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LETTERE 2006 03.pdf - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università ...

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EDITORIALE A CURA DI GIOVANNI MUZZONIGRO<br />

Nature’s terrorist attack:<br />

le epidemie del terzo millennio<br />

Da tempo la “Morte Russa” devastava il paese. Mai epidemia era stata più fatale,<br />

o più spaventosa. Il sangue era la sua manifestazione e il suo suggello il rosso<br />

e l’odore del sangue. Da “La Maschera della Morte Russa” <strong>di</strong> E. A. Poe.<br />

Molti anni fa, ai tempi dei miei stu<strong>di</strong> universitari,<br />

nessuno più <strong>di</strong> me avrebbe dovuto conoscere le epidemie<br />

che flagellarono l’umanità nel secolo scorso:<br />

mi specializzai infatti in Igiene e Me<strong>di</strong>cina<br />

Preventiva e frequentai alcuni corsi <strong>di</strong> epidemiologia<br />

delle malattie trasmissibili. Eppure una malattia<br />

devastante per l’umanità, quale “la Spagnola”,<br />

non fu mai nominata. Seguii inoltre alcuni seminari<br />

<strong>di</strong> storia della me<strong>di</strong>cina, tra cui uno sui maggiori<br />

eventi sanitari del XX secolo; ma anche in questo<br />

caso i docenti non menzionarono le “terribili” pandemie<br />

influenzali.<br />

Fig. 1 - Il Trionfo della Morte <strong>di</strong> Bruegel “il Vecchio”.<br />

2<br />

MARCELLO M. D’ERRICO<br />

Igiene e Sanità Pubblica<br />

<strong>Università</strong> Politecnica delle Marche<br />

Se ci ripenso oggi, mi riesce <strong>di</strong>fficile capire perché<br />

furono trascurate, visto che la pandemia del 1918<br />

fu così grave da far apparire irrilevanti tutte le altre<br />

malattie.<br />

Ma una risposta, a queste mie perplessità, l’ho<br />

trovata analizzando l’evoluzione delle malattie<br />

infettive nel secolo scorso.<br />

Nel XX secolo, infatti, la percezione del rischio nei<br />

confronti delle patologie trasmissibili era notevolmente<br />

cambiata a livello mon<strong>di</strong>ale. Nel 1967 il<br />

Segretario <strong>di</strong> Stato americano responsabile della<br />

sanità <strong>di</strong>chiarava: “E’ ora <strong>di</strong> chiudere il libro sulle<br />

malattie infettive!!!” sottintendendo che le migliorate<br />

con<strong>di</strong>zioni igieniche e socio-economiche, la<br />

scoperta <strong>di</strong> antibiotici sempre più attivi, la produzione<br />

<strong>di</strong> nuovi vaccini, l’adozione <strong>di</strong> efficaci sistemi<br />

<strong>di</strong> sorveglianza avessero contrastato efficacemente<br />

la maggior parte <strong>di</strong> esse. Infatti, il trend epidemiologico<br />

che le vedeva come prima causa <strong>di</strong> morbosità<br />

e fra le prime cause <strong>di</strong> mortalità, specie infantile,<br />

si è oggi<br />

mo<strong>di</strong>ficato, con<br />

un lento ma progressivo<br />

calo dell’incidenzasoprattutto<br />

nei paesi<br />

industrializzati.<br />

L’era<strong>di</strong>cazione<br />

del vaiolo, ultimo<br />

caso registrato in<br />

Somalia nel 1977,<br />

non ha fatto altro<br />

che rinforzare questa<br />

visione ottimistica.<br />

Questi successi<br />

hanno, però, contribuito<br />

a creare<br />

la falsa illusione<br />

che le malattie<br />

infettive fossero<br />

ormai state vinte<br />

e che soprattutto<br />

le patologie car<strong>di</strong>ovascolari<br />

e le

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