Guida di Bologna - Emilia Romagna Turismo
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<strong>Bologna</strong> è una città europea dai mille volti e le<br />
stanno certamente strette le tre definizioni<br />
ottocentesche che la <strong>di</strong>pingevano in maniera un<br />
po’ oleografica “dotta” per la sua antica università,<br />
“grassa” per la sua succulenta cucina e “turrita”<br />
per le sue cento torri me<strong>di</strong>evali. Stereotipi a<br />
parte, le torri sono davvero un elemento architettonico<br />
unico che, con i portici, contrad<strong>di</strong>stingue<br />
la città più <strong>di</strong> ogni altro e le celebri “Due<br />
Torri” sono <strong>di</strong>ventate il simbolo stesso <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> nel mondo.<br />
Tutte concentrate nel centro storico, delle oltre<br />
cento torri costruite fra il XII e il XIII secolo ne<br />
rimangono oggi poco più <strong>di</strong> venti. Le famiglie<br />
nobili bolognesi le costruivano presso le loro<br />
case e le usavano come luoghi <strong>di</strong> vedetta e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fesa in tempo <strong>di</strong> guerra. Nonostante l’utilizzo<br />
dei servi della gleba come mano d’opera, la<br />
costruzione delle torri era piuttosto costosa e<br />
quin<strong>di</strong> riservata alle famiglie più potenti. La base<br />
della torre era quadrata e le fondamenta erano<br />
solitamente profonde almeno cinque metri. Si<br />
utilizzavano grossi blocchi <strong>di</strong> selenite, pietra che,<br />
per la bassissima porosità, proteggeva il legno<br />
dalla risalita capillare dell’acqua piovana, mentre<br />
Percorso delle Torri<br />
<strong>Bologna</strong> “turrita”<br />
Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> - Alessandro Salomoni<br />
il resto della costruzione veniva innalzato con<br />
materiali <strong>di</strong> volta in volta più leggeri procedendo<br />
verso l’alto. La muratura detta “a sacco” consisteva<br />
nell’utilizzo <strong>di</strong> un muro interno molto<br />
spesso ed uno esterno più sottile: la cavità veniva<br />
poi riempita con pietre e malta. Durante la<br />
costruzione, solitamente, venivano lasciati nei<br />
muri esterni dei fori per le impalcature <strong>di</strong> sostegno<br />
e dei gran<strong>di</strong> incavi in selenite per rivestimenti,<br />
decorazioni e costruzioni aeree successive,<br />
generalmente in legno. Bisogna considerare che<br />
la costruzione <strong>di</strong> una torre alta 60 metri poteva<br />
richiedere dai 3 ai 10 anni <strong>di</strong> lavoro.<br />
Il nostro percorso inizia dal centro <strong>di</strong> Piazza<br />
Maggiore. Lasciata San Petronio (ve<strong>di</strong> Percorso<br />
Piazza Maggiore) sulla sinistra, si prosegue per<br />
Via IV Novembre fino ad arrivare a Piazza Galileo<br />
Galilei.<br />
Qui si incontrano le prime torri dell’itinerario: la<br />
Torre degli Agresti e la Torre dei Lapi.<br />
La Torre degli Agresti, della fine XIII secolo, si<br />
trova in Piazza Galileo Galilei, poco dopo l’angolo<br />
con Via IV Novembre. Alta 20 metri, dalla fine<br />
del XIV secolo è <strong>di</strong> proprietà del Collegio <strong>di</strong><br />
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