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Giugno

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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />

Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei<br />

Anno 126 - N. 5 - <strong>Giugno</strong> 2010<br />

FATIMA: l'Affidamento<br />

dei sacerdoti a Maria<br />

Il Convegno degli Sposi Cristiani<br />

L'incontro della<br />

Chiesa Campana a Pompei


Il RosaRIo<br />

e la Nuova PomPeI<br />

rivisTa FondaTa nel 1884<br />

dal beaTo barTolo longo<br />

Piazza bartolo longo, 1<br />

80045 Pompei (na)<br />

Tel. +39 081 8577321<br />

Fax +39 081 8503357<br />

e-mail: rnp@santuario.it<br />

www.santuario.it<br />

Anno 126 - N. 5 - <strong>Giugno</strong> 2010<br />

Direttore: Carlo Liberati<br />

Direttore Responsabile: Francesco Rosso<br />

Caporedattore: Nicola Nicoletti<br />

Redazione: C. Cozzolino, M. D’Amora<br />

Collaboratori: A. Aiello, S. Cipriani, N. Di Bianco,<br />

G. Buono, G. Cento, K. Di Ruocco, C. Fabbricatore,<br />

A. Fontanella, T. Lasconi, G. Lungarini, A. Matteo,<br />

D. Modena, D. Romano, G. Ruggiero, E. Scarici<br />

Realizzazione Grafica: Ettore Palermo e Mario Curtis<br />

Fotografie: G. Angellotto, I. Assalto, S. Brugno,<br />

A. Di Stefano, Foto Di Paolo, Interfoto/Archivi Alinari,<br />

Osservatore Romano, F. Rizzo<br />

Stampa: Mediagraf S.p.A. - Padova<br />

<strong>Giugno</strong> 2010<br />

Spedizione: Poste Italiane S.p.A.<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, comma 2 DCB - NA<br />

Tassa Pagata / Taxe Perçue<br />

In caso di mancato recapito restituire a:<br />

NAPOLI CMP previo pagamento resi<br />

Di questo numero sono state stampate<br />

255.000 copie<br />

Registrazione presso il<br />

Tribunale di Torre Annunziata<br />

N. 32 del 15/07/1996<br />

Associated to USPI<br />

(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />

ISNN 0035 - 8282<br />

Di questa Rivista vengono pubblicate le edizioni<br />

in lingua inglese e spagnola.<br />

Possono essere richieste alla Segreteria Generale<br />

Ufficio estero del Santuario:<br />

Tel. +39 081 8577328 - Fax +39 081 8503357<br />

ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />

3<br />

4<br />

6<br />

9<br />

Sommario<br />

10<br />

12<br />

14<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

23<br />

24<br />

26<br />

Il Papa, Fatima, Il Rosario<br />

✠ Carlo Liberati<br />

Consacrati al Cuore di Maria<br />

Nicola Nicoletti<br />

Con Maria, un cammino di<br />

vita familiare<br />

Giuseppe Lungarini<br />

Famiglia: di fronte all'inedito<br />

tornare alle radici<br />

Giosy Cento<br />

Università: terra di missione?<br />

Armando Matteo<br />

La grandezza di Dio nel Creato<br />

Settimio Cipriani<br />

Maestro buono, cosa devo fare<br />

per avere la Vita Eterna?<br />

Marida D'Amora<br />

Condividiamo gioie<br />

e speranze<br />

Elena Scarici<br />

Il Prefetto di Napoli scrive al<br />

nostro Arcivescovo Prelato<br />

Cercasi prete e basta<br />

✠ Arturo Aiello<br />

Il sacerdote uomo obbediente<br />

Nicola Di Bianco<br />

Il Tribunale della Rota Romana<br />

a Pompei<br />

Marida D'Amora<br />

Pregare è importante<br />

Tonino Lasconi<br />

8 maggio,<br />

la Supplica a Pompei<br />

Marida D'Amora<br />

29<br />

30<br />

31<br />

32<br />

33<br />

34<br />

36<br />

38<br />

39<br />

40<br />

42<br />

44<br />

Al via i Campus estivi<br />

a cura della Redazione<br />

Il segno della Donna<br />

Giuseppe Ruggiero<br />

Maria di Nazareth,<br />

maestra dell'Amore<br />

Damiano Modena<br />

Maria, donna in cammino<br />

don Tonino Bello<br />

I Giochi Lasalliani: danza e<br />

sport a Pompei<br />

Giovanni Angellotto<br />

Un missionario, tre medici,<br />

e tanta Africa<br />

Giuseppe Buono<br />

In cammino con la<br />

Madonna Pellegrina<br />

a cura di Andrea Fontanella<br />

Ho creduto nell'Amore, eccomi!<br />

Concetta Fabbricatore<br />

Al festival di Cannes trionfa il<br />

film sui martiri Trappisti<br />

Nicola Nicoletti<br />

Pellegrini del Rosario<br />

a cura di Marida D'Amora<br />

Grati alla Madonna e al Beato<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

La parola ai lettori<br />

a cura di Katia Di Ruocco<br />

In copertina: Benedetto XVI<br />

nel suo viaggio a Fatima<br />

E d i t o r i a l e<br />

Il Papa, Fatima, il Rosario<br />

di ✠ Carlo Liberati*<br />

❝Solo l’esperienza<br />

della grazia divina<br />

e l’incontro<br />

continuo con il<br />

Signore Gesù<br />

Cristo è sorgente<br />

inesauribile dell’amore<br />

e della<br />

pace❞.<br />

Con il suo viaggio a Fatima e nel<br />

Portogallo, nel X Anniversario<br />

della Beatificazione dei “Pastorelli”<br />

Giacinta e Francesco (13 marzo 2000) e<br />

nell’anno particolarmente dedicato al<br />

mistero e al ministero del sacerdozio<br />

per il 150o Anniversario della morte di<br />

S. Giovanni Maria Vianney (4 agosto<br />

1859), il Santo Padre Benedetto XVI<br />

ha reso uno straordinario servizio d’amore<br />

a tutta la Chiesa.<br />

Nell’atmosfera che è impregnata di<br />

religiosità profonda, in Fatima, e nella<br />

quale si avverte in maniera quasi palpabile<br />

- come ha avvertito lo stesso<br />

Sommo Pontefice - la presenza di Maria<br />

SS.ma, Benedetto XVI ci ha affidato<br />

messaggi e direttive apostoliche per<br />

l’Anno sacerdotale.<br />

Nella Cova da Iria, nella Cappellina<br />

delle Apparizioni, il Santo Padre<br />

presentando alla Madre di Gesù e<br />

nostra nella fede, le gioie, le attese,<br />

le miserie e le sofferenze del mondo<br />

intero, ci ha invitati alla speranza e a<br />

confidare nell’azione di Dio presente<br />

e vivo nella nostra storia.<br />

Il 13 maggio la Celebrazione eucaristica<br />

è stata culmine della Visita apostolica<br />

del Santo Padre Benedetto XVI,<br />

nell’anniversario della prima apparizione<br />

della Madonna a Francesco, Giacinta<br />

e Lucia.<br />

Il messaggio del Papa incentrato sulla<br />

necessità del ricorso alla preghiera,<br />

alla penitenza e alla conversione,<br />

costituisce un appello fondamentale al<br />

cambiamento di una società che soffre<br />

quotidianamente per le minacce<br />

alla convivenza umana, per i pericoli<br />

incombenti e gli orrori della storia.<br />

Solo l’esperienza della grazia divina e<br />

l’incontro continuo con il Signore Gesù<br />

Cristo è sorgente inesauribile dell’amore<br />

e della pace.<br />

Ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose,<br />

ai diaconi e ai seminaristi tutti, il Santo<br />

Padre ha rivolto il suo vivo ringraziamento<br />

per la loro fedeltà al Vangelo<br />

e alla Chiesa.<br />

E in quest’Anno Sacerdotale, ormai<br />

concluso, ha incoraggiato tutti i<br />

400.000 Sacerdoti cattolici del<br />

mondo “a dare priorità al religioso<br />

ascolto della Parola di Dio, all’intima<br />

conoscenza di Cristo, all’intensa celebrazione<br />

dell’Eucaristia, guardando al<br />

luminoso esempio del Santo Curato<br />

d’Ars” (Benedetto XVI).<br />

Lo stesso Sommo Pontefice si è preoccupato<br />

di affidare e consacrare noi<br />

tutti Sacerdoti della Chiesa cattolica<br />

sparsa nei continenti, al Cuore Immacolato<br />

di Maria, vero modello di discepola<br />

del Signore. Alla sera, come<br />

spesso avviene nei Santuari Mariani<br />

disseminati nel mondo, la recita del<br />

Santo Rosario ha rappresentato<br />

la stupenda conclusione di una<br />

straordinaria Visita pastorale al<br />

cospetto dell’intera Chiesa cattolica<br />

e all’attenzione ammirata di tutto il<br />

mondo, specialmente per le persone<br />

anche di altre Religioni che credono al<br />

primato dell’Amore.<br />

Questa meravigliosa preghiera, il<br />

S. Rosario, cui è dedicato il Santuario<br />

di Pompei, ci ricolma di gioia insieme<br />

alle centinaia e centinaia di milioni<br />

di cattolici nel mondo i quali non dimenticano,<br />

nel recitarlo, che lo stesso<br />

Sommo Pontefice Benedetto XVI ha<br />

definito, il 19 ottobre 2008 in visita a<br />

Pompei, la nostra incantevole Basilica:<br />

“il più importante Santuario dedicato<br />

alla Vergine del S. Rosario”.<br />

E ciò con grande letizia di tutti noi.<br />

* Arcivescovo-Prelato e Delegato Pontificio<br />

per il Santuario di Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

2<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [194]<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

3<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [195]


Il Santo Padre Benedetto XVI<br />

in preghiera al cospetto<br />

della Madonna di Fatima.<br />

■ di Nicola Nicoletti<br />

❝Guidati da te, vogliamo essere Apostoli<br />

della Divina Misericordia,<br />

lieti di celebrare ogni giorno il Santo Sacrificio dell'Altare<br />

e di offrire a quanti ce lo chiedono il sacramento<br />

della Riconciliazione❞.<br />

❝Consacrati al<br />

Cuore di Maria❞<br />

Nel decimo anniversario della beatificazione<br />

di Giacinta e Francesco, Papa Benedetto ha<br />

pregato per il clero e per il mondo a Fatima<br />

Fatima è un luogo speciale, privilegiato per chi fa un cammino di<br />

fede. Lo è anche per i due ultimi Pontefici che qui sono venuti<br />

in momenti particolari della loro vita. Dopo l’attentato in piazza<br />

San Pietro, Giovanni Paolo II venne qui a pregare e ringraziare Maria:<br />

la protezione della Madre fu una difesa inespugnabile e insuperabile<br />

per i colpi dell’attentatore che avrebbe voluto porre fine alla vita di un<br />

Papa che stava cambiando la storia, con la preghiera e con l’azione.<br />

Benedetto XVI è venuto a Fatima dall’11 al 14 maggio per affidare i<br />

sacerdoti alla Madre, e l’incontro è stato, finora, tra<br />

i più toccanti del pontificato del Papa tedesco. Circa<br />

un milione di persone hanno seguito l’evento lì, in<br />

Portogallo, nei placidi luoghi delle apparizioni, nonostante<br />

il tempo tendente al freddo e la stanchezza<br />

del viaggio. Hanno capito che dovevano essere presenti<br />

in questo momento di “orazione e purificazione”,<br />

come lo stesso Pontefice ha spiegato, in un accorato<br />

richiamo alla fedeltà totale a Cristo. La marea<br />

di fiammelle portate dai pellegrini ha testimoniato la<br />

presenza di quella Chiesa che accompagna il cammino<br />

del Papa, il successore di Pietro, perennemente<br />

nella storia, senza stanchezza nonostante le tante<br />

avversità. C’era commozione, ma anche la voglia di<br />

stringersi alla Vergine che qui, a tre piccoli pastorelli,<br />

apparve e comunicò i tre segreti che parlano della<br />

storia del mondo. “Innanzitutto - ha detto il Papa alla<br />

stampa - vorrei esprimere la mia gioia di andare a<br />

Fatima, di pregare davanti alla Madonna che per noi<br />

è un segno della presenza della fede, che proprio dai<br />

piccoli nasce una nuova forza della fede, che non si<br />

riduce ai piccoli, ma che ha un messaggio per tutto<br />

il mondo e tocca la storia proprio nel suo presente,<br />

e illumina questa storia”. Poi l’atto di affidamento<br />

e consacrazione dei sacerdoti nell’anno sacerdotale.<br />

“Siamo consapevoli che, senza Gesù, non possiamo<br />

fare nulla di buono e che, solo per Lui, con Lui ed in<br />

Lui, saremo per il mondo strumenti di salvezza (…)<br />

Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir<br />

Sono passati 29 anni dagli spari a Giovanni<br />

Paolo II in piazza San Pietro. L’anniversario<br />

dell’attentato è stato ricordato da Benedetto<br />

XVI dinanzi alla Vergine di Fatima durante<br />

la sua visita dello scorso maggio. Erano le<br />

17.19 del 13 maggio 1981, quando colpi di<br />

pistola risuonarono tra la folla accorsa in<br />

Piazza San Pietro per l’udienza generale:<br />

Giovanni Paolo II, colpito, si accasciò sulla<br />

papamobile, sorretto dai suoi collaboratori<br />

più stretti.<br />

Ferito all’addome, il Pontefice rischiò di morire<br />

dissanguato nel trasporto all’ospedale<br />

Gemelli, dove subì un intervento di 5 ore.<br />

Giovanni Paolo II ha attribuito il fatto di non<br />

essere morto sotto i colpi di Alì Agca proprio<br />

grazie all’intercessione della Madonna di<br />

Fatima, tanto da far incastonare nella corona<br />

della statua della Vergine la pallottola che<br />

lo aveva ferito gravemente, ma non ucciso.<br />

L’attentato, infatti, avvenne nel giorno in cui<br />

ricorreva l’apparizione della Madonna ai tre<br />

pastorelli di Fatima, per questo il Papa attribuì<br />

la sua salvezza a Maria.<br />

Giacinta, Francesco e Lucia, i tre pastorelli ai quali apparve la<br />

Madonna di Fatima, il 13 maggio 1917<br />

mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere<br />

ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle<br />

suggestioni del Maligno. Preservaci con la tua purezza,<br />

custodiscici con la tua umiltà e avvolgici col<br />

tuo amore materno, che si riflette in tante anime a te<br />

consacrate diventate per noi autentiche madri spirituali.<br />

(…) La tua presenza faccia rifiorire il deserto<br />

delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre<br />

oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta,<br />

affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che<br />

ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori,<br />

per sempre uniti al tuo! Così sia!”.<br />

Fatima: quando la Vergine<br />

salvò Papa Wojtyla<br />

Piazza San Pietro, 13 maggio 1981, attentato a Papa Wojtyla<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

4<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [196] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

5<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [197]


■ Giuseppe Lungarini*<br />

Con Maria un cammino<br />

di vita familiare<br />

Pompei XIII Convegno degli Sposi Cristiani<br />

Il 5 e 6 giugno, nel teatro “Di Costanzo-Mattiello”<br />

di Pompei, coppie di<br />

sposi e di fidanzati, che si avviano al<br />

matrimonio, provenienti da tutta Italia,<br />

hanno partecipato al XIII Convegno<br />

degli Sposi Cristiani, organizzato<br />

dall’Ufficio di Pastorale Familiare e<br />

della Vita.<br />

Il convegno, diventato un appuntamento<br />

atteso, di anno in anno suscita<br />

sempre più interesse per le tematiche<br />

che affronta, tematiche che sono presenti<br />

nel vissuto quotidiano delle famiglie.<br />

Anche questa edizione, come<br />

ogni anno, ha cercato di focalizzare<br />

l’attenzione su una realtà con la quale<br />

la famiglia deve confrontarsi: la crisi<br />

economica, quale futuro. Il futuro<br />

della società è legato alla famiglia, possiamo<br />

dire che la famiglia è l’istituzione<br />

del futuro, ma è lo stile della famiglia<br />

che garantisce e costruisce il futuro,<br />

a seconda di come essa si concepisce<br />

avremo la società.<br />

Pertanto è stato quanto mai opportuno<br />

richiamare il messaggio dei Vescovi<br />

per la 32esima giornata della<br />

vita: “La forza della vita una sfida<br />

nella povertà”. Un tema che invita a<br />

riflettere e a pensare come la nostra<br />

vita l’abbiamo legata alla prosperità<br />

economica privandola del suo valore<br />

essenziale. Il benessere economico, ci ricordano<br />

i Vescovi, “non è un fine ma<br />

un mezzo, il cui valore è determinato<br />

dall’uso che se ne fa: è a servizio della<br />

vita, ma non è la vita. Quando, anzi,<br />

pretende di sostituirsi alla vita e di diventarne<br />

la motivazione, si snatura e si<br />

perverte”. I lavori sono stati introdotti<br />

da Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo<br />

Prelato di Pompei e Delegato Pontificio<br />

per il Santuario. Mons. Liberati<br />

che con un’analisi chiara ed appassionata,<br />

come sempre quando affronta<br />

le tematiche della famiglia, ha toccato<br />

diversi aspetti della realtà di oggi. Profondo<br />

è stato l’accostamento a Maria,<br />

immobile sotto la croce, donna della<br />

sofferenza e del dolore; nel donare la<br />

Madre a Giovanni e, in lui, ai futuri discepoli,<br />

Gesù svela il mistero di Dio<br />

che diventa dono per tutta l’umanità.<br />

“Che cosa avrà provato Maria in quel<br />

momento? È troppo grande il mistero<br />

del suo dolore per poterlo comprendere<br />

e condividere”. Ma quel suo dolore<br />

apre uno spiraglio agli uomini di<br />

tutti i tempi, li avvicina a Dio.<br />

Su questi pensieri, nel mio ruolo di moderatore,<br />

ho richiamato la speranza<br />

cristiana. “Siamo entrati, nel terzo millennio,<br />

con una società molto fragile,<br />

disunita, definita dal sociologo Bauman:<br />

società liquida. Secondo lui tutto<br />

è liquido dall’amore, agli affetti,<br />

alle relazioni tutto diventa debole; i<br />

rapporti sono diventati precari. Nella<br />

famiglia l’educazione svanisce e<br />

prevale l’impulso immediato. Le ripercussioni<br />

negative oggi minano la<br />

cellula fondante della società stessa:<br />

la famiglia. Ciò nonostante, le risorse<br />

insite nella sua stessa natura, ci permettono<br />

di aprire uno spiraglio di speranza<br />

nel giusto cammino della vita.<br />

Nella famiglia, nata dal matrimonio,<br />

ciascuno scopre che la vocazione fondamentale<br />

della persona è quella di<br />

amare e di essere amato. Essa, infatti<br />

è il primo luogo in cui l’amore viene<br />

accolto e vissuto”. Accolto con un<br />

caloroso applauso prende la parola<br />

don Lorenzo Elia, Vicario Episcopale<br />

della Diocesi di Oria (BR) per la<br />

Pastorale Familiare che espone la sua<br />

relazione sul tema con argomenta-<br />

zioni concrete che toccano la realtà<br />

delle famiglie. Dettagliata e quanto mai<br />

significativa, soprattutto nel rapporto<br />

genitori e figli in ordine al dialogo religioso<br />

è stata la relazione della dottoressa<br />

Elsa Belotti, psicologa - Consulente<br />

Coniugale, autrice di testi per<br />

la famiglia e per il dialogo religioso<br />

con i figli - Fondatrice del centro Family<br />

Hope di Brescia.<br />

Una testimonianza di concretezza e<br />

di conoscenza dei bisogni e delle difficoltà<br />

della famiglia nel vissuto quotidiano<br />

è stata raccontata da Enzo<br />

Rossi, imprenditore pastaio di Mace-<br />

I partecipanti al Convegno degli Sposi Cristiani<br />

rata, che ha voluto sperimentare le<br />

difficoltà di vita della famiglia, vivendo<br />

per un certo tempo con lo stipendio<br />

di “milleurista”, poco più poco meno,<br />

come i suoi dipendenti. Domenica gli<br />

sposi hanno partecipato alla solenne<br />

celebrazione Eucaristica presieduta<br />

da Mons. Liberati con il rinnovo delle<br />

promesse matrimoniali a cui ha fatto<br />

seguito il pranzo di gala con l’impegno<br />

di rivedersi nel 2011 per il XIV Convegno<br />

degli Sposi Cristiani.<br />

*Sacerdote incaricato per la Pastorale<br />

Familiare della Prelatura di Pompei<br />

Famiglia: una sfida<br />

per il quotidiano<br />

Il racconto delle scelte coraggiose<br />

di una coppia di focolarini campani<br />

Ketty e Massimo, il vostro cammino coniugale è stato segnato da varie<br />

difficoltà che però non hanno minato la vostra solida unione e che,<br />

nonostante tutto, avete affrontato con scelte coraggiose e altruiste.<br />

Potete raccontarci brevemente la vostra storia?<br />

Ci siamo fidanzati giovanissimi, io avevo 13 anni e Massimo 15. Subito<br />

dopo il diploma abbiamo cominciato entrambi a lavorare nella ditta di<br />

mio padre, che si occupava di meccanica di precisione: io come segretaria,<br />

Massimo come meccanico. Così è stato naturale, quando io avevo 21<br />

anni e lui 23, decidere di sposarci. Eravamo felici, lavoravamo tutti e due,<br />

avevamo una bella casa. Qualche volta temevamo che questo bel sogno<br />

potesse finire da un momento all’altro. Purtroppo è stato così. La perdita<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

