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19<br />
ziale “cibo quotidiano” che utilizzavano<br />
diversamente in relazione alla lunghezza<br />
del periodo di assenza da casa.<br />
“Acqua cotta”, “pan cotto”, varie “pappe”,<br />
soprattutto toscane, tutte preparazioni<br />
a base di pane bagnato con acqua<br />
calda semplicemente insapor<strong>it</strong>a<br />
da erbe locali e cond<strong>it</strong>a (quando andava<br />
bene…) con un pugno di pecorino<br />
o di ricotta salata affumicata, oppure<br />
“riboll<strong>it</strong>o” e cond<strong>it</strong>o anche con uva<br />
passa e prugne secche. Clotilde Vesco,<br />
studiosa di gastronomia etrusca, ricollega<br />
la diffusione dell’“acqua cotta” nei<br />
terr<strong>it</strong>ori di Umbria, Lazio e Toscana, un<br />
tempo Etruria, all’importanza e alla sacral<strong>it</strong>à<br />
che l’acqua aveva per gli <strong>Etruschi</strong>,<br />
famosi per le opere d’ingegneria<br />
idraulica e che si autodefinivano Rasenna:<br />
“coloro che ab<strong>it</strong>ano vicino alle<br />
rive dei corsi d’acqua” 40.<br />
Minestra d’orzo perlato<br />
e funghi porcini<br />
300 g d’orzo perlato; 1/2 l<strong>it</strong>ro di<br />
brodo vegetale (o anche 3/4 di l<strong>it</strong>ro,<br />
per una minestra più brodosa); 300<br />
g di porcini freschi (o 100 g di quelli<br />
secchi); 1 cipolla; 1/2 cucchiaio di<br />
timo; olio d’oliva; sale; pepe<br />
Rosolate in olio la cipolla affettata finemente<br />
ed un<strong>it</strong>e i funghi tr<strong>it</strong>ati grossolanamente;<br />
versate il brodo e cond<strong>it</strong>e<br />
con timo, sale e pepe; a metà cottura<br />
un<strong>it</strong>e l’orzo perlato messo a bagno la<br />
sera precedente e fate cuocere ancora<br />
una mezz’oretta.<br />
■ Ricetta di Pezzella 41: dosi, stesura e<br />
suggerimento dell’alternativa dei porcini<br />
secchi sono miei.<br />
Minestra di farro e fagioli<br />
borlotti<br />
300 g di farro; 150 g di fagioli<br />
borlotti; 1 osso di prosciutto;<br />
1 gambo di sedano; 1 carota;<br />
1 cipolla piccola; sale; pepe<br />
Tenete a bagno in acqua tiepida l’osso<br />
di prosciutto dopo averlo ben lavato;<br />
segu<strong>it</strong>e lo stesso procedimento per<br />
farro e fagioli borlotti, ma in acqua<br />
fredda e in conten<strong>it</strong>ori separati. Fate<br />
bollire per 15 minuti l’osso in acqua<br />
che poi getterete; rimettete sul fuoco<br />
con 2 l<strong>it</strong>ri circa d’acqua bollente, aggiungete<br />
odori, fagioli, sale e pepe e<br />
fate bollire per circa 1 ora e mezza<br />
(ma nella ricetta tradizionale di un<br />
classico della cucina umbra la Corsi<br />
suggerisce 3 ore): alla fine della cottura<br />
dovrà risultare circa 1 l<strong>it</strong>ro e mezzo<br />
di brodo. Rimettetelo sul fuoco e, appena<br />
staccherà il bollore, versatevi a<br />
pioggia il farro e dopo 20 minuti scodellatelo<br />
servendolo con pecorino<br />
grattugiato.<br />
■ Questa ricetta è una reinterpretazione<br />
della cucina etrusca di Pezzella<br />
che ho integrato, quanto al procedimento<br />
di cottura, con indicazioni della<br />
Corsi 42; dosi e stesura sono mie.<br />
Macco coi dolici<br />
300 g di farina di granturco; 200 g<br />
di fagioli dall’occhio; 1 l<strong>it</strong>ro e mezzo<br />
d’acqua; olio d’oliva; sale; pepe<br />
Mettete in una pentola capace l’acqua<br />
leggermente salata; appena ha alzato<br />
il bollore, buttate “a sparpaglio” la farina<br />
– che dev’essere di produzione<br />
40 Vesco, 1985, p. 125.<br />
41 Pezzella, 1999, p. 36.<br />
42 Pezzella, 1999, p. 36 e Corsi, 1976,<br />
p. 60.