, giacché egli stesso, in qualità di giudice distrettuale portata l'avea a<br />

Civezzano, ma egli si scusò col pretesto della debile sua salute.<br />

Maggio <strong>1809</strong><br />

Ne' primi giorni di questo mese ritornano in Trento gli austriaci, i quali si ritirano per<br />

raggiugnere l'armata imperiale ritiratasi.<br />

2 maggio <strong>1809</strong><br />

Li 2 si celebrò in Roveredo il Capitolo provinciale. Ecco le tavole delle famiglie:<br />

Convento di Trento<br />

<strong>Provincia</strong>le il P.M. R. Giuseppe Antonio<br />

Dusini di Cles<br />

Segretario P. Filippo Panizza da<br />

Mezzotedesco Custode<br />

Compagno Fra Masseo Gozzaldi di Denno<br />

Guardiano P. Davide Degara di Tiarno<br />

Vicario P. Daniele Arnoldi di Denno<br />

P. Agostino Rigotti di Vigo<br />

P. Pietropaolo Montibeller di Roncegno<br />

definitore<br />

P. Benedetto Paluselli da Ziano lettore<br />

teologia<br />

P. Michelangelo Lorenzi di Roveredo<br />

confessore<br />

P. Giacomantonio Fezzi dal Borgo<br />

P. Celestino Gamba di Roveredo<br />

P. Giampio Dellagiacoma di Moena<br />

P. Vincenzo Maria Keller di Cles<br />

P. Carlantonio Pisetta d'Albiano studente<br />

P. Gio. Pietro Festi di Noarna studente<br />

P. Antonio Maria Chiusole di Roveredo<br />

studente<br />

F. Giordano Beozzo di Aldeno studente<br />

F. Albano Gentili di Vezzano studente<br />

F. Adalprete Boschetti di Roveredo studente<br />

138<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Vigilio Scalfidi Fondo<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong> di Volano<br />

P. Pietro Regalato Bombarda di Cares<br />

definitore<br />

P. Paolo Marinelli da Bresimo seniore della<br />

<strong>Provincia</strong><br />

P. Ciriaco Battocchi di Lazise<br />

P. Candido Cerana dai Ragoli<br />

F. Ambrogio di Sover studente<br />

F. Martirio di Dro studente<br />

F. Alessandro Gozzaldi di Denno chierico<br />

studente<br />

Fratelli<br />

F. Gervasio Tonina da Vigolo Baselga<br />

F. Prospero Parisotto da Telve<br />

F. Fedele Eccher da Castagnedo<br />

F. Teofilo Rosa da Legos<br />

F. Leonardo Piaz da Tesero Terziario<br />

F. Marcello Adami da Vigne Terziario


Fratelli<br />

F. Leone Gislimberti da Terlago capo<br />

infermeria<br />

F. Vincenzo Tommasi da Sfruzzo sarte<br />

F. Serafino Berti da Cavedine portinaio<br />

F. Lorenzo Gennari da Orzano sacrestano<br />

F. Pietro Gretter da Castagneto infermiere<br />

F. Nazario Battisti da Portolo cercatore<br />

F. Ilarione Bolzanini da Verla infermiere<br />

F. Giulio da Vignola cuoco<br />

Nell'infermeria<br />

P. Ignazio Malfatti di Trento<br />

P. Cipriano Arnoldi di Tuenno<br />

P. Gaodenzo Baiti di Trento<br />

P. Tommaso Degara di Tiarno<br />

F. Benigno Tenaglia di Spormaggiore<br />

F. Mattia Cappelletti di Trento<br />

F. Costantino Iori di Mezzolombardo<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Gianantonio Dellagiacoma da<br />

Moena<br />

Vicario P. Emmanuele Pasini di Riva<br />

P. Giangiacomo Degara di Tiarno<br />

P. Simon Pietro Clementi di Verla<br />

P. Innocenzo Gennari di Orzano<br />

P. Anacleto Biasi di Casezzo<br />

P. Giuseppe Pastorini di Primiero<br />

P. Arcangelo Maria Tabarelli di Tassullo<br />

F. Apollinaro Zorzi di Ziano cherico<br />

P. Francesco Saverio Lazari<br />

Fratelli<br />

F. Giosafatte Quaresima di Tuenno<br />

F. Pasquale Gremes di Centa<br />

F. Felice Veronesi di Covelo<br />

F. Mansueto Giacomozzi di Segonzano<br />

Terziario<br />

F. Domenico Facchini di Mala Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Gasparo Bottesi da Campo<br />

Vicario P. Amando Veronesi da Covelo<br />

139<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Gregorio Fatarsi di Caldes<br />