6<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [198] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

7<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [199]


di un fratello e una sorella di Massimo,<br />

entrambi colpiti da una grave<br />

malattia, e il tracollo della ditta di<br />

famiglia ha stravolto il nostro quotidiano.<br />

Nel 2001, come conseguenza<br />

dell’attacco terroristico alle Twin<br />

Towers, le commesse nel nostro<br />

settore hanno cominciato a diminuire<br />

in modo vertiginoso fino ad annullarsi<br />

totalmente. La nostra ditta,<br />

nella quale, oltre a noi, lavoravano<br />

mio padre, mio fratello e quindici<br />

operai, ha cominciato ad accumulare<br />

debiti, che non sapevamo come<br />

onorare. Molti ci consigliavano di<br />

dichiarare fallimento, ma non ce la<br />

sentivamo di lasciare quindici fa-<br />

miglie senza un sostegno dalla sera<br />

alla mattina. Abbiamo fatto il possibile<br />

per salvare l’attività, soprattutto<br />

per non licenziare i nostri operai,<br />

ma i debiti aumentavano e non<br />

abbiamo potuto evitarlo. Abbiamo<br />

chiuso, però, solo dopo aver trovato<br />

a tutti i nostri operai un altro lavoro.<br />

Al contrario, noi siamo rimasti senza<br />

lavoro, senza ditta, senza soldi,<br />

senza niente… Ci restava solo Dio,<br />

il nostro amore, la nostra famiglia.<br />

Piano, piano abbiamo superato quei<br />

momenti difficili.<br />

La scelta del matrimonio oggi viene<br />

spesso avvertita come un cammino<br />

Da sinistra, don Giuseppe Lungarini e i relatori del Convegno degli Sposi Cristiani<br />

irto di ostacoli. Alla luce della vostra<br />

esperienza, secondo voi quale<br />

ne è il motivo e cosa direste ad una<br />

giovane coppia che si prepara ad<br />

affrontare questa ‘avventura’?<br />

Che nonostante le difficoltà il matrimonio<br />

è una bellissima avventura.<br />

Sì, forse anche piena di difficoltà,<br />

ma con il sostegno dei familiari, degli<br />

amici e, nel nostro caso, anche<br />

della comunità del Movimento dei<br />

Focolari, al quale apparteniamo fin<br />

da ragazzi, e che ci ha aiutato tantissimo,<br />

sostenendoci moralmente e<br />

materialmente, ci ha fatto capire che<br />

non si è mai soli quando si ha fede.<br />

Molte famiglie oggi hanno timore ad<br />

avere più di uno o due figli: paura di<br />

non riuscire a seguirli, preoccupazioni<br />

economiche, difficoltà a conciliare<br />

lavoro e famiglia. Cosa ha fatto superare<br />

voi tutti questi timori? Quali sono<br />

stati i ‘punti di forza’ che vi hanno<br />

permesso di portare avanti il ‘progetto<br />

famiglia’ senza arrendervi e nello<br />

stesso tempo di farlo con serenità?<br />

L’affidarci a Dio, alla Provvidenza.<br />

Lungo il nostro cammino, sono<br />

tanti gli episodi nei quali abbiamo<br />

sperimentato concretamente l’amore<br />

di Dio e siamo certi che è Lui che<br />

rende il nostro amore, già così grande<br />

umanamente, davvero speciale<br />

e ci dà la forza di andare avanti<br />

ogni giorno. Le nostre scelte certo<br />

non sono state le più facili, ma, ora<br />

come allora, ci sembrano le più giuste<br />

e le uniche da poter prendere. I<br />

nostri figli, che oggi hanno 16 e 13<br />

anni, hanno condiviso il nostro stile<br />

di vita, basato sulla fiducia nella<br />

Provvidenza, che si è sempre fatta<br />

presente nel quotidiano e anche essi<br />

hanno compreso e condiviso.<br />

Ad esempio, sapere che quel giubbino,<br />

proprio quello visto a scuola<br />

e desiderato, ci veniva donato da<br />

qualcuno che se ne era privato per<br />

darlo a noi lo rendeva ancora più<br />

bello.<br />

Famiglia: di fronte all'inedito,<br />

tornare alle radici<br />

■ di Giosy Cento*<br />

Non vorrei dare ricette<br />

prefabbricate.<br />

Soltanto tentare degli<br />

umili suggerimenti sulla vicenda<br />

famigliare che è di tutti noi.<br />

Innanzitutto credo che bisogna<br />

accettare questa sfida di costruire<br />

la famiglia oggi.<br />

C’è bisogno di giovani e giovani-adulti<br />

che si giocano la vita<br />

non su un problema, ma nell’avventura<br />

più alta e realizzante per<br />

l’uomo e la donna. Questa è l’epoca storica delle persone<br />

coraggiose che non vogliono fare notizia o spettacolo, ma<br />

che semplicemente e nascostamente credono nell’amore<br />

possibile di alta qualità e che conduce alla felicità di vivere.<br />

I nostri nonni hanno creduto a questo in periodi più o<br />

meno difficili di adesso.<br />

I genitori devono permettere ai figli di inserirsi nella vita<br />

con una mentalità più combattiva, senza sostituirsi sempre<br />

a loro (dall’economia alle scelte di vita), preparandoli alle<br />

lotte, alle sconfitte esistenziali e ad affrontare ogni situazione.<br />

Chi fa’ famiglia deve essere molto umile di fronte al<br />

“mistero famigliare” quotidiano che nasconde felicità e<br />

insidie, dolore e progetti di vita. Capire che è bello inventarsi<br />

creativamente la vita nelle case, affrontando le stanchezze<br />

che la caotica vita di oggi ci costringe a sopportare.<br />

Le relazioni: la famiglia vale per quanto sono veri e inossidabili<br />

i suoi legami interni. È bello pensare che esistono<br />

insieme uomodonna, figlibambini e giovani, nonni, zii e<br />

parentela … non per mangiare… (scusate!) soltanto la pizza<br />

insieme il più spesso possibile. Per fare tutto questo, fatemi<br />

parlare da uomo e da prete, ci vuole una alta spiritualità<br />

che abbiamo messo troppo da parte, non credendo che il<br />

vivere materialistico regala vita facile ma non soddisfacente<br />

e felice.<br />

Ci vuole Fede, nel senso che il senso del vivere e l’alto<br />

amore di famiglia non può poggiare soltanto sulle forze<br />

dell’uomo. Ma che solo Dio è il riferimento stabile che rende<br />

saldo ogni momento facile o difficile dell’amore coniugale<br />

e della famiglia intera. E poi… pregare. Qualcuno dirà che<br />

non c’è tempo, che oggi bisogna correre per non restare<br />

indietro. Ma forse è solo la Famiglia che sa stare insieme a<br />

dialogare e a rispondersi nel profondo davanti al Dio dell’Amore<br />

ha oggi un futuro. È oggi il futuro.<br />

(2)<br />

*Sacerdote e cantautore<br />

Preghiera delle famiglie del Rosario<br />

Vergine del Santo Rosario,<br />

Sposa di Giuseppe e Madre di Cristo,<br />

Regina della famiglia, noi ci consacriamo a Te.<br />

Tu conosci, o Madre, quanto bello e grande<br />

è il dono di essere famiglia, cuor solo e anima sola,<br />

riflesso nel tempo dell'eterno amore<br />

delle Tre persone divine.<br />

Ma Tu vedi anche, o Madre, la nostra piccolezza,<br />

Tu vedi i pericoli, che insidiano il nostro cammino.<br />

Donaci, col tuo Rosario,<br />

di contemplare e assimilare il mistero del tuo Gesù,<br />

sorgente di amore, di gioia e di vita.<br />

Guida i nostri passi. Rendici costanti nella fedeltà,<br />

generosi nell'amore, aperti alla vita,<br />

forti nel dolore testimoni del Vangelo<br />

nella famiglia e nella società.<br />

Madre della Santa Famiglia<br />

e Regina di tutte le famiglie del mondo:<br />

a Te ci affidiamo, in Te confidiamo.<br />

Sii Tu la nostra Madre e Regina,<br />

nel tempo e nell'eternità. Amen.<br />

Pellegrini in preghiera alla Supplica dell'8 maggio<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

8<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [200] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

9<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [201]


Giovani in un'aula universitaria<br />

Università:<br />

terra di missione?<br />

Gli studenti universitari faticano<br />

a trovare tempo per momenti<br />

formativi di respiro spirituale<br />

L’università italiana non vive uno dei<br />

suoi momenti migliori. Agli anni<br />

di dibattiti senza riforme sono<br />

poi repentinamente succeduti gli anni<br />

delle riforme senza dibattiti, mentre<br />

è continuato a crescere il numero di<br />

studenti universitari - circa 2 milioni - e<br />

■ di Armando Matteo*<br />

di conseguenza di poli didattici, sparsi<br />

sul territorio nazionale.<br />

Nel frattempo più incisivo, e per alcuni<br />

aspetti destrutturante, è apparso il<br />

percorso del cosiddetto “processo di<br />

Bologna” e cioè di quella comune volontà<br />

di rendere gli studi universitari<br />

delle nazioni europee omogenei sotto<br />

il profilo della struttura, della valutazione<br />

dei corsi, degli esami e infine<br />

dei titoli.<br />

In ogni caso quell’auspicata “modernizzazione”<br />

del sistema universitario<br />

italiano è ancora di là da venire. Lo<br />

testimonia sopra ogni cosa il problema<br />

della difficile transizione dai banchi di<br />

studio al mondo del lavoro, proprio<br />

per un numero crescente di laureati.<br />

La questione più delicata è al momento,<br />

infine, quella dei finanziamenti: se<br />

è noto che l’Italia non ha mai eccelso<br />

per quel che riguarda la spesa pubblica<br />

destinata alla formazione e alla<br />

ricerca, recenti decreti governativi<br />

sembrano annunciare lunghi e difficili<br />

anni di “vacche magre” proprio per il<br />

sistema università.<br />

Dietro la spinta di tutto ciò, la vita<br />

dello studente universitario è divenuta<br />

molto frenetica: sempre a inseguire<br />

crediti, a superare esami o frazioni<br />

di esami, a seguire lezioni ad orari<br />

impossibili, ad arrangiarsi nel mondo<br />

selvaggio degli affitti. Ma la cosa più<br />

grave resta la grande incognita che<br />

ogni giovane universitario porta dentro<br />

il suo cuore: “che cosa sarà di me<br />

domani?”, “a cosa serve studiare, se<br />

ciò che mi aspetta è un lungo precariato?”,<br />

“perché impegnarmi al massimo<br />

se è sicuro che il mio futuro lavoro<br />

da precario non avrà nulla o<br />

poco a che fare con le cose che sto<br />

studiando?”.<br />

Questo spiega lo scarso regime di motivazioni<br />

che recentemente si registra<br />

negli studenti universitari e forse rende<br />

ragione della lieve diminuzione, registrata<br />

negli ultimi due anni, delle immatricolazioni.<br />

A fronte di questa situazione generale,<br />

cosa significa essere cristiani oggi<br />

in università? Il primo dato del quale<br />

bisogna tenere conto è il fatto che gli<br />

studenti universitari faticano a trovare<br />

tempo per momenti formativi di respiro<br />

spirituale.<br />

Oggi quel corso prima di cena, domani<br />

quell’esonero, dopodomani quel convegno<br />

di aggiornamento con tanto di<br />

crediti formativi e lo spazio per la cura<br />

dell’anima si riduce sempre di più. Le<br />

associazioni cattoliche dedicate esplicitamente<br />

al mondo universitario<br />

Studenti in assemblea<br />

non hanno perciò lavoro facile. Le<br />

diocesi, dal canto loro, non sempre<br />

prestano la dovuta attenzione a questo<br />

ambito di impegno: in alcune manca<br />

proprio un incaricato di pastorale<br />

universitaria. Le parrocchie infine nel<br />

cui territorio gravitano grossi centri<br />

accademici raramente esprimono una<br />

specifica ospitalità per gli universitari:<br />

basterebbe pensare agli orari attuali<br />

delle messe prefestive e festive.<br />

La cosa non ha poche ricadute sulla<br />

salute “spirituale” degli universitari,<br />

anche per quelli che hanno alle spalle<br />

un percorso di formazione cristiana<br />

molto intenso. L’impressione è che la<br />

comunità ecclesiale li abbia per così<br />

dire affidati a loro stessi e alla loro<br />

buona volontà di non disperdere quel<br />

cammino di fede compiuto sino agli<br />

anni del liceo.<br />

Né va passato sotto silenzio il recente<br />

ritorno di una cultura laicistica che si<br />

pone - soprattutto nel mondo universitario<br />

- esplicitamente contro la<br />

Chiesa e l’esperienza di fede in generale,<br />

come ha testimoniato il doloroso<br />

episodio della mancata visita del<br />

Papa Benedetto XVI alla Sapienza, nel<br />

gennaio 2008. Per questa cultura la<br />

scienza e la fede restano inconciliabili<br />

e la religione è una superstizione da<br />

abbattere con ogni mezzo, anche con la<br />

derisione e il dileggio. Come Chiesa,<br />

dobbiamo allora prendere coscienza<br />

che il mondo dell’università è profondamente<br />

cambiato, ponendo nuove<br />

sfide e reclamando nuovo impegno.<br />

Più precisamente, si tratta di afferrare<br />

che oggi in Italia e più in generale in<br />

Europa l’università è davvero “terra<br />

di missione”.<br />

*Assistente Nazionale Fuci<br />

Universitari in un momento di relax<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei 10 Anno 126 - N. 5 - 2010 [202] Il Rosario e la Nuova Pompei 11<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [203]


■ di Settimio Cipriani*<br />

La grandezza di Dio<br />

nel Creato<br />

I Salmi 12 e 15<br />

«Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto» (v. 2).<br />

È l’inizio del Salmo 12, piuttosto pessimista sulla situazione<br />

in cui si trova il Salmista. Come contropartita si può<br />

collocare il Salmo 15, che invece esalta la “benevolenza”<br />

del Signore che accetta nella sua intimità il Salmista, «che<br />

pratica la giustizia/ e dice la verità che ha nel cuore» (v. 2).<br />

Proprio su questi due Salmi piuttosto concisi, ma molto<br />

significativi, vorrei fermare la mia attenzione e quella del<br />

lettore.<br />

Salmo 12<br />

E incominciamo dal Salmo 12, che nel sottotitolo viene attribuito<br />

a David, che, nel caso, domanderebbe protezione<br />

a Dio dal mondo “menzognero”, in cui si trova a vivere a<br />

corte e in mezzo al suo popolo.<br />

2 Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;<br />

sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo.<br />

3 Si dicono menzogne l’uno all’altro,<br />

labbra adulatrici parlano con cuore doppio.<br />

4 Recida il Signore le labbra adulatrici;<br />

la lingua che vanta imprese grandiose,<br />

5 quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,<br />

le nostre labbra sono con noi:<br />

chi sarà il nostro padrone.<br />

6 Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,<br />

ecco, mi alzerò – dice il Signore –;<br />

metterò in salvo chi è disprezzato».<br />

7 Le parole del Signore sono parole pure,<br />

argento separato dalle scorie nel crogiuolo,<br />

e raffinato sette volte.<br />

Tu, o Signore, le manterrai,<br />

ci proteggerai da questa gente, per sempre,<br />

anche se attorno girano i malvagi<br />

e cresce la corruzione in mezzo agli uomini.<br />

«Salvami, Signore!»<br />

Il Salmista inizia con una richiesta di salvezza, perché è<br />

circondato da gente «menzognera», capace soltanto d’inganno<br />

e sopraffazione.<br />

Come manto per coprire la propria falsità adopera l’adulazione<br />

e l’ambiguità di linguaggio, per cui non è facile<br />

scoprire i veri sentimenti che animano questi diversi personaggi<br />

di corte: «Salvami, Signore! Non c’è più un uomo<br />

giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo» (v. 2).<br />

Persino tra di loro ci sono questi loschi personaggi, falsi e<br />

bugiardi, che si ingannano a vicenda «parlando con cuore<br />

doppio» (v. 3).<br />

Una triste situazione di falsità e di menzogna, che rende<br />

irrespirabile l’ambiente in cui viene a trovarsi il Salmista.<br />

Di qui la sua reazione sdegnata, che arriva persino a<br />

invocare il Signore perché «recida la lingua» ai mentitori,<br />

che l’adoperano per denigrare e demolire i loro<br />

avversari: «Recida il Signore le labbra adulatrici/…<br />

quanti dicono: “Con la nostra lingua siamo forti/... chi<br />

sarà il nostro padrone?”» (vv. 4-5).<br />

Il Signore, invocato, risponde<br />

E, di fatto, il Signore risponde garantendo il suo intervento<br />

in aiuto ai «miseri» e agli oppressi: «Per l’oppressione dei<br />

miseri e il gemito dei poveri/ ecco mi alzerò/... metterò in<br />

salvo chi è disprezzato» (v. 6).<br />

Queste “parole” di consolazione e di salvezza rassicurano<br />

l’orante, perché le sa libere da ogni possibilità di menzogna.<br />

Egli adopera qui un’immagine molto forte per descrivere<br />

la sincerità, che paragona all’argento ben depurato:<br />

«Le parole del Signore sono parole pure,/argento separato<br />

dalle scorie nel crogiuolo,/raffinato sette volte» (v. 7).<br />

Il Salmo si conclude, ribadendo la fiducia del Signore che<br />

manterrà fede alle sue parole di protezione per il giusto,<br />

a tutti i costi, «anche se attorno si aggirano i malvagi/ e<br />

cresce la corruzione in mezzo agli uomini» (v. 9). Nonostante<br />

la “crescita” del male, la forza del bene avrà dunque<br />

il sopravvento!<br />

Un invito, dunque, alla fiducia, nonostante la sempre incombente<br />

suggestione del male.<br />

Salmo 15<br />

Di contenuto completamente diverso è il Salmo 15, che<br />

descrive la particolare “purezza di vita” che devono praticare<br />

tutti coloro che vengono ad onorare il Signore nel<br />

suo “tempio” in Gerusalemme.<br />

Il luogo santo per eccellenza esige anche santità di vita in<br />

tutti coloro che intendono frequentarlo. È questo il tema<br />

di fondo di questo Salmo di altissimo contenuto morale.<br />

1 Signore, chi abiterà nella tua tenda?<br />

Chi dimorerà sulla tua santa montagna?<br />

2 Colui che cammina senza colpa,<br />

pratica la giustizia,<br />

e dice la verità che ha nel cuore,<br />

3 non sparge calunnie con la sua lingua,<br />

non fa danno al suo prossimo,<br />

e non lancia insulti al suo vicino.<br />

4 Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,<br />

ma onora chi teme il Signore.<br />

Anche se ha giurato a proprio danno,<br />

mantiene la parola;<br />

5 non presta il suo denaro a usura<br />

e non accetta doni contro l’innocente.<br />

Colui che agisce in questo modo<br />

resterà saldo per sempre.<br />

«Signore, chi abiterà nella tua tenda?»<br />

È particolarmente interessante l’inizio del Salmo con<br />

quell’interrogativo, rivolto a Dio, per sapere chi possa accedere<br />

alla sua “tenda”, espressione che sta a indicare il<br />

tempio di Gerusalemme. Di fatto, nel periodo d’ingresso<br />

nella Terra promessa era sostituito da una “tenda”, che<br />

si spostava seguendo i movimenti del popolo eletto. La<br />

«santa montagna», poi, sta a indicare Gerusalemme, che,<br />

di fatto, si erge sopra un’altura. Al solenne interrogativo,<br />

proposto all’inizio dal Salmista, sembra rispondere lo stesso<br />

Signore, che indica le condizioni, tutte molto esigenti,<br />

che si richiedono da coloro che vogliono presentarsi nel<br />

suo tempio in Gerusalemme.<br />

E sono tutte “condizioni” , particolarmente esigenti, di san-<br />

tità, di vita, / e di purezza interiore, come risulta dal testo:<br />

«Colui che cammina senza colpa,/ pratica la giustizia/ e dice<br />

la verità che ha nel cuore» (v. 2).<br />

Bellissima l’ultima espressione sulla «verità che ha nel cuore»<br />

, , per indicare appunto la trasparenza di uno, incapace<br />

di mentire prima di tutto a se stesso.<br />

E proprio per questa limpidezza di spirito è incapace di<br />

inventare “calunnie” contro il suo prossimo e di lanciare<br />

contro di lui «insulti vergognosi» (v. 3).<br />

Al contrario, non solo lui personalmente rifugge dal male,<br />

ma ha pure un’istintiva avversione contro chiunque opera<br />

il male: «Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,/ ma onora<br />

chi teme il Signore» (v. 4).<br />

«E non presta ad usura»<br />

Tanto grande è l’attaccamento alla “verità” che, se si accorge<br />

di aver fatto un “giuramento” sbagliato, «mantiene<br />

la parola», pagando di persona , senza cercare inutili scuse<br />

(v. 4). Un altro aspetto di quest’uomo retto, descritto<br />

nel nostro Salmo, è il suo disinteresse di fronte al denaro:<br />

trovandosi egli in condizioni piuttosto agiate, e avendo<br />

notevole disponibilità di denaro, se gli viene chiesto<br />

di «prestarlo», lo fa gratuitamente, senza ricercare esosi<br />

guadagni. Egli, infatti, «non presta il suo denaro ad usura,/<br />

e non accetta doni contro l’innocente» (v. 5).<br />

L’ultima espressione è come la sintesi di quanto detto in<br />

precedenza: «Colui che agisce in questo modo/ resterà saldo<br />

per sempre» (v. 5).<br />

Il Salmista conferma così tutto quanto detto in precedenza,<br />

sicuro che Dio non mancherà di corroborare con la sua<br />

assistenza l’orante, che mette tutta la sua fiducia in Dio.<br />

*Biblista<br />

Il Monte Sinai<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

12<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [204] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

