Legumi - Slow Food
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La biodiversità italiana<br />
In Italia la cultivar più diffusa è la aguadulce, caratterizzata da un lun-<br />
go baccello che contiene otto o nove semi, da cui derivano la lunga<br />
delle cascine e la sciabola verde. Da menzionare astabella, pace-<br />
co, aprilia, quarantina, gigante d’Ingegnoli e, nel Meridione, bag-<br />
giana, corniola, di Caltagirone, di Riesi e marsalese. Fra le culti-<br />
var inserite nell’elenco dei prodotti tradizionali segnaliamo, in Toscana,<br />
le fave lunghe delle cascine, in Campania le fave di Miliscola.<br />
Alla fava di Carpino , coltivata in provincia di Foggia, <strong>Slow</strong><br />
<strong>Food</strong> ha dedicato un Presidio. Di dimensioni medio piccole e con<br />
una fossetta nella parte inferiore, è verde alla raccolta e col tempo<br />
diventa di colore bianco sabbia. Tradizionalmente si cuoce nelle pignatte<br />
di terracotta sul fuoco dolce del camino.<br />
La fava cottòra dell’Amerino , prodotta nella zona di Collicello<br />
e nei comuni di Amelia, Avigliano Umbro, Guardea e Montecastrilli,<br />
ha il pregio di avere una cottura molto rapida. Viene consumata<br />
principalmente nelle zuppe e nelle minestre.<br />
In cucina<br />
Le ricette regionali a base di fave riguardano perlopiù l’Italia centromeridionale.<br />
Spesso le fave sono abbinate a pancetta, lardo o<br />
guanciale oppure a erbette aromatiche in creme, polentine e purè.<br />
<strong>Legumi</strong><br />
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