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I cittadini romani non amano le strisce blu e ancor meno i parcometri sempre così inefficienti, poco chiari e spesso avari nel dare i resti. Attualmente in alcune vie dei quartieri Prati e Borgo sono esposti dei cartelli apparentemente nuovi che però riportano una dicitura curiosa che rivela la loro datazione non proprio recente. Si leggono dettagliatamente gli orari e i giorni in cui il parcheggio è a pagamento, le relative tariffe, le agevolazioni per la sosta breve, giornaliera o mensile. Oltre a tutto ciò compare la scritta “pagamento telematico” seguita dal numero 2 (riferimento alla zona tariffaria di Prati). Cosa significa? Nel 2007 fu presentato il servizio Pagososta che permetteva di pagare il parcheggio nelle strisce blu anche senza doversi munire di ticket o parcometri o scavare nelle tasche alla ricerca delle monete. Bastava inviare un SMS all’arrivo e uno quando si riprendeva l’auto e l’importo del posteggio (per altro calcolato al minuto e non a frazioni di ore) veniva addebitato sulla carta di credito o sul conto corrente del proprietario dell’auto. Questo progetto era frutto di una gara da 2,3 milioni di euro, ma fu sospeso nell’estate 2011 perché gli utenti raggiunti dal servizio non erano abbastanza per sostenere il sistema. Nonostante l’indicazione di un servizio inesistente i cartelli Pagososta continuano a essere esposti sui marcia- Forse è la volta buona. Dopo le tante richieste da parte dei residenti di via Boccea, i quali la notte diventavano spettatori di una gara di formula uno, l’amministrazione del diciottesimo ha preso in seria considerazione l’ipotesi di installare un semaforo all’incrocio via Boccea - via Urbano IIº. Dopo tante notti turbate dal rumore degli incidenti che, puntualmente, si verificano di fronte alla via che ospita il mercato, arriva il provvedimento che dovrebbe essere un deterrente per chi vuole, irresponsabilmente, imitare Schumacher. Ci siamo già occupati, nei numeri precedenti, della pericolosità di quell’incrocio che unisce una grande arteria come è via Boccea al corridoio alternativo , da poco inaugurato, per l’accesso al Grande Raccordo Anulare, parliamo di via Gregorio XI° di fronte al mercato di via Urbano IIº. In realtà, da quelle parti un semaforo già c’è, si trova a poche centinaia di metri, direzione Forte Boccea. I motivi, che hanno portato a quel posizionamento del semaforo, ci sfuggono, vista l’inutilità dello stesso in quella location. Della mancata installazione, invece, all’incrocio di cui sopra, si è spesso colpevolizzata la posizione del mercato, si diceva che, a causa della presenza dei mezzi di trasporto per le merci, il semaforo avrebbe peggiorato la viabilità. Stavolta fanno chiarezza le dichiarazione dei consiglieri Alessandro Vannini e Marco Giovagnorio, intervenuti sulla situazione dei lavori che si stanno svolgendo 28 prati: i parcometri Sanno di veccHio piu’ del lavoro a maglia aLessanDra pietroforte ROMA NORD Semaforo verde per via boccea piedi come nel caso di Via Crescenzio e a testimoniare l’inefficienza di alcuni servizi offerti dall’Atac. L’azienda sostiene che nell’attesa di un nuovo servizio sarebbe uno spreco di denaro provvedere alla sostituzione dei 7.000 impianti installati nella capitale visto che poi andrebbero nuovamente modificati dopo poco tempo. Aggiunge inoltre che i cittadini sono stati avvisati della sospensione del servizio… Per fortuna qualche palazzo più in là e per la precisione a Via Cicerone ci sono marciapiedi che invece di vecchi cartelli espongono alberi “con il maglione”, un’idea innovativa che sa di creatività, intraprendenza e coesione. Le proprietarie della merceria di Via Cicerone si sono ispirate allo “Yarn Bombing” e hanno pensato di addobbare la strada a partire dal periodo natalizio con delle strisce di lana patchwork che avvolgono buona parte del tronco degli alberi regalando alla strada un’iniezione di vita e un’esplosione di colori per ravvivare il grigio dei marciapiedi. L’iniziativa ha raccolto adesioni da tutta Italia: sono arrivati 