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ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop

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consumatori<br />

il mensile dei soci coop<br />

maggio<br />

numero 4 - 2006<br />

edizione coop reno<br />

41<br />

<strong>ALIMENTI</strong><br />

<strong>SICURI</strong><br />

Orientarsi tra problemi veri<br />

e cattiva informazione<br />

<strong>Coop</strong> Reno<br />

Il Rapporto sociale sarà distribuito<br />

per la prima volta ai soci, nelle<br />

assemblee, perché valutino la<br />

coerenza rispetto agli scopi statutari


IN PRIMO PIANO CONSUMARE<br />

INFORMATI<br />

4<br />

6<br />

8<br />

16<br />

20<br />

6<br />

Lettere<br />

a <strong>Consumatori</strong><br />

Rilancio cercasi<br />

di Dario Guidi<br />

La vignetta<br />

di Elle Kappa<br />

Comunicare,<br />

il futuro è adesso<br />

di Silvia Fabbri<br />

Tu chiamale se vuoi<br />

corporazioni<br />

di Aldo Bassoni<br />

Rilancio<br />

cercasi<br />

Dopo la difficile sfida<br />

elettorale e con una<br />

economia da far ripartire<br />

quali dovranno essere le<br />

priorità del nuovo governo?<br />

20<br />

Mensile della <strong>Coop</strong>erazione di <strong>Consumatori</strong><br />

40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16<br />

Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908<br />

redazione@consumatori.coop.it<br />

Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005<br />

Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040<br />

Copia singola euro 0,31<br />

Abbonamento annuo euro 3,10<br />

Direttore responsabile<br />

Dario Guidi<br />

Redazione<br />

Piero Giovanolla (vicedirettore),<br />

Tu chiamale<br />

se vuoi<br />

corporazioni<br />

Viaggio tra problemi<br />

e privilegi degli<br />

Ordini professionali<br />

9<br />

19<br />

28<br />

30<br />

Ambiente,<br />

il convitato di pietra<br />

di Mario Tozzi<br />

Diete estive, attenti<br />

ai venditori di fumo<br />

di Eugenio Del Toma<br />

Serenamente al sole,<br />

i solari <strong>Coop</strong><br />

di Anna Somenzi<br />

Piatti chiari,<br />

amicizia lunga<br />

di Claudio Strano<br />

10<br />

La sicurezza<br />

nel piatto<br />

Gli scandali alimentari si<br />

susseguono: come distinguere<br />

tra fatti veri e cattiva informazione<br />

Daniela Dalpozzo, Paolo Mandini, Elena Miglietti,<br />

Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Mauro Poletti,<br />

Gianfranco Sansalone, Anna Somenzi, Claudio<br />

Strano<br />

Progetto grafico<br />

Ferro comunicazione & design<br />

Impaginazione e grafica<br />

Ilde Ianigro<br />

Responsabile della pubblicità<br />

Gabriella Zerbini<br />

Stampa<br />

Coptip (Modena)<br />

VIVERE BENE<br />

15<br />

32<br />

34<br />

37<br />

38<br />

42 Vado,<br />

piccolo ma super<br />

di Daniela Dalpozzo<br />

44<br />

47<br />

48<br />

Brasile,<br />

i progetti del 2006<br />

di Franca Guerra<br />

Aiuti al Kosovo<br />

di Gastone Quadri<br />

Minerbio,<br />

la fattoria pedagogica<br />

di Cinzia Martelli<br />

51 Le sanguisughe<br />

del farmacista<br />

di Walter Matteucci<br />

Piselli... freschi<br />

di Massimo Montanari<br />

E’ tempo<br />

di piselli<br />

di Helmut Failoni<br />

Divertimento<br />

bambino<br />

di Giuseppe Ortolano<br />

Mostre, libri, dischi<br />

Intervista a Caparezza<br />

di G. Oldrini e P. Pacoda<br />

La lettera<br />

di protesta<br />

di Natalino Balasso<br />

<strong>Coop</strong> Editrice <strong>Consumatori</strong><br />

Consiglio di amministrazione:<br />

Paolo Cattabiani (presidente)<br />

Enrico Migliavacca (vicepresidente)<br />

Francesco Berardini, Claudio Cucchiarati<br />

Walter Dondi, Claudio Toso, Luciano Landi,<br />

Paolo Mandini, Daniele Moltrasio<br />

Consegnato alle poste a partire dal 01/05/2006<br />

Il numero di aprile è stato stampato in 2.767.746 copie<br />

Associato a:<br />

ANES, Associazione nazionale editoria specializzata<br />

www.consumatori.e-coop.it


Ogm, far valere<br />

un principio di cautela<br />

consumatori<br />

Si è parlato poco di Ogm negli ultimi mesi. Eppure ho letto<br />

di una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto un<br />

problema sull’intervento delle Regioni che devono legiferare<br />

sulla coesistenza tra colture Ogm e non.<br />

Anna Aspesi - Lodi<br />

Risponde Caludio Mazzini, responsabile innovazione e valori<br />

di <strong>Coop</strong> Italia: Coesistenza. Ossia le regole secondo le quali<br />

colture transgeniche, convenzionali e biologiche possono<br />

(devono?) convivere nello stesso territorio senza nuocersi a<br />

causa di contaminazioni genetiche. Un concetto che cerca di<br />

rendere compatibile la biologia (il rimescolamento dei geni),<br />

l’agronomia (le tecniche colturali da adottare a seguito dell’introduzione<br />

degli OGM) e l’economia .<br />

Da alcuni anni in Europa si dibatte di coesistenza decidendo<br />

di affidare ai singoli Stati la formulazione di una legge: così<br />

ha fatto l’Italia, lasciando però l’opera incompiuta, in quanto,<br />

la norma varata a inizio 2005, è stata impugnata dalla<br />

Regione Marche con un ricorso accolto dalla Corte Costituzionale<br />

che ha affermato il primato delle regioni rispetto allo<br />

Stato centrale nella definizione delle politiche agricole, di<br />

cui la coesistenza sarebbe un anello.<br />

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, una circolare<br />

ministeriale ha ribadito il blocco delle semine fino al momento<br />

in cui non si produrranno norme regionali ad hoc.<br />

Alcune regioni hanno già avviato il percorso e fra queste la<br />

Val d’Aosta ha recentemente varato una legge molto articolata:<br />

le misure per la gestione della coesistenza sono assunte<br />

in coerenza con le informazioni scientifiche e nel rispetto del<br />

principio di precauzione da adottare nei confronti delle colture<br />

convenzionali e biologiche nonché dei diversi agro-ecosistemi<br />

della Regione.<br />

Le misure adottate rispondono al criterio della proporzionalità,<br />

evitando l’imposizione di oneri non necessari a carico<br />

delle singole aziende agricole e degli operatori della filiera, il<br />

cui ruolo è ritenuto rilevante ai fini della commistione tra le<br />

colture transgeniche, convenzionali e biologiche ed i prodotti<br />

delle stesse.<br />

Ricordiamo, infatti, che qualsiasi norma che regoli la coesistenza<br />

deve tendere a evitare la contaminazione in qualsiasi<br />

maggio 2006 4<br />

la posta<br />

Vaschette d’alluminio<br />

Sono davvero pericolose, come ho letto, le vaschette<br />

d’alluminio per contenere i cibi?<br />

Alberta Finessi - Ventimiglia<br />

Il “caso”da lei citato risale al mese di febbraio quando la<br />

Regione Lombardia ha fatto scattare quattro allerte<br />

nazionali portando al sequestro sanitario di più di un<br />

milione di vaschette prodotte in Italia<br />

momento della filiera: così facendo, si potrà garantire al consumatore<br />

non solo il rispetto delle soglie di tolleranza di<br />

OGM fissate, per legge, allo 0.9%, ma porsi l’obiettivo di evitare<br />

contaminazioni in ogni fase produttiva .<br />

Sotto questo profilo la norma varata in Val d’Aosta ha il pregio<br />

di definire indicazioni piuttosto precise: gli agricoltori<br />

che intendono coltivare piante transgeniche sono tenuti ad<br />

adottare pratiche volte ad escludere la dispersione di polline<br />

negli appezzamenti degli agricoltori vicini e, più in genere,<br />

ad assicurare la separazione dei prodotti delle loro coltivazioni<br />

con quelli delle coltivazioni convenzionali e biologiche<br />

presenti nell’area interessata. Le pratiche previste dalla legge<br />

riguardano non solo l’isolamento dei campi, ma anche tutte<br />

pratiche agronimiche quali: la preparazione dei terreni, la<br />

semina, l’impianto, il raccolto, il trasporto, lo stoccaggio e la<br />

conservazione dei prodotti. I campi destinati alle coltivazioni<br />

transgeniche devono essere isolati in modo tale da assicurare<br />

il rispetto delle distanze minime di legge e devono essere lavorati<br />

in modo tale da escludere contaminazioni anche a distanza<br />

di tempo a causa di semi transgenici che rigerminano<br />

nel campo dopo la raccolta delle piante OGM.<br />

Ma al di la di questa importante e positiva esperienza vi è<br />

una sostanziale unanimità nel ritenere che sulla coesistenza<br />

si sappia ancora molto poco, soprattutto in relazione alle<br />

specificità dei diversi territori e delle relative agricolture,<br />

come messo in luce anche dalle indicazioni emerse dal vasto<br />

programma triennale di ricerca sugli OGM in agricoltura<br />

coordinato dall’INRAN, recentemente presentato a Roma.<br />

Una norma che identifica nella prudenza il concetto guida<br />

delle scelte delle istituzioni e delle forze economiche: un atteggiamento<br />

sul quale il Consiglio dei Diritti Genetici ha<br />

invitato le forze politiche a illustrare i propri intendimenti,<br />

ricevendo da Romano Prodi (oltre che da Bertinotti e Pecoraro<br />

Scanio) una risposta in sintonia con il richiamo alla<br />

precauzione. Come <strong>Coop</strong> ci attendiamo che su una scelta di<br />

ordine strategico come questa il prossimo Governo tenga<br />

conto degli interessi ‘di cittadinanza’, ossia del parere largamente<br />

maggioritario espresso dalla gran parte di agricoltori<br />

e consumatori che esprimono diffidenza verso le colture<br />

transgeniche.<br />

La segnalazione arrivava dall’Asl di Milano in base ad<br />

analisi commissionate dai Nas su vaschette di alluminio<br />

di alcuni marchi commerciali.<br />

Sulla superficie di queste vaschette era stata riscontrata<br />

la presenza di sostanze organiche costituite da gliceridi di<br />

sintesi e in particolare il Glicerol Tricaprilato.<br />

Il Glicerol tricaprilato è un olio di sintesi che viene<br />

addizionato alle bobine di allumino per evitare che le<br />

vaschette si attacchino l’una all’altra durante la stampa e<br />

l’imballaggio.


Andava accertato se il lubrificante<br />

fosse o meno cancerogeno e<br />

dannoso, nel frattempo era stato<br />

disposto il sequestro delle vaschette<br />

negli stabilimenti di produzione e<br />

presso i punti vendita e sei persone<br />

erano state denunciate.<br />

Per quanto riguarda i prodotti a<br />

marchio <strong>Coop</strong>, sebbene non fossero<br />

sottoposti a sequestro, sono stati<br />

effettuati autonomi<br />

approfondimenti, appurando che<br />

l’olio impiegato nelle vaschette in<br />

alluminio è di origine vegetale e<br />

dichiarato idoneo per alimenti.<br />

Ciononostante, in attesa di un<br />

parere ufficiale del Ministero, in<br />

coerenza al principio di precauzione<br />

che da sempre <strong>Coop</strong> applica in<br />

questi casi, abbiamo deciso di<br />

ritirare, in via del tutto<br />

precauzionale, tutte le referenze di<br />

vaschette di alluminio a marchio<br />

<strong>Coop</strong>. Successivamente, come<br />

riportato dai principali organi di<br />

comunicazione, l’Istituto Superiore<br />

di Sanità, dopo un’approfondita<br />

indagine svolta su incarico del<br />

ministero della salute, ha stabilito<br />

che le vaschette di alluminio non<br />

sono pericolose e che possono<br />

tranquillamente venire a contatto<br />

con gli alimenti e anche essere<br />

utilizzate per la cottura dei cibi ed i<br />

provvedimenti di sequestro, alla<br />

luce dei risultati delle analisi,<br />

decadono. La normativa 21/3/ 73<br />

(Disciplina degli imballaggi,<br />

recipienti, utensili destinati al<br />

contatto con sostanze alimentari)<br />

non prende in esame l’alluminio e<br />

non regolamenta quindi le cessioni<br />

tollerabili: da molto tempo c’è una<br />

proposta in fase di elaborazione a<br />

livello europeo ma ancora la<br />

> L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è<br />

redazione consumatori<br />

Viale Aldo Moro, 16<br />

40127 Bologna<br />

fax 051 6316908<br />

oppure<br />

redazione@consumatori.coop.it<br />

maggio 2006<br />

la posta<br />

tematica non è normata.<br />

Tuttavia, in assenza di una<br />

normativa sull’alluminio, il<br />

ministero della salute ha<br />

predisposto una disciplina specifica<br />

per il settore, che ora è al vaglio<br />

della Commissione Europea.<br />

Ascensori<br />

Prendendo spesso ascensori, a<br />

volte mi domando se sono<br />

osservate norme e controlli per la<br />

loro sicurezza….<br />

Luigi Pedroni - Macerata<br />

Secondo l’Associazione nazionale<br />

imprese di costruzione e<br />

manutenzione ascensori, solo il<br />

30% degli ascensori italiani è in<br />

regola. Di recente, un decreto del<br />

Ministero delle attività produttive ha<br />

stabilito che, come da regolamenti<br />

europei, gli ascensori installati<br />

prima del 25 giugno 1999 siano<br />

sottoposti ad un’accurata analisi dei<br />

rischi. Il controllo deve essere<br />

certificato da un ingegnere e, se a<br />

rischio, gli interventi di<br />

adeguamento debbono avvenire<br />

entro 6 mesi. All’esterno di ogni<br />

ascensore debbono comunque<br />

essere esposti in modo chiaro e<br />

5<br />

visibile: il marchio CE che<br />

garantisce il rispetto delle norme<br />

europee; nome e indirizzo del<br />

costruttore; tipo, anno di<br />

costruzione e numero di serie;<br />

portata complessiva e numero<br />

massimo di persone trasportabili;<br />

nome e numero di autorizzazione<br />

dell’organismo che ha eseguito il<br />

collaudo o che esegue le verifiche<br />

biennali; data dell’ultimo controllo<br />

effettuato e infine dati e numero di<br />

telefono dell’azienda di<br />

manutenzione e intervento in caso<br />

di guasto.<br />

Vitamina D<br />

Vorrei invecchiare il meglio<br />

possibile: ho letto che gli anziani<br />

dovrebbero assorbire calcio e<br />

vitamina D….<br />

Novella Contini - Vercelli<br />

La vitamina D viene prodotta dalla<br />

pelle naturalmente dopo<br />

un’esposizione alla luce solare e<br />

permette la rimineralizzazione<br />

ossea. La sua carenza porta ad un<br />

minor assorbimento di calcio e alla<br />

conseguente riduzione ossea.<br />

Nell’anziano si manifesta con una<br />

riduzione della forza muscolare e<br />

della stabilità, con aumentato<br />

rischio di cadute e fratture. Recenti<br />

ricerche indicano che oltre la metà<br />

delle donne in menopausa ha livelli<br />

sotto-ottimali di vitamina D. Questa<br />

vitamina è presente in natura in<br />

pochi alimenti: vegetali a foglia<br />

scura, rosso d’uovo, fegato, pesci<br />

grassi, ostriche. Per conservare un<br />

efficiente sistema osseo, occorre<br />

anche osservare alcune buone<br />

abitudini a tavola e nella vita:<br />

introdurre calcio e ridurre proteine<br />

animali che ne aumentano<br />

l’eliminazione, una minore<br />

sedentarietà, una buona<br />

esposizione al sole, una riduzione<br />

del fumo responsabile.<br />

dell’abbassamento del livello di<br />

estrogeni.


di Dario Guidi<br />

RILANCIO<br />

consumatori<br />

lasciati su <strong>Consumatori</strong> di un paio<br />

di mesi fa parlando di un Italia prima di tutto<br />

C’eravamo<br />

bisognosa di ritrovare fiducia e serenità,<br />

come condizioni fondamentali per far ripartire economia<br />

e società, bloccate da un lungo periodo di difficoltà<br />

e travagli . Ad oggi, con esigenze ovviamente immutate<br />

e semmai sempre più urgenti, possiamo solo<br />

registrare l’esito al fotofinish di una dura competizione<br />

elettorale, le cui tossine non paiono ancora del tutto<br />

smaltite.<br />

I complessi e preventivati passaggi istituzionali (legati<br />

in primo luogo all’elezione del nuovo presidente della<br />

Repubblica) fanno sì che la prospettive del varo di un<br />

nuovo governo sia rinviata a maggio inoltrato. L’esito<br />

del voto, che se da un lato ha indicato (pur con numeri<br />

risicati) un vincitore nella coalizione di centro sinistra,<br />

non modifica comunque l’agenda di problemi che<br />

dovranno essere affrontati. Del resto si erano da poco<br />

chiuse le urne che le agenzie internazionali di rating<br />

(quelle che giudicano l’affidabilità e lo stato di salute<br />

delle finanze di un paese) erano già lì a dire che, chiunque<br />

fosse il vincitore, l’Italia avrebbe dovuto mettere<br />

in cantiere rapidi interventi sul<br />

versante dei conti pubblici e della<br />

riduzione del debito.<br />

Ma dunque che situazione economica<br />

si troverà davanti il nuovo<br />

governo, presumibilmente presieduto<br />

da Romano Prodi, e da dove<br />

dovrà partire nel suo operare concreto?<br />

“Le cose da fare sono tante<br />

Tito Boeri<br />

– spiega l’economista Tito Boeri,<br />

maggio 2006<br />

in primo piano<br />

6<br />

docente all’Università Bocconi di Milano – Ma senz’altro<br />

la prima è avere la consapevolezza che la situazione<br />

dei conti pubblici lasciata dal precedente governo è<br />

molto grave. Come ha dovuto riconoscere l’ultima Trimestrale<br />

di cassa (particolarmente elettorale e mai<br />

così reticente), viaggiamo verso un disavanzo del 4,5<br />

per cento nel 2006, con la prospettiva che, per il secondo<br />

anno consecutivo, il rapporto tra debito pubblico<br />

e Pil aumenti (dovrebbe presumibilmente tendere<br />

al 108 per cento contro il 106,4 del 2005). Questo significa<br />

che, a bocce ferme, dobbiamo prepararci a un<br />

aggiustamento pari a circa due punti di Pil nei prossimi<br />

due anni (circa 28 miliardi di euro ndr). Ogni altra<br />

operazione di spesa o di taglio di tasse dovrà dunque<br />

trovare una copertura strutturale in aggiunta a questa<br />

cifra. Sono scelte difficili e delicate da fare, ma imprescindibili.<br />

Anche perché se dovessimo avere un abbassamento<br />

della valutazione sulla nostra affidabilità dalle<br />

agenzie di rating, ne deriverebbero ulteriori oneri<br />

per il debito pubblico”.<br />

Dunque i margini di manovra per il nuovo governo<br />

appaiono piuttosto stretti. Con l’aggiunta che l’attenzione<br />

ai conti non può non essere accompagnata dal<br />

varo di misure di rilancio dell’economia. “Per questo<br />

– prosegue Boeri – credo siano da privilegiare riforme<br />

a costo zero o comunque interventi il meno onerosi<br />

possibile. Ad esempio la riduzione del cuneo fiscale sul<br />

costo del lavoro, credo possa essere concentrata sui<br />

salari più bassi, perché avrebbe effetti virtuosi in termini<br />

di favorire l’emersione dal sommerso e la competitività<br />

delle nostre esportazioni”.<br />

Altro esempio di riforma a basso costo è quello delle liberalizzazioni<br />

di settori economici e servizi, promuovendo<br />

così una maggiore concorrenza a tutto vantaggio<br />

continua a pagina 9 >


CERCASI<br />

Aldo Soldi<br />

presidente nazionale<br />

Ancc-<strong>Coop</strong><br />

Dopo una difficile sfida elettorale,<br />

con una grave situazione della<br />

finanza pubblica e comunque con<br />

un’economia da far ripartire, quali<br />

dovranno essere le priorità del<br />

nuovo governo? Lo abbiamo<br />

chiesto all’economista Tito Boeri<br />

“Occorre favorire<br />

la coesione sociale”<br />

“Abbiamo bisogno di un<br />

governo che lavori per la<br />

coesione sociale e per ridare<br />

fiducia alla gente - spiega il<br />

presidente di Ancc-<strong>Coop</strong> Aldo<br />

Soldi - Sono questi gli elementi<br />

più urgenti da garantire, che<br />

mancano ormai da troppo<br />

tempo. Poi ovviamente c’è<br />

bisogno di interventi che<br />

sappiano sostenere la ripresa<br />

economica, sia per quanto<br />

riguarda le imprese che il<br />

potere d’acquisto delle famiglie,<br />

eroso sempre più da costi<br />

obbligatori, come quello del<br />

caro petrolio. A questo proposito<br />

ci tengo a ricordare che come<br />

<strong>Coop</strong>, abbiamo presentato una<br />

legge di iniziativa popolare sulla<br />

parziale liberalizzazione della<br />

vendita dei farmaci. Si tratta di<br />

maggio 2006<br />

in primo piano<br />

una proposta che è stata<br />

sottoscritta da centinaia di<br />

migliaia di italiani, ed anzi sino<br />

a fine maggio la raccolta di<br />

firme in calce a una petizione<br />

che sostiene i contenuti della<br />

legge, continuerà. Noi ovviamente<br />

speriamo che questa<br />

proposta di legge possa avere<br />

un corso rapido e positivo nel<br />

nuovo parlamento. Anche<br />

perché i contenuti che abbiamo<br />

proposto fanno riferimento a<br />

un versante importante e più<br />

ampio su cui occorre lavorare,<br />

che è quello della liberalizzazione<br />

dei mercati e della difesa<br />

del reddito delle famiglie.<br />

Questi sono sicuramente due<br />

aspetti che nella legislatura che<br />

sta per partire e nell’azione del<br />

nuovo governo riteniamo<br />

debbano essere prioritari”.<br />

7<br />

Conti pubblici<br />

Rapporto deficit/Pil<br />

si va verso il 4,5%<br />

E il debito sale<br />

I conti pubblici sono la priorità<br />

che il nuovo governo dovrà affrontare.<br />

Vediamo qualche cifra.<br />

Il Governo uscente ha indicato<br />

per il 2006 un obiettivo di rapporto<br />

deficit/Pil al 3,8%. Ma<br />

tutti i dati dicono che in realtà si<br />

viaggia verso un 4,2-4,5%, cioè<br />

qualcosa come 8-10 miliardi di<br />

euro in più.<br />

Dunque se l’obiettivo deficit<br />

2006 difficilmente sarà raggiunto,<br />

ancor più complesso è il discorso<br />

sul debito complessivo,<br />

che nel 2005 è tornato a crescere<br />

attestandosi al 106,4% de Pil.<br />

Secondo “il Sole 24 Ore”, anche<br />

solo perché il debito resti stabile<br />

al 106,4% (senza diminuire),<br />

serve una correzione di 24 miliardi<br />

di euro. Gli impegni pattuiti<br />

dal governo uscente con<br />

l’Unione Europea prevedono un<br />

deficit al 2,8% del Pil nel 2007 e<br />

un debito complessivo di nuovo<br />

in calo. Dunque per arrivarci il<br />

lavoro non manca...


