3. L'ipertesto 3.1. Che cos'è un ipertesto - Bruno Bassi
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LA PROGETTAZIONE DELL’IPERTESTO<br />
Un sistema informativo deve in realtà gestire <strong>un</strong> flusso continuo di nuove<br />
categorie, gerarchie e altre strutturazioni che devono tutte coesistere, deve<br />
essere <strong>un</strong> sistema tollerante, che permetta loro di coabitare senza problemi,<br />
che aiuti a tenere traccia delle differenze e delle loro variazioni, e che sia<br />
sempre pronto ad accogliere nuove strutturazioni oltre a quelle già presenti.<br />
(Nelson 1990a, pag. 1/24)<br />
Un orientamento di questo genere è necessario per <strong>un</strong> progetto che, come<br />
quello di Nelson, vuole essere in grado di accogliere l’insieme della produzione<br />
testuale mondiale in tutta la sua complessità. La maggior parte degli sistemi<br />
tradizionali di catalogazione e archiviazione di materiali testuali, quali il codice<br />
Dewey, sono basati su <strong>un</strong> insieme di categorie fisse, e come tali costituiscono dei<br />
modelli categoriali a dizionario (nel senso di Eco 1975; 1984). Ma questi sistemi<br />
sono pensati per la catalogazione di insiemi relativamente ristretti e controllabili<br />
di testi, per esempio per il contenuto di <strong>un</strong>a biblioteca o per bibliografie di settori<br />
disciplinari specifici. Incorporare simili criteri di classificazione nell’ipotetico<br />
sistema informativo che darà accesso a tutti i testi passati, presenti e futuri<br />
obbligherebbe a scegliere, in maniera alquanto arbitraria, <strong>un</strong> determinato sistema<br />
di categorie a scapito di altri. Inoltre, anche se questa scelta fosse la migliore<br />
possibile al momento, potrebbe rivelarsi insoddisfacente in futuro:<br />
Non c’è nulla che non va nella categorizzazione. Ma essa è com<strong>un</strong>que, per sua<br />
natura, transitoria: i sistemi a categorie hanno <strong>un</strong>a mezza vita, e le<br />
categorizzazioni cominciano ad avere <strong>un</strong>’aria abbastanza stupida dopo<br />
qualche anno.<br />
(Nelson 1990a, pag. 2/45)<br />
In <strong>un</strong> sistema enciclopedico come Xanadu i sistemi di categorie non possono<br />
che essere oggetti transitori, prodotti dall’interpretazione e sensibili ai mutamenti<br />
culturali.<br />
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