900 quadrati di lavoro a maglia da tutto il Paese persino da Palermo, Venezia, Caorle, Firenze, Padova e Bassano del Grappa. Le pezze di lana avanzate verranno unite per fare coperte da dare in beneficienza, ma intanto la creatività colora un quartiere. nella zona. “Esprimiamo enorme soddisfazione per l’avvio del cantiere sulla via Aurelia per la realizzazione del sottopasso Gregorio XI. Si tratta della realizzazione di un progetto” continuano i due consiglieri “ a cui abbiamo lavorato con forza e determinazione: con il sottopasso di via Gregorio XI, infatti, troverà respiro tutto il traffico in entrata a Roma, decongestionando i blocchi alla circolazione in direzione Boccea, Mattia Battistini e Pineta Sacchetti. I lavori verranno effettuati a costo zero, grazie agli oneri concessori incassati dalla convenzione F2 Val Cannuta”. Concludono poi “Il cantiere inevitabilmente provocherà dei disagi alla viabilità ma, una volta concluso, darà i suoi effetti positivi sull’intero quadrante. Vogliamo rassicurare i cittadini che, comunque, resteranno aperte sempre 3 corsie su 4, una scelta di cantiere che mira proprio a limitare i problemi alla circolazione. Il prossimo passo, importantissimo, sarà quello di regolamentare con un impianto semaforico l’incrocio tra via Gregorio XI e via di Boccea, all’altezza del mercato Urbano II”. Tenete da parte questo articolo, verba vol ant.... massimiliano Porena
il coraggio di dire cio’ che sentiamo interviSta ad antonella tommaSino Vorrei scrivere su questo foglio tante di quelle sue parole, poi scopro che non è qui che si è posato tutto l’inchiostro. Molte sue frasi hanno scelto la penna del cuore, toccando la mia anima. Quelle carezze di saggezza della dott.ssa Antonella Tommasino echeggiano, come versi, colpendo il mio interesse, come tante verità delicate che illuminano la nostra esperienza e quella di quanti ci sono vicini. Parliamo di tutto. Quel profumo di conoscenza rende interessante ogni sua frase e spalanca al senso della vita, seguendo l’equilibrio. Lei così empatica ed autentica, trasmette forza, con il suono della voce, verso quel cammino ben tracciato che va conosciuto ed approfondito, dentro di noi, oltre i libri e l’esperienza, fa emergere la sua sensibilità anche con lo sguardo. La dott.ssa Tommasino non è solo consulente del centro psico pedagogico all’Università Salesiana, per l’orientamento scolastico e professionale dei giovani, legata al mondo della psicologia e antropologia, ma è anche specializzata in psicosomatica, con studi di Scienze politiche e dell’Educazione, in naturaterapia, erboristeria e medicine alternative. Ma è molto di più. Una donna che ha scelto il sorriso nella sua vita e che trasmette “quel miele” per nutrire le persone alla consapevolezza e alla verità di se stesse senza paure. La Comunicazione deve partire da un dialogo interno e proseguire fuori, per stare bene. Si dovrebbe vivere con coraggio, non dipendenti dagli altri e in ascolto, trovando la forza anche di sfidare l’impossibile. Come mai, in base alla tua esperienza, manca la motivazione in molti giovani di oggi? E’ un vuoto esistenziale e relazionale di questa epoca. Ora c’è l’inflazione tecnologica che riempe in modo illusorio la propria esistenza. In realtà, non fa trovare il proprio credo e il vuoto va riempito con una spinta, senza rimandare. C’è poi a volte una mancanza di strategie e di metodo di studio. Come si può riempire questo vuoto esistenziale? Occorre tirare fuori i ragazzi dalla chiusura, dall’autismo tecnologico e spingerli nelle motivazioni. Occorre favorire le occasioni di gruppo, di incontro e di vita con gli altri. Non far utilizzare il pronome IO. Quindi la mancanza di motivazione è data dall’egoismo? Sì. Molti figli sono come agli arresti domiciliari. Bisogna educarli alla vita comunitaria. Quali sono i pilastri sostanziali nell’esperienza di rapporto tra genitori/ figli? Il Genitore deve accompagnare il figlio nel compito per cui è chiamato nel mondo e con le sue risorse. E’ necessario riconoscerlo per quello che è, non cercare pezzi di se stesso