La vita delle famiglie<br />

Nel 2005 consumi ancora fermi<br />

E pesano sempre di più bollette e servizi<br />

Per non parlare solo di conti<br />

pubblici ecco anche qualche cifra<br />

sui consumi degli italiani nel<br />

2005 secondo i dati Istat. In sostanza<br />

i consumi sono rimasti<br />

fermi, con un aumento a famiglia<br />

di soli 22 euro, passando da<br />

una media annua di 35.404 a<br />

35.426 euro. Ma se si va a guardare<br />

dentro a questa cifra si scopre<br />

che le famiglie acquistano in<br />

realtà meno prodotti, perché<br />

sono costrette a destinare una<br />

fetta maggiore di risorse per costi<br />

obbligati come bollette per<br />

elettricità e gas o le spese per trasporti,<br />

servizi assicurativi e bancari.<br />

E come con una coperta<br />

corta, se si è speso di più da una<br />

parte, resterà qualcosa di meno<br />

dall’altra.<br />

Ecco alcuni esempi: mediamente<br />

maggio 2006<br />

in primo piano<br />

una famiglia ha speso nel 2005<br />

118 euro in più per elettricità e<br />

gas e ne ha spesi 124 in meno<br />

per l’abbigliamento, ha speso 46<br />

euro in più per servizi finanziari e<br />

35 in meno per la calzature, 15<br />

euro in più di assicurazioni e 20<br />

in meno per servizi ricreativi.<br />

Alle cifre crude, si aggiunge poi,<br />

come osserva il professor Giampaolo<br />

Fabris, “la diffusa percezione<br />

di impoverimento da parte di<br />

vasti strati della popolazione”.<br />

Questo perchè, spiega Fabris, “i<br />

redditi non hanno tenuto il passo<br />

con l’inflazione. L’incremento del<br />

reddito medio delle famiglie per<br />

gli ultimi 5 anni, da 56 a 59 milioni<br />

delle vecchie lire, corrisponde a<br />

una crescita di appena lo 0,5%,<br />

di gran lunga inferiore ai più ottimistici<br />

calcoli sull’inflazione”.<br />

8<br />

la vignetta di ellekappa


dei consumatori e dei cittadini (vedi<br />

anche il riferimento al tema della<br />

normativa sulla vendita dei farmaci<br />

nell’intervento del presidente di<br />

Ancc-<strong>Coop</strong> Aldo Soldi che proponiamo<br />

in queste pagine ndr).<br />

“Sul tema di una maggiore apertura<br />

del mercato – aggiunge Boeri –<br />

c’è da fare una riflessione che deriva<br />

proprio dalla fotografia che le<br />

urne ci hanno consegnato. L’impressione<br />

è che si sia andata accentuando<br />

la polarizzazione fra le due<br />

coalizioni nel rappresentare gruppi<br />

sociali diversi. In particolare i lavoratori<br />

autonomi paiono essersi spostati<br />

a destra e i lavoratori dipendenti<br />

aver fatto il percorso inverso,<br />

rafforzando in questo la già forte<br />

concentrazione dell’elettorato. Con<br />

l’aggiunta che, nel corso dell’ultima<br />

legislatura, il lavoro autonomo<br />

ha visto migliorare notevolmente<br />

la propria condizione economica<br />

nei confronti del lavoro dipendente.<br />

Il fatto è che i lavoratori autonomi<br />

si oppongono strenuamente a<br />

riforme che aumentino la concorrenza<br />

nei mercati e che liberalizzino<br />

le professioni, mentre i lavoratori<br />

dipendenti tendenzialmente<br />

sono in maggioranza contrari a interventi<br />

di liberalizzazione su versanti<br />

come il mercato del lavoro, le<br />

pensioni o il sistema di welfare”.<br />

In questo complesso scenario qualche<br />

aiuto potrà venire dell’economia<br />

europea e mondiale, data in<br />

ripresa? Gli analisti sono cautamente<br />

ottimisti. Il governatore di<br />

Bankitalia Mario Draghi ha parlato<br />

di “ripresa iniziata”. Anche se è iniziata<br />

più altrove (vedi Germania)<br />

che non da noi. Ed a frenare gli entusiasmi<br />

ci sono poi i dati sull’ennesima<br />

impennata nel prezzo del<br />

petrolio, arrivato a superare i 70<br />

dollari al barile. E un paese come<br />

l’Italia è particolarmente vulnerabile<br />

di fronte a questi aumenti.<br />

“Abbiamo problemi strutturali davanti<br />

a noi – conclude Boeri – andamenti<br />

anche positivi della congiuntura<br />

internazionale non ci<br />

devono far distogliere da questo. E<br />

perciò c’è da augurarsi che dopo la<br />

polarizzazione del paese, che non<br />

solo la campagna elettorale, ma anche<br />

le scelte del precedente governo<br />

hanno determinato, si ritorni,<br />

con intelligenza e determinazione,<br />

a lavorare per far prevalere l’interesse<br />

generale”. ■ ■ ■<br />

consumatori<br />

maggio 2006<br />

un pianeta da difendere<br />

9<br />

di Mario Tozzi<br />

primo ricercatore Cnr - Igag<br />

e conduttore televisivo<br />

AMBIENTE<br />

il convitato di pietra<br />

A elezioni finite forse si può tentare di porre all’ordine del giorno<br />

il grande assente dal dibattito politico degli ultimi cinque<br />

anni, l’ambiente. Non solo non se ne è parlato prima di andare<br />

a votare, ma ben poco si è fatto nella legislatura passata, se<br />

non in peggio. Il decreto di legge delega in materia ambientale<br />

rischia di essere una vera e propria iattura per le conseguenze<br />

nefaste che avrà, per dirne una, sui rifiuti che verranno confusi<br />

e di cui sarà impossibile ricostruire la storia e,<br />

eventualmente, punire chi se ne libererà in maniera poco acconcia.<br />

Il condono edilizio ha favorito un’ulteriore valanga di<br />

seconde case abusive che hanno finito di devastare le nostre<br />

coste e non ha portato entrate significative. I parchi naturali<br />

hanno subìto continue aggressioni. La legge obbiettivo ha consentito<br />

di saltare i controlli ambientali con la scusa che impedivano<br />

la realizzazione delle grandi opere. La Patrimonio s.p.a.,<br />

infine, ha reso possibile mettere in vendita pezzi di natura che<br />

appartengono al demanio - cioè a tutti noi - con la scusa che lo<br />

stato non ha i denari per occuparsene.<br />

Ferite profondissime che dovranno essere risanate, ma la cui<br />

guarigione non potrà che essere solo il primo passo verso un<br />

nuovo modo di vedere le cose in materia ambientale. Bisognerà<br />

che si capisca che l’ambiente non è qualcosa da cui si prelevano<br />

risorse e in cui si buttano rifiuti. E che il sistema economico,<br />

qualsiasi esso sia, è sempre e comunque un sottoprodotto<br />

della biosfera, e non esisterebbe se non ci fosse questo pianeta.<br />

Ciò significa che non esistono speciose contrapposizioni fra lavoro<br />

e ambiente: non ci può essere spazio per il primo se non<br />

viene salvaguardato il secondo. Su questo punto, però, le colpe<br />

non sono solo della precedente maggioranza di governo, o comunque<br />

dei governi conservatori del mondo, ma anche delle<br />

opposizioni e delle organizzazioni sindacali che hanno grosse<br />

responsabilità nella scarsa cultura ambientale di questo Paese.<br />

Quando a Marghera si moriva di cancro - dentro e fuori il petrolchimico<br />

-, si continuava a difendere il posto di lavoro pure<br />

quando era ormai chiara la portata mortifera di alcune attività,<br />

invece di incrociare le braccia per ottenere lavorazioni sicure. E<br />

si continuano a tollerare troppe attività che inquinano sotto il<br />

ricatto della perdita del lavoro.<br />

Sono ragionamenti vecchi che non tengono conto di una situazione<br />

ecologica ai limiti del disastro e che non si pongono nell’unica<br />

prospettiva sostenibile, quella che mette al primo posto<br />

la salvaguardia ambientale, perché ci può essere il dubbio che<br />

un’attività inquinante procuri lavoro, ma c’è la certezza che un<br />

ambiente degradato non permette di vivere bene e, anzi, alla<br />

lunga, uccide. E’ tempo di nuove lotte e speriamo che la prossima<br />

impostazione di governo ne tenga il dovuto conto.


ubricag in primo piano<br />

LA SICUREZZA NEL<br />

Come orientarsi tra scandali veri e infor<br />

di Roberto La Pira<br />

Parlare di sicurezza alimentare in Italia è difficile. Da<br />

noi i problemi in genere si strillano, e solo qualche<br />

volta si preferisce esaminarli in modo tempestivo,<br />

soffermandosi sugli aspetti davvero importanti. Nel linguaggio<br />

corrente si parla di scandali alimentari, perché<br />

gli eventi che si susseguono sulle prime pagine dei giornali<br />

e nelle televisioni spesso sono presentati con toni allarmistici.<br />

L’ultimo episodio riguarda le vaschette di alluminio.<br />

Il 18 marzo i quotidiani nazionali titolano<br />

“Vaschette di alluminio è allarme”. Sotto accusa è la presenza<br />

di tracce di un olio non alimentare utilizzato nel<br />

corso della produzione industriale per favorire il distacco<br />

dei pezzi. Le televisioni riprendono la notizia diramata<br />

dall’Asl di Milano e la questione diventa l’ennesimo scandalo.<br />

Il giorno dopo il Ministero della salute minimizza e<br />

invita a usare senza problemi le vaschette. Nonostante<br />

l’intervento del Ministero, la stampa riporta che l’Asl del<br />

capoluogo Lombardo rinnova l’invito al ritiro. In realtà la<br />

notizia viene subito smentita e la Regione emette un comunicato<br />

in cui considera cessata l’allerta. A questo punto<br />

la notizia scompare dalle cronache, non vengono pubblicati<br />

altri articoli in cui si informa del cessato allerta e ai<br />

consumatori restano i dubbi (nel merito del problema vaschette<br />

pubblichiamo un intervento più dettagliato nella<br />

rubrica lettere di questo numero ndr). Siamo di fronte ad<br />

un tipico esempio di disinformazione che può solo provocare<br />

confusione.<br />

Un altro sistema per creare allarmismo consiste nel trasformare<br />

un problema in uno scandalo, ricorrendo a titoli<br />

esagerati. Lo stesso effetto si ottiene quando si utilizza<br />

un filmato inquietante in un servizio televisivo, quando si<br />

manda in onda il commento incauto di un ministro o la<br />

dichiarazione esagerata di un esperto troppo apprensivo.<br />

L’esito è spesso disastroso, perché i consumatori spaven-<br />

maggio 2006<br />

10<br />

tati agiscono in modo istintivo e spesso esagerato come si<br />

è visto con la vicenda dell’influenza aviaria. Una parte di<br />

responsabilità nella diffusione dell’allarmismo è quindi da<br />

addebitare agli organi di informazione, sempre pronti a<br />

trovare un titolo forte per la prima pagina, ma poco attenti,<br />

quando bisogna spiegare che l’allarme è cessato oppure<br />

quando bisogna quantificare il rischio.<br />

Un ruolo importante spetta alle istituzioni. Per giorni si è<br />

parlato di vaccini inesistenti, di medicine antivirali non<br />

vendute in farmacia, con l’effetto di creare una vera psicosi.<br />

Le autorità sanitarie pur avendo gli strumenti per spiegare<br />

gli eventi e tranquillizzare la gente, non hanno saputo<br />

fronteggiare la situazione. I veterinari italiani, che sono<br />

direttamente coinvolti in tutte le operazioni e possono<br />

vantare una lunghissima esperienza in materia di influenza<br />

aviaria, sono stati quasi del tutto ignorati dagli organi di<br />

informazione. Nel caso dell’influenza aviaria è vero che il<br />

pericolo di trasmissione del virus dall’animale all’uomo<br />

esiste, ma è altrettanto vero che il rischio è molto lontano.<br />

Purtroppo il messaggio recepito dai consumatori è stato<br />

un altro, soprattutto in autunno quando i giornali e televisioni<br />

strillavano in copertina la pandemia e rilanciavano<br />

le parole di un ministro troppo agitato. Le responsabilità<br />

istituzionali in questa vicenda sono state gravi, perché parole<br />

come pandemia e vaccini sono state lanciate come<br />

macigni sulla gente, con effetti devastanti. Gli esperti di<br />

comunicazioni sono concordi nel ritenere che nella vicenda<br />

aviaria gli addetti ai lavori non abbiano comunicato in<br />

modo adeguato con la gente, provocando così più danni ai<br />

polli e alla nostra economia dello stesso virus.<br />

Una parte di responsabilità spetta anche ai produttori che,<br />

travolti dagli eventi, il più delle volte non sanno reagire<br />

adeguatamente. In Italia le aziende che in una situazione<br />

di crisi come quella dell’influenza aviaria, o del latte con<br />

l’ITX attivano un programma di emergenza predisposto in<br />

continua a pagina 13 >


ubricag in primo piano<br />

Dall’aviaria, al grano intossicato,<br />

alle uova adulterate: continuano<br />

a spuntare problemi e casi legati<br />

alla qualità dei cibi che mangiamo.<br />

E quasi sempre si mescolano dati<br />

reali e comportamenti fraudolenti,<br />

con allarmismi ingiustificati, magari<br />

alimentati dalla fretta dei media<br />

PIATTO<br />

consumatori<br />

mazione approssimativa<br />

<strong>Coop</strong>: una rete di 84 ispettori e un sistema di allerta<br />

“Tanti controlli, così sull’Itx siamo partiti due mesi prima”<br />

All’interno di un supermercato la<br />

gestione della sicurezza è un elemento<br />

che non sempre balza all’occhio.<br />

Garantire la rotazione<br />

delle merci e mantenere un livello<br />

di igiene impeccabile nei vari settori<br />

è un compito fondamentale e<br />

complicato. Nei punti vendita più<br />

grandi dove sono presenti diverse<br />

reparti produttivi come la panetteria,<br />

la pescheria, la macelleria, la<br />

salumeria è necessario adottare<br />

tutte le misure di prevenzione e di<br />

igiene previste dalla legge oltre alle<br />

buone pratiche definite da <strong>Coop</strong><br />

(perchè è dei punti vendita <strong>Coop</strong><br />

che qui prliamo). C’è poi un controllo<br />

per tutti gli alimenti freschi<br />

che riguarda la verifica delle temperature<br />

dei frigoriferi e la disposizione<br />

del prodotti sugli scaffali.<br />

Oltre a ciò occorre controllare la<br />

movimentazione dei prodotti in<br />

modo tale che non siano presenti<br />

prodotti scaduti o con una data<br />

troppo vicina alla scadenza.<br />

Un altro aspetto da non sottovalutare<br />

è la gestione della tracciabilità,<br />

ovvero la messa a punto di un sistema<br />

in grado di risalire in ogni<br />

maggio 2006<br />

momento all’intero percorso del<br />

prodotto. Si tratta di un lavoro invisibile<br />

che <strong>Coop</strong> ha affidato ad<br />

una squadra di 84 superispettori<br />

composta da 46 tecnici in <strong>Coop</strong><br />

Italia e 38 distribuiti sul territorio. Il<br />

loro lavoro è discreto ma importante,<br />

perché coordinano le verifiche<br />

effettuate nei punti vendita, i<br />

controlli delle produzioni interne e<br />

la formazione degli addetti. Inoltre<br />

lavorano sui prodotti locali<br />

adottando un piano di controllo<br />

simile a quello generale. Il programma<br />

delega alle strutture centrali<br />

i controlli sui prodotti a marchio<br />

<strong>Coop</strong> e sugli alimenti dalle<br />

grandi marche, attraverso analisi<br />

specifiche da realizzare periodicamente<br />

durante l’anno. Gli stessi<br />

criteri si applicano nei confronti<br />

delle aziende territoriali minori.<br />

Oltre alla fase preliminare, dove si<br />

visita l’azienda per verificare le<br />

strutture e il rispetto delle normative,<br />

ci sono i controlli successivi.<br />

Questo metodo di lavoro è fondamentale<br />

e tutti i fornitori <strong>Coop</strong><br />

sanno che periodicamente devono<br />

superare i test.<br />

11<br />

«Un altro aspetto poco conosciuto<br />

è il piano di emergenza <strong>Coop</strong> -<br />

spiega Maurizio Zucchi responsabile<br />

qualità di <strong>Coop</strong> Italia - Quando<br />

c’è un problema il più delle volte lo<br />

sappiamo con anticipo, e questo ci<br />

permette di agire tempestivamente.<br />

I segnali provengono dai consumatori,<br />

dalle telefonate al numero<br />

verde, dalle Asl e dai Nas o da<br />

altri enti di controllo che vengono<br />

nei punti vendita a prelevare campioni.<br />

Anche le aziende ci avvertono<br />

quando scoprono un difetto<br />

del prodotto o ricevono la visita di<br />

organi di controllo. Un’altra fonte<br />

di informazione sono le analisi fatte<br />

di routine da <strong>Coop</strong> sui prodotti.<br />

C’è poi una rete di osservatori che<br />

segue i problemi negli altri paesi<br />

Ue, che controlla le comunicazioni<br />

di allerta diramate dall’Unione<br />

Europea. Questa posizione ci permette<br />

di agire con tempestività.<br />

Per esempio nel caso dell’ITX i primi<br />

prodotti sospetti sono stati tolti<br />

dagli scaffali due mesi prima dello<br />

scandalo, in nome del principio di<br />

precauzione, perché sapevamo<br />

che erano in corso accertamenti».


POTETE TROVARCI AL<br />

SALONE DEL GUSTO DI TORINO<br />

DAL 26 AL 30 OTTOBRE 2006.<br />

rubricag<br />

Pettinicchio.<br />

La bontà prima di tutto.<br />

Da sempre, Pettinicchio ti dà il massimo del<br />

gusto e della freschezza. Perché da 70 anni produce<br />

secondo la migliore tradizione casearia e utilizza<br />

solo latte italiano. Così ti porta tutta la bontà<br />

della Mozzarella Fior di Latte, prodotta nell’Agropontino,<br />

e della Mozzarella di Bufala Campana DoP.<br />

NADLER LARIMER MARTINELLI


Chi fa i controlli<br />

A Parma c’è la struttura europea, manca quella italiana<br />

consumatori<br />

Il rischio dell’influenza aviaria, la contaminazione<br />

del latte per bambini hanno focalizzato l’attenzione<br />

dell’opinione pubblica sulle strutture adibite<br />

alla sicurezza alimentare. In Italia il compito di<br />

vigilare è affidato a 13 istituzioni che dipendono<br />

da tre ministeri (Salute, Politiche Agricole e<br />

Finanze). Tra le più note ci sono i NAS, anche<br />

se in realtà l’azione più sistematica è svolta dal<br />

Servizio Veterinario delle Asl e dall’Ispettorato<br />

Centrale Repressioni Frodi. Nel 2002 (si tratta dei<br />

dati più recenti a disposizione) i 13 controllori<br />

hanno effettuato complessivamente 170 mila<br />

analisi e 720 mila controlli/ispezioni. C’è poi il<br />

problema dello scarso coordinamento tra gli<br />

organismi. Questa lacuna, insieme alla mancanza<br />

di accreditamento di alcuni laboratori e alle scarse<br />

risorse finanziarie, è evidenziata molto bene nei<br />

rapporti presentati all’Unione Europea in seguito<br />

ad ispezioni effettuate nel 2004 e nel 2005 dal<br />

FVO (Food and Veterinary Office).<br />

A livello europeo un ruolo decisivo è affidato all’Autorità<br />

europea per la sicurezza alimentare con sede<br />

precedenza sono pochissime. Le industrie<br />

serie hanno un piano nel cassetto<br />

che prevede accertamenti immediati<br />

all’interno e all’esterno, un<br />

programma per il recupero immediato<br />

dei lotti sotto accusa, l’attivazione<br />

di un ufficio stampa per comunicare<br />

con i media e i consumatori.<br />

Quando tutto questo manca i dirigenti<br />

delle industrie alimentari non<br />

sanno affrontare la situazione. Alcuni<br />

negano qualsiasi responsabilità, altri<br />

convocano gli stati generali e cercano<br />

di organizzarsi, perdendo tempo<br />

prezioso e provocando ricadute negative<br />

sul mercato con un inevitabile<br />

crollo delle vendite.<br />

Gli esperti di crisi sostengono che la<br />

situazione deve essere gestita subito<br />

con trasparenza, informando i consumatori<br />

e i media in modo corretto.<br />

Solo così e possibile evitare il caos.<br />

Le regole sono ormai conosciute, occorre<br />

creare nei primi sette giorni<br />

dello scandalo i presupposti per ridurre<br />

gli effetti negativi e preparare<br />

il recupero.<br />

In tutti gli scandali alimentari alla<br />

fine si crea una situazione in cui colpevoli<br />

e innocenti, consumatori, produttori<br />

e distributori si trovano tutti<br />

insieme in un girone infernale, dove<br />

maggio 2006<br />

in primo piano<br />

diventa difficile distinguere la frode<br />

commerciale dalla sofisticazione, il<br />

danno economico dal pericolo per la<br />

salute e dove tutti parlano di rischio<br />

ma pochi sanno quantificarlo. Anche<br />

la vicenda del grano duro canadese<br />

contaminato da ocratossina, una sostanza<br />

tossica prodotta da un fungo,<br />

costituisce un altro esempio di catti-<br />

13<br />

a Parma (EFSA), che ha il compito valutare i rischi<br />

e fornire informazioni obiettive e tempestive in<br />

base alle considerazioni di esperti e studi scientifici<br />

internazionali. Per l’influenza aviaria l’EFSA ha invitato<br />

i cittadini a fare l’unica cosa sensata: seguire le<br />

normali regole di igiene (cuocere con cura la carne<br />

di pollo e lavarsi le mani dopo avere maneggiato<br />

uova e volatili). Per la questione dell’ITX nel latte<br />

l’EFSA ha considerato “la presenza inopportuna<br />

ma, non ha ritenuto probabile un rischio immediato<br />

per la salute in base ai livelli di contaminazione”.<br />

Il terzo elemento su cui ruota la sicurezza europea<br />

è il sistema di allerta (RASFF). Quando una nazione<br />

individua un prodotto alimentare pericoloso, lo<br />

comunica a Bruxelles. L’informazione viene diffusa<br />

in rete ogni settimana attraverso un bollettino<br />

che raccoglie 20-30 prodotti da ritirare in tutti gli<br />

stati europei perché non conformi. La situazione<br />

Italiana è un po’ paradossale perché ospitiamo a<br />

Parma l’EFSA, che raccoglie le agenzie per la sicurezza<br />

alimentare dei vari paesi dell¹Unione, senza<br />

avere una nostra struttura nazionale equivalente.<br />

va informazione. La storia è assolutamente<br />

vera ed è molto grave, ma ci<br />

sono degli aspetti da chiarire altrimenti<br />

la gente avanza dubbi anche<br />

sulla pasta.<br />

Gli addetti ai lavori e gli analisti sapevano<br />

che nonostante la presenza di<br />

grano canadese contaminato, la pasta<br />

italiana era in regola. Il motivo è<br />

semplice. Nel processo di molitura la<br />

parte più esterna del chicco viene rimossa<br />

e il grano perde il 60% delle<br />

ocratossine eventualmente presenti.<br />

La farina canadese è stata comunque<br />

miscelata a quella italiana in quantità<br />

minime (5/10%), riducendo ulteriormente<br />

l’ocratossina nel prodotto finito.<br />

Alla fine di questo processo industriale<br />

la pasta si presenta con un<br />

contenuto inferiore di contaminanti<br />

rispetto ai limiti di legge e può essere<br />

commercializzata, come dimostrano<br />

le prove effettuate da Altroconsumo<br />

subito dopo lo scandalo.<br />

Certo la sofisticazione esiste e le autorità<br />

devono perseguire i colpevoli,<br />

ma ai consumatori va detto chiaramente<br />

che gli spaghetti italiani sono<br />

buoni. Se ci si ferma alla prima notizia,<br />

come hanno fatto in molti, l’immagine<br />

della pasta italiana viene intaccata<br />

senza motivi validi.<br />

continua a pagina 15 >


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

Unipol Banca, con GiàGrande<br />

tanti vantaggi per i pensionati<br />

Conto corrente, ma quanto mi costi?<br />

Un tema attualissimo, con le associazioni dei consumatori in prima linea, che<br />

denunciano i prezzi alti dei servizi bancari in Italia mentre lʼAntitrust decide di fare<br />

chiarezza sul problema aprendo unʼindagine.<br />

Ma, finalmente, un concreto segnale di novità e di ottimismo arriva da Unipol Banca. La<br />

buona notizia riguarda i pensionati che decidono di ricevere la pensione con accredito<br />

automatico sul conto corrente bancario. A favore di questi clienti Unipol Banca ha<br />

recentemente lanciato GiàGrande, un nuovo conto corrente che fa della convenienza e<br />

della trasparenza i propri punti di forza.<br />

Vediamo in dettaglio i vantaggi di GiàGrande<br />

Spese di tenuta conto e di liquidazione Zero<br />

Operazioni Gratuite illimitatamente<br />

Invio estratto conto e documento di sintesi Gratuiti<br />

Addebito delle utenze domestiche Gratuito<br />

Blocchetti assegni Gratuiti<br />

Carta Bancomat UnipolCashPlus Quota annuale gratuita<br />

Dossier Titoli<br />

(qualora contenga Titoli di Stato, Fondi e Gestioni Unipol)<br />

Gratuito<br />

Tasso di interesse sui depositi in c/c 0,75%<br />

Spese di estinzione del c/c Zero<br />

I vantaggi aumentano se il correntista è iscritto a una delle organizzazioni dei pensionati<br />

della CGIL, CISL, UIL, CNA, Confesercenti e CIA. Infatti, esclusivamente per questi clienti,<br />

lʼimposta di bollo sul c/c (attualmente pari a Euro 34,20 annui) sarà a carico di Unipol Banca.<br />

Inoltre questi correntisti potranno usufruire gratuitamente di un servizio di assistenza<br />

sanitaria telefonica fornito da UniSalute, la società del Gruppo Unipol specializzata<br />

nellʼassistenza sanitaria. Il servizio prevede tra lʼaltro gratuitamente 24 ore su 24, informazioni<br />

e pareri medici immediati, lʼinvio di un medico in caso di necessità, rientro dal ricovero ed<br />

una consulenza telefonica specialistica.<br />

Insomma vantaggi veri e tangibili che dimostrano concretamente la volontà di Unipol<br />

Banca di caratterizzarsi come una banca “nuova”, capace di offrire servizi innovativi e di<br />

qualità, equi e trasparenti; una banca che dimostra con i fatti la propria sensibilità verso<br />

le esigenze e le richieste dei cittadini.<br />

In questo percorso, GiàGrande, rappresenta un momento di grande attenzione di Unipol<br />

Banca verso chi è già in pensione, cioè verso i genitori, i nonni, gli zii, gli amici che hanno<br />

lavorato per costruire la nostra società, che meritano rispetto e riconoscenza; persone già<br />

grandi a cui Unipol Banca ha cercato di offrire il proprio meglio.<br />

GiàGrande è disponibile presso le Filiali Unipol Banca e le Agenzie assicurative del Gruppo<br />

Unipol che propongono i prodotti bancari di Unipol Banca. Per informazioni è possibile telefonare<br />

al numero verde 800-112114 oppure consultare il sito Internet www.unipolbanca.it.<br />

Fondata nel 1998<br />

250 Filiali in 17 regioni<br />

Oltre 1.600 dipendenti<br />

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali si farà riferimento ai fogli informativi disponibili presso<br />

tutti i locali aperti al pubblico della Banca e delle Agenzie Assicurative del Gruppo Unipol abilitate a proporre i servizi bancari.


