Zygmunt Bauman LA DECADENZA DEGLI ... - SEPHIROT
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intellettuali non sia mai stata e non sarà mai «autosufficiente per definizione» e che nessuna definizione<br />
corrente che intenda concentrare l'attenzione sulle caratteristiche della categoria stessa per spiegarne la<br />
posizione e il ruolo all'interno di una società più ampia possa farsi strada attraverso il livello di<br />
legittimazioni fino alla configurazione sociale che esse legittimano. Poiché esse si basano in gran parte<br />
sulla retorica del potere sviluppata dalla categoria stessa, tali definizioni correnti, per così dire,<br />
«scambiano la materia con il mezzo».<br />
In secondo luogo, ci asteniamo qui da qualsiasi tentativo di costruire una definizione collettiva<br />
dell'intellettuale mediante una tecnica di «individuazione», elencando cioè capacità, occupazioni,<br />
atteggiamenti, caratteristiche biografiche eccetera, che in un dato momento o in una data società possano<br />
pretendere di appartenere, o possano essere considerate appartenenti, alla categoria. In modo ancor più<br />
netto, ci asteniamo dal partecipare al dibattito (politicamente cruciale, ma sociologicamente secondario)<br />
diretto a decidere quali individui o gruppi «facciano ancora parte», e quali invece «rimangano appena<br />
fuori», della categoria intellettuale. Ci sembra che questo dibattito costituisca o un elemento della retorica<br />
del potere sviluppata da alcuni settori della categoria per favorire i tentativi di «chiusura», o il risultato del<br />
fatto che degli esterni confondono la retorica del potere con l'analisi sociologica. Anche in questo caso, la<br />
materia viene scambiata con un mezzo. Quel che sta dietro il dibattito al quale ci rifiutiamo di partecipare<br />
è la speranza di prefigurare teoricamente quel che può essere solo una manifestazione passeggera delle<br />
lotte politiche in corso, se non un tentativo di interferire con l'esito di tale lotta pur accettando l'arma<br />
usata dai contendenti, che è quella di rappresentare soluzioni politiche come decisioni circa la veridicità<br />
della questione. Limiteremo invece la nostra ricerca al compito di individuare la categoria<br />
dell'intellettuale all'interno della struttura della società più ampia come un «luogo», un «territorio», posto<br />
all'interno di tale struttura; un territorio abitato da una popolazione mobile e aperto alle invasioni,<br />
conquiste e rivendicazioni legali come lo sono tutti i territori.<br />
Tratteremo la categoria dell'intellettuale come un elemento strutturale all'interno della configurazione<br />
sociale, un elemento definito non dalle sue qualità intrinseche, ma dal posto che occupa all'interno del<br />
sistema di dipendenze che tale configurazione rappresenta e dal ruolo che esso svolge nella riproduzione e<br />
nello sviluppo della configurazione. Presumiamo che il significato sociologico della categoria possa essere<br />
ricavato solo mediante lo studio della configurazione come totalità. Ma presumiamo inoltre che il fatto<br />
che la categoria degli intellettuali appaia come un elemento strutturale di configurazione sia a sua volta<br />
essenziale per la comprensione della configurazione stessa, della natura delle dipendenze che la tengono<br />
assieme e del suo meccanismo di riproduzione, nei suoi aspetti sia conservatori sia innovatori. Le analisi<br />
della categoria intellettuale e delle configurazioni in cui essa appare sono indissolubilmente legate tra loro<br />
in un cerchio ermeneutico.<br />
Le configurazioni che presentano la categoria intellettuale come loro elemento strutturale hanno<br />
sicuramente un certo numero di caratteristiche.<br />
In primo luogo, una maggiore dipendenza tra coloro che si agitano insieme nella configurazione stessa<br />
deriva dalla incapacità socialmente prodotta dagli individui (presi singolarmente o nei gruppi che essi<br />
formano) di gestire la loro vita da soli. Alcune fasi della loro attività vitale, materiale o spirituale, nei loro