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Calogero Rasa - Cerda nuova compagnia

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iconoscendoli, li rifocillò con grosse fette di patate e castagne alla brace, accompagnate da un boccale di aranciata<br />

calda.<br />

Mentre facevano capannello, Edoardo rivolgendosi verso Adele, le appuntò con garbo una piccola foglia e poche palline<br />

di mimosa sulle trecce come tanti soli splendenti sui capelli neri. Adesso soltanto pochi chilometri li separavano dalle<br />

ultime orme del malefico Arturo, per scongiurare questa triste calamità; e cominciarono ad avere la certezza che i colori<br />

dell’iride sarebbero rimasti nella terra.<br />

I tre salirono su una panchina della “grande ruota” per avere una visione dall’alto, ed ognuno con un binocolo iniziò a<br />

scrutare ogni filo d’erba, le strade e le case più vicine. L ’erba cresceva sempre meno verde, le case diventavano sempre<br />

meno rosa, e tutto appariva sempre più sbiadito; anche i fiori e la frutta rischiavano di non riconoscersi.<br />

Adele puntò il binocolo su una mongolfiera con la veste scura come la bandiera dei corsari, e con voce affannata ma<br />

soprattutto contenta si rivolse ai suoi due amici: “Edoardo, Giulio, guardate la mongolfiera situata nella direzione<br />

opposta a quella del sole; è tanto strana, pare ancorata alla terra per mezzo di un pilastro rigido e frondoso. Non si<br />

muove di un centimetro!”<br />

Ed Edoardo mettendo a fuoco le lenti del suo binocolo: “E’ vero! L’aerostato non si sposta anche quando il vento soffia<br />

più forte, e dentro la navicella mi pare di scorgere due immense orecchie.<br />

Ma…., è Arturo, assieme alle sue guardie! E osservate come questi mascalzoni indirizzano miliardi di millepiedi nel<br />

passare in quel punto del cielo, proprio là sopra la guglia della torre di S. Stefano! Ma come mai questi incolpevoli<br />

artropodi non precipitano nel vuoto?”<br />

Giulio che finora sbigottito non aveva aperto bocca: “E’ terribile! Sono eserciti interminabili di millepiedi! Passano<br />

sopra quei giganteschi tamponi imbevuti di colore nero, e marciano, via, via cancellandolo, verso l’arco azzurro di ciò<br />

che è rimasto del nostro arcobaleno. Ecco come stanno per scomparire tutti i colori della Terra!”<br />

E facendo girare “la grande ruota” fino a quando la loro panchina giunse quasi a livello del suolo, con un piccolo salto<br />

iniziarono a correre fra i ring di Vienna; acquistarono piccole scarpe da tutte le fabbriche dalla capitale degli Asburgo.<br />

Ritornarono sulla Ruota con pesanti sacchi affollati di scarpette di ogni colore: rosse, gialle, verdi, azzurre, violette,<br />

arancione ed indaco, ognuno di questi colori con le loro infinite gradazioni; salirono con un balzo sulla mongolfiera<br />

sorprendendo Arturo ed i suoi sgherri.<br />

Pazientemente tutti e tre aiutarono quelli che ormai erano divenuti i loro amici a calzare le scarpe intrise dai colori; e<br />

questi, lenti, ma gioiosi rinnovarono completamente i semicerchi dell’arcobaleno, e dopo poco anche la metà al di sotto<br />

della Terra. Improvvisamente si ammirarono nel cielo due arcobaleni completi, quasi sovrapposti, entrambi col rosso<br />

all’esterno ed il violetto all’interno. Tutte le cose, le piante, gli animali, le persone ripresero il loro colore, mentre i tre<br />

guidavano l’esercito di millepiedi in una grande buca dei giardini del Prater, che era stata riempita da tante piccole e<br />

tenere foglie di verdura. Ed ognuno dei millepiedi gioiva di scarpe di colore con gradazioni infinite; c’era anche chi, più<br />

vezzosa, aveva avuto il tempo di decorare le proprie scarpette di nastri gialli, punteggiati di stelline di azzurro.<br />

Si salutarono con sei mani ed infiniti piedi; e così Adele, Giulio ed Edoardo, dopo avere fatto merenda di strudel sul<br />

Belvedere, ritornarono a cavalcare il cigno, l’anatra, e l’oca selvatica per rientrare a casa.<br />

Festosi riuscirono a riabbracciare l’Uomo delle anatre di Villa Niscemi, il quale mostrò finalmente un volto rosso come<br />

l’interno di un cocomero in Agosto.

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