Una situazione per molti aspetti paradossale<br />

si è presentata per la vicenda<br />

dell’ITX, l’inchiostro utilizzato sulle<br />

etichette delle confezioni di latte Nestlé<br />

e di altre bevande confezionate<br />

con il Tetra-Pak. Le autorità sanitarie<br />

italiane, dopo avere informato Bruxelles<br />

all’inizio di settembre, hanno<br />

pensato bene di non dire nulla ai<br />

consumatori. La notizia è arrivata<br />

all’opinione pubblica a fine novembre<br />

nel modo peggiore, in seguito ad un<br />

sequestro. A questo punto è iniziato<br />

un balletto di dichiarazioni assolutamente<br />

improbabili da parte delle<br />

aziende e delle autorità nazionali ed<br />

europee che hanno creato il caos. Una<br />

questione da spiegare con attenzione e<br />

da gestire con professionalità è diventata<br />

un caso nazionale assolutamente<br />

caotico. La storia dell’ITX sottolinea<br />

l’assenza di un’intesa tra i diversi organi<br />

di controllo italiani e l’incapacità<br />

del sistema di informare correttamente<br />

i consumatori.<br />

La vicenda delle uova fecondate destinate<br />

agli inceneritori che venivano<br />

riciclate nel circuito alimentare da<br />

alcune industrie produttrici di ovoprodotti,<br />

è stato un fatto grave. Anche<br />

in questo caso però i rischi per i consumatori<br />

risultano contenuti, perché<br />

la diluizione del prodotto di scarto in<br />

quello buono, la pastorizzazione degli<br />

ovoprodotti effettuata prima del<br />

confezionamento e la cottura dei prodotti<br />

da forno, assicuravano l’eliminazione<br />

dei batteri patogeni.<br />

Queste considerazioni non devono<br />

essere fraintese. Il consumatore ha<br />

tutto il diritto di acquistare prodotti<br />

sicuri e di qualità, e le aziende hanno<br />

il dovere di lavorare in modo coscienzioso<br />

rispettando le norme igieniche.<br />

I provvedimenti dell’autorità giudiziaria<br />

nei confronti dei produttori distratti<br />

o in malafede, come nel caso<br />

delle uova, dovrebbero essere più severi.<br />

Purtroppo non è così. In molti<br />

casi la pena si limita ad una multa di<br />

importo inferiore rispetto alla parcella<br />

dell’avvocato.<br />

L’elemento comune a tutte queste vicende<br />

è la scorretta informazione che<br />

arriva ai consumatori sulle aziende<br />

coinvolte e sui prodotti sotto accusa.<br />

In Italia è sempre molto difficile conoscere<br />

i lotti posti sotto sequestro.<br />

In altri paesi come l’Inghilterra, dove<br />

forse i controlli alimentari sono meno<br />

scrupolosi, spesso le aziende coinvolte<br />

in un problema di contaminazione<br />

o di igiene diramano su Internet la<br />

lista dei prodotti coinvolti. ■ ■ ■<br />

consumatori<br />

maggio 2006 15<br />

cibo e cultura<br />

Siamo abituati a pensare al cibo<br />

in scatola come al “non fresco”<br />

per eccellenza. Da un lato le verdure<br />

appena raccolte nell’orto e<br />

direttamente arrivate sulla nostra<br />

tavola, dall’altro un recipiente<br />

di metallo che ne annulla la<br />

freschezza, in favore della conservabilità.<br />

Ma questa non era la prospettiva<br />

delle prime industrie alimentari,<br />

che nel XIX secolo cominciarono<br />

a proporre ai consumatori<br />

verdure in scatola (piselli, asparagi,<br />

ecc.). La pubblicità che accompagnava<br />

i nuovi prodotti<br />

insisteva sull’idea esattamente<br />

contraria: udite udite, finalmente<br />

il cibo “fresco” sulla vostra<br />

tavola.<br />

Perché questo? Per un semplice<br />

motivo: i sistemi di conservazione<br />

tradizionali, che si tramandavano<br />

sia nelle forme dell’autoconsumo<br />

domestico, sia per la<br />

preparazione di prodotti per il<br />

mercato, erano tutti basati sull’impiego<br />

di sostanze – sale, olio,<br />

aceto, zucchero – che in modi<br />

diversi modificavano, in qualche<br />

caso stravolgevano i sapori “naturali”<br />

dei cibi. La verdura sotto<br />

sale (pensiamo ai crauti) non era<br />

più quella d’origine. La verdura<br />

sott’olio, o sotto aceto, ugualmente<br />

si modificava nei caratteri<br />

gustativi. La frutta sciroppata o<br />

le confetture, che si ottengono<br />

aggiungendo zucchero, creano<br />

prodotti decisamente nuovi.<br />

Tutte goloserie, s’intende: ancora<br />

oggi il mercato delle specialità<br />

tipiche nasce da queste pratiche<br />

millenarie. Ma appunto: goloserie<br />

diverse dal prodotto di partenza.<br />

L’uso della scatola, in cui frutti e<br />

di Massimo Montanari<br />

docente di Storia medievale e di Storia<br />

dell’alimentazione, Università di Bologna<br />

PISELLI... FRESCHI<br />

verdure erano stivati per poi essere<br />

sottoposti a bollitura esterna<br />

(François Appert, che inventò<br />

questa tecnica agli inizi dell’Ottocento,<br />

la spiegò anche sul piano<br />

scientifico, mostrando che il<br />

procedimento rendeva asettico<br />

il recipiente e sterilizzava i prodotti),<br />

per la prima volta consentì<br />

di mantenere, s’intende<br />

entro certi limiti, la fisionomia e<br />

il sapore “originario” del prodotto.<br />

Per questo, paradossalmente,<br />

il cibo in scatola poté<br />

diventare sinonimo di cibo fresco,<br />

e come tale essere propagandato<br />

dai produttori: lo stesso<br />

Appert in Francia, Durand in Inghilterra,<br />

Hahn in Germania, Cirio<br />

in Italia.<br />

L’industria alimentare ha elaborato<br />

altri modi per conservare il<br />

cibo senza troppo alterarlo: l’invenzione<br />

del freddo artificiale,<br />

ossia dei frigoriferi e dei congelatori,<br />

apparsi la prima volta a<br />

metà del XIX secolo, è stato ed è<br />

tuttora il modo più consueto, e<br />

anche qui si ripete il paradosso<br />

di una conservabilità che dà al<br />

non-fresco le parvenze del fresco.<br />

In anni più recenti si sono<br />

sviluppate le tecniche del “sotto<br />

vuoto”, che, eliminando l’aria<br />

dal contenitore, favorisce la conservazione<br />

del contenuto. La<br />

conservazione in “ambiente<br />

modificato”, che agisce sui gas<br />

presenti nell’involucro, è un’ulteriore<br />

conquista della tecnologia<br />

alimentare.<br />

Certo, non sono piselli freschi.<br />

Ma accontentiamoci della somiglianza,<br />

e ogni tanto – quando è<br />

stagione – facciamo una capatina<br />

nell’orto, ad assaggiare quelli<br />

“veri”.


in primo piano<br />

COMUNICARE,<br />

Telefonini, televisori, computer, lettori musicali: presto tutte<br />

queste cose diventeranno un solo oggetto. E già dal prossimo<br />

Natale ecco cosa troveremo. Ma attenti: le industrie, per<br />

vendere, si inventano risposte a problemi... inesistenti<br />

di Silvia Fabbri<br />

È<br />

tutta una questione di dita: apparteniamo alla generazione<br />

dell’indice o del pollice? Abbiamo più<br />

dimestichezza coi tasti del vecchio, arcaico telecomando<br />

(e dunque con l’uso del pollice) o con quello del<br />

mouse che ha invece bisogno dell’indice? Ciascuno di noi<br />

sa a quale tribù appartiene, determinata in gran parte<br />

dall’età, ma nessuno deve sentirsi escluso dall’utilizzo<br />

dei nuovi “oggetti” dell’era tecnologica che – se non altro<br />

per questione di mercato – faranno lo sforzo di farsi capire<br />

anche da chi non è nato nell’era della posta elettronica<br />

e del digitale. Ad esempio: da una parte i telefonini diventano<br />

sempre più multifunzionali, pronti a prestazioni<br />

inimmaginabili solo qualche anno fa, ma dall’altra verrà<br />

presto lanciato una specie di cellulare semplificato. Funzionalità<br />

di base, a portata di pollice, senza scorrimento<br />

di menù. Così mentre il mondo diventa sempre più connesso<br />

grazie al protocollo IP (quello che fa funzionare<br />

Internet, per intenderci) e bande sempre più larghe – che<br />

permetteranno il trasferimento più veloce e preciso di<br />

dati sempre più “pesanti” - c’è anche chi pensa a semplificarci<br />

un po’ la vita.<br />

“Del resto - spiega Marco Zamperini, direttore dei laboratori<br />

di ricerca di Etnoteam, tra le maggiori aziende di<br />

software italiane – non si capisce perché se voglio comprarmi<br />

un telefonino dovrei avere le competenze di un<br />

ingegnere informatico, mentre nessuno mi chiede di capire<br />

il movimento dei pistoni se voglio comprare una<br />

macchina”. Zamperini, dunque, ci invita subito a riconoscere<br />

– con un test semplice semplice – quali sono le<br />

tecnologie davvero utili, quelle che ci hanno migliorato<br />

la vita senza costringerci a leggere quintali di istruzioni<br />

per l’uso o a districarsi tra sigle astruse. “Chi è che si ricorda<br />

quando è stato introdotto il bancomat? Sembra<br />

che ci sia sempre stato, no? E come si faceva prima della<br />

maggio 2006<br />

16<br />

posta elettronica? Impossibile da pensare, vero?” Insomma,<br />

funziona un po’ come coi grandi amori, quando si<br />

dice: mi sembra di conoscerti da sempre...<br />

Tant’è vero che la tecnologia ha davvero cambiato le nostre<br />

case: in una casa media ci sono almeno due cellulari,<br />

un cordless, una famiglia su tre è connessa a Internet,<br />

una su 7 tramite banda larga attraverso cui passano contenuti<br />

multimediali e informativi. “Ma dal prossimo Natale<br />

– spiega Zamperini – la tecnologia domestica, con<br />

costi che dovrebbero essere tutto sommato contenuti e<br />

facilità di utilizzo, potrà evolversi attraverso nuovi processori<br />

capaci di gestire diverse attività concorrenti come<br />

vedere e registrare film, sia attraverso il digitale terrestre<br />

che il satellitare, giocare, collegarsi a Internet: in sostanza,<br />

immaginate una centrale operativa domestica, una<br />

sorta di home computer anni ottanta, però con molta<br />

memoria di massa e trasmissione senza fili a corto raggio”.<br />

Bisogna dunque immaginarsi una sorta di “scatola”<br />

– il suo nome tecnico è media center, ma viene chiamata<br />

anche set-top box - che permetterà alla mamma di guardare<br />

la fiction registrata la sera prima sull’hard disk e<br />

semplicemente “richiamata”, al papà di guardare la partita<br />

attraverso un abbonamento a un canale digitale, all’adolescente<br />

di ascoltare musica e al più piccolo di giocare<br />

come con una classica console. Va da sé che si potrà<br />

masterizzare, chattare, scaricare musica... insomma, attività<br />

banali e scontate già oggi. “Il tutto senza fili sparsi<br />

per casa, altrimenti chissà le signore come si arrabbierebbero”.<br />

Le nuove frontiere della cosiddetta “convergenza”, cioè la<br />

possibilità di far dialogare tra loro diversi oggetti che parlano<br />

lo stesso linguaggio, renderanno possibile anche a<br />

un cellulare la connessione – ovviamente senza fili – alla<br />

nostra centrale operativa domestica. Da fuori casa potremo<br />

consultare l’agenda telefonica salvata nella memoria<br />

del processore centrale o tutti i nostri file e ovviamente


in primo piano<br />

il futuro è adesso<br />

consumatori<br />

– cosa possibile già ora – ricevere le<br />

e-mail. Non è finita qui: tra un po’ –<br />

questione di settimane, non di mesi -<br />

arriveranno i super telefonini GSM,<br />

sempre costruiti su protocollo Ip. Si<br />

chiameranno Hsdpa. Con questi cellulari<br />

potrò vedermi un film che ho<br />

scaricato da Internet e che ho salvato<br />

nel mio processore di casa. Magari<br />

mentre sono in treno.<br />

Tutte queste funzionalità sono dunque a<br />

portata di mano. Ma una domanda è<br />

d’obbligo: abbiamo davvero bisogno di<br />

tutto ciò? Non per essere retrogradi, ma<br />

possiamo parlare di miglioramento della<br />

qualità della vita a proposito di un film<br />

visto su un telefonino che, per quanto<br />

lefonica a crescere, cioè a guadagnare<br />

di più? S’inventa che dobbiamo assolutamente<br />

cambiare telefonino, perché<br />

quello che abbiamo, che fa le<br />

telefonate e basta, è superato. Improvvisamente<br />

scopriamo che dobbiamo<br />

scattare le foto e inviarle. E poi, non<br />

vuoi comprarti il nuovo cellulare per<br />

videotelefonare?” Di questo passo, ci<br />

suggerisce Zamperini, sarà difficile resistere<br />

all’assalto dei nuovi cellulari<br />

che ci consentiranno di pescare i film<br />

da Internet. “Insomma, sono le classiche<br />

soluzioni pensate per problemi<br />

che non abbiamo, che non esistono”.<br />

Già, chi di noi ha mai sentito la mancanza<br />

di un film da guardarsi sul cellu-<br />

continua a pagina 19 ><br />

Col VoIP il computer diventa un telefono<br />

Forse non tutti sanno che è possibile<br />

telefonare a Boston o a Sydney<br />

al costo di una telefonata urbana.<br />

Ebbene sì: si può fare<br />

attraverso il sistema VoIP (Voice<br />

over IP), ovvero attraverso il computer<br />

connesso ad internet.<br />

Come avviene questo miracolo,<br />

che potrebbe improvvisamente<br />

sgonfiare le nostre bollette telefoniche?<br />

Tutti sappiamo che il<br />

protocollo IP, ovvero quello di internet<br />

è stato inventato appositamente<br />

per trasmettere dati. Cioè<br />

testi e immagini, prima di tutto...<br />

ma poi si è passati – grazie soprattutto<br />

alla banda larga – a trasmettere<br />

dati sempre più “pesanti”,<br />

e dunque a poter inviare<br />

da una parte all’altra del globo<br />

anche i suoni, le voci, la musica.<br />

“L’unico problema che si è presentato<br />

da risolvere – spiega<br />

sempre Marco Zamperini di Etnoteam<br />

– è stato che il protocollo<br />

IP “impacchetta” i dati e li spedisce<br />

per il mondo “impacchettati”,<br />

appunto. Se questo era ed è<br />

facile farlo per i dati, meno facile<br />

è farlo per la voce, che è un flusso<br />

continuo”. Le prime sperimenta-<br />

maggio 2006<br />

super e con immagini ultradefinite,<br />

avrà uno schermo con caratteristiche<br />

lillipuziane, se confrontato a quelli di<br />

normale grandezza?<br />

“La domanda è legittima – ci conforta<br />

Zamperini – ma la direzione che hanno<br />

preso le compagnie telefoniche è<br />

senza ritorno. Il valore finanziario dei<br />

giganti della telefonia si basa sull’AR-<br />

PU, cioè sull’Average Revenue Per<br />

User, in sostanza sul ricavo medio per<br />

utente. Beh, il nostro mercato è ormai<br />

maturo, ci sono ormai 85 milioni di<br />

utenze di telefoni cellulari, ma insomma,<br />

più di tanto non telefoniamo, più<br />

di tanto non ci mandiamo sms. Come<br />

fa allora allora la nostra compagnia te-<br />

zioni di trasmissione voce, infatti,<br />

erano piuttosto deludenti: parole<br />

metalliche, distorte, poi la connessione<br />

cadeva, si perdevano<br />

dei pezzi...<br />

Così – già qualche anno fa - sono<br />

nati dei software appositi che<br />

consentono di “spedire” la voce<br />

abbastanza fedelmente da un<br />

computer connesso ad internet<br />

ad un altro computer, a Boston,<br />

ad esempio. A quel punto il computer<br />

di Boston telefona al numero<br />

locale di Boston che vogliamo<br />

contattare: magicamente, il<br />

costo di tutta questa operazione<br />

– al netto della connessione ad<br />

internet che probabilmente già<br />

paghiamo attraverso un qualsiasi<br />

abbonamento – è quello di una<br />

telefonata urbana, prezzo di Boston.<br />

Per telefonare attraverso IP<br />

alcuni software comprendono<br />

anche degli strumenti che – in<br />

qualche modo – simulano un<br />

normale telefono e il suo utilizzo,<br />

perché probabilmente continuiamo<br />

a considerare il telefono tradizionale<br />

un mezzo “caldo”,<br />

mentre parlarsi attraverso Internet<br />

ci suscita forse l’idea della<br />

17<br />

lontananza. Come se telefonare<br />

con VoIP assomigliasse di più a<br />

mandarsi una e-mail.<br />

“Il sistema VoIP – spiega Zamperini<br />

– può diventare davvero il<br />

modo per creare un sistema di<br />

telefonia etica. Pensiamo ad<br />

esempio agli immigrati, costretti<br />

a chiamare all’altro capo del<br />

mondo piuttosto spesso, perché<br />

lavorano qui ma la loro famiglia è<br />

rimasta nel paese d’origine. Insomma,<br />

questo sarebbe davvero<br />

un sistema che potrebbe consentire<br />

loro di chiamare a prezzi bassi<br />

e credo che sarebbe altrettanto<br />

contenuta la spesa di un’amministrazione<br />

pubblica o di un ente<br />

che volesse offrire questo servizio<br />

a questi lavoratori stranieri. Basterebbe<br />

un piccolo investimento<br />

iniziale per la connessione ad internet<br />

e l’acquisto di un software<br />

qualsiasi, ormai ce ne sono molti.<br />

Molti centri di telefonia per stranieri<br />

che ci sono nelle grandi città<br />

funzionano già così”. Ma ovviamente<br />

il padrone del call center<br />

si fa pagare il servizio, che si aggiunge<br />

ovviamente al costo della<br />

telefonata.


Nella storia Voiello, una pagina nuova.<br />

Voiello, dal 1879 la grande pasta di Napoli.


lare? Forse i pendolari, forse. Meglio<br />

non pensare al più frequente scenario<br />

rappresentato dai giornali che parlano<br />

di nuove tecnologie: automobilisti in<br />

coda nelle tangenziali con gli occhi<br />

sul telefonino applicato sul cruscotto.<br />

Che tristezza. E che rischio, per i tamponamenti.<br />

Queste soluzioni a problemi inesistenti<br />

pongono però problemi che<br />

esisteranno, eccome. Se oggi, ad<br />

esempio, ci sorbiamo la pubblicità<br />

strutturata su categorie di persone<br />

presuntivamente davanti alla tv a<br />

seconda dell’argomento della trasmissione<br />

e dell’ora - ovvero in<br />

mezzo ai programmi sportivi serali<br />

le auto e i dopobarba, durante le<br />

soap del pomeriggio i detersivi e le<br />

creme di bellezza, quando lo spettatore<br />

guarderà la tv attraverso un<br />

abbonamento o un acquisto “on demand”<br />

di un film o di una partita,<br />

dietro lo schermo ci sarà qualcuno<br />

che in quel momento potrà sapere<br />

tutto di lui: età, città di residenza,<br />

gusti e preferenze... altro che auditel.<br />

Un vero e proprio “grande fratello”<br />

orwelliano, che potrà strutturare<br />

le proprie offerte a seconda dei<br />

gusti reali del pubblico, senza procedere,<br />

come accade ora, per tentativi.<br />

Quel che è peggio è che potremo<br />

essere colpiti, “targettizzati”<br />

dalla pubblicità con una precisione<br />

fino ad ora impensabile. Perché<br />

qualsiasi diffusore di contenuti saprà<br />

chi è che sta guardando quel<br />

programma.<br />

“Attenzione, però – prosegue Zamperini<br />

– come tutte le novità, anche<br />

questa può avere un lato cattivo,<br />

che è appunto quello di una specie<br />

di profilazione della nostra personalità<br />

e dei nostri gusti. Ma potrebbe<br />

rivelarsi anche uno straordinario<br />

strumento di controllo democratico<br />

sulle offerte televisive, su ciò che<br />

ci viene propinato come dettato<br />

esclusivamente dai gusti imperanti.<br />

L’interattività insomma, può essere<br />

davvero a doppio senso: tu controlli<br />

me, e vabbè, ma stai attento che io<br />

controllo te”. Insomma, se oggi si<br />

dice: facciamo tv-spazzatura perché<br />

questo è quello che vuole il pubblico,<br />

domani non si potrà più dire,<br />

perché al posto dell’auditel ci potrà<br />

essere uno strumento scientificamente<br />

perfetto per misurare i gusti<br />

reali del pubblico, le reali necessità<br />

di intrattenimento. ■ ■ ■<br />

consumatori<br />

maggio 2006<br />

alfabeto alimentare<br />

Fra le tante cose che ci riporta la<br />

buona stagione si riaffaccia anche<br />

il legittimo (anzi doveroso!) desiderio<br />

di ritornare snelli ed efficienti.<br />

Quando si tratta di pochi chili<br />

si può ricorrere al “fai da te”, utilizzando<br />

una normale dieta equilibrata,<br />

con porzioni ridotte e soprattutto<br />

aumentando l’attività<br />

motoria (bastano 30-45 minuti di<br />

passeggiata quotidiana a passo<br />

spedito). Purtroppo, però, ci sono<br />

dei casi più seri in cui occorre la<br />

guida di un esperto e dato che gli<br />

specialisti diplomati sono pochissimi<br />

è facile imbattersi in “dimagritori”<br />

che ripropongono avanzi<br />

di magazzino, come la dieta dissociata,<br />

le diete iperproteiche, la<br />

dieta a zona o altre amenità mai<br />

accettate dalla comunità scientifiche.<br />

Si potrebbero citare dozzine<br />

di diete cosiddette dimagranti,<br />

“spacciate” in toni miracolistici<br />

da personaggi ignari e i pericoli<br />

insiti nell’assurdità delle loro prescrizioni.<br />

Non sono mai mancati i venditori<br />

di illusioni, in qualsiasi campo, lo<br />

sanno bene anche i rinoceronti<br />

sterminati dalla diceria che la polvere<br />

del loro corno giovasse a risvegliare<br />

sopiti ardori sessuali.<br />

Tanto più queste assurdità sopravvivono<br />

in tema di alimenti<br />

“buoni” o “cattivi”, di “intolleranze”<br />

o di tisane dimagranti;<br />

perfino le cronache giudiziarie ci<br />

hanno confermato di recente<br />

quali facili guadagni l’Italia offra ai<br />

maghi o ai commercianti del malocchio<br />

mentre la ricerca scientifica<br />

è tuttora affidata alla carità televisiva.<br />

Tutti coloro che hanno problemi<br />

di sovrappeso o di obesità dovrebbero<br />

consultare, se possibile,<br />

i Servizi dietetici di cui sono dotati<br />

i migliori Ospedali; con questa<br />

19<br />

di Eugenio Del Toma<br />

presidente onorario dell’Associazione<br />

italiana di dietetica e nutrizione clinica<br />

DIETE ESTIVE<br />

attenti ai venditori di fumo<br />

scelta non sentirebbero parlare di<br />

improbabili quanto pericolosi dimagrimenti<br />

(perdere in pochi<br />

mesi il 5-10% del proprio peso è<br />

già un programma realistico che<br />

evita successive ricadute) e si potrebbe<br />

bloccare lo “spaccio” di<br />

pozioni o di pillole di dubbio valore<br />

o viceversa di sicura pericolosità<br />

(alludo ai cocktail concordati<br />

fra personaggi poco scrupolosi<br />

per aggirare i divieti di legge).<br />

In vista del caldo estivo è bene<br />

segnalare anche quanto è stato<br />

raccomandato, in un recente articolo<br />

dell’American Journal of Nutrition,<br />

a proposito delle bevande<br />

e dell’obesità. Non dobbiamo<br />

sottovalutare il fatto che le bevande<br />

contribuiscono, in forma<br />

meno evidente degli alimenti solidi<br />

ma ugualmente pericolosa, al<br />

surplus energetico. L’obesità va<br />

prevenuta anche riducendo drasticamente<br />

il consumo di bevande<br />

ricche di zuccheri (soft drink,<br />

bibite analcoliche dolcificate,<br />

ecc.). É ridicolo rinunciare a una<br />

bustina da 4 grammi di zucchero<br />

per l’unico caffè della giornata e<br />

poi prendere una spremuta non<br />

zuccherata ma preparata generalmente<br />

con il succo di due arance,<br />

ovvero per un totale di zucchero<br />

di almeno 25 grammi.<br />

Inoltre, bere il succo, anziché<br />

mangiare la frutta, significa “informare”<br />

in primo luogo il centro<br />

cerebrale della sete ma non altrettanto<br />

lo stomaco e il centro<br />

della sazietà. Insomma, la frutta<br />

va mangiata, magari come spuntino,<br />

ma per bere va benissimo<br />

l’acqua potabile o se volete l’acqua<br />

minerale liscia o gasata. Almeno<br />

l’acqua non fornisce calorie<br />

e con il caldo non va mai lesinata,<br />

tanto più agli obesi che sudano<br />

più dei soggetti magri!


