Musica e scuola - Conservatorio di musica Giuseppe Tartini

3. FARE MUSICA
MUSICA E SCUOLA • 23
Chi ha avuto la fortuna di operare presso qualche scuola dell’infanzia (ma volendo
anche in quella primaria) avrà notato come l’ingresso di un esperto di attività
musicali (operatore, animatore o altro) venga di sovente accompagnato
dall’esclamazione ‘Musica!’. La disciplina, i suoi attori e i mezzi vengono accomunati
in un’unica espressione foriera di un fare, di un agire che non ha in pratica
bisogno di ulteriori aggettivazioni o elementi descrittori. Musica è il suo
farla, il suo abitarla con atti d’ascolto, il suo essere teatro della mente.
La premessa è d’obbligo, poiché se non si afferra appieno il significato (portato)
disciplinare dell’arte sonora rischierebbe di risultare riduttivo il tentativo, appunto,
di una descrizione minuziosa dell’articolarsi dell’esperienza musicale in
un suo variegato ‘farla’. In tal senso fare musica non coincide necessariamente
con l’atto produttivo (o ri-produttivo) di tipo esecutivo o compositivo, bensì
anche con il cotè estesico che interessa in modo altrettanto attivo i processi di
produzione di senso che, a partire dall’intuizione più immediata e genuina, s’inoltrano
sino alla ‘semiosi cosciente’ del fatto sonoro.
Rientrano dunque nel fare musica, come vedremo in questo capitolo, una molteplicità
d’iniziative di cui le scuole sono promotrici e che l’indagine ha avuto
occasione, fotografandole, di far emergere in tutta la loro ricchezza.
3.1 LE ATTIVITÀ PRATICATE: QUALI, DOVE E QUANDO
3.1.1 Fare musica: come, quando e con chi. Risorse umane
e loro ‘capitalizzazione’
Relativamente al capitolo ‘attività’ (punto 3 della scheda d’indagine) si è anzitutto
posto un quesito in ordine al ‘monte ore medio annuale programmato per
le attività musicali nelle classi dell’istituto’ [Fig. 3.1a].
Il grafico illustra in maniera abbastanza evidente il profilo degli investimenti
sul fare musica da parte della scuola. La tendenza che si registra – come
del resto emerge più volte dall’indagine nel suo complesso – è segnata da un
crescendo di impegno formativo che, dalle scuole dell’infanzia, va aumentando
fino alla scuola secondaria di I grado per poi crollare inesorabilmente.
Si tratta perlopiù di risorse che le scuole garantiscono quale offerta formativa
anche in virtù del grado di curricolarizzazione della disciplina previsto a livello
ordinamentale. Testimonianza di questa tendenza è la quantità media
di ore annuali dichiarata delle ex scuole medie (54 ore per classe) che, dopo
la riorganizzazione oraria prevista dalla legge 53/2003, si colloca 12 ore
INTERVENTI
di
Roberto
Neulichedl
“Musica”
è il suo farla,
il suo abitarla
con atti
d’ascolto,
il suo essere
teatro
della mente