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Novella Prima o di Ferrante - Origami Edizioni

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staccammo pezzi <strong>di</strong> pelle e ossa da braccia e schiena, poi riuscimmo a spiccarne dal tronco<br />

i quattro arti e a fracassargli parte del petto e della testa.<br />

All'epoca niuno avrebbe creduto a quel pro<strong>di</strong>gio che ci appariva innanzi agli occhi:<br />

anche in cotal guisa ridotto, il mostro non sanguinava, non soffriva, non gridava pel dolore,<br />

non si fermava e non si arrendeva. Continuava piuttosto a lanciar strepiti e girarsi,<br />

cercando qualcosa per avventarvi il muso. Alzai lo sguardo verso il mio compagno e già<br />

l'odore proveniente da quell'immonda carcassa mi <strong>di</strong>sturbava e stava risalendomi alla<br />

testa, facendomi venire meno. Egli se ne dovette accorgere, perché prontamente mi<br />

ingiunse: «Ristai! Trafiggilo dalla schiena!»<br />

Presi dunque l'elsa con le due mani e la abbattei dall'alto verso il basso contro il tronco<br />

del mostro, passandolo da parte a parte e piantandolo al terreno.<br />

Allora Gherardo mi sospinse ancora innanzi, <strong>di</strong>cendo: «Scostiamoci e an<strong>di</strong>amo all'altro<br />

ché questo infame non si sposterà per un bel tratto.»<br />

Lasciai quin<strong>di</strong> la spada piantata in quel corpo corrotto e lo seguii, mentre egli<br />

raggiungeva l'ultimo dei tre Morti, il quale a sua volta si trascinava verso <strong>di</strong> noi senza<br />

arrestarsi mai, come i suoi due compari. Quei resti umani terrificanti, quell'ossame, si<br />

allungò verso <strong>di</strong> Gherardo, tendette le proprie abiette membra, <strong>di</strong>stese le braccia e cercò <strong>di</strong><br />

sfiorare con le <strong>di</strong>ta i suoi stivali.<br />

Muto e assorto, il mio amico e compagno prese a calciare con forza l'ammasso <strong>di</strong> ossa<br />

che si spingeva tra l'erba. Ruppe le falangi delle mani, spaccò braccia e spalle, calpestò il<br />

demoniaccio con tutto il proprio peso, finché ogni pezzo <strong>di</strong> quella cosa giacque scomposta e<br />

<strong>di</strong>velta sul terreno. Solo il cranio e una parte della schiena si agitavano ancora, attaccate<br />

assieme ma prive <strong>di</strong> alcuna capacità <strong>di</strong> muoversi. Al termine <strong>di</strong> quell'opera silenziosa<br />

Gherardo finalmente parlò, inventando irripetibili bestemmie contro quello che all'epoca ci<br />

parea un pro<strong>di</strong>gio dell'inferno, mentre ancora e senza fine la mascella e le altre ossa del<br />

cranio dello scheletro si volgevano verso <strong>di</strong> noi. Allora egli prese nuovamente la spada e

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