Vicario P. Sisinnio Maria Ziller di s. Zeno<br />

P. Giacinto Lunelli di Torchio<br />

P. Ilario Casagrande dai Bampi<br />

P. Niccolò Campi di Cles<br />

P. Leonardo Tonini di Sover<br />

P. Alberto Mazzini di Civezzano<br />

P. Urbano Ciola di Centa, poi prete<br />

P. Francesco Antonio Martini di Pradazzo<br />

Fratelli<br />

F. Luca Miclet di Terres<br />

F. Raimondo Salvaterra di Revò<br />

F. Pacifico Tommasini di Valfloriana<br />

F. Claudiano Fontanari di Serso<br />

F. Agnello Degiampietro di Cavalese<br />

F. Feliciano Riolfatti da Panchiato<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Lorenzo Zini di Cavareno<br />

Vicario P. Gio. Damasceno Tonina di Vigol


P. Bernardino Dematio da Carano lettore<br />

teologia<br />

P. Isidoro Marzani da Villa<br />

P. Geremia Pola dal Borgo<br />

P. Giuseppandrea Fumanelli di Ala<br />

P. Maorizio Piva di Castagnedo<br />

P. Basilio Degasperi di Caldonazzo, poi<br />

prete secoloare<br />

P. Bernardo Bernardi dalla Zambana<br />

F. Gioachino di Vigolo cherico studente<br />

F. Vettore di Taio cherico studente<br />

F. Federico di Sfruz cherico studente<br />

Fratelli<br />

F. Santo Biasi di Sfruz<br />

F. Donato Passerini di Vigne<br />

F. Gaetano Bernabé di Viarago<br />

F. Rocco Wassermann di Pergine<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Vittantonio Keller di Cles<br />

Vicario P. Francesco Maria Defrancesco di<br />

Panchiato<br />

P. Prosdocimo Iellici di Cavalese definitore<br />

P. Accursio Aliprandini di Preghena<br />

P. Stefano Biasi di Sfruz<br />

P. ClementeManica di Trento, poi prete<br />

secolare<br />

P. Casimiro Gerio di Pergine<br />

Fratelli<br />

F. Giacomo di Cavedine<br />

F. Michele Carlini di Viarago<br />

F. Martino Motter da Tenna<br />

F. Giannandrea da Sardagna Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Giuseppe Maria Dellagiacoma<br />

di Moena<br />

Vicario P. Eusebio Grisenti di Piné<br />

P. Gerardo Ravanelli d'Albiano<br />

P. Venceslao Boninsegna di Predazzo<br />

P. Giorgio Meneguzzer di Cles<br />

P. Lodovico Sommavilla di Moena<br />

P. Ferdinando Paoli di Pergine<br />

P. Gianfrancesco Dellagiacoma di Moena<br />

140<br />

Baselga<br />

P. Mariano Pancheri di Bordiana<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa di Canzolino<br />

P. Romedio Keller di Cles<br />

P. Carlo Felice Pancheri di Baselga<br />

P. Giambattista di Bedol<br />

P. Antonio Cadrobbi di Piné<br />

P. Crescenzio Sbetta dal Borgo<br />

Fratelli<br />

F. Bortolommeo Vanzo di Cavalese<br />

F. Modesto di Lasino<br />

F. Benvenuto Fruet di Vignola<br />

F. Giovanni di Cavedine<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Cirillo Dusini di Cles<br />

Vicario P. Bonaventura Lorengo di Caldes<br />

P. Patrizio Tonina di Vigol Baselga definitore<br />

P. Ubaldo Bertolini di Vermiglio<br />

P. Raffaele Bianchi di Lardar<br />

P. Ippolito Biasi di Sfruz<br />

P. Pier d'Alcantara Delai di Meano, poi prete<br />

secolare<br />

P. (Francesco) Saverio Lazari da Tenna,<br />

poi prete secolare<br />

Fratelli<br />

F. Biaggio Ferrari di Poia<br />

F. Marco Brunelli di Ranc (Rango)<br />

F. Diego Frasnelli di Molar<br />

F. Abbondio Lutterotti di Dro


Fratelli<br />

F. Silverio Cramerotti di Villa<br />

F. Maoro Gottardi di Seregnano<br />

F. Massenzo Dallapè di Cavedine<br />

F. Gian Maria Montagnoli Terziario<br />

4 maggio <strong>1809</strong><br />

Li 4 attesa la certa notizia che un Corpo francese forte di 3 in 4 milla uomini s'avvicinava a<br />

Trento dalla parte di Roveredo, la picciola guarnigione di Trento s'appigliò tantosto al partito di<br />

ritirarsi, come infatti eseguì con buon ordine sotto la condotta del sig. tenente colonnello Conte<br />

di Leiningen, il quale con sorprendente coraggio aspettò in tale vicinanza il nemico, che sul<br />

ponte della Fersina rimase leggermente ferito in una spalla da una palla di fucile. Indi ritiratosi<br />

egli pure colla sola scorta di due dragoni a cavallo fece chiudere con forte catenaccio la porta di<br />

s. Croce. Comparvero sul momento i francesi condotti dal generale italiano Rusca; s'avviano<br />

alla porta della città e trovandola chiusa sparano il cannone e rompono il catenaccio con una<br />

granata di obizzo 162 , la quale spalancò incontinente la porta. La poca cavalleria insegue gli<br />

austriaci e ne fa parecchi prigionieri di guerra, ma riesce al Conte Leiningen di scappare dalle<br />

mani del nemico, preservato mirabilmente dal fuoco, che faceva sopra di lui. I francesi erano<br />

forti di 40.000 uomini; aveano 6 in 7 pezzi di cannone. Giunsero in città alle cinque incirca della<br />

sera, e sul momento distribuirono i loro picchetti. Spacciarono il bollettino della famosa vittoria<br />

riportata da Napoleone presso Ratisbona, e ne fecero fare un ristampa in Trento. La notte<br />

seguente partirono quietamente alla volta del Borgo, e calare quindi a Bassano, ed altri a Feltre.<br />

