3. L'ipertesto 3.1. Che cos'è un ipertesto - Bruno Bassi
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LA PROGETTAZIONE DELL’IPERTESTO<br />
La scelta di limitarsi al puro formato ASCII è stata mantenuta anche<br />
all’interno di <strong>un</strong>’iniziativa come il Progetto Gutenberg, 20 che si propone di<br />
rendere disponibili gratuitamente in rete testi per i quali non siano più dovuti<br />
diritti d’autore, e che ha già realizzato svariate decine di grandi opere della<br />
letteratura inglese e di documenti storici.<br />
Un tentativo da segnalare di creare <strong>un</strong>o standard per l’archiviazione di testi è<br />
il linguaggio SGML (Standard Generalized Markup Language), che prevede<br />
l’inserzione all’interno del testo di apposite indicazioni di formattazione, e che<br />
tuttavia è a tutt’oggi estremamente poco utilizzato. SGML dovrebbe consentire<br />
la rappresentazione elettronica di testi a <strong>un</strong> alto livello di raffinatezza, fino a<br />
comprendere la rappresentazione di varianti o di particolarità tipografiche (vedi<br />
Sperberg-McQueen 1991). Il sistema ipertestuale WWW (World Wide Web)<br />
utilizza <strong>un</strong>’estensione di questo linguaggio, chiamata HTML (Hypertext Markup<br />
Language). La struttura di questi linguaggi sembra tuttavia presentare limitazioni<br />
piuttosto serie in vista di <strong>un</strong> progetto ipertestuale sullo stile di Nelson. 21<br />
20 Il Progetto Gutenberg è <strong>un</strong>’iniziativa portata avanti presso la University of<br />
Illinois at Urbana-Champaign. E’ possibile ottenere informazioni iscrivendosi alla<br />
relativa mailing list (inviare <strong>un</strong> mail a listserv@uiucvmd.bitnet, indicando SUB<br />
GUTNBERG e il proprio nome nel testo del mail; oppure contattare il direttore del<br />
progetto, Michael Hart, hart@vmd.cso.uiuc.edu).<br />
21 In particolare, SGML introduce nel testo le proprie marche descrittive per<br />
mezzo della tecnica dell’embedding, ovvero inserendole all’interno del testo, piuttosto<br />
che mantenere i modificatori separati dai dati, secondo la tecnica dell’external coding,<br />
adottata per esempio in Rhythm (Vitali 1994). La conseguenza di ciò è che SGML non<br />
prevede la possibilità di marcare zone di testo parzialmente sovrapposte. Rispetto alla<br />
conceziona nelsoniana dell’<strong>ipertesto</strong>, questo comporta serie limitazioni: per esempio, se<br />
<strong>un</strong> utente marca come destinazione di <strong>un</strong> collegamento i primi due paragrafi di <strong>un</strong> testo,<br />
ness<strong>un</strong> altro utente potrà fare lo stesso con i paragafi due e tre.<br />
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