Il Treno 8017 Una Tragedia Dimenticata Balvano, 3 ... - Vesuvioweb
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G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.com<br />
LE RUOTE GIRARONO A VUOTO<br />
SUI BINARI UMIDI<br />
<strong>Il</strong> capostazione Vincenzo Maglio,<br />
l'operaio Vincenzo Biondi e il manovale<br />
Angelo Caponegro lo videro avviarsi<br />
lentamente, mentre dai fumaioli delle<br />
locomotive si levavano alti bioccoli di<br />
candido fumo, e imboccare la prima<br />
galleria che si trova sul tratto da <strong>Balvano</strong> a<br />
Bella Muro, che dista non più di duecento<br />
metri dalla stazione di <strong>Balvano</strong>. <strong>Il</strong> buio<br />
della galleria lo inghiottì; per un po', si vide<br />
brillare il fanalino di coda, sito all'esterno<br />
della garitta dove si trovava il frenatore<br />
Michele Palo; poi, anche quel lume sparì<br />
dietro la prima curva. Nella stazione di<br />
<strong>Balvano</strong>, il telegrafista dette al suo collega<br />
di Bella Muro il segnale di «partito».<br />
Subito dopo <strong>Balvano</strong>, il terreno<br />
incomincia a salire. <strong>Il</strong> merci <strong>8017</strong> superò<br />
facilmente la prima, breve galleria; anche<br />
la seconda fu attraversata senza che,<br />
evidentemente, i macchinisti si rendessero<br />
conto di qualche difficoltà. <strong>Il</strong> convoglio<br />
procedeva lentamente, in un paesaggio<br />
orrido, fatto di rocce che assumono strane<br />
forme per la nebbia. Dopo l'uscita dalla<br />
seconda galleria, i binari fanno una curva,<br />
su un viadotto lungo un trecento metri,<br />
prima di inoltrarsi nella galleria delle Armi,<br />
che si profila a sinistra, e il cui imbocco è<br />
contraddistinto da una S segnata sulla<br />
parete di sinistra. I macchinisti forse<br />
notarono (nessuno poté raccogliere le loro<br />
disposizioni, perché furono i primi a<br />
morire) che la velocità dell'<strong>8017</strong> non<br />
corrispondeva alla pressione delle caldaie;<br />
ma dovettero pensare di potercela fare, e<br />
proseguirono la corsa. Forse le loro<br />
supposizioni non erano del tutto errate.<br />
Nonostante il limite massimo di peso fosse<br />
stato superato, però non di molto, essi<br />
dovettero avere la netta sensazione di poter<br />
superare anche la pendenza che presenta il<br />
terreno nella galleria delle Armi, pendenza<br />
che raggiunge il 13 per mille.<br />
Ma un altro imprevisto coefficiente si<br />
coalizzò con il peso, con il sonno dei<br />
passeggeri e con la cattiva qualità del<br />
carbone, per trasformare in una lunga bara<br />
il merci. Durante tutto il giorno 2, in<br />
Lucania aveva piovuto, una di quelle<br />
fastidiose pioggerelle che scendono<br />
monotone, come costrette, da uno spesso<br />
banco di nubi basse. Alle ventidue circa<br />
aveva smesso di piovere; ma l'aria era<br />
rimasta impregnata di umidità, una umidità<br />
che era penetrata nelle gallerie fra <strong>Balvano</strong><br />
e Bella Muro, e aveva steso sui binari una<br />
specie di micidiale, viscido manto<br />
scivoloso.<br />
<strong>Il</strong> dramma avvenne rapidamente. Le<br />
locomotive avevano percorso di slancio<br />
non più di duecento metri all'interno della<br />
galleria delle Armi, quando i macchinisti si<br />
avvidero che le ruote trovandosi a dover<br />
girare proprio nel posto dove la pendenza<br />
raggiunge il suo massimo valore, non<br />
«mordevano» più i binari, e cominciavano<br />
a girare a vuoto, con una velocità sempre<br />
maggiore, mentre il convoglio non<br />
avanzava più di un metro.<br />
I due macchinisti ed i due fuochisti del<br />
merci <strong>8017</strong> del 2 marzo furono i primi a<br />
morire, lo abbiamo detto. Di fronte alla<br />
morte, un senso di pietà dovrebbe<br />
sommergere ogni altra considerazione. Ma<br />
noi stiamo facendo una rievocazione di un<br />
fatto, e la commozione non deve velarci gli<br />
occhi. È indubbio (bisogna dirlo, se pure<br />
con rammarico) che il personale di<br />
macchina commise un grave errore. Risultò<br />
dalle perizie condotto dopo il disastro, che<br />
le caldaie, quando i macchinisti ed i<br />
fuochisti si abbatterono, esanimi, sulle leve<br />
di comando, erano al massimo della loro<br />
pressione. Dal fatto si può dedurre che essi,<br />
invece di invertire immediatamente la<br />
marcia, e tentare di portare il treno<br />
S. Argenziano. <strong>Balvano</strong> 1943. 02-<strong>Il</strong> Disastro dell’<strong>8017</strong> 10