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Ordine Inchiesta Multimediale Personaggi - Ordine dei Giornalisti

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Le iniziative<br />

dell’<strong>Ordine</strong><br />

DUE GIORNI DI LAVORO E DIBATTITI CON I DISABILI DELLA CASCINA BIBLIOTECA<br />

Redattori sociali a Milano:<br />

quando la cronaca è buona<br />

Tanti giovani giornalisti provenienti dalle scuole alla seconda edizione<br />

del seminario che a Milano replica il corso che da 14 anni si tiene a Capodarco,<br />

nelle Marche, nella Comunità di don Vinicio Albanesi<br />

di Angelo Maria Perrino*<br />

Il titolo del seminario era ambizioso:<br />

“Miglioratori del peggio-I giornalisti<br />

e la responsabilità di raccontare<br />

(anche) la speranza”. Uno stimolo e<br />

una provocazione forte da parte degli<br />

organizzatori del secondo Redattore<br />

Sociale Milano, l’iniziativa che<br />

da due anni replica a Milano, nello<br />

splendido contesto della Cascina<br />

Biblioteca, dentro il Parco Lambro,<br />

l’omonimo seminario che da 14 anni<br />

si tiene l’ultima settimana di novembre<br />

a Capodarco, nelle Marche, nella<br />

comunità guidata da don Vinicio<br />

Albanesi.<br />

Anffas Milano, Cnca e Redattore Sociale,<br />

con la collaborazione di due<br />

testate indipendenti, Terre di mezzo<br />

e Affaritaliani.it hanno chiamato al<br />

confronto con esponenti importanti<br />

del mondo del sociale, giornalisti di<br />

diverse estrazioni professionali scelti<br />

per il particolare taglio impegnato<br />

con cui interpretano il loro lavoro. Dal<br />

presidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti<br />

della Lombardia Letizia Gonzales al<br />

presidente dell’associazione Lombarda<br />

<strong>dei</strong> giornalisti Giovanni Negri,<br />

da Gad Lerner a Riccardo Iacona,<br />

dal direttore di Altraeconomia Miriam<br />

Giovenzana al direttore della Stampa<br />

Giulio Anselmi, alla chicca finale:<br />

Lamberto Sechi, l’85enne mitico direttore<br />

di Panorama ormai in pensione,<br />

che ha il merito di aver introdotto<br />

in Italia la formula del newsmagazine<br />

alla Time e alla Newsweek e di aver<br />

lanciato il giornalismo indipendente<br />

d’inchiesta e l’approfondimento sulla<br />

base della famosa formula: ”I fatti<br />

separati dalle opinioni”. Ma sono intervenuti<br />

anche esponenti importanti<br />

del fotogiornalismo, come il direttore<br />

dell’agenzia Contrasto a Milano Denis<br />

Curti e il noto fotoreporter Marco<br />

Vacca.<br />

Due giorni di dibattito intenso, nella<br />

bella campagna lombarda, all’inizio<br />

di un autunno dolce e mite, insieme<br />

con i ragazzi disabili che colà risiedono<br />

e, sotto la guida illuminata del<br />

presidente Angelo Fasani, portano a<br />

casa un diploma prezioso da cuochi,<br />

giardinieri e artieri.<br />

Le buone notizie non vendono?<br />

E’ un luogo comune da sfatare<br />

Una bella occasione di scambio e<br />

contaminazione tra universi spesso<br />

lontani, il giornalismo e il mondo<br />

del disagio, secondo la filosofia<br />

ispiratrice dell’evento: fornire ai<br />

giornalisti strumenti di conoscenza<br />

e occasioni di formazione intorno a<br />

universi, quello della disabilità, ma<br />

anche quello del volontariato, del<br />

non profit, delle ong e delle onlus,<br />

spesso seguiti senza la conoscenza<br />

e specializzazione che quel mondo<br />

e la sua complessa articolazione richiedono.<br />

Molti i giovani giornalisti<br />

presenti, provenienti dalle scuole<br />

milanesi; pochi i giornalisti già affermati<br />

e inseriti.<br />

“Uno <strong>dei</strong> luoghi comuni più ricorrenti<br />

nel giornalismo è che le buone<br />

notizie ”non fanno vendere”, hanno<br />

insistito gli organizzatori.” Come<br />

tutti i luoghi comuni, anche questo<br />

ha un fondo di verità: ciò che fa vendere,<br />

infatti, sono le notizie e basta.<br />

Buone o cattive che siano. Ma in un<br />

mondo ormai dominato dall’inquietudine<br />

e dalla paura, in cui i media<br />

sembrano comunicare solo preoccupazioni,<br />

ansie e allarmi, diventa<br />

sempre più cruciale il compito di chi<br />

seleziona le notizie, individua i luoghi<br />

dove andarle a cercare, sceglie<br />

le parti da raccontare”.<br />

Parole straordinariamente simili a<br />

quelle usate proprio alla vigila del<br />

seminario dal presidente della Repubblica<br />

Giorgio Napoletano, che<br />

ha inviato un caldo messaggio ai<br />

partecipanti sollecitando i giornalisti<br />

a una maggiore responsabilità (le<br />

sintesi si trovano sui siti Affaritaliani.<br />

it e Redattoresociale.it).<br />

La conclusione si può attribuire al<br />

padre nobile Lamberto Sechi, applauditissimo<br />

nel suo confronto<br />

con l’allievo Giulio Anselmi. Niente<br />

eccessi ideologici né religiosi, ma<br />

un ritorno alle origini: stile asciutto,<br />

ricerca sul campo, molta documentazione,<br />

controllo rigoroso delle<br />

fonti. E, soprattutto, i fatti separati<br />

dalle opinioni. In questo modo anche<br />

i giornalisti possono fornire alla<br />

pubblica opinione una loro pedagogia,<br />

dando così un forte contributo a<br />

“migliorare il peggio”.<br />

*direttore di Affaritaliani.it<br />

16 Tabloid 6 / 2007

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