Guida di Bologna - Emilia Romagna Turismo
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Museo del Patrimonio Industriale<br />
Il museo è ospitato all’interno dell’Ex Fornace<br />
Galotti, costruita nel 1887 per la produzione <strong>di</strong><br />
laterizi lungo il canale Navile e attiva fino al<br />
1966. La suggestiva scenografia del percorso<br />
espositivo è costituita il Forno Hoffmann per la<br />
cottura dei laterizi, al piano terreno, e gli<br />
ambienti dell’ex essicatoio dei materiali “cru<strong>di</strong>”,<br />
nei due piani sovrastanti. Questi ultimi sono<br />
stati allestiti utilizzando i materiali che rimandano<br />
al passato industriale dell’e<strong>di</strong>ficio: mattoni<br />
per le pareti e i soffitti, cotto e legno per i<br />
pavimenti, ferro per le trabeazioni. Al piano<br />
terra l’e<strong>di</strong>ficio, la sua storia e la produzione dei<br />
laterizi sono illustrati con plastici, pannelli e<br />
manufatti; particolarmente interessante è la<br />
Galleria delle immagini lungo il percorso dell’antico<br />
Forno Hoffmann: tramite un sistema <strong>di</strong><br />
fotocellule sono proiettate al passaggio del<br />
visitatore immagini relative ai profon<strong>di</strong> mutamenti<br />
vissuti dalla città <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> tra Otto e<br />
Novecento.<br />
Il museo, nato nel 1982, documenta la storia<br />
della produzione industriale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> dal<br />
Me<strong>di</strong>oevo sino ai giorni nostri, evidenziando le<br />
tappe e i modelli <strong>di</strong> sviluppo che hanno connotato<br />
l’eccellenza economica della città. Filo<br />
conduttore del percorso sono i prodotti grazie<br />
ai quali <strong>Bologna</strong> ha imposto la sua immagine<br />
sui mercati internazionali: il velo <strong>di</strong> seta, la mortadella<br />
e il cioccolato, le macchine, le motociclette,<br />
le automobili, la meccanica <strong>di</strong> consumo<br />
e infine la meccatronica. Le collezioni sono<br />
costituite da un nucleo storico composto dai<br />
materiali dell’Istituzione Al<strong>di</strong>ni Valeriani e da<br />
successive acquisizioni finalizzate a documentare<br />
il patrimonio archeologico industriale<br />
della città. Il setificio bolognese dei secoli XV-<br />
XVIII, settore produttivo ad alta complessità<br />
che per secoli ha rappresentato la ricchezza<br />
economica citta<strong>di</strong>na, è documentato da un<br />
nucleo <strong>di</strong> apparati e strutture scenografiche<br />
appositamente progettati e realizzati, rilevanti<br />
sia per l’efficacia <strong>di</strong>dattica ed evocativa, sia<br />
quali testimonianze <strong>di</strong> una pratica museografica<br />
strettamente connessa alla ricerca storicoscientifica.<br />
Si segnalano il modello in scala 1:2<br />
del mulino da seta alla bolognese (anticipazione<br />
del primo sistema <strong>di</strong> fabbrica), il plastico in<br />
scala 1:33 del mulino Pe<strong>di</strong>ni, il plastico in scala<br />
1:200 del quartiere Rizzar<strong>di</strong> <strong>di</strong> mulini da seta, il<br />
“Teatro delle acque e dei mulini”, un exhibit che<br />
illustra il sistema artificiale dei canali e delle<br />
chiaviche a <strong>Bologna</strong> nel XVIII secolo.<br />
Fanno da trait d’union tra epoca antica e<br />
moderna alcuni prodotti del settore alimentare,<br />
come la mortadella e il cioccolato solido, la<br />
cui lavorazione ha saputo col tempo coniugare<br />
alto artigianato e capacità industriale. La<br />
Collezione dell’Istituzione Al<strong>di</strong>ni Valeriani è<br />
Modello <strong>di</strong> mulino da seta<br />
Provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
sud<strong>di</strong>visa in <strong>di</strong>verse sezioni corrispondenti alle<br />
fasi <strong>di</strong> sviluppo della formazione tecnica a<br />
<strong>Bologna</strong>: Collezione Giovanni Al<strong>di</strong>ni (materiali<br />
dalla fine del secolo XVIII al 1834, comprendenti<br />
strumenti per gli esperimenti <strong>di</strong> elettricità,<br />
chimica, meccanica, vapore, geodesia e altri<br />
apparecchi e macchine lasciati in ere<strong>di</strong>tà al<br />
Comune nel 1834 sotto il vincolo della creazione<br />
<strong>di</strong> un organo <strong>di</strong> formazione professionale);<br />
Scuole tecniche bolognesi (1844-1860, con<br />
modelli <strong>di</strong> macchine, motori, strumenti <strong>di</strong> lavoro,<br />
organi <strong>di</strong> trasmissione del movimento,<br />
apparati <strong>di</strong>mostrativi dell’equilibrio delle forze<br />
e delle più importanti macchine semplici);<br />
Gabinetto Al<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Fisica e Chimica applicata<br />
(1863-1876, oltre trecentocinquanta pezzi che<br />
documentano settori della meccanica, ottica,<br />
acustica, elettricità, uso delle fonti <strong>di</strong> energia e<br />
importanti applicazioni tecnologiche), Istituti<br />
Al<strong>di</strong>ni Valeriani (dal 1878 a oggi: utensili, macchine,<br />
strumenti <strong>di</strong> lavoro, apparati delle <strong>di</strong>verse<br />
officine <strong>di</strong> specializzazione, apparecchi per<br />
<strong>di</strong>mostrazioni).<br />
Di particolare rilievo per la storia dell’industria<br />
bolognese nel Novecento è invece la<br />
Collezione <strong>di</strong> macchine automatiche per il confezionamento,<br />
la dosatura e l’imballaggio prodotte<br />
da aziende bolognesi dagli anni Venti agli<br />
anni Ottanta. Si tratta <strong>di</strong> prototipi tuttora funzionanti<br />
che documentano le principali innovazioni<br />
<strong>di</strong> prodotto e <strong>di</strong> processo del packaging<br />
nei vari settori produttivi – alimentare, farmaceutico,<br />
dolciario, cosmetico: una collezione<br />
unica e <strong>di</strong> valore europeo, esempio <strong>di</strong> innovazione<br />
tecnologica, integrata da filmati relativi ai<br />
<strong>di</strong>versi cicli produttivi. La Collezione <strong>di</strong> prototipi,<br />
modelli, strumenti <strong>di</strong> lavoro, prodotti, macchine<br />
afferenti ai principali settori produttivi <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> (motoristico, meccanico, meccatronico<br />
e altri) documenta l’eccellenza raggiunta dalla<br />
città in questi settori industriali.<br />
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