13<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [205]


Come ogni anno migliaia di giovani si sono ritrovati, il 1° maggio, a Pompei<br />

per il XXIV Meeting dei Giovani.<br />

Una giornata di festa, emozioni e preghiera ma soprattutto, come ha<br />

spiegato don Giovanni Russo, Responsabile della Pastorale Giovanile diocesana<br />

e organizzatore della manifestazione, “un’occasione di incontro e di confronto<br />

per tutti quei giovani che scelgono di vivere alla luce degli insegnamenti di<br />

Gesù”. Quest’anno le riflessioni dei protagonisti del Meeting si sono raccolte<br />

intorno alla grande attenzione di Gesù verso i giovani, le loro attese e le loro<br />

speranze e verso il Suo desiderio di dialogare con ognuno di loro. Il tema scelto<br />

per l’appuntamento del 1° maggio, “Maestro buono, che cosa devo fare per<br />

avere in eredità la vita eterna?”, è, infatti, tratto dal passo del Vangelo di Marco<br />

che narra dell’incontro del giovane ricco con Gesù che, interrompendo il suo<br />

cammino, dialoga con questo giovane desideroso di imparare da Lui “a percorrere<br />

la strada della vita”. Il tema è stato il filo conduttore della catechesi guidata<br />

da mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano, e di un incontro-dibattito tra<br />

i giovani e alcuni ospiti d’eccezione dell’evento come lo stesso mons. Santoro,<br />

Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti, e il vaticanista<br />

Luigi Accattoli.<br />

Molti i volti noti intervenuti al Meeting, tra questi l’attaccante del Napoli, Fabio<br />

Quagliarella, amatissimo dai giovani, che ha consigliato loro di essere selettivi<br />

nello scegliere le proprie amicizie. «È importante che i giovani scelgano i loro<br />

amici tra persone che provengano da famiglie con valori forti e che coltivino<br />

Il gruppo Amnesia<br />

Maestro buono, cosa devo fare per<br />

avere la vita eterna? ■ di Marida D'Amora<br />

Giovani e musica al XXIV Meeting dei Giovani a Pompei<br />

la fede. E soprattutto - ha aggiunto<br />

il popolare calciatore - bisogna diffidare<br />

dei ‘falsi’ amici e non lasciarsi<br />

influenzare da nessuno nelle proprie<br />

scelte». Nel pomeriggio, grande attenzione<br />

alla legalità. Ad offrire la propria<br />

testimonianza su questo tema, il Direttore<br />

del Penitenziario Minorile di<br />

Nisida, Gianluca Guida, Luigi Bobbio,<br />

Capo di Gabinetto del Ministero della<br />

Gioventù, e Francesco Pinto, assessore<br />

alla Provincia di Napoli per le<br />

Politiche giovanili.<br />

Poi la santa messa celebrata in area<br />

meeting. «È necessario un progetto di<br />

vita esigente ed appassionante che vi<br />

coinvolga tutti secondo il disegno che<br />

Dio ha su ciascuno di voi. Non fuggite,<br />

non abdicate». È stato l’invito rivolto<br />

da mons. Carlo Liberati, Arcivescovo<br />

di Pompei, ai giovani del Meeting.<br />

«Gesù - ha detto il Prelato - ricorda<br />

al giovane ricco i comandamenti per<br />

‘avere in eredità la vita eterna’. Sono<br />

riferimento essenziale per vivere nell’amore,<br />

distinguere il bene dal male<br />

e costruire un progetto di vita solido<br />

e duraturo. Certo si tratta di andare<br />

controcorrente rispetto alla mentalità<br />

L'Arcivescovo di Pompei, mons. Carlo Liberati,<br />

durante la celebrazione eucaristica<br />

attuale. Oggi non si vogliono regole,<br />

norme oggettive, si vuole vivere liberi<br />

da ogni vincolo, in libera uscita.<br />

Non si accettano limiti al desiderio<br />

del momento. E si diventa schiavi di se<br />

stessi, del potere, del denaro, del piacere<br />

sfrenato e di tutte le seduzioni.<br />

Ascoltare i Comandamenti e metterli<br />

in pratica vuol dire incamminarsi verso<br />

la liberazione da tutti i limiti e imbroccare<br />

il sentiero della giustizia e<br />

della pace». Poi, l’appassionato invito a<br />

non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà<br />

e all’incertezza del futuro perché<br />

«Dio - ha concluso mons. Liberati -<br />

sta dalla vostra parte, la Chiesa crede<br />

in voi con la potenza dello Spirito di<br />

Gesù e del Padre. Coraggio, mirate in<br />

alto e raggiungerete i traguardi della<br />

gioia e del senso pieno della vita».<br />

Assieme all’Arcivescovo Liberati, i<br />

giovani hanno poi ‘marciato per la legalità’<br />

attraverso le strade principali<br />

della città fino a ritornare al santuario<br />

per recitare la piccola supplica a Maria.<br />

Il Meeting si è concluso con il concerto<br />

di Angelo Branduardi dedicato a Papa<br />

Benedetto XVI, al quale, durante la<br />

manifestazione, grazie all’iniziativa sms<br />

solidale, sono stati inviati numerosi<br />

sms carichi di affetto, stima e fiducia,<br />

che saranno raccolti in un ‘diario’ che<br />

sarà donato al Pontefice in una delle<br />

prossime udienze del mercoledì.<br />

Le testimonianze dei giovani<br />

Angela, da Bari: Durante il Meeting<br />

ho sperimentato la Presenza di un Dio<br />

vivo che forse mai avevo conosciuto,<br />

una Presenza forte, vera, che mi ha<br />

aperto il cuore e mi ha concesso di<br />

vibrare con il cuore di chi prima sentivo<br />

lontano. È stata una grande gioia!<br />

Maria, da Napoli, la sua prima volta<br />

al Meeting: Mi ha colpito vedere tanti<br />

giovani di diverse provenienze e di<br />

differenti culture capaci di vivere insieme<br />

e di intessere autentici rapporti<br />

di amicizia. Insieme abbiamo vissuto<br />

momenti di preghiera e di servizio per<br />

chi nel mondo soffre. Tutto questo<br />

Il vaticanista Luigi Accattoli I giovani del Meeting durante un momento di preghiera in Basilica Angelo Branduardi<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

14<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [206] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

15<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [207]


mi dà speranza perché mi aiuta a<br />

credere che è possibile costruire un<br />

mondo nuovo.<br />

Pasquale, responsabile di AC giovani<br />

della parrocchia “San Marco” di Afragola:<br />

Il Meeting ci comunica sempre<br />

qualcosa di vivo, di importante, attraverso<br />

la preghiera, le catechesi, le testimonianze,<br />

la musica, ci parla dei<br />

profondi valori della vita e della fede<br />

cristiana. È un momento per confrontarci<br />

e per condividere insieme momenti<br />

di gioia, di amicizia, di riflessione,<br />

importanti per la crescita spirituale<br />

ed umana.<br />

Paolo, da Formia, veterano del Meeting:<br />

Le testimonianze ascoltate oggi<br />

ci hanno illuminato ed aiutato ad avere<br />

fiducia nella vita, a credere nella co-<br />

Giovani in festa durante il meeting<br />

Momenti di spettacolo sul palco<br />

munione e a spenderci per rendere<br />

migliore la vita degli altri!<br />

L’esperienza<br />

di Chiara Amirante<br />

Chiara ci racconti l’episodio che ha<br />

cambiato la tua vita?<br />

L’episodio che ha cambiato la mia vita<br />

è stato l’incontro con alcuni giovani il<br />

cui volto risplendeva di gioia. Quando<br />

ho chiesto qual era il loro segreto, mi<br />

hanno risposto di provare a vivere<br />

il Vangelo, che non racconta solo la<br />

vita di un uomo straordinario, ma è<br />

Parola del Signore, Parola che ci ha<br />

lasciato per darci le risposte ai bisogni<br />

fondamentali della nostra esistenza.<br />

Quando hai incontrato il Signore?<br />

Ho incontrato il Signore quando ero<br />

molto giovane. Il Signore è la gioia<br />

è la forza che ci aiuta ad affrontare le<br />

difficoltà della vita. Grazie a lui e al<br />

Suo sostegno ho affrontato la malattia<br />

e ho condiviso la mia vita con i più<br />

disperati.<br />

Il Signore l’ho incontrato negli occhi di<br />

ragazzine vendute alla prostituzione,<br />

che hanno subìto violenze, che hanno<br />

sofferto. Per me è stato un vero shock<br />

scoprire e confrontarmi con queste<br />

vite segnate dal dolore. In particolare,<br />

ciò che mi ha segnato particolarmente<br />

è stato l’incontro con Viria, venduta<br />

dal fratello alla prostituzione a soli<br />

16 anni. Viria aveva sul corpo i segni<br />

della violenza e nell’animo delle<br />

ferite profonde. Dopo questo incontro<br />

ho deciso di ascoltare il grido di aiuto<br />

di questi giovani disperati, dedicando<br />

la mia vita a loro.<br />

La Campania è una regione difficile<br />

che, soprattutto oggi, vive un momento<br />

difficile. Qual è l’augurio che fai ai<br />

giovani campani?<br />

Io direi ai giovani che l’errore più<br />

grande che stiamo facendo è fare della<br />

felicità il nostro dio dimenticandoci<br />

che Dio è la felicità, che il Signore<br />

della creazione ci ha amato tanto da<br />

venire in mezzo a noi, e morire per<br />

noi. Dunque, l’augurio che faccio loro<br />

e a tutti noi è che possiamo lasciarci<br />

raggiungere dalla pienezza di questa<br />

gioia e portarla ai tanti che sono nella<br />

disperazione.<br />

Chiara Amirante<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

16<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [208]<br />

■ di Elena Scarici*<br />

Condividiamo<br />

gioie e speranze<br />

Incontro della Chiesa campana a Pompei<br />

«Uscite dai palazzi e denunciate<br />

l’illegalità». È l’invito che<br />

il Cardinale Sepe ha rivolto<br />

ai preti di Napoli e della Campania<br />

nel corso del convegno “Preti oggi<br />

in Campania, un ministero di spe-<br />

L'Arcivescovo di Napoli, Card. Crescenzio Sepe<br />

e l'Arcivescovo di Pompei, Mons. Carlo Liberati<br />

ranza per la nostra gente che si è<br />

tenuto l’11 maggio a Pompei. Oltre<br />

600 i sacerdoti presenti. Oltre ai 25<br />

vescovi della conferenza episcopale<br />

campana. «Il prete non può stare in<br />

sacrestia - ha proseguito l’arcivesco-<br />

I Vescovi e i sacerdoti presenti all'incontro<br />

vo - deve uscire nelle strade, andare<br />

tra la gente, sentire come batte il polso<br />

delle persone, anche il vescovo<br />

deve uscire dal Palazzo. Il sacerdote<br />

deve anche avere il coraggio di denunciare<br />

il potere malavitoso, senza<br />

mandarlo a dire, ma parlando con<br />

chiarezza».<br />

Il convegno è stato organizzato per<br />

riflettere sulla figura del sacerdote,<br />

in occasione dell’anno sacerdotale,<br />

in un momento in cui annunciare la<br />

speranza del Vangelo appare sempre<br />

più una sfida in una terra malata<br />

di pessimismo e di contraddizioni.<br />

Lo ha ribadito con forza il cardinale<br />

Sepe: «Nella nostra terra malata di<br />

sfiducia dove le forze vitali che invitano<br />

a reagire, spesso non riescono<br />

a intravedersi, di fronte ai tanti<br />

mali, non bisogna arrendersi. Il sacerdote<br />

è perciò profeta di speranza,<br />

sa cogliere le difficoltà del proprio<br />

tempo. La Campania in particolare<br />

presenta difficoltà enormi legate<br />

alla presenza della camorra che<br />

come un cancro maligno distrugge<br />

tutto». Qui, ammonisce l’arcivescovo,<br />

non bisogna usare mezze misure<br />

ma dire al camorrista, uomo malefico,<br />

che non è cristiano e perciò senza<br />

Dio. I sacerdoti di Napoli hanno<br />

dato grandi esempi di coraggio e<br />

testimonianza. A partire proprio da<br />

quei territori dove la malavita è più<br />

forte. Perché, ha aggiunto il cardinale,<br />

«Napoli è una città eterogenea<br />

dove bisogna attuare una pastorale<br />

differenziata nei diversi territori.<br />

Il Vomero non è Scampia e Chiaia<br />

non sono i Quartieri Spagnoli, i sacerdoti<br />

devono saper cogliere queste<br />

differenze perché a Napoli non<br />

esiste una zona franca. Anche nei<br />

quartieri cosiddetti bene ci sono dei<br />

problemi magari legati al benessere<br />

sociale che spesso porta a mali diversi».<br />

Una soluzione può venire dal<br />

lavorare insieme più parrocchie in<br />

un’unica unità pastorale.<br />

*Giornalista di Nuova Stagione<br />

Settimanale diocesano di Napoli<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

17<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [209]


Il Prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, scrive al nostro Arcivescovo Prelato<br />

Educhiamo insieme cittadini liberi e responsabili<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

