Argentovivo - febbraio 2009 - Spi-Cgil Emilia-Romagna

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Argentovivo febbraio 2009 14 “Sono state giornate furibonde senza atti d’amore senza calma di vento solo passaggi e passaggi passaggi di tempo…” (Fabrizio De Andrè) Scrivere, oggi, della Festa internazionale della donna credo sia oltremodo importante, ma non nascondo la stanchezza e il dolore per tutto ciò che abbiamo attorno a noi. Mi piacerebbe scrivere che finalmente è arrivata la “calma di vento” ma non è così… tutto ci spinge ad essere sempre più attente/i a ciò che questo governo sta tentando di distruggere: la nostra Carta Costituzionale, le scelte etiche e le responsabilità individuali, i diritti, il lavoro, regalandoci solo precarietà. Una precarietà lavorativa, sociale, emotiva, che non favorisce il “sogno”. Società Otto marzo 2009: non solo per noi donne Mina Cilloni Responsabile coordinamento donne Spi-Cgil Emilia- Romagna Cala il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, cresce la precarietà, la disoccupazione, aumentano i morti sul lavoro, il governo restringe sempre più i diritti dei lavoratori, opera tagli nei settori del pubblico, fomenta l’intolleranza nei confronti dei migranti, attua politiche autoritarie, aumentano i casi di stupro, di femminicidio… aumentano comportamenti violenti nei confronti di tutto ciò che appare non allineato e diverso. Addolorata? Sì. Sconfitta no! “Sogno” una vita in divenire, “sogno” un lavoro che sia risposta economica ma anche realizzazione di sé per le giovani donne e gli uomini di questo Paese, “sogno” una comunità coesa, sogno uno Stato che accolga e che sia riferimento per tutti i cittadini, sogno una democrazia partecipata e paritaria e trasformo il “sogno” in azioni che trovano coerenza nel mio fare quotidiano. Un “sogno” che condivido con milioni di donne e di uomini, ma sento che non è sufficiente - abbiamo bisogno di analizzare “i tarli” che si sono depositati, in questi anni, attraverso la cultura imperante “dell’io”, in ognuno di noi. Affrontarli e fare riemergere la nostra essenza di donne e uomini che nei decenni passati hanno tentato di costruire e appropriarsi di una nuova cultura tra i ge- neri, insieme in un progetto di emancipazione per un Paese democratico e partecipativo. Abbiamo di fronte a noi un periodo, lungo, in cui le azioni concrete (le rivendicazioni contrattuali, le iniziative di mobilitazione, le campagne di assemblee, etc). non saranno sufficienti se non sorrette e accompagnate dalla consapevolezza che esiste un processo in ogni cosa che noi facciamo. Dobbiamo recuperare non solo la memoria delle cose (tutte) ma anche il filo della coerenza che sempre le accompagna e che troppo spesso disconosciamo. In questi trent’anni di lavoro in Cgil mi ha accompagnato, e in ogni ufficio ha trovato una sua collocazione, una stampa di Guttuso con una frase di Dacia Maraini tratta da “Donne mie” e che trovo, purtroppo, ancora attuale. Fa riferimento alle Donne ma io la estendo, come messaggio politico e culturale, agli Uomini e alle Donne della nostra Organizzazione affinché la festa dell’8 marzo sia l’inizio di una nuova fase per tutti noi. “Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno”.
Dal mondo Parlamento europeo: un voto che conta Mirna Marchini Segretaria Spi-Cgil Emilia-Romagna Nel giugno 2009 si terranno in Europa le elezioni per il rinnovo del Parlamento: 375 milioni sono i cittadini chiamati ad esprimersi in 27 Paesi membri dell’Unione europea. Sono passati 30 anni dalla prima elezione del Parlamento europeo, infatti era l’ormai lontano giugno del 1979 quando per la prima volta i cittadini dei 9 Paesi membri dell’Unione furono chiamati ad eleggere 410 deputati. In Emilia-Romagna e particolarmente a Ravenna, i cittadini parteciparono a quel L’aula del Parlamento europeo e, in basso, la prima presidente Simone Veil primo voto europeo con tanto entusiasmo e passione, tanto da meritarsi il trofeo europeo di civismo (ottenuto poi anche nel 1989) per essere stata la municipalità che ha espresso il maggior numero di votanti. Il Partito socialista europeo si affermò, seppur di misura, come primo partito dell’Europarlamento davanti ai democristiani del Ppe e ai Democratici europei. I comunisti divennero la quarta forza del Parlamento scavalcando i liberali, grazie soprattutto agli eletti del Pci e del Pcf, che da soli formavano la quasi totalità del gruppo. Primo presidente dell’Europarlamento fu eletta la francese Simone Veil, per la prima metà della legislatura dal 1979 al 1982. Per la seconda metà della legislatura, dal 1982 al 1984, fu eletto Piet Dankert. L’elezione di due presidenti nella stessa legislatura rimarrà una prassi consolidata nei successivi mandati per garantire rappresentatività ai gruppi parlamentari e alle nazioni. Il Parlamento europeo è l’unica assemblea parlamentare multinazionale al mondo eletta a suffragio universale e l’unica istituzione dell’Unione europea i cui membri dal 1979 sono scelti con suffragio diretto. Dal 2007 il Parlamento europeo conta 785 deputati provenienti da 27 Paesi, riuniti in gruppi costituiti in funzione delle affinità politiche e non della nazionalità. La sede ufficiale del Parlamento europeo è Strasburgo, dove ogni anno si organizzano 12 sessioni plenarie. Le sue commissioni si riuniscono a Bruxelles, dove a volte sono organizzate anche sessioni plenarie supplementari. Col trascorrere degli anni il Parlamento europeo ha assunto un ruolo ed un potere sempre più decisivo per l’elaborazione delle leggi della Comunità e i Argentovivo febbraio 2009 15
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