di Aldo Bassoni<br />

rubricag in primo piano<br />

Tu chiamale se vuoi<br />

CORPORA<br />

Qualcuno le definisce corporazioni, altri caste. Per il<br />

nostro ordinamento legislativo si chiamano “ordini<br />

professionali”. I perfezionisti preferiscono chiamarle<br />

“professioni liberali”. Ma per la gente comune sono gli<br />

ingegneri che ci progettano le case, i notai che ne certificano<br />

la compravendita, i ragionieri e i commercialisti che le<br />

amministrano, gli avvocati, i giornalisti, i medici e i farmacisti.<br />

Oltre un milione e ottocentomila professionisti rigorosamente<br />

inquadrati nella loro casella iper regolamentata<br />

dal nume tutelare statale. Un’anacronistica anomalia in cui<br />

l’Italia eccelle dando origine a quelle famose “rendite di posizione”<br />

fonti di tanti vizi e poche virtù. I vizi di un sistema<br />

di privilegi che frena lo sviluppo e di “caste” che limitano la<br />

concorrenza. Dalle esclusive e spesso ereditarie prerogative<br />

di notai e farmacisti, alle rigide chiusure di alcune professioni<br />

a cui è quasi impossibile accedere, l’eccessiva regolamentazione<br />

degli ordini colpisce i bilanci di famiglie e imprese,<br />

frena la modernizzazione del sistema economico e<br />

sociale, ingabbia tariffe e servizi dentro armature protezionistiche<br />

inossidabili. Chi va alla disperata ricerca di una<br />

farmacia nel proprio quartiere, forse non sa che più della<br />

metà dei farmacisti non hanno una farmacia.<br />

Chiediamoci perché una parte cospicua del mutuo per l’acquisto<br />

della casa debba andare nelle tasche del notaio. E per<br />

quale motivo le cause civili in Italia devono costare il doppio<br />

rispetto alla media europea. Quello che serve è una legge<br />

di riforma degli ordini che dia respiro alle potenzialità<br />

del mercato, lo liberi dalle incrostazioni e lo aiuti a diventare<br />

più dinamico e moderno». Lo dicono tutti. Quelli che<br />

la riforma la vogliono radicale e quelli che sono disposti a<br />

qualche generosa concessione. Ma per ora non si è andati<br />

oltre una nuova normativa di accesso agli albi che supera<br />

finalmente la vecchia legge fascista del 1938 con la sua<br />

scandalosa prescrizione totalitaria che imponeva la “spec-<br />

maggio 2006<br />

20<br />

chiata condotta morale e politica” dei candidati.<br />

La presenza di una regolamentazione eccessiva impedisce<br />

fra l’altro la libera circolazione dei servizi in Europa. Come<br />

ha scritto Giuseppe Nicoletti, direttore della divisione per<br />

l’analisi delle politiche strutturali nel dipartimento economico<br />

dell’OCSE, «mentre le imprese devono continuamente<br />

migliorare l’efficienza dei propri processi e la qualità e<br />

varietà dei prodotti per fare fronte alla concorrenza estera, i<br />

prestatori di servizi possono farne sovente a meno perché<br />

sono protetti dalle forti barriere alla concorrenza create dagli<br />

ostacoli regolamentari e amministrativi». Secondo le<br />

stime della Commissione europea, se i servizi potessero circolare<br />

liberamente sull’intero territorio dell’Unione, l’Italia<br />

potrebbe usufruire di un aumento fino al 30 per cento dei<br />

servizi scambiati con altri paesi a costi inferiori. Ma sono<br />

decenni che se ne parla, e ancora non ci siamo, nonostante<br />

le raccomandazioni dell’Unione Europea, le numerose e ripetute<br />

denuncie dell’Antitrust, i progetti di legge avviati e<br />

mai conclusi. Gli interessi in ballo sono enormi. Intanto milioni<br />

di professionisti sono in attesa di entrare nel mercato<br />

del lavoro. Come ha osservato l’economista Geminello Alvi,<br />

«gli ordini non vanno aboliti, ma ricondotti alla loro sana<br />

natura di associazioni liberali su base volontaria», superando<br />

cioè quella norma assurda che, per poter svolgere la professione,<br />

occorre l’iscrizione obbligatoria. Forse le associazioni<br />

potrebbero essere di più e più agili, con certificazioni<br />

di qualità e enti previdenziali diversi. «Le regole della concorrenza,<br />

infatti, non possono ritenersi incompatibili con<br />

l’esistenza delle libere professioni e degli ordini – sostiene<br />

Francesca Squillante a nome dell’Autorità garante della<br />

concorrenza e del mercato –. Al contrario, tali regole costituiscono<br />

uno strumento indispensabile per favorire un continuo<br />

rinnovamento del settore».<br />

La Commissione europea ha elaborato un indice sul livello<br />

di regolamentazione delle professioni negli stati dell’UE che<br />

ci colloca al secondo posto dopo la Grecia. Tra il 2004 e il<br />

continua a pagina 23 >


ubricag in primo piano<br />

Lo dice l’Unione euroepa,<br />

lo conferma l’Antitrust. In Italia<br />

sono troppi i privilegi concessi<br />

agli Ordini professionali.<br />

E a pagare sono i cittadini<br />

e le imprese. Il difficile<br />

cammino della riforma<br />

per eliminare le tariffe minime<br />

e aprire alla pubblicità<br />

consumatori<br />

ZIONI<br />

Viaggio... ... negli Ordini<br />

Farmacisti per eredità Il club esclusivo dei notai<br />

“In caso di decesso del farmacista titolare del diritto di<br />

gestione della farmacia privata, il coniuge o l’erede,<br />

anche se non in possesso delle qualifiche richieste,<br />

può mantenere il diritto di gestione del negozio fino al<br />

compimento del trentesimo anno di età o, eventualmente,<br />

per un periodo di dieci anni se entro un anno<br />

dall’acquisizione della partecipazione si iscrive a una<br />

facoltà di farmacia”. Difficile trovare una norma ereditaria<br />

più esplicita. Eppure avete appena letto l’articolo<br />

7 comma 9 della legge n. 3.161 del 1991 sull’ordinamento<br />

delle farmacie. E non lamentiamoci se è poi<br />

così difficile trovare una farmacia al sabato o in estate<br />

in città. L’importante è evitare che l’80 per cento dei<br />

comuni italiani non abbia più di una sola farmacia<br />

perché, caso più unico che raro, per un servizio di<br />

pubblica utilità come quello farmaceutico, la legge<br />

stabilisce il numero massimo di farmacie in relazione<br />

agli abitanti, ma non il numero minimo. Come ha rilevato<br />

opportunamente l’Autorità garante della concorrenza<br />

e del mercato, le attuali 17.300 farmacie, di<br />

cui oltre 15.000 private, dovrebbero essere la base di<br />

partenza per un ulteriore sviluppo della rete.<br />

Oltre a fissare un vincolo demografico, la legge italiana<br />

stabilisce anche un vincolo geografico, prevedendo<br />

che tra un esercizio e l’altro ci sia una distanza non<br />

inferiore ai 200 metri. Peccato che a volte ci siano anche<br />

10 chilometri, e per un anziano diventa impossibile<br />

usufruire del servizio che una farmacia può svolgere,<br />

in una piccola comunità o in un quartiere<br />

disagiato, solo perché non se ne può aprire una in più.<br />

maggio 2006<br />

21<br />

ISCRITTI AGLI ORDINI<br />

E COLLEGI PROFESSIONALI<br />

NEL 2005<br />

Periti agrari 22.005<br />

Veterinari 24.107<br />

Assistenti sociali 31.937<br />

Ragionieri e periti commerciali 40.412<br />

Biologi 41.009<br />

Periti industriali 46.318<br />

Psicologi 51.065<br />

Commercialisti (dottori) 58.484<br />

Farmacisti 69.585<br />

Giornalisti e pubblicisti 90.218<br />

Geometri 101.960<br />

Avvocati e procuratori 111.827<br />

Architetti 122.608<br />

Ingegneri 186.547<br />

Infermieri 334.178<br />

Medici chirurghi e odontoiatri 370.374<br />

Da quasi cent’anni lo Stato italiano riconosce al notariato<br />

una serie di attribuzioni che non ha uguali al mondo. Si va<br />

dalle autentiche di firma per le quali altrove basta un semplice<br />

atto di un ufficio pubblico, all’autentica notarile per la<br />

compravendita di un’auto per cui sarebbe sufficiente una<br />

scrittura privata con firma autenticata dal Comune. Non<br />

c’è atto o quasi che non preveda l’intervento del notaio.<br />

Naturalmente le tariffe notarili, a causa delle esclusive,<br />

sono uguali in tutta Italia e, visto il “monopolio”, sono anche<br />

piuttosto elevate. In una segnalazione dello scorso<br />

novembre al Parlamento, l’Antitrust ha raccomandato di<br />

distinguere le attività notarili supportate da “necessità di<br />

interesse pubblico”, per le quali è giustificata l’esclusiva, da<br />

quelle che invece possono essere svolte da soggetti diversi.<br />

Restano numerose attività il cui espletamento “continua<br />

ad essere riservato dall’ordinamento in via esclusiva ai<br />

notai – osserva ancora l’Antitrust – benché caratterizzate<br />

da processi di standardizzazione” come ad esempio le<br />

competenze esclusive in materia di trasferimenti di immobili.<br />

Per quanto riguarda l’abolizione della riserva a favore<br />

dei notai per la certificazione dei passaggi di proprietà delle<br />

autovetture, sbandierata in sede di Finanziaria 2006,<br />

non se n’è fatto nulla.<br />

Non parliamo poi dei vincoli per l’accesso alla professione.<br />

Occorre superare un concorso pubblico, ma la professione<br />

si tramanda spesso e volentieri di padre in figlio. I posti<br />

a disposizione sono drasticamente limitati. I notai sono<br />

riusciti anche a rimanere più chiusi degli altri. Dal 1985 al<br />

2005 sono passati da 4.532 a 4.765, un vero e proprio<br />

circolo esclusivo che non ha paragoni.


ubricag<br />

C’è un nuovo proteggi-slip<br />

che sa di natura.<br />

Scegli il Velo che fa per te. È nato Velo Slip Fiori e Agrumi, il proteggi-slip sottile<br />

e flessibile con in più un profumo* delicato e leggero di fresche note agrumate e fiorite. Così, ogni<br />

giorno, puoi rinnovare quella sensazione di freschezza e leggerezza che ti dà la biancheria intima<br />

appena indossata. Nuovo Velo Slip Fiori e Agrumi, la sensazione di indossare la natura.<br />

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ARMANDO TESTA


in rubricag primo piano<br />

L’indagine di CittadinanzAttiva<br />

Sui farmaci da banco al supermercato i consumatori dicono sì<br />

consumatori<br />

Dopo aver raccolto migliaia di firme, la legge di iniziativa<br />

popolare depositata in Parlamento da <strong>Coop</strong> raccoglie<br />

anche l’ok della stragrande maggioranza dei<br />

cittadini. Interpellati da CittadinanzAttiva su un campione<br />

rappresentativo dell’intera popolazione, otto<br />

italiani su dieci si dicono favorevoli alla vendita dei farmaci<br />

da banco anche nei supermercati. Il 72 per cento<br />

chiede che dietro il banco ci sia però un farmacista<br />

e una percentuale ancora maggiore è contraria all’ipotesi<br />

avanzata dall’Autorità per la concorrenza di<br />

permettere la distribuzione anche attraverso il self-service.<br />

Per quanto riguarda il livello dei prezzi dei farmaci<br />

da banco, tra i responsabili degli aumenti i cittadini<br />

individuano le aziende farmaceutiche (67%) mentre il<br />

63,41% ritiene poco efficaci gli sconti come misura<br />

per contenere i prezzi. Tra le possibili soluzioni indicate,<br />

l’informazione capillare sulle possibilità di sconto,<br />

la riconoscibilità delle farmacie virtuose che applicano<br />

lo sconto e i controlli sulle farmacie per verificare il<br />

tasso di sconto applicato. Ma la palma delle contromisure<br />

nei confronti del caroprezzi è affidata secondo<br />

2005 l’attività legislativa in materia di<br />

servizi professionali ci ha visti praticamente<br />

fermi in compagnia di Cipro,<br />

Finlandia e Svezia. Solo che in Finlandia<br />

e Svezia l’unica categoria iper<br />

regolamentata è quella dei farmacisti.<br />

In Italia siamo in stallo perfetto e da<br />

Bruxelles minacciano l’apertura di<br />

pesanti procedure di infrazione se<br />

non ci mettiamo rapidamente al passo,<br />

in particolare per quanto riguarda<br />

l’abolizione delle tariffe minime delle<br />

prestazioni professionali.<br />

Ed è proprio sui tariffari che si misura<br />

l’incisività di una riforma. Antitrust e<br />

Commissione europea concordano<br />

nel considerare i minimi tariffari un<br />

ostacolo alla libera prestazione di servizi<br />

e alla concorrenza. Gli ordini professionali,<br />

invece, continuano a difenderli<br />

in nome della qualità della<br />

prestazione trascurando il fatto che la<br />

qualità non si può determinare a priori<br />

ma deve emergere al momento dello<br />

svolgimento della prestazione e,<br />

quindi, come in tutti i settori economici,<br />

dal confronto tra prestazioni<br />

analoghe i cui arbitri sono gli utenti.<br />

Ingegneri e architetti lamentano addirittura<br />

che l’assenza di prezzi minimi<br />

possa condurre ad una concorrenza<br />

al ribasso con la conseguente uscita<br />

dal mercato di quei professionisti “più<br />

bravi” che non ritengono abbastanza<br />

congruo il proprio onorario. Non oc-<br />

maggio 2006<br />

corre aver studiato ad Harvard per cogliere<br />

la debolezza di simili argomentazioni<br />

che, in realtà, mascherano un<br />

chiaro intento protezionistico a cui i<br />

consumatori dovrebbero adattarsi<br />

passivamente come hanno sempre fatto.<br />

Insomma, se non si elimina la potestà<br />

tariffaria degli ordini non ci sarà<br />

nessuna riforma seria. Una posizione a<br />

lungo sostenuta da Mario Monti finché<br />

è stato commissario europeo alla<br />

concorrenza e affermava senza mezzi<br />

termini che «nei paesi dove le libere<br />

professioni sono troppo regolamentate<br />

e protette i costi sono molto più alti<br />

e la qualità del servizio peggiore».<br />

Oggi la riforma è impantanata in un<br />

lungo e controverso iter legislativo<br />

che ha preso le mosse durante la scorsa<br />

legislatura dal promettente lavoro<br />

della commissione Vietti senza però<br />

riuscire a superare prevedibili quanto<br />

tenaci resistenze. Uno dei capitoli su<br />

cui non sono mancati gli ostacoli riguarda<br />

le cosiddette riserve di attività<br />

– cioè quelle vere e proprie zone esclusive<br />

che lo stato attribuisce alle categorie<br />

e ai vari ordini professionali -–<br />

molte delle quali non hanno più senso<br />

di esistere, come la certificazione di<br />

alcuni atti notarili o la vendita dei medicinali<br />

da banco esclusivamente nelle<br />

farmacie. Spesso, sotto la copertura di<br />

un presunto interesse pubblico, lo stato<br />

finisce per tutelare meri interessi<br />

23<br />

il 51 per cento degli intervistati alla liberalizzazione<br />

della vendita. Infine, la quasi totalità degli intervistati<br />

dichiara di sapere cosa sono i farmaci generici. «Ne<br />

emerge un cittadino informato, consapevole e che<br />

individua chiaramente nella vendita nella grande distribuzione<br />

uno strumento di concorrenza e di mitigazione<br />

dei prezzi non certo per aumentare il consumo<br />

dei farmaci», ha dichiarato Teresa Petrangolini<br />

segretario generale dei CittadinanzAttiva. «Dal prossimo<br />

Governo – ha concluso – ci attendiamo segnali<br />

precisi che vadano al di là degli interessi di parte al<br />

fine di favorire una reale politica dei prezzi».<br />

«Non possiamo che esprimere soddisfazione per i risultati<br />

del sondaggio civico promosso da CittadinanzAttiva<br />

sulla liberalizzazione dei farmaci da banco». È<br />

il commento di <strong>Coop</strong> che trova risultati in piena sintonia<br />

con la Proposta di Legge di Iniziativa popolare sottoscritta<br />

da oltre 174.000 cittadini, già deositata in<br />

Parlamento e che si auspica sarà inserita quanto prima<br />

all’Ordine del Giorno della Camera dei Deputati nella<br />

nuova legislatura”.<br />

privati che si traducono in evidenti<br />

svantaggi per la collettività in quanto,<br />

frenando la concorrenza, tengono artificialmente<br />

alti i costi.<br />

Ma quanto può pesare la liberalizzazione<br />

delle tariffe nelle tasche dei consumatori?<br />

I vantaggi sarebbero diretti e<br />

indiretti. Quelli diretti sono percepibili<br />

al momento della fruizione del servizio:<br />

se io posso pagare meno della metà per<br />

un’aspirina o un 10 per cento in meno<br />

per una consulenza legale ne traggo un<br />

vantaggio immediato. Se agli avvocati,<br />

per esempio, fosse permesso fornire i<br />

servizi di consulenza fiscale, non sarei<br />

costretto a pagare anche il commercialista.<br />

E così via. Ma c’è un altro aspetto<br />

da considerare. Poiché i principali fruitori<br />

di servizi professionali sono le imprese<br />

e poiché in Italia il costo di questi<br />

servizi è sensibilmente maggiore rispetto<br />

ad altre voci pur soggette a regolamentazione<br />

come l’energia, le telecomunicazioni,<br />

i servizi finanziari, è<br />

logico che i maggiori costi finiscono<br />

poi per scaricarsi sui consumatori finali<br />

in termini di prezzi di beni e servizi.<br />

Insomma, serve un profondo ripensamento<br />

degli ordini il cui compito deve<br />

essere essenzialmente quello di promuovere<br />

la formazione e di vigilare<br />

sulla correttezza dei comportamenti<br />

degli iscritti. Il resto spetta al mercato.<br />

E allora, forse, anche in Italia, il carovita<br />

viaggerà meno velocemente. ■ ■ ■


ubricag


in rubricag primo piano<br />

COEFFICIENTI DI REGOLAMENTAZIONE SULLE PROFESSIONI INTELLETTUALI<br />

Paese Professioni<br />

contabili<br />

consumatori<br />

Una conseguenza logica della rimozione dei minimi<br />

tariffari dalle prestazioni professionali regolamentate<br />

potrebbe essere l’apertura all’uso della pubblicità<br />

come strumento di informazione. Attualmente la<br />

pubblicità viene di fatto vietata o limitata dagli stessi<br />

organismi di categoria. Nel caso dei medici è proibita<br />

per legge. Ma una direttiva europea sul commercio<br />

elettronico, acquisita nel nostro ordinamento legislativo<br />

appena tre anni fa, ha legittimato la<br />

pubblicità nelle professioni rendendo necessaria una<br />

rivisitazione delle normative vigenti, magari con l’accordo<br />

degli stessi ordini professionali più sensibili ad<br />

un percorso riformatore. Quando anche le “professioni<br />

liberali” potranno pubblicizzare i servizi e i prezzi<br />

in maniera chiara, ricorrendo se occorre alla pubblicità<br />

comparativa, avremo finalmente una pluralità<br />

di offerte e di prestazioni fra cui scegliere nella più<br />

totale trasparenza. Il commercialista, il geometra,<br />

l’avvocato, l’architetto, avranno ognuno i propri listini,<br />

e il consumatore ne valuterà appieno la congruità<br />

nel rispetto di alcune regole basilari: la pubblicità, ha<br />

più volte osservato l’Autorità garante della concorrenza<br />

e del mercato, deve riferirsi rigorosamente<br />

“alle tipologie, alle caratteristiche e ai prezzi dei servizi<br />

offerti dai singoli professionisti, al fine di aiutare<br />

gli utenti a limitare i costi connessi al reperimento<br />

delle informazioni necessarie per compiere una scelta<br />

adeguata”. Quindi niente eccessi e niente pubblicità<br />

ingannevole, peraltro vietata dal codice.<br />

maggio 2006<br />

Professioni<br />

legali<br />

Prestazioni e prezzi Le nuove norme<br />

Pubblicità ancora limitata Laurea obbligatoria per tutti<br />

25<br />

Architetti Ingegneri Farmacisti<br />

Austria 6,2 7,3 5,1 5 7,3<br />

Belgio 6,3 4,6 3,9 1,2 5,4<br />

Danimarca 2,8 3,0 0 0 5,9<br />

Finlandia 3,5 0,3 1,4 1,3 7,0<br />

Francia 5,8 6,6 3,1 0 7,3<br />

Germania 6,1 6,5 4,5 7,4 5,7<br />

Grecia 5,1 9,5 n.d. n.d. 8,9<br />

Irlanda 3,0 4,5 0 0 2,7<br />

Italia 5,1 6,4 6,2 6,4 8,4<br />

Lussemburgo 5 6,6 5,3 5,3 7,9<br />

Paesi Bassi 4,5 3,9 0 1,5 3,0<br />

Portogallo n.d. 5,7 2,8 n.d. 8<br />

Spagna 3,4 6,5 4,0 3,2 7,5<br />

Svezia 3,3 2,4 0 0 12*<br />

Regno Unito 3,0 4,0 0 0 4,1<br />

Valore = 0 nessuna regolamentazione<br />

Valore = 10 massima regolamentazione<br />

*In Svezia tutte le farmacie sono statali<br />

Risultati dell’indagine dell’Istituto “Studi avanzati di Vienna”<br />

Laurea e tirocinio obbligatorio per chiunque voglia<br />

essere ammesso a un albo professionale. Diventa<br />

legge, pochi giorni prima delle elezioni, il decreto<br />

del presidente della Repubblica sulla riforma dell’accesso<br />

agli ordini professionali. D’ora in poi l’esame<br />

di ammissione si svolgerà all’interno delle sedi<br />

universitarie sotto la supervisione del ministero.<br />

Cosa chiedono i principali Ordini<br />

Ecco in una breve sintesi le proposte di alcuni Ordini<br />

profesionali sul proprio assetto futuro:<br />

Architetti: garantire concorrenza dei progetti, regole<br />

per la riqualificazione urbana e delle periferie,<br />

recupero della qualità di costruzione e progettazione.<br />

Avvocati: Semplificare nuova disciplina codice civile,<br />

riconoscimento “statuto dell’avvocatura”, riserva<br />

sulla consulenza legale.<br />

Dottori commercialisti: Specifica competenza<br />

sul contenzioso tributario, eliminazione Irap, liberalizzazione<br />

attività su cessioni di quote o azioni<br />

societarie.<br />

Farmacisti: mantenimento del sistema ordinistico,<br />

rafforzamento del ruolo degli Albi “garanti” dei cittadini,<br />

riconoscimento del sistema duale ordini-associazioni.<br />

Notai: Tirocinio equo, tariffe e numero chiuso da<br />

mantenere e aggiornare.


PER CHI NON AMA BRUCIARE<br />

LA PLASTICA.<br />

SUPPORTO PIASTRINA VAPE<br />

100% COTONE E CELLULOSA<br />

DAL 1967 GLI ITALIANI LA PORTANO<br />

IN PALMO DI MANO.<br />

Da 40 anni gli italiani possono dormire<br />

sonni tranquilli per tutta l’estate, grazie<br />

alla Piastrina Vape, da sempre la più venduta.<br />

In cotone e cellulosa, sicura al contatto<br />

con la pelle, garantisce l’assoluta protezione<br />

dalle zanzare nel rispetto dell’ambiente.<br />

Ma la protezione Vape non si limita<br />

alle Piastrine!<br />

Vape Magic Liquido<br />

è l’unico emanatore<br />

elettronico ad emanazione costante<br />

del principio attivo che, con la nuova<br />

esclusiva ricarica, ti protegge per 90 notti.<br />

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Da Vape. Protezione amica.<br />

PROTEZIONE AMICA<br />

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Italia, la risorsa<br />

soft economy<br />

“Valorizzazione dei territori, attenzione<br />

all’ambiente è questa la chiave per<br />

rilanciare il nostro paese”. É la ricetta<br />

proposta in un libro di Ermete Realacci<br />

In quest’Italia post-elezioni, che<br />

dopo mesi di duro scontro elettorale<br />

è ancora alla ricerca di<br />

nuovi punti di equilibrio, forse<br />

qualche spunto per definire strategie<br />

utili ad affrontare il futuro può<br />

venire dall’idea della soft-economy,<br />

lanciata in un interessate libro<br />

scritto dal presidente onorario di<br />

Legambiente Ermete Realacci e dal<br />

giornalista Antonio Cianciullo<br />

(“Soft Economy”, ed. Rizzoli, 272<br />

pagine, prezzo 9 euro). Lo spunto<br />

di partenza del libro viene dall’analisi<br />

dell’economista americano Joseph<br />

Nye, che individua sulla scena<br />

mondiale un modello di hard<br />

power, impersonato dagli Stati<br />

Uniti e un modello di soft power<br />

incarnato dall’Europa.<br />

Realacci e Cianciullo sviluppano<br />

questa analisi in una prospettiva<br />

italiana. Partendo cioè della convinzione<br />

che il nostro paese abbia<br />

già in sé risorse ed esperienze concrete<br />

per investire sul futuro, con<br />

ottimismo e possibilità di succes-<br />

consumatori<br />

il mensile dei soci coop<br />

consumatori<br />

in primo piano<br />

so. “L’Italia - spiega Realacci - per<br />

uscire dalla condizione di paese sfiduciato<br />

e rassegnato di questi ultimi<br />

anni, può e deve partire da una<br />

idea di economia fortemente legata<br />

ai territori, dal valore della coesione<br />

sociale, dalla riscoperta del proprio<br />

patrimonio artistico. L’idea hard di<br />

una economia solo legata alla quantità<br />

e ai costi, da cui nasce poi il<br />

dumping sociale, ci vedrebbe comunque<br />

perdenti. Noi dobbiamo<br />

invece puntare sulla qualità”.<br />

Una qualità che è già esperienza<br />

concreta e praticata in 25 storie che<br />

il libro racconta. Sono le storie di<br />

aziende importanti e che operano<br />

in settori diversi (dalla Granarolo,<br />

alla Stm microelectronics, dalla Technogym<br />

all’Emilceramica di Sassuolo,<br />

dai vini siciliani di Donnafugata<br />

agli abiti di Brioni).<br />

Gli elementi comuni sono il successo<br />

economico, che ne ha fatto aziende<br />

leader nei rispettivi settori, sempre<br />

però coniugato con il rispetto<br />

per l’ambiente, per una relazione<br />

La Granarolo è tra i casi analizzati<br />

nel libro di Realacci e Cianciullo<br />

positiva con il territorio. “La chiave<br />

- prosegue Realacci - è quella di<br />

considerare la coesione sociale<br />

come un fattore produttivo e competitivo.<br />

É la scommessa di un paese<br />

che così può stare nella globalizzazione<br />

a testa alta, senza subire<br />

ma anzi valorizzando le proprie<br />

competenze e specificità. La cosa<br />

interessante è che, discutendo<br />

dopo la presentazione del libro, abbiamo<br />

scoperto che alle 25 storie<br />

che abbiamo raccontato se ne potrebbero<br />

aggiungere altre centinaia.<br />

Tutti casi in cui gli elementi<br />

di coesione, legame col territorio,<br />

sensibilità ambientale, sono la<br />

chiave di successi sul piano economico.<br />

La soft economy è in sostanza<br />

una idea di economia antitetica<br />

a quella che qualcuno ha cercato di<br />

far passare anche in Italia, secondo<br />

la quale basta dare sfogo agli spiriti<br />

animali del capitalismo e tutto va<br />

per il meglio. No, non è così e le<br />

realtà che raccontiamo sono lì a<br />

testimoniarlo”. ■ ■ ■<br />

www.consumatori.e-coop.it<br />

Lo sai che <strong>Consumatori</strong><br />

ora è anche su Internet?<br />

Notizie, articoli, inchieste a portata di un clic<br />

Un servizio in più per i soci <strong>Coop</strong>


Serenamente al<br />

di Anna Somenzi<br />

Istruzioni per l’uso<br />

Le creme solari sono classificate<br />

secondo una scala che definisce<br />

il Fattore di Protezione (Sun<br />

Protective Factor o SPF): nessuna<br />

direttiva europea impone una<br />

regola per indicarlo in etichetta,<br />

c’è solo una proposta di linee<br />

guida che indica la protezione<br />

fra 6 e 10 come bassa, fra 15 e<br />

20 come media, fra 30 e 50<br />

come alta e oltre i 50 come molto<br />

alta.<br />

La protezione nei confronti degli<br />

UVA, benché questi non causino<br />

direttamente eritemi solari, è<br />

molto importante in quanto riduce<br />

il rischio degli effetti dannosi<br />

a lungo termine.<br />

La capacità protettiva dei filtri solari<br />

non va oltre i dodici mesi.<br />

Le creme solari dovrebbero essere<br />

applicate prima dell’esposizione,<br />

ogni 2 ore e dopo ogni<br />

bagno o doccia. La loro efficacia<br />

è ridotta dalla sudorazione, dalle<br />

frizioni e dal contatto con l’acqua.<br />

Sono definite come “water-resistant<br />

o waterproof”<br />

quando sono efficaci per una durata<br />

di 40’ di immersione, mentre<br />

come “very water-resistant “<br />

quando proteggono fino a 80’.<br />

maggio 2006<br />

consumare informati<br />

Non è più tanto di moda la pelle color mattone e per fortuna sta tramontando la<br />

mania della tintarella perenne, tanto che le dive più glamour sfoggiano carnagioni<br />

pallide. Ma all’arrivo della bella stagione la voglia di esporsi al sole prende un po’<br />

tutti, soprattutto dopo un lungo inverno come quello che ci ha appena lasciato.<br />