ho letto con particolare attenzione le Sue<br />

lettere, dalle quali traspare una preoccupazione<br />

sofferta per la situazione di<br />

malessere che la città di Pompei sta<br />

vivendo a causa della degenerazione<br />

e del degrado, soprattutto morale, in<br />

conseguenza del dilagante fenomeno<br />

della prostituzione su quel territorio.<br />

Non vi è dubbio che l'attività di meretricio<br />

costituisca oggi uno dei problemi<br />

sociali più avvertiti dall'opinione pubblica<br />

per la situazione di tensione e di<br />

disgregazione sociale che determina<br />

nell'ambito della civile convivenza,<br />

oltre a costituire il segnale di realtà<br />

criminose specifiche, quali lo sfruttamento<br />

della prostituzione, nei casi più<br />

odiosi anche minorile.<br />

Consapevole della rilevanza e delicatezza<br />

del problema, che si riflette in<br />

termini negativi sull'ordine pubblico e<br />

sul tessuto sociale cittadino, ho trattato<br />

l'argomento il 19 marzo scorso in un<br />

incontro presso questa prefettura, cui<br />

hanno partecipato le forze dell'ordine,<br />

volto a valutare la reale portata di un<br />

fenomeno che ha fatto registrare notevoli<br />

cambiamenti in ordine alle modalità<br />

esplicative: dall'adescamento "su<br />

La risposta del Prefetto di Napoli, che pubblico integralmente,<br />

mi invita alla speranza.<br />

Sono ormai trascorsi cinque anni dalle mie prese di<br />

posizione e rivelazioni sulla situazione della gravità<br />

socio-culturale e religiosa di Pompei. Qualcuno mi<br />

ha definito coraggioso. Per me si è trattato soltanto<br />

di attendere all’osservanza di un dovere morale,<br />

come si esige da un Pastore che vive in mezzo al<br />

suo popolo e lo ama. Le risposte da parte di chi è<br />

stato toccato nel vivo sono state: minacce, insulti,<br />

molte lettere anonime. Pazienza!<br />

Ma ciò che è più grave è che è stata coinvolta mia<br />

madre, a poche ore dal termine della sua faticosa e<br />

meravigliosa vita terrena: è morta il 15 febbraio 2009.<br />

Si è trattato di un gesto inimmaginabile (almeno per<br />

me!) e inqualificabile: l’hanno fatta singhiozzare<br />

strada" si è passati, infatti, all'utilizzo<br />

di strutture alberghiere, camping e<br />

case private. In quella sede è emersa<br />

la necessità di modulare l’attività di<br />

contrasto alle nuove dinamiche, intensificando<br />

i servizi infoinvestigativi<br />

mirati all’emersione delle nuove fattispecie<br />

di reato, associati all'attività di<br />

prevenzione generale e di controllo<br />

integrato del territorio, che pure nel<br />

corso dell’anno 2009 ha fatto registrare<br />

rilevanti successi per le forze<br />

dell’ordine, con operazioni che hanno<br />

determinato lo smantellamento<br />

di consorterie criminali dedite allo<br />

sfruttamento della prostituzione ed<br />

il sequestro di strutture alberghiere<br />

utilizzate per la turpe attività. Non<br />

vi è dubbio, tuttavia, che un'efficace<br />

azione deterrente, finalizzata alla prevenzione<br />

ed alla repressione delle<br />

fattispecie criminose, può realizzarsi<br />

con strumenti tecnologici idonei a<br />

monitorare i territori più a rischio,<br />

purché coniugati con adeguati, mirati<br />

interventi intesi a migliorare le condizioni<br />

di vivibilità dei nostri territori.<br />

Converrà con me che è attraverso il<br />

risanamento del territorio urbano che<br />

i cittadini torneranno ad appropriarsi<br />

della loro città e delle sue radici, tutt'ora<br />

ancorate a valori sacri quali l’accoglienza,<br />

l’amicizia, la compagnia nelle<br />

avversità. Nell’assicurarle, dunque, il<br />

mio personale impegno, in sinergia<br />

con le forze dell’ordine e con le istituzioni<br />

presenti sul territorio, per la<br />

realizzazione di questo percorso di<br />

“rinascita” accolgo con entusiasmo l’invito,<br />

che promana dal Suo accorato<br />

appello alla costruzione di coscienze<br />

civili mature e consapevoli, a proseguire,<br />

insieme, quali testimoni della legalità,<br />

nella battaglia quotidiana per contrastare<br />

malaffare e violenza.<br />

Con sentimenti di sincera devozione<br />

Le porgo i miei più cordiali saluti.<br />

Alessandro Pansa<br />

Prefetto di Napoli<br />

nell’agonia. I mass-media hanno poi messo in luce,<br />

con servizi particolari, come la “città della grazia”<br />

di giorno, si trasformi di notte nella “città delle miserie<br />

umane”.<br />

Signor Prefetto Le sono vivamente grato per ciò che<br />

mi dice. Noi continuiamo a seminare il bene con i<br />

920 alunni delle nostre scuole parificate di ogni ordine<br />

e grado.<br />

Continueremo ad educare con la più attenta perseveranza<br />

per seminare il bene, diffondere speranza<br />

in un avvenire migliore, costruendo un futuro più<br />

umano e accogliente per questa città.<br />

Il Signore ci benedica e ci illumini. La Vergine<br />

SS.ma, Madre di Gesù e della Chiesa, ci protegga.<br />

✠ Carlo Liberati<br />

Arcivescovo-Prelato di Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

18<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [210]<br />

In un tempo in cui il vestito vale<br />

più di chi lo indossa, in cui il<br />

colore della pelle vale più della<br />

persona, l’appartenenza all’area<br />

politica o al clan ha più peso del<br />

semplice essere uomo, l’essere tifoso<br />

del Napoli o della Juve finisce<br />

col superare le quotazioni di essere<br />

cittadino italiano, insomma in un<br />

clima culturale in cui gli aggettivi<br />

valgono più dei sostantivi, è lecito<br />

che un vescovo desideri d’avere nel<br />

suo presbiterio “preti e basta”?<br />

I nostri presbiteri rischiano di<br />

diventare un parlamento in cui,<br />

a ventaglio, si passa dal rosso al<br />

nero attraversando tutte le possibili<br />

sfumature creando problemi di<br />

governo di difficile soluzione. Ad<br />

esempio Don Luigi che appartiene<br />

ai Neri sopporterà come collaboratore<br />

Don Nico che è invece dei<br />

Bianchi? E sarà possibile coniugare<br />

(nel senso matrimoniale del<br />

termine: “sotto lo stesso giogo”,<br />

“cum iugum”) Don Bartolomeo<br />

che appartiene ai Celestini con la<br />

Parrocchia di Sant’Erasmo che è<br />

di tradizione Arancione? E che ne<br />

sarà del giovane e inesperto Don<br />

Claudio, di fede Turchese fin dai<br />

tempi del seminario ora che inizia<br />

il suo ministero come vice di Don<br />

Massimiliano di chiara matrice<br />

Rosso Tramonto nella parrocchia di<br />

Santa Elisabetta fino a ieri informata<br />

di Giallo Paglierino dal ministero<br />

di Don Cosimo?<br />

Mi si dirà che esagero e che alla<br />

fine è solo questione di attenzione<br />

alle persone da parte dei vescovi. E<br />

invece il problema che ho presentato<br />

con la parodia dei colori non è<br />

solo un rompicapo di chi ha l’umile<br />

compito di governo di una Diocesi,<br />

ma un più serio problema di<br />

identità presbiterale. In una parola<br />

è come se fosse venuta meno la<br />

percezione univoca del ministero<br />

presbiterale dando vita a una serie<br />

infinita di possibilità che, parten-<br />

Cercasi<br />

“prete e basta”<br />

È possibile sognare preti senza aggettivi, amanti del<br />

mondo e del cielo, costruttori di Chiesa con le ginocchia<br />

consumate e le tasche vuote, tessitori di comunione,<br />

amici degli uomini e di Dio?<br />

do da una legittima prospettiva di<br />

creatività sta in realtà sfaldando<br />

la concezione stessa dell’essere<br />

prete al punto che l’aggettivazione<br />

non si limita solo a qualificare il<br />

sostantivo, ma ne è parte essenziale<br />

e costitutiva.<br />

Alla domanda “Chi sei?” non si<br />

può più rispondere con il sostantivo<br />

“Un prete!” perché l’interlocutore<br />

ti subissa con mille domande “si,<br />

ma di destra o di sinistra? Conservatore<br />

o progressista? Del Concilio<br />

Vaticano I o III? Focolarino o Carismatico?<br />

Anticamorra o no-global?<br />

Metallaro o Neomelodico? Classico<br />

o Casual? Con il collo romano<br />

o tarcisiano? Con o senza fascia?<br />

Facebook o piccioni viaggiatori?<br />

Un povero Vescovo può chiedere di<br />

resettare i colori tornando a essere<br />

■ di ✠ Arturo Aiello*<br />

preti e basta, chiamati da Gesù<br />

per la Comunione e la Missione?<br />

Può sognare preti senza aggettivi,<br />

amanti del mondo e del cielo,<br />

costruttori di Chiesa con le ginocchia<br />

consumate e le tasche vuote,<br />

tessitori di comunione, amici degli<br />

uomini e di Dio? Così hanno<br />

vissuto i Santi preti di ieri e di oggi<br />

offrendosi ogni giorno con Gesù<br />

sull’altare, non hanno fatto storie,<br />

ma hanno informato la storia, sono<br />

apparsi insignificanti agli occhi<br />

degli uomini ma oggi risplendono<br />

come stelle fisse a indicare la<br />

strada in questa notte che sembra<br />

non voler finire. Sì, cerco preti così<br />

per la Chiesa e per le nostre Chiese<br />

campane a volte a corto di speranza.<br />

Preti senza aggettivi.<br />

Preti e basta.<br />

* Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

19<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [211]


Consacrazione di quattro sacerdoti<br />

da parte di mons. Liberati a Pompei<br />

Il sacerdote<br />

Uomo Obbediente<br />

“Solo chi sa ascoltare sa obbedire”<br />

■ di Nicola Di Bianco* Il sacerdote è l’uomo obbediente come<br />

Cristo lo fu nei confronti della volontà<br />

del Padre. Nella lettera ai Filippesi<br />

Paolo si rivolge ai membri della<br />

comunità invitandoli a guardare all’umiltà<br />

di Cristo e nell’inno cristologico<br />

afferma che Cristo: «umiliò se stesso<br />

facendosi obbediente fino alla morte<br />

e alla morte di croce» (Fil 2,8).<br />

Nel testo originale greco l’aggettivo<br />

usato dall’apostolo è hypékoos (obbediente)<br />

che deriva dal verbo greco<br />

hypakoúõ (un composto del verbo<br />

akoúõ (udire) che significa “prestare<br />

attenzione a”, “rispondere”). Tale<br />

verbo traduce generalmente l’ebraico<br />

šhãma` (ascoltare), con cui JHWH<br />

insistentemente richiama all’ascolto il<br />

suo popolo (šhemà Išrael). L’obbediente<br />

è, innanzitutto, colui che accresce<br />

ogni giorno l’attitudine all’ascolto. È<br />

chi percepisce la presenza dell’Altro<br />

e le necessità degli altri e vi risponde<br />

prontamente e generosamente.<br />

I veri obbedienti sono i santi che vivono<br />

in costante ascolto di Dio e degli altri.<br />

Modello di questa obbedienza è Gesù<br />

Cristo, che fu obbediente fino alla morte<br />

di croce. Per questo l’apostolo Paolo<br />

considera sua missione condurre ogni<br />

intelligenza all’obbedienza del Cristo.<br />

L’obbedienza verso Cristo è l’obbedienza<br />

della fede. E l’obbedienza a<br />

Cristo non va mai disgiunta da quella<br />

verso i suoi apostoli e verso il Vangelo<br />

da essi predicato. L’obbedienza cristiana<br />

è finalizzata alla libertà dei figli<br />

di Dio; orienta a far esperimentare un<br />

vivere libero nello Spirito di Cristo in<br />

comunione d’amore col Padre.<br />

Dall’obbedienza al Signore deriva anche<br />

la volontaria sottomissione alle<br />

autorità terrene, ai genitori, ai superiori,<br />

che d’altra parte dovranno<br />

riconoscere nel Signore Gesù Cristo<br />

la più alta autorità. Chi è obbediente<br />

realizza la “beatitudine dell’ascolto”<br />

di cui ci parla l’evangelista Luca nel<br />

suo Vangelo. A una donna, che grida<br />

tra la folla: «Beato il grembo che ti<br />

ha portato e il seno che ti ha allattato»,<br />

(Lc 11, 27) Gesù risponde: «Beati<br />

piuttosto quelli che ascoltano la parola<br />

di Dio e la osservano» (Lc 11,<br />

28).<br />

“Alla scuola dei santi s’impara a<br />

obbedire”<br />

Mettiamoci ora alla scuola dei santi<br />

che hanno brillato per la loro umile<br />

e caritatevole attuazione dell’obbedienza.<br />

Per san Francesco d’Assisi,<br />

che il santo padre Benedetto XVI ha<br />

definito un gigante della santità, l’obbedienza<br />

consiste nel mettersi alla sequela<br />

di Cristo con l’ascolto e l’osservanza<br />

del Vangelo e con il desiderare<br />

sopra tutte le cose lo Spirito del Signore<br />

e la sua santa operazione. Egli<br />

afferma che la prima e maggiore obbedienza<br />

è riconoscere il Dio altissimo e<br />

Signore, e obbedirgli direttamente e<br />

indirettamente. Egli esigerà nella regola<br />

dai suoi fratelli l’obbedienza alla Parola<br />

di Dio, all’ispirazione del Signore, alla<br />

benedizione di Dio sempre in attesa<br />

dell’uomo.<br />

Tutte le altre obbedienze che Francesco<br />

indicherà espressamente (obbedienza<br />

alla Chiesa, a tutte le creature,<br />

a tutti gli uomini, …) prendono senso<br />

e valore da queste.<br />

Poiché viviamo nel tempo terreno e<br />

non siamo completamente trasformati<br />

in senso pasquale, né stabiliti nella<br />

carità completa, il nostro obbedire è<br />

sempre vissuto fra i voleri di autorità<br />

umana. In ogni nostro atto obbedienziale<br />

vi è, tuttavia, un’intenzione rivolta<br />

a Dio. In ogni adesione al superiore<br />

terreno e nell’adempimento di<br />

regolamenti umani occorre risalire al<br />

contatto personale col Signore e cercare<br />

d’intuire il disegno divino. Dobbiamo<br />

al santo francescano Bonaventura<br />

da Bagnoregio la strutturazione<br />

teologica dell’obbedienza. Egli ritiene<br />

che la perfezione dell’obbedienza dipenda<br />

da soggiacenti gradi d’amore<br />

caritativo. L’obbedienza è perfetta<br />

solo in quanto esprime e si immedesima<br />

con la carità. In proporzione<br />

che l’anima è purificata, in misura che<br />

è trasformata nello Spirito di Cristo,<br />

secondo il grado di partecipazione<br />

alla vita divina caritativa, essa è anche<br />

capace d’intuire i voleri e i desideri di<br />

Dio Padre, di elevarsi in obbedienza<br />

immediata ai suoi sentimenti e ai suoi<br />

desideri. Nella comunità ecclesiale<br />

siamo chiamati a vivere l’esperienza<br />

obbedienziale sottomettendoci «in<br />

spirito di fede ai superiori che fanno<br />

le veci di Dio». (Perfectae caritatis n. 14)<br />

Dio, nel suo ordine provvidenziale,<br />

si rivolge ai suoi figli mediante intermediari;<br />

si avvale di persone poste in<br />

autorità per coordinare il tutto secondo<br />

il suo ordine provvidenziale e manifesta<br />

ordinariamente la sua volontà<br />

attraverso i superiori. L’autorità diventa<br />

un ufficio; s’istituzionalizza; va<br />

assumendo una configurazione molto<br />

condizionata al contesto culturale<br />

del tempo. San Bernardo afferma che<br />

l’obbedire è perfetto quando appare<br />

integrato all’interno del suo atto da<br />

un complesso di virtù, dato che l’obbedienza<br />

è destinata a completarsi fra<br />

gli altri atteggiamenti virtuosi della<br />

persona. L’obbedienza non si configura<br />

isolatamente, ma solo come un<br />

momento di una vita interamente virtuosa.<br />

L’obbediente riesce ad essere<br />

veramente tale solo se nel medesimo<br />

atto obbediente esercita pietà filiale,<br />

spirito di carità, senso di sacrificio,<br />

prontezza d’adesione, avveduta docilità,<br />

sagacia operosa, umiltà paziente,<br />

ed altre qualità spirituali.<br />

“Non manchi al gregge la sollecitudine<br />

del pastore e al pastore la<br />

docilità del suo gregge”<br />

Poiché l’autorità umana, per quanto<br />

sia nobilmente elevata, cela in se stes-<br />

sa la tentazione della propria bramosia<br />

di potere il Concilio Vaticano II<br />

raccomanda a quanti sono in autorità<br />

nella Chiesa “di non estinguere lo<br />

Spirito” (Lumen Gentium 12) e di essere<br />

coscienti che con tutta la comunità<br />

“si è sempre bisognosi di purificazione”<br />

(Lumen Gentium 8). L’autorità<br />

deve, pertanto, snodarsi qual sevizio e<br />

non come dominio: «chi vorrà diventare<br />

grande fra voi si farà vostro servo»<br />

(Mt 20, 26). Concepire sia l’autorità<br />

sia l’obbedienza come un servizio<br />

di ognuno verso tutti e di tutti verso<br />

ciascuno è un qualificare simili atteggiamenti<br />

come capacità di fare il bene<br />

in ossequio allo Spirito interiore; è<br />

un comunicare la carità nei rapporti<br />

umani, in quanto ognuno è sospinto<br />

a sacrificarsi per l’altro a imitazione<br />

del Cristo e per sua grazia. Il sacerdote<br />

deve essere obbediente al superiore<br />

e, nello stesso tempo, cercare di<br />

trascenderlo per riferirsi immediatamente<br />

al Padre nello Spirito di Cri-<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

20<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [212] Il Rosario e la Nuova Pompei 21<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [213]


sto; deve riconoscere l’autorità qual<br />

grazia per risalire e attuare il disegno<br />

divino e, insieme, impegnarsi nel promuoverla<br />

per renderla meno alienata<br />

dai voleri di Dio; avere fede che nella<br />

gerarchia è presente il Signore e,<br />

contemporaneamente, sapere che il<br />

volto di Dio in Cristo è ineffabile; abbandonarsi<br />

all’obbedienza come alla<br />

via per acquisire la libertà cristiana e,<br />

insieme, impegnarsi ad andare al di là<br />

della persona del superiore, per non<br />

cadere nel servilismo.<br />

■ Anche Giovanni Paolo II nell’esortazione<br />

apostolica Pastores dabo vobis<br />

(n. 28) suggerisce ai presbiteri di conformare<br />

la propria vita sacerdotale<br />

all’obbedienza di Cristo: «Tra le virtù<br />

che più sono necessarie nel ministero<br />

dei presbiteri, va ricordata quella<br />

disposizione d’animo per cui sempre<br />

sono pronti a cercare non la propria<br />

volontà, ma il compimento della volontà<br />

di Colui che li ha inviati». Il testo<br />

non usa esplicitamente la parola<br />

obbedienza ma la evoca con l’invito<br />

contenuto nella locuzione «cercare la<br />

volontà di Colui che li ha inviati». Il<br />

presbitero è chiamato a riconoscere<br />

la struttura gerarchica della Chiesa e a<br />

riservare “filiale rispetto e obbedienza”<br />

al sommo Pontefice, al Collegio<br />

episcopale e in particolare al suo Vescovo.<br />

La libera sottomissione all’autorità<br />

gerarchica non va confusa con<br />

scelte demagogiche, ma va esercitata<br />

con trasparenza evangelica. La divina<br />

rivelazione, l’esperienza umana e la<br />

sapienza popolare possono concordemente<br />

confermare che tra la virtù<br />

dell’obbedienza e il servizio dell’autorità<br />

o del comando c’è un legame<br />

inscindibile, che ci consente di richiamare<br />

la nota sentenza: «Chi non<br />

sa obbedire non sa comandare». Dio<br />

sorgente dell’amore assista i pastori<br />

e le comunità loro affidate, perché<br />

“non manchi al gregge la sollecitudine<br />

del pastore e al pastore la docilità<br />

del suo gregge”.<br />

Per accogliere, guidare e soprattutto<br />

far conoscere il Santuario<br />

di Pompei e la sua storia ai fedeli<br />

che vi giungono ogni giorno in<br />

pellegrinaggio, nasce nel 1998,<br />

l’Associazione “Pompei Tourist<br />

Tutors”. L’Associazione, come<br />

si legge nel suo atto costitutivo, è<br />

indipendente, apolitica e non ha<br />

fini di lucro. I 15 volontari che ne<br />

fanno parte sono tutti ragazzi di età<br />

compresa tra i 20 e i 30 anni che<br />

per passione, ma soprattutto per il<br />

grande amore che nutrono per la<br />

Vergine e il beato Bartolo Longo,<br />

si impegnano nella diffusione della<br />

conoscenza della storia del Longo e<br />

I Pompei Tourist Tutors<br />

Volontari del Santuario<br />

della sua opera fondatrice. Nel corso<br />

degli anni l’Associazione ha lavorato<br />

in stretto contatto con l’ufficio di<br />

Rettorato del Santuario di Pompei,<br />

per accompagnare i pellegrini in<br />

un dettagliato viaggio attraverso<br />

i tesori artistici del Santuario,<br />

senza dimenticare la dimensione<br />

spirituale, facendo rivivere ai fedeli<br />

il cammino di fede compiuto dal<br />

Beato, culminato nella nascita della<br />

Nuova Pompei e il suo santuario.<br />

L’Associazione, i cui responsabili<br />

sono Giuseppe Di Paola e Vincenzo<br />

Di Martino, periodicamente<br />

organizza incontri-studio sulla storia<br />

del fondatore Bartolo Longo.<br />

Roma: Papa Benedetto XVI<br />

con i Giudici della Rota Romana<br />

Il Tribunale della Rota Romana a Pompei<br />

S. E. Mons. Antoni Stankiewicz ,<br />

e Mons. Carlo Liberati<br />

sull’eccezionale figura di Santa<br />

È Caterina da Siena, Vergine e Dottore<br />

della Chiesa e Patrona d’Italia,<br />

che si è soffermato mons. Carlo Liberati,<br />

Arcivescovo Prelato e Delegato<br />

Pontificio di Pompei, durante l’omelia<br />

pronunciata il 29 aprile, festa del-<br />

la Santa, in occasione della visita al<br />

Santuario mariano del Tribunale della<br />

Rota Romana. «Amore per Dio,<br />

contemplazione di Cristo crocifisso,<br />

servizio della Chiesa: la liturgia - ha<br />

detto mons. Liberati - riassume in questi<br />

termini la vita e l’azione di Santa Ca-<br />

terina». Il Prelato ha, poi, sottolineato<br />

come Caterina da Siena sia la Santa<br />

della fedeltà e della concretezza, spiegando<br />

che la concretezza è il “giusto<br />

rapporto tra ascolto, decisione e azione,<br />

è equilibrio tra orecchio e occhio,<br />

cuore e mani”.<br />

Invitando tutti a riflettere sulla forza<br />

della concretezza, l’Arcivescovo ha<br />

esortato i presenti a “non rimandare,<br />

ad agire qui e ora”, così come ha fatto<br />

la Vergine Maria. «I rimandi - ha, infine,<br />

detto mons. Liberati - ci logorano,<br />

ci marciscono dentro. L’uomo che non<br />

è concreto, è diviso, è pervaso da segrete<br />

paure. È pericoloso non fare ciò<br />

che va fatto e che è giusto e vero».<br />

La messa è stata concelebrata da S. E.<br />

mons. Velasio De Paolis, Arcivescovo<br />

Presidente della Prefettura per gli Affari<br />

Economici della Santa Sede, e dal<br />

Vescovo mons. Antoni Stankiewicz,<br />

Decano del Tribunale della Rota Romana.<br />

■ Marida D'Amora<br />

S. E. mons. Stankiewicz, S. E. mons. Velasio De Paolis,<br />

Presidente dell'APSA, e i Rev.mi Prelati Uditori a Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

22<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [214] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

23<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [215]


