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Argentovivo - febbraio 2009 - Spi-Cgil Emilia-Romagna

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La società civile, prima e meglio<br />

di quella politica, ha avuto<br />

ragione nel sostenere la globalizzazione<br />

dei diritti contro<br />

quella neoliberista, produttiva<br />

di disastri ambientali, di una<br />

immorale, vergognosa e intollerabile<br />

crescita delle diseguaglianze<br />

su scala nazionale<br />

e internazionale, di una mancanza<br />

di volontà e capacità di<br />

realizzare anche in minima<br />

parte gli obiettivi del Millennio<br />

e le promesse degli inutili<br />

summit G8 o G20 che sia.<br />

Sarebbe un errore interpretare<br />

la fase che stiamo vivendo semplicemente<br />

in chiave “difensiva”.<br />

Imbarazzati e in difesa sono<br />

i sostenitori delle meraviglie del<br />

modello economico dominante<br />

che è andato in crisi, che pensano<br />

a provvedimenti anticiclici<br />

e sperano di garantirne la sopravvivenza<br />

senza metterne in<br />

discussione le fondamenta.<br />

Per i lavoratori, i precari e i<br />

pensionati si tratta di lottare<br />

per modificare la matrice produttiva:<br />

a favore di un piano<br />

per la sostenibilità ecologica<br />

produttiva, per lo sviluppo delle<br />

energie alternative, messa<br />

in sicurezza del territorio, valorizzazione<br />

dei beni comuni,<br />

programmi di riqualificazione<br />

della ricerca e dell’apparato<br />

pubblico. Inoltre bisogna rinnovare<br />

il welfare locale per<br />

ridare centralità al lavoro pubblico<br />

e privato, per rafforzare<br />

la coesione sociale, le sicurezze<br />

dei cittadini, la cooperazione.<br />

Prendendo a prestito alcune<br />

definizioni appropriate, per<br />

un “rinascimento culturale<br />

del Pubblico” contro la privatizzazione<br />

dei beni comuni,<br />

per ridurre le diseguaglianze<br />

in un contesto di “decrescita”<br />

quantitativa.<br />

Credo che noi europei dovremmo<br />

abbandonare l’autoreferenzialità<br />

e guardare con interesse<br />

alle nuove esperienze politiche<br />

dei Paesi latino-americani che<br />

hanno sperimentato le dittature<br />

politiche economiche imposte<br />

dal neoliberismo e che stanno<br />

tentando nuovi modelli politicosociali<br />

certamente più democratici<br />

e partecipati. Così come ab-<br />

Auser<br />

biamo bisogno di capitalizzare il<br />

patrimonio d’esperienze, di lotta<br />

e d’iniziative di quel mondo associativo,<br />

denominato Terzo Settore,<br />

che ha acquisito sia nel campo<br />

dell’economia sociale che del<br />

welfare un ruolo non secondario<br />

di “rafforzamento della produttività<br />

del sistema economico”.<br />

Anche il volontariato, attraverso<br />

le risorse rese disponibili<br />

dal 5x1000, potrebbe incidere<br />

significativamente sulla innovazione<br />

del welfare locale<br />

attraverso la progettazione sociale<br />

integrata, nel quadro di<br />

programmazione pubblica.<br />

Alcuni esempi possono essere<br />

la promozione della qualità<br />

ambientale (obiettivo rifiuti<br />

zero, massimizzazione del riciclo<br />

e del riuso, manutenzione<br />

del territorio, riqualificazione<br />

urbana, risparmio energetico,<br />

etc.), la sicurezza alimentare<br />

(estensione dei gruppi di acquisto<br />

solidali, sostegno alla<br />

produzione biologica, rapporto<br />

diretto tra produttori locali e<br />

consumatori, recupero prodotti<br />

alimentari, etc.), il contrasto<br />

dei fattori di emarginazione<br />

sociale e della povertà (diritto<br />

alla mobilità come condizione<br />

per l’esercizio di molti diritti,<br />

sociali e sanitari in primis,<br />

promozione della cittadinanza<br />

attiva, progetti di intergenerazionalità<br />

e interculturabilità,<br />

pratiche di auto-aiuto, etc.),<br />

fattori di economia sociale<br />

(rete banche “etiche”, esperienze<br />

di autoproduzione,<br />

banche del tempo, etc.), l’educazione<br />

permanente, l’aggregazione<br />

sociale, e così via.<br />

Come Auser regionale tenteremo<br />

di fare la nostra parte,<br />

in rapporto con <strong>Spi</strong> e <strong>Cgil</strong>, per<br />

elaborare e proporre al sistema<br />

pubblico progetti che vadano<br />

nella direzione di una società<br />

“sobria” nel consumo di energia,<br />

spazio, risorse naturali e<br />

ricca di relazioni nuove e di<br />

“culture”, una società meno<br />

diseguale, con un più equo uso<br />

delle risorse economiche e naturali,<br />

una società più coesa e<br />

solidale, più sicura e ricca di<br />

valori nei quali tutti possono<br />

riconoscersi.<br />

<strong>Argentovivo</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />

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