Il sole non fa male in assoluto, è una questione di tempi e metodi. I raggi luminosi<br />

del sole sono energia elettromagnetica e la banda dei raggi UV danneggia le cellule<br />

della nostra epidermide. Per non ritrovarsi con un reticolo di rughe e danni meno<br />

visibili, ma ben peggiori, agli strati più profondi della pelle è bene esporsi con gradualità<br />

e con le opportune protezioni.<br />

Il corretto uso di creme solari dotate di filtri UVA e UVB evita non solo l’eritema<br />

solare, il più classico e fastidioso effetto di un eccessivo e intempestivo bagno di sole,<br />

ma, come testimoniano studi dermatologici, anche tumori epiteliali di cui le radiazioni<br />

UV sono responsabili. Le scottature sono causate principalmente dagli UVB,<br />

gli UVA non hanno effetti immediatamente visibili, come quelli delle lampade ultraviolette<br />

per abbronzatura sono ben tollerati e non provocano l’arrossamento tipico<br />

dei raggi UVB, che sono quindi più insidiosi.<br />

Per queste ragioni ci si deve esporre gradualmente ai raggi solari e proteggere con<br />

creme adatte. I più esposti ai danni sono coloro che hanno la pelle chiara e i capelli<br />

biondi e rossi; la facilità ad abbronzarsi e la resistenza all’esposizione al sole aumentano<br />

con lo scurirsi della carnagione e sono particolarmente alte nelle persone di<br />

pelle scura e di origine latina o asiatica. Comunque per tutti la prima raccomandazione<br />

è quella ormai ovvia di ridurre l’esposizione nell’orario tra le 12 e le 16, periodo<br />

nel quale i raggi solari sono più diretti. Nei primi giorni inoltre, l’esposizione<br />

dovrebbe essere limitata. Un importante aiuto viene dalle creme con filtri solari che<br />

proteggono la pelle, i più moderni filtri solari sono per lo più dei fotoassorbenti organici<br />

che in qualche caso contengono anche formulazioni micronizzate di riflettenti<br />

fisici (ossido di zinco e biossido di titanio).<br />

I solari <strong>Coop</strong><br />

<strong>Coop</strong> offre una linea di solari completa ed efficace, dal fattore protettivo 4 al 30 per<br />

gli adulti, ogni prodotto combina un piacevole cosmetico idratante, emolliente e<br />

lenitivo, alla sicurezza di un filtro solare con un alto rapporto di filtri UVA/UVB che<br />

garantisce quindi una ottima protezione ad ampio spettro. Grazie alla loro composizione<br />

procurano un’abbronzatura uniforme e luminosa proteggendo però la pelle<br />

dalle scottature e dall’azione di invecchiamento dei radicali liberi prodotti dalle<br />

radiazioni, nello stesso tempo salvano la pelle dalla disidratazione, che porta alla<br />

perdita di elasticità e morbidezza, insomma sono una barriera per tutti i guai che<br />

può provocare una esposizione al sole.<br />

Tutto questo grazie a formule che uniscono ai filtri UVA e UVB di ultima generazione<br />

una miscela di principi attivi idratanti ed emollienti a base di burro di karitè, vi-<br />

28


Con la nuova<br />

linea di solari<br />

<strong>Coop</strong> una buona<br />

protezione dalle<br />

radiazioni<br />

pericolose per la<br />

pelle. Con<br />

prodotti senza<br />

l’uso di alcol e<br />

coloranti. E non<br />

testati su animali<br />

tamina E, provitamina B-5, che aiutano<br />

a proteggere la pelle.<br />

La novità dell’anno è la linea dei solari<br />

adatti alla pelle delicata dei bambini.<br />

Garantiscono un’efficace protezione: la<br />

formula combina ai filtri UVA e UVB un<br />

mix di principi attivi a base di biossido<br />

di Titanio e olio di Calendula che contribuiscono<br />

a creare sulla pelle del<br />

bambino una vera barriera protettiva<br />

contro le radiazioni nocive, assicurando<br />

una copertura integrale e un’ottima<br />

azione lenitiva.<br />

L’epidermide risulta così protetta efficacemente<br />

dalle scottature e preservata<br />

dalla disidratazione. I prodotti sono<br />

resistenti all’acqua e non contengono<br />

né alcool né coloranti.<br />

Infine gli indispensabili doposole che<br />

nascono per rinfrescare e idratare dopo<br />

l’esposizione; rigenerano la pelle disidrata,<br />

la nutrono e le ridanno tono e<br />

vigore, mantenendola morbida ed elastica.<br />

La formula spray combina l’azione<br />

di due importanti principi attivi,<br />

provitamina B-5 e Aloe vera che, insieme,<br />

svolgono un’immediata azione<br />

rinfrescante e reidratante che allevia la<br />

sensazione di calore lasciata dal sole e<br />

ristabilisce il tasso di idratazione ottimale<br />

donando alla pelle elasticità e<br />

morbidezza. La crema unisce l’effetto<br />

rigenerante di Aloe vera e vitamina E<br />

con una immediata azione lenitiva che<br />

inibisce la comparsa di fenomeni di<br />

esfoliazione, garantisce così un’abbronzatura<br />

uniforme e duratura, una<br />

pelle vellutata e protetta dal precoce<br />

invecchiamento. Le capacità nutrienti<br />

di questo latte lo rendono ideale non<br />

solo in vacanza ma anche in città, tutto<br />

l’anno, dopo il bagno o la piscina.<br />

consumatori<br />

sole<br />

maggio 2006<br />

consumare informati<br />

Scheda prodotti<br />

Adulti Protezione<br />

Spray solare FP 4 Bassa<br />

Latte solare FP 6<br />

Spray protettivo FP 10 Media<br />

Latte protettivo FP 12<br />

Latte protettivo FP 15 Alta<br />

Latte protettivo FP 20<br />

Latte protettivo FP 30<br />

Contengono:<br />

• Alto rapporto filtri UVA/UVB<br />

• Burro di Karité - protettivo, emolliente, lenitivo<br />

• Vitamina E - antiossidante<br />

• Provitamina B5 - idratante<br />

• Biossido di Titanio - schermo minerale naturale per le alte protezioni<br />

Bambini Protezione<br />

Spray protettivo FP 40 Molto alta<br />

Latte protettivo FP 50+<br />

Contengono:<br />

• Alto rapporto filtri UVA/UVB<br />

• Biossido di Titanio - schermo minerale naturale<br />

• Olio di Calendula - emolliente, lenitivo<br />

Sono visibili all’applicazione<br />

Tutti i prodotti<br />

• sono clinicamente testati<br />

• sono resistenti all’acqua<br />

Non contengono<br />

• alcool<br />

• olio di vaselina<br />

• coloranti<br />

<strong>Coop</strong> è la prima catena della grande distribuzione italiana ad aderire allo<br />

standard internazionale Non testato su Animali l’unico disciplinare<br />

riconosciuto a livello mondiale che indica le aziende i cui prodotti cosmetici<br />

non sono in alcun modo frutto di sperimentazione su animali.<br />

29


consumare informati<br />

PIATTI CHIARI<br />

Avere una buona<br />

lavastoviglie<br />

in casa risolve molti<br />

problemi di tempo<br />

e di... ripartizione<br />

dei compiti<br />

familiari. Tuttavia<br />

molti pregiugizi<br />

(da sfatare) ne<br />

condizionano<br />

la piena<br />

affermazione: non<br />

è vero per esempio<br />

che consuma più<br />

acqua del lavaggio<br />

a mano. Ed è più<br />

igienica. I consigli<br />

per un acquisto<br />

ragionato<br />

consumatori<br />

maggio 2006<br />

di Claudio Strano<br />

Chi la possiede, e cioè una famiglia italiana su tre, difficilmente la lascia<br />

riposare, perché la lavastoviglie è una piccola promessa di felicità che<br />

mette d’accordo tutti, moglie marito e figli. Nelle altre due famiglie sopravvivono<br />

invece dubbi o pregiudizi sulla reale utilità ed efficacia di questo<br />

elettrodomestico, che sebbene sia stato inventato nel lontano 1929 (il primo<br />

prototipo elettrico, mentre del 1979 è quello elettronico a sensori) non è ancora<br />

riuscito a raggiungere le alte diffusioni del frigorifero o della lavatrice. Al<br />

punto tale che per “spingerne” la vendita i leaders nella produzione in Italia,<br />

che insieme coprono il 90% del mercato, dallo scorso anno si sono inventati il<br />

Progetto Galileo mettendo in campo una serie di iniziative promozionali e<br />

pubblicitarie con risultati non sempre pari alle attese. L’antico lavaggio a mano<br />

dei piatti resiste, eccome, alimentato da un mix di tradizione e pregiudizi.<br />

Chi non si rassegna a comprarsene una, in genere è convinto che la lavastoviglie<br />

consumi più acqua, più energia e con esiti peggiori della spugnetta. È vero<br />

invece il contrario, tanto più nel nostro paese dove i consumi di acqua sono<br />

superiori alle medie europee. Seguendo i calcoli di una università americana, se<br />

tutte le famiglie italiane adottassero una lavastoviglie, in un anno risparmieremmo<br />

circa 280 miliardi di litri d’acqua (più del fabbisogno di una città come<br />

Miliano) e 1 miliardo di Kwh (pari all’energia che la Val d’Aosta consuma in un<br />

anno). E l’igiene? Anche qui la bilancia pende a favore della macchina, le cui alte<br />

temperature sono in grado di uccidere la pressoché totalità del batteri, a differenza<br />

dell’acqua tiepida (per non scottarsi le mani) e della vecchia spugna di<br />

casa che certamente sterile non lo è più dopo una passata o due.<br />

Vediamo, allora, cos’è utile sapere una volta che ci si decide al grande salto.<br />

Esistono due grandi famiglie di lavastoviglie: quelle da incasso (integrate nei<br />

mobili della cucina) e quelle ad installazione libera che si trovano nei comuni<br />

negozi di elettrodomestici. Da valutare è innanzitutto la larghezza della macchina,<br />

corrispondente più o meno alla sua capacità di carico: la 60 cm, la più<br />

venduta, contiene 12 coperti, la 45 cm 8/9 coperti, mente per i single o per chi<br />

ha spazi molto ridotti in casa cresce l’offerta delle supercompatte. La silenziosi-<br />

30


amicizia lunga<br />

tà sta diventando un elemento sempre<br />

più determinante nella scelta (tra i 32<br />

e i 35 decibel i valori sono già ottimali),<br />

un requisito “intelligente” è<br />

senz’altro il cestello superiore regolabile<br />

in altezza (che permette di inserire<br />

piatti di maggiore diametro e tegami<br />

voluminosi), il timer è anch’esso<br />

molto comodo perché accende la lavastoviglie<br />

all’ora programmata evitando<br />

la sovrapposizione con altre fonti di<br />

consumo e il conseguente “distacco<br />

della corrente”. Quanto alle funzioni<br />

di lavaggio e ai sistemi di comando, c’è<br />

di che sbizzarrirsi, compresi i modelli<br />

che riconoscono la “voce del padrone”.<br />

Ma ancora più a monte è importante<br />

operare una scelta di fondo che<br />

darà buoni frutti nel tempo: quella di<br />

optare per una classe energetica – con<br />

cui si esprime il livello di consumo a<br />

parità di risultato – alta. Nel nostro<br />

caso, una tripla A (AAA) garantirà nell’ordine<br />

efficacia energetica, efficienza<br />

del lavaggio ed efficacia asciugatoria.<br />

Alla compresenza di più A (sconsigliabile<br />

è la classe B) cresce in proporzione<br />

la convenienza. Quanto costerà<br />

così ogni lavaggio? Tutto compreso<br />

(ammortamenti, detersivi, consumi.<br />

ecc.) poco più di mezzo euro. Prezzo<br />

del petrolio permettendo... ■ ■ ■<br />

maggio 2006<br />

consumare informati<br />

Consigli per l’uso<br />

Sale, brillantante<br />

e pieno carico<br />

Saperla usare al meglio significa<br />

garantire lunga vita alla lavastoviglie,<br />

lavaggi più efficaci, consumi<br />

energetici e d’acqua ridotti e un<br />

minor impatto ambientale. Vediamo<br />

alcuni consigli e come risolvere<br />

i piccoli problemi quotidiani.<br />

• Le stoviglie escono chiazzate?<br />

Controllate il livello del sale e del<br />

brillantante, aprite lo sportello a<br />

fine lavaggio per fare uscire il vapore.<br />

• Le stoviglie non sono pulite?<br />

Non sovrapponetele nei cestelli,<br />

tenetele larghe per consentire il<br />

formarsi dei mulinelli d’acqua,<br />

controllate che nel filtro non vi<br />

siano residui di cibo, selezionate i<br />

programmi di lavaggio più opportuni<br />

in relazione allo sporco.<br />

• Residui di detersivo? Liberate<br />

con uno stuzzicadenti i fori degli<br />

spruzzatori sulle pale mobili: è<br />

probabile che siano ostruiti; sciogliete<br />

i grumi di detersivo rimasti<br />

nell’apposito contenitore.<br />

• Il sale da cucina va bene? I<br />

produttori lo sconsigliano, ma se<br />

siete sprovvisti del sale specifico<br />

che serve ad addolcire l’acqua,<br />

quello da cucina è molto simile.<br />

• Come risparmiare? Evitate i<br />

lavaggi a “mezzo carico”, tendete<br />

a preferire i programmi a basse<br />

temperature, interrompeteli<br />

quando sta per scattare l’asciugatura<br />

automatica.<br />

31<br />

Le mani sul portafogli<br />

Il rebus detersivi<br />

Meglio in polvere<br />

o a tavoletta?<br />

Sono sempre più concentrati e<br />

compatti i detersivi per lavastoviglie<br />

(e non solo quelli), il che offre<br />

vantaggi e svantaggi. Tra i primi il<br />

dosaggio “certo” del prodotto<br />

che impedisce sprechi e ricadute<br />

ambientali troppo pesanti. E poi<br />

l’indubbia comodità, perché le cosiddette<br />

tavolette (o pastiglie), riducendo<br />

al minimo gli imballaggi,<br />

non solo occupano meno spazio<br />

ma hanno un valore aggiunto<br />

ecologico. Eppure non mettono<br />

d’accordo tutti. La ragione sta nel<br />

fatto che le sostanze assemblate<br />

nelle pastiglie “tre in uno” – e cioè<br />

sale, detersivo e un po’ di brillantante<br />

– svolgono azioni diverse in<br />

tempi anch’essi diversi, e perciò,<br />

per dare il meglio, richiedono programmi<br />

tarati a posta che non tutte<br />

le lavastoviglie hanno. La prima<br />

sostanza a sciogliersi è il sale (puro<br />

salgemma solubile in acqua) che,<br />

rigenerando le resine anticalcaree<br />

contenute nell’addolcitore della<br />

lavastoviglie, protegge dalle incrostazioni<br />

dannose per l’apparecchio.<br />

Poi entrano in azione gli enzimi<br />

e gli agenti pulenti del<br />

detersivo e infine, in fase di risciacquo,<br />

il brillantante che porta via<br />

macchie e aloni su piatti e bicchieri.<br />

Dai test sembra però che i risultati<br />

migliori, soprattutto in termini<br />

di brillantezza, si abbiano con le<br />

polveri separate. Ma non tutti,<br />

come detto, sono d’accordo.<br />

Da 270 a 350 euro circa: lavastoviglie ad installazione libera di classe<br />

energetica A, senza particolari ambizioni: per chi “ama la famiglia”<br />

Da 350 a 450 euro circa: lavastoviglie ad installazione libera di classe<br />

energetica AA, con cura del design: per chi “ama la casa”<br />

Da 450 euro in su: lavastoviglie ad installazione libera di classe AAA,<br />

supersilenziosa e digitale: per chi “ama avere ospiti a cui farla vedere“...<br />

I prezzi sono soggetti alle variazioni del mercato e non tengono conto di offerte e promozioni


È tempo di...<br />

consumatori<br />

vivere bene<br />

PISELLI<br />

Abbinati ai ricci di mare o alle seppie,<br />

mescolati con le fave o preparati con la<br />

menta. Scopriamo i segreti di un altro tra i<br />

più comuni prodotti della nostra cucina.<br />

Ma ricco di doti ed estremamente versatile.<br />

La cui scoperta si perde indietro nei secoli...<br />

di Helmut Failoni<br />

Il verde del pisello e il giallo<br />

ocra, che sfuma verso l’arancione,<br />

del riccio di mare. Due colori<br />

che cromaticamente si richiamano,<br />

due sapori che si amalgamano<br />

perfettamente in un piatto, tutto<br />

sommato, molto facile da realizzare.<br />

E’ uno di quegli abbinamenti ai<br />

quali quasi nessuno penserebbe<br />

sulla carta, ma che in bocca sono<br />

davvero esplosivi. A noi è capitato<br />

di assaggiarlo anni fa, servito come<br />

antipasto in un piccolo bicchiere,<br />

presso uno dei grandi ristoranti di<br />

mare in Italia, la Madonnina del Pescatore<br />

a Senigallia.<br />

Dopo anni quella semplice crema di<br />

piselli fredda con il riccio di mare<br />

ha lasciato il suo segno nel nostro<br />

palato. Parliamo dunque di piselli<br />

A maggio ci sono<br />

anche...<br />

VERDURE<br />

In questo mese potrete trovare<br />

al meglio ancora gli asparagi, le<br />

bietole, i carciofi, i cavolfiori, le<br />

fave, i finocchi, i fagiolini. Altri<br />

prodotti di stagione sono le patate<br />

novelle, i porri, i peperoni,<br />

i ravanelli e gli spinaci.<br />

FRUTTA<br />

Ancora le fragole e cominciano<br />

le prime ciliegie.<br />

maggio 2006<br />

questo mese, di questa miniera di<br />

vitamina, fosforo e calcio. Per sfruttare<br />

al meglio queste ed altre proprietà<br />

dei piselli, solitamente si<br />

consiglia di consumarli freschi, poiché<br />

con il processo di essiccazione,<br />

che è abbastanza rapido, perdono la<br />

maggior parte delle loro vitamine e<br />

possono risultare inoltre di più difficile<br />

digestione.<br />

Certo, aprire i bacelli uno a uno potrà<br />

forse sembrare una perdita di<br />

tempo a qualcuno, ma possiamo assicurarvi<br />

che mangiati freschi, nel<br />

loro periodo d’oro, hanno un sapore<br />

che nessuna scatola al mondo potrà<br />

conferire loro. Abbinateli alle seppie,<br />

alle polpette, mischiateli con le<br />

fave, preparateli con la menta, ottenetene<br />

una crema, saltatene i germogli<br />

nel grasso d’anatra, come fa<br />

il protagonista di uno dei più bei<br />

film mai realizzati sul cibo (“Mangiare<br />

bere uomo donna” di Ang Lee,<br />

1994). Insomma potete farne praticamente<br />

quasi tutto ciò che volete:<br />

i piselli possono diventare protagonisti<br />

di un piatto o semplici comparse.<br />

Un piccolo segreto: per non fare<br />

perdere, dopo la cottura, il loro colore<br />

verde brillante, una volta lessati<br />

poneteli in un contenitore pieno<br />

di acqua e ghiaccio. Prima di passare<br />

nello specifico a qualche ricetta,<br />

vediamo di provare ad individuare<br />

qualche dato di produzione e l’ori-<br />

32<br />

gine del pisello, che fu citato nell’antichità<br />

anche da Teofrasto e Plinio,<br />

che parlarono del loro consumo<br />

presso gli antichi greci e gli antichi<br />

romani. L’origine pare sia ancora<br />

più antica: una decina di migliaia di<br />

anni prima dell’era cristiana. In<br />

molti sostengono che la specie, appartenente<br />

alla famiglia delle leguminose,<br />

provenga dalle regioni<br />

asiatiche, Cina soprattutto, da cui si<br />

diffuse poi fino in Europa. Nell’Inghilterra<br />

del Medioevo, i piselli venivano<br />

usati come salario per i poveri,<br />

nel Rinascimento in Francia<br />

mangiare piselli divenne invece una<br />

vera e propria moda gastronomica:<br />

i prezzi volarono così in alto al punto<br />

che divennero in breve un bene<br />

di lusso.<br />

Attualmente la coltura del pisello,<br />

di cui sono principali produttori<br />

gli Stati Uniti, l’Inghilterra, l’Italia<br />

e l’Ungheria (le specie più diffuse<br />

sono navona, esedra, provenzale,<br />

senatore, Lincoln, meraviglia d’Italia)<br />

si estende su una superficie di<br />

circa 800mila ettari per un totale<br />

di 4milioni e 500mila tonnellate di<br />

piselli. I nostri 40mila ettari producono<br />

qualcosa come 2 milioni e<br />

700mila quintali. I piselli si possono<br />

conservare in frigorifero – in un<br />

sacchetto per alimenti – per circa<br />

tre giorni. Una volta sbollentati per<br />

due minuti, volendo li si può surgelare<br />

e conservare in freezer per


Valori nutrizionali<br />

Per 100 gr di piselli:<br />

parte edibile 47 %<br />

vitamina C 28 mg<br />

acqua 76,1 gr<br />

proteine 7 gr<br />

Lipidi 0.2 gr<br />

Glucidi disponibili 12,4 gr<br />

Fibra alimentare 5,2 gr<br />

Sodio 1 mg<br />

Potassio 202 mg<br />

Ferro 1.8 mg<br />

Calcio 47 mg<br />

Fosforo 101 mg<br />

Niacina 1,01 mg<br />

Energia 76 kcal<br />

fonte: Istituto nazionale della nutrizione<br />

maggio 2006<br />

vivere bene<br />

lungo tempo.<br />

Qualche facile ricetta. Minestra di piselli: 500 gr di piselli,<br />

25 gr. di burro, 25 gr. di farina, 75 cl. di brodo,<br />

prezzemolo. Lessare i piselli poi frullarli, unirli successivamente<br />

a una besciamella fatta con il burro, la farina<br />

e il brodo. Cuocere per una decina di minuti e guarnire<br />

con prezzemolo. Piselli con la menta (ottimi come contorno<br />

abbinato a un pesce cotto al vapore o alle seppie).<br />

Per quattro persone dovrete procurarvi un chilo di piselli,<br />

cipolla, menta, olio d’oliva. Fate soffriggere la cipolla<br />

in una pentola con olio d’oliva. Aggiungete poi i<br />

piselli, mescolate, aggiungete le foglie di menta finemente<br />

tritate e fate andare a fuoco medio per circa un<br />

quarto d’ora. I nutrizionisti ci ricordano inoltre che i<br />

piselli hanno un buon contenuto di proteine, zuccheri<br />

(il 15% di cui il 7,5% saccarosio), vitamine (C in particolare<br />

modo) e sali minerali (ferro, fosforo, potassio).<br />

Sono indicati nelle diete perché hanno la proprietà di<br />

saziare a lungo. ■ ■ ■<br />

33<br />

La copuleta di Ozieri<br />

di Piero Sardo<br />

Ozieri è nel centro della Sardegna del nord,<br />

baricentrica rispetto alle due coste. Sardegna profonda,<br />

dunque, fuori dai grandi transiti turistici.<br />

Eppure qui si trovano importanti testimonianze di<br />

una storia “civile” che data addirittura al Neolitico.<br />

L’insediamento delle grotte di San Michele risale<br />

infatti a oltre 5000 anni fa. Ma il periodo di massimo<br />

splendore lo si deve alla presenza spagnola<br />

nella cittadina: il bel centro storico ne raccoglie<br />

importanti testimonianze. Le fastose facciate dei<br />

palazzi nobiliari e le tipiche altane a loggiati sono<br />

i segni più evidenti di questa contaminazione.<br />

Un’influenza che ritroviamo anche nella gastronomia<br />

del luogo, che vanta pratiche e specialità,<br />

evidentemente legate ad un passato florido e<br />

animato. Un tempo Ozieri era rinomata per i<br />

formaggi, ma Ozieri oggi è nota soprattutto per<br />

il pane fine, o spianata di Ozieri e per i dolci: i<br />

sospiri di Ozieri sono presenti su tutto il mercato<br />

nazionale e non solo. Ma è la copuleta a testimoniare<br />

una raffinatezza culinaria antica e diffusa.<br />

Preparata ancora nelle famiglie, in occasione delle<br />

ricorrenze importanti e delle feste religiose, richiede<br />

tempo e cura nell’elaborazione e va consumata<br />

freschissima, quindi difficilmente la si trova fuori dai<br />

confini cittadini. Si tratta di una barchetta di pasta<br />

sottilissima, appoggiata su stampi rotondi e ovali,<br />

che viene riempita di pan di spagna arricchito con<br />

mandorle, un tocco di limone e, secondo le ricette,<br />

una spruzzata di liquore. Dopo la cottura in forno<br />

viene sigillata con un velo di glassa.<br />

La copuleta di Ozieri si distingue da preparazioni<br />

simili di altre zone dell’isola, per la presenza delle<br />

mandorle nel ripieno che sostituiscono la sapa – in<br />

sardo saba – più comunemente usata, che conferiscono<br />

una straordinaria eleganza a questo dolce<br />

delicatissimo.<br />

Il Presidio Slow Food intende far conoscere questa<br />

specialità e sollecitare gli artigiani che la preparano<br />

a utilizzare materie prime locali. Ad Ozieri<br />

esistono limonaie e mandorli e la piana che si<br />

estende ad ovest della città già ai tempi dei romani<br />

era completamente coltivata a grano. Dunque è<br />

relativamente semplice ricostruire una filiera di territorio,<br />

che contribuisca a fare di questo dolce un<br />

elemento importante dell’identità gastronomica<br />

del luogo.