Pregare è importante<br />

Il valore della messa<br />

Caro don Tonino, sono un ragazzo di 10 anni, mi chiamo Gabriele<br />

e ti chiedo di farmi capire l’importanza della Messa, perché io<br />

mi annoio e per me è ripetitiva. Grazie.<br />

Caro Gabriele, ho risposto altre volte<br />

a richieste come la tua, ma rispondo<br />

anche a te, perché in questo periodo<br />

tantissimi bambini della tua età partecipano<br />

per la prima volta, nelle parrocchie<br />

italiane - anche nella mia - alla<br />

Messa di Prima Comunione.<br />

L’importanza della Messa sta nelle<br />

parole di Gesù, che tu certamente<br />

conosci. Nell’ultima sua cena, dopo<br />

aver detto: «Questo è il mio corpo.<br />

Prendete e mangiate. Questo è il mio<br />

sangue. Prendete e bevete», aggiunge:<br />

«Fate questo in memoria di me».<br />

I discepoli di Gesù hanno subito obbedito<br />

a questo vero e proprio testamento<br />

con una celebrazione che allora<br />

si chiama spezzare il pane.<br />

Infatti il pane veniva spezzato e condiviso,<br />

come aveva fatto Gesù. Attenzione,<br />

però! I primi cristiani non dividevano<br />

soltanto il pane consacrato,<br />

ma anche il pane del forno, che essi<br />

Gabriele<br />

portavano per dividerlo con i poveri.<br />

Gli apostoli avevano capito benissimo<br />

che Gesù con il «fate questo» non<br />

intendeva soltanto dire: «Ripetete questo<br />

gesto», ma «ripetete quello che<br />

il gesto significa». Cioè: «Amatevi gli<br />

uni gli altri, aiutatevi tra voi, non vi<br />

dimenticate dei più poveri, come ho<br />

fatto io». In seguito, quando i cristiani<br />

sono diventati tantissimi, non si poteva<br />

più portare il pane in chiesa per<br />

dividerlo con i poveri. Ce ne sarebbe<br />

voluta una montagna. I cristiani, però,<br />

non hanno dimenticato (e non possono<br />

dimenticare!) che celebrare la<br />

Messa significa chiedere a Gesù, che<br />

ritorna realmente presente in mezzo<br />

a loro, la forza per vivere come lui,<br />

cioè per mettere la propria vita a disposizione<br />

degli altri, per creare fratellanza,<br />

giustizia, solidarietà, pace,<br />

amore. Questa è la Messa! Gabriele,<br />

vedi bene che essa non può essere<br />

Una giornata disposta al bene<br />

Caro don Tonino, vorrei sapere perché dobbiamo pregare e chiedere<br />

che la giornata vada bene. Ma se dimentico di pregare la<br />

giornata va bene ugualmente? Gianluca<br />

Caro Gianluca, per provare a rispondere al tuo quesito è necessario chiarire due<br />

cose: che significa pregare; che vuol dire che una giornata va bene. Cominciamo<br />

dalla prima. Pregare non significa recitare qualche formula, per quanto bellissima,<br />

come il Padre Nostro o l’Ave Maria, al mattino, alla sera, o quando sta per arrivare<br />

l’interrogazione, e poi andare avanti in famiglia, a scuola, nel gioco, con gli amici<br />

seguendo ciò che è più facile e che ci fa più comodo, senza preoccuparci di ciò<br />

che è buono, bello, giusto. Tantomeno pregare è chiedere al Signore di evitare le<br />

conseguenza della nostra cattiva volontà, come non finire all’ospedale cadendo<br />

dal motorino guidato senza indossare il casco, oppure evitare un brutto voto<br />

senza avere studiato. Pregare significa dialogare con il Signore in ogni momento<br />

e in ogni situazione della giornata, chiedendogli luce per fare le scelte giuste,<br />

■ di Tonino Lasconi*<br />

una cosetta leggera e divertente. Per la<br />

famiglia della Chiesa, la Messa è come<br />

il lavoro che la tua famiglia affronta<br />

per procurare il cibo che dia a tutti<br />

voi la forza per vivere sani e forti. Si divertono<br />

i tuoi genitori per procurare<br />

il cibo che dia a tutti voi la forza per<br />

vivere sani e forti. Si divertono i tuoi<br />

genitori per procurare il cibo tutti i<br />

giorni?<br />

Mica tanto! Lo fanno perché è giusto<br />

e necessario, anche quando è faticoso,<br />

pesante, ripetitivo. Già! «La Messa è<br />

ripetitiva», dici tu. Per certi aspetti è<br />

vero, ma dimmi un pò: il pranzo a casa<br />

tua non è ripetitivo? Dipende dalla<br />

comunità che la celebra renderla ogni<br />

volta una gioia. Anche per i bambini<br />

come te.<br />

forza per metterle in pratica, perdono<br />

per non riuscirci sempre e non sempre<br />

al cento per cento. Pregare significa<br />

ringraziarlo per il dono della vita, e<br />

lodarlo per tutte le cose belle che essa<br />

ci permette di sperimentare. Insomma,<br />

pregare è tenere sempre il telefonino<br />

aperto con il Signore, avere con lui<br />

una chat continua, uno scambio di<br />

e-mail ininterrotto, in modo da essere<br />

e tornare sempre in sintonia con lui.<br />

Veniamo al secondo punto: quando<br />

una giornata è andata bene? I criteri<br />

di giudizio sono molto diversi. Per<br />

un ladro la giornata è andata bene<br />

se i carabinieri non l’hanno pizzicato;<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

24<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [216]<br />

per un bugiardo, se non è stato<br />

smascherato; per chi ha viaggiato<br />

in motorino senza casco, se non ha<br />

incontrato i vigili e non è finito in<br />

ospedale; per chi non ha studiato, se ha<br />

scampato l’interrogazione … Continua<br />

tu! Perché una giornata vada bene in<br />

questo senso non occorre pregare. Se<br />

invece abbiamo scelto di riempire la<br />

nostra giornata di cose belle, buone,<br />

giuste, vere, capaci di migliorare la<br />

nostra vita e quella degli altri allora<br />

il nostro «telefonino sempre acceso»<br />

con il Signore deve diventare rovente.<br />

Perché, senza la sua luce, il suo aiuto,<br />

la sua misericordia, il suo perdono<br />

non riusciremo mai a realizzare in<br />

pienezza il nostro desiderio di bontà,<br />

di bellezza, di giustizia. Senza di lui<br />

non potremmo mai vivere giornate<br />

come le sue passate facendo del bene<br />

a tutti.<br />

Le note degli angeli<br />

Su RAI 1, dal Santuario di Pompei,<br />

musica e spettacolo all'insegna<br />

della solidarietà.<br />

Il 22 luglio alle 23, su Rai Uno, andrà in onda, per il terzo<br />

anno consecutivo, la trasmissione “Le Note degli Angeli”.<br />

Farà da cornice alla serata varietà la splendida Basilica della<br />

Madonna del Rosario di Pompei. La sua Facciata, uno dei<br />

monumenti alla Pace più belli ed imponenti d’Italia, diverrà<br />

parte integrante della scenografia e del set televisivo. Una<br />

cornice suggestiva e di ineguagliabile bellezza che, unitamente<br />

ad un nutrito ed internazionale cast, renderà la serata<br />

magica, mistica e spettacolare. Una fusione da suscitare,<br />

per bellezza di immagini, nei telespettatori un sicuro<br />

interesse.<br />

Piccole citazioni lette da attori di fama, intervallate da momenti<br />

di musica e spettacolo e il repertorio canoro, accuratamente<br />

scelto tra le canzoni tratte dal panorama musicale<br />

di tutto il mondo, renderà la serata lieta e gradevole per<br />

tutti i telespettatori. Come gli altri anni, sarà nuovamente<br />

attivata, durante la serata, l’iniziativa SMS Solidale.<br />

Con questa campagna di raccolta fondi, grazie alla collaborazione<br />

delle Missioni legate al Santuario, si vuole donare<br />

ai bambini del “Terzo Mondo” una sorta di borsa di<br />

studio che, almeno per un anno, gli garantisca non solo il<br />

sostentamento fisico, acqua e cibo, ma anche l’opportunità<br />

di poter studiare. Quindi ancora una volta ci si affiderà alla<br />

sensibilità ed alla solidarietà degli italiani.<br />

al numero<br />

* Sacerdote, educatore<br />

e scrittore<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

25<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [217]


8 maggio, la Supplica a Pompei<br />

■ di Marida D'Amora<br />

«Ci siamo fatti tutti pellegrini<br />

in questo amato santuario<br />

della Madonna di Pompei, in<br />

questo giorno solennissimo, per<br />

ascoltare la Parola del Signore, Parola<br />

che ci aiuti ad avere fiducia,<br />

speranza, che ci metta nel cuore il<br />

desiderio di diventare migliori e<br />

di portare nelle nostre case e al lavoro,<br />

la forza della testimonianza<br />

della fede cristiana». Lo ha detto<br />

nell’omelia il Cardinale Agostino<br />

Vallini, Vicario generale di Papa<br />

Benedetto XVI per la Diocesi di<br />

Roma, durante la celebrazione eucaristica<br />

che ha preceduto la recita<br />

della Supplica alla Vergine di<br />

Pompei. Migliaia i pellegrini, provenienti<br />

da ogni parte del mondo,<br />

che si sono radunati sul sagrato<br />

della basilica mariana, l’8 maggio,<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

26<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [218] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Cardinale Agostino Vallini<br />

presiede la Concelebrazione<br />

Fedeli e volontari recitano la Supplica<br />

per partecipare alla santa messa e<br />

recitare insieme la preghiera composta<br />

dal beato Bartolo Longo nel<br />

1883. L’“Ora del Mondo” ha visto<br />

così nuovamente ‘esplodere’ a<br />

Pompei l’amore di tantissimi fedeli<br />

per la Vergine del Rosario.<br />

Nel suo affettuoso saluto, l’Arcivescovo<br />

della città mariana, mons.<br />

Carlo Liberati, ha ricordato il legame<br />

che il Cardinale Vallini ha<br />

con la Vergine di Pompei e con la<br />

Campania, terra difficile, ma piena<br />

di speranza. Ripercorrendo gli<br />

anni che il Cardinale Vallini ha<br />

trascorso a Napoli, come Rettore<br />

del Seminario Maggiore e come<br />

Vescovo Ausiliare del Capoluogo<br />

partenopeo, lo ha ringraziato per<br />

aver “aderito a questo felice momento<br />

per salutare la Madre di Gesù<br />

e di tutta la Chiesa e parlare di<br />

Lei, ringraziandoLa insieme con<br />

Pompei e la sua Chiesa e milioni e<br />

milioni di fratelli di tutto il mondo,<br />

che recitano il Santo Rosario ogni<br />

giorno”. Il Cardinale Vallini ha tracciato<br />

la figura di Maria, “colei che ha<br />

27<br />

accolto la Parola, l’ha conservata nel<br />

cuore e ha messo in pratica quello<br />

che Dio, che si è fatto Parola, le chiedeva”.<br />

Sottolineando, poi, come Pompei<br />

sia città di pace e di carità, ha continuato<br />

invitando tutti a farsi, come<br />

Maria, umili ascoltatori della<br />

Parola, perché «senza la forza di<br />

Dio, senza lo Spirito Santo, non siamo<br />

capaci di essere al di là degli<br />

impegni, di quello che ci piace, di<br />

essere uomini e donne capaci di<br />

trasmettere l’amore con un cuore<br />

grande come quello di Bartolo Longo,<br />

come quello di Pompei, città<br />

dove, attraverso Maria, schiere di<br />

uomini e donne hanno incontrato<br />

Cristo e ricevuto lo Spirito Santo».<br />

Infine, un messaggio di speranza e<br />

un invito alla preghiera, via efficace<br />

per sentirsi diversi, più coraggiosi,<br />

più sereni. Nell’accommiatarsi, il Cardinale<br />

ha esortato tutti a pregare per<br />

i giovani, i quali vanno sostenuti e<br />

incoraggiati, e per i quali dobbiamo<br />

operarci affinché possano trovare<br />

una strada aperta al futuro.<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [219]


Per una santità di vita<br />

seguendo l'insegnamento<br />

della Vergine Maria<br />

❝In questa giornata ho pregato<br />

affinchè fioriscano autentiche<br />

testimonianze di santità di vita,<br />

ma ho pregato anche per tutti voi,<br />

per le vostre famiglie, per le vostre<br />

preoccupazioni, per i vostri<br />

ragazzi, per i giovani, preghiamo<br />

molto per i giovani. Sosteniamoli<br />

e adoperiamoci per rendere loro<br />

una strada aperta al futuro. Tante<br />

volte ho notato lo sconforto da<br />

parte di giovani sani, abbiamo<br />

necessità di sostenerli ma anche<br />

di aiutarli a trovare il loro posto<br />

nella vita.<br />

Possa la Madonna di Pompei in<br />

questa città dell’Amore e della<br />

Carità, aiutarci a diventare sempre<br />

di più veri e gioiosi cristiani.<br />

Auguri a tutti con la Santa benedizione<br />

di Dio❞.<br />

Dal saluto del Cardinale Agostino Vallini<br />

Il Cardinale Agostino Vallini<br />

e l'Arcivescovo di Pompei, mons. Carlo Liberati<br />

I Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di<br />

Gerusalemme presenti alla celebrazione<br />

Fedeli in preghiera durante la Supplica<br />

Al via i Campus Estivi 2010<br />

Tanti appuntamenti per l’estate<br />

e una serie di itinerari<br />

tra le bellezze della natura<br />

<strong>Giugno</strong><br />

Campus Bambini<br />

Fiume Calore<br />

Parco Nazionale del Circeo<br />

Solofra<br />

Trecchina<br />

Pontecagnano: Isola Verde<br />

Ischia<br />

Paestum<br />

Luglio<br />

Montevergine<br />

Capri<br />

Campus Ragazzi<br />

Fiume Calore<br />

Pontecagnano: Isola Verde<br />

S. Giovanni Rotondo - S. Michele<br />

Manfredonia<br />

Parco Nazionale del Circeo<br />

Anche quest’anno il Centro di<br />

Accoglienza Oratoriale semiresidenziale<br />

“Bartolo Longo” organizza i<br />

campus estivi per tutti i ragazzi ospiti<br />

del Centro.<br />

Al termine dell’anno scolastico, trascorso<br />

tra studio e attività formative,<br />

il campus, diretto da Fratel Filippo<br />

Rizzo, vuole offrire ai bambini un’estate<br />

all’insegna della scoperta e della<br />

gioia di stare insieme, un’occasione<br />

speciale di divertimento, di gioco ed<br />

educazione attraverso la creatività,<br />

l’autonomia, l’amicizia, la vita in comune.<br />

I campus, che si dividono per<br />

fasce d’età, prevedono, oltre ai tanto<br />

‘sospirati’ tuffi in piscina e al mare,<br />

anche visite culturali, momenti di<br />

riflessione e di preghiera.<br />

Fratel Filippo Rizzo e i ragazzi del "Bartolo Longo" durante il campus estivo<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

28<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [220] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

29<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [221]


Cultura e Comunicazione<br />

Il segno della Donna<br />

■ di Giuseppe Ruggiero<br />

Il libro che abbiamo il piacere di presentare è un omaggio<br />

che l’autore, Mons. Michele Masciarelli, docente al Marianum<br />

di Roma, ha offerto al Santo Padre Benedetto XVI,<br />

per ripercorrere il suo insegnamento su Maria.<br />

Nella presentazione, il Card. Tarcisio Bertone ricorda<br />

che non si tratta di un libro devozionale, fine a se stesso.<br />

È un libro di teologia, scritto però con parole semplici e<br />

familiari.<br />

Nell’introduzione, l’autore definisce il campo della sua<br />

indagine, comprendente i due volumi scritti da Joseph<br />

Ratzinger: La Figlia di Sion, (1978) e Maria, Chiesa nascente<br />

(1981). Se si pensa alla sua imponente produzione, potrebbero<br />

apparire ben poca cosa. In realtà, commenta<br />

Masciarelli, offrono un metodo, un criterio per una giusta<br />

collocazione di Maria nella fede cattolica e per trarne conclusioni<br />

in vista della testimonianza cristiana, oltreché stimoli<br />

per la cultura degli uomini fuori del mondo cristiano<br />

e persino dell’esperienza credente.<br />

In sostanza il libro distende il pensiero di Ratzinger per<br />

tutta l’esistenza di Maria: dalla sua Immacolata Concezione<br />

alla sua Assunzione nella gloria, passando per le “ore”<br />

della sua presenza nella vita pubblica di Gesù.<br />

Maria è un’esistenza tra due grazie, è segno vivo dell’amore<br />

del Dio trinitario.<br />

La prima grazia, la sua Immacolata Concezione, la pone<br />

al vertice della creazione di Dio e la fa ponte tra l’antica<br />

e la nuova Alleanza.<br />

Della prima, Maria è un resto fedele, il suo frutto più maturo:<br />

tutto Israele si concentra in lei. Della seconda è primizia<br />

santa: anticipazione<br />

e immagine più bella e più<br />

vera della Chiesa.<br />

C’è stato un momento, l’Annunciazione,<br />

in cui il suo<br />

“sì” fu insieme la sintesi e il<br />

superamento della fede di<br />

Abramo, fu l’atto dell’inclusione<br />

dell’antico patto nel<br />

nuovo, il transito dal giudaismo<br />

al cristianesimo e<br />

fu un passaggio senza rotture<br />

(p. 50).<br />

Da questa prima grazia<br />

scoccano le “ore” della sua<br />

vita insieme a Cristo: l’ora<br />

della sua verginità, della sua maternità, del suo discepolato<br />

(cap. IV), in cui Ratzinger sottolinea il rapporto vitale di<br />

Maria con il Vangelo e la Croce, rendendo così credibile<br />

il cristianesimo.<br />

Questo rapporto lo si comprende in tutta la sua forza se<br />

pensiamo all’importanza che egli attribuisce al “guardare<br />

il Crocifisso”, come orientamento di tutta la vita e unica<br />

direzione per trovare la salvezza. Il discorso continua nel<br />

cap. V, dove ella viene presentata come donna dell’ascolto<br />

e profetessa.<br />

Per Ratzinger, Maria entra in dialogo interiore con la Parola,<br />

la riflette, la penetra con umiltà e obbedienza, non la<br />

domina. E proprio così è profetessa credibile e fedele in<br />

un senso interiore e mistico, come si vede dal Magnificat.<br />

Questa è l’eredità che riceve dal popolo giudaico e consegna<br />

alla Chiesa. In conseguenza di questo ascolto, nel<br />

cap. VI si passa al tema di Maria credente e madre dei credenti.<br />

Anche per lei la fede è stata una conquista. Ratzinger ha<br />

qui un’intuizione profonda: la sua fede è partecipazionecomunione<br />

all’umiliazione del suo Figlio fino alla morte di<br />

croce, laddove c’è oscurità e strazio.<br />

Il cap. VII è un commento al tema della mediazione materna<br />

della Vergine, intesa non come ostacolo all’unica<br />

mediazione di Cristo, ma come compito che ella si vede<br />

affidato per favorire l’unione del Maestro con i suoi discepoli,<br />

inoltre come testimonianza e missione, entrambe<br />

finalizzate alla gioia dell’incontro con Cristo. Ora che è<br />

in cielo, Maria non cessa di chiedere ed ottenere da Dio<br />

la gioia per tutti. Gioia è infatti il nome del cristianesimo,<br />

il nome di Dio, il nome del futuro che ci attende oltre<br />

questa vita.<br />

Proprio a questa realtà ultima conduce il cap. finale, che<br />

raccorda il secondo polo della vita di Maria, la sua seconda<br />

grazia: la glorificazione in cielo. Qui Ratzinger sosta da par<br />

suo su questo mistero che apre Maria, anima e corpo,<br />

alla piena conformazione a Cristo risorto, divenendo per<br />

i credenti epifania del “realismo cristiano”: ella cioè fa vedere<br />

la verità e la fondatezza di ciò che crediamo e mostra<br />

come Dio ci fa entrare nella sua gloria totalmente,<br />

senza riduzione.<br />

Alla fine di questo percorso il nocciolo della teologia mariana<br />

di Ratzinger si può riassumere in queste parole<br />

dell’autore: “(Egli) guarda alla Vergine come alla prospettiva<br />

buona per uscire dalle difficoltà di fede del nostro<br />

tempo…<br />

Il vero problema è quello di rinnovare esistenzialmente il<br />

rapporto con lei e di accogliere con maggiore apertura la<br />

luce della sua presenza” (p.134-135).<br />

»Accetto con gioia, mi sembra<br />

un segno, l’invito a scrivere<br />

qualche riga sulla Madre. Mi<br />

sembra un segno perché “Il Rosario<br />

e la nuova Pompei” è dedicato a<br />

Maria la mamma di Pompei (e non<br />

solo), perché nel mese di maggio<br />

c’è la festa della mamma, e perché<br />

questo mese è dedicato alla Madre di<br />

Gesù. Tutte coincidenze che mi hanno<br />

convinto a provare a balbettare<br />

qualcosa di una delle creature più<br />

misteriose e luminose della storia<br />

dell’umanità: Maria di Nazareth.<br />

Il volume di Cristina Tessaro,<br />

con prefazione del Cardinale<br />

Camillo Ruini, narra con<br />

stile spigliato e raffinato la vicenda<br />

umana e spirituale di<br />

Teresa e Francesco Ugenti,<br />

due “santi” sposi, genitori del<br />

nostro tempo, che, con i fatti,<br />

hanno mostrato la bellezza<br />

del matrimonio cristiano e la<br />

gioia di credere.<br />

In un momento così difficile,<br />

come quello in cui versa la società<br />

contemporanea, dominata<br />

da egoismo, falsi modelli,<br />

vane illusioni, e segnata sempre più da una profonda crisi<br />

dei valori, l’esempio di Francesco e Teresa Ugenti è una<br />

Maria di Nazareth,<br />

maestra dell’Amore<br />

Solo a Maria ciascuno di noi può dire: “tu sei mia Madre”<br />

in modo assolutamente pieno e gratificante<br />

Penso alla sua misteriosità non tanto<br />

per il suo essere “senza peccato”, in<br />

fondo l’umanità stessa in origine<br />

era così; né per aver concepito il Figlio<br />

in modo “non naturale”, oggi<br />

anche l’uomo è capace di farlo.<br />

La misteriosità di Maria mi colpisce<br />

soprattutto per la sua silenziosa preparazione<br />

alla Croce. Mi pare che<br />

nessun essere umano sia mai stato<br />

capace, tranne Lei, di guardare in<br />

faccia il dolore del Figlio, con tanto<br />

coraggio, con tanta determinazione,<br />

con tanto amore. L’unicità di Maria<br />

è quella di essere stata “inventata”<br />

dal Padre come capace di accogliere<br />

come figli coloro che le uccidono il<br />

Figlio, di diventare la Madre di uomini<br />

che, non solo non sono stati<br />

concepiti da Lei, ma le hanno strappato<br />

l’unico immenso amore della<br />

sua vita. Maria è rimasta lì, sotto la<br />

La casa della gioia<br />

■ di Damiano Modena<br />

Croce, senza recriminazioni, senza<br />

maledizioni, senza chiedere giustizia<br />

per l’ingiustizia subita.<br />

Attenta a non aggiungere un grammo<br />

alla infinita sofferenza del Figlio,<br />

attenta a rispondere ad ogni<br />

suo supplice sguardo… non per sé,<br />

ma per coloro che lo uccidevano.<br />

Nessuna Madre può raggiungere un<br />

livello d’amore così alto, nessuna<br />

Madre potrà mai eguagliarla in quanto<br />

a maternità!<br />

Questo mistero tuttavia non la allontana<br />

da noi, se è ineguagliabile in<br />

maternità Ella ci raggiunge in ogni<br />

figliolanza anche la più dispersa,<br />

anche la meno riconosciuta, anche<br />

la più disperata… solo della Madre<br />

ciascuno di noi può dire: “tu sei mia<br />

Madre” in modo assolutamente pieno<br />

e gratificante.<br />

Buon cammino di Fede.<br />

luce che illumina il cammino di chi crede, di chi accetta la<br />

sfida del matrimonio, di chi, nonostante le difficoltà, educa<br />

i figli con impegno e responsabilità, affidandosi alla Provvidenza<br />

Divina.<br />

La vita coniugale di Francesco e Teresa comincia nel 1942,<br />

in piena seconda guerra mondiale. Hanno sette figlie, due<br />

muoiono in tenera età, ma la coppia non si getta nello<br />

sconforto, si affida a Dio, e l’ordinazione sacerdotale del<br />

figlio Antonio, religioso della Società San Paolo, regala loro<br />

una gioia profonda. Loro stessi scelgono di consacrarsi<br />

nell’istituto “Santa Famiglia” fondato dal beato Giacomo<br />

Alberione e la gioia diventa piena. La consacrazione sarà per<br />

loro fonte di maggior consapevolezza che il matrimonio è<br />

per tutte le coppie cristiane, via di santità. Molti vescovi<br />

hanno perorato la loro causa di beatificazione, che potrebbe<br />

cominciare nei prossimi mesi.<br />

Ed. Pro Sanctitate - pagg. 214 - € 12,00<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

