Novella Prima o di Ferrante - Origami Edizioni

seguitando d'ora in poi il giudizio non di color che son devoti in Dio, ma il mio, che non so
se più lo sono.
Dunque io vi racconterò del mio primo incontro con i Morti, e non intendo certamente,
ch'è ovvio a dirsi, i comuni miseri defunti che poteano essere visti e incontrati in tutte le
faccende quotidiane prima dell'avvento del Flagello e dei quali troppa ne ebbi abitudine
durante le battaglie e negli assedi, bensì dei Trapassati Redivivi che si rialzano e si
muovono come i viventi e noi diciamo in tanti modi, siccome Afflitti, Indemoniati e
Ritornanti.
Militavo già io, all'epoca di questi fatti che vi dico, sotto il vessillo del nostro signore
Malatesta che ormai tutti ci unisce ma che allora, di quelli che in questo verziere
amabilmente si ritrovano, comprendeva solo me e il qui presente amico e compagno
Cangrande, col quale in tanti anni ho traversato l'Italia per imbattermi in più e più
avventure.
Dopo che invademmo in gran brigata la Marca e portammo battaglia a varie fortezze e
castelli della regione, sempre difendendo il diritto e la terra del nostro signore e
cacciandone fuori i nemici con gran danno di morti e prigionieri, io insieme a molti
compagni pedoni e cavalieri rimasi di stanza presso una rocca che sporgeva gli spalti su un
gran contado fatto di selve e foreste e colli deserti. In quelle terre, avendone assegnata la
guardia e la dominazione per conto del nostro signore, svolgevamo pattugliamenti a
cavallo e a piedi, e presidiavamo castelli e torrette, e dopo tante schermaglie finendo a
ristorare il corpo e l'anima nella quiete di molti giorni lontani dalle mischie e dalle marce.
Eran quelli i mesi in cui principiavan a diffondersi le notizie di alcuni pagani nemici di
Dio che si aggiravano per le campagne discendendo dall'Alpi, al comando di un qualche
eretico di Francia che si diceva li avesse inviati a meridione. Tutto quel paese si diceva
fosse percorso da adoratori del demonio, crudeli e ferocissimi come lupi, i quali non solo le