5 maggio <strong>1809</strong><br />

Li 5 ritornano in città pochi austriaci sotto la condotta del Leiningen, il quale essendo adirato<br />

contro li trentini minacciava il saccheggio per motivo di certi ostacoli accidentalmente opposti<br />

nella contrada di s. Martino alla di lui ritirata; ma una deputazione della città composta dal<br />

Conte Arbogasto Thunn e di tre altri graditi soggetti lo convinse dell'innocenza della città, e<br />

placò in maniera, ch'entrato pubblicò in istampa la sua soddisfazione e contento per il contegno<br />

usato dalla città. Ritornarono pure in Trento diversi corpi di Massa e specialmente tedeschi ed<br />

austriaci; contro di questi ultimi sparlarono moltissimi trentini, benché in sostanza<br />

immeritamente. Si ha saputo, che i francesi chiesero ed ottennero dai borghiggiani qualche<br />

centinaio di fiorini in contante e secoloro condussero in ostaggio alcuni de' principali signori del<br />

paese, i quali in seguito collo sborso di notabile quantità di danaro furono rilasciati.<br />

Gli austriaci vedendosi padroni della città, pensarono a fortificarla specialmente nel castello. Si<br />

fecero quindi de' buchi nelle muraglie della piazza detta dei Leoni verso la strada di Pergine, per<br />

collocarvi li cannoni; si fornì di vettovaglie e si postarono due cannoni sulla vecchia torre ecc.<br />

8-10 maggio <strong>1809</strong><br />

Gli 8, 9 e 10 giorni delle Rogazioni non si fece la processione alle solite stazioni per il bisbiglio<br />

cagionato in città dalla grande moltitudine de' contadini armati.<br />

15 maggio <strong>1809</strong><br />

Li 15 il P. <strong>Provincia</strong>le ricevette dalla Curia ecclesiastica l'ordine seguente:<br />

Nos Ioan. Franciscus Comes de Spaur Dominus Flavoni, Valer, Fay et Zambanae, archidiaconus<br />

ac Canonicus huius ecclesiae cathedralis et in spiritualibus Vicarius generalis Tridenti.<br />

Admodum Rev. Pater<br />

Iuxta clementissimum mandatum imperialis regiae commissionis aulicae datum die 28 huius,<br />

hodie huic Ordinariatui communicatum cessant omnes leges ecclesiasticae publicatae a regio<br />

bavarico regimine, et sacrae functiones eo ipso ordine habendae sunt, quo in Tyroli ante<br />

regiminis mutationem anno 1805 habebantur.<br />

162 *Obice.<br />

141


Quod pro exacta executione clero subiecto quamprimum notum facias. In quorum etc.<br />

Datum Tridenti die 29 aprilis <strong>1809</strong>.<br />

Ioan. Franc. Comes Spaur canonicus archidiaconus et Vicarius generalis.<br />

Al P. <strong>Provincia</strong>le de' Riformati P. J. Cloch cancellarius.<br />

NB. Le notizie di guerra giunte in questo mese dalla Germania per mezzo de' bullettini, giacché<br />

dal giorno 16 sin dopo la metà del giugno seguente non si distribuiscono Gazzette, si veggano<br />

inserite nella raccolta delle Gazzette di quest'anno.<br />

1 giugno <strong>1809</strong><br />

Il primo solennità del Corpus Domini si fece in Trento la processione, alla quale intervennero i<br />

Regolari, (eccettuati gli Agostiniani), le Confraternite in copro, e tutte le autorità costituite. Vi si<br />

fecero da pochi soldati, che accompagnarono l'Augustissimo Sagramento tre salve di fucile.<br />

Non si andò colla processione per la contrada tedesca, né lungo il castello, avendolo proibito il<br />

comandante austriaco Conte Leiningen.<br />

4 giugno<strong>1809</strong><br />

Li 4 si presentarono al ponte della Fersina provenienti da Roveredo 1200 in circa francesi con<br />

un cannone ed un obizzo sotto la direzione del colonnello Olivier corso; dimandarono tantosto<br />

per mezzo di un parlamentario spedito in castello al Conte Leiningen la resa della Piazza, ma fu<br />

loro risposto con una rotonda negativa. Erano già chiuse tutte le porte, la Porta Nuova si difese<br />

con un buon muro e la Porta di s. Croce colla gratta di ferro calata. I francesi si fermarono tutto<br />

il giorno, nel quale diressero in città poche palle di cannone ed alcune granate, ma senza danno.<br />

