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L'uomo e il cielo stellato - Astrocultura UAI

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Libro II, 6.30<br />

I toni lirico-f<strong>il</strong>osofici che dominano i primi capitoli del libro II, corrispondono a una<br />

visione d’armonia universale che presto si incrina; una parte considerevole del libro è poi<br />

dedicata ai prodigi celesti. La scienza di Plinio osc<strong>il</strong>la fra l’intento di riconoscere un ordine<br />

nella natura, la registrazione dello straordinario e dell’unico. Il secondo aspetto finisce<br />

sempre per aver partita vinta dal momento che gli antichi, come chiunque guardi a qualcosa<br />

di cui non comprende del tutto i contorni, tendevano a lasciarsi impressionare dall’aspetto<br />

inconsueto e inspiegab<strong>il</strong>e più che da quello razionale e scientifico. La natura viene intesa<br />

come entità eterna, sacra e armoniosa che lascia tuttavia un largo margine all’insorgere di<br />

fenomeni prodigiosi inspiegab<strong>il</strong>i. Il razionalismo di Plinio esalta la logica delle cause e<br />

degli effetti, ma nello stesso tempo non riduce la contemplazione dei fenomeni celesti a<br />

puro prodotto. Quando anche si trovi spiegazione ai fatti, non per questo i fatti cessano<br />

d’essere meravigliosi.<br />

Con questo mi pare importante sottolineare la ambivalenza del pensiero pre-<br />

scientifico, a metà fra la ragione e <strong>il</strong> sentimento.<br />

Nota:<br />

traduzioni di Barchiesi e Ranucci<br />

L’Universo fra Kant,<br />

Shopenhauer e<br />

Nietzsche

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