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Noto in me una tendenza distruttiva, che si esprime nell'atto di rovinare tutto quel che mi capita sotto mano, e<br />
ora si esprime nel rovinare la tranquillità di Vanju_ka e nel buttar via denari senza alcuna ragione e gusto. Per esempio,<br />
chiedo spesso la pipa a Vanju_ka non perché abbia voglia di fumare, ma perché mi piace che egli si muova, e amo<br />
buttar via i denari. Non m'interessa quel che si può acquistare con i denari, ma mi piace che essi ci siano stati e poi non<br />
ci siano più: proprio, il processo di distruzione.<br />
22 dicembre 1851 Ho fatto un sogno terribile su Mitenka. Il 2 dicembre di quest'anno, alle 12 di notte, ho avuto<br />
qualcosa di simile a una rivelazione. Mi è apparsa chiara l'esistenza dell'anima, la sua immortalità (eternità), la duplicità<br />
della nostra esistenza e l'essenza della volontà. La libertà è relativa: in rapporto alla materia l'uomo è libero; in rapporto<br />
a Dio: non lo è.<br />
1852<br />
2 gennaio Quando ho cercato la felicità, sono caduto nel vizio; quando ho capito che in questa vita basta non essere<br />
infelici, allora ho trovato meno tentazioni al vizio sulla mia strada, e mi sono persuaso che si può essere virtuosi e non<br />
infelici.<br />
Quando ho cercato il piacere, esso mi è sfuggito, e sono caduto in una penosa condizione di noia, una<br />
condizione da cui si può passare a tutto, al buono o al cattivo, ma più spesso a quest'ultimo.<br />
Ora che cerco solo di sfuggire alla noia, in tutto trovo piacere.<br />
Platone dice che tre qualità compongano la virtù: la giustizia, la moderazione e il coraggio. La giustizia è, mi<br />
sembra, moderazione morale. Di conseguenza, nel mondo fisico la norma niente di superfluo sarà moderazione; in<br />
quello morale, giustizia. La terza qualità di Platone è solo il mezzo per conformarsi alla norma niente di superfluo, cioè<br />
Forza.<br />
È più facile agire sulla base di regole non complesse e magari non vere, ma coerenti, che ho accettato senza<br />
analizzarle, che sulla base di regole forse anche vere, ma insufficientemente spiegate e condotte a unità. Da ciò dipende<br />
che nel mondo riescono più gli sciocchi che gli uomini intelligenti.<br />
Due osservazioni per lo scrittore di belles lettres. È molto raro poter vedere l'ombra che cade sull'acqua, e<br />
quando la vedi non ti colpisce.<br />
Ogni scrittore ha in vista una classe particolare di lettori ideali per la sua opera. È necessario definire<br />
chiaramente a se stessi le esigenze di questi lettori ideali; e se nella realtà esistono, in tutto il mondo, solo due di tali<br />
lettori, scrivere solo per loro.<br />
Nel descrivere caratteri o paesaggi inconsueti per la maggior parte dei lettori, mai perdere di vista i caratteri e i<br />
paesaggi consueti; prender questi per base, e descrivere quelli inconsueti paragonandoli con questi.<br />
5 febbraio 1852 [Nikolaeva. Vado al reparto] Io sono indifferente alla vita, nella quale ho sperimentato troppo poca<br />
felicità per amarla: perciò non temo la morte. Non temo neanche il dolore; ma temo di non sapere ben sopportare il<br />
dolore e la morte. È strano che la mia opinione infantile sulla guerra (come gesto eroico) sia per me la più<br />
tranquillizzante. In molti casi ritorno alla visione infantile delle cose.<br />
28 febbraio [Al reparto. Vicino a Teplikièa] Non ho mai verificato nella realtà le attese dell'immaginazione.<br />
Io desideravo che il destino mi ponesse in situazioni difficili, in cui fossero necessarie forza d'animo e valore.<br />
La mia immaginazione amava rappresentarsi queste situazioni, e il sentimento intimo diceva che per esse mi sarebbero<br />
bastati la forza e il valore. Il mio amor proprio e la fiducia nella mia forza d'animo crescevano, non trovando<br />
opposizione. Per le occasioni in cui potevo verificare, e non ho verificato, la mia fiducia mi scusavo dicendomi che le<br />
difficoltà presentatesi erano troppo meschine, e quindi io non impiegavo tutta la mia forza d'animo.<br />
Ero orgoglioso, e il mio orgoglio non si appoggiava sui fatti ma sulla ferma speranza di essere all'altezza di<br />
tutto. Da questo mio orgoglio esteriore non traevo fiducia, fermezza e costanza bensì passavo da un'estrema arroganza a<br />
un'eccessiva modestia.<br />
Il mio stato d'animo nel momento del pericolo mi ha aperto gli occhi. Amavo immaginarmi del tutto freddo e<br />
imperturbabile nel pericolo. Ma nei fatti del 17 e del 18 non sono stato così. Non ho la scusa, che solitamente mi<br />
serviva, che il pericolo non era così grande come me l'ero immaginato. Quella era un'occasione unica per dimostrare la<br />
mia forza d'animo. E sono stato debole, e per questo sono insoddisfatto di me.<br />
Ho capito solo ora che la fiducia nelle gesta future è ingannevole, e che si può contare su se stessi solo per ciò<br />
che si è già provato.<br />
20 marzo. Starogladkovskaja Rileggo i miei vecchi diari del luglio 1851. In tutto il diario c'è un'idea principale e un<br />
desiderio: liberarsi dalla vanità che soffoca l'io e guasta tutte le gioie, e cercare i mezzi per liberarsene.<br />
Da quasi sette mesi ho smesso di scrivere il diario. Settembre l'ho trascorso a Starogladkovskaja; poi in viaggio<br />
per Groznaja e a Staryj-Jurt; sono andato a caccia, sono stato dietro alle cosacche, ho bevuto, ho scritto un poco e ho<br />
tradotto. Nel mese di ottobre sono stato con mio fratello a Tiflis per definire la questione del servizio. A Tiflis ho