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Diari - Psyco

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Qui la mia condizione di servizio è indefinita, e io già comincio di nuovo a aver dubbi e a non star bene. È<br />

possibile che ricominci per me un tempo di prove?<br />

15 giugno Tre mesi precisi d'intervallo. Tre mesi di ozio e di vita di cui non posso essere soddisfatto. Sono stato tre<br />

settimane da _ejdeman, e mi dispiace non esserci rimasto. Con gli ufficiali me la dico abbastanza e col comando di<br />

batteria ho saputo organizzarmi. Se non fosse così, la cattiva compagnia e il male a cui mi spinge la mia condizione non<br />

brillante agirebbero bene su di me. Mi arrabbierei, mi annoierei, cercherei di elevarmi moralmente sulla mia condizione,<br />

e starei meglio: lavorerei.<br />

La mia destinazione allo stato maggiore è arrivata proprio in un periodo in cui ero in contrasto col comando<br />

della batteria, e ha lusingato la mia vanità. La mia malattia, in un periodo in cui non potevo, anche se avessi voluto,<br />

tornare alla vecchia carreggiata di occupazioni e di lavoro onorevole con l'unico scopo del bene, mi ha mostrato fino a<br />

qual grado mi sono corrotto. Quanto più in alto sono posto dall'opinione della società, tanto più in basso mi pongo nella<br />

mia. Ho avuto più volte donne, ho mentito, mi sono vantato e, peggio di tutto, sotto il fuoco non mi sono comportato<br />

come mi aspettavo da me stesso.<br />

Per l'ultima volta mi dico: Se passano tre giorni senza che in questo tempo io non faccia nulla a vantaggio degli<br />

uomini, mi ucciderò.<br />

Aiutami, Signore.<br />

23 giugno Durante il trasferimento da Silistrija a Maja sono passato da Bucarest. Ho giocato e sono stato costretto a<br />

occuparmi di denari. Una situazione umiliante per chiunque, e per me in particolare. Ho scritto lettere: alla zietta, a<br />

Mitja, a Nekrasov. Ancora non so che cosa devo mettermi a fare, e per questo non faccio niente. Mi sembra che meglio<br />

di tutto sia lavorare al Romanzo di un proprietario russo.<br />

3 luglio Ho letto tutto il giorno, il lavoro non va avanti in nessun modo. In serata ho chiacchierato con Pru_inskij,<br />

Olchin e Antropov.<br />

Senza che lo voglia, appena resto solo e mi metto a pensare a me, torno al vecchio pensiero, il pensiero del<br />

perfezionamento: ma il mio difetto principale, e il motivo per il quale non posso tranquillamente seguire questa strada, è<br />

che confondo perfezionamento e perfezione. Bisogna prendersi come si è, cercare di correggere i difetti correggibili, e<br />

la buona natura mi porterà al bene senza il libro, che per troppo tempo è stato il mio incubo. Io sono uno di quei<br />

caratteri che desiderando, cercando e preparandosi a tutto ciò che vi è di più bello, proprio per questo non sono capaci<br />

del bene costante.<br />

5 luglio Ho letto durante il tè, il pasto e il dessert, in mattinata ho scritto in tutto una lettera alla zietta, e l'ho spedita<br />

nonostante che lo stile del suo francese non mi piacesse. Ogni giorno mi diventa più difficile esprimermi e scrivere in<br />

francese, che sciocca cosa scrivere e parlare in una lingua che conosci male! E quanti fastidi, tempo perso, mancanza di<br />

chiarezza nei pensieri e di purezza nella natura della lingua da questa inutile abitudine!<br />

6 luglio Tutto il giorno ho letto ora Lermontov, ora Goethe, ora Alphonse Karr, senza mettermi a lavorare.<br />

7 luglio Non ho modestia! Ecco il mio grande difetto.<br />

Chi sono io? Uno dei quattro figli di un tenente colonnello a riposo, rimasto a sette anni senza genitori sotto la<br />

tutela di donne e estranei, che non ha ricevuto un'educazione né di mondo né di studio e si è trovato in libertà a<br />

diciassette anni, senza grandi sostanze, senza alcuna posizione sociale, e, più importante, senza regole; un uomo che ha<br />

dissestato le sue cose all'ultimo grado, che ha trascorso senza scopo e senza piacere gli anni migliori della sua vita, che<br />

alla fine si è rifugiato nel Caucaso per sfuggire ai debiti e, più ancora, alle abitudini, e di là, sfruttando l'amicizia fra suo<br />

padre e il comandante dell'esercito, è passato a ventisei anni all'armata del Danubio col grado di sottotenente; quasi<br />

senza mezzi oltre allo stipendio (dato che i mezzi che ha deve impiegarli per pagare i restanti debiti), senza protettori,<br />

senza arte di vivere in società, senza conoscenza del servizio, senza mezzi pratici; ma con un enorme amor proprio! Sì,<br />

ecco la mia situazione sociale. Guardiamo ora la mia personalità.<br />

Io sono nemico a me stesso, goffo, sporco e mondanamente ineducato. Io sono iracondo, fastidioso per gli altri,<br />

immodesto, impaziente (intolérant) e vergognoso come un ragazzo. Sono quasi ignorante. Quello che so, l'ho imparato<br />

qua e là da solo, a salti, in modo slegato, con punto o poco profitto. Sono insofferente, indeciso, incostante,<br />

scioccamente vanitoso e focoso come tutti gli uomini senza carattere. Manco di precisione e sono così pigro che l'ozio è<br />

diventato per me un'abitudine quasi invincibile. Sono intelligente, ma la mia intelligenza non è mai stata finora<br />

concretamente messa alla prova. Non ho né intelligenza pratica né intelligenza mondana né intelligenza d'affari. Sono<br />

onesto, cioè amo il bene, ho acquistato l'abitudine di amarlo; e quando me ne allontano mi sento insoddisfatto di me<br />

stesso e torno a esso con soddisfazione; ma vi sono cose che amo più del bene: la gloria. Sono vanaglorioso: amo gli<br />

onori, e questo sentimento è stato così poco soddisfatto che, temo, fra la gloria e il bene sceglierei la prima se dovessi<br />

scegliere.<br />

Sì, sono immodesto: per questo sono orgoglioso dentro di me e timido e vergognoso in società.<br />

Dopo pranzo mi sono messo sul balcone. Erano passate alcune nubi temporalesche che avevano bagnato la<br />

terra, e n'era rimasta solo una, grande, che copriva tutta la parte meridionale del cielo; nell'aria umida c'era una

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