Tradito dal suo partito, non abbastanza amato dagli altri, Me<strong>la</strong>ppioni perde il ballottaggio Bacci: il sindaco del<strong>la</strong> svolta di F<strong>la</strong>vio Donati il punto | 9 <strong>Massimo</strong> Bacci ce l’ha fatta: con circa 360 voti di differenza su Augusto Me<strong>la</strong>ppioni, vince il ballottaggio e diventa sindaco. Il primo, dopo 37 anni, a non essere espressione del<strong>la</strong> principale forza del centrosinistra: ieri il PCI, oggi il partito democratico. Un risultato non previsto e tuttavia non del tutto inat<strong>te</strong>so. La stanchezza dei cittadini nei confronti del<strong>la</strong> politica tradizionale era infatti palpabile e ques<strong>te</strong> elezioni amministrative, con il record di as<strong>te</strong>nsioni, ne hanno solo indicato l’esatta misura. E tra i pochi che hanno deciso di andare comunque a votare ha prevalso <strong>la</strong> voglia di cambiamento. Un cambiamento che a <strong>Jesi</strong> ha il volto di <strong>Massimo</strong> Bacci, espressione di lis<strong>te</strong> civiche al cui in<strong>te</strong>rno esponenti di destra, centro e sinistra si sono mesco<strong>la</strong>ti neutralizzandosi a vicenda. La chiave del successo di Bacci non sta infatti nel<strong>la</strong> <strong>sua</strong> collocazione politica bensì nel<strong>la</strong> netta discontinuità rispetto ad un’amministrazione del<strong>la</strong> città giudicata <strong>la</strong>rgamen<strong>te</strong> deficitaria. Saranno naturalmen<strong>te</strong> i fatti ed il <strong>te</strong>mpo a dirci se questo innegabile cambiamento produrrà risultati. I primi atti del nuovo sindaco <strong>la</strong>sciano tuttavia ben sperare. Per il modo in cui ha scelto i suoi assessori, evitando trattative e privilegiando compe<strong>te</strong>nze; per l’at<strong>te</strong>nzione agli aspetti finanziari, riservando a sé s<strong>te</strong>sso <strong>la</strong> cura del bi<strong>la</strong>ncio comunale, avendone per professione adeguata compe<strong>te</strong>nza; infine, per <strong>la</strong> prudenza con cui ha preso contatto con <strong>la</strong> nuova funzione senza sottovalutarne problematiche e difficoltà. Al di là dei suoi meriti, <strong>la</strong> vittoria di Bacci è tuttavia in <strong>la</strong>rga misura frutto degli errori dei suoi avversari, il partito democratico innanzi tutto, che non hanno saputo in<strong>te</strong>rpretare il bisogno di cambiamento che sale dal<strong>la</strong> società riproponendo metodi vecchi e candidati usurati. Non solo a <strong>Jesi</strong>, del resto, il partito democratico ha dimostrato di utilizzare le primarie più come strumento di rego<strong>la</strong>zione dei conti in<strong>te</strong>rni che non di <strong>la</strong>ncio di una nuova c<strong>la</strong>sse dirigen<strong>te</strong>. Pagandone, come anche a <strong>Jesi</strong>, le conseguenze. Chi ha <strong>te</strong>mpo e voglia può rileggersi – <strong>Jesi</strong> e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> Valle n° 14 del 23/7/2011, quattro mesi prima dello svolgimento delle primarie – le ragioni che sconsigliavano le candidature di Me<strong>la</strong>ppioni, Olivi e Vannoni. Tut<strong>te</strong> mancavano di novità e discontinuità; quel<strong>la</strong> di Me<strong>la</strong>ppioni scontava inoltre l’ostilità di quanti, nel suo s<strong>te</strong>sso partito, non gli perdonavano di aver <strong>te</strong>ntato, cinque anni prima di Bacci, di scalzare il centrosinistra ufficiale dal governo del<strong>la</strong> città. Già un anno fa, il cambiamento d’umore dei cittadini <strong>la</strong>sciava in<strong>te</strong>ndere che al rappresentan<strong>te</strong> del centrosinistra non sarebbe più stato sufficien<strong>te</strong> essere candidato per ritrovarsi sindaco. A Me<strong>la</strong>ppioni sono infatti puntualmen<strong>te</strong> mancati molti voti del suo s<strong>te</strong>sso schieramento e, percepito ormai non più come “medico” stimato ma solo come “politico” di lungo corso, non ne ha sottratti affatto al suo avversario. Una sconfitta storica che brucia e che induce Me<strong>la</strong>ppioni ad adombrare le proprie immedia<strong>te</strong> dimissioni da consigliere comunale. Umanamen<strong>te</strong> comprensibile, sarebbe tuttavia una scelta personalmen<strong>te</strong> e politicamen<strong>te</strong> sbagliata: perché quando ci si met<strong>te</strong> al servizio del<strong>la</strong> città, lo si fa accettando il ruolo che, con il voto, i cittadini decidono poi di assegnare a ciascuno. Per quanto riguarda il futuro, due sono le questioni che at<strong>te</strong>ndono le forze politiche: da un <strong>la</strong>to <strong>la</strong> cura di una città che ha perso ruolo e smalto, che ha poche risorse e molti bisogni; dall’altro il <strong>la</strong>voro in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Due eventi che il centrosinistra non deve considerare slegati. Nel rigoroso rispetto dei ruoli, come ha annunciato di voler fare anche il movimento 5 s<strong>te</strong>lle, aiuti dunque <strong>la</strong> nuova amministrazione ad assumere le gius<strong>te</strong> iniziative. Dall’opposizione, senza stipendi e senza privilegi. Un buon modo per essere più credibili alle prossime politiche.