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LLL III B R I<br />

l’avesse incendiata.<br />

Le mura di Roma, con le torri, i<br />

camminamenti per i difensori, le<br />

porte munite di corti interne atte<br />

ad intrappolare chiunque ne<br />

avesse varcato l’ingresso,<br />

dislocavano l’esercito difensore<br />

lungo un perimetro di 18 Km.<br />

Si organizzava così una difesa<br />

di tipo lineare contro gli<br />

assalitori e gli assedianti.<br />

Ma due luoghi sacri della<br />

cristianità, le basiliche di S.<br />

Pietro e S. Paolo rimasti indifesi,<br />

furono assaliti e saccheggiati da<br />

un nuovo nemico venuto dal<br />

mare: i Saraceni, che risalirono<br />

il Tevere, accesso storico e<br />

canale per<br />

l’approvvigionamento della<br />

città.<br />

Contro questo nuovo pericolo la<br />

difesa si riorganizzava con la<br />

costruzione di una cinta<br />

muraria a protezione di S.<br />

Pietro e del Vaticano (Città<br />

Leonina), e l’edificazione di un<br />

castello (Giovannipoli), attorno<br />

al monastero di S. Paolo<br />

mentre, verso mare a controllo<br />

della foce del Tevere, venivano<br />

muniti con torri e mura il borgo<br />

di Ostia (Gregoriopoli) sulla via<br />

Ostiense, e la sede vescovile di<br />

Porto, sulla via Portuense,<br />

presso l’antico ed ancora<br />

funzionante porto di Traiano.<br />

Tra questi quattro capisaldi<br />

numerose torri-vedetta,<br />

visivamente relazionate tra loro,<br />

assumevano la funzione di<br />

preavvertire e disturbare gli<br />

attacchi realizzando, così, un<br />

modello organizzativo di<br />

“difesa a rete”.<br />

Tra il X e XI sec., nuove armi e<br />

micidiali tecniche guerresche<br />

accompagnano i<br />

capovolgimenti politici del<br />

feudalesimo, e la “difesa a rete”<br />

evolve polarizzandosi sui<br />

possedimenti delle nobili<br />

famiglie romane, secondo un<br />

modello stellare. È il<br />

ribaltamento politico dei<br />

rapporti tra territorio e città, ed<br />

il paesaggio dell’agro romano<br />

si popola di torri e castelli. Lo<br />

48<br />

46/03<br />

stesso concetto di difesa è<br />

capovolto, non è più Roma da<br />

difendere bensì i singoli<br />

territori.<br />

Il volume affronta in modo<br />

esteso e nuovo questi<br />

argomenti, con una ricerca<br />

realizzata utilizzando gli<br />

strumenti dell’analisi storica,<br />

dell’archeologia, della<br />

cartografia antica, impiegando<br />

le variabili che concorrono alla<br />

definizione e alla evoluzione<br />

del paesaggio medievale.<br />

La documentazione fotografica<br />

illustra le parti monografiche e<br />

due planimetrie in scala ne<br />

descrivono l’assetto storico.<br />

Rodolfo Buggiani<br />

a cura di Francesco Karrer<br />

e Manuela Ricci<br />

Città e nuovo welfare.<br />

L’apporto dell’urbanistica<br />

nella costruzione<br />

di un nuovo stato sociale<br />

Officina, Roma 2003<br />

Il volume si articola in cinque<br />

settori, a cominciare dalla<br />

“storia”, per proseguire con<br />

diversi interessanti argomenti:<br />

“Dal servizio di interesse<br />

pubblico al servizio di interesse<br />

generale e collettivo”, da “Le<br />

nuove logiche prestazionali a<br />

livello di settore”a “Il lavoro<br />

innovativo delle<br />

amministrazioni locali” e infine<br />

le “Normative ed esperienze di<br />

alcuni paesi europei”.<br />

Numerosi i docenti che hanno<br />

dato il proprio contributo,<br />

come Bruno Monardo, che ha<br />

affrontato il tema scottante<br />

della “Mobilità urbana, servizi<br />

di trasporto e nuove istanze<br />

sociali”.<br />

Ma è altrettanto interessante il<br />

confronto con l’Europa, con<br />

uno sguardo in particolare ad<br />

esempio sui “Metodi operativi<br />

per la programmazione<br />

urbana e architettonica in<br />

Francia” (Jean Claude<br />

Menighetti) o “Welfare e uso<br />

del suolo: suggerimenti<br />

dall’urbanistica europea”<br />

(Marco Cremaschi).<br />

Così pure appare molto<br />

significativo il confronto che<br />

viene sviluppato anche su<br />

diverse realtà italiane:<br />

dall’esperienza dei programmi<br />

integrati di intervento a Milano<br />

(Giovanni Guerra e Paolo<br />

Simonetti), ad esempi romani o<br />

calabresi sempre sul lavoro<br />

innovativo delle<br />

amministrazioni locali.<br />

Il volume, edito da Officina<br />

<strong>Edizioni</strong>, è scaturito dalla<br />

ricerca “ Welfare urbano e<br />

standard urbanistici”,<br />

cofinanziata nel 2000 dal<br />

Ministero dell’Istruzione<br />

dell’Università e della Ricerca,<br />

comprendendolo fra i<br />

programmi di “rilevante<br />

interesse nazionale”.<br />

In particolare poi, il Ministero<br />

delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti ha ulteriormente<br />

sostenuto il lavoro specifico del<br />

settore di ricerca facente capo<br />

all’Università degli Studi di<br />

Roma “La Sapienza”,<br />

Dipartimento di Pianificazione<br />

Territoriale e Urbanistica, i cui<br />

esiti sono stati pubblicati nel<br />

presente volume.<br />

Si ricorda anche il sostegno<br />

dato dalla Associazione<br />

Nazionale costruttori edili e dal<br />

Miur per la pubblicazione.<br />

Luisa Chiumenti

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