30<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [222] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

31<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [223]


Pregando Maria<br />

■ di don Tonino Bello<br />

Maria, donna in cammino<br />

Santa Maria, donna missionaria, concedi alla tua Chiesa il<br />

gaudio di riscoprire, nascoste tra le zolle del verbo mandare,<br />

le radici della sua primordiale vocazione. Aiutala<br />

a misurarsi con Cristo, e con nessun altro: come te, che, apparendo<br />

agli albori della rivelazione neotestamentaria accanto<br />

a lui, il grande missionario di Dio, lo scegliesti come<br />

unico metro della tua vita. Quando essa si attarda all’interno<br />

delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri, dàlle il<br />

coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene tentata<br />

di pietrificare la mobilità del suo domicilio, rimuovila dalle<br />

sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni<br />

raggiunte, scuotila dalla sua vita sedentaria. Mandata da Dio<br />

per la salvezza del mondo, la Chiesa è fatta per camminare,<br />

non per sistemarsi. Nomade come te, mettile nel cuore una<br />

grande passione per l’uomo. Vergine gestante come te, additale<br />

la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te,<br />

riempila di tenerezza verso tutti i bisognosi. E fa’ che di niente<br />

altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo, come facesti<br />

tu con i pastori, con Simeone, con i magi d’Oriente, e<br />

con mille altri anonimi personaggi che attendevano la redenzione.<br />

Santa Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti<br />

coloro che avendo avvertito, più degli altri, il fascino struggente<br />

di quella icona che ti raffigura accanto a Cristo, l’inviato<br />

speciale del Padre, hanno lasciato gli affetti più cari per annunciare<br />

il Vangelo in terre lontane. Sostienili nella fatica.<br />

Ristora la loro stanchezza. Proteggili da ogni pericolo. Dona<br />

ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri i tratti della<br />

tua verginale tenerezza. Metti sulle loro labbra parole di pace.<br />

Fa’ che la speranza con cui promuovono<br />

la giustizia terrena non prevarichi sulle<br />

attese sovrumane di cieli nuovi e terre<br />

nuove. Riempi la loro solitudine.<br />

Attenua nella loro anima i morsi della<br />

nostalgia. Quando hanno voglia di piangere,<br />

offri al loro capo la tua spalla di madre.<br />

Rendili testimoni della gioia. Ogni<br />

volta che ritornano tra noi, profumati di<br />

trincea, fa’ che possiamo attingere tutti<br />

al loro entusiasmo. Confrontandoci<br />

con loro, ci appaia sempre più lenta la<br />

nostra azione pastorale, più povera la<br />

nostra generosità, più assurda la nostra<br />

opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli<br />

ritardi, sappiamo finalmente correre<br />

ai ripari.<br />

Santa Maria, donna missionaria, tonifica<br />

la nostra vita cristiana con quell’ardore<br />

che spinse te, portatrice di luce, sulle<br />

strade della Palestina. Anfora dello Spirito,<br />

riversa il suo crisma su di noi, perché<br />

ci metta nel cuore la nostalgia degli<br />

«estremi confini della terra». E anche se<br />

la vita ci lega ai meridiani e ai paralleli<br />

dove siamo nati, fa’ che ci sentiamo<br />

egualmente sul collo il fiato delle moltitudini<br />

che ancora non conoscono Gesù.<br />

Spalancaci gli occhi perché sappiamo<br />

scorgere le afflizioni del mondo.<br />

Non impedire che il clamore dei poveri<br />

ci tolga la quiete. Tu che nella casa di<br />

Elisabetta pronunciasti il più bel canto<br />

della teologia della liberazione ispiraci<br />

1’audacia dei profeti. Fa’ che sulle nostre<br />

labbra le parole di speranza non<br />

suonino menzognere. Aiutaci a pagare<br />

con letizia il prezzo della nostra fedeltà<br />

al Signore. E liberaci dalla rassegnazione.<br />

Don Tonino Bello<br />

Presidente di Pax Christi e vescovo di Molfetta.<br />

Cittadino del mondo e pastore di<br />

una Chiesa locale. Uomo di azione, di<br />

parola, di preghiera. Nato il 18 marzo<br />

1935 ad Alessano (Le), si è spento il 20<br />

aprile 1993, consumato dal tumore. Ma è<br />

il seme che muore a dare frutto. Vescovo,<br />

ma per tutti don Tonino, fu testimone e<br />

costruttore di pace, immerso nelle sfide dei<br />

suoi anni. L'eloquenza e la fecondità della<br />

sua profezia non sono venute meno.<br />

Bambini e ragazzi<br />

durante la manifestazione<br />

di chiusura dei Giochi Lasalliani<br />

I Giochi Lasalliani:<br />

danza e sport a Pompei<br />

Sabato 22 maggio si è svolta la manifestazione finale dei<br />

giochi Lasalliani nella struttura del Centro di Accoglienza<br />

Oratoriale Semiresidenziale Bartolo Longo a Pompei.<br />

La manifestazione ha visto la partecipazione di tutte le<br />

scuole del comune: 1° e 2° Circolo didattico, Scuole medie statali “Matteo della<br />

Corte” e “Maiuri”, Scuola media Parificata “Bartolo Longo”, Liceo scientifico<br />

statale “Pascal”, l’IPIA e l’Isitituto Socio-psico-pedagogico “Santa Caterina da<br />

Siena”. I giochi hanno interessato in particolare Calcetto, Mini volley, Calcio,<br />

Pallavolo maschile e femminile, Atletica leggera (60 m. piani - staffetta e mezzofondo).<br />

Ad aprire la manifestazione è stato il balletto delle ragazze del “San-<br />

Le alunne del "Bartolo Longo"<br />

durante un'esibizione<br />

■ di Giovanni Angellotto<br />

ta Caterina da Siena” su musiche di<br />

“Hush” e sotto la direzione artistica<br />

della professoressa Antonietta Bruno.<br />

Alla fine, il Coordinatore delle attività<br />

del centro, fratel Filippo Rizzo, ha<br />

premiato i ragazzi del 1° e 2° circolo<br />

didattico che si sono cimentati nelle<br />

discipline di calcetto e atletica leggera.<br />

Le ragazze del centro di accoglienza<br />

oratoriale, dirette dall’educatrice<br />

Giusy Sorrentino, hanno ballato sulle<br />

musiche di Micheal Jackson. Al termine<br />

sono stati premiati i ragazzi delle<br />

scuole medie che si sono cimentati<br />

in varie discipline assieme ai ragazzi<br />

dell’IPIA e del liceo “Pascal”. Un nuovo<br />

balletto, ad opera degli alunni della<br />

scuola media “Matteo della Corte” su<br />

musiche da discoteca, ha preceduto<br />

la premiazione di tutti i partecipanti<br />

ai giochi. Prima del saluto finale alcuni<br />

ragazzi delle scuole medie “M. della<br />

Corte” e “Maiuri” hanno intonato alcuni<br />

canti e suonato vari strumenti<br />

come il clarinetto e la chitarra. Al termine<br />

della manifestazione, a cui hanno<br />

partecipato alcune autorità cittadine<br />

e i dirigenti delle istituzioni scolastiche,<br />

fratel Rizzo ha ringraziato i partecipanti<br />

e ha dato appuntamento al<br />

prossimo anno per continuare questa<br />

tradizione che da nove anni accomuna<br />

i ragazzi di tutte le istituzioni scolastiche<br />

cittadine.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

32<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [224] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

33<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [225]


Padre Giuseppe Buono, al centro,<br />

con i protagonisti della missione<br />

in Guinea Bissau<br />

Un missionario, tre medici,<br />

e tanta Africa<br />

Tre progetti per un Paese in<br />

cerca di serenità<br />

di P. Giuseppe Buono*<br />

La Guinea Bissau, tra i più poveri paese del mondo. Avevo pregato<br />

più volte la Madonna del Rosario a Pompei perché rendesse<br />

possibile la realizzazione di un mio antico sogno missionario:<br />

andare in Guinea Bissau, in Africa Occidentale. Era stata la prima missione<br />

del PIME di cui mi ero innamorato non ancora sacerdote, poi in<br />

cinquant’anni di sacerdozio avevo visitato quasi tutti i paesi dell’Africa,<br />

ma la Guinea Bissau, no!<br />

Il sogno si è realizzato sulla fine dell’anno scorso, che era stato anche<br />

l’anno del mio giubileo sacerdotale, celebrato proprio ai piedi della Vergine<br />

del Santo Rosario a Pompei il 22 giugno scorso. Per l’occasione<br />

ho accompagnato tre medici per una visita rapida ad alcuni centri e<br />

villaggi della Guinea Bissau, soprattutto quelli di Bafatà, Bambadinga,<br />

Gambiel, Sanbasilate, nella diocesi di Bafatà, che interessavano per la<br />

realizzazione di alcuni progetti di assistenza. Dei tre medici, due erano<br />

napoletani: il dott. Iodice Giuseppe, che è primario gastroenterologo al<br />

Presidio Sanitario Santa Maria della Pietà, retto dai Padri Camilliani a<br />

Casoria (Napoli); il dott. Roberto Capretti, medico chirurgo di Napoli;<br />

il terzo medico, dott. Giuseppe Gorgoglione, è neurologo alla Casa Sollievo<br />

della Sofferenza, l’ospedale fondato da Padre Pio da Pietrelcina a<br />

San Giovanni Rotondo.<br />

Poi c’ero io, napoletano e mezzo<br />

scassato e che, nonostante abbia<br />

fatto letteralmente la visita alle<br />

missioni di mezzo mondo, ero<br />

commosso come un missionario<br />

alla prima partenza perché finalmente,<br />

dopo aver visitato due terzi<br />

dell’Africa, riuscivo a raggiungere<br />

la Guinea Bissau. Mi aveva trasmesso<br />

per questo paese un amore<br />

straordinario il padre Settimio<br />

Munno, del PIME, che ne è stato<br />

il fondatore e che a noi ancora studenti<br />

negli anni 1957-1964 parlava<br />

sempre della Guinea Bissau da<br />

dove si era dovuto allontanare per<br />

la malaria ma che era ben radicata<br />

nel suo cuore. È stata una visita rapida<br />

ma realizzata in modo quasi<br />

perfetto per le motivazioni serie<br />

dei partecipanti e la guida eccezionale<br />

nella persona di Padre Dionisio<br />

Ferraro, del PIME, da trentatré<br />

anni in Guinea Bissau e che non ci<br />

ha lasciato respirare nei giorni della<br />

nostra permanenza in Guinea.<br />

La missione della Chiesa<br />

In questa situazione il lavoro della<br />

Chiesa e dei missionari si rivela<br />

non solo urgente ma anche pieno<br />

di difficoltà e porta a capire che il<br />

primo vero contributo della Chiesa<br />

allo sviluppo è la formazione<br />

dell’uomo ai valori del Vangelo.<br />

Per me è stato impressionante constatare<br />

come i cattolici in Guinea<br />

Bissau sono pochi: 151.000 su poco<br />

più di un milione e mezzo di abitanti,<br />

cioè l’8%; i musulmani sono<br />

circa il 47%, il resto sono animisti.<br />

Nel 2001 la Santa Sede istituiva<br />

la seconda diocesi della Guinea<br />

Bissau, quella di Bafatà, affidata<br />

al vescovo Dom Pedro Zilli, missionario<br />

del PIME originario del<br />

Brasile, il 31 dicembre del 1982.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

34<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [226]<br />

I progetti dell’amore<br />

Poi, come sempre, il Vangelo dell’amore<br />

si capisce meglio con le<br />

opere dell’amore; in questa dimensione<br />

ci siamo attivati per tre piccoli<br />

progetti: due sono già nati, il terzo<br />

è in fase di attivazione.<br />

Si tratta della “Feira das Possibildades”,<br />

nel villaggio di Nhabijão,<br />

che vuole essere un luogo privilegiato<br />

per scambio di idee, capacità<br />

ed esperienze organizzando brevi<br />

corsi di formazione nell’ambito<br />

della produzione agricola, frutticola<br />

e apicola e organizzando anche<br />

associazioni e microcredito,<br />

Scoperta dai portoghesi nel 1446<br />

la Guinea Bissau è stata la loro prima<br />

colonia in Africa ma considerata<br />

terra per esiliati e punto di appoggio<br />

per le navi che andavano in<br />

Angola, Mozambico, Capo Verde<br />

e nelle colonie portoghesi in Asia.<br />

Soltanto nel 1932 la Santa Sede<br />

impone ai francescani portoghesi di<br />

accettare la missione in Guinea Bissau,<br />

che viene eretta il 4 settembre<br />

1940 come diocesi sui juris,<br />

mentre fino ad allora era dipendente<br />

dalla diocesi di Capo Verde.<br />

Il PIME arriva in Guinea Bissau il<br />

25 maggio 1947 su espresso desiderio<br />

di Papa Pio XII.<br />

Il 7 maggio 1940 il Portogallo firmava<br />

con la Santa Sede un Concordato<br />

con annesso un accordo missionario.<br />

Il 10 settembre 1974 la Guinea<br />

Bissau, dopo una guerra sanguinosa,<br />

che costerà la prigionia, prima<br />

a Bissau e poi a Lisbona, al padre<br />

Antonio Grillo, missionario del<br />

PIME originario di Acerenza (Potenza),<br />

festeggia l’indipendenza. Ma<br />

si instaura subito un regime filoso-<br />

educazione civica e osservatori di<br />

prevenzione dei conflitti.<br />

La Comunità Missionaria Giovanni<br />

Paolo II, che è un’associazione<br />

privata di fedeli laici, su iniziativa<br />

della dott.ssa Patrizia Pelosi, ha<br />

raccolto fondi per sostenere il progetto<br />

per l’anno in corso; in questo<br />

modo si è voluto celebrare il 50°<br />

di sacerdozio di padre Giuseppe<br />

Buono.<br />

L’altro progetto è stata la creazione<br />

di un pozzo nel villaggio Gambiel:<br />

l’acqua, al momento in cui<br />

scriviamo, sta per scaturire tra la<br />

gioia della gente che noi abbiamo<br />

incontrato nella nostra visita.<br />

Un Paese, una storia<br />

vietico e filo-cubano di chiara marca<br />

comunista che impone una dittatura<br />

ideologica e poliziesca del Partito<br />

unico comunista al potere.<br />

Stranamente il Partito rispetta la libertà<br />

della Chiesa: il motivo è che<br />

la maggior parte dei capi avevano<br />

frequentato le scuole dei missionari.<br />

Si registra però nel paese un<br />

graduale peggioramento del livello<br />

di vita. Il 14 novembre 1980 un<br />

colpo di Stato abbatte il dittatore Luis<br />

Il pozzo è stato chiamato: Pozzo<br />

Buono. Il terzo progetto è la costruzione<br />

di un piccolo presidio sanitario,<br />

sempre nel villaggio Gambiel,<br />

(per questo si è fatto fretta per la<br />

creazione del pozzo) per l’assistenza<br />

agli ammalati dei villaggi della<br />

zona.<br />

Il presidio sanitario sarà dedicato<br />

a: Hugo e Iego, due giovani avellinesi<br />

morti due anni fa in incidenti<br />

stradali. La sorella di Ugo, Maria<br />

Grazia Pisano, è l’anima del progetto<br />

e sta realizzando diversi eventi per<br />

sensibilizzare i giovani all’aiuto agli<br />

altri e alla missione della Chiesa.<br />

* Missionario del Pime<br />

Cabral, mettendo al suo posto Joào<br />

Bernardo Vieira, che viene ucciso nel<br />

maggio dell’anno scorso.<br />

Attualmente c’è molta confusione<br />

e paura nel paese. Noi abbiamo constatato<br />

questo stato di cose soprattutto<br />

osservando come la gente era<br />

quasi timida e non rispondeva immediatamente<br />

ai nostri saluti, contrariamente<br />

allo stile gioioso degli<br />

africani che io avevo riscontrato in<br />

altri Paesi visitati.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

35<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [227]


Pietrelcina 13-16 maggio<br />

“Un sogno è diventato realtà: il nostro amato Padre Pio in vita si recò in pellegrinaggio<br />

a Pompei per pregare davanti l’Icona della Vergine del Rosario; oggi<br />

è l’Icona della Vergine del Rosario a venire in pellegrinaggio a Pietrelcina!”. Con<br />

queste parole, il 13 maggio scorso, Padre Giorgio Ramolo, parroco della chiesa<br />

“Santa Maria degli Angeli”, ha accolto la Delegazione della Missione Mariana del<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

