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F<strong>il</strong>ippo Tibertelli de Pisis. Notizie biografiche<br />
Le ricerche sulla biografia di de Pisis (Ferrara 1896 – M<strong>il</strong>ano 1956) si sono<br />
estese per merito soprattutto di Sandro Zanotto nel volume F<strong>il</strong>ippo de Pisis<br />
ogni giorno, Neri Pozza Editore, Vicenza 1996.<br />
Riproponiamo, come documento d’epoca, le note biografiche, pubblicate sul<br />
fascicolo dedicato all’artista, della rivista fiorentina Il Frontespizio, Vallecchi,<br />
Firenze, apr<strong>il</strong>e 1938.<br />
Il testo non firmato è dello stesso de Pisis.<br />
«Artisti italiani: F<strong>il</strong>ippo de Pisis»<br />
F<strong>il</strong>ippo de Pisis è nato a Ferrara, suolo ferace di rigogli pittorici, l’11 maggio<br />
1896 dal Cavaliere Ermanno e da Giuseppina Senoni bolognese.<br />
La famiglia, oriunda di Pisa, diede nella prima metà del quattrocento, F<strong>il</strong>ippo,<br />
nob<strong>il</strong>e e valoroso «condottiero» che meriterebbe esser meglio conosciuto.<br />
Questo F<strong>il</strong>ippo (ma non ci d<strong>il</strong>ungheremo su di lui dovendo oggi parlare del<br />
rampollo, pittore!) fu fra l’altro amico di Lionello d’Este e gli si attribuisce<br />
l’uccisione del Duce d’Urmagnac. Nob<strong>il</strong>i auspici dunque!<br />
Il nostro pittore, scarabocchiò fino da fanciullo, e cominciò ragazzo a prendere,<br />
insieme alla sorella, delle lezioncine di disegno dal prof. Odoardo Domenichini<br />
Ferrare, figlio e nipote di egregi «figuristi e ornatisti» del secolo passato.<br />
Il suo amore per le arti in genere, e la pittura in specie, non andò però disgiunto<br />
da quello della storia, della poesia. Versò per tempo tenere lacrime sulle<br />
liriche del Contino di Recanati, e giovanissimo, con scarso peculio, datogli<br />
dalla tenera madre che egli sempre adorò fino alla sua morte, intraprese una<br />
sorta di pellegrinaggio nel paese, alla casa del suo poeta.<br />
Alle «monografie» storico artistiche, che pubblicò essendo ancora in liceo, seguirono<br />
prove liriche, pubblicate nelle riviste di «poesie d’avanguardia» come<br />
si diceva allora, notate con lode anche da poeti e critici severi come Soffici,<br />
Papini, Boine, Govoni.<br />
Il giovane poeta si vide acclamato come una nuova speranza dalla falange dei<br />
confratelli, e un bel giorno si vide arrivare un gran pacco di libri e manifesti<br />
futuristi con abbracci da Marinetti.<br />
Si laureò in Lettere e F<strong>il</strong>osofia a Bologna, con una tesi sulla pittura ferrarese<br />
dalle origini.<br />
Fin dal 1916, anno nel quale ebbe la ventura di incontrare nella sua Ferrara i<br />
fratelli de Chirico, Giorgio e Alberto Savinio, soldati e reduci da Parigi, e poi<br />
Carrà, Soffici e altri, comprese l’ importanza di una certa forma d’arte che fu<br />
poi battezzata facendo sorgere molti equivoci, metafisica e ne fu anzi, sebbene<br />
pochi lo riconoscano oggi, uno dei fondatori.<br />
Un suo opuscolo, oggi rarissimo, s’intitola Mercoledì 14, stampato a Bologna<br />
e dedicato a de Chirico e Savinio, è uno dei pochi esempi, e forse <strong>il</strong> migliore,<br />
di un genere di letteratura fiorito poi a Parigi.<br />
Piacque del resto ad Apollinaire che inviò all’autore <strong>il</strong> suo Poète assassiné. Non<br />
in note affrettate o in poche pagine si può compendiare la vita o la «carriera»<br />
di un artista, ma insomma diremo che se fin da questa epoca de Pisis sapeva<br />
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