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Il Monastero imperiale del Salvatore sul Monte Letenano

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1. S'c/iiisfev [396}<br />

dei Longohardi, onde non sarebbe un' ipotesi troppo<br />

arrischjata se, in mancanza ti' altri documenti, dal carattere<br />

<strong>imperiale</strong> di San Salvator Maggiore no attribuissinio<br />

la fondazione a qualche nobile guargango<br />

franco, o a qualche e<strong>sul</strong>e monaco savoiardo, o <strong>del</strong>l'<br />

Aquitania venuto a pellegrinare in Italia. Anche<br />

Farfa, per oltre un secolo, reclut6 i suol primi abbati<br />

tra questi nobili rampolli deile pii celebri famiglie<br />

franche, sospinte in Italia piü ancora dalia devozione<br />

e dalia poesia che dalia guerra, che desolava ji loro<br />

paese; ed notevole che i monasteri fondati da questi<br />

e<strong>sul</strong>i guargangi abhiano ritrovato nel mundo regio<br />

o ducale le condizioni pili favorevoli per raggiungere<br />

un alto grado di potenza e di ricchezza, mentre gil<br />

altri fondati da cittadini longohardi, e c1uindi inimuni<br />

dalia tutela <strong>del</strong> sovrano, non hanno lasciato quasi traccia<br />

<strong>del</strong>la loro breve esistenza. Farfa, San Saivatore,<br />

sant' Andrea sui Soratte, san Vincenzo al Volturno,<br />

<strong>Monte</strong> Cassino sono tutti monasteri eretti o risuscitati<br />

da guargangi e che perci5 vennero considerati come<br />

palatini cd imperiali, mentre San Pietro di Ferentilio<br />

tuttoché fondato da] duca Faroaldo di Spoleto, San Metro<br />

di Ciassicella eretto dai duca Trasmondo por sua<br />

madre, San Giorgio di Spoleto, fondato da¡ duchii Lupo<br />

cd Ermelinda, per non dite di molti altri, non poterono<br />

mai giungere a tale grado d' onore e cli potenza.<br />

Ció che certo si che ji inonastero di San Sa]vator<br />

Maggiorc, favorito insin da¡ primordi da¡ gastaldi<br />

di Rieti, da¡ duchi Spoletani e da¡ papi, nel secok<br />

VIII possedeva giá un patrimonio tanto vasto<br />

che, ad impedire una coliisione coi farfensi, i quali<br />

aspiravano a djiatarsi noii' Umbria e nelle Marche,<br />

convenne stipulare degli accordi e <strong>del</strong>le permute di<br />

fondi, di cui ji Regosto farfense ci ha conservato soltanto<br />

qualche carta.

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