L'uomo e il cielo stellato - Astrocultura UAI
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Il valore culturale<br />
“Come si è negato <strong>il</strong> valore poetico dell’astronomia della Divina Commedia se ne<br />
riconosce <strong>il</strong> pregio letterario, così pur negando <strong>il</strong> suo valore strettamente scientifico si deve<br />
riconoscere <strong>il</strong> suo significato culturale” Buti op.cit.<br />
L’astronomia è un elemento storicamente necessario nel poema. Essa non poteva<br />
mancare in una sintesi di tutti gli aspetti più caratteristici del medioevo qual è la Divina<br />
Commedia.<br />
L’astronomia costituiva uno dei rami dello scib<strong>il</strong>e medievale, una delle sette arti del<br />
trivio e del quadrivio, per di più era una scienza sacra, data la mescolanza caratteristica in<br />
quell’epoca di astronomia e astrologia. L’interesse morboso della gente per l’astrologia fece<br />
sì che venisse inquadrata dai teologi in una visione religiosa e conc<strong>il</strong>iata con le esigenze<br />
morali. Si ammise che i corpi celesti influenzassero, ma non determinassero i casi umani e<br />
che avessero potere sulle inclinazioni ma non sulla volontà e sull’anima. Questa fu la<br />
dottrina di S. Tommaso alla quale aderì Dante. Gli influssi astrali poiché si esercitavano per<br />
mezzo delle Intelligenze angeliche proposte alle circolazioni dei singoli cieli, in ultima<br />
analisi risalivano a Dio, che mediante loro interveniva a plasmare la materia terrena.<br />
“Colui che saper tutto trascende<br />
Fece li cieli e dié lor chi conduce,<br />
sì ch’ogni parte ad ogni parte splende”<br />
(Inferno ,canto VII, 73-75)<br />
Così l’astrologia, scienza e realtà non magica ma provvidenzialmente divina,<br />
dava anche all’astronomia una luce superiore che la rendeva sacra. Essa non era<br />
dunque soltanto la scienza degli astri che poteva elevare l’animo alla<br />
contemplazione di grandezze e misure infinite, ma una disciplina morale. Questo<br />
perché la grande macchina dell’universo appariva mossa da Dio, di cui manifestava<br />
dovunque la presenza e l’impronta, per <strong>il</strong> bene e la salvezza dell’uomo.<br />
Astronomia e astrologia si ricollegavano pertanto alla<br />
teologia e si poteva avere di esse un culto quasi religioso.