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il pensiero autonomista e federalista sardo - ufficio studi GM Angioy

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ampie autonomie locali. “Larghe libertà locali ammisero anche monarchie assolute –<br />

scriveva Tuveri – gelosissime delle loro prerogative”. Per Tuveri dunque, l’autonomia,<br />

che pure è un importante attributo della federazione, non è però la stessa cosa e<br />

addirittura può esistere senza di essa e contro di essa.<br />

Per la verità, sarebbe ben diffic<strong>il</strong>e ricercare negli articoli o nelle opere in generale di<br />

Tuveri, una trattazione organica della tematica <strong>federalista</strong>. E d’altra parte, la stessa<br />

difficoltà è presente anche in Cattaneo, anche se è possib<strong>il</strong>e isolare dei passi sostanziali<br />

in proposito. In un passo di “Scritti storici e geografici” di Cattaneo ad esempio si<br />

legge una precisa e articolata definizione del federalismo: “Ogni Stato d’Italia deve<br />

rimanere sovrano e libero in se, deve avere <strong>il</strong> separato suo patrimonio, i suoi magistrati,<br />

le sue armi, ma deve conferire alle comuni necessità e alle comuni grandezze la<br />

debita parte; deve sedere con sovrana e libera rappresentanza nel congresso fraterno<br />

di tutta la nazione; e deliberare in comune le leggi che preparano, nell’intima coordinazione<br />

e uniformità delle parti, la indistruttib<strong>il</strong>e unità e coesione del tutto”.<br />

In sostanza, sia in Tuveri sia in Cattaneo possiamo desumere <strong>il</strong> progetto di Stato<br />

federale solo indirettamente, per riferimento costante in entrambi, al modello costituito<br />

dai due esempi di federazione del loro tempo: gli Stati Uniti d’America e la Svizzera. È<br />

interessante notare come per <strong>il</strong> Cattaneo, soprattutto nella prima fase del suo <strong>pensiero</strong>,<br />

<strong>il</strong> modello statunitense e quello svizzero vengano diretti in proiezione europea, verso<br />

gli “Stati Uniti d’Europa”. In Tuveri invece, è chiaro fin dall’inizio <strong>il</strong> concetto di una<br />

federazione italiana, verso gli “Stati Uniti d’Italia”. Quindi, in altri termini, Cattaneo (e<br />

con lui la maggior parte dei federalisti italiani dell’800) era partito dal “federalismo<br />

esterno”, “sovranazionale”, per approdare solo più tardi al concetto di “federalismo<br />

interno”, “infranazionale”, in questo caso, italiano. Al contrario Tuveri parte dall’idea<br />

di una repubblica federale italiana (quindi da un momento “interno”, “infranazionale”)<br />

per giungere al progetto degli Stati Uniti d’Europa, cioè al momento “esterno”,<br />

“sovranazionale” del federalismo.<br />

Sulla traccia dei numerosi scritti che hanno per oggetto la Costituzione della Repubblica<br />

elvetica (costantemente raffrontata da lui con <strong>il</strong> caso italiano), possiamo tentare<br />

di capire quale modello di repubblica federale Tuveri concepisse per l’Italia. Se dobbiamo<br />

basarci sulla sua perfetta conoscenza dell’ordinamento svizzero (da lui chiaramente<br />

preferito) e delle vicende politiche che ne determinarono i successivi emendamenti,<br />

possiamo concludere che le preferenze di Tuveri andavano per un modello che<br />

stava a mezza strada fra <strong>il</strong> federalismo e <strong>il</strong> confederalismo (con una lieve preminenza<br />

del primo).<br />

Come è noto, la Svizzera si staccò dall’Impero germanico nel secolo XIV, erigendosi<br />

in una libera Confederazione di Cantoni. La prima Costituzione, durata più di 5 secoli,<br />

concedeva larghissime libertà ai Cantoni. L’indipendenza di ciascuno di essi era pressoché<br />

totale e andava dall’economia all’istruzione, dalla giustizia alla difesa e alla<br />

pubblica sicurezza; solo la politica estera era di competenza centrale. Il tenue potere<br />

legislativo centrale era affidato ad una Assemblea popolare, eletta su base proporzionale,<br />

che era però temperata da una Assemblea cantonale, dove ogni Cantone, piccolo<br />

o grande, aveva lo stesso peso (e cioè lo stesso numero di rappresentanti). Inoltre, per<br />

l’approvazione di leggi importanti, era necessario <strong>il</strong> parere favorevole di tutti i singoli<br />

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