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mia felicità; ma sono lo stesso innamorato. Se no, perché questi ricordi piacevoli che mi rendono più vivo? Devo<br />
scriverle una lettera? Non conosco il suo patronimico e forse per questo perderò la felicità. È buffo.<br />
Ho dimenticato di prendere la camicia con le pieghe e per questo non faccio servizio. Se avessi dimenticato di<br />
prendere il berretto non mi sarei presentato da Voroncov e non avrei prestato servizio a Tiflis. Non si può andare in<br />
colbacco! E ora Dio sa che cosa mi aspetta. Mi abbandono alla sua volontà. Ricordi, Zinaida, il giardino dell'arciprete,<br />
la stradina laterale? Io avevo la dichiarazione sulla punta della lingua, e anche tu. Toccava a me cominciare; ma sai<br />
perché, mi sembra, non dissi niente? Ero così felice che non avevo niente da desiderare, temevo di guastare la mia, non<br />
la mia, la nostra felicità. Il miglior ricordo della mia vita rimarrà per sempre questo periodo bello. Che essere vanitoso e<br />
vuoto è l'uomo! Quando mi chiedono del periodo trascorso a Kazan, io rispondo con tono noncurante: «Sì, per una città<br />
di provincia c'è una società molto per bene, e ho passato lì alcune giornate abbastanza piacevoli». Viltà! Gli uomini<br />
deridono ogni cosa. Ridono del detto che con l'essere amato anche una capanna diventa un paradiso, e dicono che<br />
questo non è vero. Invece è vero; non solo nella capanna, ma a Krapivna, a Staryj-Jurt, dappertutto. Con l'essere amato<br />
anche la capanna è il paradiso, e questo è vero, è vero, cento volte vero.<br />
11 giugno. Caucaso. Staryj-Jurt, campo. Notte Già da cinque giorni vivo qui e sono in preda a una pigrizia che da<br />
tempo non provavo. Ho abbandonato del tutto il diario. La natura, nella quale speravo più di tutto quando ho avuto<br />
l'idea di partire per il Caucaso, non si presenta per ora particolarmente attraente. Non è venuto fuori neanche il coraggio<br />
che, pensavo, qui avrei potuto manifestare.<br />
Notte chiara, un venticello fresco entra nella tenda e muove la fiamma della candela ormai gocciolante di cera.<br />
Si sente il lontano abbaiare dei cani nell'aul, il richiamo delle sentinelle. C'è odore dei rami tagliati di quercia e di<br />
platano di cui è fatta la baracca a cui è accostata la tenda. Io sto seduto su un tamburo nella baracca; in un angolo dorme<br />
Knoring (un ufficiale sgradevole); l'altro angolo è aperto e buio, esclusa una striscia di luce che cade sul letto di mio<br />
fratello. Davanti a me c'è la parete più illuminata della baracca, dove sono appesi la pistola, la sciabola, il pugnale e le<br />
mutande lunghe. Silenzio. Si ode un soffio di vento, il volo di una zanzara che passa e gira intorno al fuoco, il sospiro e<br />
il singhiozzo di un soldato vicino.<br />
Non ho voglia di dormire; per scrivere non c'è inchiostro. A domani. Scriverò anche le lettere secondo le<br />
impressioni della giornata.<br />
Dalle 5 alle 8 scrivere. Dalle 8 alle 10 fare il bagno e disegnare. Dalle 10 alle 12 leggere. Dalle 12 alle 4 del<br />
pomeriggio riposo. Dalle 4 alle 8 traduzione dall'inglese. Dalle 8 in poi scrivere. Continuare a fare ginnastica. Libro dei<br />
conti e regola di Franklin.<br />
12 giugno Mi sono alzato tardi, svegliato da Nikolenka che tornava dalla caccia. Ieri non ho dormito quasi tutta la notte,<br />
ho scritto il diario, poi mi sono messo a pregare Dio. La dolcezza del sentimento che ho provato nella preghiera è<br />
impossibile a esprimere. Ho detto le preghiere che recito di solito: al Signore, alla Madonna, alla Trinità, alle Porte della<br />
Carità, l'appello all'angelo custode, e poi sono rimasto ancora in preghiera. Se si definisce la preghiera una richiesta o un<br />
ringraziamento, allora non ho pregato. Ho desiderato qualcosa di elevato e di buono; ma che cosa, non posso dirlo;<br />
anche se ero consapevole di quel che desideravo. Avevo voglia di fondermi con l'Essere che tutto abbraccia.<br />
Come mi è stato terribile guardare in quel momento la parte meschina e viziosa della mia vita. Non riuscivo a<br />
arrivare a capire come essa possa attrarmi. Come pregavo Dio con cuore puro di accettarmi nel suo grembo! Io non<br />
sentivo la carne, ero solo spirito. Ma no! La parte carnale, bassa, ha preso di nuovo il sopravvento, e non è passata<br />
un'ora che io, in piena coscienza, ascoltavo la voce del vizio, della vanità, della parte vuota della vita; sapevo da dove<br />
veniva questa voce, sapevo che essa avrebbe rovinato la mia beatitudine: e ho lottato con essa; ma mi ha vinto. Mi sono<br />
addormentato sognando gloria e donne; ma non sono colpevole, non ce la faccio.<br />
Ho trascorso la mattinata abbastanza bene. Sono stato un po' pigro, ho mentito, ma senza colpa. Domani<br />
scriverò una lettera alla Zagoskina, almeno in brutta copia.<br />
Ho disegnato senza impegno. Nel pomeriggio ho guardato le nuvole. Erano bellissime al tramonto del sole.<br />
L'occidente rosseggiava, ma il sole era ancora a un paio di metri dall'orizzonte. Sopra di esso si arricciolavano spesse<br />
nuvole grigio purpureo che si fondevano fra loro goffamente. Stavo parlando con qualcuno e mi sono voltato;<br />
all'orizzonte si allungava una striscia scura grigio rosso che terminava in forme continuamente mutevoli: ora si<br />
chinavano una verso l'altra, ora si spezzavano con code rosso chiaro.<br />
L'uomo è stato creato per la solitudine: solitudine non nel senso reale, ma in senso morale.<br />
Mi hanno colpito tre cose: primo, i discorsi degli ufficiali sul coraggio. Appena parlano di qualcuno: è<br />
coraggioso o no? Sì, come no. Tutti sono coraggiosi. Questo concetto del coraggio si può esporre così: il coraggio è uno<br />
stato d'animo nel quale le forze dell'animo agiscono allo stesso modo in qualsiasi circostanza. Oppure: la tensione<br />
dell'azione priva della coscienza del pericolo. E ancora: ci sono due tipi di coraggio: morale e fisico. Il coraggio morale<br />
è quello derivante dal senso del dovere e in generale dalle aspirazioni morali, e non dalla coscienza del pericolo. Il<br />
coraggio fisico è quello che deriva dalla necessità fisica senza privare della coscienza del pericolo, oppure quello che<br />
priva di questa coscienza. Esempio del primo: l'uomo che si sacrifica volontariamente per la salvezza della patria o di<br />
una persona. Esempio del secondo, l'ufficiale che presta servizio per guadagno. Esempio del terzo, nella campagna turca<br />
i soldati russi si sono buttati nelle braccia del nemico soltanto per aver da bere. Qui è valso solo l'esempio da parte<br />
nostra di coraggio fisico, e questo ha fatto tutto.