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22 primo piano alimentazione<br />

le regole<br />

dell'idratazione<br />

Facili come bere un bicchier d'acqua<br />

di silvia FaBBRi<br />

Si dà piu importanza al cibo che ai liquidi che ci dissetano. Ma gli errori sono<br />

in agguato anche in questo ambito della nostra nutrizione che è importante come<br />

ciò che mangiamo. Ma per non sbagliare basta seguire le regole della piramide<br />

Pensiamo di più a quello che mangiamo che<br />

a quello che beviamo. Dimenticando che ciò che beviamo<br />

è importante come – se non di più – di quello<br />

che mangiamo: il nostro corpo è composto per il<br />

60% da acqua e senza bere, in poche ore o poco più,<br />

siamo spacciati. Torniamo sull'argomento dopo l'intervento<br />

del professor Eugenio del Toma sul numero<br />

scorso, solleticitati anche dalle richieste dei lettori,<br />

molto interessati all'argomento.<br />

Quando parliamo di bere, parliamo principalmente<br />

di acqua. Non di liquidi in lattina, né di intrugli colorati,<br />

né di bevande zuccherate: acqua. L’Inran (Istituto<br />

nazionale di ricerca sugli alimenti e la nutrizione),<br />

per farlo capire meglio a noi italiani, si è inventato<br />

una rappresentazione grafica delle nostre necessità<br />

“liquide”, ovvero la piramide dell’idratazione. Che<br />

funziona proprio come quella dell’alimentazione: alla<br />

base l’elemento più importante e necessario, al vertice<br />

quello da introdurre con molta moderazione. Il<br />

primo livello è quello dell’acqua, il cui consumo minimo<br />

è di almeno 6 bicchieri (circa un litro). “Quella<br />

del rubinetto o della bottiglia, è indifferente – spiega<br />

andrea ghiselli, medico nutrizionista e ricercatore<br />

dell’Inran – l’importante è considerarla un consumo<br />

quotidiano necessario, anche perché è fonte<br />

di alcuni minerali importanti e di nutrienti essenziali,<br />

anche se non apporta calorie. Anche l’aggiunta di<br />

anidride carbonica non comporta alcun problema,<br />

anzi: per alcuni individui, così trattata, risulta più gradita<br />

al consumo. E riescono così ad assumerla nella<br />

giusta quantità”. I nutrizionisti precisano: le “bollicine”<br />

non hanno alcun effetto sull’organismo. Anzi,<br />

l’anidride carbonica può dare una sensazione di distensione<br />

gastrica. Ed è controindicata solo nei soggetti<br />

affetti da malattie specifiche (come il reflusso<br />

gastroesofageo).<br />

Al secondo livello troviamo gli infusi, il tè o il caffé<br />

decaffeinato, ovviamente senza zucchero, che può far<br />

lievitare le calorie senza che neppure ce ne rendiamo<br />

conto. Un cucchiaino di zucchero ha circa 20 calorie,<br />

perciò è facile con un paio di caffè e un tè arrivare a<br />

100 calorie senza neppure accorgersene. L’altra cosa<br />

a cui fare attenzione è il genere di infuso che beviamo.<br />

Spiega ancora Ghiselli: “Vanno bene, nell’ordine<br />

di massimo 3 bicchieri al giorno, caffè americano<br />

decaffeinato, caffè d’orzo, infusi come il tè o la camomilla,<br />

ormai sperimentati da millenni. Ma gli infusi o<br />

i decotti di certe altre erbe o piante contengono veri<br />

e propri principi attivi, che potrebbero avere effetti<br />

collaterali, o interagire con taluni farmaci”.<br />

Al terzo livello c’è il latte, sia di origine animale che<br />

vegetale, e i centrifugati di verdura, le spremute di<br />

frutta fresca e i succhi di frutta al 100%. Ovviamente<br />

– ormai l’abbiamo capito – senza zucchero. “Per<br />

quanto riguarda spremute e centrifugati, attenzione!<br />

Contengono le stesse calorie del frutto o della verdura<br />

originaria, ma il problema è che bevendo non si<br />

attiva quel senso di sazietà che è invece collegato alla<br />

masticazione”. Il consiglio dei nutrizionisti è che il<br />

consumo di frutta intera o verdura a pezzi dovrebbe

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