36<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [228]<br />

a cura di Andrea Fontanella<br />

In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

Rosario che ha accompagnato l’Icona<br />

sacra. Pietrelcina è stata felicissima<br />

di accogliere la Vergine, la comunità,<br />

infatti, da sempre devota a Maria, ha<br />

sperimentato lungo i secoli la sua speciale<br />

protezione. Fin dai suoi teneri<br />

anni, Padre Pio nutrì una filiale devozione<br />

alla Madonna di Pompei ed ebbe<br />

sempre una fiducia incrollabile nell’efficacia<br />

delle novene a quella cara<br />

Mamma, per ottenere grazie per il bene<br />

delle anime. Pochi giorni prima di<br />

morire compì un gesto delicatissimo<br />

di devozione verso la Madonna di Pompei.<br />

Il 19 settembre 1968, gli venne regalato<br />

un mazzo di 50 rose, a ricordo<br />

dei suoi 50 anni di stimmate. Di<br />

queste rose, una rosa l’affidò ad un<br />

suo figlio spirituale diretto a Napoli,<br />

perché la deponesse ai piedi della Madonna<br />

di Pompei. Quella rosa è stata<br />

portata a Pietrelcina dal Santuario di<br />

Pompei. La devozione a Maria è stata<br />

uno dei pilastri della spiritualità sacerdotale<br />

e religiosa del Santo che la<br />

esprimeva attraverso la recita di un<br />

numero imprecisato di Rosari al giorno,<br />

tanto da divenire l’Apostolo del<br />

Rosario. Padre Pio definiva il Rosario<br />

“arma” contro tutte le insidie del male.<br />

Il suo testamento spirituale fu semplicemente<br />

questo: “amate e fate amare<br />

la Madonna, recitate e fate recitare la<br />

corona del Rosario”. Tanti sono stati<br />

i momenti di preghiera, di catechesi<br />

e di confessioni che si sono susseguiti<br />

nei giorni di permanenza dell’Icona.<br />

Ricche di spiritualità sono state le<br />

omelie dei padri missionari, di mons.<br />

Carlo Liberati, Arcivescovo di Pompei,<br />

del Superiore del Convento, Padre<br />

Francesco Scaramuzzi, e del Vicario<br />

Generale mons. Pompilio Cristino. I<br />

missionari, dal canto loro, hanno ricordato<br />

che la presenza dell’Icona è<br />

stata una visita storica, importante,<br />

significativa, carica di evocazioni e di<br />

emozioni nella quale è stato sottolineato<br />

più volte il particolare legame<br />

con la Madonna e con i due apostoli<br />

del Rosario, il beato Bartolo Longo<br />

e San Pio da Pietrelcina, che con la<br />

loro vita hanno contribuito alla conoscenza e all'amore di<br />

Cristo. Un laico, Bartolo Longo, che ha dato tutta la sua vita<br />

alla diffusione del Rosario, ed un religioso, Padre Pio, che ha<br />

sgranato per l’intera sua vita il Rosario. Hanno sottolineato,<br />

altresì, che tra i due apostoli del Rosario, grazie all’incessante<br />

preghiera, vi è stato un interscambio di evangelizzazione.<br />

Un pugliese che in terra campana ha realizzato un Santuario<br />

alla Vergine e tante opere di carità annesse, e un campano,<br />

andato in terra di Puglia, per realizzare la Casa di Sollievo<br />

della Sofferenza, un Santuario e tante opere di carità. Un ringraziamento<br />

al parroco, Padre Giorgio, al Sindaco, Gennaro<br />

Fusco, a tutte le autorità militari presenti ed al consigliere<br />

Provinciale, Dante Molinaro, per l’accoglienza, la sensibilità e<br />

la presenza nei giorni di permanenza della Vergine Santa.<br />

Dopo la celebrazione eucaristica domenicale e la recita della<br />

Supplica, tutta la comunità di Pietrelcina ha salutato l’Icona<br />

che ha fatto ritorno nel suo Santuario.<br />

di Domenico Romano<br />

Calendario Missioni Mariane<br />

Info: Tel. 081 8577260 Fax 081 8577487<br />

missionemariana@libero.it<br />

Un’esplosione di fiori e colori per celebrare la Madonna di Pompei<br />

Petali di rose e gessetti colorati, fondi<br />

di caffè e segatura multicolore.<br />

Se a questo aggiungiamo l’allegria<br />

e l’entusiasmo degli alunni della<br />

Scuola Primaria “Eduardo De Filippo”<br />

di Santa Maria La Carità (Na),<br />

l’impegno dei loro insegnanti e l’amore<br />

per la Vergine di Pompei,<br />

‘otteniamo’ l’infiorata! Sembra una<br />

espressione algebrica, in realtà l’infiorata<br />

è una tradizione molto amata dai<br />

bambini di questa scuola che grazie<br />

all’aiuto delle maestre, in particolare<br />

dell’insegnante di religione Liberata<br />

Scarfato, l’8 maggio, giorno<br />

della Supplica, celebrano la Vergine<br />

di Pompei, realizzando nel cortile<br />

della scuola, con i petali di rose,<br />

un’immagine che la ritrae. Poi la<br />

recita del Rosario e della Supplica.<br />

Tutto è nato qualche anno fa grazie<br />

all’inventiva di don Carmine Del<br />

Gaudio, ex parroco della chiesa<br />

“Santa Maria La Carità”. Fu lui a<br />

dar vita a questa tradizione, donando<br />

alla scuola una tela raffigurante la<br />

Madonna di Pompei che, nel giorno<br />

dell’infiorata, viene portata nel giar-<br />

dino della scuola dagli alunni delle<br />

quinte classi. Da allora, ogni anno,<br />

nel giorno della Supplica, gli<br />

alunni, gli insegnanti, il Dirigente<br />

Scolastico Vincenzo D’Aniello, e<br />

il nuovo parroco, don Francesco<br />

Paolo Celotto, che ha continuato la<br />

tradizione voluta da don Carmine,<br />

17/20 <strong>Giugno</strong> 2010<br />

AIELLI (AQ) Parrocchia “SS. Trinità”<br />

Parroco Don Ennio Grossi - Tel. 0863 78212 Cell. 329 6120415<br />

18 Luglio 2010<br />

SALERNO -STADIO ARECHI - Congresso Internazionale<br />

Rinnovamento Carismatico Servi di Cristo Vivo<br />

Responsabile P. Michele Vassallo S. D. V.<br />

Tel 0828/601317 - Cell 335/6489303<br />

19/22 Settembre 2010<br />

VERONA - Parrocchia Madonna delle Grazie<br />

Parroco Don Massimo Malfer Cell 348/6924679<br />

22/26 Settembre 2010<br />

BEREGUARDO (PV) - Parrocchia S. Antonio Abate<br />

Parroco Don Lino Canarini Tel 0382/928032<br />

si riuniscono nel cortile per recitare<br />

la preghiera composta da Bartolo<br />

Longo nel 1883. Un giorno di<br />

festa, di preghiera, un giorno per<br />

stare insieme. L’infiorata coinvolge<br />

anche i genitori e tanti passanti che<br />

si uniscono alla recita della Supplica<br />

dalla strada!<br />

Gli alunni della scuola"Eduardo De Filippo"<br />

durante l'infiorata<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei Anno 126 - N. 5 - 2010 [229]<br />

37


“Ho creduto all’Amore<br />

… eccomi!”<br />

Pronunciato il "sì " di otto novizie. La celebrazione, presieduta<br />

dall'Arcivescovo mons. Carlo Liberati, è stata animata dalla<br />

schola cantorum e dalla comunità delle religiose.<br />

Il 15 maggio i pellegrini che sono<br />

venuti a Pompei, per aprire il proprio<br />

animo alla Madonna celeste,<br />

nel mese a Lei consacrato, sono<br />

felici di essere spettatori di un<br />

“qualcosa” di singolare: otto novizie<br />

indonesiane, adorne di vesti<br />

nuziali e di freschezza giovanile,<br />

con simboliche lampade accese,<br />

incedono verso l’Altare della<br />

Regina del Rosario di Pompei,<br />

per dire il loro “sì” alla sequela<br />

Christi. Un prolungato applauso<br />

accoglie le giovani, mentre tra le<br />

ampie navate della Basilica mariana<br />

riecheggiano le dolci melodie<br />

dell’organo e si diffonde nell’aria<br />

un festoso scampanio. Le giovani<br />

novizie emettono nelle mani della<br />

Superiora Generale delle Figlie del<br />

Santo Rosario di Pompei, Madre<br />

Angelica Bruno, i loro voti religiosi,<br />

conservando il proprio nome di<br />

Battesimo: Maria Trifonia, Carolina,<br />

Fernanda, Isabel, Selviana,<br />

Caterina, Francesca, Imelda. “Ho<br />

■ di Concetta Fabbricatore<br />

creduto all’Amore… eccomi!” (cfr<br />

1 Gv 4,16). L’orizzonte in cui si<br />

colloca ogni vocazione, dunque, è<br />

“l’amore”. Da questo amore nasce<br />

la chiamata di Dio: “Ti ho amato<br />

di amore eterno” (Ger. 31,3).<br />

Queste sorelle ora non si appartengono<br />

più: nella totale rinuncia di<br />

tutto quanto non è Dio, esse troveranno<br />

la gioia di vivere in libertà<br />

di cuore e unicamente per il loro<br />

Sposo che le ha “inanellate” e posto<br />

nel loro animo il “sigillo” di<br />

nozze. La solenne Celebrazione,<br />

animata dalla “schola cantorum”<br />

diretta da don Francesco Di Fuccia,<br />

è stata presieduta dal nostro<br />

Arcivescovo, mons. Carlo Liberati<br />

che, nell’omelia, ha elogiato la<br />

preziosità di una donazione totale<br />

a Cristo con l’impegno di conformarsi<br />

allo Sposo povero, casto ed<br />

obbediente.<br />

Mons. Carlo Liberati<br />

con le otto novizie che<br />

hanno pronunciato il "sì"<br />

Il calice donato al Santuario<br />

Questo prezioso calice con patena,<br />

dorati, della prima metà dell’Ottocento,<br />

è un dono di straordinaria<br />

bellezza e prodotto di oreficeria<br />

artigiana di alto livello, realizzato<br />

a mano da orefici creativi di alta<br />

competenza e con caratteristiche<br />

di vera arte.<br />

La signora Lucia Botti e il figlio<br />

Luigi, di Ercolano, lo hanno ereditato<br />

da due zii sacerdoti: don<br />

Aniello Gaudino e don Vincenzo<br />

Gaudino, ancora ricordati dal popolo<br />

ercolanese per la loro santità<br />

di vita.<br />

In un tempo non facile per chi cerca il silenzio, la dimensione<br />

con l’Assoluto e la purezza di cuore, in un festival celebre<br />

per la sua mondanità come quello di Cannes, vince un<br />

film, “Des hommes et des dieux” di Xavier Beavouis, che<br />

narra il martirio dei monaci Trappisti in Nord Africa. Si<br />

tratta di un fatto di cronaca simbolo di dialogo tra le fedi<br />

e testimonianza di coerenza totale, sino alla Croce. La<br />

storia si svolge in un monastero situato in Algeria, terra<br />

musulmana, dove l’avamposto di silenzio e ricerca di pace<br />

interiore è vissuto da alcuni religiosi, fedeli della regola di<br />

San Benedetto. Le loro giornate divise tra la preghiera e il<br />

lavoro vengono turbate dalla violenza che mette a rischio la<br />

loro stessa vita.<br />

È un monastero sperduto sull’altopiano di Tibhirine. Sette<br />

trappisti francesi conducono da tempo un’esistenza in<br />

completa armonia con la collettività musulmana che vive<br />

nel villaggio adiacente. Partecipano ai loro riti, portano il<br />

miele prodotto nel loro mercato, offrono sostegno medico<br />

grazie al frate che arriva a visitare anche 150 persone al<br />

giorno, distribuendo medicinali e vestiti. Ma la situazione<br />

Don Vincenzo Gaudino fondò un<br />

Orfanotrofio in Ercolano ed era<br />

legato da profonda amicizia con il<br />

nostro beato Bartolo Longo.<br />

Con un grazie vivissimo alla signora<br />

Lucia Botti per questo dono<br />

significativo e bellissimo, l’assicuriamo<br />

che nelle celebrazioni eucaristiche<br />

delle più solenni festività<br />

annuali, verrà impiegato "per la<br />

gloria di Dio e ad onore della Vergine<br />

del Santo Rosario" sull’Altare<br />

Maggiore del nostro Santuario.<br />

L’Arcivescovo Carlo Liberati<br />

cinema &Fede<br />

Al festival di Cannes<br />

trionfa il film sui<br />

martiri Trappisti<br />

■ di Nicola Nicoletti<br />

politica del paese - dilaniato dal conflitto tra le forze governative<br />

e i gruppi estremisti di matrice fondamelista<br />

- costringerà i monaci a riflettere sulla loro posizione: restare,<br />

e rischiare la vita, o fuggire in cerca di un luogo più<br />

sicuro? Partendo dal reale fatto di cronaca del rapimento e<br />

la conseguente uccisione di sette monaci trappisti avvenuta<br />

nel 1996, il regista Xavier Beavouis porta in Concorso Des<br />

Hommes et des Dieux e si concentra sul triennio precedente<br />

la tragedia. Inquadrando l’umanità, le abitudini e -<br />

soprattutto - la completa integrazione di questi frati con il<br />

contesto circostante, e dimostrando in questo modo che<br />

la pacifica coesistenza di diverse fedi è non solo possibile,<br />

ma socialmente auspicabile, Beavouis costruisce un film in<br />

cui il messaggio è di profonda riflessione per credenti e non<br />

credenti.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

38<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [230] Il Rosario e la Nuova Pompei Anno 126 - N. 5 - 2010 [231]<br />

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Pellegrini del Rosario<br />

1<br />

■ di Marida D’Amora<br />

1 Il 20 aprile, in pellegrinaggio al Santuario di Pompei, il gruppo di<br />

preghiera Cuore Immacolato di Maria, di Scandicci (FI). Il gruppo, a<br />

Pompei per tre giorni, era guidato da don Gianluca Scrimieri.<br />

2 Pellegrini a Pompei il 26 aprile i Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari<br />

Ardorini) guidati dal Superiore Generale, P. Antonio De Rosa,<br />

e da P. Gianfranco Todisco, Vescovo di Melfi-Rapolla Venosa. I<br />

religiosi si sono riuniti nella città mariana per un incontro comunitario<br />

di preghiera.<br />

3 Il 27 aprile, dallo Stato del Nord Carolina (USA), i fedeli della parrocchia<br />

Our Lady of Perpetual Help, accompagnati dal rev. Jim<br />

Buchholz e dal rev. Jim Meares.<br />

4 In visita al santuario mariano, il 27 aprile, il gruppo di preghiera<br />

del Santo Rosario di Pompei di Arzano (NA), guidato da Alfonso<br />

Esposito Marroccella.<br />

2 3<br />

4<br />

5 Il 3 maggio, da Città del Messico, in visita<br />

alla Basilica mariana, la Comunità Giuseppina<br />

del Murialdo, guidata da P. Giuseppe Rainone<br />

e P. Vincenzo Fiore, missionari in Messico.<br />

6 In occasione della Supplica alla Vergine<br />

di Pompei, come ogni anno, i fedeli di Pignataro<br />

Maggiore (CE) sono giunti in pellegrinaggio<br />

a piedi a Pompei, affrontando un<br />

cammino di 90 chilometri.<br />

7 Accompagnati da don Ciro Russo, i fedeli<br />

della parrocchia San Ludovico D'Angiò di<br />

Marano di Napoli (NA), pellegrini al Santuario<br />

il 3 maggio.<br />

Prenota in tempo<br />

il tuo pellegrinaggio a Pompei<br />

Tel. +39 081 8507000 +39 081 8577379<br />

Fax +39 1782238781 +39 081 8577482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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5<br />

6<br />

7


Eccellenza Reverendissima,<br />

grazie di cuore per aver pregato per mia mamma<br />

Carla, operata giovedì 13 maggio, memoria di Nostra<br />

Signora di Fatima, per un nodulo maligno al seno. L’intervento<br />

è andato bene; ora aspettiamo l’esito dell’esame<br />

istologico che metto nelle mani materne di Maria<br />

Santissima, certo della Sua protezione. Se tutto andrà<br />

per il meglio, vorrei venire a Pompei a ringraziare Dio<br />

con la celebrazione della Messa e la Vergine Maria per<br />

Sua intercessione. Grazie di cuore, anche a nome della<br />

mamma, per la vicinanza paterna.<br />

Sac. Paolo Ravasi, fdm<br />

Sono Antonietta, ho settanta anni e vivo a Nocera<br />

Inferiore (Sa). Sono una fervente devota della<br />

Vergine del Rosario di Pompei. Ho deciso di scrivere<br />

queste poche righe per far conoscere a tutti la bontà della<br />

Madonna verso di me. Sono una persona che vive<br />

intensamente la vita della Parrocchia e vivo con grande<br />

gioia l’espressione dell’amore di Cristo e della Sua<br />

Mamma Celeste. Più di tutto, vivo sempre con grande<br />

entusiasmo il mese di maggio, infatti, la Madonna di<br />

Pompei proprio in questo mese mi ha sempre regalato<br />

grazie spirituali e materiali. Lo scorso anno, il giorno<br />

della Supplica di Pompei, ho chiesto due grazie alla Regina<br />

del Rosario: due dei miei figli erano disoccupati,<br />

io pregavo tanto per loro. L’8 maggio ero disperata e<br />

mi sono rivolta a Maria come solo una mamma sa fare,<br />

con il cuore in mano, chiedendole di concedermi le due<br />

grazie tanto attese. Con grande stupore e commozione,<br />

a Settembre i miei due figli sono stati chiamati per lavorare<br />

come bidelli, in due scuole diverse. Ora lavorano e<br />

stanno bene. Sono felice! Non smetterò mai più di ringraziare<br />

la Vergine di Pompei. Quando posso, mi reco<br />

al Santuario per ringraziare la divina benefattrice; anzi<br />

La ringrazio giorno e notte.<br />

Grati alla Madonna<br />

e al Beato<br />

Bartolo Longo<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

Vorrei dire a tutte le mamme sfiduciate che vivere l’esperienza<br />

di Cristo è la cosa più bella che possa esistere, e<br />

quando avete bisogno, affidatevi alla Sua Mamma.<br />

Lei vi custodirà, vi proteggerà e insieme a Lei non vi<br />

sentirete mai soli.<br />

Antonietta Giordano<br />

Ringrazio la Madonna di Pompei perché con il suo<br />

aiuto mio figlio che seguiva terapie da quattro anni<br />

finalmente è guarito, adoro la mia famiglia e se in essa<br />

c’è serenità è grazie alla Madonna.<br />

Ci benedica la Madonna di Pompei.<br />

Luigi Mallardo<br />

Giugliano in Campania (Na)<br />

Il giorno della Madonna del Rosario, il 7 ottobre di<br />

alcuni anni fa, io e mio figlio Lino, siamo partiti per<br />

raggiungere mio marito, sul suo posto di lavoro a Civitavecchia,<br />

sulla nave dove lavora come cuoco, per festeggiare<br />

il mio onomastico.<br />

Durante il tragitto, mio marito mi ha telefonato due volte<br />

per dirmi di sentirsi poco bene: gli bruciava la gamba<br />

destra e gli faceva male l’occhio. Arrivati sulla nave, i<br />

suoi colleghi mi hanno consegnato alcuni effetti personali<br />

e, con tanta commozione, mi hanno detto che mio<br />

marito Enzo era stato trasportato in ospedale.<br />

Ci recammo in ospedale e vidi Enzo in barella che ritornava<br />

dalla T.A.C. Il medico mi disse che aveva avuto<br />

un’emorragia celebrale, ed era in coma. Lino lo chiamava,<br />

ma lui non dava segni di vita.<br />

Fummo colti dalla disperazione, tanto che mio figlio<br />

iniziò a dare pugni contro il muro, e fu calmato dai medici<br />

e dagli infermieri. Diceva che il padre non poteva<br />

lasciare lui e la sorella a soli cinquant’anni perché loro<br />

avevano bisogno ancora di lui.<br />

I medici mi dissero che doveva essere trasportato in un<br />

ospedale più adeguato.<br />

Nel frattempo si svegliò in maniera confusa. Così fu<br />

trasportato, in eliambulanza all’Ospedale di Roma,<br />

reparto neurologia, ma lì i medici dissero che non ce<br />

l’avrebbe fatta, e non potevano farcelo vedere.<br />

Anche se non si sa come, la porta si aprì, allora Lino<br />

chiamò il padre e lui rispose. Entrando poi nella stanza<br />

mio figlio trascinò anche me, nonostante il divieto dei<br />

medici, così vedemmo Enzo che aveva la bocca e l’occhio<br />

tirati, piangeva e diceva parole senza senso. Dopo<br />

un’ora i dottori dissero che solo un miracolo lo poteva<br />

salvare e fu inviato in terapia intensiva.<br />

Il numero del letto era il 7, il giorno della Madonna.<br />

Dopo due giorni mio marito era in reparto e da lì è iniziato<br />

il cammino verso la guarigione.<br />

Preghiera per la canonizzazione<br />

Dio, Padre di misericordia, noi ti lodiamo per aver donato alla storia degli uomini<br />

il Beato Bartolo Longo, ardente apostolo del Rosario e luminoso esempio di laico<br />

impegnato nella testimonianza evangelica della fede e della carità.<br />

Noi ti ringraziamo per il suo straordinario cammino spirituale, le sue intuizioni profetiche,<br />

il suo instancabile prodigarsi per gli ultimi e gli emarginati, la dedizione<br />

con cui servì filialmente la tua Chiesa e costruì la nuova città dell’amore a Pompei.<br />

