ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop

Italia, la risorsa
soft economy
“Valorizzazione dei territori, attenzione
all’ambiente è questa la chiave per
rilanciare il nostro paese”. É la ricetta
proposta in un libro di Ermete Realacci
In quest’Italia post-elezioni, che
dopo mesi di duro scontro elettorale
è ancora alla ricerca di
nuovi punti di equilibrio, forse
qualche spunto per definire strategie
utili ad affrontare il futuro può
venire dall’idea della soft-economy,
lanciata in un interessate libro
scritto dal presidente onorario di
Legambiente Ermete Realacci e dal
giornalista Antonio Cianciullo
(“Soft Economy”, ed. Rizzoli, 272
pagine, prezzo 9 euro). Lo spunto
di partenza del libro viene dall’analisi
dell’economista americano Joseph
Nye, che individua sulla scena
mondiale un modello di hard
power, impersonato dagli Stati
Uniti e un modello di soft power
incarnato dall’Europa.
Realacci e Cianciullo sviluppano
questa analisi in una prospettiva
italiana. Partendo cioè della convinzione
che il nostro paese abbia
già in sé risorse ed esperienze concrete
per investire sul futuro, con
ottimismo e possibilità di succes-
consumatori
il mensile dei soci coop
consumatori
in primo piano
so. “L’Italia - spiega Realacci - per
uscire dalla condizione di paese sfiduciato
e rassegnato di questi ultimi
anni, può e deve partire da una
idea di economia fortemente legata
ai territori, dal valore della coesione
sociale, dalla riscoperta del proprio
patrimonio artistico. L’idea hard di
una economia solo legata alla quantità
e ai costi, da cui nasce poi il
dumping sociale, ci vedrebbe comunque
perdenti. Noi dobbiamo
invece puntare sulla qualità”.
Una qualità che è già esperienza
concreta e praticata in 25 storie che
il libro racconta. Sono le storie di
aziende importanti e che operano
in settori diversi (dalla Granarolo,
alla Stm microelectronics, dalla Technogym
all’Emilceramica di Sassuolo,
dai vini siciliani di Donnafugata
agli abiti di Brioni).
Gli elementi comuni sono il successo
economico, che ne ha fatto aziende
leader nei rispettivi settori, sempre
però coniugato con il rispetto
per l’ambiente, per una relazione
La Granarolo è tra i casi analizzati
nel libro di Realacci e Cianciullo
positiva con il territorio. “La chiave
- prosegue Realacci - è quella di
considerare la coesione sociale
come un fattore produttivo e competitivo.
É la scommessa di un paese
che così può stare nella globalizzazione
a testa alta, senza subire
ma anzi valorizzando le proprie
competenze e specificità. La cosa
interessante è che, discutendo
dopo la presentazione del libro, abbiamo
scoperto che alle 25 storie
che abbiamo raccontato se ne potrebbero
aggiungere altre centinaia.
Tutti casi in cui gli elementi
di coesione, legame col territorio,
sensibilità ambientale, sono la
chiave di successi sul piano economico.
La soft economy è in sostanza
una idea di economia antitetica
a quella che qualcuno ha cercato di
far passare anche in Italia, secondo
la quale basta dare sfogo agli spiriti
animali del capitalismo e tutto va
per il meglio. No, non è così e le
realtà che raccontiamo sono lì a
testimoniarlo”. ■ ■ ■
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