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Etruschi - Segnietruschi.it

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12<br />

scana di un tempo solevano dire che<br />

le zuppe si mangiano con il cucchiaio<br />

in una mano e la cipolla nell’altra<br />

22 e comunissime sono le preparazioni<br />

con la cipolla in tutto il terr<strong>it</strong>orio<br />

umbro-toscano-laziale: famosa<br />

la cipolla di Certaldo e quella<br />

di Cannara, entrambe note soprattutto<br />

nella variante rossa, più<br />

dolce e digeribile, e perciò consumabile<br />

cruda. Ingrediente fondamentale<br />

perché conferisce un sapore<br />

inconfondibile a zuppe e fr<strong>it</strong>tate,<br />

ma anche alla “panzanella” che<br />

si vuol far risalire alle offerte sacrificali<br />

sulle antiche are cui alluderebbero<br />

anche le “Tavole eugubine”:<br />

la patenata fatta con pane bagnato<br />

con olio, aceto e menta 23.<br />

Note agli <strong>Etruschi</strong> anche navone<br />

e rape (famose quelle<br />

di Norcia), due radici delle<br />

Crocifere – come il ben più diffuso<br />

cavolo, già coltivato 2000 anni<br />

prima di Cristo – utilizzate poi mol-<br />

to anche dai Romani. E ancora: carote<br />

selvatiche, zucche a fiasca, bietola,<br />

porri <strong>it</strong>alici, cetrioli, carciofi selvatici<br />

o cardi, di cui in alcune zone<br />

ancora oggi si consuma il cuore lesso<br />

con olio e aceto: verdure ed ortaggi<br />

che si mescolavano anche alle<br />

polente di cereali, uso di cui rimane<br />

traccia sia nella cucina toscana<br />

24 che in quella umbra, che<br />

prevede diverse varianti di polente di<br />

grano duro o di mais mescolate a vari<br />

tipi di leguminose già usate in Etruria<br />

e, secondo Pezzella, autoctone 25:<br />

la fava (una delle piante alimentari<br />

più importanti dell’antich<strong>it</strong>à, origi-<br />

22 Santini, 1988, p. 159 e 1991, pp. 59-60.<br />

23 Fabbi, 1971, p. 81.<br />

24 Petroni, 1989, pp. 140, 145 e 192.<br />

25 Pezzella, 1989, p. 105; non tutti gli autori<br />

sono d’accordo su questa origine locale:<br />

Di Corato, per esempio, sostiene la provenienza<br />

del lupino dal Medio Oriente anche se ne conferma<br />

una presenza precocissima in suolo <strong>it</strong>alico:<br />

cfr. Di Corato, 1979, p. 171.

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