Musei e...<br />

Al Galata Museo del Mare di<br />

Genova (tel. 010-2345655,<br />

www.galatamuseodelmare.it)<br />

si ammirano modelli di velieri,<br />

si sale a bordo di un suggestivo<br />

brigantino-goletta e, fino al 18<br />

giugno previa prenotazione, si<br />

“Prova la vela” uscendo in<br />

mare su un’imbarcazione d’altura,<br />

sperimentando le varie<br />

andature: bolina, di traverso,<br />

lasco o con il vento in poppa.<br />

La Città della Scienza di Napoli<br />

(tel. 081-372372, www.<br />

cittadellascienza.it) apre a<br />

bambini e ragazzi i suoi numerosi<br />

laboratori dove giocare<br />

con i misteri dell’evoluzione, la<br />

geologia, la biologia, l’universo<br />

e altri fenomeni scientifici.<br />

Chi ha detto che la matematica<br />

è una scienze astratta? I<br />

bambini che entrano nel regno<br />

di MateLandia, al Museo<br />

Tridentino di Scienze Naturali<br />

a Trento (tel. 0461-<br />

270311, www.mtsn.tn.it) si<br />

vestono secondo le mode matematiche,<br />

entrano in un favo<br />

delle api e ballano a passo di<br />

simmetria.<br />

consumatori<br />

vivere bene<br />

DIVERTIMEN<br />

maggio 2006<br />

di Giuseppe Ortolano<br />

Spegnere la televisione, uscire di casa e riscoprire il piacere di una domenica<br />

o un fine settimana di primavera a misura di bambino o ragazzo.<br />

Prima di partire bisogna scegliere la rotta, ci si può dirigere verso un<br />

parco divertimenti, un castello incantato, un museo interattivo o fantastico,<br />

un incontro ravvicinato con gli animali.<br />

Castelli e luoghi incantati<br />

A Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, c’è un’antica fortezza del<br />

1200 (tel. 035-4420817, www.castellodigrumello.it) dove i ragazzi tra i 6 ed<br />

i 12 anni, in alcuni fine settimana, si vestono con costumi d’epoca per partecipare<br />

ad un’avventura fantastica con Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda<br />

o ad un Assalto al Castello. E mentre i bambini si divertono i grandi<br />

visitano il castello o partecipano ad una degustazione di vini.<br />

Intorno al Castello di Gropparello (tel. 0523-855814, www.castellodigropparello.<br />

it ), in provincia di Piacenza, c’è un grande parco delle fiabe dove giovani cavalieri<br />

e damigelle si avventurano, accompagnati dagli animatori, per rivivere i miti<br />

delle leggende nordiche e lottare contro orchi e streghe. Gli adulti visitano la<br />

bottega dei folletti, la taverna o le sale dell’antico maniero.<br />

Il Castello di Bardi (tel: 0525-71368 www.diasprorosso.com), in provincia di Parma,<br />

propone ai giovani visitatori mercati e tenzoni medievali, assalti al castello,<br />

avventure nel mondo del Signore degli Anelli, giornate fantastiche e horror tra le<br />

mura del maniero. Senza scordare il fantasma di Moroello, comandante delle<br />

guardie vissuto nel ‘400, che un gruppo di studiosi assicura aver fotografato. I<br />

giovanissimi archeologi, che vogliono provare l’emozione di sentirsi Indiana Jones<br />

per un giorno, possono entrare nel mistero etrusco di Sarteano, a 70 chilometri<br />

da Siena. Tutti i sabati si visita la tomba etrusca dipinta, detta della Quadriga<br />

Infernale, del IV sec. a. C. Un monumento scavato nel travertino ad una profondità<br />

di cinque metri, con un corridoio di accesso di venti metri solo recentemente<br />

venuto alla luce. La visita va prenotata al tel. 0578-269261. All’Archeopark di Darfo<br />

Boario Terme (tel. 0364-529552, www.archeopark.net) in provincia di Brescia,<br />

si rivive la preistoria tra visite ad una grotta con graffiti di animali, simulazioni<br />

della vita dei nomadi mesolitici e attività di archeologia sperimentale.<br />

Mondo animale<br />

L’Acquario di Genova (tel. 010-23451, www.acquariodigenova.it), uno tra i più<br />

belli d’Europa, si arricchisce ogni anno di nuove attrazioni, dal terrario delle<br />

34


Parchi tematici,<br />

antichi castelli,<br />

incontri con gli<br />

animali: ecco<br />

un catalogo<br />

di proposte<br />

dove a<br />

spassarsela<br />

sono i più<br />

piccoli<br />

tartarughe al film in 3D sui mostri<br />

degli abissi. Iniziative che ne fanno<br />

uno tra i luoghi più amati da bambini<br />

e ragazzi.<br />

Altri incontri ravvicinati con gli animali<br />

marini sono possibili al Delfinario<br />

di Rimini (tel. 0541 50298,<br />

www.delfinariorimini.it) con show,<br />

mostre e acquari, e al Parco Le Navi<br />

di Cattolica (tel. 0541-8371, www.<br />

squaloanchio.com) che promette<br />

emozioni con gli squali e avventure<br />

con i pirati, oltre che percorsi didattici<br />

di biologia marina.<br />

Pesci d’acqua dolce invece al Parco<br />

Ittico Paradiso (tel. 02-9065714,<br />

www.parcoittico.it) di Zelo Buon Persico,<br />

in provincia di Lodi, dove sono<br />

ricostruiti vari ambienti flluviali<br />

come la zona delle acque lente con<br />

carpe, cavedani e tinche e quella delle<br />

acque veloci con trote e salmerini.<br />

Animali preistorici, in vetroresina, al<br />

Parco della Preistoria (tel. 0363-<br />

78184, www.parcodellapreistoria.it)<br />

di Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona,<br />

con divertenti itinerari tra i<br />

dinosauri, a piedi o in trenino.<br />

Lo Zoosafari di Fasano (tel. 080-<br />

4414455, www.zoosafari.it), in provincia<br />

di Brindisi, promette veri e propri<br />

safari tra animali esotici senza la necessità<br />

di volare in Africa. A Fasanolandia<br />

si gioca come in un parco divertimenti.<br />

■ ■ ■<br />

vivere bene<br />

I grandi parchi divertimento<br />

Il più noto è Gardaland (tel. 045-6449777, www.gardaland.it) che<br />

assicura forti emozioni sul nuovo Sequoia Adventure, un avvincente<br />

percorso a bordo di un veicolo che raggiunge un’altezza massima<br />

di circa 30 metri dal suolo, compiendo una serie di inversioni a<br />

180°. Mirabilandia (tel. 0544-561156, www.mirabilandia.com) a<br />

Savio, in provincia di Ravenna, riapre con il nuovissimo Ghostville,<br />

un percorso in una cittadina abitata da fantasmi da effettuare su<br />

carrellini. Nell’area di Bimbopoli, sono previste nuove attrazioni<br />

per bambini molto piccoli (3 anni di età). Anche Fiabilandia (tel.<br />

0541-709792, www.fiabilandia.it), a Rimini, si rivolge ai più piccoli,<br />

con 30 attrazioni, dalla nuovissima Baia di Peter Pan al Castello di<br />

Mago Merlino, dal Lago del Sogno alla Valle degli Gnomi, da Fort<br />

Laramie al Labirinto di Fu Ming. Movieland Studios (tel. 045-<br />

6969800, www.canevaworld.it) a Lazise sul Garda, in provincia di<br />

Verona, propone effetti speciali, come un simulatore di sommergibile<br />

per vivere il brivido di una discesa negli abissi o un viaggio nel<br />

mondo dei Pokemon.<br />

TO BAMBINO<br />

maggio 2006<br />

Per chi è votato all’avventura<br />

Sono nati in Francia ed ora sono arrivati anche in Italia. Si tratta dei<br />

percorsi avventura che permettono di passare una giornata nella natura<br />

divertendosi lungo itinerari di diversa difficoltà tra e sugli alberi,<br />

adatti sia ai bambini che agli adulti e da affrontare con apposite<br />

imbragature, Cerwood (tel. 0522-611335, www.cerwood.it) a Busano,<br />

in provincia di Reggio Emilia, propone, oltre alle passeggiate<br />

aeree, una pista per trattori a pedali, un muro di arrampicata sportiva,<br />

e giochi nella sabbia. Il Parco Avventure Val di Vara (tel. 0187-<br />

840279, http://parcoavventura.giandriale.it) a Tavarone di Maissana,<br />

in provincia di La Spezia, è dotato di 30 piattaforme posizionate<br />

a diverse altezze, dove fare evoluzioni ed acrobazie in assoluta sicurezza<br />

all’interno di un bosco secolare. Jungle Raider Park (tel. 031-<br />

963651, www.jungleraiderpark.com), vicino a Civenna sul Lago di<br />

Como, offre 3 percorsi sugli alberi, a diverse altezze, tra ponti tibetani,<br />

scale e corde sospese con agganci per le carrucole. Allo Skypark<br />

(tel. 0541-927330, www.skypark.it) a Perticara di Novafeltria, in<br />

provincia di Pesaro Urbino, i percorsi per bambini sono formati da 6<br />

esercizi ciascuno, costruiti ad un’altezza che arriva ai 2,5 mt da terra.<br />

Quelli più impegnativi raggiungono i 6 metri di altezza.<br />

35


Mostre<br />

ARTE E LAVORO<br />

A Genova una grande mostra<br />

per i 100 anni della Cgil<br />

consumatori<br />

maggio 2006<br />

cultura e oltre<br />

Sono tante le manifestazioni e le mostre organizzatie<br />

in ogni parte d’Italia per celebrare i cento anni<br />

della Cgil. A Genova al Palazzo Ducale una straordinaria<br />

mostra multimediale parla del lavoro, visto<br />

come occasione di riscatto e di sviluppo, come fatica<br />

e sfruttamento, dalla seconda metà dell’800, fino ai<br />

giorni nostri. Il lavoro della fabbrica viene proposto<br />

attraverso quadri di pittori come Balla, Depero, Boccioni,<br />

Natalija Goncarova, Charles Sheeler e altri. Risalendo<br />

nel tempo, ecco i quadri di Renato Guttuso<br />

o di Armando Pizzinato. Senza dimenticare straordinarie<br />

opere di Van Gogh e Andy Warhol. La parte<br />

degli audiovisivi propone documentari o film di registi<br />

come Fritz Lang, De Sica, Wilder, Petri e Monicelli.<br />

Tempo Moderno. Da Van Gogh a Warhol, Lavoro,<br />

macchine e automazione nelle Arti del Novecento.<br />

Palazzo Ducale di Genova (fino al 30 luglio)<br />

Biglietto 8 euro, scontato per soci <strong>Coop</strong> 6 euro<br />

Informazioni 010-5574022/004<br />

biglietteria@palazzoducale.genova.it<br />

Boccioni e il futurismo<br />

romagnolo<br />

Umberto Boccioni era romagnolo, anche se per caso<br />

nato a Reggio Calabria. Ma in Romagna, a Morciano,<br />

era arrivato a soli 20 giorni di vita. E dunque il futurismo<br />

romagnolo è stato ispirato proprio da Boccioni,<br />

dalla sua presenza e dalla sua opera. Per questo a San<br />

Marino si apre in questi giorni e durerà fino al 18 giugno<br />

la mostra “Romagna futurista” che espone 200<br />

opere di pittura, di ceramica, di scultura e di disegno,<br />

molte delle quali del tutto inedite. Manifesto della<br />

mostra è il dipinto “Il motociclista” dell’imolese Mario<br />

Guido Dal Monte, simbolo per tanti abitanti di queste<br />

terre del “mutòr”, della velocità inebriante della<br />

moto. In mostra anche il piatto decorato da Marinetti<br />

e le ceramiche della bottega di Riccardo Gatti, nonché<br />

il disegno che Boccioni realizzò per la partitura<br />

37<br />

dell’Aviatore Dro, del musicista futurista romagnolo,<br />

Francesco Balilla Pratella.<br />

Romagna futurista (fino al 18 giugno)<br />

San Marino, Museo San Francesco<br />

Biglietto: 6 euro, ridotti 4 euro -Tel. 0549-882998<br />

info@visitsanmarino.com<br />

Libri<br />

Il ritorno<br />

di Gianburrasca<br />

Il 20 settembre del 1897 è nato Giannino<br />

Stoppani, meglio conosciuto<br />

come Giamburrasca e già ora si preparano<br />

per l’anno prossimo festeggiamenti,<br />

convegni, ristampe del famoso libro di<br />

Vamba che ha allietato l’infanzia di tanti di noi. Primi,<br />

addirittura con un anno abbondante di anticipo sul<br />

compleanno del terribile bambino, sono arrivati gli<br />

organizzatori di “Quantestorie”, il Festival dei libri per<br />

l’infanzia che hanno presentato la ristampa, copertina<br />

rigorosamente rossa come lo stesso Giamburrasca<br />

descriveva la prima pagina del suo Diario, destinando<br />

il ricavato della vendita alla Fondazione Africana per la<br />

medicina e la Ricerca (Amref) a sostegno della costruzione<br />

di una scuola di Malindi. Rileggendo il Diario si<br />

ride a crepapelle, come quando eravamo bambini, e<br />

si scopre un libro più profondo di quanto non ci ricordassimo.<br />

Vamba, “Il giornalino di Giamburrasca”<br />

Il castoro Quantestorie - Pagine 300, 3 euro<br />

Una nuova magia<br />

sudamericana<br />

a cura di Giorgio Oldrini<br />

Per i veri appassionati di letteratura<br />

latinoamericana ecco uno scrittore<br />

cult, di quelli che ci si racconta di<br />

bocca in bocca, orgogliosi di conoscerlo<br />

e apprezzarlo, in fondo con<br />

la speranza che il grande pubblico non lo scopra<br />

per tenerlo tutto per sé. Ora Guanda pubblica l’ultimo<br />

libro del peruviano Alfredo Bryce Echenique,<br />

“Un mondo per Julius”. E’ il racconto dell’infanzia e<br />

dell’adolescenza di un figlio dell’alta borghesia della<br />

capitale del Perù negli anni Cinquanta e Sessanta,<br />

che si muove tra una madre giovane, bella e<br />

mondanamente molto vivace e una schiera di cameriere,<br />

tate, autisti che gli fanno conoscere il<br />

mondo, quello della società latinoamericana vista<br />

dall’altra parte. Tra ironia e capacità di ritrarre appassionatamente<br />

il suo Paese, Bryce Echenique ci<br />

incanta lungo tutte le pagine.<br />

Alfredo Bryce Echenique<br />

Un mondo per Julius<br />

Guanda - Pagine 504, 19 euro


Musica da sentire...<br />

■ I Thievery Corporation sono<br />

due dj e produttori di Washington<br />

che hanno raccolto, in questo<br />

disco, le canzoni che hanno<br />

ispirato il loro stile: un rilettura<br />

cinematografica di suoni da ogni<br />

angolo del pianeta, dove il tropicalismo<br />

di Bebel Gilberto si sovrappone a quello di<br />

Astrud Gilberto e l’Oriente ‘misterico di Ustad Sultan<br />

Khan dialoga con l’India trasportata nel cuore di Londra<br />

dei Trans Global Undeground. L’effetto è ammaliante.<br />

Thievery Corporation - “Versions” - Esimùs<br />

consumatori<br />

Essendo il fenomeno mediologico<br />

più atteso e meticolosamente<br />

progettato dell’anno, arriva, immancabile,<br />

assieme al film un album<br />

di composizioni ispirate al<br />

‘Codice da Vinci’ Musica classica,<br />

tradizioni nord europee, elettronica<br />

visionaria, canzoni in francese, latino, scozzese<br />

per ripercorrere la saga di Dan Brown.<br />

Jan Kisjes - “Music Inspired by Da Vinci”- BMG<br />

... e da vedere<br />

Gentile rivista della Cop,<br />

vorrei esternare tutto il<br />

mio ramarico per una situazione<br />

che è inutile che poi<br />

dicono che le cose vanno bene,<br />

mentre invece vanno peggio<br />

che il ghiacciolo in Lapponia.<br />

Ma cerchiamo di capirci.<br />

Martedi scorso vengo interpella-<br />

cultura e oltre<br />

‘Compay Segundo<br />

“A Cuban Legend” - Naive.<br />

Un dvd per celebrare l’avventura artistica di<br />

Compay Segundo, la star della ‘nuova’ canzone<br />

cubana, che Ry Cooder (e Wim Wenders)<br />

hanno fatto conoscere al pianeta. Concerti,<br />

incontri, le interminabili notti al Buena<br />

Vista Social Club, dove il jazz della storia afro<br />

americana faceva da contrappunto all’esuberante frenesia ritmica<br />

della musica cubana. Un racconto “in presa diretta” da<br />

uno dei più celebri laboratori sonori del mondo.<br />

lettera di protesta<br />

di Natalino Balasso<br />

www.natalinobalasso.net<br />

to al telefono da una azienda<br />

che è meglio che non faccio il<br />

nome (la Lentipertutti di Montebelluna)<br />

la quale mi propone<br />

che, essendo io un loro cliente,<br />

mi propongono di provare un<br />

occhiale per vedere se va bene<br />

oppure no; alla fine del periodo<br />

di prova, mi regalano l’occhiale.<br />

di Pierfrancesco Pacoda<br />

Un album doppio che raccoglie le meditazioni in bilico<br />

tra bassi funk e chitarre rock della band californiana<br />

che unisce la passione per il surf, lo skate e per le<br />

onde dell’Oceano ad una incontenibile energia ‘urbana’<br />

che arriva a lambire le melodie punk. Tutto<br />

molto accettabile e perfettamente confezionato per<br />

ricostruire, a casa, l’emozione di una giornata a Los<br />

Angeles.<br />

Red Hot Chili Peppers - “Stadium Arcadium” -<br />

Warner<br />

È ai vertici delle classifiche inglesi,<br />

il nuovo album di Morrissey, l’autore<br />

di cristalline, delicate, sentimentali<br />

ballate pop che arrivano<br />

da Manchester e parlano il linguaggio<br />

delle difficoltà adolescenziali,<br />

tra ambiguità, piaceri<br />

nascosti e l’eccitazione di improvvise scoperte. Registrato<br />

a Roma, il disco ci riporta ai giorni leggendari<br />

del rock inglese dei primi anni ‘80, alla musica degli<br />

Smiths, la band originale di Morrissey.<br />

Morrissey - “Ringleader of the Tormentors” - Edel<br />

Cheb Mami<br />

“The King of Rai”- Naive<br />

Il Rai è l’esempio più eccitante di incontro<br />

tra mondi apparentemente inconciliabili:<br />

l’Africa del Nord e la canzone popolare<br />

algerina con il pop anglosassone. Una<br />

“fusione” di stili nata tra Algeri e le bainlieu<br />

parigine, che parla di amori struggenti, di<br />

emancipazione e della modernizzazione<br />

del paese. Cheb Mami interpreta il versante<br />

più sentimentale del Rai. Un documentario<br />

affascinante su una musica che<br />

rilegge la tradizione con sensibilità rock.<br />

z P s g f H d<br />

Chi difende la mia privacy?<br />

maggio 2006<br />

38<br />

Io ci dico: “Guardi che non uso i<br />

occhiali”<br />

Lui mi dice: “Qua, dal nostro<br />

elenco di quelli da tampinare c’è<br />

scritto che lei è tampinabile”<br />

“Cosa sarebbe questa storia?” ci<br />

faccio io.<br />

“Sarebbe che il cliente compra i<br />

occhiali e firma un foglio della


in tour: Springsteen<br />

Il 12 maggio<br />

■ È un momento ricco di eventi,<br />

tra ristampe e novità discografiche,<br />

per Bruce Springsteen.<br />

È in uscita, infatti, “We Shall<br />

Overcome. The Pete Seeger<br />

Session”, un album interamente dedicato al grande<br />

compositore Pete Seeger, che, negli anni ‘60, contribuì<br />

a riscoprire, e valorizzare i grandi classici della musica<br />

popolare americana, generando l’ondata di folk<br />

revival che attraverserà tutto il suono contemporaneo,<br />

passando per la West Coast, il country, il rock<br />

legato alle radici di bands come gli Eagles e di cantautori<br />

come Neil Young. Un disco registrato con una<br />

orchestra di 17 musicisti che verrà presentato dal vivo<br />

a Milano il 12 maggio, al Datchforum, in un concerto<br />

(unica data italiana) basato proprio sul repertorio<br />

blues e gospel, tra Delta del Mississipi e distese verdi<br />

del Midwest. Un evento imperdibile, un lungo viaggio<br />

verso le radici della cultura americana, tra armoniche,<br />

banjo e violini.<br />

Per informazioni e biglietti: www.barleyarts.com<br />

Pink<br />

“Live in Europe” - BMG<br />

Un dvd che raccoglie i concerti europei<br />

di Pink, quelli del tour di presentazione<br />

del nuovo album, “I’m<br />

Not Dead”, un concentrato di torrida<br />

energia rock, citazioni blues, ed una voce che passa<br />

dalle influenze della black music ai confini del rock<br />

più duro. Un ritratto a tinte forti dell’America che<br />

non accetta di combattere le guerre e si interroga sui<br />

mondi possibili che ci attendono nel futuro. Una prova<br />

d’autore da parte di una delle cantanti della nuovissima<br />

ondata anglosassone.<br />

■ È appena uscito il suo secondo album, ‘Habemus<br />

Capa’, una celebrazione feroce dell’energia della<br />

parola, del potere delle rime quando raccontano,<br />

con ironia e capacità di analisi, la vita di ogni giorno.<br />

Caparezza è in giro per l’Italia per promuovere<br />

il disco. A <strong>Consumatori</strong><br />

racconta che dischi ha<br />

acquistato di recente,<br />

quali film ha visto, quale<br />

‘cultura’ consuma...<br />

“Vinicio Capossela è un<br />

artista da non perdere,<br />

il suo nuovo cd scivola<br />

dolcemente tra le suggestioni<br />

infinite che genera<br />

la nostra mente,<br />

dalla malinconia all’amore per il suono delle<br />

bande, dalla canzone d’autore ai Balcani. Consiglio<br />

anche i Liars, una rock band americana che<br />

ha la forza, ancora, di stupire ogni volta che realizza<br />

un disco. L’ultimo è ricco di riferimenti al<br />

rumore, dopo un lavoro basato invece sulla melodia.<br />

Poi ci sono le ristampe. La mia passione è<br />

Frank Zappa. Escono continuamente DVD e<br />

Greatest Hits. non perderteli”.<br />

E i Dvd?<br />

“L’ultimo acquisto è ‘The Kids are AllRight’, una<br />

struggente raccolta di di immagini di concerti degli<br />

Who, piena storia visionaria del rock inglese. Al<br />

cinema, invece, ho visto ‘Il Caimano’ e poi sono<br />

andato a cercare il DVD di ‘Palombella Rossa’ che<br />

considero il vertice assoluto dell’arte di Moretti”.<br />

Veniamo ai libri...<br />

“Ho comprato nuovamente (avevo perso la mia<br />

copia) ‘Se questo è un uomo‘ di Primo Levi. Il mio<br />

consiglio al prossimo Ministro dell’Istruzione è di<br />

renderlo lettura obblgatoria nelle scuole!”<br />

n a m r Q t b c<br />

praivacy in dove che dice che<br />

noi possiamo chiamarlo a casa<br />

quando che vogliamo”.<br />

Ecco, gentile rivista, io non ho<br />

capito come che è possibile<br />

che, mentre da un lato fanno le<br />

leggi che uno si compra la pistola<br />

così può sparare ai parenti<br />

nel caso di visite sgradite, dall’altro<br />

lato uno è obbligato a<br />

firmare dei fogli che i suoi dati<br />

possono venire studiati perfino<br />

all’università.<br />

Ma è possibile che per comprare<br />

un phon, devo dichiarare se<br />

sono nubile o separato? È possibile<br />

che per fare un corso di inglese,<br />

devo dichiarare se mi pia-<br />

maggio 2006 39<br />

cultura e oltre<br />

ce di più Naomi Campbell o<br />

Lucia Annunziata? Da quando<br />

c’è la difesa della praivacy non<br />

c’è più praivacy!<br />

Oltre tutto io non ho mai comprato<br />

occhiali dall’azienda che<br />

non faccio il nome (Lentipertutti<br />

di Montebelluna con sede in<br />

via De Gasperi), quindi ci ho<br />

detto: “Intanto inviatemi i occhiali,<br />

poi vi dico se vanno bene<br />

a qualche mio parente”.<br />

Ormai non c’è una azienda in<br />

Italia che non abbia il mio numero<br />

di telefono. Il bello è che ti<br />

dicono: “Ma sei tu che ci hai<br />

dato il permesso di avere i tuoi<br />

dati e le tue opinioni”. D’accor-<br />

l’intervista: Caparezza<br />

do, ma se io non firmo quel foglio<br />

voi non mi vendete il phon!<br />

Per non dire che adesso, le<br />

aziende dei telefoni e delle carte<br />

di credito registrano le telefonate.<br />

Sanno perfino che voce che<br />

hai! Io ho preso una iniziativa<br />

per evitare casini: ho messo un<br />

registratore vicino al telefono e<br />

quando che mi dicono: “Questa<br />

telefonata sarà registrata” io ci<br />

rispondo: “Si, però anche io registro<br />

voi!”<br />

Ecco quello che volevo ramaricarmi,<br />

gentile rivista: erano meglio<br />

i parenti.<br />

Natalino Balasso


Rapporto<br />

sociale 2005<br />

La nostra prima volta, ecco perché<br />

Sarà distribuito<br />

ai soci nelle<br />

prossime<br />

Assemblee<br />

separate<br />

La fotografia<br />

della cooperativa<br />

soci 49.370<br />

rappresentanti eletti 187<br />

soci volontari non eletti 50<br />

soci prestatori 8.358<br />

prestito sociale 68.409.344 €<br />

budget politiche sociali<br />

248.749,50 €<br />

lavoratori nella direzione<br />

politiche sociali 2<br />

totale lavoratori 576<br />

superficie di vendita 16.159 mq<br />

supermercati 30<br />

vendite 113.330.288 €<br />

maggio 2006<br />

di Luciano Landi<br />

vicepresidente di <strong>Coop</strong> Reno<br />

Perché il “Rapporto sociale 2005”? Da alcuni anni <strong>Coop</strong> ha provveduto alla<br />

sua stesura, per trasmettere nella sostanza la dimensione quali-quantitativa<br />

del sistema <strong>Coop</strong> nazionale. Anche <strong>Coop</strong> Reno cercherà, come prima volta,<br />

di rendere partecipe il socio e aiutarlo nell’approccio ai dati in esso contenuti, per<br />

una lettura più trasparente della propria cooperativa. Il rapporto sociale è uno<br />

strumento di valutazione dell’aspetto sociale della nostra attività, di verifica della<br />

coerenza rispetto agli scopi statutari, di comunicazione del valore creato da <strong>Coop</strong><br />