La sera medesima i francesi presero la strada di Roveredo re infecta.<br />

7 giugno <strong>1809</strong><br />

Li 7 di mattina ritornarono i medesimi francesi nulla intimoriti dall'esito infelice del primiero<br />

loro tentativo. I due pezzi della grossa artiglieria li collocarono alla testa del ponte, distribuirono<br />

nelle vicine eminenze de' numerosi picchetti. Alle ore 8 della medesima mattina tentarono<br />

d'impadronirsi della città per assalto. Fecero sopra la città un vivissimo fuoco coll'obizzo, di cui<br />

molte granate reali si spaccarono nelle contrade con gran timore de' poveri cittadini, che<br />

vedevano grandemente minacciate le loro case e le loro persone; una di queste granate pesante<br />

fra le 20 e 30 libbre piccole colpì la cuppola di s. Vigilio della cattedrale passando da parte a<br />

parte il coperto di rame. Trasportarono inoltre i francesi il cannone sino al filatorio della città.<br />

Un distaccamento di circa 200 soldati si avvicinava alla porta di s. Croce, allorquando i bravi<br />

Maoni postati sulle mura e difesi dai merli di pietra, respinsero col fuoco del fucile ben diretto<br />

tutt'i francesi spaventati dal numero consistente de' morti e feriti che venivano di momento in<br />

momento colpiti dagli austriaci. Anche i due cannoni collocati in castello corrisposero con gran<br />

fracasso al cannone nemico. Alcuni francesi s'accinsero a rompere le porte del magazzino della<br />

città per entrarvi da quella parte, ma calati dalle mura i Maoni li fecero sul momento prigionieri.<br />

Disperando pertanto di ottenere la città, si posero in ritirata, tantopiù a ciò fare stimolati, quanto<br />

che vedevano il loro cannone reso ormai inoperoso per la fuga de' cannonieri, e l'uccisione de'<br />

cavalli di attiraglio; nel ritirarsi però vi rimasero alcuni morti ed altri feriti, e fra questi ultimi il<br />

tenente il quale era alla testa.<br />

Nella notte seguente alle ore una e mezza fece il nemico tre o quattro scariche dell'obizzo<br />

dirigendo nella città le granate infuocate con straordinario spavento de' cittadini.<br />

8 giugno <strong>1809</strong><br />

Gli 8 il nemico non si mosse dalla sua posizione, mandò in città alcune granate, ed un<br />

parlamentario per indurre il Conte Leiningen alla resa della Piazza, ma non poté ottenere nulla.<br />

Spedì pure di soppiatto al Magistrato civico per stimolarlo ad armare contro il comandante<br />

austriaco i cittadini, per obbligarlo in tal maniera alla resa del castello e della città; ma il<br />

142


Magistrato rispose ch'egli era pronto a soffrire piuttosto tutte le rovine di un bombardamento,<br />

che d'impugnare le armi contro le truppe austriache.<br />

9 giugno <strong>1809</strong><br />

Li 9 fu il giorno fortunato che librò la città dagli affanni ed orrori dell'assedio. Accorsa in aiuto<br />

della città la milizia tirolese composta de' contadini di Caldaro, Bolzano, Egna, Salorno ecc.<br />

diede alle cinque del mattino l'attacco ai francesi nelle vicinanze di Lavis, e li rovesciò su tutt'i<br />

punti. Indi la suddetta milizia s'avvanzò fiancheggiata dalla truppa austriaca verso la città,<br />

prendendo la via di Martignano, Cognola ecc. I francesi esistenti in quelle vantaggiose posizioni<br />

si videro obbligati a ritirarsi non potendo resistere nell'incessante fuoco della milizia tirolese.<br />

Alla Croce delle Laste rimase ferito in una coscia il capitano italiano, in allora si arrese agli<br />

austriaci tutta quella compagnia. I francesi ne rispedirono un'altra, ma questa atterrita dal<br />

cannone del castello, minacciata nella sua ritirata dai Maoni o soldati del reggimento Hohenlohe<br />

Bartenstein usciti dal castello, ed investita gagliardamente dai volontari tirolesi, si ritirò in tutta<br />

fretta rompendo la porta superiore della nostra clausura, e calando dal nostro monticello uscì per<br />

la via del convento, vallicò il torrente Fersina e si unì col restante del Corpo, che si ritirava. Gli<br />

astraici però inseguirono li fuggitivi sino all'eminenza superiore del nostro monte da dove fecero<br />

un gran fuoco sopra li francesi che passavano il torrente; ma non si sa che loro abbiano recato<br />

danno alcuno; i francesi bensì con un cannone appostato presso le mura della Fersina uccisero<br />

un soldato polacco, il quale incautamente nella suddetta eminenza si espose troppo al nemico.<br />

Due altri rimasero leggermente feriti dalla medesima palla. Il morto cattolico fu sepolto in poca<br />

distanza dal luogo della morte senza cerimonie di sorta. Il nemico pertanto minacciato da tutte le<br />

parti fuggì in tutta fretta, che non si fermò nemmeno in Roveredo, ove non poté secondo il piano<br />

fatto dagli austriaci venir tagliato fuori. La notizia di questi fatti pubblicata colla Gazzetta N° 40<br />

e 48 dice, che la perdita dell'inimico dal giorno 6 sino al giorno 9 si può far consistere tra morti,<br />

feriti e prigionieri in 700 uomini circa; questo numero sembra un poco esaggerato. Degli<br />

austriaci ne restarono pochissimi; due di Caldaro rimasero morti sul campo e due o tre feriti.<br />

