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Diari - Psyco

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10 ottobre Ho ricevuto un po' di denaro. Ne ho sciupato parecchio in sciocchezze: ho giocato a carte, ho comprato un<br />

cavallo e mi sono trasferito in un nuovo appartamento.<br />

21 ottobre Ho sprecato molta vita in questi giorni. La sorte di Sebastopoli è sempre appesa a un capello. Oggi saranno<br />

pronte le bozze e io sogno di nuovo di andarmene. Ho perso tutto a carte.<br />

2 novembre 1854. Odessa Dal tempo dello sbarco delle truppe anglo-francesi abbiamo avuto tre scontri. Il primo quello<br />

comandato da Alminskij, l'otto settembre, in cui il nemico ci ha battuti; il secondo comandato da Liprandi, il 13<br />

settembre, in cui abbiamo attaccato noi e siamo rimasti vincitori; e il terzo, il terribile scontro comandato da Danenberg,<br />

in cui di nuovo abbiamo attaccato noi e di nuovo siamo stati sconfitti. Battaglia traditrice e schifosa. La 10a e la 11a<br />

divisione hanno attaccato il fianco sinistro del nemico, l'hanno respinto e hanno catturato trentasette cannoni. Poi il<br />

nemico ha messo in campo seimila fucilieri, solo seimila contro trentamila dei nostri. E noi abbiamo arretrato, lasciando<br />

sul campo circa seimila valorosi. Abbiamo dovuto arretrare perché alla metà delle nostre truppe mancava, per<br />

l'impraticabilità delle strade, la protezione dell'artiglieria e, Dio sa perché, non c'erano battaglioni di fucilieri. Terribile<br />

massacro. Esso pesa sulla coscienza di molti. Dio li perdoni. La notizia di questa battaglia ha prodotto una grande<br />

impressione. Ho visto vecchi che piangevano a dirotto, giovani che giuravano di uccidere Danenberg. Grande è la forza<br />

morale del popolo russo. Molte verità politiche vengono a galla e trovano conferma in questi momenti difficili per la<br />

Russia. Il sentimento di ardente amore per la patria, che sorge e si manifesta nel momento di sfortuna della Russia,<br />

lascerà una lunga traccia. Quegli uomini che oggi sono pronti a sacrificare la vita saranno cittadini della Russia e non<br />

dimenticheranno la loro dedizione. Con grande dignità e fierezza essi parteciperanno alla vita sociale, e l'entusiasmo<br />

suscitato dalla guerra lascerà per sempre in essi un carattere di abnegazione e di nobiltà. Fra gli altri inutili sacrifici di<br />

questa battaglia sfortunata, c'è la morte di Sojmonov e di Kamstadius. Del primo dicono che era uno dei pochi generali<br />

onorati e ragionanti dell'esercito russo; il secondo l'ho conosciuto abbastanza da vicino: era membro della nostra società<br />

e futuro redattore del giornale. La sua morte mi ha più di tutto convinto a chiedere di essere mandato subito a<br />

Sebastopoli. Mi sento come vergognoso pensando a lui.<br />

Le navi inglesi continuano il blocco di Odessa. Il mare, per disgrazia, è calmo. Dicono che il 27 ci sia stato un<br />

altro scontro, ancora senza risultati, e che il 3 attaccheremo. Io non riuscirò a andare prima del 5, ma spero di essere<br />

ancora in tempo.<br />

3 ottobre A Odessa mi hanno raccontato un caso toccante. L'aiutante del generale di servizio si è recato nell'ospedale di<br />

N-skij dove giacevano i feriti del IV corpo di Crimea. Il comandante in capo principe Gorèakov, ha cominciato a dire<br />

l'aiutante ai feriti, m'incarica di ringraziarvi per il vostro comportamento valoroso e di farvi sapere... Urrà! un coro<br />

disordinato di voci fievoli si è levato dalle cuccette. Bella, grande ricompensa a Gorèakov per i suoi meriti. Meglio di<br />

un ritratto al collo.<br />

Nel traghetto per Nikolaeva il pilota mi ha raccontato che il 26 c'è stato uno scontro in cui si è distinto<br />

Chomutov, che ha preso un subisso di prigionieri e di pezzi, ma che lo stesso giorno di ottomila dei nostri ne sono<br />

tornati indietro solo duemila. A Nikolaeva un ufficiale mi ha confermato queste voci. Il nemico ha ricevuto truppe<br />

fresche e si dispone negli acquartieramenti invernali. Dio sa qual è la verità. Il pilota mi ha raccontato anche un<br />

aneddoto a proposito di un cosacco che aveva preso col laccio un principotto inglese e l'aveva portato da Men_ikov. Il<br />

principotto aveva sparato con la pistola al cosacco. Ehi, non sparare, aveva detto il cosacco. Il principotto aveva sparato<br />

una seconda volta, e di nuovo aveva mancato il cosacco. Ehi, non scherziamo, aveva ripetuto il cosacco. Per la terza<br />

volta (sempre fino a tre) l'inglese aveva sparato e fatto ancora cilecca. Allora il cosacco ha preso a picchiarlo con la<br />

frusta. Quando il principotto si è lamentato con Men_ikov che il cosacco l'aveva battuto, il cosacco ha detto che voleva<br />

insegnargli a sparare, perché se lui era un nobile, ma non sapeva sparare, i cosacchi non potevano riconoscerlo.<br />

Men_ikov ha riso. In generale si sente parlare fra la gente più degl'inglesi che dei francesi.<br />

4, 5 ottobre. In viaggio da Odessa a Sebastopoli A Nikolaeva non ho potuto veder nulla. Non scrivo delle vori<br />

d'assedio, non è stata presa nessuna iniziativa.<br />

voli d'assedio, non è stata presa nessuna iniziativa.<br />

voli d'assedio, non è stata presa nessuna iniziativa.<br />

Da Cherson a Ole_ko mi hanno portato in barca. Il pilota mi ha raccontato del traghetto dei soldati: come un<br />

soldato, sotto la pioggia a dirotto, si è sdraiato sul fondo bagnato della barca e si è addormentato; come un ufficiale ha<br />

battuto un soldato perché si grattava; e come un soldato sul traghetto si è sparato dalla paura perché era in ritardo di due<br />

giorni, e come l'hanno buttato giù senza benedizione. Ora i barcaioli si fanno paura l'un con l'altro quando passano<br />

accanto al posto dov'è stato buttato giù il soldato. «Che compagnia?» gridano.<br />

Ho visto prigionieri francesi e inglesi: non sono riuscito a parlare con loro, ma è bastato il loro aspetto e il loro<br />

portamento per suscitare in me la triste impressione che siano molto meglio delle nostre truppe. Inoltre, per fare il<br />

confronto, ho avuto i loro carri da salmerie.<br />

Il conducente della carrozza da posta che mi ha portato diceva che il 24 avremmo battuto del tutto gl'inglesi se<br />

non fosse stato per il tradimento. Triste e ridicolo. Ho incontrato anche dei nostri feriti, gente brava, si lamentano del<br />

comando e dicono che sono andati parecchie volte all'attacco, ma non hanno potuto resistere perché il nemico ha

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