L'uomo e il cielo stellato - Astrocultura UAI
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Einstein e l’universo<br />
A seguito della pubblicazione e della diffusione delle teorie einsteniane, gli scienziati<br />
dell’epoca, ancora molto scettici, chiedevano insistentemente al fisico una prova tangib<strong>il</strong>e di<br />
tali teorie. Qualcosa di concreto e indiscutib<strong>il</strong>e, che potesse dare soddisfazione alla fase<br />
sperimentale del metodo gal<strong>il</strong>eiano. Ma nulla di ciò che era contemplab<strong>il</strong>e sulla Terra era<br />
adatto a sottoporsi a questa analisi dal momento che si necessitava di masse e velocità<br />
gigantesche, sicuramente non alla portata umana.<br />
Fu per questo motivo che Einstein alzò lo sguardo al <strong>cielo</strong>, ritenendo che questo<br />
potesse fornire gli elementi adatti e gli effetti giusti. Vennero osservati vari fenomeni fra<br />
cui: le orbite del pianeta Mercurio, lo spostamento delle righe spettrali verso <strong>il</strong> rosso; ma <strong>il</strong><br />
più eclatante fu certamente la deflessione dei raggi luminosi per effetto gravitazionale.<br />
Questa è di particolare r<strong>il</strong>evanza dal momento che in tempi recenti ha permesso agli<br />
astrofisici di dimostrare l’esistenza della materia oscura, proprio basandosi sulla deflessione<br />
della luce da questa causata, ma di questo parlerò analiticamente del capitolo dedicato alla<br />
materia oscura. Einstein ebbe quindi un rapporto priv<strong>il</strong>egiato con l’universo, dal momento<br />
che ne fece la sede per le proprie verifiche ma anche, in momenti successivi, oggetto delle<br />
proprie ricerche, come ad esempio nella formulazione della costante cosmologica e<br />
dell’universo statico.<br />
La deflessione dei raggi luminosi<br />
La prima verifica sperimentale della deflessione dei raggi luminosi da parte di campi<br />
gravitazionali venne effettuata nel 1919 da parte della Royal Astronomical Society. Questa<br />
organizzò, nonostante la guerra e le ristrettezze economiche, una spedizione proposta e<br />
diretta da Eddington durante un’eclissi totale perfettamente visib<strong>il</strong>e dall’isola di Principe,<br />
isolotto portoghese situato a largo delle coste occidentali dell’Africa. L’intento era quello di<br />
sfruttare l’oscuramento del Sole per vedere una stella che secondo la meccanica classica in<br />
quel dato giorno avrebbe dovuto essere coperta dal nostro astro. Se si fosse riusciti a vedere<br />
tale stella avrebbe significato che qualcosa aveva deviato la sua luce, facendole compiere un<br />
tragitto non previsto da Newton ma previsto da Einstein. Questi infatti sosteneva che:<br />
“Un raggio di luce deve subire un incurvamento del suo percorso allorché passa<br />
attraverso un campo gravitazionale, incurvamento sim<strong>il</strong>e a quello subito dal percorso di un<br />
corpo che sia proiettato attraverso un campo gravitazionale.”