Luglio/Agosto - Sigot.Org
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Geriatria<br />
ormoni sessuali maschili che, per l’epoca<br />
di insorgenza, si identifica come un ipogonadismo<br />
acquisito ad insorgenza tardiva.<br />
A conferma di un crescente interesse del<br />
mondo scientifico nei confronti dell’ipogonadismo<br />
ad insorgenza tardiva e a conferma<br />
di una crescente ufficializzazione di<br />
tale quadro, degno di una specifica collocazione<br />
nosologica, stanno le “raccomandazioni”<br />
preparate dalle Società internazionali<br />
suddette. Tale elenco di “raccomandazioni”<br />
costituisce uno strumento<br />
validato che si identifica con delle linee<br />
guida procedurali che appoggiano il clinico<br />
dalle riflessioni diagnostiche fino alle<br />
rispettive scelte terapeutiche (6, 7).<br />
Quanto ai meccanismi fisiopatologici chiamati<br />
in causa per giustificare il calo androgenico<br />
età correlato, è opportuno puntare<br />
l’attenzione su l’intero asse endocrino coinvolto,<br />
sia a livello centrale che periferico.<br />
Nel primo caso è chiamata in causa una<br />
modificazione età-correlata della secrezione<br />
di GnRH con conseguente ridotta secrezione<br />
di LH, eventi dovuti ad un probabile<br />
esaurimento ipotalamico e all’aumentata<br />
sensibilità al feed-back negativo del testosterone<br />
(8-10). Per quanto riguarda il contributo<br />
della periferia nella determinazione<br />
dell’ipogonadismo, si è visto che la cellula<br />
di Leydig risulta meno responsiva allo stimolo<br />
da parte della gonadotropina LH (11-<br />
12). Ne deriva un caratteristico quadro di<br />
riduzione dei livelli di testosterone associato<br />
a livelli di LH nella norma o solo lievemente<br />
aumentati.<br />
Recuperando le premesse che hanno portato<br />
ad elencare il percorso attraverso il<br />
quale si è giunti alla definizione più attuale<br />
e utilizzando le raccomandazioni suddette<br />
come strumento ufficiale, è possibile<br />
esprimere l’ipogonadismo ad esordio tardivo<br />
come una sindrome clinica e biochimica<br />
associata all’invecchiamento, caratterizzata<br />
da un corteo sintomatologico tipico<br />
e da una riduzione dei livelli ematici di<br />
testosterone. Tale sindrome ha la capacità<br />
di portare ad un significativo deterioramento<br />
della qualità della vita per la compromissione<br />
di vari organi e apparati.<br />
Quali sono dunque i sintomi che caratte-<br />
214 Vol. XVIII n. 4 - <strong>Luglio</strong>/<strong>Agosto</strong> 2006<br />
rizzano l’ipogonadismo ad esordio tardivo,<br />
al punto da indicare la misurazione<br />
ormonale di conferma che consenta di<br />
associare alla clinica una specifica realtà<br />
biochimica?<br />
I sintomi in questione non differiscono da<br />
quelli presentati dai soggetti più giovani<br />
con ipogonadismo è sono dati da:<br />
– riduzione della massa magra con deterioramento<br />
del volume e della forza<br />
muscolare (13-16);<br />
– aumento della massa grassa con localizzazione<br />
viscerale (17-19);<br />
– riduzione dei peli corporei e alterazioni<br />
cutanee (20, 21);<br />
– disturbi del sonno (22, 23);<br />
– riduzione della densità minerale ossea<br />
con quadri variabili che vanno<br />
dall’osteopenia all’osteoporosi con significativo<br />
aumento del rischio di fratture<br />
(24-26);<br />
– modificazioni del tono dell’umore e/o<br />
delle funzioni cognitive con possibile<br />
irritabilità, affaticabilità e depressione<br />
(27, 28);<br />
– riduzione del desiderio sessuale con<br />
peggioramento della funzione erettile sia<br />
qualitativamente che quantitativamente<br />
(29-32).<br />
Come anticipato, la presenza di tale sintomatologia<br />
può costituire un pretesto valido,<br />
almeno per alcuni individui, per entrare<br />
in contatto con la realtà specialistica che<br />
procederà alla valutazione biochimica di<br />
conferma. A tale proposito, appare opportuno<br />
sottolineare che l’atteggiamento più<br />
corretto prevede l’inizio dello screening<br />
ormonale soltanto davanti al sintomo presentato,<br />
essendo non raccomandabile una<br />
valutazione degli androgeni circolanti in<br />
un soggetto asintomatico. Davanti all’evidenza<br />
clinica, come in tutte le patologie, è<br />
opportuno non trascurare il momento<br />
anamnestico e l’attenta valutazione obiettiva<br />
sia per quanto riguarda la conoscenza<br />
della sindrome sospettata che, data l’aspecificità<br />
di alcuni sintomi, per l’esclusione<br />
di altre patologie concomitanti; in tal<br />
senso, l’approccio multidisciplinare al problema<br />
risulta spesso l’arma più efficace<br />
(33, 34). A proposito di indagine anamne-