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Il Trottatore Giugno 2010 - Associazione Nazionale Allevatori del ...

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demotivato per questioni di politica-ippica,<br />

mi incoraggiò a continuare<br />

sulla mia strada.”<br />

Su cosa dovrebbero basarsi<br />

le convinzioni di un allevatore<br />

al passo con i<br />

tempi?<br />

“Io sono fermamente convinto che<br />

l’incrocio franco-americano costituisca<br />

il passato, il presente e il futuro<br />

<strong>del</strong>l’allevamento. Jean Pierre<br />

Dubois, genio inimitabile, lo ha capito<br />

da tempo e i suoi straordinari<br />

risultati sono sotto gli occhi <strong>del</strong><br />

mondo intero. E poi sono convinto<br />

che spesso non ci sia bisogno di<br />

utilizzare stalloni da 10mila euro:<br />

non di rado ne bastano mille, magari<br />

con un esordiente, per azzeccare<br />

la corrente di sangue più appropriata.”<br />

Che tipo di fattrici mette<br />

in razza?<br />

“Innanzitutto devono provenire da<br />

grandi famiglie con determinate<br />

correnti di sangue. E poi devono<br />

essere senza difetti morfologici,<br />

con attenzione particolare agli appiombi.<br />

Bisogna insomma usare<br />

intelligenza visiva applicata, come<br />

era solito dire Federico Tesio.”<br />

Lei appartiene alla categoria<br />

dei cosiddetti “allevatori<br />

senza terra”, come<br />

è arrivato a questa conclusione?<br />

“Premetto che la mia famiglia<br />

possiede dei terreni agricoli, ma<br />

24<br />

non li ritenevo idonei all’allevamento<br />

e quindi ho voluto cercarne<br />

altri che avessero tutte le prerogative<br />

in grado di ospitare le<br />

mie fattrici. Così, insieme al mio<br />

socio Erio Bonetti, ho adocchiato<br />

vicino ad Arona, ad Oleggio, l’allevamento<br />

<strong>del</strong>la Razza di Ceserio,<br />

un complesso storico di galoppo<br />

che esiste da 60 anni nella zona<br />

cara a Federico Tesio. Qui la titolare<br />

Erminia Werner, alla quale<br />

sono grato per l’ospitalità, possiede<br />

112 ettari, 80 dei quali riservati<br />

ai paddock, mentre il resto<br />

dei terreni è a foraggio, coltivato<br />

con stallatico di bovino.”<br />

Abbiamo visitato l’allevamento<br />

<strong>del</strong>la Razza di Ceserio in una piovosissima<br />

mattinata di fine maggio.<br />

Colpisce subito la vegetazione<br />

lussureggiante e la presenza<br />

di bovini che vengono alternati ai<br />

cavalli. Molto vasti i paddock, leggermente<br />

ondulati e mai inferiori<br />

ai cinque ettari. <strong>Il</strong> caporazza, Luca<br />

Borrella, di Arona, è presente<br />

in allevamento da 23 anni e stupisce<br />

per acume e competenza,<br />

maturati anche attraverso stage<br />

professionali all’estero. I puledri<br />

stanno all’aperto da aprile sino<br />

alla vendita, ma i foals in estate<br />

vengono ritirati in box di giorno e<br />

lasciati all’aperto la sera fino al<br />

mattino seguente. Ogni mese<br />

l’alimentarista dottoressa Alessandra<br />

Caligaric li pesa e li misura,<br />

mentre un maniscalco cura i<br />

piedi e li mette in appiombo.<br />

Dubini, qual è il suo sogno<br />

nel cassetto?<br />

“Produrre il campione di livello<br />

internazionale, visto che Felix <strong>del</strong><br />

Nord non lo sento <strong>del</strong> tutto mio<br />

perché è stato creato in società<br />

con l’amico Luigi Biffi. Con Lummy<br />

Club ci ero andato vicino, ma<br />

la fortuna non mi ha aiutato. Con<br />

la Dea bendata adesso sono un<br />

po’ in credito: chissà...”

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