Calogero Rasa - Cerda nuova compagnia
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Massimiliano Canale<br />
Non cade ogni foglia che va al vento!<br />
Era quella una qualunque famiglia di Baghdad: Abu Jafar, calzolaio, umile ma ricolmo di dignità; la moglie, la brava<br />
signora Sarah, donna dal cuore d’oro e due splendidi figli: Bin, undicenne e Dora, tredicenne. Prima che iniziasse la<br />
guerra, la bottega dei Jafar era rinomata e faceva ottimi affari; ma da quando truppe straniere invasero la città e vi<br />
portarono bombe e fucili e da quando i terroristi risposero con maggiore violenza, la gente disertava il negozio del buon<br />
uomo. Così la famigliola si trovò in profonda povertà.<br />
Oggi era per i Jafar un giorno speciale: ricorreva infatti il venticinquesimo anniversario di matrimonio dei felici<br />
coniugi, e per celebrarlo degnamente, nonostante le forti privazioni che la famiglia soffriva dal 2003, essi riuscirono a<br />
racimolare l’ammontare necessario a concedersi una cena in un ristorantino tradizionale della capitale dell’Iraq. La<br />
famiglia giunge al locale prescelto: un luogo carino e tranquillo e impregnato dall’atmosfera deliziosamente esotica di<br />
una grande città d’oriente, lontana dalle violenze.<br />
Il pasto cominciò serenamente, addolcito dalla bontà dei piatti locali, dalla soave melodia che ne accompagnava il lieto<br />
consumo e dall’incredibile armonia che univa padre, madre e figli in una sorta di gioia spirituale di cui da tempo essi<br />
non godevano in cotanta forma a causa della guerra in corso, della violenza vigente e della miseria imperante. A un<br />
tratto, però, la dolce melodia si blocca di colpo: l’urlo straziante della sirena squarcia il silenzio ambiguo della sera e<br />
precede alcune detonazioni. E’ il bombardamento! Per le strade esplode il panico, ma fuggir via è inutile, equivarrebbe<br />
a invitare il leone ad affondare le zanne sul capretto! Il padrone, così, aprì una botola che s’era scavato per le emergenze<br />
e vi stipò tutti gli ospiti del ristorante. Lì, giù nella buca, tutti ammassati, si era come tante povere anime<br />
in attesa di essere giudicate e dunque salvate o condannate a marcire: i Jafar condividevano<br />
quei momenti della loro vita. e stretti con indicibile veemenza l’un l’altro, come fossero un unico essere, colto dalla<br />
sensazione di una mano forte che coglie tutto quanto rimane, senza dimenticar di portar via niente e nessuno. Le bombe<br />
piovono alla cieca, chi le lancia neppure immagina quel che soffocherà! Padre, madre, figlia e figlio erano su un’unica<br />
bilancia, soli a sfidare il destino! Al contrario di quanto si sarebbe potuto credere, quei pochi attimi furono saturi di<br />
gioia pura e candida eternità: lo spirito depresso sfuggiva, lasciando posto a sensazioni irreali, come se già il paradiso li<br />
accogliesse, nella sua purezza assoluta e priva di tempo, regole, leggi, nomi, cose! Solo indefinibile armonia, sì, quattro<br />
persone unite da vincoli familiari, all’improvviso perdevano l’identità e diventavano anime vaganti nel paradiso<br />
terrestre! Non c’era tempo per piangere, disperarsi, dannarsi: no, l’incalzare delle bombe era freddo, solenne,<br />
inarrestabile.. I Jafar si scambiarono baci, poi un sordo stridolìo di ciò che precipita, puntuale, inesorabile, inarrestabile:<br />
un singulto, una lacrima. Per mezzo istante, regnò il silenzio degli angeli: ma fu un boato e un attimo dopo tutto si<br />
tingeva di bianco!...E la culla delle romantiche mille e una notte fu culla dell’infernale notte di fuoco!<br />
A Washington, intanto una famiglia americana era intenta a guardare il telegiornale, nella sua confortevole villa. A un<br />
tratto, una giornalista annunciò: “Il nuovo temuto bombardamento a Baghdad ha avuto solo poche decine di vittime,<br />
evento, dunque, di importanza modesta”. Mentre la cronista pronunciava quella frase, un orrido corvo nero prese a<br />
volteggiarle intorno, con la sua funesta presenza, quasi severa, di rimprovero…E altre lacrime ancor il mondo versava,<br />
ed esse lavavano il peccato dell’uomo che è forse troppo grande per essere pulito dall’oceano delle lacrime, figlie della<br />
sofferenza di tante, tantissime storie. E la famiglia Jafar benedisse dal cielo una sola parola tra quelle imperfette<br />
coniate dall’uomo: PACE!