in lui. Occorre sintonizzarsi in maniera autentica con la vita dei propri figli, purificando l’ascolto ad esempio... ma non solo, per cogliere quello che è il loro daimon, cioè la virtù di cui la vita li ha dotati, per farli esplodere poi tra fiducia e coraggio. Inoltre, è importante favorire una comunicazione educativa. Ora si tende a creare un rapporto alla pari, dove manca l’autorità. Va ripristinata una relazione asimmetrica dove il papà e la mamma non siano solo amici. E’ importante, quindi, stabilire dei limiti e saper dire dei NO, un enorme regalo perché i limiti arginano gli istinti irrefrenabili. Quali sono i ruoli che un padre e una madre è importante che ricoprano? Il padre dovrebbe saper arginare e proteggere in modo ottimale e non assoluto. Non deve impedire le esperienze, essere pronto anche a farli cadere e soffrire, per farli crescere. Una madre deve accudire e prendersi cura. “Nutrire” non è solo con il latte ed il cibo ma anche con il “miele“, cioè il sorriso e l’entusiasmo. E’ lei che trasmette la speranza e fa sentire vivo un figlio. In questo modo, può amare la vita e non solo cercare di non morire. Amare la vita è il miele, non esiste solo la paura di farsi male. La madre stessa dovrebbe amare la dott.SSA ANtoNellA toMMASINo Psicologa/Psicodiagnosta Psicoterapeuta Tel. 328. 2714761 antonella.tommasino@libero.it vita e saper sognare. Molti durante l’olocausto sono riusciti a sopportare quell’esperienza solo con il ricordo del sorriso della mamma. Quando i figli si riempono di cibo, di lavoro, di computer è un bisogno esistenziale, sono mancanze che devono essere riempite. Hanno bisogno di essere nutriti, emotivamente e spiritualmente, il resto è solo un’illusione di pienezza. antonella tu sei specializzata anche in psicosomatica. Quali consigli puoi suggerirci? La parola può risultare inflazionata. La mia idea è il funzionamento olistico della persona. Ciò che accade a livello corporeo risente della sensibilità psichica e del contesto sociale. A volte la mente “mente” ma il corpo no. La malattia è un punto del corpo per esplorare comunicazioni diverse e sentire il proprio disagio (la difficoltà a contenere emozioni come paura, rabbia, amore). Come si può evitare queste malattie? Occorre sviluppare un dialogo interno, riflettere sul proprio modo di essere al mondo e con gli altri. Il corpo è una comunicazione alternativa ed una pensabilità più evoluta. A volte bisogna saper gestire una rabbia implosa, una paura dell’incontro/ scontro che rimane dentro e che non tiriamo fuori ma che torna come un boomerang. Le malattie psicosomatiche esplodono dentro perché non comunichiamo all’esterno e spesso neanche a noi stessi. Cosa è successo, chi ho incontrato? Manca a volte la traduzione. Quale consiglio puoi darci? Trovare le parole per dire quello che sentiamo. Trovare un linguaggio ed uno spazio alternativo oltre al corpo per comunicare la propria esperienza. Uno sfogo è a breve termine, permette di tirare fuori l’energia ma è importante la consapevolezza della propria vita che porti ad una crescita esistenziale. Non va curato l’organo ma la persona e questa è importante tutta, nel suo corpo, nella sua mente e nella sua anima. E importante che si viva non che si esista. Come si sfida la paura? Dando spazio al cuore e al coraggio, un po’ anche con incoscienza per sfidare ciò che si pensa impossibile. Bisogna diventare responsabili della propria vita, non essere passivi, dipendenti da altri e in eterna attesa che gli eventi cambino. Noi sappiamo di cosa abbiamo fame! Quali progetti futuri hai in programma? Nuovi progetti sempre più incisivi nelle scuole per promuovere il benessere, contro il bullismo e nel rapporto genitori/figli, potenziando le risorse sane delle persone e lavorando sul vissuto traumatologico. Oltre alle sedute individuali, ho previsto incontri di gruppo di 2 ore su alcuni temi: mal d’amore, attacchi di panico, narcisismo, disturbi alimentari, sostegno alla genitorialità e su EMDR ( tecniche di elaborazione del trauma).
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