Noi ti preghiamo, fa’ che il Beato Bartolo Longo sia presto annoverato tra i Santi<br />

della Chiesa universale, perché tutti possano seguirlo come modello di vita e godere<br />

della sua intercessione. Amen<br />

Dopo quasi due anni Enzo si è rassegnato alla sofferenza.<br />

Ha un’emiparesi destra molto accentuata, a volte<br />

dolorosa. Non può lavorare, guidare e camminare più<br />

di dieci minuti, si serve della sedia, ma lui ha accettato<br />

tutto, perché la Madonna gli ha dato la possibilità di<br />

crescere i figli, e sta con me che, come dice lui, sono<br />

un’ottima infermiera.<br />

Ho sempre pregato, prego e pregherò la Madonna del<br />

Rosario.<br />

Rosaria Scognamiglio<br />

Aprilia (LT)<br />

Chi riceve grazie per intercessione del Beato Bartolo Longo<br />

è vivamente pregato di darne comunicazione<br />

al Vice Postulatore della causa di canonizzazione<br />

Mo n s . Ra f f a e l e Ma t R o n e<br />

Piazza Bartolo longo, 1 - 80045 Pompei (NA)<br />

Tel. (+39) 081 8577275 - (+39) 081 863 8366<br />

Fax (+39) 081 850 3357<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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Anno 126 - N. 5 - 2010 [234] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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Anno 126 - N. 5 - 2010 [235]


La parola ai Lettori<br />

Vostra Eccellenza Mons. Carlo Liberati,<br />

nel corso degli anni sono stato sempre profondamente devoto alla Beata Vergine<br />

di Pompei. Ho ricevuto molte grazie dalla nostra Santa Madre e sono molto<br />

grato per il Suo amore per me. Sono altresì grato per la rivista che mi mandate, la<br />

quale mi tiene aggiornato sul Meraviglioso Amore e Misericordia che la Madonna<br />

mostra attraverso il suo titolo di Beata Vergine del Rosario di Pompei. Qualche<br />

anno fa, quando scrissi per chiedere una reliquia del beato Bartolo Longo, vi dissi<br />

che volevo diventare sacerdote. Ora ho la felicità e la gioia di annunciarvi che<br />

sono entrato in una Comunità Religiosa qui nelle Filippine ed sono ora al 3° anno<br />

dei miei studi filosofici.<br />

Sono professo temporaneo e indosso già l’abito di San Francesco. La Congregazione<br />

in cui sono entrato è francescana e fu fondata qui nelle Filippine dal<br />

compianto mons. Maximino Mañalac. Quest’anno, l’11 febbraio 2010, la nostra<br />

Comunità celebrerà il 10° Anniversario di Fondazione. A questo proposito, prego<br />

Vostra Eccellenza di concederci la “grazia” di avere il vostro messaggio scritto<br />

per commemorare questa occasione. In un libro commemorativo raccoglieremo<br />

i messaggi del nostro Nunzio Apostolico, dei nostri Vescovi e Sacerdoti e, lo<br />

speriamo vivamente, quello di incoraggiamento di Vostra Eccellenza. Il fatto<br />

che lei sia il Pastore della Basilica Pontificia della Beata Vergine del Rosario,<br />

è veramente indicativo perché il nostro compianto Santo Padre, il venerabile<br />

Giovanni Paolo II ha detto che “il Rosario non è altro che contemplare il volto di<br />

Cristo alla scuola di Maria”. Essere una congregazione dedicata al Volto Santo è<br />

di grande impatto per la nostra piccola comunità. Spero che possa prendere in<br />

considerazione la nostra umile richiesta. Ho riletto e allegato la lettera che mi<br />

inviò in passato. Ho sempre custodito con cura quella lettera.<br />

Ora le chiedo questo messaggio augurale per il nostro 10° Anniversario di<br />

Fondazione, per favore lo invii il più presto possibile. Sarà per noi grande dono<br />

dalla Basilica di Pompei. Vorrei, inoltre, chiedere un’immagine grande della<br />

Caro Direttore, invio questa mia<br />

piccola offerta in onore della Beata<br />

Vergine di Pompei della quale sono<br />

molto devota e La prego che ci<br />

protegga e ci aiuti in questi tempi<br />

difficili. La ringrazio anche a nome<br />

di mio marito della bella Rivista<br />

che ricevo ogni mese, la troviamo<br />

molto interessante e ci dà tanta<br />

gioia ricevere le belle notizie che ci<br />

date. Cordiali saluti<br />

Irma Favasuli - Malaga – Spagna<br />

Gent.mo Direttore,<br />

ricevo con piacere la Rivista della<br />

Madonna, ci sono tante cose belle<br />

da leggere.<br />

Mando questa offerta per Pasqua,<br />

pregate per me e per mio marito che<br />

è infermo. Prego la Madonna che<br />

aiuti anche tutta la mia famiglia.<br />

Vostra devota,<br />

Giuseppina Accettola<br />

Seattle, Washington – USA<br />

Invitiamo i nostri lettori a condividere con noi esperienze,<br />

riflessioni, idee sul proprio cammino spirituale, in qualche<br />

modo legate alla venerazione della Vergine del Rosario di<br />

Pompei e del suo fedele Apostolo il Beato Bartolo Longo.<br />

Potete contattarci, inviando lettere, fax o email ai recapiti<br />

del Santuario<br />

■ a cura di Katia Di Ruocco<br />

Beata Vergine di Pompei per la nostra<br />

cappella, delle immaginette in<br />

inglese della madonna e del Beato<br />

Bartolo Longo e delle medagline. La<br />

ringrazio molto per la considerazione<br />

che ci avete dimostrato e le chiedo di<br />

pregare per me, che io possa perseverare<br />

nella mia vocazione. Negli ultimi<br />

10 anni il Volto Santo di Gesù ci ha fatti<br />

Al Direttore de Il Rosario e la<br />

Nuova Pompei<br />

Sono un’anziana ed assidua lettrice<br />

del vostro giornale Il Rosario e<br />

la Nuova Pompei che mi giunge<br />

puntualmente a casa. Io abito in<br />

Svezia e vi assicuro che la vostra<br />

compagnia mi fa molto piacere e<br />

mi dà molta serenità, una serenità<br />

che non vorrei perdere a causa del<br />

mio cambio di indirizzo. Vi sarei<br />

grata se mi inviaste la Rivista al<br />

mio nuovo recapito che vi mando.<br />

Vi ringrazio con grande cuore, e<br />

prego la Madonna di proteggere<br />

sempre la mia figliola e la mia<br />

nipotina.<br />

Rosa Galeandro<br />

Helsingborg – Svezia<br />

conoscere attraverso i suoi misteriosi<br />

disegni. Continuate a pregare per<br />

noi, nell’augurio di poter celebrare il<br />

centesimo anniversario di servizio alla<br />

Chiesa di Gesù. Speriamo e preghiamo<br />

che continuiate a sostenerci in qualsiasi<br />

modo possibile. Siamo profondamente<br />

grati e riconoscenti per tutto.<br />

Nel Volto Santo di Gesù e nel Rosario<br />

di Maria.<br />

Fratel Lynch Kristoffer B. Flores,<br />

HFB Fratelli del Volto Santo<br />

di Gesù<br />

Novaliches, Quezon City<br />

Philippines<br />

Reverendissimo Padre Superiore<br />

e Confratelli tutti,<br />

Nella lieta ricorrenza del 10° anniversario<br />

di fondazione della Vostra<br />

Congregazione Francescana, fondata<br />

dal compianto Msgr. Maximino<br />

Manalac e dedicata al Santo Volto<br />

di Gesù, mi è particolarmente caro<br />

porgerVi un cordiale messaggio augurale<br />

a nome del Santuario della<br />

Beata Vergine Maria del Santo Rosario<br />

di Pompei. La nostra Basilica,<br />

definita dal Santo Padre Benedetto<br />

XVI il “più importante Santuario<br />

dedicato alla Beata Vergine del<br />

Cara Eccellenza e voi tutti,<br />

è sempre un gran piacere ricevere il<br />

Vostro bel giornale e leggerlo ci dona<br />

gioia e conforto, soprattutto per il bene<br />

che arrecate a quanti ne hanno bisogno.<br />

In special modo per i bambini,<br />

per i quali sono infinitamente preoccupata<br />

e dispiaciuta nel sentire di atteggiamenti<br />

nei loro riguardi più che<br />

deplorevoli e raccapriccianti. Grazie.<br />

Cordiali saluti ed un mondo di bene a<br />

voi caro Arcivescovo e collaboratori<br />

tutti. Per me e la mia famiglia vi chiedo<br />

una preghiera presso l’altare della<br />

SS.ma Vergine di Pompei, di cui già i<br />

miei cari genitori erano tanto devoti,<br />

ed io ho ormai 77 anni! Ancora saluti<br />

e tanta gratitudine.<br />

Ludovica Montalbini<br />

Scarborough, Ontario – Canada<br />

La parola ai lettori<br />

Santo Rosario”, è spiritualmente unita a Voi in occasione di questa preziosa<br />

ricorrenza, segno di una continuità di fede e di amore al Santo Volto<br />

del Signore e alla Sua Santissima Madre. Con la preghiera del Rosario,<br />

cuore della spiritualità del Santuario di Pompei, contempliamo con Maria<br />

il Volto di Cristo. Continuiamo ad invocare, insieme a Voi, la SS. Vergine<br />

Maria, Madre di Gesù e nostra, perché nella contemplazione orante del<br />

Volto di Cristo ci ottenga la grazia dell’unità e dell’amore fraterno nella<br />

Comunione ecclesiale.<br />

✠ Carlo Liberati<br />

Arcivescovo Prelato di Pompei<br />

L’ultimo voto del cuore<br />

giunta in questi giorni la lettera della signora Maria Laura Schettino<br />

È che ci informava di un dono inaspettato: un testamento congiunto da<br />

parte di lei e di suo fratello Stefano, quest’ultimo scomparso l’anno scorso,<br />

dopo una lunga vita dedicata alla missione di medico. La signora Maria<br />

Laura, oggi ottantacinquenne, figlia di Alfredo, uno dei tre figli maschi<br />

di Giuseppe Schettino, amico carissimo di Bartolo Longo, e di Laura Lucarelli,<br />

ha voluto donare degli oggetti preziosi alla Madonna di Pompei.<br />

Tra i doni ricevuti cinque piatti in maiolica di cui tre risalenti alla seconda<br />

metà dell’Ottocento; una spilla in oro e dei volumi enciclopedici risalenti<br />

alla prima metà dell’Ottocento che andranno ad arricchire la Biblioteca<br />

del Santuario. Questi splendidi gioielli di famiglia desidera donarli alla<br />

cara Mamma di Pompei, Colei che i nonni Giuseppe e Laura e il padre<br />

Alfredo amavano profondamente. La nobildonna Laura Lucarelli era la<br />

sorella di Clotilde, quest’ultima divenuta famosa nella storia di Pompei<br />

per essere stata la prima miracolata dalla Vergine. Soffriva, infatti, la piccola<br />

dodicenne, di convulsioni epilettiche, malattia diagnosticata dal celebre<br />

Prof. Cardarelli che non aveva dato alcuna speranza di guarigione.<br />

Il miracolo avvenne il 13 febbraio 1876, esattamente nel giorno in cui<br />

l’Immagine della Madonna veniva esposta alla venerazione del popolo<br />

pompeiano e si erigeva la Confraternita del Rosario. È doveroso far conoscere<br />

questa bellissima storia di fede e di amicizia, raccontata dallo stesso<br />

Bartolo Longo nel volume da lui scritto intitolato “Storia del Santuario di<br />

Pompei – dalle origini al 1879”, e in particolare rimandiamo il lettore al<br />

Libro IV, per il miracolo a Clorinda Lucarelli e al Libro VI, per l’amicizia<br />

che lo legava a Peppino Schettino, dove è anche raccontato un altro prodigio<br />

operato dalla Vergine di Pompei: la guarigione del piccolo Edoardo<br />

Raffaele. Il volume è in vendita presso la libreria del Santuario.<br />

Ecco come Bartolo Longo conclude la narrazione di quegli eventi straordinari:<br />

«Due mirabili effetti – e furono duraturi – rifulsero dalla prodigiosa<br />

guarigione del fanciullo Edoardo Raffaele. Quella grazia, che operò il<br />

cuore clemente della Regina del Rosario, fu come un vivissimo raggio divino,<br />

che fece brillare la Fede nel padre del fanciullo, e divampare vieppiù<br />

la Carità di Giuseppe Schettino e di tutta la sua famiglia. Il nostro<br />

amico Schettino poi aveva avuto un’altra prova luminosa, evidente della<br />

potentissima intercessione della Madonna di Pompei. La constatava egli<br />

medesimo, coi suoi occhi! Vedeva Eduardo, guarito completamente dopo<br />

che in sua casa, la sera innanzi, noi l’avevamo esortato a pregare la Vergine<br />

di Pompei!”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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Anno 126 - N. 5 - 2010 [236] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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Anno 126 - N. 5 - 2010 [237]


INFORMAZIONI UTILI<br />

Orario delle<br />

Celebrazioni<br />

Liturgiche<br />

Per raggiungere<br />

Pompei<br />

Per comunicare<br />

con il Santuario<br />

gIoRnI FEstIVI<br />

altaRE DElla MaDonna<br />

Sante Messe: ore 06.00 - 07.00 - 08.00 - 09.00 (anche in altre lingue) - 10.00 - 11.00<br />

- 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00<br />

Lodi del mattino: 08.00 - Santo Rosario: ore 18.00<br />

CaPPElla BEato BaRtolo longo<br />

Sante Messe: ore 08,30 - 09.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />

gIoRnI FERIalI<br />

altaRE DElla MaDonna<br />

Sante Messe: ore 07.00 (con Lodi) - 08.00 - 09.00 (anche in altre lingue) - 10.00 -<br />

11.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 (con Vespri)<br />

Santo Rosario: ore - 18.00<br />

CaPPElla BEato BaRtolo longo<br />

Sante Messe: ore 06.30 - 08.30 - 09.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />

CaPPElla s. gIUsEPPE MosCatI<br />

S. Messa in lingua ucraina: domenica e giorni festivi ore 10.00<br />

CaPPElla santa FaMIglIa<br />

S. Messa in lingua inglese a richiesta: domenica e giorni festivi ore 8.00<br />

S. Messa in lingua spagnola a richiesta: domenica e giorni festivi ore 11.00<br />

S. Messa in lingua polacca a richiesta: 2 a domenica e giorni festivi ore 10.30<br />

CRIPta<br />

S. Messa in lingua francese a richiesta: domenica e giorni festivi ore 8.30<br />

S. Messa in rito Siro-Malabarese: 2 a domenica di ogni mese ore 11.30<br />

CaPPElla ConFEssIonI<br />

07.00-12.30 e 15.30-19.00 (20.00 festivi)<br />

In aEREo: Capodichino-Napoli aeroporto.<br />

In aUto: A3 Autostrada Napoli-Salerno, uscita Pompei Ovest<br />

(per chi viene dal Nord), e Pompeii Est-Scafati (per chi viene dal Sud).<br />

In PUllMan: Sita: + 39 199730749 - www.sitabus.it<br />

CSTP: Tel. + 39 089 487286; www.cstp.it<br />

Circumvesuviana: Tel. + 39 081 7722444.<br />

In tREno: Trenitalia - Pompei Stazione: Tel.. + 39 081 8506176;<br />

Circumvesuviana: linea Napoli-Sorrento<br />

con arrivo alla Stazione Pompei-Villa dei Misteri;<br />

Napoli-Poggiomarino (via Scafati) con arrivo<br />

alla Stazione Pompei-Santuario; Tel. + 39 081 7722444 - www.vesuviana.it.<br />

In naVE: Stazione Marittima di Napoli<br />

Tel. +39 081 2283291 - www.porto.napoli.it<br />

CEntRalIno:<br />

Tel. + 39 081 8577111- 8577370 - 8577371 - Fax: + 39 081 8503357<br />

REttoRato:<br />

Informazioni, celebrazioni e accoglienza dei pellegrini<br />

Tel. + 39 081 8507000 - 081 8577379 - Fax + 39 081 85777482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

sEgREtERIa gEnERalE:<br />

Corrispondenza devoti e abbonamenti Rivista:<br />

Tel. + 39 081 8577321 - Fax: + 39 081 8503357<br />

info@santuariodipompei.it<br />

UFFICIo EstERo:<br />

Tel. + 081 8577328 - ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />

INFORMAZIONI UTILI<br />

Le Opere di Carità<br />

del Santuario<br />

di Pompei<br />

Per inviare<br />

offerte<br />

al Santuario<br />

CEntRo PolIFUnzIonalE DIURno “CREsCERE InsIEME”<br />

Tel. + 39 081 8577401<br />

CEntRo DI asColto “MyRIaM”<br />

Tel. + 39 081 8577418 - centroascoltopompei@libero.it<br />

MoVIMEnto PER la VIta E CEntRo DI aIUto alla VIta<br />

Tel. + 39 081 8577458 - movimentovita.pompei@libero.it<br />

“Casa EManUEl” PER gEstantI, MaDRI E BaMBInI<br />

Tel. + 39 081 8577404 - casaemanuel@libero.it<br />

gRUPPo aPPaRtaMEnto<br />

Tel. + 39 081 8577402 - g.appartamento@libero.it<br />

CoMUnItà DI tIPo FaMIlIaRE PER BaMBInI “gIaRDIno DEl soRRIso”<br />

Tel. + 39 081 8633103 - giardinodelsorriso@alice.it<br />

CEntRo DI aCCoglIEnza oRatoRIalE sEMIREsIDEnzIalE “BaRtolo longo”<br />

Tel. + 39 081 8577700 - bartololongo@virgilio.it<br />

“CoMUnItà InContRo” - Per il recupero dei tossicodipendenti - Tel. + 39 081 8599000<br />

Polo sColastICo<br />

Scuola Primaria - Tel. + 39 081 8577311 - 329<br />

Scuola Secondaria - Tel. + 39 081 8577000<br />

Casa alBERgo PER anzIanI “MaRIanna DE FUsCo” - Tel. + 39 081 8632712<br />

Dall’ItalIa:<br />

a) il Conto Corrente Postale prestampato inviato dal Santuario, oppure quello<br />

in bianco da compilare personalmente intestando l’offerta al Santuario della<br />

Beata Vergine di Pompei, c.c.p. n. 6817;<br />

b) l’assegno non trasferibile (a mezzo assicurata) intestato al Santuario della<br />

Beata Vergine di Pompei;<br />

c) Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di Pompei, ad<br />

uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />

CARIPARMA - IBAN: IT41S0623040080000056500729<br />

CARIPARMA - Pompei per la pace e i bambini<br />

IBAN: IT69A0623040080000056620664<br />

MONTE PASCHI DI SIENA - IBAN: IT80G0103040080000000000166<br />

BANCO DI NAPOLI S.p.A. - IBAN: IT32B0101040080000027000216<br />

UNICREDIT BANCA DI ROMA - IBAN: IT30P0300240080000400000465<br />

UNICREDIT BANCA DI ROMA - Restauro Basilica<br />

IBAN: IT27P0300240080000400459329<br />

BANCA DELLA CAMPANIA - IBAN: IT62H0539240080000000000288<br />

BANCO POSTA - Offerte - IBAN: IT24R0760103400000000006817<br />

Dall’EstERo:<br />

a) Assegno non trasferibile o Vaglia internazionale bancario<br />

intestato al Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />

b) Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di Pompei,<br />

ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />

CARIPARMA<br />

IBAN: IT41S0623040080000056500729 - BIC: CRPPIT2P699<br />

UNICREDIT BANCA DI ROMA Restauro Basilica<br />

IBAN: IT27P0300240080000400459329 BIC: BROMITR1N98<br />

c) Western Union (trasferimento rapido) indicando, come persona incaricata<br />

di riscuotere l’offerta, il nome della Dott.ssa Caterina Di Ruocco;<br />

d) Carta di credito, comunicando al Santuario, attraverso e-mail, fax, lettera, il<br />

tipo, il numero, la scadenza della carta e l’importo dell’offerta.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

46<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [238] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

47<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [239]


I lavori di restauro<br />

della Basilica<br />

Ecco le offerte finora pervenute per il<br />

restauro della Basilica della Beata Vergine<br />

del Santo Rosario di Pompei<br />

Anno 2005 € 70.295,00<br />

Anno 2006 € 134.225,84<br />

Anno 2007 € 18.072,62<br />

Anno 2008 € 23.343,09<br />

Anno 2009 € 50.379,73<br />

Anno 2010 € 15.939,00<br />

Anno Totale € 312.255,28

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