NB. Verso gli ultimi giorni di maggio partirono alla volta di Verona disgustati dagli austriaci li<br />

due fratelli Girolamo e Domenico Conti Malfatti, li due fratelli Kuen di Belaggio 163 cioè il<br />

canonico suddiacono ed un secolare, il sig. Cristoforo figlio del ex consigliere Angeli, ed alcuni<br />

impiegati bavari. Dicesi per cosa certa, che questi invitassero gli francesi a recarsi a Trento, ed<br />

in fatti li trentini emigrati accompagnarono sin alla Fersina la colonna francese del Levier, e ivi<br />

si fermarono sulla speranza di entrare quanto prima in città, ove meditavano delle vendette<br />

contro alcune illustri famiglie più geniali degli austriaci. Ma tutta la vendetta scoppiò<br />

giustamente sopra di loro, mentre dovettero precipitosamente salvarsi nel regno d'Italia, ed al<br />

Conte Girolamo Malfatti appena riuscì d'involarsi alle mani de' giudicariesi condotti dal<br />

capitanio dal Ponte nelle vicinanze di Roveredo. Il tenente colonnello Leiningen privò i suddetti<br />

Conti Malfatti, almeno il primogenito come più reo dell'amministrazione, ed in seguito credesi,<br />

che verranno esemplarmente castigati. I due offiziali francesi feriti sono alimentati nello spedale<br />

a spese Malfatti; e così pure i mobili del loro appartamento furono levati dalla casa Malfatti.<br />

NB. 2. Il primo del corrente il Conte Leiningen si portò con alcuni Maoni, e poca truppa di linea<br />

in Bassano senz'incontrare ostacolo di sorta. Entrando però nella città vide uccidersi sul cavallo<br />

un capitanio di cavalleria. Ivi saccheggiò la casa del prefetto scoperto reo di segreta<br />

corrispondenza con un uffiziale della posta di Trento. Fece inoltre un bottino di circa 60.000<br />

fiorini e ritornò in Trento alle ore 10 del giorno 4 nel tempo medesimo, in cui li francesi presero<br />

la posizione della Fersina.<br />

Alcuni Maoni fecero altresì una scorreria in Verona, ove rimasero prigionieri di guerra alcuni<br />

gendarmi del regno.<br />

I francesi pure sbuccarono da diverse parti nel Tirolo, cioè da s. Giovanni a Swatz, ove uniti ai<br />

bavari, e wirtemberghesi devastarono ed abbruggiarono diversi paesi, e commisero atrocità da<br />

far inorridire, ma furono scacciati dai prodi tirolesi; in Giudicaria comparve una parte della<br />

163 *Belasio.<br />

143


guarnigione della Rocca di Anfo, in Val di Sole da Ponte di Legno, in Valsugana da Bassano,<br />

ma dovunque furono obbligati a ritirarsi.<br />

11 giugno <strong>1809</strong><br />

Gli 11 si divulgò in Trento la nuova del ritorno de' francesi dalla parte di Roveredo. I cittadini<br />

colpiti dal timore di un nuovo assedio si diedero in preda la più grande sbigottimento; alcuni<br />

signori, tra' quali l'ex cancelliere Barbacovi si ritirarono nel nostro convento, e parecchie illustri<br />

famiglie abbandonarono la città. Il nemico realmente si avvanzò sino a Calliano, ed i posti<br />

avvanzati giunsero a Mattarello, ma ritrovandosi troppo indebolito e temendo un altro rovescio,<br />

si ritirò nuovamente a Verona.<br />

In Trento si continua la fortificazione; alle porte dell'Aquila si ergono de' fortini per la difesa de'<br />

fucillieri. Sopra la porta di s. Croce si fabbrica un solaio per appostarvi il cannone.<br />

NB. Nel breve assedio di Trento il nemico mandò in città60 palle di obizzo, le quali per mirabile<br />

provvidenza di Dio Signor nostro, e per l'intercessione de' santi protettori non cagionarono<br />

danno notabile. Alcune si spezzarono nelle case e molte nelle contrade, ove si ritrovava della<br />

gente, e pure niuno fu nemmeno leggermente ferito.<br />

Nel corrente mese l'imperial regio comitato di sussistenza aprì tre imprestiti forzati nella città di<br />

