Il Treno 8017 Una Tragedia Dimenticata Balvano, 3 ... - Vesuvioweb
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G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.com<br />
FINALMENTE SI DECIDE<br />
DI ISPEZIONARE LA LINEA<br />
Attualmente i due funzionari non lo<br />
ricordano, perché i loro ricordi furono<br />
sommersi dalla terribile realtà alla quale si<br />
trovarono di fronte in seguito: ma forse, nel<br />
corso di quella telefonata, mentre gli<br />
occupanti dell'<strong>8017</strong> erano già freddi<br />
cadaveri, essi scherzarono sull'inefficienza<br />
del materiale rotabile allora in funzione,<br />
attribuendo il ritardo a qualche guasto. In<br />
ogni caso, poiché del merci non si erano<br />
avute notizie, si rendeva necessaria una<br />
ispezione della linea, per vedere se, dove e<br />
perché l'<strong>8017</strong> si era fermato; perciò<br />
Giuseppe Salonia disse al collega che<br />
avrebbe provveduto lui ad un sopraluogo;<br />
e, per effettuarlo, dette ordine ad Angelo<br />
Caponegro e a Vincenzo Biondi,<br />
rispettivamente manovale ed operaio di<br />
prima classe, di staccare dal treno 8025,<br />
giunto alle 0,40, la locomotiva, sulla quale<br />
sarebbe salito per una ricognizione.<br />
Poiché ancora non sapevano niente del<br />
disastro, i ferrovieri di <strong>Balvano</strong> apparvero<br />
più seccati che altro per il fatto che li<br />
costringeva ad un lavoro straordinario<br />
piuttosto noioso. Brontolando, essi<br />
staccarono la locomotiva del treno 8025, e<br />
si dettero alla ricerca di attrezzi e di<br />
lanterne. Sulla locomotiva salì il<br />
capostazione Salonia. Già la macchina<br />
stava per avviarsi, e Angelo Caponegro e<br />
Vincenzo Biondi si erano un po' scostati da<br />
essa, sul marciapiede della stazione,<br />
quando dall'ombra emerse, come una<br />
specie di fantasma lacero, Michele Palo, il<br />
frenatore della vettura di coda dell'<strong>8017</strong>, il<br />
quale partito dalla galleria delle Armi a<br />
piedi, verso l'una, aveva impiegato due ore<br />
per giungere a <strong>Balvano</strong>. La sua apparizione<br />
fece capire che qualcosa di drammatico era<br />
avvenuto; le sue parole: «Là, là, sono tutti<br />
morti!» lo confermarono.<br />
Giuseppe Salonia scese dalla<br />
locomotiva. Con una freddezza della quale<br />
lui stesso si stupì in seguito, prese in mano<br />
la situazione; ordinò ad un guardasala di<br />
svegliare il capostazione titolare Maglio, e<br />
di recarsi subito dopo in paese (<strong>Balvano</strong><br />
dista tre chilometri dalla stazione) per<br />
avvertire i carabinieri, il pretore ed il<br />
sindaco ingegner Alessandro di Stasio, che<br />
adesso vive a Potenza. Poi risalì sulla<br />
locomotiva, mentre Angelo Caponegro e<br />
Vincenzo Biondi si prodigavano per<br />
soccorrere Michele Palo; e si avviò verso il<br />
posto (che ancora non si sapeva quale<br />
fosse) dove avrebbe dovuto trovare i morti<br />
di cui il frenatore aveva parlato.<br />
L'<strong>8017</strong> stava fermo lì, all'imbocco della<br />
galleria delle Armi, in un innaturale<br />
silenzio. Dei suoi 47 vagoni, solo l'ultimo<br />
era fermo a metà fuori dalla galleria; di<br />
essi, 41 erano vuoti, perché chiusi con un<br />
catenaccio applicato alle serrande<br />
scorrevoli; gli altri sei erano quelli in cui si<br />
erano ammucchiati circa seicento<br />
passeggeri in un certo senso clandestini,<br />
più un ufficiale e sette soldati autorizzati a<br />
viaggiare sul merci.<br />
Come scrivemmo in un'altra puntata,<br />
quasi tutti i viaggiatori erano piccoli<br />
borsaneristi che si recavano in Lucania per<br />
rifornirsi di generi alimentari che poi<br />
vendevano a Napoli. Ma c'era anche chi<br />
non aveva niente a che fare con l'ambiguo<br />
mondo dei piccoli trafficanti, tipico di quel<br />
periodo. Molte persone le quali, per la loro<br />
attività, dovevano forzatamente spostarsi<br />
fra Potenza e i centri della Campania si<br />
vedevano costrette a servirsi anch'esse di<br />
qualsiasi mezzo pur di non trascurare i<br />
propri interessi. Si trattava di<br />
commercianti, di studenti, di professori, di<br />
medici; tutta gente munita magari di<br />
regolare biglietto, o anche di un<br />
abbonamento settimanale, come ad<br />
esempio il professor Vincenzo Iura,<br />
S. Argenziano. <strong>Balvano</strong> 1943. 02-<strong>Il</strong> Disastro dell’<strong>8017</strong> 16