Reno per i soci e la comunità, essenziale in particolare per un’impresa cooperativa.<br />

Ha in particolare lo scopo di fornire notizie in merito al nostro assetto istituzionale,<br />

ai valori di riferimento, ai collegamenti tra valori dichiarati, politiche e scelte<br />

compiute e offre anche attraverso numeri e non soltanto attraverso la descrizione,<br />

il rendiconto di quanto in concreto <strong>Coop</strong> Reno ha contribuito allo sviluppo della<br />

base sociale e del territorio in cui opera. Requisiti essenziali del rapporto sono la<br />

chiarezza e la completezza delle informazioni, la comparabilità delle stesse, la<br />

competenza, la periodicità e la verificabilità. A questi principi ci siamo ispirati per<br />

la redazione del “Rapporto sociale 2005”. Ma cosa vuol dire esattamente? Siamo<br />

partiti dal fatto che nel nostro statuto c’è scritto che “nell’esercizio della sua attività<br />

<strong>Coop</strong> Reno si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione<br />

privata”, quindi la cooperativa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti<br />

alle comunità locali nei servizi che offre, perseguendo il miglioramento delle<br />

condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo<br />

della cooperazione e l’educazione al consumo. Poiché questi principi sono esplicitati<br />

anche nella Carta dei valori di <strong>Coop</strong>, abbiamo voluto confrontarci e misurarci<br />

anche rispetto ad essi, e per questa ragione abbiamo definito il Rapporto sociale.<br />

Siamo infatti convinti che i principi non vadano semplicemente affermati, ma soprattutto<br />

praticati, verificando nel concreto se, come e quanto la nostra cooperativa<br />

ha dato attuazione ai valori fondamentali ai quali si ispira. Questo per essere<br />

un’impresa sempre più utile, più al servizio delle esigenze dei soci, dei consumatori<br />

e della comunità, ma soprattutto sempre più coerente con le proprie finalità<br />

etiche. Nelle prossime Assemblee separate di Bilancio, che si terranno tra maggio<br />

e giugno 2006, i soci che parteciperanno ne riceveranno una copia allegata al Bilancio<br />

di <strong>Coop</strong> Reno chiuso al 31/12/2005. Ovviamente non partiamo dall’anno<br />

zero, tutte queste valutazioni nel passato erano contenute nella relazione del Consiglio<br />

di amministrazione sulla gestione. Il Rapporto sociale in questo senso diventa<br />

uno strumento importante per farci leggere da tutti. ■ ■ ■<br />

41


VADO<br />

In un territorio con<br />

una forte tradizione<br />

cooperativa, il punto<br />

vendita, in attesa<br />

di ristrutturazione,<br />

è frequentato<br />

da una clientela<br />

variegata e “fedele”<br />

consumatori<br />

piccolo ma super<br />

I numeri<br />

Superficie di vendita<br />

300 metri quadrati<br />

Dipendenti<br />

16<br />

Casse a lettura ottica<br />

3<br />

Soci all’1/3/2006<br />

1.258<br />

Previsione vendite 2006<br />

3.100.000 euro<br />

I settori<br />

Generi vari<br />

620 metri espositivi<br />

Gastronomia<br />

5 metri<br />

Pasticceria<br />

1,20 metri<br />

Surgelati<br />

7,20 metri<br />

Macelleria<br />

3,80 metri + 3,70 a libero servizio<br />

Ortofrutta<br />

3,60 metri + 3,20 metri non refrigerato<br />

Latticini e salumi<br />

7,50 metri<br />

maggio 2006<br />

coop reno<br />

42<br />

di Daniela Dalpozzo<br />

Di lunga tradizione la cooperazione di consumo a<br />

Vado. Come già abbiamo raccontato in altre occasioni,<br />

essa nacque, fra mille traversie, nel dopoguerra<br />

a sostegno della popolazione affamata e con poche<br />

lire in tasca. In anni recenti, quando passò a <strong>Coop</strong> Reno,<br />

il punto di vendita si trasferì, era il 1994, nel locale in cui<br />

oggi è ubicato, un ex cinema.<br />

In attesa di un rifacimento, si parla ora di un nuovo supermercato,<br />

essendo la cittadina in espansione continua<br />

e molto collegata con gli altri paesi limitrofi, a soli 10<br />

minuti da Sasso Marconi. La popolazione di qui è molto<br />

affezionata alla cooperativa e il bacino d’utenza è molto<br />

ampio: si viene da Monzuno, dove la <strong>Coop</strong> non c’è più da<br />

alcuni anni, ma si arriva anche da Rioveggio, Pian di Setta<br />

e da tutta la valle di questo fiume, ma anche da San Benedetto<br />

Val di Sambro. Intanto nella zona crescono come<br />

funghi le nuove abitazioni anche perché i prezzi delle<br />

case sono ancora sostenibili. Il supermercato si trova in<br />

una posizione di grande passaggio, sulla strada statale,<br />

quasi sotto al grande ponte, ed è dotato di un piccolo ma<br />

sufficiente parcheggio.<br />

La clientela, come ci conferma Rossano Romagnoli, il caponegozio,<br />

è molto variegata: “Si va dagli anziani che raggiungono<br />

il negozio a piedi e che costituiscono il nucleo<br />

storico della nostra clientela, e che qui fanno la spesa<br />

quotidiana, agli insediamenti dei nuovi arrivi, famiglie di<br />

recente costituzione e persone che rientrano dal lavoro<br />

verso sera…” Ed è nei confronti di quest’ultima categoria<br />

di clienti che il supermercato deve dare il massimo del<br />

servizio. I settori trattati sono soprattutto il fresco: l’ortofrutta<br />

a prelievo diretto, la macelleria che lavora molto<br />

bene (non dimentichiamo che qui siamo già “in zona fiorentina”!),<br />

pane e pasticceria freschissima, rifornita da un<br />

forno di Monghidoro.<br />

La concorrenza è data dai centri commerciali vicini, raggiungibili<br />

in una decina di minuti di auto e dal super di<br />

Sasso, mentre si è aperto di recente un discount nella<br />

zona della montagna. Il prodotto a marchio <strong>Coop</strong> registra<br />

ottime performance: quest’anno il panettone ha avuto più<br />

successo degli altri panettoni di marca, perché il discorso<br />

del controllo è molto sentito dai consumatori in momenti<br />

come questi, non proprio positivi per i vari scandali<br />

alimentari. L’equosolidale è trattato in alcune referenze e<br />

spesso alcuni prodotti vengono trattati periodicamente.<br />

La linea biologica, presente anche nell’ortofrutta, è molto<br />

apprezzata. L’extralimentare viene inserito nei momenti<br />

promozionali, e attualmente è presente sugli scaffali una


serie di pentolame antiaderente che ha ottenuto un<br />

alto gradimento da parte dei consumatori. Le offerte<br />

promozionali seguono il calendario di <strong>Coop</strong> Reno che<br />

è legato alla stagionalità e alle ricorrenze. I punti<br />

premio sono talmente apprezzati che il mercoledì,<br />

giorno di bollino triplo, anche in questo punto vendita<br />

è il giorno di maggiore affluenza.<br />

Con il paese il rapporto è molto buono: ogni anno<br />

vengono dati dal super di <strong>Coop</strong> Reno molti contributi<br />

ad associazioni di volontariato, sportive e culturali.<br />

Le scuole vengono qui a imparare “come si mangia e<br />

come si fa la spesa”, a tutti sono rivolti i corsi di educazione<br />

alimentare e ai consumi. I dipendenti sono<br />

molto affiatati e disponibili e Rossano, qui da pochi<br />

anni, dice di trovarsi benissimo. Il supermercato in<br />

agosto resterà aperto anche la domenica mattina, a<br />

disposizione di tutti i fruitori delle seconde case della<br />

zona. “Vorremmo avere più spazio – conclude il caponegozio<br />

– per tenere maggiore assortimento e accontentare<br />

tutte le richieste: chissà se, con la ristrutturazione,<br />

il sogno si avvererà”. ■ ■ ■<br />

Offerta soci<br />

CONSEGNA DAL 4 AL 20 MAGGIO<br />

Prosciutto<br />

di Parma Unibon<br />

Intero con Osso<br />

kg. 9-10 circa<br />

Prezzo ai Soci € 6,95 il kg<br />

Valore commerciale € 10,69 il kg<br />

Metà disossato<br />

kg. 3,5 circa (sottovuoto)<br />

Prezzo ai Soci € 9,55 il kg<br />

Valore commerciale € 14,69 il kg<br />

marzo 2004<br />

Intero senza Osso<br />

kg. 6 circa (sottovuoto)<br />

Prezzo ai Soci € 9,30 il kg<br />

Valore commerciale € 14,31 il kg<br />

Disossato Tris<br />

kg. 6 circa (sottovuoto)<br />

Prezzo ai Soci € 9,75 il kg<br />

43<br />

Valore commerciale € 15,00 il kg<br />

Chi ci lavora<br />

Caponegozio<br />

Rossano Romagnoli<br />

Vice caponegozio<br />

Giuliana Gruppi<br />

Responsabili<br />

Marina Venturi (gastronomia),<br />

Marino Calzolari (macelleria)<br />

Paola Lanzarini (ortofrutta)<br />

E poi…<br />

Ombretta Armenti, Michela Cristalli, Valentina<br />

Giannotti, Francesco Lazzarini, Massimo<br />

Lenzarini, Catia Monticelli, Leonarda Nanni,<br />

Nicoletta Nanni, Susanna Sabattini, Patrizia<br />

Tondi, Elisa Zaccanti<br />

Buono<br />

offerte<br />

7


coop reno<br />

BRASILE<br />

consumatori<br />

Scuola Santa Maria,<br />

maggio 2006<br />

di Franca Guerra<br />

La Scuola Santa Maria è situata<br />

in una zona rurale alla periferia<br />

di Igarassu, città storica<br />

della regione metropolitana di<br />

Recife, che conta una popolazione<br />

di circa 80 mila abitanti. Nata nel<br />

1967, oggi, grazie anche al contributo<br />

di <strong>Coop</strong> Reno che ci ha permesso<br />

di finanziare la realizzazione<br />

di nuove aule, ospita 546 bambini e<br />

adolescenti che qui, oltre a frequentare<br />

la scuola, mangiano (per<br />

molti di loro il pasto che consumano<br />

qui rimane l’unico della giornata),<br />

vengono seguiti da un punto di<br />

vista medico e psicologico, partecipano<br />

ad attività di vario genere, ludiche,<br />

sportive o di recupero scolastico.<br />

I bambini e gli adolescenti<br />

che studiano nella Scuola Santa<br />

Maria provengono, nella maggior<br />

parte dei casi, dalle favelas (loteamentos)<br />

circostanti e appartengono<br />

prevalentemente a famiglie a bassissimo<br />

reddito: la disoccupazione,<br />

la violenza nei quartieri, la disgregazione<br />

familiare, la prostituzione<br />

minorile, il dilagante spaccio e uso<br />

di droga, aggravati dalla mancanza<br />

di opportunità legate alla cultura e<br />

al tempo libero, sono i più comuni<br />

problemi sociali che debbono affrontare.<br />

UNA CISTERNA<br />

D’ACQUA<br />

Il Nordest del Brasile è una zona<br />

prevalentemente secca e povera<br />

d’acqua: questo problema affligge<br />

anche la regione di Recife in cui si<br />

trova Igarassu dove sorge la Scuola<br />

Santa Maria. Oltretutto questa è<br />

una zona di grande crescita demografica,<br />

per cui la domanda di ac-<br />

44<br />

qua è in continuo aumento, pregiudicandone<br />

l’erogazione nei periodi<br />

di maggiore siccità. Nel 2005 anche<br />

la Scuola ha subito un forte razionamento:<br />

un giorno di erogazione<br />

dell’acqua e due senza. Considerando<br />

che sono circa 550 i bambini che<br />

la frequentano, evidentemente ciò<br />

ha comportato notevolissime difficoltà<br />

nella conduzione di tutte le<br />

attività e a molto poco è servita la<br />

vasca di raccolta attualmente a disposizione,<br />

poiché è molto piccola<br />

e in parte deteriorata. Di qui la necessità<br />

di realizzare una cisterna<br />

per la raccolta dell’acqua piovana,<br />

che in certi periodi dell’anno cade<br />

in abbondanza, che permetta di affrontare<br />

i periodi di razionamento e<br />

garantire continuità nell’assistenza<br />

dei bambini che frequentano la<br />

scuola.<br />

IL CORSO<br />

DI INFORMATICA<br />

Come conseguenza dell’attuale situazione<br />

del paese, sempre più alto<br />

è il numero dei bambini costretti a<br />

lavorare e conseguentemente dei<br />

bambini e dei ragazzi che abbandonano<br />

la scuola di base, perché le<br />

famiglie non possono permettersi<br />

di mantenerli. Ma è evidente che<br />

cambiare qualcosa è possibile solo<br />

se si investe nell’educazione: è importante<br />

dare ai giovani un’istruzione<br />

ed una formazione professionale,<br />

solo così sarà possibile<br />

garantire loro un futuro. Alla Scuola<br />

Santa Maria tanto si sta facendo<br />

in tal senso: i bambini e i ragazzi<br />

che hanno la possibilità di frequentarla<br />

non solo possono contare su<br />

un presente migliore, ma, soprattutto,<br />

hanno l’opportunità di ricevere<br />

un’istruzione e una formazio


coop reno<br />

Portati avanti da Nova, sono sostenuti da <strong>Coop</strong> Reno<br />

che nella scuola di Recife, anche grazie al ristorno dei<br />

soci, contribuirà alla realizzazione di una cisterna<br />

e alla nascita di una scuola di formazione per mamme.<br />

Sono oltre 500 i bambini ospitati nella comunità<br />

i progetti del 2006<br />

ne professionale e diventare uomini<br />

e donne del domani, maggiormente<br />

consapevoli e in grado di offrire ai<br />

loro figli e al loro paese quell’aiuto<br />

necessario per migliorare e progredire.<br />

Tra le opportunità che si vogliono<br />

offrire, considerata un elemento<br />

fondamentale e indispensabile per<br />

il futuro inserimento nel mondo<br />

del lavoro è una preparazione di<br />

tipo informatico.<br />

UN PROGETTO<br />

PER LE MAMME<br />

L’Allan Kardec è un’istituzione filantropica<br />

che si occupa di assistenza<br />

alla comunità di Olinda, in<br />

particolare ai bambini bisognosi.<br />

L’Istituto non riceve alcun contri-<br />

buto pubblico, ma vive grazie alle<br />

donazioni di privati ed al lavoro dei<br />

volontari. Ospita oggi circa 85 bambini<br />

che, salvo qualche eccezione,<br />

fanno rientro in famiglia al termine<br />

della giornata. Fino alla metà del<br />

2004 la struttura era riservata ai<br />

maschi, poi hanno iniziato ad accogliere<br />

anche le bambine, tanto che<br />

nel 2005 sono stati realizzati interventi<br />

per la costruzione di bagni e<br />

spogliatoi ad esse riservati.<br />

I bambini accolti in questo istituto<br />

appartengono a famiglie con gravi<br />

difficoltà economiche; grazie ai<br />

contributi raccolti con le adozioni a<br />

distanza viene loro offerta gratuitamente<br />

l’ospitalità, nonché la possibilità<br />

di frequentare la scuola e disporre<br />

del materiale necessario. La<br />

sede di questo istituto era piuttosto<br />

Offerta soci<br />

RITIRO DAL 22 MAGGIO AL 3 GIUGNO<br />

fatiscente: in un recente passato è<br />

stata oggetto di diversi interventi di<br />

ristrutturazione che grazie anche<br />

all’aiuto della <strong>Coop</strong> Reno l’Associazione<br />

NOVA ha finanziato e che certamente<br />

l’hanno resa più accogliente<br />

e funzionale, l’ultimo dei quali<br />

riguarda il rifacimento del coperto<br />

e la risistemazione dei bagni dei ragazzi<br />

che erano completamente fatiscenti.<br />

Per contribuire al miglioramento<br />

della situazione economica delle famiglie,<br />

si vuole organizzare un corso<br />

per estetista-parrucchiera destinato<br />

a 15 mamme dei bambini che<br />

frequentano la scuola: questo corso<br />

darà ovviamente delle grosse opportunità<br />

a queste donne di trovare un<br />

lavoro decoroso con il quale potranno<br />

mantenere i loro figli. ■ ■ ■<br />

Buono<br />

offerte<br />

8<br />

Affettatrice “Cad”<br />

Modello Arpa, lama in acciaio inox Ø 280 mm,<br />

con trattamento al titanio (non necessita di affilatura),<br />

nuovo sistema “quick lock” che permette un facile<br />

sgancio del carrello, carrello inclinato per una facile<br />

operazione di taglio, motore a induzione silenzioso<br />

190 Watt, peso 14,5 kg, marchio CE. Garanzia 24 mesi.


▲<br />

coop reno<br />

Eventi turistici e culturali<br />

a Castel S. Pietro Terme<br />

11 maggio<br />

Biblioteca Comunale Cspt<br />

ore 21, Autori in biblioteca<br />

Giuseppe Pederiali<br />

“Camilla e il Grande Fratello”<br />

20 maggio<br />

Piazza XX Settembre<br />

ore 21<br />

Effetto Moda<br />

Defilé di moda a cura<br />

dei Commercianti<br />

di Castel San Pietro Terme<br />

27 maggio - 11 giugno<br />

Arte a Castello<br />

Rassegna di mostre dedicate<br />

a grandi artisti del panorama<br />

dell’arte contemporanea italiana.<br />

Diversi appuntamenti che si<br />

susseguono per tutta la durata<br />

dell’anno. A cura di Carola<br />

Pandolfo Marchegiani<br />

6 - 28 maggio<br />

Sala Fienile<br />

Il Corpo e l’Ombra -<br />

opere inedite con catalogo<br />

a cura di Artinsieme<br />

(Vladimiro Zocca)<br />

7 maggio<br />

Ippodromo Arcoveggio (Bologna)<br />

1 GP Città del Miele<br />

1 GP Città Slow<br />

Corse al trotto dedicate alla città<br />

di Castel San Pietro Terme<br />

8/9/10 maggio<br />

Centro Congressi Artemide<br />

Viale Terme 1010/c<br />

International Spring Course on<br />

Functional and Aesthetic Surgery<br />

of the Nose – Live Surgery<br />

Corso internazionale primaverile<br />

di chirurgia funzionale ed estetica<br />

del naso<br />

Associazione per la Rinologia<br />

Scuola di Rinologia di Castel San<br />

Pietro Terme – Servizio Sanitario<br />

Regionale Emilia Romagna Azienda<br />

Unità Sanitaria Locale di Imola<br />

10 maggio<br />

Biblioteca Comunale Osteria<br />

Grande, ore 17,30<br />

Storie a primavera :<br />

letture animate per bambini<br />

Storia Rossa<br />

“Tante storie per giocare”<br />

14 maggio<br />

Greve in Chianti<br />

La Vetrina delle Città Slow<br />

1° edizione<br />

Partecipazione di Castel San<br />

Pietro Terme e dei produttori<br />

castellani alla mostra mercato dei<br />

prodotti tipici delle Città Slow<br />

d’Italia<br />

18 maggio<br />

Biblioteca Comunale Cspt<br />

ore 17,30<br />

Storie a primavera :<br />

letture animate per bambini<br />

Storia Arancio “Enciclopedia della<br />

fiaba”<br />

19 maggio<br />

Premio Cleto Tomba 2006<br />

a cura del Lions Club<br />

Sarà premiata una clavicembalista<br />

che si esibirà unitamente ad un<br />

flautista e un balletto barocco<br />

sede da definire (Anusca?)<br />

21 maggio - Brisighella<br />

Sagra del Carciofo Moretto<br />

Partecipazione di Castel San<br />

Pietro Terme alle iniziative sulla<br />

promozione delle eccellenze<br />

gastronomiche delle città slow<br />

13 maggio – 20 maggio<br />

la mattina, su appuntamento<br />

Sala Sassi<br />

I numeri della musica<br />

Mostra didattica tra scienza e arte<br />

e performance musicale a cura di<br />

Gloria Nobili, Fabio Sabetta (Liceo<br />

della Comunicazione San Pio X<br />

- Castel San Pietro Terme)<br />

21 maggio<br />

Centro Storico nel pomeriggio<br />

Carrera dei Piccoli<br />

25 maggio<br />

Biblioteca Comunale Cspt, ore 21<br />

Autori in biblioteca Matteo<br />

Bortolotti “Questo è il mio<br />

sangue”<br />

26/27/28 maggio<br />

Palasport Ferrari - Viale Terme<br />

Castel San Pietro “In Blues”<br />

X edizione Festival Blues<br />

Evento musicale di rilevanza<br />

internazionale; Stand di Castel<br />

San Pietro Terme Città Slow<br />

durante la manifestazione<br />

28 maggio<br />

Centro Storico dalle 8 alle 20<br />

Castro Antiquarium<br />

Mostra Mercato d’Antiquariato<br />

Fine maggio<br />

Centro Storico<br />

Pane e Miele<br />

Giornata nazionale delle Città<br />

del Miele<br />

2/3/4 giugno<br />

Convento di San Francesco<br />

Bagnacavallo (RA)<br />

Figli di un Bacco minore?<br />

Partecipazione alla IV rassegna<br />

nazionale dei vitigni autoctoni<br />

e di tradizione italiani (alla sua II<br />

mostra mercato), organizzata ed<br />

ideata da Slow Food Italia e dal<br />

Coordinamento Slow Food Emilia<br />

Romagna, sostenuta e patrocinata<br />

dalla Regione Emilia-Romagna,<br />

assessorato all’agricoltura,<br />

dal Comune di Bagnacavallo,<br />

dall’Enoteca Regionale Emilia-<br />

Romagna.<br />

Giugno - luglio<br />

Tombole sotto le stelle<br />

di venerdì 16/23/30 giugno;<br />

7/14/21/28 luglio<br />

A cura di AVIS<br />

Giugno<br />

Raccagni, Mostra opere<br />

I Giovedì di giugno<br />

Osteria Grande, dalle ore 19<br />

Biciclettate ad Osteria Grande<br />

(da confermare)<br />

Giugno<br />

Galleria Comunale Fienile<br />

Mostra personale dell’artista<br />

Montuschi (da definire)<br />

Venerdì 2 giugno<br />

Biblioteca Comunale<br />

“Degustare Locale”<br />

La poesia e l’enogastronomia<br />

dell’Emilia Romagna e dintorni.<br />

3° Edizione. A cura di Matteo<br />

Fantuzzi. Info tel. 051-940320<br />

oppure pneuma@email.it<br />

PER INFORMAZIONI<br />

Ufficio Cultura e Turismo di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 3 tel. 051/6954124 - fax. 051/6954180<br />

cultura@cspietro.provincia.bo.it<br />

URP di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 3 - tel. 0516954154 - fax 051/6954141<br />

urp@cspietro.provincia.bo.it<br />

I.A.T. (Informazione ed Accoglienza Turistica) di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 14<br />

tel/fax 0516942090 - iat@castelsanpietroterme.it<br />

Associazione Turistica Pro Loco di Castel San Pietro Terme - Via Ugo Bassi 19 - tel. 051/6951379<br />

fax 051/6951623 - proloco@castelsanpietroterme.it<br />

Le date di tutte le iniziative sopra menzionate potrebbero essere soggette a modificazione