Trento per li bisogno dell'imperial regia guarnigione. Furono tassati a norma delle facoltà li<br />

possidenti e mercanti.<br />

23 giugno <strong>1809</strong><br />

Li 23 si stampò In Trento per ordine del sig. Carlo de Menz sotto intendente in Tirolo l'ordine<br />

sovrano di organizzare le compagnie della milizia tirolese per la difesa della patria. Tutti quelli<br />

si debbono esercitare, i quali oltrepassano li anni 16 e non sono più avvanzati di anni 45<br />

eccettuati rimangono il clero e gl'impiegati.<br />

15 luglio <strong>1809</strong><br />

Il monastero delle Madri Clarisse di Trento soppresso dal re di Baviera fu dichiarato sussistente<br />

per parte di sua maestà imperiale regia Francesco secondo con un dispaccio inviato per ordine<br />

dell'intendente barone di Hormayer da questo commissario generale al suddetto convento in<br />

data dei 15 luglio.<br />

29 luglio <strong>1809</strong><br />

LI 29 si rese noto colla stampa di Trento un armistizio conchiuso tra la Francia e l'Austria in<br />

forza del quale devono le truppe austriache evacuare il Tirolo. Il sig. Conte Cristiano de<br />

Leiningen comandante nel Tirolo italiano si ritirò effettivamente da Trento il primo di agosto<br />

2 agosto <strong>1809</strong><br />

La mattina dei 2 entrarono 600 francesi circa in Trento e presero possesso della città in nome di<br />

sua maestà il re di Baviera. Pubblicarono un proclama del generale di divisione Fiorella in cui si<br />

comandava di consegnare le armi promettendosi per altro pace e perdono. Si cantò nella<br />

cattedrale un solenne Te Deum ordinato dai francesi in ringraziamento delle vittorie di<br />

Napoleone.<br />

I contadini del Tirolo tedesco non si lasciarono intimorire dalle disgrazie sofferte dall'Austria, e<br />

dal conchiuso armistizio, ma tutti uniti di animo deliberarono morire piuttosto che cedere ai<br />

francesi e bavari la loro patria; quindi armati di coraggio e di fiducia nel braccio<br />

dell'Onnipotente procederono sotto il comando del celebre Andrea Hofer detto il Barbone<br />

contro il Duca di Danzica maresciallo francese Lefevre, il quale con un corpo di 20.000 uomini<br />

era già arrivato in Innsprugg avvanzandosi colla sua vanguardia sino al Monte Brenner. I nemici<br />

furono sbaragliati, molti rimasero sul campo, 2.000 circa si resero prigionieri, e gli altri<br />

abbandonarono precipitosamente il Tirolo.<br />

144


16 agosto <strong>1809</strong><br />

Li 16 agosto si avvicinarono alla città di Trento alcune compagnie di armati di Fiemme,<br />

Cembra, Pergine ecc. e la circondarono in forma di assedio, essendo per altro sproveduti di<br />

cannoni e molto mancanti in munizioni. Questi contadini in numero di 1.000 circa, si<br />

dimostrarono timidi in sommo grado poiché a vista di pochi francesi sortiti dalla città si diedero<br />

replicatamente ad una fuga precipitosa.<br />

21 agosto <strong>1809</strong><br />

Li 21 agosto di mattina li francesi abbandonarono la città prendendo la via di Roveredo senza<br />

provare contraddizione alcuna. I cittadini erano assai sbigottiti dal timore de contadini poco ben<br />

affetti ai trentini. Entrati però in città sotto la condotta del comandante Dal Ponte giudicariese<br />

non fecero male alcuno, se si eccettui qualche strepito, e villania contro quelle persone, che<br />

credevansi ed erano in vero addette al partito francese.<br />

23 agosto <strong>1809</strong><br />

Li 23 le suddette milizie si determinarono di tener dietro ai francesi. Entrarono in Roveredo<br />

coll'intenzione di saccheggiare alcune famiglie, come di fatto i contadini di Vallarsa diedero un<br />

orribile saccheggio alla casa del barone Orazio Pizzini, ma sopravenendo una compagnia di<br />

Tirolesi tedeschi furono impediti dal proseguire il meditato disegno.<br />

Il Magistrato consolare di Trento ordinò sotto il dì 22 corrente l'erezione della Guardia civica<br />

composta di sei compagnie per la pubblica sicurezza e il mantenimento del buon ordine<br />

comandata dai signori capitani Giulio Sardagna, Gasparo Conte Crivelli, Giambattista Sardagna,<br />

Niccolò Zucchelli, Giovanni Salvotti, Antonio Paurumfaint.<br />

NB. Co' francesi partirono molti impiegati, ed altri signori trentini. Il Tecini arciprete di Pergine<br />

sotto il pretesto di portarsi ai bagni di Ricovaro abbandonò previamente la città. I francesi dopo<br />

aver fatto qualche tentativo per ritornare in Trento, si videro costretti a ritirarsi fino ad Ala, e<br />

susseguentemente evacuarono tutto il Tirolo italiano stazionandosi in Peri<br />

4 settembre <strong>1809</strong><br />

Sotto il dì 4 corrente si stampò in Bolzano un ordine del comandante superiore in Tirolo Andrea<br />

Hofer, con cui venne seriamente inculcato alle milizie tirolesi di non recare alcun insulto ai<br />

pacifici abitanti delle città e ville, ma di trattarli con cristiana carità. Inoltre per levare il<br />

disordine cagionato da tanti comandanti, che non erano punto autorizzati, nominò comandante<br />

nel Tirolo meridionale il sig. Giuseppe de Morandell di Caldaro. Susseguentemente il sig. Dal<br />

