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Calogero Rasa - Cerda nuova compagnia

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Uno strazio lacerante di fame e dolore…non c’era nient’altro da offrire se non una carezza, un sorriso amaro ma, niente<br />

promesse ai bambini, non ne avevamo il coraggio di mentire. “Bestia càn..che tempi duri”!<br />

Ce ne sarebbero storie ancora da raccontare – testimonianze vere-, per amare le nostre ataviche origini; ove la natura ci<br />

offriva vere lezioni di vita senza libri, perché allora si barattava ancora con i prodotti della terra, un fiorente mercato<br />

sommerso: i “ sćhei o palanche “, erano solamente nelle tasche dei signorotti: i “ Signori ” della villa.<br />

E, la vostra villa Cappello, è una testimonianza di sfarzo e architettura, di storia e potere; una preziosa perla vicentina da<br />

studiare e riscoprire in ogni suo androne, le regali stanze affrescate con raffinata bellezza; davvero una perla di sobrietà<br />

inalterata nel tempo.<br />

Avete a Cartigliano, una villa che è un vero gioiello, un monumento da toccare con mano: giardino e villa, cantine e<br />

barchesse, un tutt’uno da togliere il respiro!<br />

Quanta maestosità e opulenza in sì tanta povertà del tempo, in mano al potere di illustri Signori feudatari, Conti,<br />

Marchesi o, quant’altra Onorificenza ai posteri. Ricchezza e potere anche allora, come oggi!!<br />

Certamente, un grande palazzo dal lavoro certosino, di artisti decisamente di raffinato gusto. Al pensiero viene da<br />

rattristarsi a….. quanta nobiltà e opulenza.<br />

Loro, colti e studiati, mentre noi - poveri servi, - fiorentini come i “pissacan”, affiancati da Madre natura come<br />

insegnante, è perfetta.<br />

Essa ci offre leggi uguali e giuste per tutti: il rispetto del prossimo, il valore della vita, erano e sono ancora il primo<br />

comandamento del buon cristiano, per un vivere equo e solidale con sé stesso; la sua donna amata, i figli, il mondo<br />

intero in segno di pace, di rispetto.<br />

Lui, era quell’umile contadino testimone del tempo senza studio, un tempo senza tempo, lontano oramai anni luce ma,<br />

ci ha lasciato infiniteperle di saggezza, di vita vissuta con pudore e omertà sofferta.<br />

Eravamo decisamente caparbi veneti, veri istrioni autoctoni. Nati e vissuti nella povertà ma, da sempre grandi<br />

lavoratori!<br />

Ecco perché siamo chiamati “ Vicentini polentoni “, poco istruiti sì, - ma generosi di animo -, umili e servitori ovunque,<br />

in continuo peregrinare,alla cieca ricerca di un Eldorado decantato che forse non c’era… ma era bello il sognare come i<br />

Signori della villa, che avevano tutto, anche la cultura e, colture con ogni ben di Dio.<br />

Noi e i vecchi: combattivi e fieri, non disperavamo mai, c’era sempre in loro una effimera certezza, - la speranza -,<br />

unica àncora di salvezza a cui aggrapparsi. La “ fortuna “, in casa mia non ha mai bussato: era almeno illusione il<br />

sognare la notte; quella sì è fortuna, ma forse era sola stanchezza…di troppo lavoro, per giunta mal retribuito.<br />

Deh,.. mi sono lasciato andare con la penna, anche se il testo sembra davvero un ‘panegirico’, ma è storia, - anzi<br />

doveroso ricordare così: quel sacrificio sacrosanto dei nostri vecchi è Sacro, e tale deve essere fonte di ricerca; di storia,<br />

per testimoniare i fatti per voce di cronaca, ove manca quella pagina di eroismo e silenzio, sepolta dalla polvere del<br />

tempo di chi ha avuto natali e origini venete. Certamente senza allori.<br />

Storie vere, inverosimili, vissute duramente, tratte dal diario della vita ma, forse non interessava a nessuno raccontare,<br />

né scriverle.<br />

Ora, il mio pensiero è un altro: è più vicino al presente, - anzi – in un saluto di riverente ospitalità, ricevuto al Vs.<br />

collaudato “Centro di Cultura Villa Cappello”; grazie alla sensibilità ideologica di un attento Sindaco giovane e<br />

frizzante, anni “ anta “, al suo ultimo Mandato, capostipite di una gènia aperta al dialogo: unito alla combattiva Giunta<br />

Comunale; ove è possibile verificare lo smemorare in “ maretta “ aperta di idee politiche bellicose… ma Lei, da buon<br />

moderatore, col Suo sex-appeal, sa rappacificare in umanità costruttiva, di leale trasparenza con la Giunta e Assessori<br />

consiglieri, finalmente d’accordo e….APPROVATO!<br />

Che soddisfazione!!<br />

Onestamente Lei, è anche vigile e attento ad offrire alla Sua gente, gente di Cartigliano; operosa e nonché generosa,<br />

grazie agli – Sponsor –, che credono e investono nella Cultura, nella certezza di istituire vicino alla Villa, un piccolo “<br />

salotto “ di Cultura, aperto a tutti.<br />

E, per noi pensionati finalmente, è un vero toccasana per la mente. Ben venga un Sindaco lungimirante e propenso a<br />

evolvere dal bilancio, un po’ di denaro per investire in “ Cultura “; ciò dimostra sensibilità e un Sindaco culturato, anzi,<br />

un buon “Mastro don Gesualdo “: come direbbe il Verga, dalle idee chiare, come fosse una “ famiglia “ colta,<br />

aperta al dialogo.<br />

Così facendo, la cultura non può che rendere a lungo termine, buoni frutti di conoscenza generale del territorio e, un<br />

felice avvicinarsi con interesse, alle Istituzioni con animo sereno; orgogliosi nel veder crescere una apertura al Sociale,<br />

costruttiva, per capire meglio le problematiche esistenti in un paese – se pur piccolo –, ma in continua crescita nei valori<br />

e ideali, analizzando così di persona, le vere esigenze del cittadino.<br />

Lei, può essere tutto questo: Alfiere e Paladino di pace; persona carismatica, fiero del Suo operato in un fazzoletto di<br />

terra, ove la gente ama essere “ coccolata “, e la persona è orgogliosa dell’innovazione, attenta e curiosa di arricchirsi in<br />

cultura a 360° gradi, conscia di essere degnamente motivata se è più vicina alle Istituzioni.<br />

Le Sue idee sono chiare e costruttive, di sicuro successo, con consensi di gratuita approvazione gratificante per VOX<br />

POPULI, pienamente soddisfatta. Non resta a me dirlo; essendo un emigrante di Nove, e corsista di “Cultura a<br />

Cartigliano”; quale testimone vedo e sento che la Sua comunità, ha tutta una sensibilità speciale, aperta al dialogo, per<br />

questa ragione mi trovo bene “ assieme “ e, La ringrazio di cuore del Suo “ operandis “, aperto al futuro con dialogo<br />

trasparente, tra mille difficoltà burocratiche.

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