Il gruppo di volontari in partenza per il Kosovo<br />

consumatori<br />

coop reno<br />

AIUTI<br />

al Kosovo<br />

Un ingente carico a scopo<br />

umanitario, raccolto<br />

dal Comune di Baricella,<br />

da diverse aziende<br />

(compresa <strong>Coop</strong> Reno)<br />

e associazioni locali,<br />

ha raggiunto Pristina<br />

per cercare di dare sollievo<br />

a una città e a un popolo<br />

di Gastone Quadri<br />

E<br />

così il mattino del 29 marzo ha segnato la partenza<br />

per il Kosovo di un ponderoso carico di aiuti<br />

umanitari raccolti dal Comune di Baricella e da<br />

aziende e associazioni locali. La ditta Marmocchi, <strong>Coop</strong><br />

Reno, Zuccherifico <strong>Coop</strong>Rob, Pro loco, Bocciofila, Centro<br />

Sociale “la Villa”, Spi e la Tabaccheria Andrea Spirito<br />

di Bologna: questi i nomi di chi ha partecipato alla raccolta.<br />

I Carabinieri della locale Stazione e l’attivissimo<br />

maresciallo Casella hanno coordinato l’operazione facendo<br />

qui giungere un autotrasporto Msu (Multispecialised<br />

Unit) che, nella mattinata stessa, è ripartito per<br />

Pristina dove si trova la base dei nostri Carabinieri in<br />

missione in Kosovo.<br />

Prima della partenza sono state distribuite targhe-ricordo<br />

agli organizzatori del carico. Questo carico è destinato<br />

al Kossovo in quanto base dell’esperienza di aiuto<br />

umanitario del comandante Casella, che da Sarajevo è<br />

stato trasferito in Pristina, trovando in quella città una<br />

situazione ancora più tragica di quella bosniaca: vedendo<br />

al suo arrivo gli abitanti tendere la mano per afferrare i<br />

pezzi di pane, ha deciso di farvi giungere la generosità<br />

baricellese. La distribuzione degli aiuti sarà curata dal<br />

G9 dei Carabinieri che, sul posto, coordinano le richieste<br />

che giungono in continuazione dalle pattuglie che operano<br />

sul territorio.<br />

È doveroso ricordare che nell’adempimento di queste<br />

missioni di pace e di aiuto è deceduto, per un tragico<br />

incidente stradale, il maresciallo Aiello, amico del comandante<br />

Casella. Alla partenza del carico erano presenti<br />

il sindaco di Baricella Zanardi, il vice sindaco Bovinelli<br />

e alcuni rappresentanti dei donatori. ■ ■ ■


consumatori<br />

Fattoria pedagogica, gr<br />

MINERBIO<br />

di Cinzia Martelli<br />

Il 18 marzo è stata inaugurata a Minerbio la Fattoria<br />

Pedagogica, un progetto di grande rilievo, un sogno<br />

che si è avverato grazie all’impegno della Fondazione<br />

Ramazzini che ha contribuito in gran parte alla realizzazione<br />

dell’opera, il cui costo è di 2 milioni di euro. La<br />

fattoria (dove domenica 21 maggio, in occasione del progetto<br />

provinciale delle Fattorie aperte, ci sarà una festa<br />

d’inaugurazione aperta a tutti), sarà gestita dalla cooperativa<br />

sociale L’Orto che da più di venti anni favorisce<br />

l’inserimento dei soggetti a rischio di emarginazione e<br />

offre alle persone disabili una vita con più possibilità<br />

espressive, lavorative e relazionali. L’Orto promuove una<br />

cultura di integrazione sociale e auto realizzazione della<br />

persona. In occasione della prossima apertura di questa<br />

costruzione, abbiamo incontrato Maurizio Piccioli, educatore<br />

e presidente della cooperativa, che ci ha mostrato<br />

maggio 2006<br />

coop reno<br />

48<br />

la nuova fattoria, costruita vicino alla sede principale.<br />

Questo progetto prevede un percorso educativo con laboratori<br />

per gli alunni delle scuole materne e primarie, un<br />

centro socio-riabilitativo e una casa-famiglia per disabili.<br />

La casa polivalente non ha barriere architettoniche, è<br />

provvista di allarmi antifumo e antigas ed è interamente<br />

realizzata con materiali biocompatibili. Abbiamo chiesto<br />

informazioni a Maurizio Piccioli riguardo al progetto “A<br />

Scuola in Fattoria”, che vedrà impegnati i bambini che<br />

frequentano la scuole del territorio: ”Il percorso educativo<br />

è una ‘scuola all’aperto’ – ci dice –, i più piccoli potranno<br />

conoscere meglio gli animali e la vita della fattoria”.<br />

Mentre il presidente ci porta all’esterno per<br />

mostrarci le case degli animali la cui architettura ricorda<br />

la costruzione principale, percorriamo una deliziosa<br />

stradina di mattoncini, studiata per la partecipazione anche<br />

di bambini in carrozzella. “Qui presto abiteranno la<br />

cavallina pony, l’asinella sarda, i cavalli, le mucche, i


ande festa inaugurale<br />

maiali, le pecore e le caprette, i conigli, le galline e per<br />

finire i palmipedi, che avranno l’uscita dalla casetta direttamente<br />

sul macero”. Maurizio Piccioli spiega che<br />

“queste piccole stalle sono dotate di un box esterno, affinché<br />

i bambini possano vedere gli animali da vicino.<br />

Visiteranno la fattoria accompagnati da un esperto che<br />

completerà il laboratorio all’interno della fattoria attraverso<br />

una riflessione articolata sui meccanismi che regolano<br />

il rapporto tra agricoltura, ambiente e salubrità degli<br />

alimenti, con la collaborazione di <strong>Coop</strong> Reno che ha<br />

anche devoluto 5.000 euro di ristorno in favore di questo<br />

progetto”. Una grande sala con camino accoglierà gli<br />

scolari dopo la visita esterna alla fattoria; qui avranno a<br />

disposizione tavoli, personal computer, e verranno allestite<br />

mostre su ambiente, natura e alimentazione. Nell’aula<br />

magna all’entrata, già attrezzata con tavoli, ci saranno<br />

dei piccoli taglieri per insegnare ai bambini come<br />

si prepara l’impasto del pane. “Nell’ambito del centro socio<br />

riabilitativo, i ragazzi gestiranno le attività già avviate<br />

nelle sedi di Minerbio e di Vedrana di Budrio, saranno<br />

impegnati nelle attività legate alle stagioni, la manutenzione<br />

del verde, la coltivazione biologica degli ortaggi, la<br />

trasformazione di questi prodotti in vasetto che i ragazzi<br />

vendono sia nei mercati comunali di Budrio e di Minerbio,<br />

sia nel negozio della sede principale, e presto apriremo<br />

un nuovo punto vendita qui nella Fattoria Didattica,<br />

dove ci sarà il laboratorio per la trasformazione dei pro-<br />

maggio 2006 49<br />

coop reno<br />

Le attività della<br />

cooperativa sociale<br />

L’Orto<br />

• Servizi sociali con il Centro<br />

socio-riabilitativo diurno e<br />

gruppo appartamento per<br />

disabili<br />

• Agricoltura biologica:<br />

produzione, vendita e<br />

trasformazione di frutta e<br />

verdura<br />

• Manutenzione del verde<br />

pubblico e privato<br />

• Progetti speciali di studio e<br />

lavoro<br />

• Progetto Dopo di noi e<br />

Club del sabato<br />

• Percorsi didattici per scuole<br />

materne e primarie<br />

• Soggiorni e vacanze<br />

dotti in vasetto, con apparecchiature di sterilizzazione,<br />

affiancato da un’altra sala dedicata all’attività di confezionamento<br />

ed etichettatura”. Percorrendo i 700 metri quadri<br />

della casa, ci vengono mostrati anche il monolocale<br />

per il custode e un laboratorio per la panificazione vero e<br />

proprio, che ha un’uscita che porta direttamente al forno<br />

a legna. Maurizio Piccioli ci porta all’interno di un’aula<br />

che rientra ne progetto “Dopo di Noi”, provvista di cucina<br />

didattica per favorire lo sviluppo di una maggiore autonomia,<br />

poiché buona parte dei ragazzi accolti in cooperativa<br />

sono adulti, hanno i genitori anziani ed è necessario<br />

incoraggiare percorsi di crescita. Al piano superiore, oltre<br />

all’ambulatorio medico e altre stanze funzionali troviamo<br />

l’appartamento che accoglierà 6 ragazzi disabili e<br />

2 operatori, composto da cucina, ripostigli, sala da pranzo,<br />

sala morbida (che è una zona di relax e socializzazione),<br />

lavanderia e quattro camere da letto con i servizi.<br />

L’Orto gestisce un appartamento analogo nella sede di<br />

Vedrana. ■ ■ ■<br />

Per visite e informazioni<br />

<strong>Coop</strong>erativa Sociale L’Orto srl, Azienda Agrobiologia<br />

onlus<br />

• via Marconi, 2 - 40061 Minerbio (Bologna); tel/fax<br />

051.878169<br />

• via Rondanina, 7 - Vedrana di Budrio (Bologna) Casa<br />

“Carlo Chiti”; tel/fax 051.800190


di Walter Matteucci più distante, meno esposto alle in-<br />

Migliarino è un comune della<br />

provincia ferrarese i cui<br />

confini toccano ben altre<br />

sei realtà municipali. Oggi registra<br />

meno di 4.000 abitanti, praticamente<br />

quanti ne aveva al censimento del<br />

1871, all’inizio dello Stato Sabaudo.<br />

È un comune, un territorio che<br />

manca di uno specifico identitario,<br />

proprio e unico. Nemmeno il toponimo<br />

è ben noto.<br />

Alcuni storici propendono per<br />

un’associazione con una coltura antica,<br />

il miglio: ovvero “miliarum”,<br />

campo di miglio. Qualche storico lo<br />

lega invece, sempre con attinenza<br />

all’agricoltura, alla misura agraria<br />

delle vigne: “miliarum”. I più pratici<br />

pensano derivi invece dal luogo<br />

in cui era posta “la pietra migliare”.<br />

Si capisce però come questo ben<br />

calzi pienamente al nome del comune<br />

viciniore: Migliaro. E allora<br />

Migliarino? Sicuramente tutto<br />

quanto detto, e forse qualcosa di<br />

più, è veritiero. Si narra che, quando<br />

ancora questo territorio era<br />

campo di scontro fra Estensi e Veneti,<br />

proprio navi della Serenissima<br />

giungessero fino alla vicina Comacchio<br />

e, per il ramo del Po di Volano<br />

fino a Massa Fiscaglia, risalissero a<br />

portare saccheggio e violenza punitiva<br />

per la scelta di campo avverso.<br />

E che proprio da una frazione di<br />

Massa Fiscaglia un consistente<br />

gruppo di famiglie – circa “mille”<br />

persone – si portasse in altro luogo<br />

consumatori<br />

Alla Fiera dei fiori<br />

di Migliarino<br />

maggio 2006<br />

coop reno<br />

cursioni, e desse corpo ad un nuovo<br />

paese, Migliarino appunto. Vi sono<br />

anche due date certe, acclarate in<br />

atti di legati notarili. Quella storica<br />

dell’881 quando sbarcò a Massa Fiscaglia<br />

la ciurma veneta guidata dal<br />

doge Giovannilli, e quella del 1881<br />

quando Migliarino divenne sede<br />

municipale, come ancora oggi è.<br />

Migliarino non ha però progenitori<br />

autorevoli, né riferimenti che ne<br />

diano rilievo per l’economia del territorio<br />

o della cultura del ferrarese.<br />

È una realtà che è sempre stata inserita<br />

nel contesto di una provincia<br />

che aveva nell’agricoltura un punto<br />

di forza dell’economia.<br />

Migliarino, se vogliamo, proprio per<br />

questa sua centralità risultava appetita<br />

per una serie di appuntamenti<br />

di mercato di rilevanza. Oggi è diverso.<br />

L’agricoltura, che è ancora<br />

attore principe nell’economia, non<br />

è più il collante della occupazione,<br />

che si è in parte spostata nelle zone<br />

vicine artigianali. Ed è forte il lavorio<br />

progettuale delle ultime amministrazioni<br />

comunali – e di chi ora<br />

gestisce l’amministrazione civica –<br />

per ricercare uno sviluppo sostenibile<br />

ambientale che ha nel turismo<br />

naturalistico il dato portante. Tutto<br />

giocato in sintonia con le municipalità<br />

circostanti, ben dieci comuni<br />

interessati. Vale a dire piste ciclabili,<br />

la fluvialità del ramo del Po di<br />

Volano, una ippovia che sa offrire<br />

una riscoperta dei luoghi e di quei<br />

cavalli che proprio in Migliarino<br />

50<br />

avevano siti di allevamento di eccellenza.<br />

Oggi resiste attivo e visitabile<br />

un Centro di documentazione dell’allevamento<br />

del cavallo. Sta in<br />

questo “progetto identitario” di Migliarino<br />

il dar corpo a una nuova<br />

manifestazione fieristica, la “Festa<br />

del fiore”. Festa voluta e legata a un<br />

prodotto che può definirsi connaturato<br />

alla terra e all’agricoltura più<br />

specializzata, come altresì al commercio<br />

più minuto. Elementi che<br />

sono entrambi peculiarità di una<br />

Migliarino di ieri, e ancor più di<br />

oggi. La manifestazione, sin dalla<br />

prima edizione, è realizzata nella<br />

prima decade di maggio. La prossima,<br />

che sarà la 6° edizione, è in calendario<br />

per domenica 7 maggio.<br />

L’aspetto commerciale ed espositivo<br />

si concretizza nella piazza principale<br />

del paese, con tante bancarelle<br />

sistemate in modo da rendere un<br />

effetto cromatico di valenza pittorica.<br />

Moltissimi espositori provengono<br />

anche da altri territori. Essendo<br />

una manifestazione fieristica, è<br />

comprensibile che sia arricchita anche<br />

di altre attrattive culturali ludiche<br />

e sportive. Di sicuro richiamo<br />

un piccolo Palio, “Il palio di Migliarino”,<br />

piccolo solo perché contempla<br />

giochi riservati esclusivamente<br />

ai bambini e ai ragazzi. Ma anche<br />

gare sportive, spettacoli musicali e,<br />

parlando di fiori, un concorso riservato<br />

alle “ragazze in fiore”. La manifestazione<br />

va sempre più acquisendo<br />

visibilità e attenzione anche a<br />

Migliarino. ■ ■ ■


Le sanguisughe<br />

Le prendeva<br />

dal vaso con una<br />

retina e le consegnava<br />

al cliente-paziente.<br />

Ricordi del passato.<br />

Oggi questa antica<br />

e nobile professione<br />

è profondamente<br />

cambiata, al pari<br />

di tutta la medicina<br />

di Walter Matteucci<br />

Come non citare, fra le tante<br />

cose che sono cambiate, fra i<br />

tanti mestieri dimenticati,<br />

l’esercizio di una nobile e antichissima<br />

professione che è stata appieno<br />

consumatori<br />

maggio 2006<br />

coop reno<br />

del farmacista<br />

legata alla salute e allo “star bene”<br />

dell’uomo: il farmacista? È molto<br />

difficile che i nostri paesi, anche<br />

borghi molto piccoli, siano oggi<br />

mancanti di una farmacia. Ma è<br />

un’altra cosa, non minimamente riconducibile<br />

a quel luogo e a quella<br />

professione che ancora qualcuno ricorda.<br />

Era innanzitutto un ambiente<br />

diverso: scaffali vetrati, vasi e anfore<br />

multicolori, con nomi difficili,<br />

quasi sempre in latino. Banconi di<br />

marmo con diverse bilance con i<br />

piattelli perfettamente allineati e<br />

una cassa che, quando accoglieva il<br />

denaro, era tutta un risuonare di ingranaggi<br />

fino a un tintinnio finale.<br />

E poi il farmacista, quasi sempre un<br />

uomo, con un bianco camice lungo,<br />

che, prima di leggere una ricetta<br />

con la dovuta prescrizione di un<br />

51<br />

composto, guardava fisso nel volto e<br />

negli occhi il cliente/paziente quasi<br />

a voler capire egli stesso la sua malattia.<br />

E l’odore caratteristico, unico,<br />

particolare, fatto di aromi di legni, di<br />

alcool, di essenze. Tutto diceva: sono<br />

in farmacia.<br />

Le medicine stesse venivano preparate<br />

nella farmacia, in una sorta di<br />

piccolo laboratorio, spesso le si ritirava<br />

il giorno dopo. A volte sciroppi,<br />

a volte polverine inserite in cartine<br />

sottili, ripiegate meticolosamente.<br />

Si prendevano su un’ostia, ben più<br />

grande di quella che dava il parroco<br />

quando, la domenica, si faceva la Comunione.<br />

Anche quel “prender la<br />

medicina” sembrava un rito. In un<br />

cucchiaio si mettevano alcune gocce<br />

d’acqua, vi si poneva l’ostia, la polverina,<br />

si ripiegava attentamente e giù<br />

in bocca, quasi fosse un tortellino.<br />

Ma nella farmacia del mio ricordo,<br />

nel piccolo laboratorio, vi erano in<br />

uno scaffale oscurato da tende verdine,<br />

alcuni vasi di vetro con dentro<br />

delle nere, agilissime, mignatte. Delle<br />

sanguisughe che venivano ordinate<br />

dal medico curante a quei pazienti<br />

bisognosi di un salasso. Il farmacista<br />

le prendeva dal vaso con una retina e<br />

venivano consegnate in un piccolo<br />

bicchiere, due o tre in ragione della<br />

gravità del paziente. A casa, l’ammalato<br />

le poneva dietro alle orecchie o<br />

sotto le ginocchia. Restavano lì, succhiavano<br />

lentamente fino a staccarsi<br />

quando erano sazie e la pressione si<br />

abbassava. Oggi mi guardano persino<br />

incredule le giovani farmaciste<br />

che lavorano nella stessa farmacia<br />

quando racconto queste cose. Loro<br />

aprono lunghi cassetti e prendono<br />

scatoline di pillole o digitano su un<br />

computer per rapide ordinazioni che<br />

arriveranno dopo poche ore. È la<br />

stessa farmacia ma è cambiato anche<br />

l’odore, potrei benissimo essere in<br />

molti altri negozi. Oggi la farmacia<br />

(e i farmaci) è sempre più business,<br />

tant’è che per calmierarne i prezzi la<br />

stessa cooperazione preme per avere<br />

la possibilità di vendita nei suoi stessi<br />

esercizi. ■ ■ ■


Offerta soci<br />

Buono<br />

offerte<br />

9<br />

SCONTO<br />

45%<br />

ALLE CASSE


coop reno<br />

Il piacere di leggere<br />

“Storie di vita e di bottega”<br />

San Giovanni in Persiceto nel racconto<br />

dei suoi negozianti storici<br />

di Maurizio Garuti, Minerva Edizioni, Bologna<br />

Le botteghe storiche, si sa, stanno scomparendo<br />

non solo nelle città ma purtroppo anche nei paesi,<br />

per lasciare il posto a jeanserie o a negozi di telefonia.<br />

A San Giovanni in Persiceto ce ne erano tanti e<br />

di ogni tipologia: dal meccanico aggiustatore di biciclette<br />

alle drogherie-osterie, alcune così famose da<br />

essere citate in ogni guida che si rispetti, come Ber-<br />

“La scuola di Marano (1905-2005)”<br />

Cento anni di vita<br />

di un edificio comunale<br />

Villanova di Castenaso, 2005,<br />

5 euro<br />

Costruita cento anni orsono, in<br />

un’Italia giovanissima e ancora<br />

travagliata da problemi di ogni<br />

tipo, la scuola di Marano è rimasta<br />

attiva fino al giugno 1998.<br />

All’inizio costituita da sole due<br />

“La via Porrettana”<br />

Itinerario fotografico da Pistoia a Ferrara<br />

di Aniceto Antilopi, Gente di Gaggio Edizioni, 12 euro<br />

Un itinerario fotografico che percorre la via Porrettana,<br />

da Pistoia a Ferrara, realizzato dall’associazione<br />

culturale “Gente di Gaggio” nell’ambito del Protocollo<br />

di Intesa per la promozione degli studi sulla<br />

Consumi etici<br />

I prodotti Libera Terra<br />

I nostri lettori e soci, quando si recheranno alle<br />

Assemblee Separate sul Bilancio 2005 (vedi calendario<br />

in ultima pagina) riceveranno un buono<br />

da 10 euro per l’acquisto di prodotti Solidal <strong>Coop</strong><br />

o Libera Terra. Se tutti noi ben conosciamo e<br />

usiamo i prodotti del commercio equo e solidale,<br />

forse ignoriamo i prodotti Libera Terra. La storia<br />

di Libera Terra, esperienza che nasce in Sicilia e si<br />

sviluppa attraverso la coltivazione delle terre confiscate<br />

alla mafia e date in gestione a cooperative<br />

locali, risale al 2002 e oggi, dopo quattro anni, se<br />

ne vedono i risultati tangibili: attraverso gli ipercoop<br />

e alcuni supermercati <strong>Coop</strong> vengono ven-<br />

maggio 2006<br />

53<br />

gamini. Però forse qui assessori, particolarmente attenti<br />

alla conservazione e al restauro del centro storico,<br />

hanno cercato di tutelarne<br />

la sopravvivenza e molte di<br />

queste botteghe, pur trasformate<br />

e passate ad altri gestori,<br />

esistono ancora. Questo bel libro<br />

zeppo di fotografie e di godibili<br />

testi, ci restituisce il piacere<br />

delle cose rimaste nella<br />

memoria, di piccoli gesti ed<br />

abitudini che non esistono più.<br />

grandi aule, una per i maschi e una per le femmine<br />

rigorosamente separati fra loro, i bambini sedevano<br />

in banchi fissi da due e quattro posti, con una<br />

grande cattedra e una lavagna di ardesia poggiata<br />

ad un treppiede. Ogni lunedì mattina il bidello<br />

riempiva i calamai con l’inchiostro conservato in<br />

ampolle di vetro ed i pennini scricchiolavano sulle<br />

pagine di quaderni dalle copertine nere. Fuori un<br />

bel giardino con prato e piante: così la società rurale<br />

iniziava la lunga lotta all’analfabetismo. Oggi<br />

l’edificio scolastico restaurato è divenuto un Centro<br />

Culturale, luogo di aggregazione e di conservazione<br />

della memoria di una società scomparsa.<br />

storia e le tradizioni popolari<br />

della montagna bolognese.<br />

Le fotografie di Aniceto Antilopi<br />

sono presentate anche<br />

nella mostra dedicata a Villa<br />

Smeraldi a San Marino di<br />

Bentivoglio, visitabile fino al<br />

30 giugno.<br />

dute le confezioni di pasta prodotte dalla <strong>Coop</strong><br />

Placido Rizzotto e l’olio extravergine prodotto<br />

dalla Casa dei Giovani di Castelvetrano. Negli<br />

anni i prodotti sono aumentati, con un buon successo<br />

di vendite: nel 2005 le vendite dei prodotti<br />

Libera Terra sono state infatti di circa 640 mila<br />

euro, con un trend del +30% sul 2004. Il 75%<br />

delle vendite è rappresentato dalla pasta, seguita<br />

dall’olio (70 mila euro), dal vino (53 mila euro),<br />

dai legumi secchi, dalla farina e dalla passata di<br />

pomodoro. Una storia questa che parla di solidarietà,<br />

dignità, giustizia ma anche una storia di<br />

formazione sul campo di tanti giovani, indispensabile<br />

per garantire continuità a questa straordinaria<br />

esperienza.


Offerta<br />

coop reno<br />

consumatori<br />

settembre 2004<br />

Scarpiera 4 ante, top e fianchi soft,<br />

apertura sincronizzata tramite barre di acciaio,<br />

antina h. 34, abilitata per contenere scarpe fino al n. 47<br />

Dimensioni: h. 156 l. 62 p. 19,5<br />

Scarpiera 3 ante con doppia profondità,<br />

top e fianchi soft, antine h. 34, abilitata per contenere<br />

scarpe fino al n. 47<br />

Dimensioni: h. 120 l. 62 p. 30,5<br />

Colori: BIANCO, CILIEGIO/AVORIO, CILIEGIO<br />

Prezzo ai Soci € 75,00<br />

anziché € 109,00<br />

SCONTO 31,19%<br />

Mobiletti li<br />

con bordo Abs<br />

Colori: BIANCO, CILIEGIO/AVORIO, CILIEGIO<br />

Prezzo ai Soci € 65,00<br />

anziché € 99,00<br />

SCONTO 34,34%<br />

54 PRENOTAZIONE DALL’8 AL 20 MAGGIO


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senza angolo vivo<br />

Cassettiera 6 cassetti,<br />

top soft, bordo Abs senza angolo vivo.<br />

Dimensioni: h. 107 l. 77 p. 48<br />

Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />

Prezzo ai Soci € 79,00<br />

anziché € 115,00<br />

SCONTO 31,30%<br />

Mobile alto 1 anta +1 cassetto,<br />

top soft, bordo Abs senza angolo vivo.<br />

Dimensioni: h. 183 l. 46 p. 35<br />

Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />

Prezzo ai Soci € 69,00<br />

anziché € 110,00<br />

SCONTO 37,27%<br />

CONSEGNA DAL 19 GIUGNO AL 1° LUGLIO<br />

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Mobile alto 2 ante<br />

+cassetto,<br />

con vano portascope, top soft,<br />

bordo Abs senza angolo vivo.<br />

Dimensioni: h. 183 l. 77 p. 35<br />

Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />

Prezzo ai Soci € 89,00<br />

anziché € 129,00<br />

SCONTO 31,01%


Sabato 10 Giugno ore 9,30<br />

Assemblea Generale<br />

settembre<br />

di Bilancio<br />

2004<br />

consumatori<br />

coop reno<br />

ASSEMBLEE SEPARATE<br />

DI BILANCIO<br />

Data - 2006 Ore Territorio Sala<br />

Lunedì 15 maggio 20,30 S. Agostino Sala “D. Bonzagni”, via Statale 191<br />

“ 20,30 Vergato Centro Sociale Polivalente via Fornaci<br />

“ 20,30 Osteria G. Saletta DS Centro Commerciale<br />

Martedì 16 maggio 20,30 S. Agata B. Polivalente<br />

“ 20,30 Monghidoro Sala Consigliare<br />

“ 20,30 Baricella Sala Teatro Parrocchiale<br />

Giovedì 18 maggio 21,00 Stienta Sala “alle 4 lamiere” di Zampine<br />

“ “ Ficarolo “<br />

“ “ Fiesso Umb. “<br />

“ 20,30 Casumaro Sala TV Parrocchiale<br />

“ 20,30 Molinella Sala Auditorium, via Mazzini 90<br />

Venerdì 19 maggio 20,30 Medicina Sala del Suffragio, via Libertà<br />

“ 20,30 Monteveglio Sala Polivalente “Sogno Veglio”, piazza Libertà 18<br />

“ 20,30 S. Vincenzo Sala Atrio Comunale, a S. Venanzio<br />

Lunedi 22 maggio 21,00 Jolanda di S. Sala della Biblioteca Comunale di Berra<br />

“ “ Bosco Mesola “<br />

“ “ Berra “<br />

“ 20,30 Loiano Sala Consigliare<br />

“ 20,30 Renazzo Sala Polivalente<br />

Martedì 23 maggio 20,30 Castenaso Sala “E. Cupini”, via Gramsci 21<br />

“ 20,30 Silla Sala Civica “A. Gandolfi”<br />

“ 20,30 Minerbio Sala di Palazzo Minerva<br />

Giovedì 25 maggio 20,30 S. Giorgio di P. Sala C.C.C., via Bentini<br />

“ 20,30 Vado Delegazione Comunale<br />

“ 20,30 Altedo Auditorium, via F.lli Cervi<br />

Venerdì 26 maggio 20,30 Marzabotto Saletta Casa del Popolo<br />

“ 20,30 Poggio Renatico Sala C.C.C., piazza Castello 1<br />

Lunedì 29 maggio 20,30 Castiglione Consiglio Comunale<br />

“ 20,30 S. Pietro in C. Sala “Oratorio della Visitazione”<br />

A tutti i partecipanti verrà distribuito un buono<br />

per l’acquisto di prodotti “Libera Terra” o “Solidal <strong>Coop</strong>”<br />

da utilizzare presso i punti vendita di <strong>Coop</strong> Reno<br />

56<br />

CALDERINO di MONTE<br />

SAN PIETRO<br />

Sala del Teatro Parrocchiale

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