Ponte venne tradotto sotto buona scorta nel Titolo tedesco, così pure il sig. Sebastiano Garbini<br />

di Schio noto pe' suoi eccessi.<br />

Extra. Alle pagine 2426-2427 è trascritto il :<br />

Manifesto pubblicato in Roma da S.S. Pio VII Pontefice Ottimo Massimo dopo la<br />

secolarizzazione comandata da Napoleone in Vienna d'Austria sotto il dì 17 maggio 1800, de'<br />

pontifici domini. Veggasi la Gazzetta di Trento N° 51, 52.<br />

Lo omettiamo in questa trascrizione.<br />

17 settembre <strong>1809</strong><br />

Li 17 partirono quattro nostri cherici alla volta di Bressanone per ricevere le sagre Ordinazioni,<br />

cioè fra Ferdinando di Pergine, fra Apollinare di Ziano, fra Giordano di Aldeno e fra Francesco<br />

Albano di Vezzano. Molti furono i chierici secolari, che intrapresero lo stesso viaggio. I nostri<br />

quattro non subirono esame pubblico, ma soltanto il solito esame degli ordinandi presso gli<br />

esaminatori prosinodali Pini e Zucchelli.<br />

28 settembre <strong>1809</strong><br />

Li 28 alle ore 9½ del mattino giunsero di nuovo quasi inaspettatamente in Trento i francesi in<br />

N° di 3.000 circa, con sette cannoni sotto il comando del sig. generale di brigata Payri il quale si<br />

dà il titolo di comandante del Tirolo italiano. I paesani armati delle nostre valli italiane, ch'erano<br />

145


in città e che dimostravano di non credere la venuta dell'inimico, si lasciarono sorprendere in<br />

Trento e la cavalleria nemica, che marciava innanzi a spron battuto ne fece più di 30 prigionieri,<br />

i quali furono tantosto fucillati di là dal ponte di s. Lorenzo e gettati nell'Adige: pochi rimasero<br />

uccisi nelle contrade, la maggior parte si salvò colla fuga ritirandosi nelle alture circonvicine<br />

ecc. Alcuni altresì si nascosero nelle case de' particolari; tutto in somma era in confusione.<br />

Osservando alcuni francesi, che parecchi de codesti paesani erano entrati nel palazzo del Conte<br />

Pio Wolchenstein, vi si portarono sul momento, e si crederono autorizzati di spogliare del<br />

danaro e di alcuni altri mobili gli appartamenti del sullodato Conte Pio, e le abitazioni del sig.<br />

ex cancelliere aulico Francesco Vigilio de Barbacovi dimorante nel medesimo palazzo. Non<br />

ritrovarono però i paesani. La truppa francese lasciata una piccola guarnigione in città, proseguì<br />

nello stesso giorno la sua marcia sino a Lavis, ove s'impegnò coi paesani appostati di là dal<br />

ponte in un vivissimo combattimento. I francesi ebbero molti morti e feriti, quali ultimi<br />

condussero sopra alcuni carri in città, ove si forma nuovamente l'ospitale nel monastero di s.<br />

Michele.<br />

29 settembre <strong>1809</strong><br />

Li 29 alle ore nove della mattina vennero al nostro convento di s. Bernardino venti soldati<br />

francesi di cancelleria con un ufficiale col pretesto di fare la perquisizione dei così detti briganti.<br />

Di fatti dopo aver superficialmente cercato inutilmente per poco tempo, confinarono i pochi<br />

Religiosi rimasti in convento, (mancandole 11) nell'andito della libreria sotto una guardia, e<br />

frattanto visitarono le nostre povere celle spogliandole di molti capi spettanti alla communità ed<br />

ai privati Religiosi. Le celle più danneggiate furono la guardianale N° 1, nella quale però non<br />

aprirono lo studiolo, quella del P. Michel Angelo N° 4 e del P. Agostino N° 7. La nostra, grazie<br />

a Dio e Maria, fu bensì visitata, ma non saccheggiata. Le officine rimasero illese. Dalla chiesa<br />

levarono due tovaglie, tentarono di aprire il santo Tabernacolo, e l'armaio de' calici in sagrestia,<br />

ma non vi riuscirono.<br />

Ebbero una guida che li condusse al convento. Il comandante della Piazza sig. Bignomi alla<br />

relazione fattagli dal P. Guardiano rispose, che queste sono le conseguenze della guerra.<br />

Il nominato signor generale rilasciò un ordine a tutti gli abitanti di Trento di denunziare i<br />

paesani, che si fossero rifugiati nelle loro case sotto pena contravvenendo d'essere saccheggiati<br />

e puniti severamente.<br />

6 ottobre <strong>1809</strong><br />

Li 6 dopo diversi attacchi sostenuti con intrepidezza dai paesani tedeschi nei contorni di Trento,<br />

specialmente nella posizione di Meano e nelle colline adiacenti, furono costretti li francesi a<br />

ritirarsi tutti e rinchiudersi nella città. La maggior parte de' feriti ed ammallati francesi, ch'erano<br />

nell'ospitale di s. Chiara, fu nella notte trasportata sopra le barche a Verona, gli altri che<br />

rimanevano condotti in città all'ospitale tedesco ed italiano.<br />

7 ottobre <strong>1809</strong><br />

Li 7 occuparono i paesani tutte le alture intorno alla città, stringendo in tal guisa di un nuovo<br />

assedio la sventurata città di Trento. Avendo appostato un cannone sopra il convento delle<br />

