Scarica il PDF - Casa d'aste Farsettiarte
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Da M<strong>il</strong>ano a Venezia<br />
Luigi Cavallo<br />
Il bombardamento di M<strong>il</strong>ano dell’agosto 1943, che colpì anche la sua abitazione<br />
di via Rugabella, aveva spinto de Pisis a sgombrare dalla città. Il nuovo<br />
domic<strong>il</strong>io è a Venezia. Da qui l’11 settembre scrive a Demetrio Bonuglia: «Il<br />
mio nido di M<strong>il</strong>ano è infranto. L’armistizio (in cui speravo) è arrivato troppo<br />
tardi. Per poco. La roba e i quadri sono salvi» (Lettere di de Pisis 1924-1952, a<br />
cura di D. Bonuglia, Lerici, M<strong>il</strong>ano, 1966).<br />
Per de Pisis «pittore autobiografico», protagonista delle proprie opere, <strong>il</strong> trasferimento<br />
a Venezia, sotto la stretta degli eventi, significa differenti condizioni<br />
cromatiche, luminose, sonore, e motivi da un diverso ambiente umano.<br />
L’aspetto che possiamo chiamare biologico e psicologico dell’arte di de Pisis<br />
viene via via modificato e coltivato dal clima in cui vive; si potrebbero individuare<br />
le dominanti comuni ai gruppi di opere eseguiti nei vari luoghi. Anche<br />
se sostanzialmente <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e mantiene omogeneità per sv<strong>il</strong>uppo e consistenza<br />
compositiva, le sollecitazioni locali consentono avvertib<strong>il</strong>i variazioni, nel colore,<br />
nella saturazione luminosa, nei rapporti tra soggetto esterno e oggetto dipinto.<br />
Le città in cui si trova (o le sue consuete stazioni, l’Adriatico, <strong>il</strong> Cadore)<br />
talvolta sono cesure che chiudono e aprono i periodi della sua pittura.<br />
Certo di Venezia e della pittura veneta l’opera intera di de Pisis è profondamente<br />
intrisa. Ma ora la presenza si fa più a ridosso e d<strong>il</strong>aga. I suoi dipinti,<br />
anche di natura morta, di fiori, acquistano, rispetto a quelli della stagione di<br />
via Rugabella (ma negli anni di guerra 1944-1945 ancora prevalgono i neri)<br />
un aspetto più chiaro, trasparente; palpitano di luce friab<strong>il</strong>e. La sua pagina<br />
perde qualcosa in drammaticità sonora ma ha maggior senso di astrazione.<br />
Sembra non aver alcun bisogno di cose reali. Sembra che le cose si sciolgano,<br />
corrose dalla luce, da una grafia iridescente.<br />
Per conoscere anche letterariamente cosa sia Venezia per de Pisis, <strong>il</strong> suo libro,<br />
curato da Bona de Pisis e Sandro Zanotto, Ore veneziane (Longanesi, M<strong>il</strong>ano,<br />
1974) è guida inestimab<strong>il</strong>e.<br />
Presentando una mostra di De Pisis a Venezia (dipinti provenienti da collezioni<br />
veneziane, Comune di Venezia, Assessorato alle Belle Arti, Casinò municipale,<br />
8 dicembre 1968-6 gennaio 1969), Guido Perocco ha ricostruito i<br />
rapporti del pittore con la città: «Venezia tra le tante città è particolarmente<br />
vicina all’arte di de Pisis e in nessuna, forse, l’artista si sentì così felice [...]. De<br />
Pisis amava attirare l’attenzione sulla sua persona e a Venezia questa attenzione<br />
si accentra fac<strong>il</strong>mente [...]. De Pisis aveva [...] la tavolozza, <strong>il</strong> pappagallo<br />
e perfino la gondola con lo strascico di seta. Poteva lavorare circondato dalla<br />
gente che vedeva nascere un suo paesaggio da un gesto così infallib<strong>il</strong>e e sicuro<br />
[...] ancora ragazzo, a sedici anni, nel 1912 venne a Venezia accompagnato dal<br />
padre: uno di quegli incontri che restano indimenticab<strong>il</strong>i. Poi nel 1916 ritornò<br />
per una visita di controllo per <strong>il</strong> servizio m<strong>il</strong>itare. Nel 1919 sono ricordate<br />
alcune pagine inedite su Venezia [...]. Ritornava a Venezia spesso d’estate a<br />
visitare le varie Biennali [...]. Nel [...] 1943 l’artista venne a stab<strong>il</strong>irvisi e rimase<br />
fino al 1948; [ ...] per la prima volta in vita sua, dopo tanto girovagare per<br />
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