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La foule dans la littérature italienne de la fin du xixème siècle.

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tel-00741783, version 1 - 15 Oct 2012<br />

<strong>de</strong>lle folle. Il libro è complesso e artico<strong>la</strong>to, interpretando il comportamento<br />

collettivo come un insieme di azioni tese a ricostruire un ordine sociale perturbato.<br />

L’azione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> non differisce necessariamente dal comportamento<br />

convenzionale <strong>de</strong>i singoli ed è razionale in quanto <strong>de</strong>terminata da quattro componenti<br />

fondamentali: «i valori», «le norme», le «motivazioni indivi<strong>du</strong>ali» e «le<br />

facilitazioni». In altre parole, essa non sarebbe affatto irrazionale, ma rispon<strong>de</strong>rebbe<br />

ad una logica che si <strong>de</strong>clina rispetto a <strong>de</strong>gli scopi ben precisi.<br />

Fra i contributi <strong>de</strong>gli anni Sessanta che ci è sembrato opportuno citare, non si<br />

può tra<strong>la</strong>sciare quello che Elias Canetti ci ha <strong>la</strong>sciato con Masse e potere, pubblicato<br />

nel 1960. Canetti non è uno psicologo sociale o un sociologo e non usa un linguaggio<br />

scientifico convenzionale, ma apporta numerosi esempi tratti dal<strong>la</strong> letteratura e<br />

dall’antropologia culturale. Per lo scrittore <strong>la</strong> fol<strong>la</strong> è <strong>la</strong> situazione spaziale concreta in<br />

cui l’indivi<strong>du</strong>o per<strong>de</strong> <strong>la</strong> propria innata fobia <strong>de</strong>l contatto e dimentica il suo sistema di<br />

vita abituale, fondato sul<strong>la</strong> distanza misurata:<br />

Solo nel<strong>la</strong> massa l’uomo può essere re<strong>de</strong>nto dal timore di essere toccato. Essa è<br />

l’unica situazione in cui tale paura si capovolga nel suo opposto. È necessaria per<br />

questo <strong>la</strong> massa <strong>de</strong>nsa, in cui il corpo si addossa al corpo, massa <strong>de</strong>nsa anche<br />

nel<strong>la</strong> sua costituzione psichica, proprio perché non si bada a chi “ci viene<br />

addosso”. Dal momento in cui ci si abbandona al<strong>la</strong> massa, non si teme d’esserne<br />

toccati. Nel caso migliore, si è tutti uguali. Non conta più alcuna differenza,<br />

neppure quel<strong>la</strong> di sesso. Chiunque ci venga addosso è uguale a noi. Lo sentiamo<br />

come ci sentiamo noi stessi (CANETTI, 12).<br />

In partico<strong>la</strong>re, oltre al<strong>la</strong> <strong>de</strong><strong>fin</strong>izione, qui ci interessa <strong>la</strong> simbologia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua<br />

interpretazione, che possiamo ritrovare abbondantemente nelle pagine <strong>de</strong>gli scrittori<br />

<strong>de</strong>l XIX secolo e su cui riteniamo opportuno soffermarci un po’ più a lungo.<br />

De<strong>fin</strong>isco simboli di massa le unità collettive che non sono costituite da uomini e<br />

tuttavia vengono sentite come masse Tali unità sono il grano, <strong>la</strong> foresta, <strong>la</strong><br />

pioggia, il vento, <strong>la</strong> sabbia, il mare e il fuoco. Ciascuno di questi fenomeni<br />

contiene caratteristiche essenziali <strong>de</strong>l<strong>la</strong> massa. Pur non essendo costituito da<br />

uomini, esso ricorda <strong>la</strong> massa e sta simbolicamente al suo posto nel mito e nel<br />

sogno, nel discorso e nel canto (CANETTI, 78).<br />

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