Laste, lo scaricarono più volte contro la città. Riuscì ai francesi di collocate uno dei loro cannoni<br />

in una torre del castello, ed un altro sopra la porta di s. Croce, l'obbizzo si trovava alle porte di s.<br />

Martino; con questi pezzi rispondevano alli sparri del nemico.<br />

8 ottobre <strong>1809</strong><br />

Gli 8 i paesani levarono totalmente l'acqua alla città. Nel medesimo giorno un servo di giustizia<br />

recò al nostro P. Guardiano per ordine del commissario Widder, sostituito al Conte Welsperg, lo<br />

stampino della pace conchiusa fra la Francia e l'Austria, incombenzandolo di distribuirne delle<br />

copie a quelli di Povo, e Cognola, che giungono al convento, affinché pervenendo per tal mezzo<br />

a cognizione de' contadini armati, si ritirassero ecc.<br />

146


10 ottobre <strong>1809</strong><br />

Li 10, all'una pomeridiana i francesi assediati fecero una vigorosa sortita, ed attaccarono su tutti<br />

i punti li paesani. Gl'italiani armati, ch'erano negli avamposti, si diedero tutti dopo poche cariche<br />

ad una precipitosissima fuga. I tedeschi, che stavano accampati alle Laste occupando eziandio le<br />

colline di Cognola e Martignano ecc., sostennero intrepidamente il fuoco vivissimo dei francesi.<br />

Fino alle quattro della sera si udì un continuo strepito di moschetteria. Vedeansi i contadini<br />

circondare da tutte le parti da diversi distaccamenti dei francesi, che di tanto in tanto arrivavano,<br />

si determinarono di ritirarsi incamminandosi verso Lavis ecc. In queste giornate ebbero i<br />

paesani alcuni morti, e molti feriti, pochissimi caddero prigionieri. Senza badare a quanto porta<br />

la Gazzetta trentina N° 80 e 82, i francesi ebbero un maggior numero di morti e feriti. Nel<br />

ritorno da questo combattimento vennero in convento due compagnie con due capitani, ed altri<br />

ufficiali. Ci fu ordinato di somministrare a cadaun soldato una misura di vino, paglia per<br />

coricarsi, e legna per riscaldarsi. La notte dormirono quieti fuori dell'uscio dell'infermeria. Gli<br />

ufficiali cenarono spese del convento nel refettorio degli infermi e dormirono nel saletto della<br />

cappella. Erano tutti nazionali francesi.<br />

La mattina seguente gli ufficiali pranzarono alle ore 8 e quindi colla truppa se ne partirono. In<br />

questo stesso giorno liberarono l'acqua affinché potesse correre in città, ove principiava per<br />

mancanza di farine ad insinuarsi la carestia degli assedi. Si trasportò di nuovo l'ospitale di s.<br />

Chiara, ed io fra Vincenzo Maria col P. lettor Benedetto seguito ad assistervi in qualità di<br />

cappellano. I soldati napoletani al servizio de' francesi cagionarono grandissimi danni ad alcune<br />

case di Povo saccheggiandole, fra queste la casa di villeggiatura de' Conti Alberti de Enno,<br />

quella del sig. Lorenzo Piffer mercante, del sig. Antonio Paurenfeind, e del sig. Bernardino<br />

Manci furono spietatamente spogliate. Anche i contadini italiani recarono grandi danni alle<br />

campagne, specialmente alle uve da vindemmiarsi.<br />

3 ottobre <strong>1809</strong> [sic]<br />

Li 3 corrente verso la mezzanotte venendo il giorno quattro, i francesi s'impadronirono di alcuni<br />

trentini, e li condussero a Verona e poi a Mantova. Nella notte erano 17. Fra questi vi sono il P.<br />

Guardiano de' Cappuccini P. Basilio Wincler di Trento, il P. Luigi Zambaiti ex Somasco, il sig.<br />

Clemente Sartori, il sig. Giuseppe de Betta, il consigliere de Lama, il campanaro del Duomo<br />

Giovanni..., il sig. Martini mercante ecc.<br />

Lo stesso fecero in Roveredo nella notte seguente trasportando ne' medesimi luoghi il P.<br />

Guardiano de' Minori Riformati Gasparo da Campo, il P. Guardiano de' Cappuccini Pier Vigilio<br />

di Trento, e da Ala pure il P. Guardiano de' Cappuccini Candido di Mechel.<br />

12 ottobre <strong>1809</strong><br />

Li 12 si solennizzò in Trento il giorno nomastico 164 del re Massimiliano Giuseppe di Baviera.<br />

164 *Onomastico.<br />

147

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