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Meno medici e avvocati
Vediamo ora le cause della crisi di
un settore dove la deregulation è
all’ordine del giorno: i tanti editori
senza scrupoli che si sono affacciati
sul mercato in questi ultimi
anni, sfruttando i giovani per realizzare
giornali a basso costo e molto,
troppo spesso senza qualità; e la
mancanza del rinnovo del contratto
di lavoro; la trasformazione tecnologica
sempre più rapida. Sono
alcune delle cause che hanno fatto
sì che molti giovani non riescano
più a trovare il posto fisso. Collaborano
e a dismisura, riempiono
dei vuoti, ma non riescono ad ottenere
il praticantato per diventare
professionisti. Così ormai la figura
del pubblicista, pensata nel 1963,
non è più la stessa. Avvocati, ingegneri
o medici (ad esempio) che
chiedono l’iscrizione sono solo una
piccola parte, mentre la stragrande
maggioranza delle richieste viene
da persone che, armate di buona
volontà e passione, provano l’ebbrezza
dei primi articoli con la speranza
di aver trovato la strada per
diventare giornalisti e che vedono
nel pubblicismo il primo passo.
Tabloid 6 / 2007
La voce
dei pubblicisti
Iscritti all’Ordine
22.963
Professionisti
7.166
(di cui 1.128 laureati)
Maschi 4.065
Femmine 3.101
Pubblicisti
12.433
(di cui 5.064 laureati)
Maschi 7.445
Femmine 4.988
Elenco Speciale
3.364
Uffici stampa
Ora la frequenza
ai corsi non basta
Negli ultimi anni la precedente
gestione dell’Ordine della
Lombardia aveva concesso
l’iscrizione all’elenco dei
Pubblicisti a tutti coloro che
lavoravano negli uffici stampa
da almeno due anni, dopo
aver frequentato un corso a
pagamento e superato un
esame finale.
Questo grazie a una
interpretazione della sanatoria
della legge 150/2000. L’Ordine
Nazionale in una nota del
gennaio 2007 ha sancito la fine
di questi corsi, che non avevano
più, alcun valore per l’iscrizione
all’elenco dei pubblicisti.
Per questo motivo il Consiglio
dell’Ordine della Lombardia
ha stabilito i criteri ai quali
attenersi e i requisiti necessari
per chi, lavorando negli uffici
stampa, fa ora richiesta
di iscrizione all’Albo dei
Pubblicisti:
• due anni ininterrotti di lavoro;
• le ricevute degli introiti per
l’attività svolta;
• la dichiarazione di un
responsabile dell’Ufficio Stampa
che sia iscritto all’Ordine dei
Giornalisti (non deve essere
iscritto all’Elenco Speciale) che
attesti il lavoro giornalistico;
• comunicati stampa
di carattere giornalistico
(60 pezzi) ed eventuale riscontro
di pubblicazione degli stessi su
testate regolarmente registrate.
Le pratiche che non hanno
i requisiti richiesti non potranno
quindi essere accolte dal Consiglio
dell’Ordine dei giornalisti della
Lombardia.
In particolare, le dichiarazioni
di amministratori delegati
o proprietari di azienda non
hanno valore ai fini
dell’iscrizione all’Ordine.
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