La vita psichica come vita giuridica - Associazione Psicoanalitica ...
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Maria Delia Contri, Una cena molto elaborata<br />
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In fondo, questo mio addormentarmi – a parte la stanchezza cui si<br />
aggiunge il vino bevuto in cucina – è una specie di sfregio per gli in<strong>vita</strong>ti.<br />
Questo è lo schema ripetitivo delle cene che si sente in dovere<br />
di dare con una certa frequenza, perché il marito lo desidera e gli<br />
amici se lo aspettano, senza altro scopo che l’esibizione di una<br />
perfezione astratta, senza che prenda corpo per lei –<br />
concretamente – il godimento di nessuno: né il proprio né quello<br />
di altri. Si tratta dunque dell’esibizione di un’astratta capacità di<br />
lavorare, la dimostrazione di saper fare le cose <strong>come</strong> si deve. È<br />
una specie di far finta di lavorare, molto più faticoso che lavorare<br />
davvero, perché poi bisogna anche lavorare. Quindi c’è<br />
sdoppiamento, 3 con un resto – il giorno dopo – di angoscia, di<br />
senso di non esistenza e di vuoto. Lei stessa si ricorda che anche<br />
in casa sua, da ragazza, c’era una domestica che, finito di servire<br />
in tavola, si metteva in cucina, beveva e si addormentava.<br />
È interessante che questa paziente – signora di nascita<br />
(nonostante il fatto che questo atteggiamento abbia finito per<br />
abbassare anche il suo livello economico) – di fatto si riduca a un<br />
lavoro da serva, senza godimento alcuno; mentre Babette – che è<br />
una persona di servizio – si muove in questo rapporto <strong>come</strong> una<br />
signora. E del resto, questa persona da ragazza aveva<br />
effettivamente avuto qualche episodio di tipo anoressico, pur<br />
senza esserci caduta in modo tale da rendere stabile questo<br />
sintomo. 4<br />
3 Infatti, conversando con l’amico che le imbandisce dei racconti da lei<br />
stessa ritenuti interessanti, si sente costretta a esibire la propria attenzione<br />
anziché ascoltare con interesse e con godimento, compiendo un sopralavoro<br />
faticoso ed estenuante di aggettivi: «Interessante! Sublime! Stupendo!»<br />
4 Confrontando a questo proposito la qualità e l’arte del pranzo preparato<br />
da Babette con la qualità dei pranzi preparati da questa signora, GIACOMO B.<br />
CONTRI domanda se la sua patologia arriva a incidere, malgrado l’apparenza,<br />
sulla qualità del pranzo stesso, proprio perché ciò che conta, infine, sono i<br />
risultati. MARIA DELIA CONTRI osserva allora che essa, nella descrizione delle<br />
cene da lei organizzate, non usa mai dire: «Quella sera ho fatto una cosa che è<br />
piaciuta moltissimo»; al contrario essa dice piuttosto: «Sono molto ammirata<br />
per queste cene così splendide e perfette». Lo splendore e la perfezione sono<br />
propri dell’anoressico, che si veste molto bene, però poi che cosa si mangi<br />
effettivamente...<br />
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